Con il cofinanziamento della Commissione Europea PARTECIPARE SI PUÒ! STRUMENTI E BUONE PRATICHE DI PARTECIPAZIONE E ASCOLTO DEI MINORI MIGRANTI IN ARRIVO VIA MARE Il presente documento è stato redatto da Niccolò Gargaglia con il contributo di Margherita Lodoli e Viviana Valastro. I percorsi di partecipazione nelle strutture di prima accoglienza sono stati realizzati da Said Elalaoui con il supporto di Naoufel Soussi, Asmerom Tecleab, Micaela Messina e Niccolò Gargaglia Hanno facilitato le attività di partecipazione nelle comunità Niccolò Gargaglia, Said Elalaoui, Lisa Bjelogrlic, Mohammad Musavi e Roberto Lucarella. Si ringrazia per il sostegno e la collaborazione: L’On. Intrieri, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria La Dott.ssa Paparella, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Puglia La Dott.ssa Pricoco, Presidente del Tribunale per i minori di Catania Il Dott. Trovato, Presidente del Tribunale per i minori di Catanzaro Le comunità per minori aderenti alle attività Un ringraziamento speciale a tutti i minori migranti, gli operatori e le operatrici che hanno condiviso con i Team di Save the Children le loro storie e le loro esperienze. Questa pubblicazione è stata prodotta con il supporto finanziario della Unione Europea. I contenuti di questa pubblicazione sono esclusiva responsabilità dei partner del progetto e non riflettono la posizione della Unione Europea. Grafica: Enrico Calcagno Illustrazioni carte: Koen Ivens Stampa: Editron Srl Pubblicato da: Save the Children Italia Onlus Aprile 2015 Save the Children Italia Onlus Via Volturno 58 - 00185 Roma tel +39 06 480 70 01 fax +39 06 480 70 039 [email protected] www.savethechildren.it Indice PREFAZIONE A cura di Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza 3 INTRODUZIONE 4 CAPITOLO I LA PARTECIPAZIONE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO La Partecipazione e il diritto all’ascolto: cosa significa “Partecipazione” e perché è importante 7 8 CAPITOLO 2 PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI Dare voce ai minori migranti in arrivo via mare: Il contesto di intervento Finalità e obiettivi specifici delle attività partecipative Modalità con cui realizzare attività partecipative in frontiera 11 CAPITOLO 3 ATTIVITÀ PARTECIPATIVE IN STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA Come utilizzare le schede attività Schede attività 21 CAPITOLO 4 PERCORSI DI PARTECIPAZIONE IN COMUNITÀ Come realizzare un percorso partecipativo Schede percorsi 41 12 14 18 22 28 42 46 CONCLUSIONI: LE SFIDE DELLA PARTECIPAZIONE 93 APPENDICE 95 Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) - versione child friendly Gli standard Save the Children per una partecipazione etica e significativa Materiali utili da utilizzare nella realizzazione delle attività partecipative Bibliografia e Sitografia “L’incontro è stato bellissimo perché ho avuto la possibilità di esprimere come mi sento e cosa voglio nel presente e in futuro”. J. Gambia - Puglia, 17 anni “Mi piacciono questi incontri per molte ragioni se miglioreranno la mia capacità di essere grande nella vita. Mi piace chiedere il vostro aiuto per la mia determinazione nel calcio, perché questa è la mia vita”. E. Nigeria - Sicilia, 16 anni Messaggi scritti da alcuni dei minori stranieri non accompagnati che hanno preso parte alle attività di partecipazione svolte nell’ambito del progetto Praesidium in strutture di prima accoglienza e comunità per minori. Prefazione S ono più di 14mila i minorenni stranieri non accompagnati registrati nel nostro Paese al 31 dicembre 2014. Di questi, più di 3mila hanno fatto perdere le loro tracce. Occorre domandarsi, e subito, perché succede. Hanno in testa un preciso progetto migratorio predeterminato per raggiungere i famigliari in altri Paesi europei? Non si sentono sicuri in Italia? È chiaro che un Paese civile non può lasciare che il fiume dei minorenni stranieri non accompagnati scorra e magari si ingrossi: perdere le loro tracce vuol dire non assicurare loro l’incolumità e il diritto all’accoglienza che la legge italiana prevede. Il che porta ad un corollario ineluttabile: aumentano le possibilità che il loro “viaggio” si incroci con esperienze ancora più difficili e negative, compresa quella di diventare facile preda della criminalità. È vero che il nostro sistema di accoglienza non sempre risponde adeguatamente alle necessità del crescente numero di minorenni in arrivo: è ancora predominante la logica emergenziale, a discapito di una programmazione degli interventi che rispecchi la dimensione strutturale del fenomeno migratorio e c’è la profonda necessità di allineare le pratiche alla indicazioni normative. La mia attenzione su questo è massima. Mi chiedo allo stesso tempo quanti dei minorenni «in fuga» siano consapevoli delle opportunità che il sistema di accoglienza italiano potrebbe offrire, mi chiedo se, ricevendo le corrette informazioni e incontrando operatori capaci di ascoltare le loro necessità, la scelta sarebbe ugualmente quella di rendersi irreperibili. Assicurare la corretta informazione e l’ascolto dei minorenni in arrivo via mare è il lavoro che Save the Children, insieme a tanti operatori e servizi, fa con competenza ed attenzione, affrontando anche le difficoltà dovute al crescente numero di arrivi e ad un’organizzazione dell’accoglienza spesso in difficoltà. Provare a costruire con i ragazzi un percorso informato e condiviso, basato sull’ascolto e sulla partecipazione, è un diritto fondamentale, ma non solo. Ce lo dice la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ce lo raccomanda il Comitato ONU in diversi Commenti Generali, ma siamo convinti che solo attraverso la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze alla definizione del loro percorso di accoglienza e inclusione nel contesto italiano sarà possibile rispondere alle loro esigenze, costruire piani individualizzati che tengano conto delle necessità e delle aspirazioni del singolo, prevenire errori che comportano disagi per il minorenne e ulteriori oneri per il nostro sistema di accoglienza. Questa pubblicazione ci fornisce strumenti e spunti utili per proseguire su questa strada, perché solo insieme al singolo ragazzo o ragazza potremo fare scelte nel rispetto del loro superiore interesse, quello di oggi, ma soprattutto nel lungo periodo. Vincenzo Spadafora Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza 3 Introduzione S ave the Children promuove e diffonde la cultura della partecipazione e le pratiche ad essa collegate in tutti i contesti, siano essi istituzionali o informali, al fine di contribuire al radicamento nella società, di un’idea di partecipazione dei bambini/adolescenti non come privilegio da concedere da parte degli adulti, o un merito da conquistare da parte dei minori, ma come metodologia d’intervento che valorizza, potenzia e responsabilizza i bambini e gli adolescenti in quanto attori di diritto. Tale promozione della partecipazione dei minori nella società e nelle istituzioni, richiede un lavoro costante e paziente di incontro con realtà molto diverse fra loro, di scambio di competenze e buone prassi relative al lavoro svolto quotidianamente con i ragazzi, nonché di supporto nello sviluppo di materiali e tecniche da adattare a specifici contesti e obiettivi. Con il presente lavoro Save the Children intende promuovere e diffondere buone pratiche di partecipazione con i minori migranti in arrivo via mare, sperimentate in frontiera sud nell’ambito del Progetto Praesidium, offrendo a tutti coloro che operano con i minori stranieri non accompagnati, strumenti e spunti concreti elaborati da Save the Children, attraverso l’utilizzo del proprio approccio e metodologia, per facilitarli nel realizzare percorsi e attività di partecipazione e tutela del diritto all’ascolto, nello spirito della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989). Save the Children ritiene, infatti, che sia importante, da una parte, che gli operatori che gestiscono questi importanti servizi abbiano sempre una buona attenzione all’ascolto dei minori e, dall’altra che sviluppino strumenti di partecipazione stabili e/o possano disporre di strumenti e tecniche per proporre ai gruppi di ragazzi con cui lavorano, percorsi di partecipazione strutturati e delimitati nel tempo; questo al fine di poter affermare il principio secondo cui è bene che i ragazzi non siano solo beneficiari di un servizio, ma attivi costruttori del loro percorso di integrazione, portatori di istanze e opinioni meritevoli di essere prese in considerazione e siano considerati tra i maggiori esperti per la risoluzione dei problemi che li riguardano. A partire dalla pluriennale esperienza maturata in frontiera sud nell’ambito del Progetto Praesidium, Save the Children, grazie all’incontro con altre esperienze realizzate in questo ambito, ha accresciuto la consapevolezza dell’impatto positivo che la partecipazione può avere anche nelle strutture adibite alla prima accoglienza e nelle comunità per minori. In particolare, nel 2014 ha promosso attività di partecipazione in 8 strutture di prima accoglienza della Regione Sicilia1ed ha coinvolto 32 operatori di 21 comunità per minori in Sicilia, Puglia e Calabria2, approfondendo il tema della partecipazione in momenti di formazione e confronto e promuovendo la realizzazione di 20 percorsi di partecipazione, riuscendo così a raggiungere più di 600 minori non accompagnati. A questo fine è stato coinvolto personale Save the Children specializzato in attività di partecipazione con i minori in contesto di rischio3 che si è occupato di supportare la realizzazione delle attività partecipative in frontiera Sud (Sicilia, Puglia e Calabria), nei luoghi della primissima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Tale coinvolgimento ha costituito la base per la creazione di materiali utili e significativi in quanto aderenti alle realtà specifiche delle comunità e quindi utili ad un vero e importante cambiamento nella vita dei minori non accompagnati che vivono in Italia, che sono stati raccolti e che vengono presentati nel presente documento. Save the Children ritiene, infatti, che è solo grazie al confronto con gli operatori che vi lavorano e la sperimentazione di queste pratiche nelle singole realtà può costituire una base concreta per pensare, progettare e promuovere percorsi e attività pratiche, misurarne l’efficacia e avviare una seria riflessione sulle prospettive che il costrutto della partecipazione può sviluppare in tali contesti. 4 Il contenuto del presente documento è suddiviso in 4 capitoli: ■ il primo capitolo è dedicato a presentare ed approfondire cosa si intende per “partecipazione”4, non solo come “diritto”, ma anche come “metodologia di intervento” finalizzata alla promozione e alla tutela del diritto dei minori ad essere coinvolti e ad essere ascoltati in tutte le questioni che li riguardano; ■ nel secondo capitolo viene approfondito l’ambito di applicazione della partecipazione in frontiera con i minori migranti: a partire da una presentazione del contesto di intervento, in cui occorre distinguere, per caratteristiche e durata della permanenza dei minori, tra strutture adibite alla prima accoglienza e comunità per minori, vengono chiarite quali possono essere le finalità e gli obiettivi specifici di attività di partecipazione in frontiera ed illustrate le modalità con cui è possibile coinvolgere e rendere protagonisti i minori stranieri non accompagnati in attività di partecipazione; ■ il terzo capitolo contiene 10 schede di attività partecipative da realizzare, con i minori stranieri non accompagnati, nelle strutture adibite alla prima accoglienza. Tali schede, illustrate secondo uno strutturato ordine cronologico di realizzazione, sono accompagnate da preziose indicazioni metodologiche, strumenti operativi e consigli pratici, utili a garantire una partecipazione etica e significativa di tutti i minori cui si rivolgono; ■ il quarto capitolo costituisce una guida per operatori alla realizzazione di percorsi partecipativi con i minori stranieri non accompagnati in comunità. Comprende uno strumento operativo finalizzato a guidare e supportare gli operatori nell’elaborazione di una scheda di percorso partecipativo nonché importanti indicazioni metodologiche per una partecipazione efficace. Contiene infine, 10 dei 20 percorsi partecipativi sviluppati in 21comunità di Sicilia, Puglia e Calabria nel 2014, direttamente utilizzabili dagli operatori nell’ambito della comunità di riferimento. Nelle conclusioni vengono evidenziati quali sono gli aspetti più critici nella realizzazione pratica di attività realmente partecipative e nella diffusione di una “cultura della partecipazione”. Infine, vi è un’appendice, che comprende: Il testo della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) nella versione child friendly Gli standard Save the Children per una partecipazione etica e significativa Materiali utili da utilizzare nella realizzazione delle attività partecipative da ritagliare o fotocopiare Bibliografia e Link utili per approfondimenti ■ ■ ■ ■ APPROFONDIMENTO NORMATIVO E FENOMENOLOGICO ATTIVITÀ REALIZZATE APPROFONDIMENTO METODOLOGICO 5 1 Gli interventi di partecipazione, realizzati nell’ambito del progetto Praesidium, hanno interessato le strutture di prima accoglienza della Sicilia orientale individuate in base a determinati criteri quali ad esempio: elevati tempi di attesa prima del trasferimento in comunità; episodi di conflitto tra minori e tra minori e operatori; mancata realizzazione di qualunque tipo di attività; presenza di volontari che a diverso titolo entrano in contatto con i minori; elevato numero di nazionalità caratteristiche di minori in transito (egiziani, eritrei, somali). Le strutture interessate sono state Ispica (RG), Priolo (SR), Porto Palo (SR), Scuola Verde di Augusta (SR), palazzetto dello sport e CPSA di Pozzallo (SR), Le Zagare (SR) e Caltagirone (CT). 2 Il Coordinatore del progetto, i Team territoriali ed il Child Participation Expert hanno individuato per ogni regione le comunità rispondenti a determinati criteri quali ad esempio: comunità autorizzata; numero minori accolti; stabilità della comunità e dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel tempo; comunità che accolgono esclusivamente minori; disponibilità degli operatori; presenza del mediatore culturale o facilità di comunicazione operatori/minori; turn over elevato oppure ridotto. Sono state coinvolte nelle attività 21 comunità di cui 6 in Calabria, Gruppo Appartamento “Velonà” (Botricello - CZ), Sprar “Centro Myriam” (San Pietro Apostolo - CZ), Sprar “ Il Vivarium” (Squillace - CZ), CORISS “Villa Fabrizia” (Fabrizia - VV), Comunità Educativa “Lo Scoiattolo” (Sangineto - CS) e Fondazione “Unitas Catholica” (RC); 9 in Sicilia, Comunità Alloggio “L’Albero della Vita” (Pachino - SR), Cooperativa Sociale “Prospettiva” (San Giovanni Galermo - CT), Comunità “Cinque Palme” (Grammichele - CT), Comunità Alloggio “Luigi Monti” (SR), Comunità Alloggio “Futura 89” (CT), Sprar “il Nodo” (Acireale - CT), Comunità Alloggio “Il Giovane Anchise” (Palagonia - CT), Associazione “Airone” (San Giovanni La Punta - CT), Comunità Alloggio “Edera” (Canicattì - AG); 7 in Puglia, Gruppo Appartamento “Passo dopo passo” (FG), Comunità Educativa “RondineA” (Oria - BR), Comunità Educativa “San Giuseppe” e “Santa Lucia” (Borgo Tressanti - Cerignola), Comunità educativa “Esedra” (Triggiano - BA), Comunità educativa “Un Senso” (Noicattaro - BA), Comunità educativa “Un Altro Senso” (Noicattaro - BA), Comunità “San Francesco” (Cerignola - FG). 3 Nella figura del Child Participation Expert e del Child Participation Officer. 4 Alcuni passaggi del paragrafo sono ripresi dalla pubblicazione Save the Children Italia (2010) “Tu partecipi, Io Partecipo”, che riassume le più significative esperienze dell’organizzazione in tema di partecipazione e i risultati dell’analisi delle metodologie utilizzate nelle varie aree dei programmi Europa – Italia (scaricabile gratuitamente dal sito www.savethechildren.it). 6 Capitolo 1 LA PARTECIPAZIONE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO Capitolo 1 LA PARTECIPAZIONE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO LA PARTECIPAZIONE E IL DIRITTO ALL’ASCOLTO: COSA SIGNIFICA “PARTECIPAZIONE” E PERCHÉ È IMPORTANTE 7 CaPItolo 1 la PaRtECIPaZIoNE E Il DIRItto all’aSColto: CoSa SIGNIFICa “PaRtECIPaZIoNE” E PERCHE’ E’ IMPoRtaNtE Il 1989 segna un punto di svolta nella concezione dell’infanzia e dell’adolescenza: con l’approvazione della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC), per la prima volta, tutte persone con meno di diciotto anni sono riconosciute come titolari di diritti (e non solo come beneficiari della protezione degli adulti) e viene affermato come un diritto umano fondamentale il principio secondo cui i minori sono e devono essere rispettati come protagonisti attivi delle loro vite, sono portatori di competenze, conoscenze ed abilità che sono in grado di trasferire nella società, e devono essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. ■ ■ ■ In particolare, gli articoli 5, 12, 13 e 17 della CRC affermano che: i genitori o, comunque, altri adulti legalmente responsabili per i minori, nel dare indicazioni ed offrire una guida ai minori riguardo l’esercizio dei propri diritti, devono riconoscere che i minori acquisiscono capacità e competenze crescendo e che, di conseguenza, sono in grado di assumersi responsabilità commisurate al grado di maturità in merito alle decisioni che li riguardano (art. 5 CRC); tutti i minori hanno diritto alla libertà di espressione, religione, coscienza, associazione, assemblea, privacy ed informazione (art. 13 e 17 CRC); qualsiasi minore che sia in grado di esprimere le proprie opinioni ha il diritto a ricevere la giusta considerazione in base alla sua età ed al suo grado di maturità, quindi tutti i minori devono essere coinvolti attivamente, in base alle loro capacità, in tutte le decisioni che li riguardano (Art. 12 CRC). Questo insieme di diritti viene concettualizzato con la parola “partecipazione”, termine che, pur non essendo espressamente contenuto nella CRC, è stato adottato, dal Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e da molte altre organizzazioni internazionali che si occupano dei diritti dei minori, come abbreviazione per descrivere l’attuazione di tutti i citati diritti (art. 5, 12, 13 e 17 CRC), dal cui rispetto dipende l’attuazione di tutti gli altri diritti. Ciò significa che tutti i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, compreso il superiore interesse del minore (art. 3 CRC), possono realizzarsi pienamente solo se si ascolta e si prende in debita considerazione quello che i minori hanno da dire. ■ ■ ■ ■ ■ ■ 8 Una partecipazione efficace permette di: valorizzare la personalità di ciascun bambino, promuovendo il riconoscimento e la consapevolezza di sé; collocare al centro del processo di crescita il bambino come soggetto protagonista, contribuendo a formare una persona autonoma e critica; rendere bambini ed adolescenti consapevoli dei propri diritti e delle responsabilità che questi comportano; riconoscere e rispettare il diverso punto di vista del bambino e dell’adolescente da quello dei suoi interlocutori, favorendo la socializzazione e la capacità di difendere e/o modificare le proprie idee; prendere decisioni condivise e, quindi, più efficaci, rendendo bambini e ragazzi responsabili del rispetto delle stesse; stimolare il coinvolgimento personale e attivo del bambino e dell’adolescente motivando l’interesse per il suo processo di crescita. CaPItolo 1 La partecipazione è, dunque, importante perché offre a tutte le persone di minore età l’opportunità di essere ascoltati, di influenzare le azioni e le decisioni che riguardano la loro vita e di diventare cittadini attivi; di valorizzare attitudini, comportamenti e abilità che sono essenziali per raggiungere quel benessere necessario a un bambino per diventare un componente attivo della società per tutto il resto della sua vita. Infatti i minori che sono capaci di esprimere le proprie idee e che vengono coinvolti nei processi decisionali che li riguardano, sviluppano competenze sempre maggiori anche nell’assunzione di ruoli sociali. Save the Children, nel suo lavoro con bambini e adolescenti, adotta un approccio alla partecipazione che si basa non solo sul riconoscimento del loro diritto di esprimere liberamente punti di vista, idee, sentimenti e bisogni, ma anche sulla necessità che, a tutti i minori, anche a quelli che si trovano in situazioni di disagio sociale, venga data la possibilità di prendere parte alle decisioni che li riguardano e di essere seriamente ascoltati e presi in considerazione per quello che dicono. ■ ■ ■ ■ ■ Questa scelta comporta l’adozione di una specifica metodologia di intervento che si sostanzia nel: comprendere e sviluppare teorie e concetti sottesi alla partecipazione di bambini e adolescenti; inserire la partecipazione nelle diverse aree dei programmi e nei singoli progetti; sviluppare e supportare approcci innovativi e progetti pilota; sensibilizzare e formare gli attori chiave; sostenere le iniziative e le organizzazioni di bambini e adolescenti. Il fatto che la partecipazione sia un diritto di cui tutti i minori sono titolari (rights holders) implica, infatti, da un lato, che tutti gli adulti di riferimento sono “portatori di doveri” (duty bearers5) nei confronti dei minori e devono quindi essere “accountable”, ovvero adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dei minori, dall’altro che gli stessi minori devono poter conoscere, esercitare e, se necessario, rivendicare, i propri diritti, attraverso la partecipazione. La partecipazione, dunque, non è “fare qualcosa di carino con i bambini e gli adolescenti”, ma consiste nel porre i minori nella condizione di essere individui responsabili e componenti attivi della comunità e della società in cui vivono, in grado di avere un impatto sulle decisioni che li riguardano. In particolare, per poter “influenzare” le decisioni che riguardano bambini e adolescenti attraverso le opinioni da loro stessi espresse, è necessario instaurare un processo di dialogo continuo e duraturo, basato sulla fiducia reciproca tra bambini e adulti. Per favorire questo processo di empowerment di bambini e adolescenti, Save the Children ritiene indispensabile e fondamentale che gli adulti siano preparati ad ascoltarli con impegno e serietà e, più in generale, a considerarli non solo come soggetti vulnerabili, ma anche competenti. Per questo motivo, per favorire la partecipazione di bambini e adolescenti, nella famiglia, nella scuola e più in generale nella società, occorre, innanzitutto sviluppare la capacità degli adulti a/di facilitare la loro espressività e ad/di ascoltare seriamente le loro opinioni, per esempio, informandoli e formandoli all’uso di strumenti partecipativi. Occorre, poi, sviluppare la capacità dei bambini di accedere alle informazioni, a rivendicare i propri diritti e a costruire collaborazioni con i duty bearer di riferimento. In tale approccio i duty bearer diventano parte di una relazione basata sul riconoscimento dei bambini e degli adolescenti come titolari di diritti (rights holders) e sulla possibilità che gli stessi possano, attraverso attività e percorsi mirati, conoscere ed esercitare tali diritti. Il lavoro di Save the Children ruota attorno a due elementi: da un lato sollecitare i duty bearer ad assolvere al loro obbligo nei confronti dei titolari di diritti, cioè i bambini e adolescenti; dall’altro supportare tali minori, in quanto soggetti di diritti (rights holders), a conoscere, esercitare e rivendicare i propri diritti. 9 CaPItolo 1 Di seguito uno schema che presenta alcuni elementi principali di questo processo6: DUTY BEARER Rispetta, promuove e tutela i diritti Adempie la propria responsabilità nei confronti di Rivendica i propri diritti da PARTICIPATION ACCOUNTABILITY DIRITTI – RESPONSABILITÀ – RIVENDICAZIONE RIGHT HOLDER Nell’ambito del diritto alla partecipazione e di tutte le declinazioni operative relative, Save the Children può contare su 7 standard che sono stati elaborati a livello internazionale per garantire una partecipazione etica e significativa. In sintesi7, sono: 1) approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità; 2) partecipazione rilevante e volontaria; 3) ambiente motivante e a misura di bambino; 4) pari opportunità; 5) personale efficiente e preparato; 6) la partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini; 7) follow up e valutazione. Questi 7 standard costituiscono il punto di partenza e costituiscono una guida per la programmazione, la realizzazione il monitoraggio e la valutazione di qualsiasi attività che comporti la partecipazione di bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Tutta l’organizzazione si è impegnata a rispettare gli standard nelle sue attività che prevedano la partecipazione dei minori, facendoli conoscere e promuovendoli presso le associazioni e le istituzioni con cui lavora. 5 Duty bearer, letteralmente “portatore di doveri”. Il termine indica gli adulti di riferimento: genitori, insegnanti, istituzioni, che hanno la responsabilità di tutelare i diritti di bambini ed adolescenti e di promuoverne la partecipazione attiva. 6 Tratto da Save the Children UK (2012) “Child participation handouts – Core learning”. Per approfondimenti consultare la pubblicazione Save the Children Italia (2010) “Tu partecipi, Io Partecipo”. 7 Per una descrizione più approfondita di ciascuno Standard, si veda in Appendice. 10 Capitolo 2 PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI Capitolo 2 PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI DARE VOCE AI MINORI MIGRANTI IN ARRIVO VIA MARE: IL CONTESTO DI INTERVENTO FINALITÀ E OBIETTIVI SPECIFICI DELLE ATTIVITÀ PARTECIPATIVE MODALITÀ CON CUI REALIZZARE ATTIVITÀ PARTECIPATIVE IN FRONTIERA 11 CaPItolo 2 DaRE VoCE aI MINoRI MIGRaNtI IN aRRIVo VIa MaRE: Il CoNtESto DI INtERVENto Poiché è estremamente importante che ci sia una coerenza fra il quadro teorico fin qui tracciato e le pratiche che riguardano la partecipazione di bambini e adolescenti, Save the Children promuove e si impegna a garantire la partecipazione come diritto, ma anche ad utilizzarla come metodologia di intervento, in particolare all’interno dei programmi di protezione rivolti a minori, di origine straniera o di nazionalità italiana in situazione di marginalità sociale e a rischio di sfruttamento e abuso. Per il coinvolgimento di gruppi di minori così vulnerabili nelle decisioni che li riguardano vengono elaborati percorsi partecipativi ad hoc (quali, ad esempio, consultazioni, peer support e peer research)8 volti a un’individuazione più puntuale dei fattori di rischio e di esclusione sociale che li coinvolgono e accrescere la promozione di opportunità e la loro protezione. Nella convinzione che la partecipazione renda capaci di diventare soggetti attivi e consapevoli, e quindi di contrastare e superare le situazioni di povertà, discriminazione e disuguaglianza in cui vivono, assicurare tale diritto ai minori particolarmente vulnerabili risulta prioritario e richiede di pensare strategie e pratiche per lavorare con modalità adeguate. In questa direzione vanno i percorsi di partecipazione come quelli descritti nel presente documento, pensati per essere efficaci e significativi cioè realmente accessibili (per tempi, spazi, tematiche, risultati), flessibili, rilevanti rispetto alla loro vita e che tengano conto delle specificità dei partecipanti e dei loro contesti di appartenenza e di provenienza. Tali percorsi vengono pensati per essere opportunità di: - inclusione sociale; - decompressione rispetto a condizioni di vita spesso difficili; - espressione e valorizzazione delle esperienze e saperi dei minori; - influenzare i decisori. Fra i programmi di protezione realizzati da Save the Children, di grande rilevanza sono quelli rivolti ai minori migranti, ovvero minori che si spostano per varie ragioni, volontariamente o contro la loro volontà, con o senza genitori o adulti di riferimento, dentro un paese o da un paese all’altro, e che a causa di tale spostamento sono messi a rischio (o maggiormente a rischio) di sfruttamento economico o sessuale, abuso e violenza. All’interno di questo gruppo tra i più vulnerabili vi sono i minori stranieri non accompagnati, cioè minori che arrivano in Italia da soli, senza un adulto di riferimento, ai quali Save the Children Italia ha dedicato interventi di protezione mirati. In particolare, dal 2008, Save the Children interviene, nell’ambito del Progetto Praesidium9, in tutti i luoghi di arrivo dei migranti via mare per offrire protezione e supporto ai minori, attraverso attività di informativa legale, mediazione culturale, monitoraggio delle procedure e delle condizioni di accoglienza, nonché supporto alle Autorità nell’individuazione di specifiche vulnerabilità. MINORI ARRIVATI VIA MARE IN ITALIA NEL 2014 Nel 2014 sono arrivati in Italia via mare 26.122 minori di cui 13.026 non accompagnati, per la maggior parte (3.394) eritrei, egiziani (2.007), somali (1.481) e gambiani (1.208). Si tratta di un numero più di 3 volte superiore a quello dei minori non accompagnati arrivati nel 2011, anno in cui il Governo italiano aveva dichiarato lo stato di emergenza a causa del massiccio flusso di migranti arrivati via mare. Al 31 dicembre 2014 i minori non accompagnati che sono stati segnalati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali erano 14.243 di cui 3.307 alla stessa data risultavano essere irreperibili (per la maggior parte egiziani, eritrei e somali). 