verso un consiglio di sicurezza nazionale italiano

ISTITUTO GINO GERMANI
DI SCIENZESOCIALI
E STUDI STRATEGICI
Progetto di convegno1
VERSO UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE ITALIANO:
PER UN EFFICACE PROCESSO DECISIONALE POLITICO-STRATEGICO
IN RISPOSTA ALLE SFIDE DEL XXI SECOLO
Link Campus University, via Nomentana 335 Roma
30 aprile 2015, ore 9:30
Per informazioni e richieste di partecipazione contattare:
[email protected]
1) Obiettivi del convegno
La Link Campus University, l’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, e il
Centro Interdipartimentale di ricerche sulla cooperazione con l’Eurasia, il Mediterraneo e l’Africa
sub-sahariana (CEMAS) dell’Università “Sapienza” di Roma, organizzano, per la prima volta in
Italia, un convegno sul tema “Verso un Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano: per un efficace
processo decisionale politico-strategico in risposta alle sfide del XXI secolo”, che si terrà a Roma
il 30 aprile 2015, dalle ore 9:30 alle ore 17:00 presso la presso la Link Campus University (via
Nomentana 335, Roma).
L’evento è aperto alla partecipazione di analisti, esperti e decision-makers provenienti dalle
istituzioni nazionali civili e militari, dal mondo economico, dalle università e gli istituti di ricerca,
dai mass media.
Il convegno si prefigge di: a) approfondire i motivi che rendono, per il nostro paese, sempre più
necessaria l’istituzione di un organismo del tipo National Security Council sotto la diretta
responsabilità del Presidente del Consiglio; b) elaborare una proposta, da presentare al decisore
politico, di riorganizzazione dell’architettura decisionale di sicurezza nazionale con la creazione di un
Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN) italiano.
Parteciperanno in qualità di relatori esperti governativi e non-governativi, tra cui:
- Vincenzo Camporini (Vice-Presidente IAI, già Capo di Stato Maggiore della Difesa)
- Marco Carnelos ( Ministero Affari Esteri)
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Documento elaborato dal Prof. Luigi Sergio Germani (coordinatore scientifico dell’evento)
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François Géré (Presidente dell’Institut Français d'Analyse Stratégique , Parigi)
Emidio Diodato (Università di Perugia)
Anna Mazzone (Giornalista Rai)
Germano Dottori (Università LUISS-Guido Carli, Limes, Nomisma)
Antonio Capponi (già Consigliere Militare Aggiunto del Presidente del Consiglio)
Antonello Biagini (Direttore del CEMAS, Università “Sapienza” di Roma)
Vincenzo Scotti (Presidente della Link Campus University)
Luigi Sergio Germani (Direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi
Strategici).
Nel corso del convegno si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti :
1) Quali sono i problemi e le disfunzioni che spesso compromettono l’efficacia dei processi
decisionali nazionali nel campo della politica estera, di difesa e della sicurezza?
2) Come si evolve il quadro di minacce al sistema-Italia, sia “esterne” (provenienti dallo scenario
internazionale) che “interne”? Tali sfide rendono necessari un adeguamento e una
ristrutturazione degli organismi preposti alla pianificazione e gestione delle politiche di
sicurezza nazionale?
3) Che cos’è un CSN e quali sono le sue più importanti funzioni? Perché negli anni duemila
diversi Stati democratici si sono dotati di un organismo di questo tipo?
4) Quali sono gli spunti più utili per l’Italia tratti dall’esperienza internazionale in materia di
CSN? Quali sono i modelli stranieri di maggiore interesse per il nostro paese?
5) Quali dovrebbero essere le funzioni, i poteri e la struttura organizzativa di un futuro Consiglio
di Sicurezza Nazionale italiano? Come assicurare che esso disponga di una efficace struttura
di supporto analitico e di consulenza strategica (lo staff del CSN)? E’ opportuno istituire la
figura di Consigliere per la Sicurezza Nazionale?
2) Quadro di riferimento tematico
Uno scenario più insidioso di rischi e minacce alla sicurezza del sistema-Italia rende sempre
più necessaria la creazione di un CSN sotto la diretta responsabilità del Capo del Governo. Diverse
grandi democrazie hanno istituito un organismo del tipo National Security Council al fine di
potenziare la propria capacità di rispondere in maniera strategica e olistica a problemi sempre più
complessi di sicurezza sia “interna” che “esterna”.
Un CSN italiano costituirebbe, in primo luogo, un foro interministeriale permanente nel quale
il Presidente del Consiglio e gli altri membri del governo, responsabili della sicurezza nazionale,
potrebbero discutere e pianificare gli indirizzi strategici delle politiche estera, di difesa e di
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sicurezza, dedicando la necessaria attenzione anche (e soprattutto) alla predisposizione di strategie
a medio e lungo termine per la tutela degli interessi nazionali.
