Le Infezioni Invasive da Candida In Medicina Interna Gianluigi Vendemiale Medicina Interna Universitaria Dipartimento Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Foggia EPIDEMIOLOGIA delle Candidemie in Medicina Interna L’incidenza globale delle candidemie è aumentata di circa 5 volte negli ultimi 10 anni. Negli USA la Candida è il 4° microrganismo più frequentemente isolato nel sangue, in Italia si colloca al 10° posto. • Nei reparti internistici si registra aumento delle candidemie • In riduzione nelle Unità di terapia intensiva e nei Centri trapianto di midollo EPIDEMIOLOGIA delle Candidemie in Medicina Interna • Cambiamento demografico • Aumento del numero di pazienti fragili sottoposti ad interventi invasivi • Complessità delle tecniche chirurgiche (esecuzione di interventi che in passato non sarebbero stati effettuati) • Aumento del rischio infettivo PAZIENTI CRITICI • Impiego di procedure invasive (CVC-PICC) • Alimentazione parenterale Fattori predisponenti e fattori di rischio della candidemia nei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina Età avanzata Procedure invasive Catetere vescicale Malnutrizione Diabete mellito tipo 2 Terapia steroidea Terapia immunosoppressiva Neoplasie CVC-PICC Nutrizione parenterale totale Terapia antibiotica ad ampio spettro >10 gg di ricovero Complessità del paziente ricoverato nel reparto di medicina Candidemie in Medicina Interna: perché considerarlo un problema emergente. MORTALITÀ GLOBALE Percentuali variabili dal 5% al 71%, in alcuni studi fino all’80% COSTI Aumento dei costi per allungamento dei tempi di degenza EPIDEMIOLOGIA delle Candidemie in Medicina Interna Dati provenienti da studi di popolazione USA CDC anni 1992-1993 Incidenza IC 7.28/100,000 Zylberberg et al Incidenza IC anno 2000: 3.65/100,000 anno 2005: 5.56/100,000 Cleveland et al (Atlanta e Baltimora) anno 2008: 13.3/100,000 anno 2011: 26.6/100,000 AUSTRALIA EUROPA 2001-2004 Incidenza IC 1.81/100,000 STUDI DI SORVEGLIANZA NAZIONALE 2004-2009 Incidenza IC 8.6/100,000 2010-2011 Incidenza IC 9.4/100,000 EPIDEMIOLOGIA delle Candidemie Candida spp. Albicans Non Albicans C. Parapsilosis C. Tropicalis C. Glabrata C. Krusei Altre Specie Sono in riduzione le infezioni da C. albicans a favore delle Candida non albicans, fluconazolo insensibili (C. Krusei e C. Glabrata) Distribution of the Candida species according to underlyng pathology/medical care (n) Candida non albicans species Candida albicans species Bassetti M et al. Epidemiology, species distribution, antifungal susceptibility and outcome of nosocomial candidemia in a tertiary care hospital in Italy. PloS One. 2011 Mortalità associata con le infezioni da Candida in ospedale Basssetti M et al. Plos One 2011 Epidemiologia internistica e mortalità Number of death and 30 days/mortality for various Candida spp. and in the different hospital wards. Bassetti M et al. Epidemiology, species distribution, antifungal susceptibility and outcome of nosocomial candidemia in a tertiary care hospital in Italy. PloS One. 2011 BIOFILM Colonie di funghi e ife avvolte da una matrice glicoproteica che aderisce a superfici di dispositivi bioprotesici ( cateteri, protesi valvolari, pacemaker..) CANDIDE PRODUTTRICI DI BIOFILM ALBICANS (~ 57%) PARAPSILOSIS (~ 22%) TROPICALIS (~ 10%) GLABRATA (~ 9%) Fluorescence image of in vivo C. Albicans biofilm. BIOFILM AUMENTO DELLA RESISTENZA ALLA Tx ANTIFUNGINA • Difficoltà degli antifungini a penetrare il BIOFILM • Presenza nella matrice del BIOFILM di enzimi che bloccano/idrolizzano gli antifungini • scarsa efficacia degli azoli su candide produttrici di BIOFILM La produzione di BIOFILM da parte di Candida Spp è stata associata ad un incremento statisticamente significativo della mortalità. La Tx con farmaci ad elevata attività anti-BIOFILM (echinoccandine, AmB) piuttosto che con azoli era associata in modo statisticamente significativo a: 1. Minor durata dei ricoveri ( 15gg vs 32 gg) 2. Maggior sopravvivenza dei pazienti Fattori predittivi di produzione di BIOFILM erano: presenza di CVC o catetere urinario, diabete mellito, nutrizione parenterale Tumbarello M et al. J Clin Microbiol 2007 Tumbarello M et al. Plos One 2012 Le forme cliniche Febbre Shock Segni E Sintomi CANDIDOSI Malessere generale CID Insufficienza multiorgano CANDIDEMIA CANDIDOSI INVASIVA CANDIDOSI DISSEMINATA Paziente immunocompromesso CANDIDOSI INVASIVE ENDOCARDITE (coinvolgimento di organi) MENINGITE SEPSI LESIONI FOCALI (fegato, milza, reni, ossa, cute,retina, sottocute) Un’emocoltura negativa non esclude con certezza una localizzazione profonda Candida: da semplice commensale a patogeno Diabete Ustioni Neutropenia Antibiotici Età avanzata MICROBIOTA MODIFICATO IPERCRESCITA COLONIZZAZIONE DELLA MUCOSA Orofaringea Tratto GI sup e inf Tratto genitale Tratto urinario MICROINVASIONE MALATTIA DISSEMINATA Endoftalmite Endocardite SNC Ascessi Epatosplenica CANDIDEMIA Antibiotici multipli Accessi vascolari Nutrizione parenterale Degenza in ICU > 7 gg Insufficienza renale Fattori di rischio per la candidosi invasiva Colonizzazione da Candida Nutrizione parenterale Antibiotici a largo spettro Emodialisi Immunosoppressione APACHE II score >20 Neutropenia Catetere venoso centrale Ustioni (>50%) Candiduria > 105 cfu/ml Alterazione delle barriere fisiologiche GI Età estreme Chirurgia addominale maggiore Diabete Chirurgia del tratto urinario con candiduria Insufficienza renale Traumatologia maggiore (ISS>20) Intervento chirurgico recente Trasfusioni multiple Catetere urinario Tossicodipendente per via venosa Cateteri vascolari Prolungata degenza in ICU (>7gg) Normal physiological alteration in the ederly Flevari et al. Treatment of invasive candidiasis in the ederly: a review. Clinical Interventions in Aging 2013 Candidemie in Medicina Interna: come affrontare il problema SOSPETTARE IL POSSIBILE SVILUPPO DI CANDIDEMIA CRITICITA’ Rapidità di diagnosi • Attenta valutazione dei fattori di rischio • Test diagnostici Rapidità di terapia DIAGNOSTICA DI LABORATORIO EMOCOLTURA : Gold standard per dx di candidemia/ candidosi invasiva ≥ 2 campioni ematici da due diversi siti SE CVC: almeno 1 campione dal catetere • Sensibilità diagnostica: ~ 50% (max 70% nuove metodiche) • Tempo minimo per risultati: 24-72 h • Precedente tx preventiva con Azoli ( rischio falsi negativi) NUOVI TEST DIAGNOSTICI β-D-Glucano: Polisaccaride della membrana cellulare della Candida - Sensibilità 77%, specificità 85% Falsi positivi Alto valore predittivo negativo (> 90%) Polisaccaride altamente immunogeno della parete. Antigene Mannano/ Ab AntiMannano: - Sensibilità 83%, Specificità 86% Non affidabile in pz immunocompromessi Passaggio in circolo intermittente (eseguire test 2,3 volte /settimana!) Correlazione tra mortalità intraospedaliera e ritardo di inizio della terapia antifungina Morrell M et al. Antimicrob Agents Chemother 2005 Correlazione tra mortalità intraospedaliera e ritardo di inizio della terapia antifungina La somministrazione di una terapia efficace entro 24h in pz con shock settico è associata ad una mortalità del 53% che aumenta sino al 97% senza un’adeguata bonifica del focolaio infettivo e senza terapia antifungina appropriata entro 24h Koffel M et al. Clin Infect Dis 2012 Morrell M et al. Antimicrob Agents Chemother 2005 Appropriatezza terapeutica nelle candidosi invasive in Medicina Interna: DALLE LINEE GIUDE ALLA PRATICA CLINICA 2009: LINEE GUIDA IDSA 2012: LINEE GUIDA ESCMID (in fase di revisione) • suggeriscono scelte terapeutiche diverse • non affrontano molte delle incertezze relative alla gestione pratica • affrontano quasi esclusivamente la questione nel paziente ricoverato in Unità di Terapia Intensiva Pappas PG, et al. Clin Infect Dis. 2009; Cornely OA, et al. Clin Microbiol Infect. 