Il giornalino edizione digitale, versione per PC • n. 3 - maggio 2015 In primo piano: Direttivi… a porte aperte dell’Ospedale Civile di Vigevano Messico e nuvole Assegnata la borsa di studio “Giuseppina Pontello” HOME TROVA Copertina Istruzioni per l’uso Credits VIAGGI Messico e nuvole ARTICOLI Direttivi… a porte aperte Gente di periferia… Assegnata la borsa di studio “Giuseppina Pontello” Proposta musicale: Dire Straits RUBRICHE Pensionamenti • Antonietta Malavolta • Fabrizia Corsico • Graziella Vasta • Maria Rosa Vecchi • Mariella Tiraboschi • Mario Forte Istruzioni per l’uso Un giornalino digitale versione PC Digitale, che cosa significa? Dal 2014 lo strumento di informazione del Gruppo è scaricabile in formato “pdf ipertestuale” dal nostro sito web (www.gcrvigevano.it) e consultabile in qualsiasi momento su qualsiasi computer, tablet o smartphone. Questo significa avere una rivista più pratica, più tempestiva, più ecologica, più economica! Come funziona, in pratica? Il formato digitale permette di sfruttare le possibilità offerte dalla tecnologia per una consultazione semplice e potenziata da collegamenti ipertestuali che, a un semplice click del mouse o a un tocco sullo schermo del tablet, rimandano a pagine interne al giornalino oppure verso pagine Internet. È inoltre possibile ascoltare brani audio e vedere filmati: una vera rivista multimediale! Che cosa occorre per leggere la rivista? Leggere il nuovo giornalino è facilissimo! Serve soltanto una connessione a Internet e un computer o un tablet di qualsiasi marca, non occorre installare programmi o altro. L’utilizzo è semplice e intuitivo e il nuovo formato orizzontale è studiato per adattarsi alle dimensioni dei monitor o degli schermi tattili. A ogni uscita di un nuovo numero i soci sono avvisati via posta elettronica. È sufficiente scaricare il file dal sito del G.C.R., in versione per PC o per tablet. Naturalmente è anche possibile, per chi lo desidera, stampare un articolo di particolare interesse con la propria stampante di casa e conservarlo in formato tradizionale cartaceo. Nella colonna qui a destra sono spiegati i semplici comandi e le relative funzioni per navigare all’interno della rivista e verso i collegamenti esterni utilizzando un PC (Windows o Mac). Buona lettura… digitale! Legenda Icone “lente” Fai click per vedere la pagina intera o ingrandita Icona “indietro” Fai click per aprire la pagina precedente Icona “avanti” Fai click per aprire la pagina seguente Icona “home” Fai click per aprire la pagina del sommario Icona “azione” Fai click per compiere un’azione (ingrandire un’immagine, ascoltare un brano audio, vedere un video, aprire un link) parole sottolineate Fai click sulle parole sottolineate in azzurro per accedere a un link Icona “manina” Fai click per accedere a un articolo, a una rubrica o al resoconto di un viaggio Viaggi Articoli Direttivi… a porte aperte e elezioni per il rinnovo del ConGli ARTICOLI di questo numero: siglio Direttivo e del Collegio dei Probiviri, come ben si sa, sono anDirettivi… a porte aperte date “a buca” per scarsa partecipazione di candidati (cinque per il Direttivo e due Gente di periferia… per Collegio Probiviri). Borsa di studio “Pontello” Al di là delle battute di qualche buontempone, il dato certo è che le eleProposta musicale zioni sono state indette e che tutto l’iter organizzativo è stato attivato regolarmente per eleggere i nuovi Organismi. A fronte di circa 900 soci, tutti candidabili, non credo sia corretto imputare colpe ai componenti del Direttivo uscente per la loro non partecipazione a questa tornata elettorale: questa loro libera scelta sarà, per quanto mi risulta e per la maggior parte di loro, ancora riproposta per le prossime elezioni, che saranno indette entro marzo 2016. Personalmente ho già anticipato nell’ultima Assemblea dei Soci per l’approvazione del bilancio 20014 la mia non candidatura, ma m’impegnerò affinché alcuni componenti uscenti abbiano a ripensarci, per la passione, l’impegno e la competenza che hanno dimostrato. Rinnovamento sì, ma senza rinunciare all’esperienza e alla professionalità generosamente profusa in questi anni. La situazione creatasi ha determinato una “prorogatio” per i componenti il Direttivo uscente: la prorogatio è un istituto di diritto costituzionale e amministrativo in