PARTE III - Altino Altino Altino Autore Margherita Tirelli Altino dalla preistoria al tardoantico Al Mesolitico antico (9600-6500 a.C. circa) risalgono le più antiche testimonianze archeologiche nel territorio di Altino e nella fascia perilagunare, documentate dai reperti provenienti dai dossi formati dagli antichi alvei dei fiumi Brenta e Piave1. Le risorse alimentari fornite dall’ambiente costiero rappresentavano probabilmente la maggiore fonte di sfruttamento, come testimoniano alcune conchiglie di molluschi marini, forse interpretabili come resti di pasto, rinvenute in località Vallesina. Manufatti in selce riferibili ad un momento recente del Mesolitico sono stati rinvenuti a Meolo, a Mestre e a Marcon, in situazioni ambientali analoghe a quelle rappresentate per il sito altinate di Vallesina. Dal territorio veneziano attorno ad Altino - Meolo, Tessera e Campalto - provengono manufatti databili alle diverse fasi del Neolitico, mentre ad Altino, in località Ca’ Ruger, sono documentati unicamente gli aspetti finali del Neolitico medio (4900-3900 a.C. circa), caratterizzati da ceramiche decorate a incisioni e a impressioni. Dell’età del rame o Eneolitico è possibile cogliere soltanto un pallido riflesso nel territorio altinate, documentato da un numero relativamente ridotto di testimonianze, costituite per la quasi totalità da manufatti in pietra. Tracce più consistenti riguardano invece l’età del bronzo, ben documentata in tutta la fascia perilagunare, in particolare ad Altino, oltre cha a Campalto e a Mestre: i ritrovamenti sono databili prevalentemente tra il Bronzo medio e il Bronzo recente (XVI-XII secolo a.C.)2. Frammenti di ceramica recuperati tra il 1999 e il 2000 presso l’argine del fiume Zero, nella tenuta Zuccarello, sono testimonianza dell’insediamento del Bronzo finale (fine dell’XI-X secolo a.C.), preesistente al centro veneto di Altino: si tratta di vasi per derrate alimentari, quali biconici, olle, scodelle, tazze, coppe su piede, e di alari a mattonella. Di particolare rilevanza per il ruolo giocato da Altino nei collegamenti tra l’Adriatico e l’entroterra veneto è l’insediamento di una fase avanzata del Bronzo finale e degli inizi dell’età del ferro, individuato nel 2004 a Portegrandi, nella tenuta I Marzi. Sviluppatosi negli ultimi secoli del II millennio a.C. su dossi sabbiosi in prossimità della foce del fiume Sile in laguna, fu abbandonato a seguito di dissesti idrogeologici e dell’avanzamento della linea di costa. Il materiale archeologico rinvenuto consiste in ceramiche di uso domestico e in manufatti per le diverse attività domestiche e artigianali. Il vasellame è riconducibile al complesso culturale della cultura villanoviana, inquadrabile tra XI e X secolo a.C.3 Altino od prazgodovine do pozne antike Najstarejše arheološke najdbe z ozemlja Altina in obrobja lagune spadajo v starejši mezolitik (približno 9600-6500 pr. n. št.), gre za predmete, najdene v grebenih, ki so jih oblikovale nekdanje struge rek Brenta in Piave1. Obalno okolje je nudilo možnost prehrane in je bilo verjetno poglavitni oskrbovalni vir, o čemer pričajo školjke morskih mehkužcev, najdene v kraju Vallesina. Ena od možnih razlag je, da gre za ostanke obroka. Artefakti iz kremenjaka iz konca mezolitika so bili v Meolu, Mestrah in Marconu najdeni v podobnem kontekstu, kot je značilen za lokacijo altinskega najdišča v Vallesini. Z beneškega ozemlja v okolici Altina – Meolo, Tessera in Campalto - izvirajo artefakti iz različnih faz neolitika, medtem ko so v Altinu, na lokaciji Ca' Ruger dokumentirane samo najdbe iz konca srednjega neolitika (približno 4900-3900 pr. n. št.), značilne keramike z graviranimi ali vtisnjenimi dekoracijami. O dogajanju na ozemlju v okolici Altina v bakreni dobi si lahko ustvarimo le skromno sliko, saj je število najdb sorazmerno majhno; skoraj v celoti gre za kamnite artefakte. Bolj oprijemljive so sledi iz bronaste dobe, saj je dobro dokumentirana za celotno obrobje lagune. Predvsem najdbe v Altinu, pa tudi najdbe v Campaltu in Mestrih izhajajo večinoma iz srednje in mlajše bronaste dobe (16.