Questo organismo garantirebbe, altresì, un sempre più elevato livello di coordinamento e
integrazione tra tutti i ministeri e dipartimenti preposti alla gestione della sicurezza nazionale. Ciò
appare sempre più necessario, oggi, perché le minacce attuali sono multidimensionali e
interdipendenti, e richiedono risposte governative di carattere “olistico” e altrettanto
multidimensionale, fondate sull’uso integrato di strumenti politico-diplomatici, militari, economici,
mediatici e d’intelligence.
In terzo luogo, analogamente a organismi simili istituiti da altri Stati2, anche il CSN italiano
sarebbe supportato da una struttura permanente di analisi, consulenza e pianificazione strategica,
composta da qualificati specialisti in diversi campi, provenienti anche dal mondo universitario e
della ricerca scientifica.
L’introduzione, nel sistema politico-istituzionale italiano, di un tale organismo consentirebbe il
superamento di una serie di disfunzioni che spesso compromettono l’efficacia dei processi
decisionali dello Stato in materia di sicurezza nazionale. Tra dette disfunzioni vanno menzionate, ad
esempio:
A) Lo scarso coordinamento tra i diversi Ministeri e Dipartimenti preposti alla gestione dei
vari aspetti della sicurezza nazionale (il che talvolta genera politiche confuse e contradditorie).
B) La tendenza ad affrontare problemi immediati tramite reazioni di breve termine, spesso
improvvisate, anziché a elaborare politiche strategiche di più lungo termine.
C) L’eccessiva influenza che la lotta politica interna talvolta esercita sulle scelte di politica
estera, di difesa e della sicurezza.
La formulazione di una proposta per un CSN italiano richiede un’analisi attenta delle esperienze
di paesi esteri che si sono dotati di questo tipo di organismo (che nei vari paesi interessati assume
denominazioni diverse). I modelli esteri di CSN sono i più variegati in termini di ruolo, compiti,
struttura e poteri. Tra i fattori che determinano finalità e funzioni del CSN di un paese vi sono la
natura del suo regime politico (democratico, autoritario o in via di transizione democratica) e le
altre caratteristiche del suo sistema politico-istituzionale.
In uno Stato democratico un organismo del tipo National Security Council può svolgere una
pluralità di funzioni, tra cui le seguenti :
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Tra i paesi che si sono dotati di un organismo del tipo National Security Council ricordiamo, ad
esempio, i seguenti: USA (che istituì il proprio National Security Council nel 1947), Russia, Cina,
Francia, Gran Bretagna, Israele, Canada, Australia, Cina, India, Pakistan, Iran, Brasile, Ucraina,
Romania, Mongolia, Sud Africa.
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1) Fornisce al Capo del Governo (o al Capo dello Stato, se il regime è di tipo presidenziale)
informazioni, analisi, valutazioni e consigli strategici utili all’assunzione di decisioni di
politica estera, della difesa e della sicurezza.
2) Assicura un coordinamento stabile e un pieno scambio di informazioni tra i diversi settori del
governo e dell’amministrazione responsabili della gestione delle politiche estera, della difesa e
della sicurezza.
3) Rappresenta un luogo di discussione tra membri del governo sugli indirizzi strategici da
adottare in materia di sicurezza nazionale, in tempi di pace e normalità, in tempi di crisi
internazionale o interna, così come in periodi di guerra.
4) Elabora la strategia di sicurezza nazionale, ovvero un documento di livello politico-strategico
che: a) identifica gli interessi strategici vitali del sistema-paese e il suo ruolo nel mondo; b)
individua i rischi e le minacce a medio-lungo termine con i quali il paese deve confrontarsi; c)
indica gli indirizzi di risposta a tali sfide e gli strumenti operativi più idonei.
5) Definisce gli obiettivi e le priorità informative della comunità d’intelligence; coordina
l’integrazione, e la disseminazione ai decisori politici, di tutte le informazioni e analisi
elaborati dagli apparati della sicurezza.
6) Gestisce i rapporti con organizzazioni multilaterali di sicurezza (come ad esempio la NATO)
e talvolta anche le relazioni militari e di sicurezza con altri Stati.
Per svolgere queste complesse attività un CSN necessità di un apparato di supporto analitico e
di consulenza strategica (uno “staff” del CSN), coordinato da un esponente governativo che spesso
assume il ruolo di “Consigliere per la sicurezza nazionale”.
Infine, lo studio comparato dei modelli esteri di organismi istituzionali di questa natura dimostra
che la loro efficacia varia considerevolmente da paese a paese, e anche tra diverse esperienze
governative all’interno di un medesimo Stato. Dunque, un’efficacia che dipende, in buona misura,
dal più ampio contesto politico-istituzionale in cui opera l’organismo, e in particolare dallo stile di
leadership del massimo decisore politico e dagli obiettivi prioritari del governo di turno.
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