2013. Appropriatezza terapeutica nelle candidosi invasive in Medicina Interna 2014: CONSENSUS Società Italiana Terapia Antimicrobica Raccomandazioni ospedaliere pratiche sulla gestione delle infezioni gravi da Candida in pazienti non immunodepressi Significatività dell’isolamento di Candida da siti organici non sterili COLONIZZAZIONE Nel paziente asintomatico, l’isolamento di un ceppo di Candida da un sito organico non sterile (aspirato bronchiale o tracheale, fluido o escreato BAL) non deve indurre ad alcun trattamento antifungino e deve essere considerato semplicemente una colonizzazione. COLONIZZAZIONE MULTIFOCALE In un paziente con segni e sintomi di infezione, la colonizzazione multipla da Candida, incluso l’isolamento del fungo nelle urine di un paziente portatore di catetere vescicale, potrebbe essere suggestiva di un’infezione da Candida e potrebbe imporre un trattamento antifungino. ISOLAMENTO RIPETUTO L’isolamento ripetuto di Candida da fluidi ottenuti da un drenaggio chirurgico, non deve essere sottostimato e impone ulteriori esami anche in assenza di segni e sintomi clinici. Stratificazione del rischio Per una gestione corretta della CI e della candidemia, i medici devono tenere in considerazione il profilo di rischio individuale di ciascun paziente. Indice di colonizzazione da Candida corretto Candida Score Regola del valore predittivo di Ostrosky-Zeichner Strategie terapeutiche PROFILASSI Presenza di fattori di rischio per CI ma senza segni e sintomi di infezione in atto PRE-EMPTIVE (CI Probabile) Presenza di fattori di rischio per CI, biomarkers positivi per Candida (BDG o Mannano/Anti-Mannano) ma senza segni e sintomi di infezione in atto. EMPIRICA (CI Possibile) Presenza di fattori di rischio per CI, , presenza di segni e sintomi di infezione e quadro clinico compatibile con CI ma senza positività microbiologica o biomarkers. PRESUNTIVA (CI Probabile) Presenza di fattori di rischio per CI, presenza di segni e sintomi di infezione e quadro clinico compatibile con CI, presenza di biomarkers positivi per Candida (BDG o Mannano/Anti-Mannano ma senza dati di positività microbiologica MIRATA (CI accertata) Positività microbiologica Strategie terapeutiche Strategie terapeutiche PROFILASSI PRESENZA DI FATTORI DI RISCHIO PER CI ASSENZA DI SEGNI E SINTOMI DI INFEZIONE Prevista per pazienti oncologici, oncoematologigi e sotoposti a trapianto Possibile trattamento per pz sottoposti a terapie con farmaci biologici Non indicata nei pazienti internistici non immunodepressi TERAPIA PREEMPTIVE/EMPIRICA/PRESUN TIVA PRESENZA DI FATTORI DI RISCHIO PER CI QUADRO CLINICO COMPATIBILE CON CI E/O POSITIVITÀ DEI BIOMARKERS (Beta-D-Glucano o mannano/anti-mannano) Non disponibili dati microbiologici TERAPIA MIRATA DIAGNOSI ACCERTATA DALLE INDAGINI MICROBIOLOGICHE • ECHINOCANDINE • AMFOTERICINA B (formulazione lipidica) • FLUCONAZOLO ECHINOCANDINE: Instabilità emodinamica, infezione severa precedente esposizione ad azoli FLUCONAZOLO: paziente stabile, assenza di fattori di rischio per fluconazlo-resistenza Meccanismo d’Azione: i Target delle Diverse Classi di Antifungini Distribuzione per organo degli antifungini Trattamento CI possibile/probabile ECHINOCANDINE 1 a LINEA ALTERNATIVE In particolare in pazienti: Chirurgici o critici • attività fungicida Ricoverati per periodi prolungati • attività contro ceppi incapsulati in biofilm In trattamento con antibiotici • attività contro ceppi fluconazolo-resistenti e ceppi non-albicans resistenti a fluconazolo • profilo di sicurezza favorevole Già sottoposti recentemente a terapia con fluconazolo • bassa propensione alle interazioni. AMFOTERICINA B (formulazione liposomiale) VORICONAZOLO 2° LINEA FLUCONAZOLO Per via orale o endovenosa terapia di seconda linea o step-down. La terapia deve essere rivalutata dopo 72-96 ore, sulla base delle condizioni cliniche del paziente e dei risultati Trattamento CI accertata Tutti i pazienti nei quali è stato isolato un ceppo di Candida da un sito sterile necessitano di terapia antifungina. 