-12. stoletje pr. n. št.)2. Odlomki keramike, najdeni med letoma 1999 in 2000 ob nabrežju reke Zero na posesti Zuccarello, pričajo o poselitvi v pozni bronasti dobi (konec 11.-10. stol. pr. n. št.), še pred poselitvijo Altina: gre za odlomke vaz za shranjevanje živil, kot so bikonični lonci, skodele, skodelice, čaše na nogi, ter opečnate podstavke za polena. Z vidika vloge Altina v povezavah med obalo in venetskim zaledjem je še posebej pomembna naselbina iz zaključne faze pozne bronaste dobe in začetka železne dobe. Odkrili so jo leta 2004 v kraju Portegrandi, na posesti »I Marzi«. Naselbina je nastala je v zadnjih stoletjih 2. tisočletja pr. n. št.na peščenih grebenih ob izlivu reke Sile v laguno, zaradi hidrogeoloških sprememb in napredovanja obalne linije pa so jo prebivalci kasneje zapustili. Najdeno arheološko gradivo sestavljajo keramike za gospodinjsko rabo in predmeti za različna hišna in obrtna opravila. Vaze lahko povežemo s kompleksom Villanovske kulture, ki spada v čas med 11. in 10. stoletjem pr. n. št.3 1 Per l’età mesolitica si veda NATALI infra. 2 MALIZIA 1985; BIANCHIN CITTON 1994. 3 BIANCHIN CITTON 2011. 1 Za podatke o mezolitiku gl. NATALI infra. 2 MALIZIA 1985; BIANCHIN CITTON 1994. 3 BIANCHIN CITTON 2011. 117 PARTE III - Altino Il primo nucleo riferibile all’abitato protostorico tra la metà dell’VIII e la metà del VII secolo a.C. è localizzabile nei pressi del canale Santa Maria, in località Fornace. Successivamente, con il VII secolo a.C., l’insediamento risulta ubicato di poco a nordovest, nella sua sede storica, come documenta la stratigrafia sottostante i resti della città romana4. I rinvenimenti archeologici consentono di ipotizzarne il perimetro delimitato da corsi d’acqua, oltre i quali trovavano posto le aree sacre e funerarie. La ricchezza delle vie d’acqua, che ne segnavano i confini e ne suddividevano il centro, restituisce l’immagine di una città profondamente legata a questo elemento, secondo il modello delle città venete. Le due aree sacre, ubicate rispettivamente in località Maraschere e Fornace, si pongono in posizione diametralmente opposta a nord e a sud dell’abitato. La prima è stata individuata indirettamente a seguito del rinvenimento di un altare frammentario, caratterizzato da un’iscrizione che ricorda il dio Belatukadro, la seconda è venuta in luce nel corso dei lavori di ristrutturazione per la nuova sede museale ed è stata oggetto di scavo sistematico dal 1997 al 20075. L’ubicazione di quest’ultimo luogo di culto, affacciato sul canale Santa Maria e, attraverso questo, in collegamento con la laguna, rimanda esplicitamente alla sua funzione commerciale, a tutela di un mercato aperto ai prodotti della terra e alle manifatture locali, fino alle importazioni dai mercati d’oltralpe e al prestigioso commercio dei cavalli. La variegata provenienza dei molteplici materiali votivi, anche di importazione dall’ambito greco, magno-greco ed etrusco-padano (fig. 1), rispecchia infatti significativamente il ruolo di questo santuario e conseguentemente del centro altinate nell’ambito dei mercati adriatici e mediterranei. Le dediche in lingua ed alfabeto venetico restituiscono il nome della divinità venerata: Altino o Altno, la cui corrispondenza con il nome del sito stesso, noto dalle fonti latine come Altinum, è evidente. Nel V secolo a.C. il santuario era costituito da un ampio spazio centrale scoperto, racchiuso da un portico dotato al centro dei lati brevi di due celle simmetriche (fig. 2). All’interno della corte centrale, in corrispondenza delle due celle, sono venuti in luce i resti di due ampi altari di ceneri. All’esterno vennero individuati numerosi depositi rituali e votivi