Moderna teoria dell’evoluzione La riscoperta, agli inizi del Novecento, dell'opera di Mendel, i successivi studi di genetica di popolazioni e, naturalmente, la nascita della biochimica e la conseguente scoperta della struttura del DNA, della replicazione e della trasmissione dell’informazione genetica, apportarono conferme alla teoria evolutiva di Darwin e spiegarono in modo soddisfacente i meccanismi che determinano le trasformazioni delle specie nel tempo. Si produsse, quindi, una sintesi di idee che portò alla cosiddetta teoria sintetica dell’evoluzione o neodarwinismo, che si basa essenzialmente sulla moderna interpretazione genetica della selezione naturale. Molto brevemente, si può riassumere così: “fra gli organismi di una popolazione esiste una certa variabilità individuale, provocata dall'azione costante di mutazioni e dalla ricombinazione dei geni che si verifica a ogni generazione; tale variabilità è casuale e non orientata e su di essa agisce come fattore direttivo principale la selezione naturale” Cenni di genetica DNA, cromosomi e geni Ogni essere vivente è formato cellule, ognuna delle quali contiene nel suo nucleo il DNA, una macromolecola (polimero) che contiene le informazioni necessarie per costruire e determinare tutte le funzioni (e quindi anche le caratteristiche) di un individuo. Il DNA è lunghissimo (1-2 metri per l’uomo) e negli eucarioti è frammentato e impacchettato in una struttura chiamata cromatina. Al momento della divisione cellulare, i frammenti di DNA si organizzano in entità chiamate cromosomi. Nel caso dell’uomo, i cromosomi sono 46. I cromosomi sono tutti situati all’interno del nucleo di ogni cellula. Ogni gene è una particolare parte del cromosoma, “è un pezzo di cordone” attorcigliato secondo una struttura a doppia elica e si trova in una posizione specifica su un cromosoma. I geni recano le istruzioni per produrre o influenzare un dato carattere (colore degli occhi, forma della bocca…) L'insieme di tutti i geni presenti in un nucleo, e quindi in un intero organismo, costituisce il suo genoma. Geni e alleli Molti organismi (es. tutti gli animali) sono costituiti da cellule somatiche diploidi, cioè contengono ciascuna una doppia serie di cromosomi, che si indica con 2n. Ogni cromosoma, quindi, è presente in duplice copia: il primo proviene da un genitore, il secondo dall’altro. Per esempio, ogni essere umano possiede 46 cromosomi (23 coppie): 23 cromosomi provenienti dal padre e 23 dalla madre. I cromosomi omologhi sono le due copie (non identiche) di uno stesso cromosoma Geni e alleli I cromosomi omologhi sono simili per dimensione e forma (fanno eccezione i cromosomi sessuali di alcune specie) e portano un’informazione genetica corrispondente, anche se non identica. Ogni carattere si trova sotto il controllo di una coppia di geni, uno localizzato in un cromosoma, l’altro nell’omologo corrispondente. La posizione occupata da un gene su un cromosoma è chiamata locus. Nello stesso locus di due cromosomi omologhi possono trovarsi varianti diverse dello stesso gene, chiamate alleli. Se i due alleli sono uguali, si parla di condizione omozigote, mentre se i due alleli sono diversi si parla di condizione eterozigote. In una coppia di alleli diversi, l’azione di un allele può essere dominante o recessiva. Quella che si manifesta nell’individuo viene detta dominante mentre quella che non si manifesta è detta recessiva. Un po’ di termini Il termine genotipo si riferisce all'insieme di tutti i geni che compongono il DNA di un organismo. Ogni gene, singolarmente e/o in modo cooperativo, contribuisce in maniera diversa allo sviluppo, alla fisiologia e al mantenimento funzionale dell'organismo. L'insieme dei caratteri osservabili viene chiamato fenotipo. Popolazione: gruppo di organismi della stessa specie che si riproducono tra loro in un certo spazio e in un determinato periodo di tempo. Il pool genico (o pool genetico) di una popolazione è l'insieme di tutti gli alleli dell'intero set di geni che appartengono a tutti gli individui che compongono una popolazione in un determinato momento. La frequenza allelica è la proporzione con cui i diversi alleli sono presenti nella popolazione La microevoluzione si occupa