base al quale il titolare di un potere è legittimato ad esercitarlo ancora fino all’insediamento del successore, (secondo la Corte d’Appello Milano 23.12.2003 « … è obbligato a proseguire … ») al fine di evitare pericolosi vuoti di potere, garantendo così la continuità del Gruppo e delle iniziative già intraprese e programmate. Ritengo, pertanto, che la motivazione principale a non candidarsi da parte dei L soci possa essere individuata nel timore di “non sentirsi all’altezza”. Si sono sentite frasi del tipo « Mi candido solo se ci sarà ancora Tizio, Caio o Sempronio, altrimenti no… ». Sono e siamo convinti che gli stessi positivi risultati che ci vengono oggi accreditati possano tranquillamente essere conseguiti da chiunque, purché si metta in campo la voglia di dedicare il proprio tempo libero e non solo i fatidici cinque minuti durante la pausa caffè. A questo scopo, per far meglio conoscere sia le problematiche relazionali all’interno del gruppo dirigente, sia il “peso” dell’impegno che si andrà a ricoprire, il Direttivo ha deciso di tenere le prossime riunioni a “porte aperte”, allargando la partecipazione, come uditori, a tutti quei soci che pensano di potersi candidare e aderire attivamente, nel frattempo, anche alla realizzazione delle iniziative già individuate ma in attesa di essere finalizzate: l’obiettivo è quello d’iniziare ad acquisire esperienza per poter meglio valutare una propria disponibilità a candidarsi. Alla luce di quanto espresso, non ci resta che confidare in una nuova e più ottimistica visione per il futuro del nostro Gruppo, augurandoci che alla prossima, imminente, scadenza del nostro mandato, le candidature si triplichino e siano foriere di nuovi e giovanili entusiasmi. Luigi Pirro CONVENZIONI Il Caffè Greco di Gravellona Lomellina e il GCR hanno stipulato una convenzione in favore dei soci, i quali usufruiranno di uno sconto del 10% su consumazioni e acquisti presso tale esercizio. Viaggi Articoli Gente di periferia… Gli ARTICOLI di questo numero: Direttivi… a porte aperte Gente di periferia… Borsa di studio “Pontello” Proposta musicale oi siamo quelli che, qualsiasi cosa accada, sempre ci sapremo tirar su; quelli che per quanto sia penoso reggere con 500 euro al mese, ce li facciamo bastare; quelli che sanno rivoltare il cappotto dalla parte interna e scoprire nuovi colori del tessuto, che poi sembra nuovo; quelli che per una partita di calcio della squadra del cuore fanno chilometri a piedi; quelli che costruiscono cimiteri per i cani e i gatti; quelli che buttano via il latte e le arance per non far diminuire i prezzi al consumo, perché è la legge europea che lo impone, e non possiamo nemmeno regalarle alle case di riposo o ai bambini nelle scuole; noi siamo quelli che sanno fare di un’idea un’avventura vincente; quelli che se arriva “mao” dicono “ viva mao” e se arriva “pao” allora è “viva pao”; quelli che col sangue latino nelle vene ti fanno vedere il bello che c’è dovunque; quelli che avevano i nonni emigranti che sono diventati ricchi; quelli che hanno mamme sante e padri lavoratori; quelli che un tempo andavano in bici dappertutto e ora non fanno a piedi nemmeno la strada per andare al negozio sottocasa; quelli che hanno nostalgia dei tempi senza tablet; quelli che riuscivano a ridere con poco; quelli che vorrebbero tornare a un mondo più semplice perché semplicità fa rima con serenità. N Maria Grazia Franzoso Viaggi Messico e nuvole Guarda tutte le foto del viaggio in Messico! L’alba a Cancun ai descrizione fu tanto azzeccata. Il cielo messicano produce nuvole con grande rapidità e con altrettanta rapidità se le ingoia; un rincorrersi di cieli sereni e torbidi, con scenari da paradiso o da apocalisse. Niente di comprensibile, tutto da ammirare. M Nell’immaginario collettivo, la terra messicana evoca visioni di colore, di terra rossa, di visi larghi e sorridenti, di rovine impervie, di musica allegra, di mari da sogno e di territori deserti. In realtà, quello che mi ha forse maggiormente colpito, al di là delle zone di servitù turistico-americane dello Yu- catan, sono state le distese verdi, enormi e disabitate, la giungla a portata di mano e i paesini dalle case basse e coloratissime, le piccole chiese dai campanili minimali, le comunità indigene ancora abbigliate negli abiti e nelle tradizioni