ed alcune fosse di scarico, entro cui erano stati occultati i resti dei sacrifici e gli ex voto offerti alla divinità. In una fossa posta ai margini del santuario sono stati riportati in luce i resti di numerosi cavalli, probabili esiti di peculiari pratiche sacrificali proprie dei Veneti, come trmandato dalle fonti. L’area dei sepolcreti copriva tutta la fascia settentrionale, dalla zona occupata in seguito dalla via Annia e dalla relativa necropoli di epoca romana fino alle località Portoni e Brustolade, e ad ovest, in località Fornasotti, si estendeva fino all’argine sinistro del fiume Zero. Questa disposizione delle aree funerarie ai margini del centro abitato e separate da corsi d’acqua è propria anche di altri centri del Veneto preromano, come Este e Padova e induce a ritenere che le vie d’acqua avessero un ruolo particolare nel corso del cerimoniale funebre, rappresentando ad un tempo il percorso dalla città dei vivi a quella dei morti e, simbolicamente, il transito verso il mondo dell’aldilà. Dal sepolcreto settentrionale proviene una trentina di sepolture di cavallo, alcuni dei quali anche bardati, a testimonianza di un particolare rituale noto anche in altre necropoli venete. La fondazione nel 183 a.C. della colonia latina di Aquileia e la conseguente costruzione di strategici percorsi stradali ivi diretti che Prvo jedro poselitve je povezano s protozgodovinskim naseljem v obdobju od sredine 8. do sredine 7. stoletja pr. n. št. v bližini kanala Santa Maria v zaselku Fornace. Središče naselbine se je okrog 7. stoletja pr. n. št. premaknilo nekoliko proti severozahodu, kot dokazuje stratigrafija pod ostanki rimskega mesta4. Na podlagi arheoloških ugotovitev se je postavila domneva, da so območje naselja omejevali vodni tokovi, onstran njih pa so bili urejeni pogrebni in sakralni prostori. Podobno kot številne venetske naselbine je bila tudi ta tesno povezana z elementom vode, saj so bogati vodni tokovi označevali njene meje in tekli skozi naselbinsko jedro. Dve sakralni območji na lokacijah Maraschere in Fornace se nahajata na diametralno nasprotnih položajih, prvo na severni, drugo pa na južni strani naselbine. Prvo najdišče je bilo odkrito po naključju, po najdbi fragmentiranega oltarja, na katerem je napis, ki omenja boga Belatukadra, druga lokacija pa je na dan prišla med prenovitvenimi deli za novi sedež muzeja; na najdišču so se v letih od 1997 do 2007 izvedla sistematska izkopavanja5. Drugi kultni prostor je tik ob kanalu Santa Maria in je preko kanala povezan z laguno, kar priča o njegovem trgovskem pomenu: varoval je tržišče, ki je bilo odprto za lokalne obrtne in kmetijske proizvode, za uvoz izdelkov iz čezalpskega prostora in za prestižno trgovanje s konji. Votivni materiali najrazličnejših izvorov, uvoženi tudi iz grškega, velikogrškega in etruščanskopadskega prostora (sl. 1), odražajo pomembno vlogo tega svetišča, istočasno pa tudi vlogo altinskega središča v trgovanju znotraj jadranskega in sredozemskega prostora. Posvetila v venetskem jeziku in pisavi navajajo ime čaščenega božanstva: Altino ali Altno, očitna je povezava z imenom samega kraja, ki je bil v rimskih virih znan kot Altinum. V 5. stoletju pr. n. št. je bilo svetišče oblikovano kot obsežen odprt središčni prostor, obdan s stebriščem, ki je na sredini obeh krajših stranic imelo dve simetrični celici (sl.2). Znotraj osrednjega dvorišča so se v bližini obeh celic odkrili ostanki dveh obsežnih žrtvenih oltarjev. Na zunanji strani so bili najdeni številni obredni in votivni depoziti ter nekaj odpadnih jam, v katere so odvrgli žrtvene ostanke in stare votivne darove božanstvom. V jami na obrobju svetišča so bili najdeni ostanki večjega števila konj, kar je verjetno povezano s posebnimi žrtvenimi običaji Venetov, o katerih pričajo razni viri. Območje grobišč se je raztezalo po celotnem severnem pasu, od predela, kjer je kasneje nastala