dei cambiamenti che avvengono in tempi brevi nell'ambito di una popolazione per variazione delle frequenze alleliche. Questi cambiamenti possono essere causati da diversi processi: mutazione, selezione naturale, flusso genico, deriva genetica. La macroevoluzione si occupa dei grandi cambiamenti che sono avvenuti in tempi lunghi: per esempio, quelli che hanno portato alla diversificazione di gruppi di specie, come la differenziazione dei vertebrati dagli invertebrati o dei mammiferi dai rettili. Speciazione: processi di formazione di nuove specie Genetica delle popolazioni La genetica delle popolazioni studia e spiega i processi microevolutivi. Se una popolazione è in equilibrio (non subisce evoluzione) le frequenze alleliche e la distribuzione del genotipo non cambiano con il succedersi delle generazioni. Però affinché una popolazione non si modifichi, devono verificarsi alcune condizioni: - non devono avvenire mutazioni: non devono cioè avvenire cambiamenti allelici. - non deve esserci flusso genico: non devono verificarsi fenomeni di immigrazione o di emigrazione. - gli accoppiamenti devono essere casuali: gli individui devono potersi accoppiare senza una scelta sessuale. -la popolazione deve essere molto ampia: in questo modo i cambiamenti della frequenza allelica, dovuti al caso, non saranno significativi. -non deve esserci selezione naturale: tutti gli individui devono avere lo stesso successo riproduttivo, cioè nessun fattore deve favorire un genotipo piuttosto che l’altro. In natura le condizioni elencate non si verificano quasi mai contemporaneamente e quindi il pool genico di una popolazione cambia da una generazione all’altra; le popolazioni sono perciò soggette a microevoluzione. I fattori che allontanano una popolazione dall’equilibrio, e che generano quindi microevoluzione, sono: mutazione e ricombinazione sessuale, selezione naturale, flusso genico, deriva genetica. Le mutazioni sono rari cambiamenti dell'informazione genetica. Quando il DNA forma una copia di se stesso per dare origine a una nuova cellula oppure alle cellule sessuali da cui nascerà un nuovo individuo, può commettere qualche errore per cui la copia non è perfettamente uguale. Si tratta di mutazioni casuali e rarissime (1 mutazione ogni 100.000 divisioni cellulari ). Molte di queste mutazioni non hanno effetti immediati sull'organismo, altre sono dannose e poche sono benefiche: non sono quindi la causa primaria dell'evoluzione, ma sono fonte di nuovi alleli, su cui possono intervenire altri agenti dell'evoluzione. Vi sono anche mutazioni causate da agenti chimici o radiazioni. Anche in questo caso le mutazioni provocate sono casuali, non viene favorita una piuttosto che l’altra. La ricombinazione genetica si produce durante la riproduzione sessuale: è il rimescolamento nel figlio dei caratteri ereditari del padre e della madre (compresi quelli recessivi). Crea situazioni impreviste che possono avere effetti importanti. Per esempio, se uno dei due genitori ha capelli biondi e occhi azzurri e l’altro capelli neri e occhi verdi, il figlio potrebbe avere capelli biondi e occhi verdi o capelli neri e occhi azzuri, o altre possibili ricombinazioni che portano alla manifestazione di caratteri recessivi dei genitori. La ricombinazione genetica provoca novità importanti per l’evoluzione, anche senza che vi sia mutazione. La migrazione (o flusso genico) è intesa come movimento di alleli verso l’esterno o verso l’interno di una popolazione che può verificarsi come risultato dell’immigrazione o dell’emigrazione di individui in età riproduttiva (es. un maschio dominante in un nuovo branco, passaggio di polline tra popolazioni diverse di una stessa specie). La migrazione può introdurre nuovi alleli in una popolazione o cambiare le frequenze alleliche. L’effetto globale è quello di diminuire le differenze tra le popolazioni (può quindi agire in senso opposto alla selezione naturale) La deriva genetica è il cambiamento delle frequenze alleliche di una popolazione dovuto al caso piuttosto che alla selezione naturale operata dall’ambiente. Sebbene la deriva genetica possa avvenire in popolazioni di tutte le dimensioni, una popolazione piccola è più suscettibile ai suoi effetti Si