popolari. Il tutto in un succedersi colmo d’armonia. Il nostro è stato un viaggio faticoso, impegnativo, oserei dire sul filo della resistenza fisica. Chilometri e chilometri di pullman, e poi di aereo, per visitare due regioni belle e differenti; la prima, lo Yucatan, con i suoi territori verdi e pianeggianti e... quel mare, il cui colore non puoi descrivere perché è indescrivibile; l’altra, il Chiapas, montuosa e impervia, con temperature decisamente più rigide e con popolazioni meno use all’affluenza di turisti. I siti archeologici di Chichen Itza, Uxmal, Campeche e Palenque sono un susseguirsi di testimonianze davvero straordinarie. Collocati in aree aperte, di grande respiro, si fanno ammirare per la perfezione delle loro proporzioni, le rifiniture delle loro costruzioni e lo splendore delle decorazioni scolpite. L’edificio più impressionante e fotografato è senza dubbio la Piramide Kukulkan di Chichen Itza (anche chiamata El Castillo). Palenque ci ha affascinato con il suo grande sito inserito in una foresta tropicale piena di animali, verdissima e davvero emozionante. Gioielli tutti messicani. Viaggi Eccoci finalmente a Chichen Itza La visita di Merida, detta “la città bianca”, ci ha permesso di vedere le residenze coloniali, ricche ed eleganti, in stile arabo, francese e italiano, che noi abbiamo ammirato all’imbrunire attraverso un bel giro in carrozza. Una tappa degna della levataccia richiesta è stata la visita alle cascate di Agua Azul, un posto mozzafiato con- tornato di cascate e laghetti, con una vegetazione di un verde, da far invidia all’Irlanda nel periodo primaverile. Proprio qui abbiamo fatto la nostra prima colazione (che non abbiamo consumato in hotel perché la sveglia ci è stata data che non avevamo ancora digerito la cena) e, come in un picnic che si rispetti, abbiamo steso la tovagliet- ta, aperto il cestino e mangiato tutto il suo contenuto sorpresa, uovo sodo compreso. Risalendo verso le zone montane, abbiamo navigato attraverso il canyon del Sumidero, una gola racchiusa tra le montagne dove vivono in abbondanza animali che solo allo zoo o in televisione avevamo potuto vedere. Sulle sponde del lago artificiale, colonie di “carogneros”, (avvoltoi, n.d.r.) si aggiravano, neri come la notte, spiegando un metro di apertura alare e lanciando versi minacciosi in direzione delle nostre barchette. Scimmiette volanti e urlanti davano spettacolo saltando come trapezisti circensi da un albero all’altro della giungla, vietandoci di fotografarle se non… al volissimo. Ma l’attrazione numero uno sono stati gli alligatori. Su un masso, a nemmeno un paio di metri dalla nostra tinozza, abbiamo potuto contemplare un bestione di quasi tre metri, di cui uno rappresentato dalla sola “boccuccia”, fornita di denti aguzzi della lunghezza apparente di quindici centimetri e con un fermo immagine degno di un mimo professionista. Qualcuno ha pensato che fosse finto, gonfiabile, dipinto, ma il mostro era vero, com’è vero che a un certo punto ha girato l’occhio verso di noi e ci ha guardato gelidamente di sbieco. Attacca il motore, hombre, qui marca male. Questo dramma l’abbiamo vissuto dentro un contesto da favola, tra l’azzurro chiaro dell’acqua e il verde intenso della vegetazione. Coreografia da eden. È stata poi la volta di visitare San Cristobal de las Casas, una città a 2.100 metri sul livello del mare, con un centro storico bellissimo, intatto, assolutamente messicano. La città è considerata la capitale culturale del Chiapas ed è compresa nella lista delle Città Magiche. Ospita al suo Viaggi interno vari gruppi indigeni che discendono dai maya. Noi abbiamo visitato le comunità San Juan Chamula e San Lorenzo Zinacantán. Proprio qui siamo entrati nella chiesa di Zinacantán, con il pavimento cosparso di aghi di pino e candele, senza panchine o sedie; la gente prega per terra e svolge strani rituali. È facile assistere al sacrificio di un pollo tra danze e giochi. La guida ci ha spiegato che, nonostante i missionari abbiamo cercato in ogni modo di convertire i locali al cattolicesimo, essi utilizzano la chiesa per compiere i propri sacrifici ai loro dèi, sebbene camuffino alcuni rituali con le funzioni religiose cristiane. In mezzo a tutto questo folklore, colpisce la dignità della gente nonostante la povertà, e persino il