rimska cesta Annia in rimska nekropola, pa vse do naselij Portoni in Brustolade, medtem ko je na zahodu, v bližini naselja Fornasotti, segalo do levega brega reke Zero. Ureditev grobišč na obrobju poseljenega središča ter onkraj raznih vodotokov je značilna tudi za druga središča predrimskega Veneta, kot sta na primer Este in Padova. Sklepamo lahko, da so imele vodne poti pomembno vlogo v pogrebnem obredu, saj so istočasno predstavljale potovanje iz mesta živih v mesto mrtvih, simbolično pa tudi prehod v onostranstvo. Iz severnega grobišča izvira približno trideset konjskih grobov. Nekateri od pokopanih konjev so vpreženi, kar priča o zelo posebnem obredu, znanem tudi v drugih venetskih nekropolah. Ustanovitev latinske kolonije Akvileje leta 183 pr. n. št. ter s tem povezana izgradnja strateških cestnih povezav, ki so vodile 4 Per un panorama aggiornato dello sviluppo e delle peculiarità dell’insediamento protostorico altinate: GAMBACURTA 2011 e CAPUIS 2011. 5 Alle strutture dal santuario è stato dedicato il V Convegno di Studi Altinati: Altnoi 2009. 4 Za zadnja dognanja o razvoju in posebnostih protozgodovinskega naselja v okolici Altina gl.: GAMBACURTA 2011 in CAPUIS 2011. 5 Strukturam svetišča je bil posvečen V. simpozij o altinskih raziskavah: Altnoi 2009. 118 PARTE III - Altino raggiungevano il centro altinate, quali l’Annia e la Popilia, ne favorirono la precoce romanizzazione6. Tale processo di acculturazione fu sicuramente accelerato dall’accertata presenza in Altino di mercanti romani, latini ed italici attirati nello scalo lagunare dalla prospettiva di lucrose attività commerciali. Le iscrizioni riportano nomi precocemente attestati anche ad Aquileia e nel Magdalesberg, il centro del Norico noto per l’estrazione del ferro. I Poblicii, i Barbii, i Cossutii, i Saufeii erano famiglie che dal centro Italia si diressero ad Aquileia, e da lì si diffusero nei nuovi mercati settentrionali, giungendo anche ad Altino, per curare i propri interessi commerciali. La trasformazione di Altino da centro veneto a città romana prese avvio con un sistematico intervento di riorganizzazione dell’assetto idraulico-ambientale, attuato attraverso la regimentazione delle acque e il potenziamento della rete di canali. La principale realizzazione, databile all’inizio del I secolo a.C., consistette nello scavo del canale Sioncello al fine di collegare il fiume Sile, situato a nord della città, con il canale oggi chiamato Santa Maria, che scorreva subito oltre il perimetro urbano meridionale fino alla laguna. Le più importanti testimonianze architettoniche sono costituite dalla scenografica porta-approdo settentrionale (fig.3), costruita su modello ellenistico nel corso della prima metà del I secolo a.C. lungo la sponda del canale che perimetrava a nord la città, da un altro edificio pubblico, forse a destinazione sacra, affacciato sul corso d’acqua che chiudeva a sud l’area urbana, e dall’edificio templare in località Fornace, trasformazione in scala monumentale del modello ligneo di V secolo a.C. Nell’89 a.C. Altino, come gli altri centri transpadani, ricevette la latinitas, una forma limitata di cittadinanza, e nel 49 a.C. , divenuta municipium ed ascritta alla tribù Scaptia, la piena cittadinanza romana. In età imperiale la città lagunare si presentava, analogamente che per il passato, nella sua precipua connotazione di città d’acque, attraversata e racchiusa da un circuito di fiumi e canali, come la descrivono le fonti antiche e come sarà in seguito Venezia. L’impianto urbano risultava composto dalla coesistenza di più orientamenti, gravitanti sui successivi segmenti del tracciato interno alla città della via Annia, identificabile con il cardo maximus (fig.4). La realizzazione di una fortunata campagna aereofotografica e la successiva elaborazione, effettuate nel 2007 dal Dipartimento di Geografia dell’Università di Padova, hanno