12 CaPItolo 2 Nella realizzazione di tale intervento, negli anni, è emersa, con sempre maggior forza, la necessità dei minori migranti, soprattutto se non accompagnati, di condividere le proprie esperienze, spesso traumatiche, di raccontare di sé e delle difficoltà che hanno vissuto o stavano vivendo in un preciso momento (come quando si protraeva molto più tempo del previsto il periodo di permanenza in strutture adibite alla prima accoglienza, in attesa del trasferimento nelle comunità per minori, in condizioni di accoglienza del tutto inadeguate), nonché delle aspirazioni legate al proprio progetto migratorio. Per questo motivo, Save the Children ha aumentato i propri sforzi per garantire loro di essere ascoltati, anche da parte delle Istituzioni, e per fare in modo che le loro opinioni fossero prese in debita considerazione, sia attraverso la sperimentazione di attività e percorsi strutturati di consultazione nel CPSA di Lampedusa e nelle strutture adibite alla prima accoglienza in Sicilia, sia supportando le comunità alloggio per minori nell’elaborazione e realizzazione di buone pratiche di partecipazione. Save the Children ritiene infatti che le strutture che ospitano minori non accompagnati siano una risorsa importante nel complesso sistema dell’accoglienza di questo gruppo particolarmente vulnerabile di migranti, sia che essi decidano di stabilirsi nel nostro paese, sia che vi transitino in attesa di raggiungere altri Stati europei. Le comunità per minori, in particolare, possono costituire l’elemento decisivo per un soddisfacente percorso di integrazione nella società e più in generale rappresentano i luoghi principali dove dare risposta ai diritti fondamentali dei ragazzi, sia a livello burocratico e di sostentamento, che a livello affettivo ed emozionale. L’ARRIVO VIA MARE E LA “PRIMA” ACCOGLIENZA IN FRONTIERA SUD La normativa italiana prevede che i minori non accompagnati non possono essere espulsi e devono essere collocati in un luogo sicuro10. Nelle fasi successive all’arrivo via mare o al rintraccio nei pressi delle aree di sbarco, i minori non accompagnati vengono accolti presso strutture volte a fornire loro soccorso e prima accoglienza, in attesa del reperimento di posti in comunità per minori. In mancanza di strutture stabilmente adibite alla prima accoglienza11 dei minori migranti rintracciati lungo le coste, vengono occasionalmente destinati a tali funzioni, luoghi come palestre e scuole, messi a diposizione dalla Prefettura o dall’amministrazione comunale del luogo di sbarco o rintraccio. Secondo quanto rilevato da Save the Children in attività di monitoraggio12, tali strutture sono risultate essere del tutto inadeguate a garantire loro standard essenziali di protezione e accoglienza, soprattutto nei casi di prolungato periodo di permanenza. Ciò è causato dalla mancanza o insufficienza di servizi igienici, docce, letti, di procedure che garantiscano ai migranti di ricevere in tempi rapidi beni e servizi primari, nonché, nei luoghi in cui le strutture non sono destinate esclusivamente all’accoglienza di minori, la preoccupante assenza di spazi idonei ad assicurare la necessaria separazione dagli adulti. Tale situazione si è aggravata con il protrarsi della permanenza dei minori conseguente alla difficoltà nel reperire posti in comunità: a causa della mancanza di un sistema nazionale di accoglienza13, infatti, non è semplice sapere se e dove ci sono posti liberi14 e, qualora anche si disponga di tale informazione, il trasferimento non è sempre automatico mancando risorse certe per il pagamento dell’onere dell’accoglienza. Di conseguenza, le strutture adibite alla prima accoglienza, che dovrebbero essere luoghi “di transito” e prevedere una permanenza dei minori per il solo tempo strettamente necessario a svolgere le operazioni di primo soccorso e assistenza, diventano luoghi in cui è possibile (utile e necessario) svolgere azioni educative, partecipative e di apprendimento a medio termine, aspetti che dovrebbero essere prerogativa esclusiva delle comunità di accoglienza e degli altri servizi attorno a cui gravitano i minori migranti una volta trasferiti dal luogo di arrivo. Nelle strutture adibite alla prima accoglienza in cui sono state realizzate attività partecipative, Save the Children ha riscontrato un miglioramento tangibile delle condizioni di accoglienza, del rapporto tra i ragazzi e tra ragazzi e operatori, con conseguente riduzione dei conflitti e degli allontanamenti. 13 CaPItolo 2 LE COMUNITÀ PER MINORI IN ITALIA Sono strutture di carattere residenziale destinate ad accogliere soggetti con una limitata autonomia personale, priva del necessario supporto familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o definitivamente contrastante con il piano individualizzato di assistenza. Tali strutture oltre a dover rispettare i requisiti strutturali previsti per gli alloggi destinati a civile abitazione devono essere dotati di specifici requisiti organizzativi, adeguati alle necessità educativo – assistenziali dei bambini e degli adolescenti, requisiti che sono però stabiliti su base regionale. Dal monitoraggio delle condizioni di accoglienza dei minori in arrivo via mare nelle comunità di Sicilia, Puglia e Calabria, condotto da Save the Children dal 2008 è emerso che tra le principali criticità vi è la carenza di assistenza legale e mediazione culturale e i minori hanno quindi difficoltà sia nel comunicare sia nel completare l’iter giuridico necessario all’ottenimento dei documenti di soggiorno, anche in seguito al compimento dei 18 anni15. FINalItà E oBIEttIVI SPECIFICI DEllE attIVItà PaRtECIPatIVE In questi contesti le attività partecipative sono state elaborate al fine di supportare, da un lato l’attività di informativa e consulenza legale e dall’altra, promuovere l’approccio e la metodologia di Save the Children alla partecipazione e al diritto all’ascolto dei minori stranieri in tutti i contesti di accoglienza, attraverso la progettazione e la realizzazione di spazi ricreativi, di decompressione e di ascolto strutturati che permettano di migliorare l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attraverso la pianificazione di attività e percorsi partecipativi mirati. Tali attività e percorsi, sia che essi vengano realizzati nelle strutture adibite alla prima accoglienza dei minori sia che vengano realizzati nell’ambito delle comunità per minori, devono avere i seguenti obiettivi specifici, da individuare sulla base di una attenta valutazione delle necessità che si presentano. Obiettivo 1 - dare ascolto e risposte alle richieste dei minori migranti all’interno delle strutture adibite alla prima accoglienza e delle comunità per minori Il primo obiettivo delle attività di partecipazione consiste nel far emergere da parte dei minori stranieri non accompagnati le loro aspettative ed i loro stati d’animo, ma anche proposte concrete volte a migliorare le loro condizioni di accoglienza e nel dare loro risposte concrete e supporto. Il raggiungimento di tale obiettivo permette da un lato, di soddisfare i loro bisogni e di migliorare la loro accoglienza e condizioni di vita dall’altro, di raccogliere le suggestioni, opinioni, buone pratiche ed evidenziare criticità formulate da coloro cui vengono indirizzate le politiche di accoglienza, tutela e partecipazione. In questo modo si garantisce loro l’opportunità di esprimere un’opinione, influenzare i decisori, e attivare cambiamento qualunque sia il luogo nel quale sono stati collocati e accolti. Un’esperienza significativa di partecipazione, avente tale finalità, è stata quella condotta da Save the Children a Lampedusa nel 2011, durante la c.d. Emergenza Nord Africa. Si veda in merito la seguente scheda operativa di tale consultazione denominata “The place we are is not suitable for us”. 14 CaPItolo 2 THE PLACE WE ARE IS NOT SUITABLE FOR US 16 Consultazione dei minori stranieri non accompagnati presenti a Lampedusa (luglio 2011) Il 30 giugno 2011 Save the Children, in merito alla difficile situazione dei minori non accompagnati presenti a Lampedusa, ha diffuso un comunicato stampa avente questo titolo: “A Lampedusa una nuova emergenza minori: oltre 400 presenti sull’isola. Il loro appello alle autorità per una migliore accoglienza”. Nello stesso comunicato si raccontava che durante il periodo che ha visto un nuovo aggravarsi della situazione dei minori non accompagnati ospitati sull’isola, un gruppo di loro ha scritto un appello, per far presente la gravi condizioni in cui sono costretti a vivere e per chiedere di essere trasferiti al più presto. Save the Children, non solo ha raccolto e diffuso l’appello alle Istituzioni direttamente impegnate nella gestione del Piano accoglienza minori (Dip. Protezione Civile e Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Ministero dell’Interno), ma si è impegnata a garantire ai minori un loro diretto coinvolgimento in questo processo, innanzitutto contribuendo ad individuare cosa concretamente può rendere più sopportabile la loro permanenza sull’isola in attesa del trasferimento in altre strutture più adeguate per garantire i loro diritti. In un’ottica di promozione della partecipazione dei minori nelle scelte che li riguardano (Art. 12 CRC), che fa parte della cultura e dell’azione dell’Organizzazione, si è pensato di costruire in questo contesto un percorso strutturato di consultazione dei ragazzi, anche attraverso l’attivazione di figure professionali ad hoc (un’esperta di partecipazione e un’educatrice con esperienza in contesti di emergenza). Durata del percorso: 5 giorni (13-17 luglio 2011) PARTECIPANTI - La consultazione si è svolta all’interno delle due strutture che ospitavano i 343 minori non accompagnati arrivati a Lampedusa con gli sbarchi avvenuti dall’11 giugno al 12 luglio 2011: il Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA) con 244 minori non accompagnati e la ex Base militare Loran che ne ospitava 99. La base della consultazione era costituita dalla totalità dei minori ospitati nelle due strutture (343), coinvolti sia direttamente che indirettamente. Coloro che hanno partecipato attivamente alle attività strutturate sono stati 135 di cui 65 minori anglofoni e 70 francofoni. Le età dei partecipanti erano comprese fra i 13 e i 17 anni, e i Paesi di provenienza erano principalmente: Mali (100), Ghana (56), Costa d’Avorio (30), Nigeria (28). OBIETTIVO - Coinvolgere tutti i minori non accompagnati presenti nelle due strutture e far emergere da loro delle proposte concrete per migliorare le loro condizioni di accoglienza. Questo al fine di discutere, in un passaggio successivo, l’attuazione delle richieste emerse anche con altre Organizzazioni, con le istituzioni di riferimento e con l’Ente gestore delle strutture ospitanti, e poter assicurare ai ragazzi - sia a quelli partecipanti, attualmente presenti nella struttura, che a coloro che arriveranno dopo di loro - un significativo miglioramento della qualità della vita. Un altro obiettivo che la consultazione si prefiggeva era quello di allentare situazioni di tensione registrate fra i minori che nell’ultimo periodo si erano fatte sempre più pesanti, a causa della prolungata permanenza forzata nelle strutture, evidentemente, non adeguate alle loro esigenze. METODOLOGIA - Per la costruzione del percorso è stata presa in considerazione la variabile del tempo di permanenza dei vari ragazzi sull’isola: si è presupposto, infatti, che i ragazzi che da più tempo erano in attesa di essere trasferiti, avendo maggiore esperienza, avessero la possibilità di rappresentare le necessità e i bisogni loro e degli altri, con maggiore consapevolezza e in modo più circostanziato. Per questo si è deciso di creare dei gruppi di lavoro che tenessero conto della data di arrivo. Inoltre l’esigenza era quella di poter creare uno scambio comunicativo, sia con i facilitatori dell’attività, che fra i ragazzi: per questo si è deciso che un altro criterio per la formazione dei gruppi dovesse essere quello linguistico. Si è pensato, infine, che fosse funzionale creare uno schema di lavoro chiaro, con delle modalità di coinvolgimento semplici, in modo da rendere le attività accessibili a ragazzi con livelli estremamente eterogenei per quanto riguarda le capacità linguistico/cognitive e relazionali. PRODOTTI - Tutte le proposte emerse nelle attività di gruppo sono state raccolte e sintetizzate in un rapporto che ha costituito la base per le proposte di intervento immediato a favore dei minori delle strutture di accoglienza. 15 CaPItolo 2 Obiettivo 2 - far sentire la voce dei minori migranti all’esterno dei luoghi adibiti alla loro accoglienza Ulteriore obiettivo raggiungibile attraverso la metodologia partecipativa consiste nel creare un canale di ascolto della loro voce anche all’esterno della struttura o della comunità nella quale sono accolti, in modo che l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni venga riportata sulla loro situazione e vengano adottate più rapidamente le decisioni necessarie per dare risposta alle necessità urgenti dei minori quali ad esempio quella di essere trasferiti in tempi brevi dalle strutture, in quanto non adeguate ad un’accoglienza prolungata nel tempo ovvero la possibilità di poter accedere a borse lavoro o tirocini formativi una volta accolti presso la comunità. Per raggiungere tale obiettivo si possono realizzare consultazioni ovvero processi partecipativi che mettono in relazione i ragazzi/e con i duty bearers per influenzarne le decisioni e gli orientamenti rispetto a temi che li riguardano aumentando le opportunità di apprendimento, di empowerment e di comunicazione del punto di vista dei minori stranieri destinatari delle politiche locali, regionali e nazionali. A tal fine una delle attività proposte è stata quella di coinvolgere i ragazzi nella scrittura di un appello/lettera, che desse voce alle loro esperienze, desideri e difficoltà; questo può rivelarsi un valido strumento nei momenti in cui le condizioni di emergenza delle strutture sono alte e si rischia una carenza di attenzione da parte di istituzioni e media. Si veda in merito la seguente scheda operativa di tale consultazione denominata “Give Rights For Us”. GIVE RIGHTS FOR US! 17 Percorso di consultazione dei minori non accompagnati ospiti del CPSA di Lampedusa (gennaio 2013) In seguito ai numerosi arrivi di migranti provenienti dalla Libia tra il 24 e il 26 novembre e il 15 dicembre 2012, il Centro di Lampedusa era arrivato ad accogliere circa 1.000 persone a fronte di una capienza di 250 posti (di cui soltanto 50 riservati a donne e minori). Sono quindi bastati alcuni giorni di mare calmo che consente la traversata, per mettere in crisi il sistema di accoglienza.Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 i trasferimenti dall’isola ad altri centri nel paese si sono intensificati, ma al 9 gennaio 2013 erano ancora presenti a Lampedusa, da più di 3 settimane, 261 migranti di cui 33 donne e 36 minori non accompagnati (26 dell’Eritrea, 1 della Somalia, 2 del Gambia, 2 della Guinea Bissau e 5 del Mali) con un’età compresa tra i 15 ed i 17 anni. Data la situazione di disagio dei minori ancora ospiti del centro e per creare possibilità concrete che la loro voce venisse ascoltata, in un’ottica di promozione della partecipazione dei minori nelle scelte che li riguardano (Art. 12 della CRC), Save the Children ha organizzato un percorso di consultazione dei ragazzi all’interno del centro, della durata di tre giorni, pensato e strutturato in modo che risultasse accessibile per tutti i minori presenti e adeguato al contesto specifico. PARTECIPANTI - Sono stati coinvolti direttamente 28 dei 36 minori non accompagnati con un’età compresa tra i 15 ed i 17 anni (18 eritrei, 1 somalo, 2 del Gambia, 2 della Guinea e 5 del Mali). OBIETTIVO - Coinvolgere i ragazzi nella scrittura di un lettera appello, che desse voce alle loro esperienze, desideri e difficoltà; creare un canale di ascolto della loro voce anche in modo che l’attenzione venisse riportata sulla situazione dei minori a Lampedusa; creare momenti di decompressione e protagonismo per i ragazzi. METODOLOGIA - Si è lavorato con due grandi gruppi distinti per paese di provenienza e lingua. Questo ha permesso di facilitare la comunicazione tra i ragazzi e, tra i ragazzi e i facilitatori del percorso. Si è pensato, inoltre, che fosse funzionale creare uno schema di lavoro chiaro, con delle modalità di coinvolgimento semplici, in modo da rendere le attività accessibili a ragazzi con livelli estremamente eterogenei per quanto riguarda le capacità linguistico/cognitive e relazionali.Tutti i lavori si sono svolti con la facilitazione di figure professionali attivate ad hoc: un mediatore culturale di origine eritrea e un’esperta di partecipazione I gruppi erano così divisi: ragazzi Corno D’Africa (eritrei e un somalo)- tigrino e arabo; ragazzi dei paesi sud sahariani (Mali, Gambia, Guinea Bissau) più il ragazzo somalo– inglese arabo. TEMPI - 2 sessioni di 4 ore circa per ogni gruppo di ragazzi, più 2 sessioni di restituzione distribuiti su tre giorni. PRODOTTO - Redazione di una lettera indirizzata allo Stato Italiano e all’UNHCR divenuta l’oggetto di un comunicato stampa di Save the Children Italia e successivamente pubblicata su un quotidiano nazionale (mostrato ai ragazzi coinvolti). 16 CaPItolo 2 Obiettivo 3 - facilitare la comprensione dell’informativa legale sul proprio status Le attività partecipative sono molto funzionali al fine di facilitare la comprensione da parte dei minori migranti di concetti giuridici, spesso complessi. Una delle principali attività svolte da Save the Children all’interno delle strutture di prima accoglienza nell’ambito del progetto Praesidium è l’informativa legale ai minori non accompagnati, volta a far comprendere loro cosa significa e cosa comporta essere un minore arrivato in Italia da solo, senza un adulto di riferimento. Attraverso la creazione di spazi ricreativi e di ascolto strutturati, Save the Children ha sperimentato la reale possibilità di creare un clima positivo e di scambio informale fra gli operatori del team e i minori migranti. Tale obiettivo può essere raggiunto anche nell’ambito delle comunità creando occasioni strutturate per chiarimenti e approfondimenti sui principali contenuti dell’informativa legale. Obiettivo 4 - creare uno spazio di decompressione e ascolto strutturato Le attività e i percorsi di partecipazione contribuiscono ad allentare situazioni di tensione che si potrebbero generare all’interno dei luoghi di accoglienza per differenti motivi, tra cui le difficili condizioni di accoglienza legate al sovraffollamento, il divieto di uscire, l’insufficiente risposta ai loro bisogni primari, il tempo prolungato di permanenza, la mancanza di opportunità ricreative. Ma, in particolare momenti dedicati all’ascolto dei loro bisogni, paure e necessità realizzati attraverso attività mirate. Si è riscontrato che i minori migranti coinvolti nelle attività di partecipazione hanno beneficiato di efficaci spazi di decompressione, rispetto alle difficili condizioni di vita nelle strutture o di integrazione nelle comunità, grazie alla possibilità di veder preso in considerazione il proprio punto di vista e ricevere risposte a richieste e criticità da loro emerse. Inoltre si rileva che, a seguito della realizzazione di attività partecipative all’interno delle strutture, si sono ridotti drasticamente i conflitti e le rivolte (anche di carattere violento) tra ragazzi e tra ragazzi e operatori cui si aggiunge una rilevante diminuzione del numero degli allontanamenti dei minori dalle stesse. Messaggi scritti da alcuni minori stranieri non accompagnati durante un'attività partecipativa svolta all'interno del CPSA di Lampedusa nel gennaio 2013 finalizzata all'emersione delle loro necessità. 17 CaPItolo 2 MoDalItà CoN CUI REalIZZaRE attIVItà PaRtECIPatIVE IN FRoNtIERa Attività e percorsi di partecipazione, sia che vengano realizzati nelle strutture adibite alla prima accoglienza dei minori sia che vengano realizzati nell’ambito delle comunità per minori, non solo devono avere obiettivi specifici, ma anche prevedere metodologie elaborate appositamente per il contesto in cui le attività si svolgeranno. Ad esempio, nei luoghi della prima accoglienza le attività posso essere fortemente condizionate da molteplici fattori, fra i quali: a) i tempi e gli spazi disponibili; b) regolamenti interni in vigore per garantire l’ordine pubblico; c) le condizioni complesse legate alla convivenza con le forze dell’ordine; d) la presenza nella stessa struttura di persone con provenienze, lingue ed età diverse. Gli operatori devono quindi avere, o imparare ad avere, un approccio “flessibile, aperto, disponibile e comunicativo” nel pensare tali attività in funzione del luogo in cui si svolgeranno. Operare nei luoghi di accoglienza comporta l’inevitabile confronto con numerosi elementi di incertezza e criticità dunque le attività devono essere pensate e gestite in modo flessibile a seconda delle condizioni esterne (tempi e spazi disponibili), del numero di operatori e mediatori culturali coinvolgibili e del gruppo di ragazzi da coinvolgere (numero dei partecipanti, lingue parlate, necessità espresse, stati d’animo e particolari vulnerabilità). Inoltre il coinvolgimento di ragazzi arrivati in Italia a seguito di viaggi difficili e spesso traumatici, con provenienze e background diversi, nonché con capacità cognitive e relazionali molto variegate, richiede numerose attenzioni particolari. Si riscontrano infatti elevate difficoltà di coinvolgimento dei minori stranieri dal momento che la loro condizione precaria e instabile non sempre permette una partecipazione serena e consapevole. A questo proposito è importante realizzare attività mirate su tematiche proposte da loro e dunque prioritarie fornendo agli stessi strumenti semplici e comprensibili per essere protagonisti di tali attività gestendone modalità e contenuti. Al fine di dare a tutti i minori la possibilità di partecipare alle attività o ai percorsi in maniera rilevante e motivante è fondamentale che il personale sia efficiente e preparato, ma, in particolare, che sia predisposto a lavorare in un contesto così complesso come quello dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. 18 CaPItolo 2 Di seguito uno schema che riporta alcuni consigli per una facilitazione efficace: CONSIGLI PER UNA FACILITAZIONE EFFICACE da Karkara, R. (2002) Resource Book on Facilitating Children‘s Organisation and Children's Citizenship and Governance ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ ☛ sii vigile tutto il tempo sii flessibile se non sai qualcosa, dillo fidati delle risorse del gruppo dei ragazzi rispetta ognuno dei ragazzi intercetta/fai emergere l’energia dei ragazzi si te stesso mantieni al minimo il tuo intervento monitora il livello di energia non essere affezionato ai tuoi interventi/posizioni accoglie (e valorizza) tutto quello che accade di rilevante (usa): improvvisazione/flessibilità/creatività quando sei in dubbio, controlla cerca l’accordo usa domande e suggerimenti negozia e contratta si culturalmente sensibile inizia bene usa la risoluzione del conflitto invia feedback riconoscere e affermare abbi il senso dell’umorismo Messaggio scritto da un minore straniero non accompagnato durante una consultazione partecipativa svolta all'interno del CPSA di Lampedusa nel luglio 2011. 19 CaPItolo 2 8 A titolo esemplificativo si citano due percorsi implementati fra il 2012 e il 2013: una consultazione di 12 minori stranieri non accompagnati che vivono in comunità in Italia, per la creazione di materiali di sensibilizzazione per i loro pari sull’uso sicuro delle nuove tecnologie all’interno del progetto europeo Interact http://www.interactonline.eu/ita/; due ricerche partecipate che hanno coinvolto 22 peer researchers a Napoli e Palermo per approfondire il fenomeno del lavoro minorile all’interno dell’indagine quali - quantitativa del progetto Child Labour http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img211_b.pdf. 9 Il progetto Praesidium, realizzato da Save the Children, insieme ad OIM, UNHCR e Croce Rossa, con il coordinamento del Ministero dell’Interno-Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, è finalizzato al potenziamento delle capacità delle Autorità italiane nella gestione dei flussi migratori misti che interessano le Regioni Calabria, Puglia e Sicilia. Per maggiori informazioni sul progetto: http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=335 10 Art. 19 T.U. Immigrazione; Art. 403 Codice Civile. 11 A gennaio 2015 il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione ha pubblicato il bando per la presentazione di progetti volti a migliorare le capacità di accoglienza sul territorio italiano dei minori stranieri non accompagnati attraverso la realizzazione di attività di accoglienza temporanea di minori stranieri non accompagnati (800 posti giornalieri) in strutture ad alta specializzazione equamente distribuite sul territorio nazionale. 12 Su mandato del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Save the Children, nell’ambito del Progetto Praesidium, è impegnata nel monitoraggio delle procedure e degli standard di accoglienza dei minori non accompagnati e dei nuclei familiari con minori a carico nei Centri governativi per immigrati, nei centri temporanei di accoglienza e nelle Comunità per minori localizzate sul territorio interessato dal progetto. 13 Il 25 luglio 2013 Save the Children ha presentato una proposta di disegno di legge per migliorare la protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Il testo è stato depositato alla Camera dei Deputati il 4 ottobre 2013 (AC 1658) e al momento della stesura del presente documento è all’esame del Parlamento. Tra i principali provvedimenti in esso contenuti vi è la creazione di un sistema nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Art. 13). 14 A livello nazionale si rilevano prassi diverse rispetto al soggetto istituzionale che provvede all’individuazione dei posti in accoglienza e al collocamento dei minori non accompagnati in comunità. Inoltre, al fine di individuare i posti disponibili in accoglienza le Autorità che devono provvedere al collocamento in luogo sicuro sono costrette a ricercare un contatto con le comunità di accoglienza, spesso senza neanche disporre di un loro recapito telefonico. 15 Per maggiori informazioni si vedano i rapporti di monitoraggio pubblicati a partire dal 2009 e disponibili a questo link: http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=335 16 Percorso partecipativo svolto nel CPSA di Lampedusa nel luglio 2011 con i minori non accompagnati ospiti nel centro in diversi periodi e con condizioni ambientali di volta in volta diverse. 17 Percorso partecipativo svolto nel CPSA di Lampedusa nel gennaio 2013 con i minori non accompagnati ospiti nel centro in diversi periodi e con condizioni ambientali di volta in volta diverse. Tali casi-studio vogliono essere esemplificativi delle diverse finalità per le quali si può decidere di realizzare attività di partecipazione in luoghi di prima accoglienza e dei diversi strumenti utilizzati a tal fine. La presentazione dettagliata dei percorsi e di alcune sessioni lavoro e attività vuole essere un punto di riferimento operativo per chi volesse pianificare attività simili anche in altri luoghi di prima accoglienza. 20 Capitolo 3 ATTIVITÀ PARTECIPATIVE IN STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA Capitolo 3 ATTIVITÀ PARTECIPATIVE IN STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA COME UTILIZZARE LE SCHEDE ATTIVITÀ SCHEDE ATTIVITÀ 21 CaPItolo 3 In questo capitolo sono proposte alcune attività partecipative da realizzare nelle strutture di prima accoglienza con minori stranieri non accompagnati, che possono essere condotte da operatori ed educatori avendo come riferimento generale il modello teorico-tecnico che segue. Tali attività sono state elaborate al fine di supportare, da un lato l’attività di informativa e consulenza legale rivolta ai minori stranieri non accompagnati e, dall’altra, promuovere l’approccio e la metodologia di Save the Children alla partecipazione e al diritto all’ascolto dei minori stranieri in tutti i contesti di accoglienza, attraverso la progettazione e la realizzazione di spazi ricreativi, di decompressione e di ascolto strutturati che permettano di migliorare l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attraverso la pianificazione di attività e percorsi partecipativi mirati come occasione di aggancio, supporto e inclusione sociale. Il loro diretto coinvolgimento permette di: ■ Approfondire e ridefinire i fenomeni migratori; ■ Conoscere meglio i fattori di rischio e di protezione effettivi; ■ Aumentare la loro capacità di proteggersi (o supportarsi tra pari); ■ Creare strumenti e occasioni di sensibilizzazione o intervento attivo; ■ Migliorare i servizi, i programmi e le policy a loro destinati; ■ Promuovere opportunità, protezione e acquisizione di capacità e competenze per i ragazzi/e; ■ Favorire il diritto di cittadinanza. Tutte le attività sono state sviluppate ed adattate al contesto di riferimento consentendo dunque alle stesse di essere direttamente utilizzabili in tali circostanze; sono state testate e sperimentate dal personale specializzato in partecipazione di Save the Children con almeno 610 minori stranieri non accompagnati e 32 operatori ( e mediatori culturali) in 8 strutture di prima accoglienza della Sicilia orientale e in 1 struttura di prima accoglienza della Puglia da Agosto 2013 a dicembre 2014. In termini operativi, tali attività di partecipazione, prevedono: tempi brevi di coinvolgimento dei ragazzi/e; alto numero di partecipanti; concretezza e semplicità dei contenuti e delle modalità di coinvolgimento attraverso l’ausilio di tecniche di rappresentazione quali il disegno e l’ausilio di strumenti quali cartelloni e illustrazioni grafiche; elevato grado di accessibilità per ragazzi con livelli fortemente eterogenei circa le capacità linguistico/cognitive e relazionali; gioco e movimento fisico; promozione della peer support; facilitazione da parte del conduttore e del mediatore culturale. Viene inoltre favorito il lavoro in plenaria o in sottogruppi numerosi. CoME UtIlIZZaRE lE SCHEDE attIVItà Di seguito vengono presentate 10 attività che costituiscono dei suggerimenti per gli operatori e che dovranno essere modificate e gestite in modo flessibile a seconda delle condizioni esterne (tempi e spazi disponibili), del numero di operatori e mediatori culturali coinvolti e del gruppo di ragazzi partecipanti (numero, lingue parlate, necessità espresse). Tali attività, possono essere suddivise a seconda dal target di minori stranieri non accompagnati al quale si rivolgono ed in base al tempo di permanenza degli stessi presso la struttura. Sono differenziate in base al colore. Le attività in colori chiari sono destinate a minori appena arrivati o presenti da poco tempo nella struttura, le attività in colori scuri sono invece mirate a minori presenti nella stessa per un prolungato periodo di tempo. 