primo piano MANAGER ALLO SPECCHIO Il talento clandestino di Hubert Jaoui “ Vi sono tre tipi di imprese: quelle che determinano gli eventi; quelle che assistono al loro manifestarsi; e quelle che quando gli eventi si sono manifestati, si domandano cosa mai sia accaduto” (P. Drucker) Le aziende – che sono fatte di persone – reagiscono come le persone: se stanno ferme arretrano, invecchiano più in fretta, decadono. Infatti, una routine eccessiva può paralizzare l’innovazione in azienda per le quali la competizione è vitale. Per candidarsi a far parte della prima categoria, cioè a essere aziende che determinano gli eventi, l’innovazione non dovrà essere vista come uno sforzo estemporaneo o straordinario, ma come un’attitudine permanente delle persone e una “filosofia” globale dell’azienda. Cosa succede quando si chiede più innovazione Qualche anno fa abbiamo avuto un’importante collaborazione con Bouygues Construction, la prima azienda europea di edilizia e lavori pubblici. L’amministratore delegato aveva constatato che non si innovava abbastanza e aveva chiesto al direttore generale di attivarsi per risolvere il problema. Siamo stati contattati e, di comune accordo, abbiamo proposto di animare 14 giornate per tutto il personale articolate in questo modo: la mattina, iniziazione pratica al metodo creativo; il pomeriggio, applicazione a problemi concreti. Tutte le idee trovate sono state raccolte e trasmesse al Direttore Generale che ha impegnato il Comitato di Direzione per una settimana intera affinché esaminasse le idee prodotte. La cosa più interessante di questa collaborazione è 20 L’impresa n°4/2015 stata scoprire – e soprattutto di far scoprire al nostro cliente – l’altissimo numero (qualche centinaia) di “innovazioni clandestine”. Abbiamo trovato due spiegazioni a questo fenomeno di trasgressione intelligente, molto più frequente di quanto si pensi: •banalmente, il personale non aveva ben capito le istruzioni arrivate dall’alto e le aveva applicate in modo erroneo ma efficace; •le persone erano consapevoli di non seguire le istruzioni e quindi avevano scelto di farle rimanere clandestine, perché i risultati erano sicuramente positivi. Ma cosa fare per incoraggiarla? Spesso i collaboratori si sentono bloccati, intrappolati in processi rigidi, in organizzazioni obsolete che li costringono a lavorare al di sotto delle loro effettive capacità. Con conseguenze negative per tutti: personale demotivato, perdita di competenza, clienti trascurati e… risultati economici scarsi. Quanti talenti sommersi, talenti repressi: intere biblioteche sono state consacrate a questo argomento! Eppure sappiamo che le organizzazioni hanno al loro interno una certa zona di incertezza, cioè aspetti organizzativi e comportamenti delle persone che non sono in grado di controllare completamente. Queste zone non sono costanti, ma variano con le situazioni. In altre parole, esistono periodi in cui il controllo dell’organizzazione è più serrato e altri in cui le maglie “di libertà” sono maggiori. Proprio in questi momenti il singolo individuo ha la possibilità di occupare e gestire una di queste zone di incertezza, se è sostenuto da un management “illuminato” che rispetta la capacità dei collaboratori di agire in modo responsabile. E il ruolo del manager è di mettere in atto le 3 P: Promuovere, Permettere, Proteggere, ovvero: 1.promuovere l’idea innovativa; 2. permettere le iniziative (prudenti); 3. proteggere chi osa assumere rischi. Una responsabilità di tutti Ho spesso constatato che nelle nostre aziende esiste un serbatoio ricchissimo. Rifiutare di sfruttarlo porta per forza a un impoverimento economico ma anche a una demotivazione fatale. Rendere i collaboratori consapevoli del loro potenziale creativo e creare percorsi originali per incanalare i flussi di energia offre a tutti la possibilità di uno sviluppo armonico. Il talento è un bene inalienabile delle persone. Spetta a ciascun individuo il compito di proteggerlo, svilupparlo e valorizzarlo. E soprattutto saperlo usare in squadra: “Un vero team di persone medie sarà sempre più efficace di un genio solitario”, ha dichiarato Larry Ellison, fondatore e Ceo di Oracle. Azioni comuni possono favorire questo sviluppo e contribuire al progresso economico e sociale, specialmente nel contesto della mondializzazione. Farlo è responsabilità di tutti, individui e gruppi, spontanei e organizzati. Non farlo sarebbe criminale. Buon lavoro! Hubert Jaoui è fondatore della società Gimca e autore di diversi libri, tra cui Siamo tutti creativi (Rizzoli) e 66 tecniche creative per animatori e formatori (Franco Angeli)
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