fatto riaffiorare, nel settore occidentale della città, l’immagine dello schema urbanistico e dei principali edifici pubblici ivi ubicati7. Il centro politico-amministrativo risulta ubicato nella fascia urbana più settentrionale, dove si distinguono ben delineate le sagome del foro, del Capitolium, della basilica, del teatro e dell’odeon. Il teatro si presentava con un aspetto di grandiosa imponenza se, come pare, aveva un raggio di 60 metri e quindi una larghezza complessiva della fronte di 120 metri, il doppio circa dell’antistante odeon. La sua datazione, tra il 40 e il 20 a.C., pone il teatro altinate tra le prime realizzazioni del genere non solo nell’Italia settentrionale, ma più in generale in tutto l’ambito provinciale89. Un esteso edificio termale è stato individuato più a sud, mentre nella cintura periurbana settentrionale, a nord della porta-approdo, si localizza l’anfiteatro, la cui sagoma è emersa anch’essa con chiarezza dalle foto aeree. L’edificio, il cui asse maggiore (150 m) non era lontano da quello di v altinsko središče, npr. cesti Annia in Popilia, so spodbudili hitro romanizacijo območja6. Proces akulturacije je še dodatno pospešila potrjena prisotnost rimskih, latinskih in italskih trgovcev v Altinu, ki so jih v lagunsko pristanišče pritegnile možnosti dobičkonosnih trgovskih poslov. Napisi navajajo imena, ki so potrjena tudi že v Akvileji in na Štalenski gori (Magdalensberg), središču noriškega kraljestva, znanem po pridobivanju železa. Poblicii, Barbii, Cossutii, Saufeii so bila imena rodbin, ki so iz osrednje Italije pripotovale v Akvilejo in se od tam razširile po novih severnih tržiščih. Trgovski interesi so jih pripeljali tudi v Altino . Preoblikovanje Altina iz venetskega središča v rimsko mesto se je začelo s sistematskimi posegi, katerih namen je bil na novo organizirati vodno in okoljsko ureditev kraja. Uredili so se vodni tokovi mreža vodnih kanalov pa se je dodatno okrepila. Glavni poseg sega v začetek 1. stoletja pr. n. št. in se nanaša na izkop kanala Sioncello, ki je povezoval reko Sile severno od mesta s kanalom, ki se danes imenuje Santa Maria in je tekel takoj za južno mejo mestnega območja vse do lagune. Med najpomembnejše arhitekturne ostaline spadajo slikovita severna vrata - vhod v kanal (sl.3), ki so bila po helenističnem modelu zgrajena v prvi polovici 1. stoletja pr. n. št. na obrežju kanala ob severnem robu mesta. Pomembni sta tudi javna zgradba, morda svetišče, ki je stala ob vodotoku na južni meji urbanega območja, ter monumentalno zasnovana tempeljska prezidava predhodnega lesenega objekta iz 5. stoletja pr. n. št v naselju Fornace. Leta 89 pr. n. št. je Altino, podobno kot druga središča, ki jih je od Rima ločila reka Pad, dobil omejene pravice, tako imenovane latinitas; leta 49 pr. n. št. je postal municipium v oblasti rodbine Scaptia, s polnimi rimskimi mestnimi pravicami. V času rimskega imperija je bil Altino, enako kot v obdobju pred tem, znan predvsem kot vodno mesto, obdano in prepredeno z mrežo vodnih tokov in kanalov. Takšen je namreč njegov opis v starodavnih virih. Zelo podobno podobo so kasneje kazale tudi Benetke 7 (sl.4). Urbanistična zasnova kaže na sočasno usmerjenost ulic v več smereh, ki pa vse vodijo k mestnemu odseku ceste Annia, ki je istočasno predstavljal glavno ulico v smeri sever-jug oz. cardo maximus. Po spletu srečnih okoliščin je Oddelek za geografijo Univerze v Padovi leta 2007 izvedel aereofotografsko preiskavo območja. Posnetki iz zraka so v zahodnem delu mesta jasno pokazali sliko urbane ureditve ter lokacije glavnih javnih zgradb v mestu 8. Politično-upravno središče se je nahajalo v severnem delu mesta. Jasno razvidne so oblike foruma (trg), Capitoliuma (svetišče), bazilike, gledališča in odeona (glasbeno gledališče). Gledališče je bilo veličastno, saj je njegov polmer domnevno meril 60 metrov, skupna širina čelnega dela je torej merila kar 120 metrov, kar je skoraj dvakrat toliko kot širina pred gledališčem stoječega odeona. Gledališče je bilo zgrajeno v času med letoma 40 in 20 pr. n. št. in je eno najstarejših ne le v severni Italiji, pač pa na celotnem območju rimskih provinc9. Južneje je stal velik termalni objekt, amfiteater pa je ležal v severnem primestnem pasu, severno od vrat-vhoda v kanal. Njegova oblika je dobro vidna na zračnih posnetkih. Glavna os zgradbe je bila dolga 6 Si vedano Vigilia di romanizzazione 1999 e CRESCI MARRONE 2011. 