22 CaPItolo 3 In particolare le attività di colore Blu, Marrone e Viola sono destinate a minori stranieri non accompagnati collocati per un prolungato periodo di tempo presso strutture di prima accoglienza e in attesa di essere trasferiti in comunità per minori che hanno trovato una stabilità e si dimostrano reticenti verso un futuro trasferimento. La finalità di tali attività è quella di preparare i minori al trasferimento in modo tale che ciò avvenga in maniera serena e consapevole informandoli circa ciò che troveranno, chiarendo eventuali dubbi, rispondendo alle loro domande e condividendo con gli stessi il carattere di temporaneità e precarietà della struttura in cui sono ospitati attualmente. A questo fine le 3 attività sono mirate a: raccogliere opinioni e percezioni dei ragazzi sul tema dell’accoglienza sottolineando il carattere di temporaneità e precarietà della prima accoglienza; ad approfondire le aspettative di vita in Italia (o Europa) e cos’è una comunità per minori e chi vi lavora; conoscere i rischi che possono correre ed in quale modalità la comunità per minori può garantire fattori di protezione a tali rischi. In quest’ottica è fondamentale che gli operatori della struttura (e volontari qualora presenti) partecipino attivamente alle attività supportando i minori in questo delicato momento, in quanto dopo un prolungato tempo di convivenza, gli stessi sono divenuti degli adulti di riferimento per tali minori. Le attività sono riportate secondo uno strutturato ordine cronologico di realizzazione orientato secondo l’approccio e la metodologia partecipativa. Le attività nei colori chiari (bianca, gialla, arancione, azzurra e grigia) sono finalizzate all’accoglienza del minore presso la struttura dopo il momento dello sbarco dunque sono caratterizzate da una alto livello ricreativo (realizzato attraverso il gioco), di decompressione, di condivisione della nuova realtà in cui sono stati collocati e di presentazione/valorizzazione di loro stessi, del loro bagaglio culturale e di competenze. Le attività nei colori scuri (verde, rossa, blu, marrone e viola) sono invece mirate alla condivisione del percorso che i minori dovranno affrontare, i diritti loro riconosciuti e le responsabilità che da questi derivano; sono caratterizzate da un alto livello partecipativo dei minori, permettendo loro di chiarire domande, soddisfare bisogni, e migliorare i servizi favorendo un clima sereno e diminuendo eventuali frustrazioni. Di seguito si vuole condividere ed esplicitare la logica partecipativa che sta alla base di ogni attività per garantire che le stesse vengano realizzate in maniera efficiente e nel rispetto di una partecipazione etica e significativa di tutti i minori cui si rivolgono. attività Bianca: E’ la prima attività da svolgere con i minori. E’ fondamentale replicarla ogniqualvolta ci sono nuovi arrivi nella struttura. Si fa la conoscenza del personale della struttura, dei minori presenti, degli spazi e delle regole in maniera tale che coloro i quali sono appena arrivati si sentano accolti e coinvolti da subito nella vita della struttura; a questo fine è bene garantire loro l’opportunità di partecipare e contribuire attivamente ad esempio, coinvolgendoli nello stabilire alcune delle regole della struttura stessa. Garantire loro tale partecipazione consente di prendere decisioni condivise e, quindi, più efficaci, rendendo i minori responsabili del rispetto delle stesse. attività Gialla: A seguito del momento dedicato all’accoglienza e alla conoscenza, è molto importante garantire ai minori l’opportunità di capire meglio dove si trovano ma soprattutto dove vorrebbero andare; affrontare tali argomenti mediante una dinamica di gioco di squadra permette loro di conoscere gli altri, condividere il proprio bagaglio di conoscenze e fornire agli operatori importanti indicazioni circa le loro percezioni, aspettative e progetti futuri. Gli stessi risultati potrebbero non essere raggiunti nel caso di colloqui individuali o di chiacchierate “da grandi”. attività arancione: Tale attività è pensata per approfondire il progetto migratorio di determinati gruppi di minori stranieri non accompagnati che sono intenzionati a proseguire il loro viaggio verso altre città italiane o altri Paesi europei. Sulla base dell’esperienza maturata da Save the Children in questo ambito, è molto importante approfondire il progetto migratorio dei 23 CaPItolo 3 minori egiziani (diretti verso Roma e Milano) e dei minori provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea e dall’Afghanistan (diretti verso Germania, Svezia e Norvegia). Ciò permette agli operatori e alle organizzazioni di riferimento di tutelare il minore nel suo viaggio facilitando, come previsto per Legge, il ricongiungimento familiare con parenti in Italia o in altri Paesi Europei18, riducendo gli allontanamenti dalle strutture ed i rischi ai quali sarebbe esposto un minore straniero non accompagnato che viaggia da solo in paesi che non conosce. attività azzurra: Tale attività è fondamentale per condividere percezioni e stati d’animo dei minori dopo alcune settimane di permanenza nella struttura. Venire a conoscenza di tali stati d’animo permette agli operatori di intervenire, laddove necessario con attività o colloqui, per tranquillizzare il minore, fornirgli risposte e soddisfare i sui bisogni nei limiti delle reali possibilità della struttura. Affrontare tali argomenti delicati può essere agevolato attraverso la realizzazione di attività ricreative durante le quali i minori imparano alcune parole in italiano che possono tornare loro utili nella vita di tutti i giorni. attività Grigia: Dopo aver presentato e condiviso con i minori la nuova realtà nella quale si trovano a vivere è molto importante garantire loro la possibilità di presentare la cultura di provenienza. Tale attività permette di valorizzare la loro personalità promuovendo il riconoscimento e la consapevolezza di sé. I minori si sentiranno coinvolti e gli operatori potranno apprendere utili informazioni di carattere religioso e culturale che permetteranno loro di comprendere meglio atteggiamenti, richieste e abitudini dei ragazzi migliorando così il loro servizio e riducendo possibili conflitti e malintesi. attività Verde: La prima delle attività “scure” è pensata per far emergere lo stato d’animo dei minori che sono in struttura da molto tempo e permettere loro di contribuire attivamente al miglioramento degli standard di accoglienza garantiti dalla stessa. A causa del tempo ivi trascorso i minori hanno compreso molto bene “come funziona” la struttura e dunque risulta fondamentale farli partecipare nella gestione, per un miglioramento che riguarderà anche quelli presenti da poco tempo o quelli che arriveranno in futuro. Tale partecipazione aumenterà la loro capacità di proteggersi e supportarsi tra pari nonché il miglioramento dei servizi loro destinati. attività Rossa: E’ fondamentale, a questo punto del percorso, guidare i minori nelle diverse fasi che scandiranno la loro presenza nel paese di accoglienza. Far vivere loro il percorso di “integrazione” tramite l’esperienza del gioco, consentirà di conoscere la strada che li attende, non creare false aspettative verso il futuro e di arrivare in maniera serena nella comunità per minori. Informare i minori è un loro diritto e la consapevolezza verso il futuro aumenta la stima in loro stessi e riduce la frustrazione verso un futuro incerto. attività Blu: I minori che si trovano a vivere per un prolungato periodo di tempo presso le strutture potrebbero trovare comunque una stabilità a accettare questa condizione di vita, che dovrebbe essere temporanea, come qualcosa di positivo. E’ importante in questo caso accompagnare i minori nel confronto tra ciò che una struttura di accoglienza temporanea e una comunità per minori possono garantire loro. Si deve riflettere insieme sulla differenza sostanziale tra i due livelli di accoglienza ma soprattutto su ciò che i minori vorrebbero per il loro futuro. Ciò consente agli stessi di valutare che la vita nella struttura non permette di soddisfare quelli che sono e saranno i loro reali bisogni. 24 CaPItolo 3 attività Marrone: A seguito di tale confronto è necessario condividere con i minori cos’è una comunità per minori ed i motivi per cui, la stessa, potrebbe essere molto importante per il loro futuro e per la loro vita. E’ sempre fondamentale partire dalle loro percezioni (quindi dalla loro idea di cos’è una comunità) per una condivisione efficace. attività Viola: Una volta presentato loro cos’è una comunità è molto importante illustrare i rischi in cui potrebbero incorrere ed i relativi fattori di protezione condividendo in che modo una comunità per minori può garantire questi ultimi. Un tale livello partecipativo consente ai minori di divenire maggiormente consapevoli dei propri diritti e delle responsabilità che questi comportano; Tutte le suddette attività devono essere realizzate con un approccio child friendly, tenendo conto all’età e del grado di maturità del gruppo dei partecipanti in modo tale che ogni minore abbia la possibilità di contribuire e partecipare in modo rilevante e al massimo delle sue capacità. Tale approccio favorisce e facilita in particolare la fase di “aggancio” e coinvolgimento dei minori nelle attività stesse, distinguendo il momento dedicato alla partecipazione da ogni altro momento di vita quotidiana nella struttura. La scelta di differenziare la figura e l’intervento di un “facilitatore” da quella di un supporto specifico alle attività, è legata al contesto nel quale queste vengono realizzate e dal diverso ruolo che, un operatore/educatore svolge rispetto a quello di un consulente legale e/o di uno psicologo. E’ molto importante, ai fini della metodologia, distinguere il ruolo ed il coinvolgimento delle due figure. Nel caso di specie, per facilitatore si vuole intendere colui che, durante le attività con i ragazzi, facilita il confronto e l’emersione dei contenuti mentre colui che supporta, è presente durante le attività ma interviene solamente in specifiche fasi delle stesse (in particolare durante la condivisione dei risultati immediati) agevolando la comprensione e l’approfondimento di specifiche tematiche, attraverso la sua professionalità e conoscenza della specifica materia oggetto dell’attività stessa. La realizzazione delle seguenti attività può essere supportata dall’utilizzo di alcune specifiche schede contenute nel “Welcome Kit”19 prodotto dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. In particolare: SCHEDA WELCOME KIT DI RIFERIMENTO Attività Bianca Centro Temporaneo di Accoglienza + I tuoi doveri qui Attività Gialla Dove ti trovi? Attività Arancione Scheda speciale Eritrea (rivolta a minori eritrei), Accertamento dell’età + Richiesta di invio documenti dal paese di origine (ad esempio con minori egiziani) Attività Azzurra Dizionario illustrato Attività Rossa I tuoi diritti, I tuoi doveri Attività Blu Centro Temporaneo di Accoglienza + Comunità Attività Marrone Comunità Attività Viola Consigli dei tuoi compagni che sono in Italia Si consiglia di guidare e accompagnare i minori nell’utilizzo del kit, contestualizzandone i contenuti con la realtà di riferimento, in modo da evitare un uso scorretto dello stesso. 25 CaPItolo 3 taBElla DEllE attIVItà Attività BIANCA Target group: Nuovi arrivi in struttura Obiettivo: accoglienza dei nuovi arrivi, conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori, condivisione di regole e spazi. GIALLA Target group: Minori da poco tempo nella struttura Obiettivo: conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori; condivisione di nozioni sull’Italia e sull’Europa e approfondimento del progetto migratorio dei ragazzi (condividere le aspettative dei ragazzi circa la loro volontà di rimanere in Italia o di spostarsi in altri paesi europei). ARANCIONE Target group: Minori “in transito” di nazionalità specifiche quali ad esempio eritrei, somali, egiziani. Obiettivo: Far emergere il progetto migratorio di tale gruppo di minori e la presenza di parenti in altri paesi europei. AZZURRA Target group: Tutti i minori presenti nella struttura. Obiettivo: condividere parole chiave su saluti e stati d’animo (in lingua italiana) GRIGIA Target group: Tutti i minori presenti nella struttura Obiettivo: conoscenza di usanze e costumi dei paesi di provenienza VERDE Target group: Minori da molto tempo nella struttura Obiettivo: indagare percezioni su condizioni di accoglienza e rendere partecipi i ragazzi nella gestione di aspetti di vita quotidiana nella struttura ROSSA Target group: Minori da molto tempo nella struttura Obiettivo: condividere parole chiave sul percorso di integrazione in Italia e in Europa BLU Target group: Minori da molto tempo nella struttura Obiettivo: raccogliere opinioni, percezioni ed esperienze sul tema di accoglienza e aspettative sul futuro MARRONE Target group: Minori da molto tempo nella struttura Obiettivo: approfondire nozioni, percezioni e aspettative su vita in Italia e nelle comunità per minori VIOLA Target group: Minori da molto tempo nella struttura Obiettivo: conoscere e approfondire rischi e fattori di protezione in quanto minori 26 CaPItolo 3 Tutte le attività sono state elaborate nel rispetto degli standard per la partecipazione di Save the Children20 i quali costituiscono anche la base alle indicazioni metodologiche che seguono, da considerarsi come attenzioni specifiche da porre in essere quando si svolge un lavoro con gruppi di ragazzi in un contesto complesso come quello delle strutture di prima accoglienza. INDICAZIONI METODOLOGICHE ■ Ogni qual volta si propongono delle attività ai minori è fondamentale condividere con loro il senso e la finalità delle stesse (ad esempio: il gioco è per far passare il tempo, per curare il corpo e la mente). ■ Tutti i minori devono sentirsi liberi di partecipare o meno e di lasciare in ogni momento l’attività (non tutti e in ogni momento avranno voglia di giocare o comunicare). In attività che implichino l’espressione di opinioni o racconti personali si ha cura di non forzare nessuno ad esporsi se reticente. E’ importante definire con i minori – eventualmente con i loro leader “spontanei”- gli orari, i tipi di attività, gli spazi. ■ Al fine di rendere le attività accessibili a tutti i minori intenzionati a partecipare, viene istituita e “pubblicizzata” di volta in volta, durante le attività ordinarie previste, una fascia oraria in cui si svolgono le attività (esempio dalle 16 alle 18) e gli spazi ad esse adibiti vengono delimitati con supporti visibili modo da renderli chiari e accessibili. ■ Il tempo/spazio dell’attività è delimitato da un momento iniziale e uno finale (facendo ad esempio piccole attività di movimento del corpo o di conoscenza per riscaldamento, fisico e mentale). ■ Nelle attività si stabiliscono dei momenti di restituzione informale su aspetti positivi e negativi delle stesse, ed eventuali proposte. L’attività viene pianificata, quanto possibile in anticipo, per avere tempo sufficiente alla preparazione dei materiali, alla loro disposizione e agli spazi dedicati (chiedendo l’aiuto dei minori qualora fosse possibile). ■ È utile creare dei cartellini per far scrivere il nome ai minori e agli operatori da attaccare alla maglietta all’inizio dell’attività (si potrebbero raccogliere in un cestino e distribuire di volta in volta). ■ Si consiglia di proporre attività ed esercizi semplici, sempre con il supporto di un mediatore linguistico o parlando una lingua veicolare a tutti comprensibile, al fine di rendere possibile la partecipazione a minori con diverse competenze cognitive/emotive e linguistiche . In generale ogni attività deve contenere delle modalità di avvicinamento e apprendimento della lingua italiana, la quale può costituire un fattore fondamentale e motivante per i minori che vogliono rimanere in Italia (ad esempio usando nei giochi poche parole chiave in italiano, facili da comprendere come “avanti, dietro, felice, triste, caldo, freddo”). Un’attenzione particolare viene posta nel rispettare la sensibilità in presenza di minori non scolarizzati nelle attività che prevedono scrittura e/o lettura. ■ In caso si verifichino momenti di tensione durante le attività fra i minori partecipanti, è importante non ignorare tale tensione, e in caso interrompere le attività condividendo con gli stessi le motivazioni. In ogni caso occorre aver cura di non forzare nessuna situazione/contatto fra minori o fra gruppi di essi. Le attività sono pesate per gruppi di 20/30 ragazzi, che condividono una o due lingue veicolari. Qualora i gruppi fossero molto numerosi, occorre ripetere l’attività per 2 o più giorni. 27 CaPItolo 3 SCHEDE attIVItà Al fine di soddisfare i requisiti per una partecipazione etica e significativa è fondamentale garantire che ogni attività di partecipazione sia necessariamente articolata secondo il seguente schema operativo in modo tale da differenziare i momenti dedicati alla partecipazione dalle altre attività svolte giornalmente all’interno della struttura. Tale schema permette agli operatori che dovranno realizzare le attività di avvalersi di uno strumento di supporto allo svolgimento delle stesse e permette inoltre ai minori di identificare tempi, spazi e modalità proprie della metodologia partecipativa. Lo schema è articolato in 5 momenti consecutivi organizzati in ordine cronologico. Si sottolinea inoltre l’importanza di un approccio e di un ambiente child friendly in ognuno dei suddetti momenti. 1. CERCHIO INIZIALE - RISCALDAMENTO Momento iniziale con cui si avvia ogni attività.Tale momento dovrebbe assumere un carattere di “ufficialità” in modo da distinguere chiaramente il tempo dedicato alle attività partecipative da altri momenti della giornata presso la struttura. Deve essere realizzato tenendo conto dell’età e del grado di maturità dei partecipanti e mediante una modalità child friendly. 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Necessario presentare ai minori, in maniera semplice e chiara, tutte la fasi dell’attività alla quale sono invitati a partecipare: obiettivi, modalità di svolgimento, possibili risultati. In questo modo i minori possono scegliere se e come prendere parte all’attività stessa. 3. ATTIVITÀ LABORATORIO* Momento centrale dell’attività in cui si svolgono i lavori prestabiliti. 4. CONDIVISIONE RISULTATI IMMEDIATI Fase in cui si condividono con i minori i risultati emersi durante l’attività svolta, si risponde alle loro domande, si chiariscono dubbi, si raccolgono loro impressioni e proposte alle quali è fondamentale dare risposte chiare e concrete (nel caso in cui alcune proposte/necessità verranno disattese è importante condividerne le motivazioni). 5. CERCHIO DI CHIUSURA Momento che chiude l’attività. Dovrebbe assumere un carattere di “ufficialità” in modo da distinguere chiaramente il tempo delle attività partecipative da altri momenti della giornata presso la struttura. * Gioco di Conoscenza: In caso di prima attività o nuovi arrivi è necessario svolgere un’attività di conoscenza/presentazione tra i partecipanti (tra i ragazzi e, tra ragazzi e operatori, prima dell’inizio delle attività) all’interno di questa fase ovvero prima di iniziare le attività. 28 ATTIVITà bIAncA Target Group: Nuovi arrivi in struttura (o prima attività) Obiettivo: accoglienza dei nuovi arrivi, conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori, condivisione di regole e spazi. Facilitatore: Operatore e mediatore culturale Durata: 45 min. Materiali: cartelloni, pennarelli, cartellini tagliati, badge, post it 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ci si dispone un cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “Oggi vi presentiamo la struttura in cui vi trovate, le persone che ci lavorano, gli spazi e le cose che potrete utilizzare, le regole che vi chiediamo di rispettare”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). GIOCO DI CONOSCENZA - Ogni minore dice il suo nome facendo un gesto; tutti ripetono nome e gesto (50 persone max). - In alternativa ogni minore dice il suo nome e il significato (20 persone max) a gruppetti prendono colori e cartoncini, scrivono il loro nome e un segno di riconoscimento, e li inseriscono nel badge. Poi con lo scotch di carta lo attaccano alla maglietta. Condividere con i partecipanti l’importanza dei cartellini di riconoscimento e stabilire con loro la regola che ogni qual volta un’attività inizia indosseranno i cartellini; ad attività terminata dovranno essere restituiti. IN ALTERNATIVA: Il gruppo si dispone in cerchio. Chi inizia dice il suo nome accompagnando ogni sillaba con un battito ritmico. (esempio: RITA batte le mani sulle cosce per RI e sul petto per TA.Tutto il gruppo ripete. La persona a sinistra si presenta con proprio nome e battito ritmico, e tutto il gruppo ripete entrambi i nomi insieme ai gesti, si continua finché non finisce il giro (dopo 8 persone ricominciare da capo). Variante 1: il ritmo/nome si usa per chiamare qualcun altro del gruppo che ripete il ritmo col suo nome e poi ne fa uno nuovo per chiamare qualcun altro. Variante 2: ognuno fa un ritmo col suo nome e tutti li ripetono più volte. Poi si ricomincia. 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Spiegazione ruoli e regole struttura: a) mostrare disegni delle varie figure/operatori che lavorano nella struttura chiedendo loro se sono a conoscenza di cosa fanno queste “figure” all’interno della struttura ed in che modo posso essere loro di aiuto. A seguito delle risposte dei minori è fondamentale chiarire dubbi e incomprensioni (per le figure vedere schede illustrative di riferimento in appendice). b) ripercorrere brevemente la giornata tipo nel centro per spiegar regole (orari pasti, uso telefoni, docce, spazi). Se possibile chiedere ad un minore di scrivere in una lingua veicolare tali regole su un cartellone che tutti potranno consultare in uno spazio individuato precedentemente dagli operatori che diverrà il punto informazioni. ATTENZIONE! È fondamentale associare le regole e gli spazi ad illustrazioni grafiche accompagnate da didascalie in più lingue e affiggerle oltre che nel punto informazioni anche negli spazi comuni. I minori posso partecipare alla realizzazione dei simboli e/o a scrivere le didascalie nella loro lingua. 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere alla domande dei minori circa il ruolo degli operatori e cosa possono fare per loro gli operatori. Chiarire eventuali dubbi (ad esempio su tempi di permanenza presso la struttura) e rispondere alle domande emerse nel corso dell’attività 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 29 ATTIVITà gIAllA Target Group: Minori da poco tempo nella struttura Obiettivo: conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori; condivisione di nozioni sull’Italia e sull’Europa e approfondimento del progetto migratorio dei ragazzi (condividere le aspettative dei ragazzi circa la loro volontà di rimanere in Italia o di spostarsi in altri paesi europei). Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente Legale Durata: 45 min. Materiali: cartelloni, pennarelli, cartellini tagliati, badge, cartina Europa e Africa, cartine tagliate per puzzle, post it, palla 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste( ad esempio:”Oggi capiamo insieme dove ci troviamo e cosa vogliamo sapere sull’Italia e sull’Europa”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro con le carte geografiche a) Dividere i partecipanti in due o più squadre, suddivise per colore b) gioco a squadre: si consegnano i pezzi di una cartina (Africa/Europa) con scotch e un cartoncino. Le squadre devono ricomporre le cartine nel minor tempo possibile (per figure vedere schede illustrative di riferimento in appendice). c) Finito il tempo il componente di ciascuna squadra può dire il nome di una citta o di un paese europeo che conosce alzandosi e indicando il collocamento dello stesso sulla cartina; inizia la squadra che ha ricomposto la cartina nel minor tempo e a seguire le altre sempre in base all’ordine di arrivo. d) il conduttore prenderà nota di quale squadra è riuscita ad elencare il maggior numero di citta o nazioni conosciute che sarà poi premiata come vincitrice. e) Si approfondisce il collocamento geografico della struttura (nazione, regione, provincia e comune) f) A conclusione di questo momento, minori e operatori disposti in cerchio, si scambiano domande e risposte sull’Italia e sull’Europa lanciandosi una palla; chi ha la palla farà una domanda ad alta voce e lancerà la palla verso colui al quale chiede una risposta chiamandolo per nome( ad esempio il giocatore A fa una domanda al giocatore B e gli lancia la palla. Il giocatore B riceve la palla, risponde e lancia a sua volta la palla verso un altro giocatore facendo un’altra domanda) e così via finchè tutti i giocatori non hanno fatto almento una domanda. 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere alla domande dei ragazzi emerse durante le attività e chiarire eventuali dubbi circa la possibile permanenza in Italia o la possibilità di spostarsi in altri paesi europei. ATTENZIONE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 30 ATTIVITà ArAncIone Target: Minori “in transito” di nazionalità specifiche quali ad esempio eritrei, somali, egiziani Obiettivo: Far emergere il progetto migratorio di tale gruppo di minori e la presenza di parenti in altri paesi europei Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente Legale Durata: 45 min Materiali: albero genealogico, buzz o bandierina, cartelloni, cartoncini, post-it 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi parliamo della nostra famiglia e delle persone che ne fanno parte”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su parentele: a) Si attacca il disegno di un albero genealogico con dei nomi fittizi. b) I partecipanti vengono suddivisi in squadre ed ogni squadra dovrà nominare un portavoce. Il conduttore fa domande sui legami di parentela presenti nel disegno dell’albero(ad esempio, cos’è ismael per abram? Risposta: cugino). c) Il primo portavoce che suona un buzz o che prende una bandierina può rispondere. Se risponde correttamente si ripete tutti insieme la parola indovinata in italiano e si consegna alla squadra un cartoncino con scritta la parola. d) Una volta terminate tutte le parole vince la squadra che ha ottenuto il maggior numero di cartoncini. e) Tutti i partecipanti posso creare il loro albero genealogico presentando poi al gruppo i nomi dei propri familiari specificando il grado di parentela in italiano con l’aiuto degli operatori (per figure vedere schede illustrative di riferimento in appendice). f) Si dedica uno spazio alla fine dell’attività per eventuali domande dei minori e si chiede loro se tutti i parenti che hanno inserito nell’albero si trovano nel loro paese di origine o se alcuni di loro sono in altri paesi 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e comprensibile qualora emergano domande e dare seguiti ad eventuali messaggi o richieste emerse dai minori. IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale qualora emerga la richiesta da parte dei minori di ricongiungersi a loro familiari. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 31 ATTIVITà AzzurrA Target:Tutti i minori presenti nella struttura. Obiettivo: condividere parole chiave su saluti (in lingua italiana) e stati d’animo Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto dello Psicologo Durata: 45 min Materiali: cartellone con disegno facce, tesserine parole, post it, pennarelli 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ognuno prende il suo badge. Si dispone un cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i ragazzi: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi impariamo insieme alcune parole in italiano che possono essere molto utili”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su stati d’animo e parole chiave a) I partecipanti vengono suddivisi in piccoli gruppi e il conduttore assegna a ciascun gruppo un cartoncino sul quale è indicata un’espressione (ad esempio Buongiorno, buonasera, Come stai? Bene grazie, male, felice, triste, stanco, spaventato, contento). Una volta assegnate le espressioni, il conduttore indica un gruppo alla volta chiedendo loro di ripetere tutti insieme l’espressione assegnata. A quel punto il conduttore, come un maestro d’orchestra, indicherà i gruppi mettendo in relazione domande e risposte (ad esempio il gruppo con l’espressione “come stai?” con quello del “bene, grazie! E tu?”).Tale attività può essere ripetuta più volte utilizzando frasi/domande più complesse che possono essere stabilite con i ragazzi stessi in base a ciò che secondo loro è importante imparare in italiano. È importante che tutto il gruppo risponda all’unisono. Bravi avete imparato le parole! b) Si attacca un cartellone che rappresenta facce con espressioni diverse. Ogni gruppo attacca la sua parola sulla faccia che gli sembra corrispondere. c) Chi vuole, liberamente, può condividere con il gruppo come si sente in quel momento usando le parole imparate in italiano (si può richiedere ogni volta che si apre un’attività). 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e comprensibile alle domande dei minori e confrontarsi con loro circa lo stato d’animo manifestato. IMPORTANTE! qualora emergano negli stati d’animo elementi o indicatori di particolari vulnerabilità è fondamentale la presenza e il supporto dello psicologo. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 32 ATTIVITà grIgIA Target:Tutti i minori presenti nella struttura Obiettivo conoscenza e condivisione di usanze e costumi dei paesi di provenienza dei minori Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale Durata: 45 min Materiali: cartellone punteggi, pennarelli, matite 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi potrete presentare agli altri il vostro paese e la vostra cultura e capire qualcosa su paesi e culture diverse dalla vostra”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su usi e costumi dei paesi di provenienza: a) si divide il gruppo in squadre che dovranno fare vari giochi, ogni gioco da un punteggio. b) I giochi sono spiegati all’inizio (poi gli operatori aiutano le squadre di volta in volta). Le squadre hanno 5 minuti per ogni prova: - scegliere e alla fine cantare una canzone preferita; - disegnare 3 tipi di case/abitazioni diverse; - fare un ballo tipico del proprio paese; - descrivere gli ingredienti di 1 piatto tipico - disegnare 4 bandiere; - salutare in 4 lingue diverse. c) finito il tempo le squadre devono presentare i propri risultati. La giuria darà punteggio per ogni prova. IMPORTANTE! Mettere a confronto le diverse culture (anche quella italiana) in base ad alcuni aspetti emersi durante l’attività (ad esempio rispetto al cibo, a modi di dire o saluti, ai tipi di case, al modo di giocare). 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e comprensibile qualora emergano domande e condividere con loro la ricchezza di ogni cultura senza preferenze. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 33 ATTIVITà Verde Target: Minori presenti da tempo nella struttura Obiettivo: indagare percezioni su condizioni di accoglienza e rendere partecipi i ragazzi nella gestione di aspetti di vita quotidiana nella struttura Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto dello Psicologo Durata: 45 min. Materiali: fogli penne, cartellone pennarelli 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “Oggi cerchiamo di capire cosa si prova ad arrivare e a vivere nella struttura di prima accoglienza e cosa si potrebbe fare per migliorarla, anche per i ragazzi che verranno dopo di voi.”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su stati d’animo e proposte su come migliorare la vita nella struttura a) Divisione dei partecipanti in coppie o in piccoli gruppi (ad esempio si potrebbe dividere i minori per nazionalità e coinvolgere loro Leader spontanei per gestire il lavoro del gruppetto): ogni gruppetto scrive nella propria lingua una lettera o realizza un disegno (in caso di minori non scolarizzati) a un proprio amico nel paese di origine per raccontare la permanenza nella struttura e cosa sarebbe bello che ci fosse/si facesse nella struttura b) chi vuole la legge e il mediatore la traduce c) gli argomenti principali vengono appuntati su un cartellone Gli spunti emersi verranno sottoposti a chi si occupa della struttura per raccontare quali sono le opinioni dei minori 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Le proposte/commenti dei minori devono avere una pronta risposta da parte degli operatori della struttura. IMPORTANTE! Dare visibilità ai cambiamenti (anche minimi) messi in atto nella struttura su suggerimento dei minori e coinvolgerli attivamente negli stessi. Nel caso in cui altri suggerimenti proposti non possano avere seguiti è fondamentale spiegare il perché ai minori. ATTENZIONE! Qualora emergano nei racconti elementi o indicatori di particolari vulnerabilità è fondamentale la presenza e il supporto dello psicologo. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 34 ATTIVITà rossA Target: Minori presenti da tempo nella struttura Obiettivo: condividere parole chiave e “attori” presenti nel percorso di integrazione in Italia/Europa, Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legale Durata: 45 min Materiali: testimoni staffetta (cartoncini con scritte parole chiave), scotch di carta per disegnare percorso 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi capiamo insieme il percorso che dovrete fare per vivere in Italia e in Europa”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su percorso di integrazione in Italia: a) Si prepara il percorso: dovrà comprendere alcuni ostacoli e alcune andature (ad esempio: prima parte del percorso su un piede solo, poi slalom, poi salti a piedi uniti, poi camminata a 4 zampe) b) Si spiegano i vari elementi (“testimoni della staffetta”) presenti nel gioco che rappresentano più o meno in ordine cronologico le diverse fasi che i ragazzi dovranno affrontare nel loro percorso di integrazione (ad esempio: 1 collocamento in comunità; 2 tutore; 3 inizio pratica per permesso di soggiorno; 4 scuola; 5 permesso di soggiorno; 6 lavoro).Vedere schede illustrative di riferimento in appendice. c) Si dividono i minori in 3 squadre con uguale numero di giocatori (o si fa correre qualcuno due volte), se possibile contrassegnate da un colore e ogni squadra si dispone in fila indiana dietro la linea di partenza. d) Si spiega il percorso. e) Le squadre partono insieme al via. Inizia il primo giocatore della fila, fa tutto il percorso prende il testimone che gli darà l’operatore alla fine del percorso e torna indietro. Passa il testimone al secondo giocatore. Questo fa il percorso e arriva alla fine dove prende un secondo testimone (si accumulano). f) La squadra i cui giocatori riescono ad ottenere tutti i testimoni per prima, facendo regolarmente il percorso vince g) Si spiega il senso del gioco ed il significato di ogni singolo “testimone”: il percorso che dovrete fare per stare in Italia (ma anche in Europa) è fatto di varie tappe, ci sono a volte degli ostacoli (per la burocrazia o simili) e dovrete avere pazienza . 