conoscono due meccanismi di deriva genetica: l’effetto collo di bottiglia e l’effetto del fondatore. Effetto del fondatore: si ha quando una piccola porzione di popolazione si stacca da una più grande: la sua composizione genetica potrebbe essere differente rispetto al gruppo originario. Un esempio, è la comunità Amish: isolati sia dal punto di vista tecnologico sia riproduttivo, hanno un’anomala frequenza di un allele recessivo che in omozigosi provoca nanismo, cardiopatia congenita e dita soprannumerarie. Collo di bottiglia: una popolazione viene drasticamente ridotta da un evento casuale che non ha niente a che fare con le consuete forze della selezione naturale. Può portare all’eliminazione di alcuni alleli, o far sì che altri siano rappresentati in eccesso. Un esempio, è l’elefante marino: cacciato in modo spietato dal 1820 al 1880. Sopravvissero solo una ventina di individui che, posti sotto tutela, ora hanno formato una popolazione di 30000 esemplari, ma con drastica diminuzione della variabilità genetica. La selezione naturale è il meccanismo che porta alla conservazione delle differenze e variazioni individuali favorevoli e alla distruzione di quelle nocive (la sopravvivenza del più adatto). Essa può essere stabilizzante, direzionale o divergente. Per spiegare queste tre tipologie di selezione naturale è necessario ricorrere alla distribuzione di tutti i fenotipi di una popolazione attraverso una rappresentazione “a campana”. In questo caso il fenotipo più comune si trova in posizione intermedia tra i due fenotipi più estremi. La selezione naturale stabilizzante si verifica quando la selezione naturale favorisce un fenotipo dalle caratteristiche intermedie e sfavorisce i fenotipi estremi. Esempi di selezione stabilizzante Negli stomi, la percentuale di sopravvivenza aumenta all’aumentare del numero di uova, ma solo fino a 5. Dopo diminuisce per insufficiente nutrizione. Il peso alla nascita dei bambini è un altro esempio di selezione stabilizzante. Le statistiche dimostrano che i bambini con un peso intermedio alla nascita hanno maggior probabilità di sopravvivere. La selezione stabilizzante riduce la variabilità del peso alla nascita nella popolazione umana. La selezione divergente si verifica quando la selezione naturale favorisce i fenotipi estremi, rispetto ai fenotipi intermedi. Esempi di selezione divergente Salmoni argentati: sono favoriti i maschi «jack» più piccoli e quelli «hooknose» più grossi, le forme intermedie raramente riescono ad accoppiarsi. Una comune chiocciola europea (Cepaea nemoralis) vive in un’ampia gamma di habitat, tra cui prati siepi e foreste. Le chiocciole con conchiglia scura prevalgono nelle aree forestali, mentre quelle chiare prevalgono nelle aree alla vegetazione bassa. In questo modo sfuggono alla predazione dei tordi. La selezione direzionale si verifica quando viene favorito uno dei due fenotipi estremi. Esempi di selezione direzionale Il caso delle Cocciniglie: un insetticida a base di acido cianidrico sterminò quasi interamente la popolazione, salvo una parte resistente che successivamente si riprodusse e si sviluppò Il caso della Biston Betularia: vennero favorite le farfalle scure quando l’habitat divenne inquinato, mentre le chiare furono favorite in condizione di non inquinamento. La selezione sessuale Parlando di selezione è necessario nominare anche un tipo di selezione che non riguarda la lotta per la sopravvivenza, ma la lotta per la conquista dell’altro sesso ai fini riproduttivi. I maschi entrano in competizione tra loro, mentre le femmine scelgono il partner migliore. La competizione tra i maschi può essere diretta (es. lotta) o indiretta (es. rituali di corteggiamento). Si pensa che la selezione sessuale sia la causa principale di dimorfismo sessuale: differenze tra maschi e femmine che non riguardano direttamente la riproduzione, ma piuttosto le modalità di procurarsi un compagno. Talvolta la selezione sessuale e la selezione naturale viaggiano in direzioni opposte: la prima favorisce la riproduzione, ma può mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’individuo (es. i colori sgargianti dei maschi attirano i predatori).
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