mercato, coloratissimo, ha un suo orgoglioso decoro. Dopo tutto questo tour de force abbiamo volato verso Cancun per fare visita all’ultimo sito in programma, Tulum, sotto un sole cocente e vicino a un mare turchese che ti invitava a immergerti con cappello e zainetto addosso. Ma poi il mare c’è stato, non per molto, ma c’è stato. Trasferiti al famoso hotel Barcelò, dopo un lauto pranzo ci siamo “spiaggiati” su una distesa di borotalco, davanti al mar dei Caraibi, e abbiamo osservato l’orizzonte, a volte rannuvolato a volte no; abbiamo passeggiato verso il pontile per vedere i pesci mangiare, poi abbiamo nuotato, chiacchierato, rosolato al sole, riposandoci e recuperando le forze perdute. Le cascate di Agua Azul Il giorno dopo, idem come sopra, fino al tardo pomeriggio, dove abbiamo dovuto lasciare, senza voglia alcuna, questo paradiso e rientrare, senza voglia alcuna, nella nostra ridente pianura padana, passando dai trenta gradi messicani ai tre gradi lomellini, rinunciando così ad esibire la prima ab- bronzatura dell’anno. Per fortuna esistono le foto quali testimoni dei fantastici momenti vissuti. Per concludere posso dire come sempre che è stata una grande esperienza, perché viaggiare è una grande esperienza e non c’è posto al mondo che non valga la pena di essere visitato, co- sì come ha meglio affermato lo scrittore Luis Sepulveda in un suo pensiero: « Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino. » Rosy Fabbro Viaggi Articoli Assegnata la borsa di studio “Giuseppina Pontello” « L Gli ARTICOLI di questo numero: Direttivi… a porte aperte Gente di periferia… Borsa di studio “Pontello” Proposta musicale a Sala Consigliare dell’Ospedale di Vigevano ha ospitato, sabato 21 marzo, un momento molto significativo per tutti noi. Davanti a una platea numerosa, anche se non quanto speravamo, si è tenuta la prima cerimonia per la consegna della borsa di studio allo studente più meritevole (laureato in Infermieristica a.a. 2013 / 2014), istituito dal Gruppo Culturale Le persone speciali arrivano in punta di piedi, ma quanto rumore nell’anima quando se ne vanno. ANGELO DE PASCALI » La premiata, Giulia Mangiarotti, mentre riceve la borsa di studio da sinistra: Chiara Broggin, Giulia Mangiarotti, Luigi Pirro e Chiara Ponzetto Ricreativo dell’Ospedale di Vigevano, in memoria della nostra dott.ssa Giuseppina Pontello. Così, davanti a molti dipendenti, alla famiglia di Giuse, alla Commissione preposta all’assegnazione, al direttore amministrativo dott.ssa Giovanna Beatrice (che ha portato i saluti del direttore generale), al direttore del P.O. Lomellina dott.ssa Carolina Bona e alla vicepresidente del Collegio IPASVI del- la provincia di Pavia dot.ssa Luigia Belotti, è stata premiata la neolaureata Giulia Mangiarotti. La nostra neolaureata ha avuto la soddisfazione di ricevere il meritato riconoscimento, assegnato esclusivamente sulla base dei meriti scolastici ottenuti durante il percorso formativo; un premio che vuole acquisire un valore del tutto particolare e rappresentare uno stimolo a proseguire, nella profes- Viaggi sione, l’impegno dimostrato durante gli anni scolastici. La commissione ha voluto comunque esprimere i più vivi complimenti anche a tutti gli studenti che hanno partecipato alla selezione, i quali hanno ricevuto dal Presidente del G.C.R., Luigi Pirro, i volumi editi dal G.C.R.: La Quadreria dell’Ospedale Civile di Vigevano, L’Infanzia Salvata e Storia della Provincia di Pavia. Molti sono stati gli interventi spontanei che hanno suscitato profonda commozione. Giuseppina Pontello è stata ricordata soprattutto per il suo tratto relazionale dolcissimo, autentico e sin- cero, insieme a una profonda e rigorosa conoscenza scientifica e a un notevole spessore culturale e umano; è stata ricordata, come persona e come professionista, per l’impegno, la determinazione, la progettualità, la tenacia, la spiccata identità infermieristica e i valori guida cui sempre si è riferita. Sullo scorrere allo schermo delle immagini di Giuse, che la ritraevano da quando studente frequentava la Scuola Infermieri di Magenta, sorridente e felice, sino alla laurea magistrale, alle gite con il G.C.R. e come relatrice ai vari convegni infermieristici, è stato inevitabile ricordare il suo passo deciso per Il pubblico presente alla premiazione in sala consiliare