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e comprensibile alle domande dei minori correggendo eventuali visioni distorte circa il percorso di integrazione in Italia e i diversi “attori” che interverranno in tale percorso. IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge). 35 ATTIVITà blu Target: minori presenti da molto tempo nella struttura Obiettivo: raccogliere opinioni, percezioni ed esperienze sul tema di accoglienza e aspettative sul futuro Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legale Durata: 45 min Materiali: Cartelloni, cartoncini o post-it, pennarelli, palla 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi vorremmo capire insieme cosa significa per voi la parola accoglienza e cosa vorreste per il vostro futuro”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ Lavoro su prima e seconda accoglienza: a) Si attacca un cartellone con la scritta “accoglienza” (tradotta ai ragazzi in due o più lingue veicolari) b) Si consegnano ai partecipanti (che possono essere suddivisi in piccoli gruppi di nazionalità) dei cartoncini e si chiede loro di scrivere (o disegnare) una o più parole nella loro lingua per dire “accoglienza” c) Uno alla volta i minori (eventualmente il portavoce del gruppetto) spiegano agli altri cosa hanno scritto e attaccano il cartoncino sul cartellone. Se necessario si fanno domande per chiarire concetto. d) A questo punto si chiede ai partecipanti (individualmente o a gruppi) di elencare 8 elementi che, a loro parere servono ad una “buona accoglienza” e ordinarli per importanza. e) Attaccare due cartelloni che rappresentano rispettivamente “prima accoglienza” e “seconda accoglienza” che possono essere differenziate come “cosa ho oggi” e “cosa vorrei domani” (o in futuro) e chiedere ai minori di attaccare gli 8 elementi distribuendoli tra i 2 cartelloni e spiegando il motivo. f) A questo punto l’operatore attaccherà su 2 cartelloni dei cartoncini raffiguranti servizi di accoglienza garantiti rispettivamente dalla prima e dalla seconda accoglienza illustrandoli in maniera semplice e chiara, in più lingue veicolari partendo da ciò che i ragazzi hanno condiviso. Ad esempio nella prima accoglienza: un tetto, affetto, cibo, amici, persone che si occupano di te, assistenza legale. Nella seconda, oltre ai punti precedenti: iscrizione alla scuola pubblica e possibilità di conseguire un titolo di studio, iscrizione al S.S.N. e dunque possibilità di essere curato se ti ammali, la possibilità di avere i documenti (come la carta d’identità e il codice fiscale), la possibilità di accedere a borse lavoro o tirocini formativi al pari dei minori italiani, la nomina di un tutore che si occuperà di te, un percorso di integrazione che ti aiuterà ad inserirti nella società, un avvocato che ti darà tutte le informazioni necessarie per capire la tua situazione, un mediatore culturale che ti aiuterà ad esprimerti nella tua lingua, la possibilità di convertire il permesso di soggiorno al raggiungimento dei 18 anni (vedere schede illustrative di riferimento in appendice). g) E’ fondamentale sottolineare la differenza tra i due livelli di accoglienza e la precarietà e temporaneità della prima anche se alcuni degli elementi presentati sono comuni a entrambi. h) Disposti in cerchio, si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande lanciandosi una palla (chi riceve la palla può fare una domanda; una volta ottenuta la risposta lancerà la palla ad un altro che potrà a sua volta fare una domanda o dire qualcosa). 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei ragazzi e supportare i minori nella distinzione tra la prima accoglienza (temporanea e non definitiva) e la seconda accoglienza (più stabile e tutelante circa la loro integrazione ed il loro futuro). IMPORTANTE! Risulta fondamentale il supporto di un consulente legale per approfondire le tematiche affrontate. 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge). 36 ATTIVITà mArrone Target: Minori presenti da molto tempo nella struttura Obiettivo: approfondire nozioni, percezioni e aspettative su vita in Italia/comunità per minori – approfondire contenuti informativa legale Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legale Durata: 45 min Materiali: cartellone con disegno comunità, tesserine parole, post it, pennarelli 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi capiamo insieme cos’è una comunità per minori e cosa troverete una volta arrivati”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su comunità per minori: a) Si attacca il cartellone che rappresenta una comunità per minori vuota; ad esempio a forma di casa b) Si consegnano ai partecipanti dei cartoncini (ad esempio a forma di mattoncini) e si chiede loro cos’è una comunità e/o cosa si immaginano di trovare in una comunità – persone, cose, attività, spazi. c) Uno alla volta i minori spiegano agli altri che cosa hanno scritto e attaccano il post it sul cartellone. Se necessario si fanno domande per chiarire concetto. d) Si condivide con i minori cos’è una comunità, cosa e chi troveranno partendo da ciò che i partecipanti hanno scritto o pensano e utilizzando alcune parole chiave in italiano (ad esempio: comunità, operatore, assistente sociale, tutore, scuola) e) Si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei minori, in particolare riguardo i tempi dei trasferimenti in comunità ed il motivo per cui alcuni vengono trasferiti prima e altri dopo. Chiarire visione distorte circa la vita nella comunità e il ruolo degli operatori e/o degli altri “attori” che interverranno nel loro percorso. IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge) 37 ATTIVITà VIolA Target: minori presenti da molto tempo nella struttura Obiettivo: conoscere e approfondire rischi e fattori di protezione in quanto minori Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legale Durata: 45 min Materiali: cartelloni, carte dei rischi e della protezione, cartoncini, pennarelli, palla 1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzioni dove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole. 2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività; - qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi cerchiamo di capire insieme quali sono i rischi che potete correre e come potete essere protetti da questi rischi visto che siete minori”); - quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti). Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate ad un riferimento grafico (disegno e/o simbolo). 3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO Lavoro su rischi e protezione: a) Si attaccano due cartelloni sui quali si scrive rispettivamente “Rischi” e “Protezione” in due o più lingue veicolari spiegandone il significato ai partecipanti; b) Si dividono i partecipanti in due o più squadre (ad esempio suddivise per lingue veicolari) e si consegna loro alcune “Carte della Protezione” spiegandone il significato (ad esempio: partecipare, essere ascoltato, lavoro, scuola, assistenza medica, tutore, amici, casa, avvocato, documenti, comunità, asilo, contattare la famiglia). Si spiega loro che gli operatori attaccheranno sul cartellone rischi alcune “Carte di Rischio” (ad esempio: lontananza dalla famiglia, guerra, maltrattamento, sfruttamento, lingua straniera, non essere informati o ascoltati, razzismo, non poter andare a scuola o non essere curato) spiegandone il significato e ogni squadra dovrà rispondere a tali rischi con la carta protezione che ritiene appropriata attaccandola al cartellone “protezione” e spiegandone il motivo (vedere schede illustrative di riferimento in appendice). c) Si consegnano alle squadre anche 4 “Carte Protezione” in bianco che ogni squadra potrà creare nel modo in cui crede più appropriato per rispondere alle carte rischio spiegandone il motivo (a questo fine il numero delle carte rischio dovrà essere maggiore delle carte protezione già illustrate in modo tale da stimolare i ragazzi a creare le loro carte protezione personalizzate). d) Vince la squadra che riesce ad associare un maggior numero di carte protezione alle carte rischio. e) E’ opportuno creare tutte le carte con dei disegni o illustrazioni in modo che siano comprensibili per tutti e spiegarne il significato in due o più lingue veicolari. f) Si condivide con i minori in che modo la comunità (o centro Sprar) per minori realizza tali fattori di protezione (ad esempio: la presenza di un tutore, di un avvocato e di un mediatore culturale che ti assisteranno e aiuteranno per capire meglio la tua situazione e cosa è meglio per te ascoltando la tua opinione; la possibilità di contattare la tua famiglia; la possibilità di vivere con un piccolo gruppo di ragazzi come te; la possibilità di essere curato in caso di malattia e di avere i documenti; la possibilità di essere iscritti a scuola, imparare la lingua e ottenere un titolo di studio; la possibilità di accedere a borse di lavoro in regola con la legge e dunque senza il rischio di essere sfruttato; la possibilità di avere degli amici dentro e fuori la comunità; la possibilità di avere un tempo per te per giocare e divertirsi). g) Se necessario si fanno domande per chiarire concetto. h) Disposti in cerchio, si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande lanciandosi una palla (chi riceve la palla può fare una domanda; una volta ottenuta la risposta lancerà la palla ad un altro che potrà a sua volta fare una domanda o dire qualcosa). 4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei minori, in particolare riguardo ai loro diritti in comunità o centro Sprar e chiarire nuovamente, se necessario la tempistica dei trasferimenti contestualizzandola alla situazione attuale legata ad un altissimo numero di arrivi. IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale 5. CERCHIO DI CHIUSURA Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge). 38 CaPItolo 3 Un momento delle attività di partecipazione con un gruppo di 28 minori stranieri non accompagnati di differenti nazionalità all'interno di una struttura di prima accoglienza in provincia di Siracusa (Sicilia), novembre 2014. Un momento delle attività di partecipazione con un gruppo di almeno 35 minori stranieri non accompagnati di differenti nazionalità all'interno del CPSA di Lampedusa, luglio 2011. 39 CaPItolo 3 18 Regolamento “Dublino III” Per scaricare gratuitamente il kit o farne richiesta consultare il sito www.garanteinfanzia.org 20 Approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità, partecipazione rilevante e volontaria, ambiente motivante e a misura di bambino e bambina, pari opportunità, personale è efficiente e preparato, la partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini, follow up e valutazione (consultare scheda in appendice del manuale). 19 40 Capitolo 4 PERCORSI DI PARTECIPAZIONE IN COMUNITÀ Capitolo 4 PERCORSI DI PARTECIPAZIONE IN COMUNITÀ COME REALIZZARE UN PERCORSO PARTECIPATIVO SCHEDE PERCORSI 41 CaPItolo 4 Save the Children Italia lavora per promuovere il diritto di bambini e adolescenti ad essere ascoltati e partecipare, favorendo e sostenendo opportunità attraverso le quali sia data loro la possibilità di esprimere le proprie opinioni, di essere informati, di prendere parte alle decisioni che li riguardano e di essere seriamente ascoltati e presi in considerazione per quello che dicono. A tal fine, nell’ambito del progetto Praesidium IX, sono state coinvolte 21 comunità e Sprar per minori21, nell’elaborazione e implementazione di percorsi partecipativi orientati alla creazione di spazi in cui i minori hanno la possibilità di far sentire la loro voce, decidere a chi farla sentire e diventare promotori attivi di cambiamento delle loro condizioni di vita. Le attività sono state articolate in 4 fasi principali: 1. una giornata di formazione per ogni Regione (Calabria, Puglia e Sicilia) che ha coinvolto gli operatori delle comunità aderenti alle attività e durante la quale sono state elaborate le prime bozze progettuali di percorsi partecipativi personalizzati attraverso il supporto di strumenti creati ad hoc; 2. l’elaborazione e la finalizzazione dei percorsi partecipativi presso le comunità che ha visto protagonisti gli operatori che hanno preso parte alla formazione, nella presentazione e condivisione con gli altri operatori della propria struttura della metodologia partecipativa ed i relativi strumenti. Durante tale fase si sono svolte skype call tra i ragazzi delle comunità, gli operatori, il Child Participation Expert ed il Coordinatore del progetto Praesidium di Save the Children, finalizzate alla presentazione dei percorsi, degli obiettivi e dei risultati ai minori stessi22. 3. l’implementazione e l’approfondimento della metodologia partecipativa nelle comunità, con il supporto e il monitoraggio del referente di Save the Children alla partecipazione; 4. un incontro di confronto e condivisione di buone pratiche partecipative durante il quale gli operatori delle comunità coinvolte nelle attività hanno avuto occasione di presentare l’andamento del proprio lavoro, condividere risultati ottenuti, criticità e punti di forza riscontrati ma, in particolare riportare il punto di vista dei ragazzi emerso durante lo svolgimento del percorso. In generale, suddette attività hanno realizzato un incremento del livello di partecipazione attiva dei minori stranieri non accompagnati nel loro contesto di vita, un miglioramento del diritto ad essere ascoltati dagli interlocutori di riferimento nonché un valido scambio di esperienze e creazione di rete fra le comunità coinvolte nel progetto ed interlocutori istituzionali finalizzate a fornire risposte alle necessità/bisogni emersi dai ragazzi. Alla luce di quanto presentato, i paragrafi seguenti riportano sia materiali e strumenti realizzati al fine di supportare il lavoro degli operatori delle comunità per minori coinvolte nelle attività, sia i percorsi partecipativi elaborati e sperimentati dalle stesse, che possono costituire importanti strumenti e spunti operativi per chi lavora in questo ambito. CoME REalIZZaRE UN PERCoRSo PaRtECIPatIVo L’elaborazione e la realizzazione di un percorso di partecipazione richiede un lavoro strutturato da parte di tutti coloro i quali sono coinvolti nelle attività, a partire dagli stessi minori che vi prenderanno parte. Coinvolgere e consultare i ragazzi e le ragazze per Save the Children significa avviare un percorso, nel rispetto degli standard minimi condivisi a livello internazionale23, che preveda il coinvolgimento in modo non discriminatorio dei destinatari delle azioni o riflessioni, e cioè in questo caso i ragazzi stessi, la previsione di criteri adeguati 42 CaPItolo 4 per la sua realizzazione (processo), una concreta possibilità di incidere su chi ha la responsabilità di far rispettare i diritti dei consultati (duty bearers), una valutazione finale del grado di effettiva ricezione delle istanze avanzate da parte dei duty bearers, della loro effettiva attuazione e dell’impatto in termini di miglioramento delle condizioni di vita dei ragazzi stessi24. La finalità è quella di facilitare e rendere affettivo il diritto alla partecipazione dei minori ai temi che li riguardano direttamente, così come stabilito dalla CRC, in particolare agli articoli 12, 13 e 14. In merito a quanto sopra riportato si sottolinea che, qualunque sia il livello, le motivazioni o le circostanze per cui i minori vengono coinvolti e/o consultati, è importante mantenere alta la qualità della loro partecipazione che va sempre intesa come un processo di empowerment e non come una concessione da parte degli adulti. Nel programmare e realizzare un percorso partecipativo, gli adulti (operatori, educatori, governi, agenzie internazionali, ONG) dovrebbero essere sempre guidati da una considerazione primaria del superiore interesse del minore e della sua sicurezza e benessere. Dovrebbero in ogni momento considerare i minori come persone degne di rispetto e riconoscerli come titolari di diritti. Dovrebbero stabilire una procedura chiara e trasparente per selezionare i partecipanti al processo partecipativo nella maniera più inclusiva possibile. Dovrebbero fornire ai partecipanti tutte le informazioni necessarie riguardanti il processo a cui si chiede di prendere parte. Dovrebbero programmare il processo o l’evento insieme ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze coinvolti e prevedere fin dall’inizio il follow up in modo che i risultati derivanti dal percorso o dalla consultazione abbiano un seguito e siano messi in pratica ma soprattutto siano comunicati ai partecipanti. Se i processi partecipativi sono in particolare quelli consultivi - cioè quelli che mettono in relazione i minori con i duty bearer di riferimento per influenzarne le decisioni – è comunque opportuno utilizzare sempre, nel lavoro con i bambini e gli adolescenti, metodologie partecipative basate su attività volte al loro coinvolgimento attivo e all’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione. Save the Children Italia ha supportato gli operatori delle comunità nella realizzazione di percorsi di partecipazione con minori stranieri non accompagnati. nella pagina seguente viene riportato uno strumento operativo realizzato ad hoc con domande stimolo e finalizzato a guidare gli operatori nell’elaborazione di un percorso partecipativo secondo il quadro teorico finora tracciato. Tale guida, sperimentata anche in remoto ovvero presso comunità per minori che non hanno preso parte ad un incontro formativo sull’utilizzo della stessa, permette di progettare percorsi partecipativi sostenibili, mirati al target di minori cui si rivolgono e rispondenti agli standard per una partecipazione etica e significativa. Gli operatori hanno così a disposizione uno strumento che li supporterà nello stabilire il numero ed il contenuto degli incontri da realizzare con i minori, il grado di coinvolgimento e partecipazione di questi ultimi, le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi posti, gli strumenti per realizzarli e preziose indicazioni per garantire un alto livello di risultati attesi valutando in anticipo criticità e punti di forza riscontrabili durante lo svolgimento delle attività. Infine le domande precedute dalla parola ATTENZIONE! consentiranno, a quanti sono intenzionati ad elaborare un processo partecipativo, di non sottovalutare in nessun caso, la partecipazione ed il contributo dei minori nella realizzazione dello stesso. Dal momento che, in corso di realizzazione, alcuni elementi del percorso potrebbero cambiare è opportuno verificare periodicamente il progetto e apportare modifiche qualora fosse necessario rendendo partecipi i minori di tali cambiamenti. 43 CaPItolo 4 guIdA AllA comPIlAzIone dI un Percorso PArTecIPATIVo tItolo DEl PERCoRSo/attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Come intendo chiamare/definire il percorso? Riportare il titolo e una breve descrizione del percorso che si intende attuare. FINalItà E oBIEttIVI A che fine intendo svolgere il percorso/attività? Quali obiettivi intendo raggiungere? Per quale bisogno specifico dei minori metto in campo il percorso? In che modo vorrei rispondere a tale bisogno? Elencare gli obiettivi specifici DURata Quanti incontri con i ragazzi? Con quale periodicità? Quale durata? Stabilire il numero di incontri in funzione delle reali possibilità di tempo e disponibilità di ragazzi e operatori ma soprattutto che siano congrui al raggiungimento degli obiettivi individuati ATTENZIONE! I ragazzi sono stati coinvolti e/o informati nella scelta del numero, durata e periodicità degli incontri? RISoRSE E StRUMENtI (umane e materiali): chi coinvolgo e cosa mi serve per mettere in campo il percorso? ATTENZIONE! Tali risorse e strumenti sono adeguati alla finalità e al raggiungimento degli obiettivi? Posso disporre facilmente delle risorse e strumenti individuati? DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Come elaboro il percorso, posso articolarlo in diverse fasi? Quali potrebbero essere le attività? Quali gli strumenti per realizzarle? (ad es. il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi) 1) FASE OBIETTIVI: Quale/i obiettivo/i specifico intendo raggiungere in questa fase del percorso? ATTIVITÀ Quale/i attività pratica intendo realizzare per raggiungere l’obiettivo/i? ATTENZIONE! Tale obiettivo risponde ai bisogni reali dei ragazzi/e? I ragazzi sono stati adeguatamente informati sull’obiettivo che si intende raggiungere e il motivo per cui potrebbe essere utile per loro? ATTENZIONE! Le attività coinvolgono tutti i ragazzi? I ragazzi hanno la possibilità di partecipare attivamente a tali attività e di essere propositivi? Ne comprendono adeguatamente i contenuti? Sono stati sufficientemente informati sul motivo del loro coinvolgimento in tali attività? 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI 44 STRUMENTI Quali strumenti utilizzo e/o di quali ho bisogno per realizzare l’attività? Attraverso quali modalità svolgo le attività? ATTENZIONE! Lo spazio, il tempo e le risorse (umane e materiali) implementate sono adeguate allo svolgimento delle attività? Gli strumenti sono “a misura di minore” e adeguati al suo livello di comprensione? I ragazzi sono stati coinvolti nella scelta degli strumenti o delle modalità da utilizzare? CaPItolo 4 MEtoDoloGIa UtIlIZZata Attraverso quale metodologia intendo svolgere le attività prestabilite? Per quale motivo ho individuato tale metodologia? Quest’ultima risponde ai bisogni dei ragazzi, degli operatori o di entrambi? IMPORTANTE! Utilizzare le indicazioni metodologiche illustrate in fig. 2 (La metodologia nei percorsi partecipativi). UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consente ai ragazzi e alle ragazze di costruire uno spazio partecipativo? Sono stati da subito chiariti i limiti e l’impatto dei risultati attesi? Sono chiari per tutti (ragazzi e operatori) ruoli e obiettivi del percorso? Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Durante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita? Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune? Standard 4 – Pari opportunità Il percorso permette la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i ragazzi/e accolte nella comunità? Hanno tutti la possibilità di intervenire attivamente nello svolgimento delle attività? Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi e le ragazze sono accompagnati lungo il percorso da educatori esperti e formati sulle metodologie partecipative? Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Viene garantito a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini? E’ Assicurato che il percorso non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza, maltrattamento o sfruttamento? Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso è stata programmata una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza di consolidare lo strumento con sviluppi futuri? RISUltatI Elencare i risultati attesi dall’implementazione del percorso partecipativo ( ad es: coinvolgimento e partecipazione dei ragazzi alla comunità in cui vivono; miglioramento della qualità della loro vita; miglioramento della socialità e della convivenza interna). Tali risultati rispondono ai bisogni dei minori? CRItICItà Possibili difficoltà che potrebbe emergere durante il percorso o in fase di presentazione dello stesso. Quali potrebbero essere gli impatti negativi sui ragazzi o sul contesto? Quali i limiti nella realizzazione (di comprensione, linguistici, di disponibilità)? PUNtI DI FoRZa Quale valore aggiunto potrebbe avere tale percorso nel contesto della comunità? Su quali elementi/aspetti posso fare forza per ottenere dei risultati positivi e un buon coinvolgimento dei ragazzi? La metodologia nella realizzazione e gestione dei percorsi riveste un ruolo fondamentale per il livello di partecipazione dei minori che i percorsi stessi devono garantire. Nella tabella seguente (Fig.2) si riportano indicazioni metodologiche sostanziali che devono fungere da base per l’elaborazione e la realizzazione di ogni processo partecipativo. 45 CaPItolo 4 Fig. 2 LA METODOLOGIA NEI PERCORSI PARTECIPATIVI ■ Lasciare ai minori la possibilità di scegliere tematiche e argomenti da affrontare; ■ Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività (libertà di espressione - dovere di ascolto, non discriminazione, non offensività, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua); ■ Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. La guida e l’apporto di informazioni e chiarimenti da parte degli adulti ha come fine il dotare i minori di strumenti, chiarire competenze e funzioni e circostanziare le riflessioni ove necessario; ■ Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, mantenendo un clima positivo e di gioco; ■ Facilitare i minori nelle discussioni tramite attività laboratoriali (in plenaria o in piccoli gruppi), ideate per sollecitare contenuti e mettere in gioco quelli emersi, permettendo ad ognuno di trovare il proprio “posto” (per età, caratteristiche personali, livello di conoscenza della lingua italiana, singoli talenti); ■ Facilitare l’elaborazione e la sintesi delle proposte a partire dai materiali prodotti durante il percorso; ■ Strutturare una forma di partecipazione effettiva, appropriata e non lesiva di altri diritti. SCHEDE PERCoRSI Di seguito vengono riportate alcune schede di percorsi partecipativi realizzati da comunità per minori e centri Sprar delle regioni interessate dal progetto Praesidium (Calabria, Puglia e Sicilia) secondo i contenuti della scheda illustrata precedentemente . Tali percorsi hanno come destinatari i minori stranieri non accompagnati accolti in comunità, comprendenti ampie fasce di età (12-17) e nazionalità, e riguardano temi ed argomenti emersi dagli stessi come prioritari quali ad esempio il processo di integrazione in Italia (documenti, ruolo svolto da interlocutori istituzionali di riferimento, scuola, raggiungimento dei 18 anni), lavoro, intercultura, cura e igiene personale, ricostruzione del proprio percorso di vita, alfabetizzazione. I percorsi che seguono sono direttamente realizzabili all’interno delle comunità e centri Sprar per minori con le opportune modifiche in base al gruppo di minori al quale si rivolgono, alle figure professionali coinvolgibili, alle dinamiche interne della stessa e alle priorità dei partecipanti. La finalità di tale condivisione di buone pratiche partecipative è quella di offrire un supporto concreto al lavoro svolto quotidianamente da coloro che operano in questo ambito e diffondere una “cultura della partecipazione” e della tutela del diritto all’ascolto dei minori in un settore complesso come quello dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Tali percorsi sono suddivisi in 3 differenti aree tematiche classificate secondo uno strutturato ordine cronologico di svolgimento: aREa aCCoGlIENZa & INtEGRaZIoNE I processi partecipativi di quest’area sono elaborati per informare i minori su cosa offre loro una comunità, cosa e chi incontreranno nel loro percorso di integrazione e condividendo le loro aspettative, i loro bisogni e rispondendo alle loro domande. E’ molto importante 46 CaPItolo 4 svolgere tali percorsi nel primo momento di affidamento del minore alla comunità a supporto del suo inserimento e accoglienza nella stessa. Garantire ai minori l’opportunità di porre domande circa il loro futuro ed i loro diritti, permette agli operatori di creare un clima sereno ed un rapporto di fiducia con gli stessi, diminuendo le loro frustrazioni. Tali attività sono dunque particolarmente utili per iniziare a costruire una relazione educativa con i minori fornendo agli stessi gli strumenti e le occasioni per essere informati e coinvolti nelle questioni che li riguardano. aREa VIta IN CoMUNItà In quest’area sono contenuti tutti i percorsi che garantiscono ai minori di divenire protagonisti attivi della vita della comunità in cui sono stati accolti, iniziando a prendere confidenza con gli strumenti della partecipazione e passando dunque dall’essere informati, a prendere decisioni condivise con gli adulti (in questo caso operatori e tutori). In questa fase è molto importante fornire loro strumenti per raggiungere tale scopo ma soprattutto condividere con loro il livello di coinvolgimento, gli obiettivi nonché i risultati attesi. I minori devono avere l’opportunità di influenzare le decisioni che riguardano la loro vita. Si consiglia di realizzare i percorsi contenuti in quest’area a seguito dello svolgimento della prima (area Accoglienza & Integrazione) ovvero se il clima e la relazione educativa in comunità permette a operatori e minori di prendere decisioni condivise perchè entrambi hanno già esperienza di strumenti e processi partecipativi. aREa laVoRo & aUtoNoMIa Tale area comprende percorsi elaborati per minori e neo maggiorenni che sono vicini alla fine della loro esperienza in comunità e dunque avviati alla vita adulta e all’autonomia. I processi partecipativi, a questo livello, devono garantire al minore la possibilità di costruirsi la sua strada fuori dalla comunità, divenendo vero e proprio agente di cambiamento per la sua vita. E’ molto importante lavorare sul tema del lavoro, fare un bilancio delle competenze, valutare i rischi connessi al mondo del lavoro e i canali migliori (e più sicuri) per trovarne uno, permettendo ai minori e/o neo maggiorenni di affrontare la vita adulta con strumenti e consapevolezza. Durante lo svolgimento di tali percorsi è fondamentale supportare il minore lasciando però allo stesso la possibilità di gestirne i contenuti; può capitare infatti che la ricerca di un lavoro o della propria autonomia nasconda problematiche molto profonde legate ad esempio al percorso di vita, alla pressioni della famiglia o ad altre situazioni personali. I percorsi di quest’area richiedono un alto livello partecipativo dunque è necessario che minori e operatori abbiano già esperienza circa la gestione e realizzazione di un processo di partecipazione; a tale scopo si trovano nell’ultimo livello dei percorsi proposti. La realizzazione dei seguenti percorsi può essere supportata dall’utilizzo di alcune specifiche schede contenute nel “Welcome Kit”25 prodotto dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. In particolare: • AREA Accoglienza e Integrazione Dove ti trovi? + Accertamento dell’età + Dizionario illustrato • AREA Vita in Comunità Comunità + I tuoi diritti, I tuoi doveri + Consigli dei tuoi compagni che sono in Italia Si consiglia di guidare e accompagnare i minori nell’utilizzo del kit, contestualizzandone i contenuti con la realtà di riferimento, in modo da evitare un uso scorretto dello stesso. 47 CaPItolo 4 aREa aCCoGlIENZa & INtEGRaZIoNE TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Laboratorio Partecipato sui temi: accoglienza, integrazione e raggiungimento dei 18 anni FINalItà E oBIEttIVI - Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione. - Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità. - Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad essere ascoltati e partecipare. - Creare spazi di integrazione al fine di ridurre lo stigma che i ragazzi della comunità o del gruppo appartamento vivono sul territorio. - Fare emergere necessità e istanze dei ragazzi - italiani e stranieri - in tema di integrazione e inclusione sociale al raggiungimento dei 18 anni da formulare come richieste da fare alle istituzioni/duty bearer di riferimento. DURata 6 incontri da svolgere nell’arco di 3 mesi (un incontro ogni 15gg circa) RISoRSE E StRUMENtI Un educatore facilita le attività durante lo svolgimento degli incontri. Un mediatore ed uno psicologo supportano le attività. DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro, calendario e orario degli incontri. Presentazione del percorso al gruppo. Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Ad esempio attraverso la creazione di una “linea del tempo” nella quale collocare gli incontri che si terranno e il tema che si affronterà in ogni incontro. Ogni tema può essere presentato graficamente su dei cartelloni da attaccare alla linea del tempo; coinvolgere i ragazzi nella realizzazione dei cartelloni. Circle time Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni Raccolta impressioni, proposte e adesioni su attività attraverso domande mirate 48 I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri e idee sul percorso appena proposto attraverso domande stimolo Cartoncini, fogli e penne. CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Elaborare e condividere ostacoli, interrogativi, perplessità, bisogni, richieste e messaggi per la comunità ed il mondo esterno (ad es. coetanei, istituzioni, operatori) rispetto all’accoglienza in comunità e al processo di integrazione nella società. Costruire e/o Rappresentare e/o Disegnare il “percorso personale” vissuto dall’ arrivo in comunità al momento attuale, attraverso l’utilizzo di alcuni simboli quali ad esempio: - la montagna, che rappresenta gli ostacoli incontrati; - l’incrocio, che rappresenta le cose che non ho capito (non so dove andare, quale direzione prendere); - il ponte, che rappresenta cose o persone che hanno permesso di superare alcuni ostacoli - il megafono, che rappresenta cose che vorrei chiedere o messaggi che vorrei mandare al mondo esterno; - i mattoni che compongono la strada/percorso, che rappresentano le cose di cui avrei bisogno. - meta finale, definire cos’è per me integrazione e autonomia ovvero che cos’è stare bene nella società quando non si è più in comunità. Una volta realizzato il proprio percorso i ragazzi dovranno inserire questi simboli/oggetti al suo interno e dargli un nome Cartellone Fogli Penne e pennarelli Illustrazioni grafiche e/o immagini raffiguranti i simboli Raccolta feedback immediati dei partecipanti E’ fondamentale stabilire i “simboli” con i ragazzi in quanto il significato degli stessi è molto soggettivo (per alcuni la montagna potrebbe non rappresentare un ostacolo) Focus Group Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. 3) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: Descrivere il “sistema di tutela e protezione” con tutti gli attori di riferimento responsabili di fornire risposte ai bisogni e alle richieste dei minori (emersi nella 2 fase) ATTIVITÀ STRUMENTI Attività di descrizione delle funzioni della Comunità. Ad esempio rappresentazione della comunità come una casa da riempire con mattoncini su cui sono scritti alcuni concetti chiave (esempio: equipe, accoglienza, ragazzi, progetti individuali). A gruppetti o individualmente i ragazzi scrivono il significato che per loro ha ogni concetto sui mattoncini, lo attaccano e lo condividono con i presenti. Cartellone, Mattoncini di cartone Attività di descrizione delle funzioni e ruoli degli altri attori. Ad esempio aiutandosi con la creazione di una mappa che rappresenta il “sistema di tutela e protezione” con i ragazzi al centro e intorno gli attori (comunità, Mappa o percorso Illustrazioni/disegni degli attori 49 CaPItolo 4 IMPORTANTE! In caso di messaggi e/o richieste nei confronti della comunità è fondamentale essere pronti a dare feedback immediati all’interno del percorso stesso. Questura, tutori, Tribunale per i minori, Comune), chiedendo ai ragazzi di individuare le funzioni di tali attori rispetto al percorso in risposta ai loro bisogni. Condividere con i partecipanti le funzioni di tutti gli attori spiegando e correggendo percezioni sbagliate o parziali. Mettere in relazione le richieste e i bisogni emersi nella fase 2 con l’attore di riferimento Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group 4) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: ATTIVITÀ STRUMENTI Presentazione del proprio percorso agli altri e confronto sui contenuti dei simboli. Realizzazione di un grande percorso che racchiuda le strade ed i simboli di tutti i ragazzi (ad esempio creandolo graficamente o facendo interpretare ai ragazzi i simboli ed il loro contenuto). Circle time Cartelloni A partire dal confronto stabilire, condividere e definire i messaggi da riportare all’interno e all’esterno della comunità Rappresentare i messaggi elaborati secondo la modalità espressiva prescelta dai ragazzi e dalle ragazze condividendo tali messaggi da un lato con il personale interno alla comunità ai fini di un miglioramento della loro condizione di vita e dall’altro con interlocutori esterni alla comunità, ad esempio associazioni, scuole, istituzioni. Circle time Brainstorming Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati Raccogliere proposte per un nuovo percorso Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Conclusione dei lavori. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri Creare una visione di gruppo sui bisogni emersi ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti 50 CaPItolo 4 MEtoDoloGIa UtIlIZZata - Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua); - Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. - Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. - Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. - Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato - Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. - Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo e di gioco. - Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1- Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di ricostruire il loro vissuto, di accrescere capacità e competenze chiarendo i limiti e l’impatto dei risultati attesi e infine di creare un percorso realmente sostenibile dai ragazzi. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Durante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. I ragazzi vengono sostenuti nel coinvolgimento dei loro pari in contesti positivi di scambio e riflessione e rafforzano la capacità di relazionarsi su contenuti significativi sia in contesti formali che informali (relazioni personali quotidiane). Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività Comune, assicura un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci, sviluppa agio e benessere. Standard 4 – Pari opportunità Il percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilità di offrire un apporto. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti e formati sulle metodologie partecipative Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. 51 CaPItolo 4 Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei risultati emersi. RISUltatI - Ragazzi e ragazze hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere informati, quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibili indicazioni di intervento a partire dalla propria esperienza. - Ragazzi e ragazzi hanno la possibilità di ripercorrere il loro vissuto creando una mappa che permetta di visualizzare buone prassi ed ostacoli. - Ragazzi e ragazze possono comprendere in maniera semplice, chiara e partecipativa, il ruolo ed i compiti dei duty bearers e confrontarsi tra loro e con gli operatori circa dubbi, paure e necessità nell’avvicinarsi dei 18 anni. - Ragazzi e ragazze hanno l’occasione di riportare all’esterno della comunità, in cui sono accolti, la loro realtà. CRItICItà Può risultare difficile far costruire il percorso ai ragazzi e alle ragazze e far comprendere loro il significato dei simboli; in particolare con coloro che hanno difficoltà a ricostruire e condividere il loro vissuto. PUNtI DI FoRZa Lavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazione di una partecipazione effettiva. TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Percorso partecipativo sui tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati26 FINalItà E oBIEttIVI - Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione. - Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità. - Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad essere ascoltati e partecipare. - Far emergere le reali necessità del minore. - Fornire al minore una corretta informativa sulle procedure dopo l’ingresso in Italia. DURata 6 incontri: 1 ogni 15 giorni RISoRSE E StRUMENtI Due educatori; Un mediatore linguistico/culturale; Un Consulente legale DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 26 Percorso partecipativo sperimentato dalla Comunità Educativa “RondineA” di Oria (BR) 52 CaPItolo 4 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro, calendario e orario degli incontri. Presentazione del percorso e dei suoi attori. Realizzazione di un badge su cui i partecipanti scriveranno il proprio nome e verrà indossato all’inizio di ogni incontro. In questo modo sarà più semplice conoscere e ricordare i nomi di tutti i partecipanti (operatori compresi) e garantire un momento di ufficialità alle attività che le distinguerà da altri momenti quotidiani della comunità. Circle time Cartoncini Colori Raccolta impressioni, proposte e adesioni su attività attraverso domande mirate Domande stimolo 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Promuovere il protagonismo attivo dei ragazzi ospiti della Comunità. Consegna del badge con il proprio nome. Circle time Badge dei partecipanti Condividere ostacoli, interrogativi, perplessità, bisogni, richieste e messaggi per la comunità ed il mondo esterno rispetto all’accoglienza in comunità e al processo di integrazione nella società. Accoglienza delle proposte e delle domande del minore. Gioco di gruppo; ad ogni partecipante verranno consegnati dei cartoncini colorati dove potrà annotare le sue proposte, i suoi bisogni, le sue richieste. IMPORTANTE! Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa IMPORTANTE! In caso di messaggi e/o richieste nei confronti della comunità è fondamentale essere pronti a dare feedback immediati all’interno del percorso stesso Raccolta feedback immediati dei partecipanti Presentazione dell’incontro. Una volta elaborate e scritte su cartoncini verranno attaccate ad un cartellone e condivise con i presenti. Collegamento internet; A4 colorati; Colori; Cartoncini Cartelloni Cartoncini Circle time Quando tutti i partecipanti avranno terminato, gli educatori, con il supporto del consulente legale e del mediatore culturale, forniranno loro tutte le risposte accogliendo eventuali altre proposte. Tali risposte posso essere scritte su cartoncini e attaccate sul cartellone in prossimità della domanda di riferimento. Una volta concluso tale cartellone può essere affisso un punto della comunità deciso insieme e che tutti potranno consultare liberamente e quando ne hanno bisogno. “Il semaforo”: Su tre pareti dello spazio che sarà adibito per l’incontro saranno posizionati tre cartelloni che rappresentanti i colori del semaforo per una restituzione immediata circa l’andamento dell’incontro - Rosso: non è andata bene perché… - Giallo: poteva andar meglio perché… - Verde: è andato molto bene perché… Ogni partecipante attaccherà dei cartoncini con la sua restituzione sul cartellone relativo condividendo con i presenti le sue motivazioni. Cartelloni Cartoncini Focus group 53 CaPItolo 4 3) FASE OBIETTIVI: da strutturare in 4 incontri Descrivere il “sistema di tutela e protezione” con tutti gli attori di riferimento responsabili di fornire risposte ai bisogni e alle richieste dei minori (emersi nella 2 fase). ATTIVITÀ STRUMENTI Consegna del badge con il proprio nome. Circle time Domande stimolo Badge dei partecipanti Presentazione dell’incontro e del tema proposto. Raccolta impressioni, proposte e domande dei partecipanti circa il tema proposto. Illustrare la procedura, le tempistiche e gli attori relativi all’ottenimento dei documenti e all’iscrizione scolastica partendo dalle domande e dai bisogni emersi dai minori Partendo dalle domande dei minori costruire graficamente su un cartellone (con l’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini), una mappa concettuale (o un percorso) che illustra la procedura per i documenti, i vari step, gli attori che intervengono nella procedura, i vari tipi di documenti, l’inserimento a scuola, la scuola dell’obbligo, gli insegnanti Cartoncini Colori; Illustrazioni grafica e/o immagini Materiale child friendly che facilita la comprensione degli argomenti affrontati. Raccolta feedback immediati dei partecipanti. Condivisione circa l’andamento dell’incontro. “Le due sedie - black and white”: a turno ogni ragazzo e operatore verrà invitato a sedersi su una sedia condividendo le proprie impressioni sull’incontro con i presenti Sedia bianca: incontro positivo perché… Sedia nera: incontro negativo perché… Focus group Illustrare tematiche relative diritto alla salute e all’integrazione partendo dalle domande e dai bisogni emersi dai minori. Consegna del badge con il proprio nome. Circle time Domande stimolo Badge dei partecipanti Presentazione dell’incontro e del tema proposto. Partendo dalle domande dei minori costruire graficamente su un cartellone (con l’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini), una mappa concettuale (o un percorso) che illustra la procedura e le prassi a garanzia del loro diritto alla salute e all’integrazione, come percorso verso l’autonomia Cartoncini Colori; Illustrazioni grafica e/o immagini Materiale child friendly che facilita la comprensione degli argomenti affrontati. Raccolta feedback immediati dei partecipanti Condivisione circa l’andamento dell’incontro Il semaforo Focus Group Illustrare chi è il tutore, che ruolo svolge, quali sono le sue funzioni, i suoi compiti e le sue responsabilità partendo dalle domande e dai bisogni emersi dai minori. Consegna del badge con il proprio nome. Circle time Domande stimolo Badge dei partecipanti 54 Presentazione dell’incontro e del tema proposto. Partendo dalle domande dei minori costruire graficamente su un cartellone (con l’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini), una mappa concettuale (o un percorso) che illustra chi è il tutore e quali compiti svolge, i tempi nei quali viene nominato, da chi viene nominato. Cartoncini Colori; Illustrazioni grafica e/o immagini Materiale child friendly che facilita la comprensione degli argomenti affrontati. CaPItolo 4 Raccolta feedback immediati Condivisione circa l’andamento dell’incontro Le due sedie Focus group Incontrare e conoscere il proprio tutore Consegna del badge con il proprio nome. Circle time Domande stimolo Presentazione dell’incontro. ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti Conclusione dei lavori. Badge dei partecipanti Momento di incontro e confronto con il proprio tutore condividendo una buona merenda insieme. In questa occasione tutte le mappe e/o i percorsi realizzati per ogni tematica affronatat posso essere raggruppati in un unico grande cartellone da affiggere in comunità e consultabile da tutti in ogni momento. Condivisione circa l’andamento dell’incontro Il semaforo Focus Group MEtoDoloGIa UtIlIZZata - Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua). - Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. - Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. - Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. - Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. - Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. - Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo e di gioco. - Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consentirà ai ragazzi di partecipare attivamente alle attività della Comunità in maniera serena e nel riconoscimento dei ruoli di ognuno. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Già dal primo incontro del percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti verranno definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di diritti, esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicura 55 CaPItolo 4 un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci, sviluppa agio e benessere. Standard 4 – Pari opportunità Il percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilità di partecipare e di contribuire. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti e formati sulle metodologie partecipative Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei messaggi emersi. RISUltatI - Ragazzi e ragazze hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere informati, quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibili indicazioni di intervento a partire dalla propria esperienza; - Migliorare la vita in Comunità; - Far esprimere bisogni e necessità del minore; - Comprensione delle corrette procedure dopo l’ingresso in Italia; - Costruire una mappa concettuale grafica che permette a qualsiasi ospite presente e futuro della Comunità di comprendere il sistema tutela e protezione per i minori stranieri non accompagnati. CRItICItà - I tempi di accoglienza diversi per ogni minore. - La difficoltà a comprendere tematiche complesse legate allo status di minore straniero non accompagnato PUNtI DI FoRZa - Partecipazione autentica e attiva dei minori alla vita della Comunità. - Lavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone La Fiducia: Bene Comune! Percorso partecipato di creazione di buone relazioni tra minori e adulti fondate sulla fiducia e l’interesse per l’Altro27. 27 Percorso di partecipazione sperimentato dalle Comunità Educative “San Giuseppe” e “Santa Lucia” di Borgo Tressanti (Cerignola) 56 FINalItà E oBIEttIVI Divenire sensibili all’Altro, considerando le sue caratteristiche culturali come tratti che permettono di riconoscerlo, valorizzarlo e ritenerlo importante. Ciò implica il coinvolgimento di molte dimensioni: cognitive, affettive, relazionali. Tutto ciò non avviene in una persona ma è frutto di una reciprocità in cui tutto il contesto cambia insieme alle persone. Attraverso i laboratori che affrontano il tema della fiducia, si intende migliorare non solo il percorso socio - educativo dei minori, che sicuramente sortirà degli effetti positivi, ma anche migliorare qualitativamente e professionalmente il progetto educativo della comunità. CaPItolo 4 In particolare gli obiettivi sono: - Creare una buona relazione tra i minori e tra minori e operatori; - Condividere e valorizzare la personalità, l’esperienza ed il bagaglio culturale di ogni partecipante; - Garantire ai minori momenti privilegiati di ascolto strutturato; - Iniziare a costruire “insieme” un percorso verso l’integrazione e l’autonomia; - Valorizzare la Fiducia come elemento fondamentale nelle relazioni tra le persone. DURata 3 mesi strutturati in 9 incontri. RISoRSE E StRUMENtI Facilitatori: Psicologa e mediatrice linguistica. Supportano le attività: educatore, mediatore interculturale-interreligioso, assistente sociale. DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri Presentazione e condivisione obiettivi, modalità del percorso, calendario e orario degli incontri IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni ATTIVITÀ STRUMENTI Presentazione del percorso da parte della psicologa, coadiuvata dalla mediatrice linguistica, al gruppo costituito dagli ospiti della comunità e dalle figure professionali inserite nel progetto. Conoscenza reciproca dei partecipanti. Prime impressioni sul lavoro proposto. Elaborazione delle adesioni e degli eventuali rifiuti. I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri sul percorso appena proposto e sull’importanza della fiducia per un rapporto costruttivo con l’altro. Esplorazione dei vissuti e dei timori che accompagnano la propria esposizione in gruppo. Domande stimolo Creare un clima sereno ed aperto all’interno del gruppo, che permetta l’espressione libera dei vissuti e dei pensieri dei partecipanti. Maggiore conoscenza gli uni degli altri. Raccolta feedback immediati dei partecipanti Attraverso il dialogo ed alcuni giochi cooperativi e di fiducia si cerca di creare una nuova idea di squadra e collaborazione, che abbia come fine un obiettivo comune tra il personale operante e gli ospiti della comunità. Fidarsi e affidarsi all’altro è un’idea forte e vincente che deve venir fuori nelle varie attività e che serve a stimolare gli incontri futuri. Circle time. Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group Giochi cooperativi e di fiducia: - “gioco del cieco”; - “caduta libera”; - “la paura nel cappello”. Brainstorming. 57 CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri Far emergere nel gruppo eventuali vissuti negativi come rabbia, aggressività, paura, estraneità, sfiducia, permettendone il contenimento all’interno di un contesto protetto. ATTIVITÀ STRUMENTI Visione di un film, da scegliere con l’aiuto dei ragazzi, che permetta di far emergere tutti i vissuti (precedentemente elencati tra gli obiettivi di questa fase) e che consenta un parallelismo tra la loro condizione attuale di minori migranti e le vicende di vita dei protagonisti della pellicola. Video proiettore; Discussione in gruppo sul film e sulle esperienze personali eventualmente rievocate dalla proiezione. La condivisione dei propri pensieri, mediati dalla visione del film, permetterà al gruppo di aprirsi, magari condividendo piccoli pezzi di storia personale. La psicologa porrà molta attenzione affinché il clima sia sempre attento all’ascolto e mai giudicante. Focus group Circle time Cartellonistica. ATTIVITÀ STRUMENTI Introduzione all’intelligenza emotiva, intesa come la capacità di percepire, identificare e riconoscere i sentimenti propri ed altrui nel momento stesso in cui sorgono. Divenire consapevoli delle proprie emozioni permette di avere un maggior controllo sui propri comportamenti e di conseguenza di capire meglio gli altri. Materiale Child Friendly sull’intelligenza emotiva mantenendo un clima stimolante e interattivo. Valutare le difficoltà incontrate fino ad ora dai ragazzi nella loro integrazione e proporre nuovi modi di affrontare insieme i piccoli e grandi problemi quotidiani. Attraverso simulate e role playing sarà possibile far sperimentare ai ragazzi nuovi modi di gestire il conflitto, cosa che si rivelerà loro utile nel momento in cui si troveranno fuori dalla comunità alla ricerca di un lavoro e di nuove esperienze di vita più mature. Divisi in squadre, ai ragazzi verrà proposta una storia, caratterizzata da un conflitto, per la quale la squadra avrà del tempo per trovare un modo per risolverlo Ideazione di una breve storia in cui risulta centrale il conflitto. Role playing. Confronto aperto con chi ha attraversato in passato lo stesso percorso di vita di minore straniero non accompagnato, per alimentare nei ragazzi la speranza in un futuro migliore, che è possibile solo se ci si pone come protagonisti attivi del “far bene” e della “buona comunicazione”. Dopo aver preliminarmente annunciato ai ragazzi la presenza di un ex ospite della comunità, sarà utile per loro ascoltare la sua testimonianza relativa alla buona riuscita del percorso educativo e alla sua integrazione nel nostro paese. Narrazione della propria storia da parte di un ex ospite della comunità. Gli ospiti della comunità possono interagire con domande e curiosità. La possibilità di vedere e ascoltare un esempio di inserimento ben riuscito può trasmettere loro fiducia e speranza nel futuro, senza tralasciare però gli aspetti concreti concernenti gli ostacoli reali che essi incontreranno per forza di cose sul loro cammino verso l’integrazione . Confronto aperto con domande e risposte tra i ragazzi e l’ex ospite della comunità. Destrutturare il pensiero e l’ideologia del sospetto. Far comprendere ai minori che la loro permanenza temporanea all’interno della comunità ha come obiettivo primario il loro benessere attuale e futuro. 3) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 3 incontri Far comprendere al gruppo che, rapportandosi all’altro in modo propositivo e leale, è possibile integrarsi in un nuovo contesto, seppur molto diverso rispetto al luogo di origine. 58 Circle time. Brainstorming. CaPItolo 4 4) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri Riflessioni sull’intero percorso fatto insieme. Far luce sulle dinamiche interne che si sono sperimentate durante gli incontri. Valutare se la propria capacità di fidarsi dell’altro sia migliorata e come questo abbia inciso sul modo di relazionarsi verso l’esterno. Raccogliere proposte per un nuovo percorso. ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti. Conclusione dei lavori. ATTIVITÀ STRUMENTI Lettura al gruppo della favola “In una notte di temporale” di Yuichi Kimura. La lettura di due persone disposte ad interpretare il ruolo dei due protagonisti del racconto può rendere la storia più coinvolgente ed entusiasmante. Lettura recitata di una storia. Al termine si propone una discussione di gruppo stimolando i ragazzi a riflettere su quanto si possa essere simili seppur nelle diversità, e di come aver fiducia nell’altro rende di certo un rapporto più maturo e positivo. Successivamente, dal momento che l’autore della storia, lascia sospesa la fine del racconto, i ragazzi si suddividono in piccoli gruppi (massimo 4 persone), ognuno dei quali prova ad immaginare e a scrivere (o disegnare) come si potrebbe concludere la vicenda. Ciascun gruppo è libero di mostrare agli altri partecipanti il suo finale secondo la modalità che preferisce: ad esempio attraverso la messa in scena teatrale, un disegno, un racconto, un fumetto. Divisione in piccoli gruppi. Domande stimolo Ideazione del finale della storia. Esposizione dei lavori all’intero gruppo. Prendendo spunto dalle varie storie si potrà condividere insieme idee ed emozioni e nuove proposte per la vita in comunità.. Brainstorming. In un secondo momento, con la modalità del circle time, tutti i partecipanti alle attività verranno invitati ad esprimere un pensiero sull’intero percorso svolto e a riflettere su quanto siano eventualmente migliorati i loro rapporti di amicizia grazie anche al clima positivo di condivisione attenta e mai giudicante che ha fatto da filo conduttore all’intero progetto. Circle time. Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Elaborazione dei vissuti. Fogli, penne e colori. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri 59 CaPItolo 4 MEtoDoloGIa UtIlIZZata Stabilire con i partecipanti i principi di una buona comunicazione, che permettono al gruppo di funzionare al meglio per gli obiettivi prefissati dal progetto. Inoltre, la libertà di espressione, il dovere di ascolto, la non discriminazione, la condivisione di vissuti, l’empatia, il rispetto delle singole culture di appartenenza ed anche la possibilità di esprimersi nella propria lingua grazie all’aiuto del mediatore linguistico, permette ai ragazzi di far proprie delle competenze relazionali che saranno utili anche al di fuori della comunità, facendo cadere quei pregiudizi che ostacolano l’inserimento sociale. Fare in modo che ogni incontro con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. Pertanto, si realizzerà una comunicazione chiara ed efficace e verranno esplicitate le finalità del percorso e le principali modalità di intervento. Ciascuno di essi sarà lasciato libero di decidere se partecipare o meno agli incontri, trasmettendo loro l’idea di autodeterminazione e soprattutto del rispetto per l’opinione altrui, anche quando questa si discosta dalla propria. Proprio per favorire ancor meglio quest’idea di condivisione, è stata accolta la proposta fattaci da Save the Children relativa alla creazione di una casella postale in cui i ragazzi, in forma anonima o personale, possano lasciare al suo interno idee, sensazioni, proposte, richieste e quant’altro loro sentano il bisogno di comunicare agli altri. Un incontro alla settimana è dedicato alla lettura dei messaggi e alla discussione di gruppo. Durante il primo incontro sarà precisato che le interazioni dovranno seguire delle regole ben precise volte al rispetto di ciascun membro. Quando qualcuno parla deve rivolgersi all’intero gruppo, che in silenzio deve ascoltare senza intervenire, se non quando gli viene data la parola. Questo permette a chi si espone in prima persona di sentirsi più sicuro e sereno nell’esprimere la propria idea. Verrà, inoltre, utilizzata la modalità del “role playing”, per permettere non solo di sperimentare in prima persona i vissuti dei protagonisti delle loro storie, ma anche per permettere agli stessi di trovare, nella figura della psicologa e nel gruppo stesso, un contenitore adeguato e supportivo. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consente ai ragazzi di lavorare affinché si costruisca un contesto in cui il confronto aperto e accogliente sciolga i dubbi e le riserve che non di rado si accompagnano al loro ingresso in comunità. Sin dai primi incontri è chiaro ai ragazzi che obiettivo primario del progetto è quello di creare un clima di fiducia all’interno del loro attuale contesto di vita e soprattutto è essenziale che loro non confondano coloro che operano in comunità con le Istituzioni. Far comprendere loro le reali potenzialità che la permanenza in una comunità di accoglienza offre è prerequisito essenziale per la buona riuscita del progetto, oltre che dell’intero percorso all’interno della comunità. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Durante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. Con la giusta attenzione, i ragazzi vengono sollecitati al dialogo e al confronto empatico, lasciando sempre libero ciascuno di loro di astenersi dall’esprimersi, nel rispetto delle proprie volontà. Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza e promuove la percezione di sé come portatori di esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicura un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci, migliora la capacità di rapportarsi all’altro in maniera propositiva e di conseguenza accresce il benessere. 60 CaPItolo 4 Standard 4 – Pari opportunità Le modalità del circle time e dell’ascolto empatico e non giudicante non solo permettono una partecipazione attiva e propositiva di tutti i ragazzi, ma anzi la favoriscono. Rispettare i tempi di interazione e favorire il contributo di tutti i partecipanti, serve ai ragazzi per superare le comuni paure e inibizioni tipiche della fase adolescenziale. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi per tutto il percorso sono accompagnati da educatori esperti e formati sulle metodologie partecipative. Inoltre, la presenza della psicologa e dell’assistente sociale, garantisce loro in qualsiasi momento uno spazio dedicato all’ascolto competente e professionale. Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali tramite il segreto professionale. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso sarà essenziale proporre una valutazione da parte dei ragazzi che permetta di comprenderne gli effettivi risultati raggiunti e di operare le opportune modifiche, affinché si possano ottenere riscontri ancor più favorevoli in futuro. Inoltre, sarà importante condividere i contenuti più significativi emersi durante gli incontri, per favorire un’ulteriore elaborazione dei messaggi veicolati. Infine, le attività previste nel progetto si riproporranno con i nuovi utenti con l’intento di rendere più armoniosa l’integrazione e la conoscenza dei minori tra di loro e con le varie figure professionali. RISUltatI - Migliorare la relazione dei ragazzi ospiti della comunità con le figure professionali che operano al suo interno, permettendo di far chiarezza su quelli che realmente sono i compiti e i doveri che la comunità deve adempiere nell’accoglienza dei minori. - Condividere che la comunità non è “un contenitore chiuso” ma un percorso verso il futuro, del quale possono beneficiare per un miglior inserimento in una società tanto diversa per usi e costumi dalle loro, non può che favorire un clima più sereno e accogliente. - Migliorare la relazione tra i ragazzi ospiti della comunità, favorendo il dialogo e il confronto costruttivo. - Promuovere una cultura all’ascolto empatico e non giudicante, che favorisca una più facile integrazione tra i ragazzi. - Favorire nei ragazzi l’idea che avere fiducia nell’altro sia un valore aggiunto, che rende unica una relazione. CRItICItà La diversità di lingue, usi e costumi può rappresentare una difficoltà nell’attuazione del percorso, perché la comprensione del messaggio che si vuole veicolare non sempre sarà di facile trasmissione. Le resistenze nel mettersi in gioco in prima persona e la comunicazione franca e sincera possono essere un ostacolo per una condivisione di vissuti profondi, ma la presenza attenta e competente della psicologa e delle altre figure professionali rappresenterà sempre un occhio vigile e pronto ad intervenire nel modo migliore per ciascuna occasione. Si farà uso di un approccio child friendly in particolare quando verranno affrontati argomenti che risultano densi di significato per i ragazzi, in modo da mitigare un possibile rifiuto e/o disinteresse da parte dei ragazzi. PUNtI DI FoRZa Investire sul lavoro di gruppo che favorisca un clima di accettazione e condivisione è sicuramente la chiave vincente per una buona partecipazione ed una pronta risposta da parte di ragazzi e operatori. Lo stare insieme in uno spazio strutturato e il condividere emozioni e pezzi di storia personale favorirà certamente la creazione di un clima più sereno all’interno della comunità e nelle varie attività in cui sono coinvolti i ragazzi. Inoltre, poter 61 CaPItolo 4 interagire con un ex ospite della comunità che sia testimone di un buon percorso di integrazione nel territorio italiano, di certo sarà per i ragazzi una buona opportunità di confronto, nonché uno stimolo positivo per il loro imminente futuro. Infine, l’assistente sociale, durante i colloqui individuali con i ragazzi, rafforzerà ancor di più il concetto di fiducia come valore aggiunto al rapporto tra ospiti e personale della comunità, già elemento centrale degli incontri di gruppo che si snoderanno nelle 9 giornate previste dal progetto. TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone “WHO I AM, WHERE I AM AND WHERE I WANT TO GO” Laboratorio partecipato di riscoperta e valorizzazione del bagaglio culturale ed esperienziale dei minori stranieri non accompagnati accolti in comunità in funzione di un progetto di vita futuro28. FINalItà E oBIEttIVI Il percorso è finalizzato a fornire ai minori gli strumenti per operare scelte di vita consapevoli, in virtù dei propri interessi, capacità, abilità e competenze maturate. E’ un percorso volto alla scoperta di se stessi e del proprio “progetto di vita” che vede i ragazzi protagonisti delle diverse fasi dello stesso. In particolare gli obiettivi sono: - Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad essere ascoltati e partecipare; - Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e percezioni dei minori circa il loro percorso di vita e quello relativo all’accoglienza e all’integrazione integrazione; - Promuovere l’autostima e la fiducia in se stessi; - Promuovere la capacità di operare scelte consapevoli; - Promuovere e valorizzare le esperienze e le capacità dei minori. DURata 7 incontri ( a cadenza settimanale) RISoRSE E StRUMENtI Facilitatore: educatore Supportano le attività: psicologo e mediatore culturale 28 Percorso di partecipazione sperimentato dalla Comunità “San Francesco” di Cerignola (FG) DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro, calendario e orario degli incontri. Presentazione del percorso al gruppo Raccolta impressioni, proposte e adesioni su attività con domande mirate. Ad esempio realizzando dei cartelloni che rappresentino graficamente (anche attraverso dei simboli o fumetti) i temi degli incontri e garantendo ai partecipanti la possibilità di proporre suggerimenti e idee scrivendole su cartoncini da attaccare al cartellone con il tema sul quale vogliono fare la proposta. Circle time I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri e idee sul percorso appena proposto attraverso domande stimolo Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni 62 IMPORTANTE! Spiegare ai ragazzi perché alcune proposte verranno accolte e altre no. Cartoncini, fogli e penne. CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Presentare paesi di provenienza e bagagli culturali propri di ciascun partecipante e ricostruire il percorso migratorio. Ripercorrere insieme la propria storia personale partendo dal punto di partenza del loro viaggio per riconfigurare insieme: dove è cominciato, quali sono state le tappe intermedie e quali le prospettive future del loro viaggio. Ad esempio ogni partecipante (o piccoli gruppi divisi per nazionalità) possono segnalare su di una carta geografica il loro paese di origine (presentando e condividendo alcune caratteristiche della loro cultura di appartenenza) e dei luoghi che hanno attraversato. Questa attività è fondamentale per ciascuno degli utenti per poter individuare “dove realmente si vuole andare” sia da un punto di vista fisico (la meta del viaggio che si vuole fare) sia da un punto di vista metaforico (chi si vuole diventare). Circle time Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Promuovere azioni specifiche di orientamento, accompagnamento e supporto tesi ad agevolare l’accoglienza e l’integrazione sociale. Partendo dal riconoscimento della condizione attuale (realtà della comunità e persone che vi operano) riuscire a individuare di quali risorse esterne si dispone e di cui si può usufruire. Viene utilizzata una lavagna a fogli mobili dove poter buttare giù tutti i nomi che gravitano all’interno dell’equipe di lavoro della comunità, se si conoscono tutti i membri, se si conoscono le diverse funzioni e in base ai propri bisogni a chi ci si può rivolgere. E’ molto importante avere un riscontro sulle percezione dei partecipanti e, in particolare, integrare e correggere quelle incomplete o errate nei confronti della comunità e di chi vi opera). Circle time Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group IMPORTANTE! In caso di messaggi e/o richieste nei confronti della comunità è fondamentale essere pronti a dare feedback immediati all’interno del percorso stesso Raccolta feedback immediati dei partecipanti Utilizzo di cartine e mappe geografiche e un cartellone per personalizzare le traiettorie dei viaggi anche attraverso l’uso di colori. Cartelloni Illustrazione grafiche o disegni delle figure professionali e dei servizi/compiti della comunità 63 CaPItolo 4 4) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: ATTIVITÀ STRUMENTI Partendo dalla condivisione della propria personalità e delle propria condizione attuale (ovvero quanto svolto nelle fasi precedenti), si inizia a delineare il percorso di vita verso l’autonomia. Chiedere ai partecipanti di condividere le loro esperienze di studio e/o di lavoro maturate per valorizzare il loro bagaglio di capacità ed esperienze. Circle time In un secondo momento si può utilizzare un esempio di annuncio di lavoro per simulare l’elaborazione di una lettera di presentazione e la costruzione di un curriculum vitae. Realizzare un cartellone nel quale sono illustrati graficamente i contenuti base di un curriculum (ad esempio Foto, dati personali, formazione, esperienze professionali, capacità) e fare in modo che ciascun partecipante compili il proprio. Cartelloni Fogli Penne e colori Illustrazioni grafiche, disegni e/o immagini Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus group 5) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: ATTIVITÀ STRUMENTI A seguito della condivisione di esperienze e competenze proprie di ciascun partecipante attraverso il curriculum è fondamentale completarlo con la descrizione delle caratteristiche della personalità attraverso la rilevazione di “punti di forza” e “punti deboli”. Chiedere ai ragazzi di disegnare il proprio percorso di vita (realizzato ad esempio come un labirinto o una strada) all’interno del quale inserire i loro punti di forza e di debolezza anch’essi rappresentati da simboli (scelti individualmente). Una volta completato il percorso ogni partecipante lo presenterà spiegando i propri simboli e relativi significati. Circle time Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati Elaborare un proprio progetto di vita partendo dal proprio bagaglio di esperienze e capacità in funzione di possibili orientamenti di studio e/o di lavoro. Rafforzare la percezione della propria identità, la stima di sé, la fiducia nelle proprie capacità, la curiosità, la motivazione nel raggiungere un obiettivo. Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in 64 Cartelloni Fogli Penne e colori CaPItolo 4 considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti Raccogliere proposte per un nuovo percorso Conclusione dei lavori. che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri. MEtoDoloGIa UtIlIZZata - Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua). - Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. - Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. - Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. - Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato - Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. - Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo e di gioco. - Elaborare, per ogni azione, specifici strumenti in grado di indagare le differenti criticità e aree oggetto di osservazione, e fissare degli standard di servizio necessari per valutare il raggiungimento degli obiettivi e il livello di gradimento delle prestazioni realizzate; - Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. Il percorso si fonda sull’utilizzo delle seguenti metodologie: su forme innovative, quali l’orientamento narrativo; su processi comunitari di sensibilizzazione e sviluppo di sinergie; su strategie di rete orientate ad attivare confronti. Un’attenzione particolare è dedicata alla dimensione del gioco come elemento comune e canale di comunicazione tra culture differenti. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consente ai minori di ricostruire il loro vissuto, di accrescere capacità e competenze chiarendo i limiti e l’impatto dei risultati attesi e infine di creare un percorso realmente sostenibile dai ragazzi ai quali si rivolge. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Lo spazio, il tempo e i contenuti di lavoro vengono definiti di volta in volta con i ragazzi e ad ogni incontro un partecipante può essere nominato come facilitatore del gruppo, per supportare i pari nelle attività proposte (peer support). 65 CaPItolo 4 Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune; assicura un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci; sviluppa agio e benessere. Standard 4 – Pari opportunità Il percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilità di offrire un apporto. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi vengono accompagnati da operatori formati sulla metodologia partecipativa. Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei risultati emersi. RISUltatI Il percorso contribuisce all’integrazione culturale e sociale dei minori ai quali si rivolge. I Ragazzi hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere informati, quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibili indicazioni di intervento a partire dalla propria esperienza; hanno la possibilità di ripercorrere il loro vissuto creando una mappa che permetta di visualizzare conoscenze, capacità ed esperienze. Ogni minore ha una nuova percezione di sé, pienamente consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri, e del suo ruolo fondamentale come responsabile del benessere sociale della comunità. Rientrano inoltre tra i risultati attesi: la realizzazione di un modello di intervento riproponibile; la crescita umana e professionale di tutti i soggetti coinvolti; una sensibilizzazione attiva sul territorio. CRItICItà Le criticità sono rappresentate nella difficoltà della comprensione linguistica delle tematiche affrontate. Per superare le criticità si consiglia il supporto di un mediatore culturale e l’utilizzo di materiale child friendly che agevola la comprensione delle tematiche che possono risultare più complesse. PUNtI DI FoRZa Lavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazione di una partecipazione effettiva. La possibilità di poter esprimere liberamente la propria personalità attraverso strumenti e attività mirate. La presentazione e valorizzazione del proprio bagaglio culturale rafforza l’autostima, la percezione di sé e stimola ad un coinvolgimento attivo. 66 CaPItolo 4 aREa VIta IN CoMUNItà tItolo DEl PERCoRSo/attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE “Culture a Confronto” Laboratorio partecipato per minori migranti sui temi del confronto culturale, dei diritti e dell’integrazione29. FINalItà E oBIEttIVI - Stimolare il dibattito tra i minori attraverso la visione di film, cortometraggi, video. - Far emergere le opinioni ed il punto di vista dei ragazzi su temi di comune interesse, quali: diritti, integrazione, sessualità, ruolo della donna, culto religioso. - Promuovere la conoscenza ed il confronto con altre culture. - Favorire l’integrazione dei minori all’interno e all’esterno della comunità. - Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione. - Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità. - Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad essere ascoltati e partecipare. DURata Un incontro al mese della durata di due ore circa. RISoRSE E StRUMENtI Un operatore che facilita gli incontri ed un mediatore culturale che supporta il confronto; locali per la visione, attrezzatura multimediale. 29 Percorso sperimentato dalla Comunità di pronta accoglienza Cooperativa “Prospettiva” (San Giovanni Galermo - CT) DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE il percorso puo’ essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condividere con i minori il percorso che si intende realizzare, le attività e gli obiettivi . Si propone la visione di un primo video e/o cortometraggio, relativo ad un tema di interesse comune, in modo tale da presentare al gruppo l’attività che si propone di realizzare. Attrezzatura multimediale. A seguire i ragazzi vengono coinvolti nella individuazione dei temi che potrebbero essere affrontati nei successivi due incontri. Ad esempio scrivendo liberamente su un grande cartelloni i temi che vorrebbero affrontare nei successivi incontri. Un grande cartellone dove indicare i temi proposti dai minori. Chiedere la loro opinione su cadenza e orario degli incontri. Coinvolgerli nella scelta delle tematiche da affrontare in modo da avere il più alto grado di partecipazione ed interesse. Circle time Brainstorming Conduzione del gruppo a cura del mediatore culturale e dell’insegnante del laboratorio di lingua italiana. 67 CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Favorire i processi di partecipazione ed il confronto tra culture. Si propone la visione del secondo film e/o cortometraggio. Attrezzatura multimediale. Promuovere l’emersione dei vissuti, delle curiosità, dei bisogni, in riferimento al tema di comune interesse, scelto dai minori nella prima fase. A seguire i ragazzi vengono coinvolti dagli operatori nell’esprimere pareri e punti di vista relativi al film che e’ stato proiettato ad esempio attraverso domande stimolo che possono facilitare il confronto. Circle time Un grande cartellone dove indicare le emozioni, i vissuti, le opinioni suscitate dalla visione del film . Conduzione del gruppo a cura del mediatore culturale e dell’insegnante del laboratorio di lingua italiana. Raccolta feedback dei partecipanti in merito all’attività svolta. Nella fase conclusiva dell’incontro vengono raccolti i feedback dei partecipanti attraverso la proposizione di brevi e chiari quesiti. Focus group 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Stimolare l’emersione e la condivisone dei punti di vista dei minori in relazione alla pellicola visionata. Si propone la visione del terzo film. Attrezzatura multimediale. A seguire i ragazzi vengono coinvolti dagli operatori nell’esprimere pareri e punti di vista relativi al film che e’ stato proiettato. Se necessario facilitare l’emersione dei punti di vista ed il confronto attraverso l’utilizzo di illustrazioni grafiche e/o disegni. Circle time Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati IMPORTANTE! Valutare, alla luce del dibattito, le aspettative, le fragilità , i vissuti dei ragazzi in modo da poter realizzare interventi di sostegno “mirati”. Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti 68 Un grande cartellone dove indicare le emozioni, i vissuti, le opinioni suscitate dalla visione del film. CaPItolo 4 Raccogliere proposte per un nuovo percorso Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Conclusione dei lavori Per ufficializzare la conclusione delle attività viene realizzato un momento di convivialità. procedendo alla preparazione del tè secondo la tradizione nord africana. Materiali per la preparazione e somministrazione del tè secondo la tradizione nord africana. Conduzione del gruppo a cura del mediatore culturale e dell’insegnante del laboratorio di lingua italiana. MEtoDoloGIa UtIlIZZata Chiarire, preliminarmente, gli obiettivi del percorso e le attività che ne scandiscono lo svolgimento. Creare un clima sereno che implementi la positiva relazione tra i minori, e tra questi ultimi e gli operatori. Stabilire, con i ragazzi, le regole di funzionamento del gruppo, quali: ascolto attivo, libera espressione, rispetto per il punto di vista altrui, contrasto a pregiudizi e discriminazioni. Fornire adeguati stimoli affinché vengano proposte dai minori tematiche di interesse comune. Adottare un approccio child friendly adeguato all’età ed al grado di maturità dei partecipanti. Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, mantenendo un clima positivo e di gioco. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso in modo da cogliere il livello di interesse e coinvolgimento del gruppo rispetto alle attività svolte. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso è stato realizzato in modo tale da assicurare che i minori potessero esprimere liberamente le loro idee ed opinioni. Lo scopo della loro partecipazione e’ stato chiarito in fase preliminare e, sempre nella suddetta fase, sono state fornite tutte le informazioni in merito al loro coinvolgimento. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria I tempi e le modalità di realizzazione del percorso partecipativo vengono stabiliti insieme ai minori, conformemente alle loro capacità, caratteristiche ed interessi. Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Chiarire, in via preliminare, il contenuto delle attività, garantendo un clima sereno e positivo e mettendo a disposizione tempi e risorse adeguate assicurando un ambiente motivante per i minori coinvolti. Standard 4 – Pari opportunità Le regole ed i principi di funzionamento del gruppo hanno reso possibile una piena partecipazione dei suoi componenti, priva di qualsiasi forma di discriminazione. 69 CaPItolo 4 Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato Gli operatori coinvolti nelle attività rivolte ai minori sono stati adeguatamente formati alla metodologia partecipativa. Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. Inoltre è stato loro garantito un adeguato supporto quando la partecipazione ha fatto emergere particolari vulnerabilità Standard 7 – Follow up e valutazione In ogni singola fase del percorso si procede ad una restituzione e conseguente valutazione di quanto realizzato con i minori stessi. Nella fase conclusiva sono stati valutati i risultati conseguiti. RISUltatI Integrazione culturale, implementazione del dialogo e dei livelli di partecipazione dei minori migranti. Interiorizzazione delle regole e dei principi che scandiscono il funzionamento del gruppo, possibilità di esprimere il proprio punto di vista e confrontarlo con quello degli altri. Contrasto di ogni forma di discriminazione. CRItICItà Iniziale difficoltà dei membri del gruppo nel proporre le possibili tematiche oggetto delle attività. Reticenza nell’esprimere i propri vissuti e punti di vista rispetto a questioni delicate quali la sessualità, la condizione femminile, il credo religioso. difficoltà nell’intercettazione e nel contrasto dei pregiudizi. PUNtI DI FoRZa Eterogeneità del gruppo, interesse per le tematiche trattate, condivisione di spazi e momenti “dedicati”, ruolo centrale delle regole e dei principi che scandiscono il funzionamento del gruppo. TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Percorso partecipato di prevenzione sui temi: tabagismo, contagio H.I.V. e malattie sessualmente trasmissibili, cura e igiene personale30. FINalItà E oBIEttIVI Le attività di educazione alla salute sono mirate alla prevenzione dei comportamenti a rischio maggiormente diffusi nella popolazione giovanile, tra i quali; tabagismo, il contagio da H.I.V. e dalle malattie sessualmente trasmissibili. Risulta necessario favorire la consapevolezza circa l’importanza della prevenzione e promuovere una cultura del benessere per contrastare efficacemente l’avvio di pericolose abitudini. 30 Percorso partecipativo sperimentato dallo Sprar per minori “Il Vivarium” di Squillace (CZ). 70 Obiettivi specifici: - Consultare e informare i ragazzi circa i temi legati alla cura del proprio corpo. - Ampliare e approfondire la conoscenza di tematiche delicate come quelle inerenti il proprio corpo. - Affrontare tali tematiche con l’ausilio ed il supporto di professionisti del settore e materiale child friendly. - Facilitare e sensibilizzare all’adozione di comportamenti preventivi. - Promuovere atteggiamenti e comportamenti alternativi. - Promuovere stili di vita sani. - Riduzione consapevole di comportamenti e abitudini dannose per la salute. - Garantire ai ragazzi la possibilità di divenire protagonisti di cambiamenti per la loro vita. CaPItolo 4 DURata 4 incontri da svolgere nell’arco di 2 mesi (un incontro da svolgere ogni 15 giorni circa ) RISoRSE E StRUMENtI Due educatori che facilitano il confronto e il mediatore culturale che supporta il gruppo dei ragazzi durante lo svolgimento degli incontri, con l’ausilio di materiale child friendly e tecniche interattive di sensibilizzazione e partecipazione. Figure professionali specializzate DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro presentando ai ragazzi le figure professionali esterne alla comunità che parteciperanno ad alcuni degli incontri spiegando loro il motivo di tale coinvolgimento e ascoltando le loro opinioni in merito. Creazioni di illustrazioni/disegni sui temi che si propongono ai ragazzi lasciando loro la possibilità di proporne uno ulteriore. Domande stimolo Fogli, penne e colori Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa. Presentazione del percorso al gruppo. Raccolta impressioni, proposte e adesioni su attività attraverso domande mirate. Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Ad esempio attraverso la creazione di una “linea del tempo” nella quale collocare gli incontri che si terranno e il tema che si affronterà in ogni incontro. Ogni tema può essere presentato graficamente su dei cartelloni da attaccare alla linea del tempo; coinvolgere i ragazzi nella realizzazione dei cartelloni. 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Introduzione al tema: Cura e igiene personale Informare correttamente i ragazzi sul tema, rafforzare i fattori protettivi e promuovere il benessere. Chiedere ai ragazzi cosa significa secondo loro il concetto di “cura del proprio corpo” e di “igiene della persona” (presentandolo a parole o attraverso disegni) e di elencare quelli che secondo loro sono gli accessori per la cura e l’igiene personale. Cartelloni Illustrazioni grafiche e/o disegni Domande stimolo Cartoncini Fornire agli ospiti le regole basilari per una corretta cura e igiene personale. Partendo da quanto emerso, un operatore spiegherà loro come usare in modo corretto gli accessori per l’igiene personale. Insieme ai ragazzi si stilerà un verbale dell’incontro e un vademecum per la cura e l’igiene personale realizzato attraverso loro disegni e/o illustrazioni che può essere affisso nei locali della comunità. Presentare gli accessori per la cura e l’igiene personale (Spazzolino, sapone, bagno schiuma, creme). L’informazione viene realizzata offrendo ai ragazzi materiale child friendly (illustrazioni, disegni, immagini) sui temi proposti; i ragazzi vengono stimolati a partecipare attivamente con discussioni, a raccontare le proprie esperienze. Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus group 71 CaPItolo 4 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Introduzione al tema: Tabagismo. Informare i ragazzi circa i rischi connessi all’utilizzo del tabacco per prevenire o limitare l’instaurarsi di abitudini sbagliate e dannose. Coinvolgere i partecipanti nell’individuazione dei danni che l’assunzione di tabacco provoca nel nostro corpo. Rivolgere loro domande stimolo per comprendere e condividere il loro punto di vista. Prevedere la partecipazione di un esperto nella prevenzione e/o nella cura del tabagismo esterno alla struttura può essere molto utile ai fini del coinvolgimento e dell’interesse dei ragazzi. La tecnica usata è quella del brainstorming, e l’utilizzo di materiale cartaceo illustrativo, slide. Personale esterno alla struttura Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus group 4) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Introduzione al tema: HIV Facilitare la capacità di riflessione e verbalizzazione dei ragazzi nell’esprimere eventuali difficoltà legate alle tematica in oggetto. Dal momento che tale argomento risulta il più delicato e complesso è fondamentale la presenza ed il supporto di personale specializzato esterno alla struttura con il quale i ragazzi possano confrontarsi Verrà condiviso con i partecipanti l’importanza del sesso sicuro e le buone pratiche relative ai rapporti sessuali protetti. Personale professionale specializzato esterno alla struttura. Valutare insieme ai minori l’impatto delle attività svolte e l’utilità delle indicazioni condivise A conclusione del percorso verranno condivise con i ragazzi alcune domande per valutare l’andamento dell’intero percorso. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Focus Group Domande stimolo Cartoncini illustrati Raccogliere proposte per un nuovo percorso Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Conclusione dei lavori Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti 72 Pc, illustrazioni e materiale child friendly riguardante l’educazione sessuale. CaPItolo 4 MEtoDoloGIa UtIlIZZata - Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa. - Chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato il progetto. - Presentare ai partecipanti tutte le figure professionali che prenderanno parte agli incontri e relativa motivazione. - Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. - Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. - I ragazzi vengono stimolati a partecipare attivamente con discussioni, attività grafiche, volti a favorire la libertà di espressione e mantenere un clima positivo e di gioco. - Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali, utilizzando la tecnica del brainstorming, questo per far emergere nuove idee, in un clima in cui ogni partecipante sia tenuto ad esprimere il proprio pensiero, senza pregiudizi o critiche preventive. - Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Le tematiche, gli obiettivi ed i risultati vengono condivisi con i partecipanti in maniera trasparente. Il percorso prevede la collaborazione tra operatori e minori; il coinvolgimento degli operatori è indispensabile per far comprendere ai ragazzi che il percorso intrapreso è stato adottato per e con loro in un ottica di trasparenza e onestà, al fine di creare un percorso realmente sostenibile per i minori. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Durante gli incontri, le modalità di lavoro ed i tempi vengono definiti con i ragazzi secondo modalità e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, esso stesso è un intervento volto al supporto del rafforzamento delle competenze linguistiche dei minori Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a La spinta motivazionale ad agire, partecipare, progettare è tanto più alta quanto più i ragazzi sono stimolati a liberarsi dalla condizione di uditori passivi, in grado di dare un valido contributo alla stesura del percorso, e non come meri destinatario a cui offrire discorsi preconfezionati. Standard 4 – Pari opportunità Il percorso permette la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i minori presenti nella struttura, promuovendo ruoli ed impegni, attraverso il quale sarà possibile esprimere la propria cultura, la storia, le tradizioni, gli usi e i costumi del paese di provenienza Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori, operatori socio-sanitari esperti e formati sui temi trattati e sulle metodologie partecipative Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Il principio del superiore interesse del minore definisce, come regola del gruppo di lavoro, quella di ottenere sempre il consenso, per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. Vista la delicatezza di alcune tematiche proposte nessun partecipante deve essere forzato a partecipare o a condividere esperienze personali. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso si effettuerà una valutazione con i ragazzi sul lavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei bisogni e necessità emersi per valutare l’acquisizione dei concetti generali di salute e prevenzione. In base a quanto emerso dai partecipanti si potrà strutturare un nuovo percorso partecipativo. 73 CaPItolo 4 RISUltatI - sviluppare le capacità personali a partire da una educazione alla responsabilità e alla partecipazione, potenziando la partecipazione alle scelte e alle decisioni che riguardano la propria salute. - promuovere la conoscenza dei comportamenti che hanno rilevanza per la salute. - intervenire sulle variabili psicologiche, relazionali, sociali, culturali e ambientali che influenzano i comportamenti a rischio e che rendono difficile l’acquisizione di comportamenti sani. - ridurrei comportamenti a rischio per la salute, favorendo l’acquisizione di nuove conoscenze, atteggiamenti e capacità operative attinenti a stili di vita sani. CRItICItà Potrebbe risultare difficile promuovere una riflessione e intervenire sulle eventuali resistenze alla modifica di comportamenti a rischio. Incontrare difficoltà ad affrontare determinate tematiche particolarmente delicate sia sotto un punto di vista personale che religioso e culturale. PUNtI DI FoRZa Lavorare con i ragazzi utilizzando metodologie flessibili e dinamiche volte ad analizzare, affrontare, risolvere incertezze ed incomprensioni su tematiche delicate, attraverso una comunicazione assertiva e ad ampio raggio, volta a favorire il dialogo e la partecipazione sia per coloro che presentano ottime potenzialità dialogiche, sia per coloro che incontrano difficoltà nell’ambito emotivo e socio-relazionale TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone La CONSULTA dei Ragazzi Percorso partecipato per la creazione di uno strumento di partecipazione attiva e consapevole dei ragazzi e delle ragazze all’interno delle comunità in cui sono accolti.31 FINalItà E oBIEttIVI - Coinvolgere attivamente i minori nella vita della comunità rendendoli protagonisti dei cambiamenti delle loro condizioni di vita. - Conoscere e saper utilizzare strumenti di partecipazione. - Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e l’integrazione nella comunità. - Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità. - Imparare a prendere decisioni condivise tra minori e adulti di riferimento. - Valorizzare e rafforzare le competenze di ogni partecipante ai fini di una partecipazione etica e significativa. DURata 6 incontri da svolgere nell’arco di 3 mesi (un incontro ogni 15gg circa) RISoRSE E StRUMENtI Una psicologa ed un mediatore culturale facilitano il gruppo dei ragazzi durante lo svolgimento degli incontri. DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso di creazione della Consulta può essere articolato nelle seguenti fasi: 31 Percorso partecipativo sperimentato dalla Comunità Alloggio “L’Albero della Vita” di Pachino (SR). 