7 A questa tematica è stato dedicato il VI Convegno di Studi Altinati: Altino dal cielo 2011. 8 SPERTI 2011. 9 TIRELLI 2011a; TIRELLI 2001b. 6 Gl. Vigilia di romanizzazione 1999 in CRESCI MARRONE 2011. 7 Tej tematiki je bil posvečen VI. simpozij o altinskih raziskavah: Altino iz zraka 2011. 8 SPERTI 2011. 9 TIRELLI 2011a; TIRELLI 2011b. 119 PARTE III - Altino Verona e superava quelli di Aquileia e di Padova, era di dimensioni eccezionali, progettato evidentemente per ospitare un elevatissimo numero di spettatori e molteplici tipologie di spettacolo. L’occlusione del segmento meridionale del canale Sioncello nei decenni finali del I secolo a.C. dette avvio all’espansione della città in direzione est, come documenta la pianificazione urbanistica del nuovo quartiere augusteo. A nord-ovest e a sud-est, in posizione diametralmente opposta, trovavano posto i due santuari in località Canevere e Fornace. Quest’ultimo, nella seconda metà del I secolo d.C., quando alla divinità indigena Altino si era sostituito Giove, assunse l’aspetto di un bosco sacro10 . I pochi materiali provenienti dall’area urbana, architravi, blocchi di cornice, capitelli, pur essendo frutto di recuperi occasionali e perciò privi di contesto, delineano programmi architettonici di grande impegno ed evidenziano un periodo di floridezza che caratterizzò almeno tutto il I secolo d.C. Sfugge, tuttavia, l’individuazione della committenza di queste opere pubbliche: solo un’iscrizione incisa su di un’architrave, poi reimpiegata nel battistero di Torcello, fa menzione della donazione di templi, portici e giardini da parte di Tiberio, il futuro imperatore, ad un municipio che potrebbe essere identificabile, con un buon margine di probabilità, con quello altinate. L’intensa attività edilizia che vi viene indicata coincide, infatti, con un periodo particolarmente fiorente per Altino, che a partire dal 15 a.C. era divenuta, per opera di Druso, fratello dello stesso Tiberio, il capolinea dell’importante via diretta al Danubio, la futura Claudia Augusta. Il quadro urbanistico viene infine completato dalla voce del poeta Marziale, che equipara alle ville campane di Baia quelle disseminate lungo il litorale altinate, facendo chiaramente intuire l’amenità dell’ambiente ed il lusso degli edifici. La fiorente economia che caratterizzava nel I secolo d.C. questa città portuale, scalo intermedio fra Ravenna ed Aquileia nella navigazione nord-adriatica e nodo viario internazionale, traspare, oltre che dalla documentazione archeologica, anche dalle poche notizie ricavabili dalle fonti, che ne citano l’eccellenza della lana, l’allevamento di piccole mucche ottime produttrici di latte (cevae), la coltivazione di molluschi (pectines nigerrimi), l’utilizzo di ginestre per la produzione di frecce11. Affiancati ai principali assi viari si sviluppavano i sepolcreti, indagati per chilometri a partire dalla metà degli anni 60 del secolo scorso, il cui scavo sistematico ha restituito oltre 2000 tombe ed uno straordinario numero di monumenti funerari, facendo di Altino un osservatorio privilegiato per l’ambito cisalpino dell’architettura e della ritualità funeraria di età imperiale in ambito cisalpino12. L’età augustea è la stagione dei grandi mausolei, tra cui in particolare la tipologia a baldacchino, derivata da modelli egeo-orientali, risulta mirabilmente rappresentata