Articoli i corridoi e il suo sorriso spontaneo, sincero e autentico, accompagnato sempre da parole semplici ma confortanti, perché, come ha ricordato un collega: «… Pontello ti ascoltava sempre… ». Un grazie ai colleghi che hanno espresso con profonda emozione il proprio vissuto dei tanti momenti personali e professionali condivisi con Pontello. Grazie alla figlia Chiara Broggin la quale, seppure sopraffatta dell’emozione, ha avuto parole di incoraggiamento per Giulia e di gratitudine per i promotori dell’iniziativa in ricordo di sua madre. La cerimonia è stata arricchita dal sottofondo musicale di Gabriele il quale ha suonato al piano alcuni brani famosi e toccanti che hanno alzato, se possibile, il grado di commozione dei presenti. Alla fine, un ricco buffet ha allentato le tensioni emotive e, data l’ora, offerto un ottimo aperitivo a tutti i partecipanti. Un grazie ancora al G.C.R. che ha voluto e organizzato tutto questo, e grazie a tutti gli intervenuti. Stefania Cafè Guarda tutte le foto della premiazione! Viaggi Articoli Proposta musicale: Dire Straits Gli ARTICOLI di questo numero: Direttivi… a porte aperte Gente di periferia… Borsa di studio “Pontello” Proposta musicale d eccoci a un gruppo che non poteva di certo mancare nella mia playlist perché guidato da un chitarrista “da paura”: i Dire Straits con il loro album di debutto. In un’Inghilterra sconquassata da tensioni sociali e crisi economica, musicalmente dominata dalla ferocia del punk di Clash, Sex Pistols & C., Knopfler e soci predicavano un’eleganza e una pulizia sonora decisamente in controtendenza. Zero distorsori, un sussurro di voce, una tecnica strabiliante, canzoni strutturalmente complesse ma efficaci: i Dire Straits riuscirono nell’impresa di imporsi senza nulla concedere alle logiche di mercato e ai dettami della moda. Perfino la loro immagine pubblica, assolutamente sobria e “normale”, strideva decisamente con gli eccessi e con i look anticonformisti di molte star. Basta vedere i loro video per accorgersi dell’estremo minimalismo che mette al centro la loro sublime musica. Il loro essere costantemente lontano dai riflettori, con un atteggiamento de- E cisamente “sotto le righe” (niente droghe, alcol o groupie) facevano dei Dire Straits la vera scheggia impazzita nell’Inghilterra degli anni Settanta. Un disco registrato nel giro di un paio di settimane sotto l’attenta regia di Muff Winwood (fratello di quell’altro grande, Steve!), che mette in mostra nove brani, nei quali a venire fuori è la gigantesca classe e semplicità dei quattro musicisti, che in seguito difficil- La copertina del primo album mente ritroveremo ascoltando i lavori successivi. Questo fantastico album di debutto rappresenta un manifesto programmatico, una dichiarazione d’intenti su quello che sarà il percorso successivo del gruppo e di gran parte del pop anni ’80 e ’90. Dietro una cover anonima e un po’ inquietante, è nascosto tutto l’universo sonoro e poetico dei Dire Straits sintetizzato in nove magnifici brani. Vi si può trovare il suono limpido e cristallino della Stratocaster, come il timbro ruvido e metallico della resofonica (resa immortale qualche anno dopo in “Romeo And Juliet”). La delicatezza di una chitarra acustica e la potenza dell’overdrive. In mezzo a questo caleidoscopio sonoro, una miscela di generi musicali che spazia dal rock’n’roll classico (Down The Waterline), al boogie (Setting Me Up), al country (Wild West End), per arrivare alla beguine (Water Of Love) e alla power ballad (Six Blade Knife) con una naturalezza e una padronanza difficilmente riscontrabili in altri gruppi. I testi, per parte loro, riflettono questa varietà d’ispirazione. I tormenti amorosi, la rivisitazione di alcuni miti universali, le difficoltà di sbarcare il lunario rappresentano piccoli acquerelli sulla società inglese dei tardi anni Settanta vista con l’occhio della middle Viaggi class. Liriche semplici ed efficaci, incentrate sul vivere quotidiano; arguta critica sociale senza però quell’eccessivo impegno politico tipico dei brani di fine ’70; amore e derivati filtrati dall’occhio disilluso di un’anima ferita, semplici ingredienti che trasformano queste canzoni in piccoli classici. Ma a rendere il disco un must è senza dubbio il sound. Tutto suona bene, dalla prima all’ultima nota. Tutto si