74 CaPItolo 4 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Presentazione e condivisione obiettivi, modalità del percorso, calendario e orario degli incontri Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Ad esempio attraverso la creazione di una “linea del tempo” nella quale collocare gli incontri che si terranno e il tema che si affronterà in ogni incontro. Ogni tema può essere presentato graficamente su dei cartelloni da attaccare alla linea del tempo; coinvolgere i ragazzi nella realizzazione dei cartelloni. I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri e idee sul percorso appena proposto. 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Approfondire con i ragazzi la conoscenza della comunità, del suo funzionamento e delle figure professionali che vi operano Attività di descrizione delle funzioni della Comunità. Ad esempio rappresentando la comunità come una casa da riempire con mattoncini su cui sono scritti alcuni concetti chiave (equipe, accoglienza, ragazzi, progetti individuali). A gruppetti o individualmente i ragazzi scrivono il significato che per loro ha ogni concetto sui mattoncini, lo attaccano e lo condividono con i presenti. Cartellone, Mattoncini di cartone Penne e colori Approfondire aspetti non ancora chiari dopo i colloqui individuali di ingresso e orientamento Attività di descrizione delle funzioni e ruoli partendo da quanto espresso dai partecipanti durante l’attività precedente Ad esempio aiutandosi con la creazione cartoncini raffiguranti le figure professionali che operano nella comunità ed il ruolo che ognuna di esse svolge. Illustrazioni grafiche/disegni delle figure professionali presenti nella comunità Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group Domande stimolo IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni Domande stimolo Cartoncini, fogli e penne. 75 CaPItolo 4 3) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: ATTIVITÀ STRUMENTI Lavorare sul “Sistema di tutela e protezione”. Raccogliere opinioni e percezioni circa le sensazioni provate dai ragazzi subito dopo il collocamento in comunità, cosa li ha rassicurati e cosa si potrebbe fare o sarebbe utile per migliorare le condizioni di vita in comunità. Ad esempio attraverso la realizzazione di un fumetto. Circle time Fogli, penne e colori Definire uno strumento di partecipazione finalizzato a migliorare la vita in comunità. “la Consulta dei ragazzi” In base a quanto emerso nell’attività precedente (aspetti positivi, idee e proposte dei ragazzi), proporre ai partecipanti di creare uno strumento “consultivo” per affrontare proposte e temi di loro interesse e decidere insieme come migliorare/modificare alcuni aspetti della vita in comunità Illustrazioni grafiche/disegni su cosa significa, cosa fa e a cosa serve un “organo consultivo” Slides su pc Brainstorming Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group 4) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Progettare “la Consulta” stabilendone il regolamento. Divisi in piccoli gruppi i ragazzi creano un regolamento. Ogni gruppo presenta agli altri la sua proposta e infine verranno adottate le 2 o 3 regole migliori per ogni gruppetto che andranno a comporre il regolamento della stessa. Anche gli educatori parteciperanno inserendo a loro volta 2 o 3 regole. In conclusione, le regole selezionate verranno riportate su un cartellone fatto dai ragazzi Lavoro di gruppo Brainstorming Cartelloni Penne e colori Stabilire con i minori il funzionamento e gli ambiti di intervento della stessa. Decidere insieme ai partecipanti: - Tematiche da affrontare - Calendario delle riunioni - Strumenti - Risultati - Momento di valutazione Ad esempio chiedendo loro di disegnare/rappresentare graficamente su un cartellone la consulta ed il suo funzionamento Circle time Cartelloni Penne e colori Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati Far emergere i principali bisogni di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati dal loro punto di vista 76 CaPItolo 4 ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Raccogliere proposte per un percorso da realizzare nell’ambito della “Consulta” Coinvolgere i partecipanti nel proporre tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Conclusione dei lavori. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri Circle time Brainstorming Penne e cartellone MEtoDoloGIa UtIlIZZata Stabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regole durante le attività. Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. Fare in modo che ogni incontro con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti. Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo. Utilizzare degli strumenti con alto livello di interazione e di facile accesso per ragazzi con diversi livelli linguistici e cognitivi, che prevedano utilizzo di linguaggio verbale (più che scritto), utilizzo altri mezzi espressivi (disegno, video, foto, ecc), che facciano sperimentare ai ragazzi la negoziazione, il lavoro di gruppo, lo sviluppo di idee. Tra questi strumenti ci sono creazione di glossari condivisi, brainstorming, storie-simulazioni, creazione di materiali. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di costruire uno spazio, uno strumento partecipativo (la Consulta), di accrescere capacità e competenze, chiarendo i limiti e l’impatto dei risultati attesi e infine di creare un percorso realmente sostenibile. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Durante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. I ragazzi vengono sostenuti nel coinvolgimento dei loro pari in contesti positivi di scambio e riflessione e rafforzano la capacità di relazionarsi su contenuti significativi sia in contesti formali che informali (relazioni personali quotidiane). 77 CaPItolo 4 Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicura un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci, sviluppa agio e benessere. Standard 4 – Pari opportunità Il percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilità di offrire un apporto. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti e formati sulle metodologie partecipative Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Fondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Assicurare inoltre che il percorso non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza, maltrattamento o sfruttamento; definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza di consolidare lo strumento (La Consulta) con sviluppi futuri RISUltatI - Coinvolgimento e partecipazione attiva dei ragazzi nella comunità in cui vivono. - Miglioramento della qualità della loro vita. - Responsabilizzazione, socializzazione e rafforzamento dell’autostima. - Miglioramento della socialità e della convivenza interna. - Promozione dell’investimento e della partecipazione politico-istituzionale. CRItICItà Può risultare difficile far comprendere ai ragazzi l’utilizzo e il funzionamento dello strumento (la Consulta) e renderli protagonisti in questo ambito. E’ fondamentale fornire loro strumenti adeguati e accessibili che li supportino nel percorso. PUNtI DI FoRZa Lavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazione di una partecipazione effettiva. Stimolare la partecipazione alle attività attraverso la valorizzazione di competenze e capacità dei minori. 78 CaPItolo 4 TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Laboratorio interculturale partecipato “Mappamondo”32 FINalItà E oBIEttIVI - Promuovere la conoscenza e lo studio delle altre culture (compresa quella del paese di accoglienza), dei diversi modi di vivere e di pensare, delle caratteristiche economiche e sociali, come momento di arricchimento e di crescita comune e miglioramento dei contatti e delle relazioni interpersonali. - Favorire l’integrazione dei minori all’interno e all’esterno della comunità. - Migliorare i rapporti interpersonali tra minori e tra minori e operatori. - Favorire relazioni positive; facilitare l’inserimento nella vita del paese attraverso la conoscenza dello stesso; attivare servizi ed interventi specifici per l’inserimento socio-culturale e lavorativo rispondenti ai bisogni dei beneficiari. - Sviluppo e arricchimento delle relazioni tra i minori, gli operatori, le istituzioni, uffici (musei-biblioteca) nonché agevolare scelte più consapevoli per il futuro. DURata 4 incontri da svolgere nell’arco di 2 mesi (circa uno ogni 15 giorni) RISoRSE E StRUMENtI Un educatore che facilita lo svolgimento delle attività con il supporto di un mediatore culturale e di uno psicologo. PC, videoproiettore. Schede informative. Mappamondo. Visita guidata presso un museo. 32 Percorso partecipativo sperimentato dalla Comunità Alloggio “L’Albero della Vita” di Pachino (SR). DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro, calendario e orario degli incontri. Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Chiedere ai partecipanti di indicare su un mappamondo o sulla carta geografica il loro paese di provenienza e spiegare agli stessi che, durante il percorso, avranno la possibilità di presentare il loro paese di origine e conoscere le caratteristiche del paese di accoglienza e dei paesi di provenienza degli altri minori presenti in comunità Presentare poi ai ragazzi le schede che serviranno loro per inserire le informazioni relative al proprio paese specificando gli ambiti da approfondire (ad esempio aspetti geografici, sociali, religiosi, economici, tradizionali) realizzati sotto forma di illustrazioni grafiche per renderli maggiormente comprensibili ai minori. Mappamondo (o Cartina geografica) Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus group Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni Raccolta feedback immediati dei partecipanti Scheda informativa da compilare, riguardante alcuni aspetti caratteristici degli Stato di provenienza (ad esempio aspetti geografici, sociali, religiosi, economici, tradizionali). Le schede potranno essere compilate individualmente o per gruppi di nazionalità 79 CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: (realizzare un incontro per ciascun aspetto da approfondire) ATTIVITÀ STRUMENTI Redazione della scheda informativa. In ogni incontro verrà chiesto ai partecipanti di approfondire uno degli aspetti caratteristici del proprio paese e riportare quanto rilevato, nella scheda informativa. Verrà messa a disposizione dei ragazzi una connessione internet e dei libri per fare delle ricerche. E’ molto importante che i partecipanti possano integrare le proprie conoscenze di base altri elementi trovati grazie alle ricerche. Durante la compilazione della scheda, il conduttore delle attività, stimolerà confronti tra i partecipanti sui diversi aspetti caratteristici di ogni paese.E’ possibile organizzare anche una visita in un museo per arricchire ancor di più la ricerca. Scheda informativa da compilare Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti Focus Group 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Presentare le peculiarità culturali rilevate durante i lavori di gruppo Incontro plenario dove ciascun gruppo presenterà le caratteristiche del proprio Stato di appartenenza. Lasciare ai ragazzi la libertà di scegliere il modo migliore di presentare il proprio lavoro e favorire un clima di arricchimento reciproco non competitivo. Cartelloni illustrazioni grafiche PC Oggetti tipici Musica etnica Raccogliere informazioni sulla cultura dei ragazzi da confrontare con quella del paese ospitante Gruppi di lavoro Libri di testo, siti internet. Visita al museo Raccolta di oggetti tipici di ciascun Paese Possibile divulgazione itinerante del prodotto finale nelle scuole del territorio. Si possono realizzare dei pannelli informativi, relativi ad ogni paese di provenienza che i ragazzi stessi presenteranno a loro pari. Valutare insieme ai minori l’impatto delle attività svolte e l’utilità delle indicazioni condivise ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti Conclusione dei lavori 80 A conclusione del percorso verranno condivise con i ragazzi alcune domande per valutare l’andamento dell’intero percorso. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente su dei cartoncini da attaccare all’albero delle idee. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri L’albero delle idee: realizzare un cartellone raffigurante un albero Cartoncini Penne e colori CaPItolo 4 MEtoDoloGIa UtIlIZZata Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua). Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo e di gioco. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso. In particolare, la metodologia è strutturata in lavori di gruppo, ricerche sul territorio e uscite guidate al fine di: - favorire l’integrazione e la collaborazione tra i ragazzi appartenenti a diverse nazionalità; - lasciare l’opportunità ai ragazzi di organizzare il lavoro senza troppe restrizioni operative; - garantire la possibilità di esplorare il territorio e di studiarlo sotto nuovi punti di vista; - presentare il proprio Paese di provenienza in base in maniera soggettiva e personale . UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità I ragazzi verranno informati sulla scelta del percorso da intraprendere e sui risultati attesi, oltre che sull’importanza del loro essere protagonisti del percorso. Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Il laboratorio sarà inserito all’interno di un’attività già strutturata e stabilita insieme ai ragazzi dunque tutti partecipanti hanno padronanza con gli strumenti partecipativi realizzati (consulta dei ragazzi – vedi scheda percorso relativa). Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Il percorso permette il rafforzamento della percezione di sé e delle conoscenze pregresse, ma anche l’esternalizzazione delle suddette conoscenze agli altri, favorendone l’integrazione Standard 4 – Pari opportunità Il percorso prevede la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i ragazzi accolti presso la comunità ed anche l’intervento degli educatori che operano presso la struttura. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato Per lo svolgimento dell’intero laboratorio verranno utilizzati professionisti qualificati e formati alla metodologia partecipativa (es. psicologo, educatore). Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e I ragazzi verranno informati sulle attività previste e potranno dare il loro consenso alla partecipazione nelle attività esterne alla struttura garantendo la loro sicurezza, rispetto della privacy e anonimato. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso è previsto un momento di valutazione per raccogliere le impressioni, criticità e punti di forza da parte dei ragazzi. 81 CaPItolo 4 RISUltatI - Maggiore conoscenza delle diverse culture che convivono all’interno della comunità. - Migliore convivenza tra ragazzi di culture diverse. - Maggiore conoscenza e integrazione in comunità e nel territorio. - Strutturazione più consapevole da parte dei ragazzi del loro futuro. CRItICItà Potrebbe risultare difficile far lavorare in gruppo ragazzi che parlano lingue diverse, così come potremmo non ritrovare la loro collaborazione in ogni fase del laboratorio. PUNtI DI FoRZa Il laboratorio così come è stato strutturato mira ad un rafforzamento della rete etnica positiva e ad una riduzione dei malintesi tra i ragazzi e tra ragazzi e operatori, dovuti ad una mancata conoscenza delle culture di appartenenza. La presentazione e valorizzazione del proprio bagaglio culturale rafforza l’autostima, la percezione di sé e stimola ad un coinvolgimento attivo. aREa laVoRo & aUtoNoMIa TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Lavor@ndo.. insieme.33 Percorso partecipativo per giovani stranieri dai 16 ai 19 anni, su diritti e doveri del lavoratore all’interno del nostro Paese. FINalItà E oBIEttIVI - Consultare e informare i ragazzi circa la normativa italiana sul lavoro con particolare riferimento al lavoro minorile; - Fornire uno stimolo ad apprendere e far propri i concetti di comunicazione efficace rispettando tempi e ruoli nella comunicazione e nell’ ascolto - Chiarire e contestualizzare il ruolo e i compiti della comunità in questo particolare ambito: la ricerca di lavoro - Far emergere bisogni e istanze dei ragazzi in tema di lavoro. - Fornire mezzi e strumenti per una indagine attiva e abile nella ricerca di lavoro contestualizzata nella realtà territoriale della comunità. - Riuscire a fornire un bagaglio nozionistico in modo che i partecipanti possano farne buon uso nel percorso verso l’autonomia DURata 4 incontri da svolgere nell’ arco di 2 mesi (un incontro ogni 15 gg circa) RISoRSE E StRUMENtI - 2 educatori che preparano e facilitano gli incontri. - 1 mediatore culturale che supporta la comprensione a livello linguistico e culturale. - 1 consulente legale che chiarisca dubbi ai ragazzi - 1 responsabile che faccia da supervisore agli appuntamenti 33 Percorso partecipativo sperimentato dalla Comunità Alloggio “Futura 89” di Catania. 82 DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: CaPItolo 4 1) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri: ATTIVITÀ STRUMENTI Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Ad esempio attraverso la creazione di una “linea del tempo” nella quale collocare gli incontri che si terranno e il tema che si affronterà in ogni incontro. Ogni tema può essere presentato graficamente su dei cartelloni da attaccare alla linea del tempo; coinvolgere i ragazzi nella realizzazione dei cartelloni. Attività ricreativa per favorire un clima distensivo all’ interno del gruppo. Far emergere i bisogni e le curiosità del minore fornendo risposte immediate e concrete. Capire cosa pensano e cosa sanno i ragazzi sul diritto del lavoro in Italia. Tale attività può essere realizzata attraverso la creazione di un cartellone in cui i ragazzi possono scrivere o disegnare cosa pensano e/o sanno rispetto alle regole del lavoro in Italia. Brainstorming cartelloni, cartoncini, pennarelli, pennelli, tempere. Esporre ed informare circa la normativa italiana sul lavoro con particolare riferimento agli aspetti che interessano maggiormente. Esporre diritti e doveri del lavoratore (tipi di contratti, ore lavorative, retribuzioni, CCNL). E’ importante in questa fase sottolineare la differenza di tutela normativa tra un minore ed un maggiorenne. Chiedere loro di spiegare/raccontare la situazione lavorativa nei paesi di origine (età, salari, contratti, ore di lavoro, tipologie di lavoro) in modo da poter effettuare un confronto con la normativa italiana partendo però dalla loro esperienza personale. Preparazione e professionalità da parte di un Consulente Legale. Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group Condivisione obiettivi, modalità di lavoro presentando ai ragazzi le figure professionali esterne alla comunità che parteciperanno ad alcuni degli incontri spiegando loro il motivo di tale coinvolgimento e ascoltando le loro opinioni in merito. Circle time I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri e idee sul percorso appena proposto. Cartoncini, fogli e penne. IMPORTANTE! Contestualizzare le tematiche che verranno affrontate durante il percorso con la realtà territoriale (mercato del lavoro) in cui si trova la comunità per evitare di creare false aspettative circa le possibilità di trovare un qualsiasi tipo di lavoro. Utilizzo di materiale child friendly (disegni, illustrazioni grafiche, immagini) che renda tematiche complesse, come la normativa sul lavoro, più semplici e comprensibili per dei minori (le schede illustrate in appendice al manuale posso essere di supporto in questa fase). 83 CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Acquisire padronanza nella stesura di un Curriculum Vitae e nella lettera di presentazione. Prova pratica su come si scrive ed elabora un Cv e relativa lettera di presentazione chiedendo loro che lavoro vorrebbero svolgere o cosa gli piacerebbe imparare. Realizzare un cartellone nel quale sono illustrati graficamente i contenuti base di un curriculum (ad esempio Foto, dati personali, formazione, esperienze professionali, capacità). Utilizzo del pc Fornire delle informazioni su come funziona un colloquio di lavoro. Attività ricreative sulla comunicazione efficace in relazione al colloquio di lavoro. Simulare colloqui di lavoro chiedendo ad alcuni ragazzi di interpretare il ruolo del candidato e ad altri quello del datore di lavoro e fornendo loro un copione con delle brevi frasi semplici da cui prendere spunto per interpretare il personaggio assegnato. Circle time Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di ogni incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento del l’incontro stesso attraverso domande stimolo semplici e chiare per tutti. Focus Group 3) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Capire come approcciarsi alla ricerca attiva del lavoro: come funziona un centro per l’ impiego, cosa sono le agenzie interinali, come cercare lavoro sui siti web; cosa può fare la comunità in questo ambito. Chiedere loro in che modo cercherebbero lavoro e spiegare i rischi cui potrebbe andare incontro un minore o un neo maggiorenne nel cercare lavoro in un paese che non conosce bene e non sapendo bene la lingua. Realizzare un cartellone riguardante le modalità di ricerca del lavoro (ad esempio Intenet, annunci, riviste, giornali, passaparola) e realizzare un altro cartellone relativo ai rischi che si potrebbero correre nel cercare lavoro (nelle modalità elencate nel cartellone precedente). In base a ciò che emerge da parte dei ragazzi, condividere vari modi di fare ricerca attiva di lavoro in sicurezza . Cartelloni Penne e colori Uso del pc. In questa fase è importante anche chiarire ai minori che partecipare a questa attività non permetterà loro di trovare subito lavoro ma li aiuterà a capire meglio come funzione il mondo del lavoro in Italia e cosa è importante sapere se lo stai cercando. 84 Cartellone Illustrazioni grafiche e/o disegni Materiale Child friendly Simulazioni di colloqui CaPItolo 4 Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati Raccogliere proposte per un nuovo percorso Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Conclusione dei lavori. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri. ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti MEtoDoloGIa UtIlIZZata Stabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regole durante le attività. Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti. Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo. Realizzare simulazioni di situazioni che possono verificarsi nella realtà da cui attingere informazioni ad esempio durante un colloquio di lavoro. Utilizzare di un linguaggio semplice in modo che sia compreso da tutti. Evitare scambi di informazione solo verticale ma favorire il dialogo e le domande. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consente ai ragazzi di esporre dubbi e domande. Da subito vengono chiariti ruoli e modalità con cui avverranno gli incontri così come gli obiettivi esplicitando i limiti e l’impatto dei risultati attesi e creando un percorso realmente sostenibile dai ragazzi. 85 CaPItolo 4 Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Si propone un percorso che riesca a coinvolgere tutti i membri del gruppo, utilizzando un linguaggio semplice ed evitando toni competitivi che ostacolino la buona comunicazione. I tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Si alternano momenti di presentazione frontale a momenti di ricreativi rendendo più stimolante e sostenibile la partecipazione di tutti i minori. Si tende a creare un ambiente motivante perché il tema trattato interessa ognuno dei ragazzi a livello personale rafforzando la percezione di sé come soggetti portatori di esperienze e conoscenze. Standard 4 – Pari opportunità Si mira a creare relazioni cooperative attraverso l’utilizzo di una comunicazione assertiva favorendo l’ascolto ed evitando interruzioni. Tutti posso prendere parte alle attività. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi sono accompagnati durante il percorso da educatori e collaboratori che vengono preparati ad affrontare le tematiche in questione. Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Viene garantito un clima confidenziale e di rispetto tra chi gestisce gli incontri ed il resto del gruppo così come tra i componenti del gruppo stesso. Fondamentale garantire a tutti i ragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali tramite il segreto professionale. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso è fondamentale una valutazione finale e un feedback sul lavoro svolto in modo da fornire dei chiarimenti. RISUltatI - Coinvolgimento attivo da parte dei membri del gruppo. - Maggior fiducia nei confronti degli operatori della comunità. - Riuscire a far proprie informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori in Italia in modo da sfruttarle e utilizzarle nel futuro. - Sensibilizzare i ragazzi circa i rischi che si corrono nel cercare lavoro senza gli strumenti e le indicazioni adeguate. - Fornire ai ragazzi gli strumenti per poter discutere, rielaborare e portare fuori dalla comunità le tematiche affrontate. CRItICItà - Difficoltà di comprensione delle tematiche sia a livello linguistico che culturale. - Difficoltà a parlare e a far parlare l’ altro rispettando i tempi della comunicazione. - Scarsa propensione al lavoro di gruppo. - Poca maturità nell’ affrontare in maniera seria e paziente le tematiche e nel riuscire a rielaborarle. PUNtI DI FoRZa - Effettivo interesse verso la tematica affrontata. - Lavorare con i ragazzi su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. - Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazione di una partecipazione effettiva. 86 CaPItolo 4 TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone Io, il Mio Oggi e il Mio Nuovo Domani.34 Percorso partecipato per giovani stranieri dai 16 ai 19 anni sul tema dell’autonomia realizzato attraverso la valorizzazione delle competenze dei ragazzi e l’esperienza di una borsa lavoro. FINalItà E oBIEttIVI - Stimolare e valorizzare il bagaglio di esperienze e competenze dei partecipanti in funzione della costruzione del loro futuro. - Consultare e informare i ragazzi circa gli strumenti e le prassi per la ricerca di un lavoro; - Fornire momenti privilegiati di autonomia e condivisione di decisioni con gli adulti di riferimento. - Far emergere bisogni e istanze dei ragazzi in tema di lavoro. - Fornire mezzi e strumenti per una indagine attiva e abile nella ricerca di lavoro contestualizzata nella realtà territoriale della comunità. - Riuscire a fornire un bagaglio nozionistico in modo che i partecipanti possano farne buon uso nel percorso verso l’autonomia. - Garantire una esperienza di borsa lavoro in base alle competenze dei partecipanti. DURata 10 incontri (da svolgere ogni 15 giorni circa) RISoRSE E StRUMENtI - 1 educatore che facilita gli incontri - 1 mediatore culturale che supporta le attività 34 Percorso partecipativo sperimentato dalla Comunità Alloggio “Passo dopo Passo” di Foggia (Associazione Emmaus). DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE Il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi: 1) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Condivisione obiettivi, modalità di lavoro, calendario e orario degli incontri. Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosa verteranno i vari incontri e quali sono le “regole” da rispettare durante tali appuntamenti. Ad esempio attraverso la creazione di una “linea del tempo” nella quale collocare gli incontri che si terranno e il tema che si affronterà in ogni incontro. Ogni tema può essere presentato graficamente su dei cartelloni da attaccare alla linea del tempo; coinvolgere i ragazzi nella realizzazione dei cartelloni. Circle time Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa IMPORTANTE! La comprensione del percorso da parte dei ragazzi e capire se risponde ai loro bisogni I partecipanti, riuniti in cerchio, sono invitati ad esporre i loro pensieri e idee sul percorso appena proposto. Cartoncini, fogli e penne. 87 CaPItolo 4 2) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ STRUMENTI Supportare i partecipanti nella ricostruzione del proprio percorso personale, nell’emersione e valorizzazione delle caratteristiche della propria personalità Realizzare incontri e colloqui individuali con i partecipanti durante i quali si sottopongono domande stimolo per ricostruire il loro percorso valorizzando le capacità e le esperienze. Ad esempio si può creare una “Scheda autobiografica” che il partecipante può compilare durante gli incontri e che lo aiuti a riflettere su se stesso e sulle sue capacità. E’ molto importante che il contenuto della scheda sia semplice (si possono utilizzare illustrazioni grafiche e/o disegni per semplificare) e che possa essere scritta in una lingua comprensibile al partecipante. Se necessario avvalersi del supporto di un mediatore culturale. Domande stimolo Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine di tutti gli incontri individuali verrà realizzato un incontro di gruppo per raccogliere feedback circa l’andamento delle attività attraverso domande stimolo semplici e chiare. Circle time ATTIVITÀ STRUMENTI Ogni partecipante, nel modo che ritiene più opportuno, si presenta agli altri condividendo il suo vissuto, le caratteristiche della sua personalità, le sue abilità e competenze e tutto ciò che vuole condividere. Ad esempio attraverso la presentazione della propria scheda autobiografica realizzata durante gli incontri individuali. In questo caso tutte le schede potrebbero essere raccolte in un grande cartellone da affiggere nell’appartamento. Cartelloni Fogli, penne e colori Gioco per organizzare la gestione interna del gruppo appartamento. Chiedere ai partecipanti cosa serve secondo loro per organizzare la vita dell’appartamento ad esempio i turni di cucina e delle pulizie. In base a ciò che emerge dai ragazzi, si consiglia di realizzare una scheda che con gli impegni individuali giornalieri che ciascuno si assume che verrà poi affissa nell’appartamento e aggiornata ogni settimana. Fogli, penne Illustrazioni grafiche e/o disegni Scheda impegni giornalieri individuali Alla fine dell’incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento delle attività attraverso domande stimolo semplici e chiare. Circle time Domande stimolo. 3) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri Accogliere i partecipanti nel gruppo appartamento fornendo loro il giusto supporto per l’organizzazione e la gestione di gruppo dell’appartamento. Raccolta feedback immediati dei partecipanti 88 Scheda autobiografica con illustrazioni grafiche e approccio child friendly. Domande stimolo CaPItolo 4 4) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 3 incontri Conoscenza approfondita dei servizi erogati sul territorio e degli uffici proposti a tali servizi; a cosa servono e perché sono importanti. ATTIVITÀ STRUMENTI Con l’ausilio di un pc e connessione internet, fare una ricerca insieme ai partecipanti circa i servizi erogati sul territorio in cui si trova la comunità e spiegare loro che lavoro svolgono questi uffici (ad esempio comune, agenzia delle entrate, questura, ufficio di collocamento, servizi e agenzie per l’impiego, poste, banche, centro interculturale). Cartelloni Penne e colori Uso del pc. In un secondo momento stampare e mostrare ai partecipanti che tipi di documenti e moduli potrebbero dover compilare presto questi uffici per richiedere un servizio. Si consiglia di simulare in gruppo la compilazione di documenti e moduli, se necessario con il supporto di un mediatore culturale. Riproduzione di moduli e documenti Fogli e penne Organizzare una visita presso i gli uffici suddetti e cercare insieme ai ragazzi il modo di raggiungerli in autonomia (ad esempio con i mezzi pubblici) Raccolta feedback immediati dei partecipanti Alla fine dell’incontro verranno raccolti feedback circa l’andamento delle attività attraverso domande stimolo semplici e chiare. Circle time Domande stimolo 5) FASE OBIETTIVI: Da strutturare in 2 incontri ATTIVITÀ STRUMENTI Prova pratica su come si scrive ed elabora un Cv e relativa lettera di presentazione chiedendo loro che lavoro vorrebbero svolgere o cosa gli piacerebbe imparare. Realizzare un cartellone nel quale sono illustrati graficamente i contenuti base di un curriculum (ad esempio Foto, dati personali, formazione, esperienze professionali, capacità) o richiedere il supporto di personale professionale esterno alla comunità. Utilizzo del pc Supportare i partecipanti nella realizzazione di un curriculum vitae e di un port-folio di competenze; come leggere un contratto di lavoro e cos’è una busta paga. Cartellone Illustrazioni grafiche e/o disegni Materiale Child friendly IMPORTANTE! In questa fase è molto importante supportare i partecipanti nel comprendere cosa si intende per “capacità” ed in che modo valorizzarla. Realizzare una mappatura di aziende e uffici del territorio di riferimento, in cui lasciare il proprio CV Effettuare insieme ai partecipanti una ricerca su internet delle aziende sul territorio (indirizzo e orario di apertura) e creare, su un grande cartellone una mappa con tali aziende. Inoltre supportare i ragazzi nell’elaborazione di un calendario per recarsi presso tali aziende per consegnare il proprio CV Utilizzo del Pc Cartelloni Fogli e penne Calendario 89 CaPItolo 4 6) FASE OBIETTIVI: ATTIVITÀ Realizzazione di una borsa lavoro di 6 mesi in base alle competenze e alle capacità dei ragazzi Creare sul territorio una rete di aziende e imprenditori cui proporre possibili tirocini e/o borse lavoro dei ragazzi. Avere un feedback di tutto il percorso per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti o per dare ulteriori chiarimenti Attività ricreativa per raccogliere feedback finalizzata a valutare quanto le varie fasi del percorso sono state utili per i ragazzi. Ad esempio elaborare delle domande stimolo inerenti le varie fasi del percorso e chiedere ai ragazzi di rispondere liberamente attraverso tre faccine: una sorridente, una triste e una annoiata. Per ottenere una valutazione efficiente potrebbe essere utile far realizzare questa attività da un educatore che non ha preso parte agli incontri con i ragazzi in modo tale che gli stessi si sentano maggiormente liberi di rispondere. Focus group Domande stimolo Cartoncini illustrati Raccogliere proposte per un nuovo percorso Coinvolgere i partecipanti nel proporre nuove tematiche di loro interesse (in particolare se emerse durante lo svolgimento del percorso stesso) per avviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delle proposte su un cartellone. Circle time Brainstorming Penne e cartellone Conclusione dei lavori. Momento di festa finale con possibile esposizione di tutto il materiale prodotto negli incontri ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e le proposte dei partecipanti, emerse durante l’intero percorso, vengano ascoltate e prese in considerazione in funzione di un livello sempre maggiore di partecipazione e condivisione delle decisioni tra minori e adulti STRUMENTI MEtoDoloGIa UtIlIZZata Stabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regole durante le attività. Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato. Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità. Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturità dei partecipanti. Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti. Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo. Realizzare simulazioni di situazioni che possono verificarsi nella realtà da cui attingere informazioni ad esempio durante un colloquio di lavoro. Utilizzare di un linguaggio semplice in modo che sia compreso da tutti. Evitare scambi di informazione solo verticale ma favorire il dialogo e le domande. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva dell’intero percorso. UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Il percorso consente ai ragazzi di esporre dubbi e domande. Da subito vengono chiariti ruoli e modalità con cui avverranno gli incontri così come gli obiettivi esplicitando i limiti e l’impatto dei risultati attesi e creando un percorso realmente sostenibile dai ragazzi. 90 CaPItolo 4 Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontaria Si propone un percorso che riesca a coinvolgere tutti i membri del gruppo, utilizzando un linguaggio semplice ed evitando toni competitivi che ostacolino la buona comunicazione. I tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/a Si alternano momenti di presentazione frontale a momenti di ricreativi rendendo più stimolante e sostenibile la partecipazione di tutti i minori. Si tende a creare un ambiente motivante perché il tema trattato interessa ognuno dei ragazzi a livello personale rafforzando la percezione di sé come soggetti portatori di esperienze e conoscenze. Standard 4 – Pari opportunità Si mira a creare relazioni cooperative attraverso l’utilizzo di una comunicazione assertiva favorendo l’ascolto ed evitando interruzioni. Tutti posso prendere parte alle attività. Standard 5 – Il personale è efficiente e preparato I ragazzi sono accompagnati durante il percorso da educatori e collaboratori che vengono preparati ad affrontare le tematiche in questione. . Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/e Viene garantito un clima confidenziale e di rispetto tra chi gestisce gli incontri ed il resto del gruppo così come tra i componenti del gruppo stesso. Fondamentale garantire a tutti i ragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali tramite il segreto professionale. Standard 7 – Follow up e valutazione Al termine del percorso è fondamentale una valutazione finale e un feedback sul lavoro svolto in modo da fornire dei chiarimenti. RISUltatI - Coinvolgimento attivo dei membri del gruppo. - Maggior fiducia nei confronti degli operatori della comunità. - Riuscire a far proprie informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori in Italia in modo da sfruttarle e utilizzarle nel futuro. - Sensibilizzare i ragazzi circa i rischi che si corrono nel cercare lavoro senza gli strumenti e le indicazioni adeguate. - Fornire ai ragazzi gli strumenti per poter discutere, rielaborare e portare fuori dalla comunità le tematiche affrontate. - Garantire ai ragazzi un’esperienza lavorativa reale sul territorio. CRItICItà - Difficoltà di comprensione delle tematiche sia a livello linguistico che culturale. - Difficoltà a parlare e a far parlare l’ altro rispettando i tempi della comunicazione. - Difficoltà nell’imparare a gestire i propri tempi. - Difficoltà al lavoro di gruppo. - Poca pazienza nell’ affrontare le tematiche e nel riuscire a rielaborarle. PUNtI DI FoRZa - Effettivo interesse verso la tematica affrontata. - Lavorare con i ragazzi su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed esperienza di vita. - Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazione di una partecipazione effettiva. 91 CaPItolo 4 21 Sono state coinvolte nelle attività 21 comunità di cui 6 in Calabria (nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia), 6 in Puglia (nelle province di Foggia, Bari, Brindisi) e 9 in Sicilia (nelle province di Catania, Siracusa, Agrigento). Sono state individuate in base a determinati criteri quali ad esempio: comunità autorizzate; numero minori accolti nella norma; stabilità della comunità e dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel tempo; comunità che accolgono minori; disponibilità operatori; presenza del mediatore o facilità di comunicazione operatori/minori; turn over elevato oppure ridotto; più comunità nella stessa provincia oppure diverse province. 22 A tale scopo, sono stati elaborati strumenti ad hoc per lo svolgimento delle prime due fasi: un modulo formativo partecipativo per gli operatori di comunità e un piano di monitoraggio strutturato in periodici contatti telefonici durante la fase di implementazione del percorso fra referente Save the Children e referente della comunità per confronto su alcuni elementi del percorso nonché un monitoraggio dello stesso presso la comunità (di metà percorso) per condividere con operatori e ragazzi l’andamento delle attività. 23 Gli standard per una partecipazione etica e significativa sono: 1)Approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità; 2) partecipazione rilevante e volontaria; 3) ambiente motivante e a misura di bambino e bambina; 4) pari opportunità; 5) il personale è efficiente e preparato; 6) la partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini; 7) Follow up e valutazione (consultare scheda in appendice del manuale). 24 Alcuni passi del paragrafo sono tratti da “Paurismo e altre storie. Un percorso di consultazione - Accoglienza, tutela e partecipazione dei minori dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze” realizzato da Save the Children Italia (2008) e scaricabile gratuitamente dal sito www.savethechildren.it 25 Per scaricare gratuitamente il kit o farne richiesta consultare il sito www.garanteinfanzia.org 92 Conclusioni: le sfide della partecipazione D all’adozione della CRC, si è registrato un progresso notevole nella ricerca ed applicazione del concetto della partecipazione dei minori Le associazioni, le organizzazioni e le Istituzioni che, come Save the Children, lavorano per la protezione e tutela dei diritti dei bambini hanno dedicato notevoli sforzi e risorse per promuovere la partecipazione dei minori in una vasta gamma di settori, tra cui la salute, l’istruzione, la protezione, la riduzione del rischio di catastrofi, nell’utilizzo dei nuovi media e nella governance. Tuttavia, resta ancora molto da fare: non c’è ancora stato un vero cambiamento socio-culturale utile a favorire l’affermazione dei minori come protagonisti. Questa mancanza di cambiamento può essere attribuita al fatto che i diritti civili dei bambini e dei giovani sono più difficili da comprendere rispetto ad altri diritti (come quello alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla protezione) e che la loro realizzazione continua a rappresentare una sfida per gli adulti, che sentono di essere in una posizione superiore rispetto ai minori: i bambini e gli adolescenti non sono sempre incoraggiati a esprimere le loro opinioni o a fare domande, né viene loro riconosciuta la capacità di farlo, così come la loro presenza in contesti e ruoli pubblici è perlopiù “decorativa”. Vi sono anche altri fattori particolarmente rilevanti, tra i quali: a. La mancanza di chiarezza sul significato di partecipazione: il termine “Partecipazione” continua ad essere usato per descrivere una vasta gamma di diverse attività, che sono spesso a breve termine o singoli processi che offrono solo limitate opportunità per i bambini di realizzare i loro diritti civili. Probabilmente è stata posta molta attenzione sull’articolo 12 CRC e insufficiente attenzione agli altri aspetti della partecipazione sanciti dalla CRC - per esempio, il diritto all’informazione e il diritto al rispetto delle capacità evolutive di un individuo nell’esercizio dei propri diritti. b. La mancanza di formazione degli adulti: le iniziative per promuovere la partecipazione sono spesso fallimentari perché gli adulti che lavorano con i bambini non hanno le competenze e l’esperienza necessarie per realizzare tali attività. Ci sono casi in cui gli adulti non comprendono realmente come rinunciare al loro potere e al controllo sui minori in favore di un approccio basato sulla partnership e sulla collaborazione. c. La mancanza di strumenti per il monitoraggio e la valutazione della partecipazione: se si vuole realizzare il diritto alla partecipazione dei minori, è importante sviluppare standard e indicatori per monitorare e misurare quanto è stato fatto e perché. Nonostante un lungo dibattito sullo sviluppo di strumenti e indicatori per aiutare a monitorare e misurare ciò che viene raggiunto attraverso la partecipazione e come, non sono ancora state concordate e applicate in modo sistematico. 93 Per innescare un reale cambiamento è quindi necessario che vengano realizzate una serie di azioni fondamentali, tra le quali: a. offrire informazioni adeguate ed accessibili in merito al diritto dei minori di tutte le età e capacità. I bambini non possono esercitare i propri diritti se non hanno accesso all’informazione in un formato e una modalità che possono comprendere ed usare facilmente. b. investire nella sensibilizzazione e consapevolezza degli adulti. È necessario sensibilizzare ed educare maggiormente gli adulti in merito ai diritti alla partecipazione dei minori e tutte i relativi vantaggi. Infatti, la partecipazione necessita di una cooperazione sia con gli adulti che con i bambini e ciò implica una formazione specifica per i professionisti del settore che lavorano con e per i bambini, cosi come una sensibilizzazione dei genitori, dei media e di altri gruppi influenti. c. introdurre sistematici meccanismi di influenza dei processi decisionali pubblici a tutti i livelli. Ciò include: la promozione dell’accesso all’informazione ed alla formazione a sostegno del diritto alla partecipazione dei minori, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare servizi pubblici collaborativi ed a misura di bambino, sostenere l’educazione tra pari (peer education) e organizzazioni guidate da bambini, facilitare l’accesso ai mezzi di informazione (media), incentivare le comunità alla mobilitazione e coinvolgerle in un dialogo costante con il governo in merito a tutti gli aspetti più importanti dello sviluppo di politiche inerenti. d. migliorare la qualità dei programmi o delle iniziative per la promozione della partecipazione dei minori. Con ciò si intende la promozione di pratiche che siano etiche, sensibili alle esigenze dei bambini, di rilievo, inclusive, sicure, sostenute in modo appropriato e comprese nell’ambito delle famiglie dei minori e nelle comunità a cui essi appartengono. e. dimostrare impegno nel valutare e monitorare i progressi registrati per la promozione e l’attuazione del diritto alla partecipazione dei minori attraverso lo sviluppo di indicatori che misurino il lavoro svolto a sostegno del diritto alla partecipazione dei minori. Attraverso le attività di partecipazione che sono state realizzate e descritte nel presente documento Save the Children ha inteso offrire il proprio contributo al raggiungimento di questi obiettivi con l’auspicio di una diffusione ed uno sviluppo della metodologia partecipativa e della tutela del diritto all’ascolto, anche nei contesti più difficili, come l’accoglienza in frontiera. 94 appendice CoNVENZIoNE oNU SUI DIRIttI DEll’INFaNZIa E DEll’aDolESCENZa Art.1 Tutte le persone di età inferiore ai diciotto anni godono dei seguenti diritti. Art.2 Hai diritto a essere protetto/a contro ogni discriminazione. Questo significa che nessuno può trattarti diversamente dagli altri per il colore della pelle, nazionalità, sesso, religione, lingua o perché sei disabile, ricco/a o povero/a. Art.3 Il tuo superiore interesse deve guidare gli adulti nelle decisioni che ti riguardano. Art.4 Hai diritto a vedere realizzati i tuoi diritti da parte delle Istituzioni pubbliche (Parlamento, Governo, Scuola ecc). Art.5 Hai diritto a essere aiutato/a e consigliato/a dai tuoi genitori e dalla tua famiglia. Art.16 Hai diritto ad avere una tua vita privata, anche all’interno della tua famiglia, compreso il diritto ad avere una tua corrispondenza privata. Art.30 Se appartieni a una minoranza etnica, religiosa o linguistica, hai diritto a mantenere la tua cultura, praticare la tua religione e parlare la tua lingua. Art.17 Hai diritto a ricevere informazioni provenienti da tutto il mondo, attraverso i media (radio, giornali, televisione) e ad essere protetto/a da materiali e informazioni dannosi. Art.31 Hai diritto, al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali (ad esempio la musica, il teatro e lo sport). Art.18 Hai diritto ad essere cresciuto/a ed educato/a dai tuoi genitori, nel rispetto del tuo superiore interesse. Art.19 Hai diritto ad essere protetto/a da ogni forma di maltrattamento, abuso o sfruttamento da parte di chiunque. Art.20 Hai diritto ad avere protezione e assistenza speciali se non puoi vivere con i tuoi genitori. Art.32 Hai diritto a non svolgere lavori pesanti e pericolosi per la tua salute o che ti impediscono di andare a scuola. Art.33 Hai diritto a essere protetto/a dall’uso e dal traffico di droghe. Art.34 Hai diritto a essere protetto/a da ogni tipo di sfruttamento e abuso sessuale. Art.35 Hai diritto ad essere protetto/a per impedire che tu sia rapito/a o venduto/a. Art.21 La decisione di una tua adozione deve essere presa nel tuo superiore interesse. Art.36 Hai diritto a essere protetto/a da ogni forma di sfruttamento. Art.22 Hai diritto a protezione speciale e assistenza nel caso in cui tu sia un rifugiato/a (ad esempio se provieni da un Paese in guerra). Art.37 Hai diritto a non subire torture o punizioni crudeli. Se hai commesso un reato non puoi essere condannato alla pena di morte o alla detenzione a vita. Art.23 Se sei disabile, mentalmente o fisicamente, hai diritto ad avere un’assistenza speciale, al fine di renderti autonomo/a e di partecipare pienamente alla vita sociale. Art.38 Hai diritto a essere protetto/a in caso di guerra e, nel caso in cui tu abbia meno di quindici anni, non puoi e non devi essere arruolato/a nell’esercito. Art.6 Hai diritto alla vita. Art.7 Hai diritto ad avere un nome e una nazionalità. Art.8 Hai diritto ad avere una tua identità. Art.9 Hai diritto a vivere con i tuoi genitori, a meno che questo non risulti dannoso per la tua crescita. Art.10 Se vivi in un Paese diverso da quello dei tuoi genitori, hai diritto al ricongiungimento con loro e a vivere nello stesso luogo. Art.24 Hai diritto alla salute, all’assistenza medica e a ricevere tutte le informazioni necessarie per garantire tale diritto. Art.39 Hai diritto a cure appropriate e al reinserimento nella società nel caso in cui tu sia stato/a vittima di abbandono, guerra, tortura, o di qualunque forma di sfruttamento o maltrattamento. Art.25 Hai diritto ad un controllo regolare delle terapie e delle condizioni in cui vivi, qualora tu venga affidato/a a centri di cura o assistenza. Art.40 Hai diritto a essere adeguatamente difeso/a nel caso in cui tu sia accusato/a o abbia commesso un reato. Art.12 Hai diritto a esprimere la tua opinione su tutte le questioni che ti riguardano. La tua opinione deve essere ascoltata e presa in seria considerazione. Art.26 Hai diritto ad un sostegno speciale da parte dello Stato se sei in condizioni economiche o sociali disagiate. Art.41 Hai diritto a usufruire delle leggi nazionali ed internazionali che ti garantiscano maggiore protezione rispetto alle norme di questa Convenzione. Art.13 Hai diritto ad essere informato/a e ad esprimerti liberamente nel modo che ti è più congeniale (verbalmente, per iscritto ecc), sempre nel rispetto dei diritti degli altri. Art.27 Hai diritto ad un livello di vita adeguato. Ciò significa che i tuoi genitori, o in mancanza lo Stato, dovranno garantirti cibo, vestiti e una casa in cui vivere. Art.14 Hai diritto ad avere le tue idee e a professare la religione che preferisci sotto la guida dei tuoi genitori. Art.28 Hai diritto ad avere un’istruzione/ educazione. Art.11 Hai diritto a essere protetto/a per evitare che tu venga allontanato/a dalla tua famiglia e trasferito/a illegalmente all’estero. Art.15 Hai diritto a riunirti con i tuoi amici, a partecipare o a fondare associazioni, sempre nel rispetto dei diritti degli altri. Art.42 Hai diritto ad essere informato/a sui diritti previsti da questa Convenzione. Gli Stati devono far conoscere la Convenzione a tutti gli adulti, i bambini le bambine, i ragazzi e le ragazze. Art.29 Hai diritto a una educazione che sviluppi la tua personalità, le tue capacità e il rispetto dei diritti, dei valori, delle culture degli altri popoli e dell’ambiente. 95 CaPItolo 1 appendice GlI StaNDaRD SaVE tHE CHIlDREN PER UNa PaRtECIPaZIoNE EtICa E SIGNIFICatIVa StaNDaRD 1 Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilità Questo comporta: - assicurare che i bambini possano esprimere liberamente le proprie idee ed opinioni, che siano seriamente ascoltati e che le loro idee e punti di vista vengano presi in considerazione nelle decisioni da prendere; - esplicitare chiaramente quale sia lo scopo e la portata della loro partecipazione e quale impatto possa avere; - fornire loro accesso a tutte le informazioni necessarie riguardanti il loro coinvolgimento; - garantire loro il tempo necessario per decidere se partecipare e dare il proprio consenso informato; - sensibilizzare e formare gli adulti coinvolti a lavorare e a relazionarsi con i bambini e ad essere consapevoli e pertinenti al contesto in cui vivono. StaNDaRD 2 Partecipazione rilevante e volontaria Questo comporta: - assicurare che i bambini possano scegliere se partecipare o no, come farlo e per quanto tempo; - coinvolgerli secondo modalità, livelli e tempi che sono consoni alle loro capacità ed interessi; - scegliere modalità di lavoro che vedano sempre il bambino al centro di ogni attività e prevedere anche metodologie di coinvolgimento volte al miglioramento del contesto in cui vive, a livello strutturale e culturale. StaNDaRD 3 Ambiente motivante e a misura di bambino Questo comporta: - utilizzare metodologie che sviluppino nei bambini l’autostima e la fiducia in se stessi; - assicurare il tempo e le risorse necessarie a garantire una partecipazione di qualità; - identificare o creare spazi a misura di bambino dove bambini e bambine, ragazzi e ragazze possano sentirsi a proprio agio; - fornire loro, fin dall’inizio, tutte le informazioni necessarie, utilizzando format e linguaggi che siano loro facilmente accessibili e comprensibili. StaNDaRD 4 Pari opportunità Questo comporta: - garantire a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze la possibilità di partecipare, in modo che nessuno di loro venga discriminato per età, “razza”, colore della pelle, genere, lingua, religione, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, nazionalità, appartenenza etnica o sociale, mezzi economici, disabilità, censo o status di qualsiasi tipo; - nel caso in cui il processo di coinvolgimento dovesse prevedere forme di rappresentanza, condividere con i bambini i criteri di selezione dei propri rappresentanti e dar loro la possibilità di sceglierli fra i loro pari; 96 - avere come guida, nel decidere le modalità di partecipazione, l’età, il genere e le abilità e le competenze dei bambini che si vogliono coinvolgere, senza esprimere opinioni né sulla loro diversità né su quello che sanno non sanno fare; - finalizzare la partecipazione all’inclusione sociale e all’impatto positivo sulla loro vita a livello individuale e collettivo. StaNDaRD 5 Lo staff e il personale è efficiente e preparato Questo comporta: - garantire che tutto il personale ed i gruppi dirigenti siano sensibilizzati e formati su tutte le questioni inerenti la partecipazione dei bambini e resi consapevoli del fatto che questa è parte integrante dell’assetto organizzativo; - fornire al personale il supporto e la supervisone necessari a monitorare e valutare le pratiche di partecipazione attuate; - supportare il personale ed i gruppi dirigenti nell’affrontare l’eventuale cambiamento personale e culturale che la partecipazione dei bambini comporta, senza che questo sia considerato un problema. StaNDaRD 6 La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini Questo comporta: - fare tutto il possibile per salvaguardare e ridurre al minimo i rischi di abuso e sfruttamento o di altre conseguenze negative che i bambini possono incontrare durante la loro partecipazione; - garantire la confidenzialità, l’anonimato ed il rispetto dei loro confini: è un loro diritto decidere cosa vogliono rivelare della propria vita; - assicurare che la loro partecipazione non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza, abuso, maltrattamento e sfruttamento; - offrire loro il supporto psicologico adeguato se la partecipazione rischia di far rivivere loro il trauma delle violenze subite o sperimentare emozioni forti; - richiedere ed ottenere il loro consenso per poter usare tutte le informazioni che forniscono e salvaguardare sempre tutte le informazioni confidenziali; - non riprendere o pubblicare mai fotografie, video o immagini digitali di bambini e bambine senza il loro consenso esplicito, meglio se scritto. Il consenso deve prevedere anche menzione dell’utilizzo specifico che si intende fare delle immagini. StaNDaRD 7 Follow up e valutazione Questo comporta: - impegnarsi fin dall’inizio del processo a fornire una restituzione rapida e chiara sui risultati della loro partecipazione e/o il follow up; - realizzare insieme ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze la valutazione della qualità e dell’impatto della loro partecipazione; - realizzare e rendere disponibile la versione child-friendly dei rapporti finali riguardanti il processo di partecipazione, in modo che i bambini possano verificare i risultati della loro partecipazione; - assicurare che gli adulti valutino a loro volta se e come hanno tenuto conto delle priorità e delle raccomandazioni espresse dai bambini e se le hanno integrate nelle loro policy, strategie e programmi; - riconoscere gli errori individuati durante il processo di valutazione ed impegnarsi ad utilizzare le lezioni apprese per migliorare i processi di partecipazione futuri. 97 Materiali utili da utilizzare nella realizzazione delle attività partecipative Le illustrazioni possono essere fotocopiate e utilizzate durante lo svolgimento di alcune delle attività illustrate in questo volume. Comunità per minori Ospedale Operatore/Educatore Tutore 99 100 Mediatore Avvocato Medico Struttura di accoglienza temporanea Scuola Gioco Lavoro Documenti 101 102 Telefono Amici Cibo Vestiti Famiglia Faccina sorridente Faccina triste 103 Albero genealogico 104 FINLANDIA SVEZIA NORVEGIA ESTONIA RUSSIA LETTONIA DANIMARCA LITUANIA BIELORUSSIA IRLANDA REGNO UNITO POLONIA PAESI BASSI GERMANIA BELGIO UCRAINA R. CECA LUSSEMBURGO SLOVACCHIA AUSTRIA FRANCIA MOLDAVIA UNGHERIA SVIZZERA ROMANIA SLOVENIA CROAZIA BOSNIA ITALIA SERBIA MONTENEGRO KOSOVO BULGARIA MACEDONIA ALBANIA SPAGNA PORTOGALLO GRECIA TURCHIA SIRIA CIPRO LIBANO TUNISIA MAROCCO ISRAELE GIORDANIA EGITTO ALGERIA LIBIA MAURITANIA MALI NIGERIA CIAD SUDAN 105 appendice BIBlIoGRaFIa E SItoGRaFIa Convention on the Rights of the Child, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 1989 http://images.savethechildren.it/f/do wnload/CRC/CR/CRCsemplificata.pdf; Save the Children Italia Onlus, Tu Partecipi Io Partecipo, un’analisi dei metodi di lavoro e delle buone pratiche di partecipazione di bambini e adolescenti realizzate da Save the Children Italia, Roma, 2010 http://images.savethechildren.it/IT/f/i mg_pubblicazioni/img127_b.pdf?_g a=1.169849121.1214635175.1400686 566; Save the Children Italia Onlus, Paurismo e altre storie, un percorso di consultazione – accoglienza, tutela e partecipazione dei minori stranieri dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze, Roma, 2008 http://images.savethechildren.it/IT/f/i mg_pubblicazioni/img31_b.pdf?_ga =1.95713948.1214635175.140068656 6; The Save the Children Found, Every Child’s Right To Be Heard, a resource guide on the UN Committee on the Rights of the Child general comment no.12, London, 2011 http://www.savethechildren.org.uk/r esources/online-library/every-childsright-be-heard; Save the Children Italia Onlus, Educazione e Nuovi Media, diritti e responsabilità verso una cittadinanza digitale, Roma, 2011; Save the Children UK, Child Participation handouts – Core learning, London, 2012; The Save the Children Found, A Toolkit for Monitoring and Evaluating Children Participation, London, 2014 www.savethechildren.org.uk/resourc es/online-library/toolkit-monitoringand-evaluating-childrens-participation; 106 International Save the Children Alliance, Practice Standards in Children’s Participation, London, 2005; lINK UtIlI www.savethechildren.it www.savethechildren.org Hart, R., Children’s Participation. From Tokenism to Citizenship, Unicef, 1992; Save the Children Italia Onlus, L’accoglienza dei minori in arrivo via mare – Rapporto di monitoraggio delle comunità alloggio per minori in Sicilia, Puglia e Calabria, Roma, 2012 http://images.savethechildren.it/IT/f/i mg_pubblicazioni/img227_b.pdf?_g a=1.158756922.1214635175.1400686 566; International Save the Children Alliance, So You Want to Consult with Children? A Toolkit for a Good Practice, London, 2003; Save the Children Italia Onlus, Progetto Interact – Rapporto finale sulle metodologie e sugli strumenti di sensibilizzazione, Roma, 2012 http://images.savethechildren.it/IT/f/i mg_pubblicazioni/img205_b.pdf?_g a=1.157069371.1214635175.1400686 566; Welcome Kit promosso da Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza – www.garanteinfanzia.org www.interactonline.eu Partecipazione e sensibilizzazione per un uso più sicuro delle nuove tecnologie. Lo scopo generale del progetto è stato proteggere i minori che vivono in comunità dai rischi connessi ad un uso non sicuro delle nuove tecnologie. www.youtube.com /watch?v=wiQ3hTqyPos The Italianaire; video cartoon realizzato con la partecipazione di 5 ragazzi residenti in Italia e provenienti dall’Egitto, facilitati da Save the Children, finalizzato ad informare e sensibilizzare i minori egiziani che vivono in tre governatorati ad alto tasso di emigrazione minorile in Egitto (Alexandria, Beheira e Gharbeya) circa le condizioni di vita in Italia dei minori migranti egiziani. Save the Children è la più importante organizzazione internazionale indipendente, dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza. Opera in 119 paesi per garantire a tutti i bambini salute, protezione, educazione, sviluppo economico, sicurezza alimentare e promuovere la partecipazione di tutti i minori. Inoltre risponde alle emergenze causate da conflitti o catastrofi naturali. Save the Children è stata costituita in Italia alla fine del 1998 come Onlus e ha iniziato le sue attività nel 1999. Oggi è una Ong riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. Oltre all’importante impegno a livello internazionale Save the Children Italia da più di 10 anni sviluppa programmi che hanno l'obiettivo di migliorare la vita dei bambini e delle bambine che vivono sul nostro territorio con interventi nell’ambito della lotta alla povertà minorile, della protezione dei minori a rischio di sfruttamento (come i minori stranieri non accompagnati), dell’educazione e della scuola, dell’uso sicuro delle nuove tecnologie, della tutela dei minori nelle emergenze. Save the Children Italia Onlus Via Volturno 58 - 00185 Roma tel +39 06 480 70 01 fax +39 06 480 70 039 [email protected] www.savethechildren.it
© Copyright 2024