1 a LINEA ECHINOCANDINE (In particolare in pazienti critici) Le echinocandine si concentrano preferibilmente in alcuni organi (fegato, reni, milza, polmoni, mentre non raggiungono concentrazioni efficaci a livello di SNC, osteoarticolare, occhio, urine) Trattamento CI accertata ALTERNATIVE Pazienti critici: AMFOTERICINA B (formulazione liposomiale) + + VORICONAZOLO Pazienti stabili: FLUCONAZOLO RESISTENZE - Fungicida Attiva verso i biofilm Tossicità renale Costo elevato Infezioni oculari, ossee, SNC Possibile cross-resistenza acquisita agli azoli Tossicità epatica e neurologica Interazioni con altri farmaci Fungistatico Non attivo su biofilm Non attivo contro C. kruzei Poco attivo contro C. glabrata Resistenza agli azoli in aumento Nei pazienti con massiccia esposizione precedente a un agente antifungino si deve incoraggiare un cambiamento di classe, soprattutto nel caso degli azoli. CI accertata: DURATA DEL TRATTAMENTO Emocolture quotidiane 1° emocoltura negativa Continuare per altri 14 giorni STOP La durata del trattamento potrebbe essere assai maggiore nel caso di infezioni profondamente radicate. Passaggio da un’echinocandina a fluconazolo (ev o per os) Deve essere incoraggiato quando il paziente è clinicamente stabile e il ceppo isolato è sensibile a fluconazolo. Il timing esatto del passaggio a fluconazolo non è ben sconosciuto e può variare da paziente a paziente, in relazione a fattori correlati al paziente e al patogeno. Profilo farmacocinetico: confronto fra ECHINOCANDINE Principali parametri farmacocinetici dell’adulto Posologia dei principali antifungini nella candidemia ENDOCARDITE da Candida • Endocardite su valvole native 1) ECHINOCANDINA • Endocardite su valvole protesiche 2) AmfoB liposomiale +/- flucitosina • Infezioni di devices intracardiaci • Tromboflebite settica Più spesso a patogenesi endogena, possibile anche esogena (post-chirurgica) L’intervento chirurgico per la rimozione di dispositivi intracardiaci è certamente raccomandato, ogniqualvolta possibile 3) FLUCONAZOLO (trattamento a lungo termine, dopo la fase di remissione, se il ceppo isolato è sensibile-casi in cui l’intervento cardiochirurgico non è possibile) Candidiasi OCULARE • Corioretinite 1) VORICONAZOLO (capacità di concentrazione in situ) • Endoftalmite 2) AmfoB liposomiale 3) FLUCONAZOLO (ceppi sensibili) Più spesso a patogenesi endogena, possibile anche esogena (post-chirurgica) • La durata ottimale della terapia è sconosciuta, ma deve certamente essere maggiore (almeno fino alla risoluzione dei segni oftalmologici) che nella CI non complicata. • Necessario stretto follow-up oftalmoscopico • In caso di vitreite severa talvolta necessarie instillazioni intra-vitreale di amfo-desossicolato o vitrectomia Le Echinocandine sono controindicate a causa della loro scarsa penetrazione oculare. Candida: Interessamento SNC • Meningite • Ascessi cerebrali 1) VORICONAZOLO (capacità di concentrazione in situ) 2) AmfoB liposomiale +/- flucitosina 3) FLUCONAZOLO (ceppi sensibili, trattamento a lungo termine) Si consideri un regime di soppressione a lungo termine (cioè fino alla normalizzazione dei segni clinici e di laboratorio), di solito con Fluconazolo. Infezioni ossee e articolari da Candida: TRATTAMENTO • Osteomielite • Artrite settica • Infezione di protesi articolari 1) VORICONAZOLO (capacità di concentrazione in situ) 2) AmfoB liposomiale o FLUCONAZOLO (casi selezionati) o Il trattamento delle infezioni da Candida ossee e articolari deve essere basato sui dati di suscettibilità (se disponibili) e su considerazioni farmacocinetiche/farmacodinamiche. o L’artrite settica deve essere trattata per almeno 6 settimane, mentre l’osteomielite e le infezioni delle protesi articolari è probabile richiedano trattamenti più lunghi (6-12 mesi). o Nell’artrite settica si deve procedere al debridement, considerato il rischio di sequele a lungo termine di un’artrite non trattata. o I dispositivi protesici infetti devono essere rimossi, ogniqualvolta sia possibile. Se la rimozione non è attuabile, un’alternativa è rappresentata da una terapia soppressiva cronica. Candidosi del tratto urinario Urinocoltura positiva per Candida Paziente non portatore di catetere TRATTAMENTO Fluconazolo (ceppi sensibili a fuconazolo) AmfoB liposomiale (ceppi resistenti a fluconazolo) DURATA: per almeno 7 giorni per la cistite non complicata, più a lungo per la pielonefrite. Paziente portatore di catetere urinario • Prendere in considerazione la sostituzione del catetere • Ripetere l’esame colturale • Monitorare per possibile infezione sistemica, soprattutto in presenza di altri siti di colonizzazione La candiduria con SINTOMI, con o senza catetere vescicale, è meritevole di approfondimento dignostico. In assenza di diagnosi alternativa alla candidiasi la terapia potrebbe essere indicata Scegliere di trattare: una decisione difficile - Catetere urinario Colonizzazione unico sito - Campioni respiratori - Tubi di drenaggio peritoneale Colonizzazione multifocale NESSUN TRATTAMENTO Sintomatologia clinica attribuibile a candidemia TERAPIA Un caso particolare… Paziente di 82 anni ricoverata per dispnea In anamnesi: Ictus cerebrale ischemico Ipertensione arteriosa Insufficienza respiratoria cronica Degente presso RSSA Portatrice di CVC e catetere vescicale Sdr da allettamento Piaga da decubito sacrale IV stadio ESAMI COLTURALI Procalcitonina 2.9 ng/ml Leucocitosi neutrofila VES PCR Apiretica QUALE RISCHIO DI CANDIDOSI INVASIVA? In questo caso noi abbiamo scelto di non effettuare trattamento antifungino Referto Emocoltura: POSITIVITÀ PER S. AUREUS (pervenuta dopo 2 gg dal referto precedente) Terapia antibiotica specifica Gestione clinica nella CI: CATETERI INTRAVASCOLARI Devono essere assolutamente rimossi, il prima possibile • Se è indispensabile una via endovenosa, deve essere inserita in un’altra vena Se il catetere NON può essere rimosso: (per es. trattamento a lungo termine, cateteri tunnellizzati o assenza di alternative percorribili) Preferire un agente attivo contro i ceppi incapsulati in biofilm (echinocandina o un poliene). Lock therapy: Soluzioni a base di Amfotericina B, Echinocandine, o Etanolo instillate in situ, e concomitante terapia ev da altro sito (attualmente dati limitati). L’incidenza delle Candidemie è in crescita specie nei reparti internistici Incremento del numero di pazienti anziani Aumento dei pazienti fragili Aumento dei ricoveri complessi / alta comorbidità Le Candidemie sono gravate da percentuali inaccettabili di mortalità globale Determinano aumento dei costi per la complessità delle cure e l’allungamento dei tempi di degenza Necessità di cambiare l’approccio ai pazienti con alto rischio di Candidemia Comprendere appieno la suscettibilità di un ospite nei confronti di una malattia Porre la Candidemia nel diagnostico differenziale di un numero sempre maggiore di pazienti internistici con segni/sintomi aspecifici di infezione Non considerare il parametro microbiologico come criterio fondamentale di terapia antifungina Prevedere tempestivamente un approccio terapeutico «fever – driven» in caso di febbre non responsiva a tx antibatterica
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