incastra a meraviglia come i meccanismi di un orologio, cosa insolita per una band esordiente. Il basso puntuale e potente di Illsey, la batteria discreta di Withers, la chitarra impeccabile di David Knopfler si fondono in un tutt’uno preciso e compatto in grado di conferire calore ed energia a ogni traccia dell’album. E poi c’è lui, Mark Knopfler. La sua chitarra domina in lungo e in largo come se fosse una seconda voce. Con la sua tecnica unica e innovativa, l’uso appropriato del riverbero e del distorsore, costruisce degli assolo che hanno la valenza di veri e propri temi musicali. Le lunghe intro strumentali, le galoppate vorticose e scatenate, le note che si limitano a semplici tocchi di colore fanno breccia nelle orecchie dell’ascoltatore per non uscirne più. Anche il suo modo di cantare caldo, suadente ed educato contribuisce a esaltare il suono della sei corde. Un impasto insolito e curioso. Da una parte il suono squillante e pulito della chitarra, dall’altra il tono soffuso e un po’ roco della voce. Una tecnica chitarristica mostruosa contrapposta a una tecnica vocale limitata. Sono proprio questi contrasti a fare di questo album un lavoro unico e accattivante. L’assoluta orecchiabilità dei brani, unita a una notevole complessità tecnica e Articoli strumentale, rende i Dire Straits un gruppo adatto a tutti, dai teenager liceali agli addetti ai lavori. Sono una band divertente da ascoltare, da cantare e da suonare. Proprio queste caratteristiche fanno diventare immediatamente Knopfler e soci perfetti per l’airplay radiofonico, nonostante l’eccessiva durata di molti dei loro pezzi. Il successo immediato (12 milioni di copie vendute) ne fa uno degli album di debutto più venduti di tutti i tempi. Questa consacrazione pressoché immediata è dovuta in larga parte alla maturità, alla sobrietà e alla perizia dei musicisti che, sebbene ancora giovani e imberbi, dimostrano di saper suonare come, se non meglio, molte rodate rock band. I Dire Straits divennero immediatamente delle star indiscusse del firmamento musicale; i loro membri ricercatissimi sessionmen e richiestissime guest-star. L’influenza esercitata da quest’opera prima è stata e continua a essere immensa (basti pensare che Mark Knopfler stesso ha ripreso molte di queste canzoni con il suo primo gruppo solista: i Notting Hillbillies) a dimostrazione che il talento del gruppo era enorme e scintillante, pronto a conquistare in breve tempo, ogni angolo del pianeta. Tracklist Down To The Waterline Water Of Love Setting Me Up Six Blade Knife Southbound Again Sultans Of Swing In The Gallery Wild West End Lions Pasquale Panella Rubriche Pensionamenti Antonietta Malavolta Cara la mia bella Antonietta, ma è già finita la gavetta? Quatta quatta è arrivata la tanto agognata data. Un po’ di invidia, di nostalgia e sconforto perché ormai lavoriamo col collo storto. Per noi è sempre più lontana perché puntualmente aggiungono un mese e una settimana! Cara Antonietta, finalmente hai raggiunto il sospirato e meritato traguardo della pensione e potrai iniziare così una nuova vita fatta di tutte quelle piccole e grandi cose che ami; dedicarti finalmente alla tua amata e bellissima famiglia e aiutare a crescere il tuo adorato nipotino. A me resterà il ricordo di un’amica e collega sincera, disponibile, discreta che tanto mi ha insegnato. Sono felice di averti conosciuta e di aver condiviso con te alcuni anni lavorativi dove, gomito a gomito, abbiamo collaborato serenamente affrontando giorno per giorno le difficoltà che il lavoro ci metteva davanti e condividendo anche le gioie e i dolori che questa vita riserva a tutti. Ti auguro di cuore di essere felice. Alessandra Merlano Non ci resta che immaginare quante cose ora puoi fare: l’estetista, il parrucchiere, una passeggiata… E quanta gioia incontrollata, non c’è più il timbro da rispettare ma una vita per sognare. E che dire di quel santo del Santo che della moglie ha fatto un vanto con la valigia già l’aspetta per l’amata isoletta. Un abbraccio, Rosy e Pinu Rubriche Fabrizia Corsico, “la Fabry” Eccoci qui, cara Fabry, a parlare per l’ultima volta di pensione, ma stavolta come punto di arrivo! Un nuovo capitolo di vita per te, che godrai del tempo come meglio vorrai, lasciandoci in questa odissea quotidiana che è la lotta agli ordini, alle fatture, ai blocchi e agli impegni scoppiati! Certo che a pensarci lasci un grande vuoto, ricco di ricordi, ma sempre un vuoto, come un grande puzzle a cui manca un unico tassello, paragonabile a un quadro d’autore senza la firma. Ma bando alle tristezze! Di lacrime ne abbiamo versate tante negli ultimi mesi, ma nulla sono se messe sulla bilancia di una vita di lavoro, dove i sorrisi, le risate, il buonumore, la serenità e la quotidiana condivisione vincono su tutto. Da te abbiamo imparato che… lo zenzero esiste! È una radice ed è buona! Tanto buona… beh, per te sicuramente! Di te ricordiamo il rito del mercoledì al mercato, tanto atteso e con previa consultazione del meteo: al mercato si va con tranquillità e senza ombrello! E che dire delle grandi pulizie! Quando ti intestardivi su una data ben precisa, neanche bufera e grandine ti fermavano! Ci mancherà lo sfoggio delle tue collane, tante, ma così tante che ne abbiamo perso il conto; indubbiamente solo tu sai indossarle con unica e rara classe. Ci scappa un sorriso nel ricordare tutte le volte che, dovendo andare dal parrucchiere, il sole si oscurava e come un funesto presagio... la pioggia arrivava. Come faremo senza il tuo « Oggi “gelatiamo”? » A dire il vero non tutte ti seguivamo, compatte nel dire che la pancia è da riempire! E qui apriamo un altro capitolo goloso e pericoloso: Il panettone! Da settembre se ne parlava e sino a San Biagio si arrivava. Cara Fabry, in tutta confidenza, come farai senza la mensa? E le seppie con i piselli? Ops, errata corrige… piselli con le seppie! Lo sappiamo che non vedi l’ora di stare a casa per cucinare tutti, ma proprio tutti i santi giorni. Fabrizia, ti vogliamo bene perché ci sei stata di esempio con la tua gentilezza e delicatezza, sempre così discreta ma sensibile ai nostri umori e disagi. Il distacco non è mai facile, se vissuto come qualcosa di tranciante; in effetti nulla finisce, ma si modifica e si trasforma. Solo i cuori aridi non sanno cogliere la sottile differenza che c’è tra un addio e un arrivederci e, poiché abiti a pochi metri da noi, cavalca il cavalcavia e vieni per la pausa caffè. Sentirai in lontananza l’eco: « È PRONTOOOOOOOO! » Ti aspettiamo. Tutte noi, le superstiti: la pensionata, la trasferita e la nuova. Grazia, Pinuccia, Franca, Grazia S., Alice, Simona. Rubriche Graziella Vasta Dopo 41 anni, 6 mesi, 2 giorni, eccola lì, la pensione! Momenti di pura felicità. Ti lasci alle spalle anni e anni di lavoro, dove ti emozionavi sempre quando, ricordando, dicevi: « Ho aperto l’unità coronarica con il dottor…, il dottor… ». Durante tutti i tuoi anni di lavoro hai potuto condividere esperienze e mettere in pratica la tua professione in Ospedale, in territorio e infine ai poliambulatori. L’emergenza, l’urgenza, ti è rimasta nel cuore, come l’abitudine di correre, correre sempre insieme al vecchio motto: FBL (fai ballare l’occhio) che ti ha sempre caratterizzato, come il tuo brontolio, quando tutto non rispecchiava la perfezione che tu volevi.... Abbiamo discusso, litigato, condiviso tanti anni e tanto lavoro, tutti spesi bene! La nostra conoscenza risale alla prima elementare, quindi potrebbero essere “nozze di smeraldo”! Ciò che mi hai detto: « Grazie, Anna, per tutto quello che mi hai insegnato e mi hai fatto capire, » e l’ abbraccio dell’ultimo giorno di lavoro resteranno sempre nel mio cuore. Ti auguro e ti auguriamo ogni bene, goditi tutto quello che questi anni di lavoro non ti hanno permesso di fare. Vola… ora puoi! Un abbraccio infinito da tutte noi. Non ti dimenticheremo mai. M. Pia Casu, Laura Cattaneo, Pinuccia D’Angella, Alba Ghilardi, Daniela Leo, Adriana Mola, Rosaria Nuccio, M. Fara Pilo, Antonia Piredda, Anna Pissarelli, Luciana Poli, Rita Portesan, Antonietta Precenzano, Rita Risso. Rubriche Mariella Tiraboschi Quarant’anni anni in Radiologia Era arrivata in reparto prima di tutti noi che adesso lavoriamo in Radiologia, essendovi giunta nel lontanissimo 1975. Ha collaborato con pressoché tutti i primari, caposala, coordinatori, tecnici. Ha cominciato la sua attività quando la Radiologia usava metodiche ormai desuete e alcune dimenticate (sviluppatrici con prodotti, xerografia, teletermografia). Da tecnico dotato di capacità e di attenzione al paziente, si è distinta in tutte le attività che le venivano assegnate. Negli ultimi anni si è dedicata soprattutto alla TC e ha trasferito la sua esperienza a tutti i giovani colleghi che le venivano affidati per apprendere la metodica. Ognuno di noi conserva di lei un proprio ricordo; al nostro arrivo siamo stati accolti tutti con un sorriso, molti di noi hanno avuto modo di discutere animosamente con lei, ma tutti ne abbiamo ammirato la serietà sul lavoro e l’attenzione per il paziente. È sempre stata una combattente, anche ora che è impegnata nella battaglia più difficile. Ma siamo tutti fiduciosi che, anche questa volta, sarà lei ad avere la meglio. Ciao! Mariella Maria Rosa Vecchi Adesso viene il bello! Una seconda giovinezza e tanto tempo libero. La pensione non è un traguardo ma una linea magica di un orizzonte dove poter rallentare per raccogliere i sogni di una vita. Hai “appeso il tuo lavoro al chiodo”, adesso saranno gli altri a lavorare per te. Congratulazioni per la tua guadagnata pensione! I tuoi colleghi (con Claudio Baglioni) ti salutano con affetto e nostalgia. P. S. Mortara Rubriche MARIO FORTE Ci vedevamo da Mario, prima o poi..... Che tristezza.... il bar Mario, luogo consacrato per la pausa caffè, dove trascorrere qualche minuto facendo due chiacchiere e sorseggiando un fantastico espresso Nespresso, ha chiuso i battenti. E non è colpa della crisi economica! Sicuramente una bella notizia per il titolare, che ha raggiunto finalmente il suo sospirato traguardo pensionistico, ma una brutta notizia per me: con chi berrò adesso il caffè se i miei colleghi / amici di sempre mi hanno abbandonato al mio destino? Grande Mario, preciso e puntuale nel lavoro, ci accorgeremo ancora di più con la tua assenza di quanto sia stato importante e prezioso il tuo contributo per il nostro ufficio e per tutta l’Azienda. Forte, di nome e di fatto, una garanzia di risoluzione del problema, un’esperienza di anni e anni al servizio di tutti. E ora? Potremmo sperare che ci arrivi San Giuseppe, o mastro Geppetto, falegnami appassionati e persone buone come te, ma io credo che sarà difficile uguagliarti, perchè sei stato sempre così tanto disponibile e unico nel tuo voler risolvere ogni problema, da farti sempre benvolere da tutti e anche, cosa non sempre facile, dalla puntigliosa capo sala di turno. Alla comunità ospedaliera mancherà la tua opera professionale, e a me mancherà, soprattutto, un amico con cui scambiare due chiacchiere. Spero tu ti possa godere al meglio questo momento e, quando berrai un caffè in riva al mare, pensa ai tuoi amici del bar Mario! Un abbraccio gigante. Mattia A.A.A. LABORATORIO FALEGNAMERIA / TUTTOFARE AFFITTASI Ehi! Psss… Anche noi volevamo salutarti con “due righe”. Non te lo aspettavi vero? Ma come potevamo lasciarti andare dopo gli ultimi tre anni di “buon vicinato” per noi, e un “discreto rompimento” per te? Come farai senza le quotidiane chiamate per mettere quel tassello, riparare la tapparella, appendere quella o quell’altra cosa? E tutto subito! Tanto eri lì a due passi, facile da chiamare e, anche se sulle prime tentavi qualche debole scusa, dopo poco eri lì; ora che ci penso forse saremo noi a sentire di più la tua assenza! Ma bando ai sentimentalismi e largo a tanta ma tantissima “invidia”. Goditi ogni giorno della tua meritata pensione, coltiva il tuo meraviglioso hobby e, se ti viene la voglia di venirci a trovare, noi saremo ben contente di bere un caffè insieme! P.S. Conosci qualcuno a cui affidare un laboratorio falegnameria / tuttofare? Le ragazze del Desio CREDITS dell’Ospedale Civile di Vigevano Per comunicare con il GCR e-mail: [email protected] tel.: 0381 333 722 segreteria telefonica e fax: 0381 333 902 sito web: www.gcrvigevano.it Presidente Luigi Pirro (cell. 333 23 32 891) e-mail: [email protected] Segretario [email protected] Per l’invio del materiale per il giornalino: e-mail: [email protected] Direttore editoriale Luigi Pirro Comitato di redazione Stefania Cafè, Rosy Fabbro, Maria Grazia Franzoso, Anna Maria Leva, Franca Petullo, Giuliana Toso, Alessandra Vallarin Ospedale Civile Vigevano corso Milano n. 19 - tel. 0381 33 31 Realizzazione ed editing Punto & Virgola viale dei Mille, 13/B - Vigevano tel. 0381 32 66 94 • fax 0381 32 82 45 e-mail [email protected] Grafica Monica Marzaioli Torna all’indice
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