ad Altino da più di un sontuoso esemplare (fig. 5) rinvenuto nel sepolcreto monumentale della via Annia, dove la classe dirigente municipale, a partire dagli ultimi decenni del I secolo a.C., aveva iniziato ad erigere i propri grandiosi sepolcri. Ai mausolei nel corso del I secolo d.C. si sostituirono i numerosissimi recinti funerari, distribuiti lungo entrambe le fronti del sepolcreto dell’Annia, talvolta serrati l’un l’altro a formare allineamenti che raggiungevano anche i 170 metri di 150 m in ni veliko zaostajala za veronskim amfiteatrom, bila pa je večja od tistega v Ogleju in Padovi. Stavba je bila izjemnih dimenzij, načrtovana za veliko število gledalcev in najrazličnejše vrste predstav. Po zaprtju južnega odseka kanala Sioncello v zadnjih desetletjih 1. stoletja pr. n. št. se je mesto začelo širiti na vzhodno stran, kot je razvidno iz načrta nove mestne četrti v času cesarja Avgusta. Na severozahodu in jugovzhodu sta se na diametralno nasprotnih koncih nahajali dve svetišči na današnjih lokacijah Canevere in Fornace. V drugi polovici 1. stoletja n. št., ko je staroselsko božanstvo Altina prevzel bog Jupiter, se je svetišče Fornace preoblikovalo v svojevrsten sveti gozd 10. O mestnem tkivu pričajo le maloštevilne najdbe; večinoma gre za tramove, okvire in kapitele. Odkriti so bili po naključju in zato izven konteksta, kljub temu pa kažejo na velikopotezno arhitekturno zasnovo ter pričajo o plodnem obdobju, ki je trajalo vsaj skozi celotno 1. stoletje n. št. Na žalost ni mogoče ugotoviti, kdo so bili naročniki teh gradbenih del: obstaja samo napis, vrezan na ponovno uporabljenem tramu pri izgradnji krstilnice v Torcellu, ki omenja, da so templji, stebrišča in vrtovi dar bodočega cesarja Tiberia municipiju, ki ga lahko najverjetneje poistovetimo z Altinom. Obsežna gradbena dela sovpadajo z obdobjem izrazitega razcveta Altina. Leta 15 pr. n. št. je namreč po zaslugi Tiberijevega brata Druza mesto postalo izhodišče pomembne rimske ceste do Donave, bodoče Claudie Auguste. Veličastno podobo mesta nenazadnje opeva tudi pesnik Marziale, ki vile ob altinski obali primerja z bogatimi vilami Baie (antična Baiae) in s tem jasno namiguje na lepoto okolja in ugled stavb. Pristaniško mesto je v 1. stoletju n.št. doživelo gospodarski razcvet, bilo je postojanka ladij, ki so plule po severnem Jadranu med Ravenno in Akvilejo ter prometno križišče v širšem merilu. Ne le arheološki viri, tudi maloštevilni razpoložljivi dokumenti govorijo o mestu, ki je bilo znano po izvrstni volni, vzreji majhnih, a odličnih krav mlekaric (cevae), gojenju školjk (pectines nigerrimi) in uporabi žuke za izdelavo puščic 11. Ob glavnih prometnih oseh so nastajala grobišča, ki so bila sredi 60. let prejšnjega stoletja obsežno raziskana s sistematičnimi izkopavanji, med katerimi je bilo odkritih nad 2000 grobnic in izjemno veliko število nagrobnih spomenikov. Samo mesto Altino je tako postalo poglavitno središče za preučevanje pogrebne arhitekture in obredov v okviru Cisaplinske Galije v obdobju rimskega imperija12. Avgustejska je čas velikih mavzolejev, še posebej baldahinskih, ki izhajajo iz egejskovzhodnjaških vzorov. V Altinu lahko občudujemo več takih primerkov (sl.5). Našli so jih na monumentalnem pokopališču ob cesti Annia, kjer si je vladajoči sloj municipija v zadnjih desetletjih 1. stoletja pr. n. št. začel postavljati veličastne grobnice. V 1. stoletja n. št. so mavzoleje nadomestile številne pokopališke ograde vzdolž obeh čelnih stranic pokopališča ob cesti Annia. Včasih so bile med seboj povezane in so dosegale skupno dolžino celo do 170 metrov. Med posameznimi ogradami so stali mavzoleji, nagrobne konstrukcije različnih 10 CIPRIANO, TIRELLI 2009. 11 Per un quadro complessivo dell’economia altinate si veda: Produzioni, merci e commerci 2003. 12 TIRELLI 1998; TIRELLI 2001; CRESCI MARRONE, TIRELLI 2010. 10 CIPRIANO, TIRELLI 2009. 11 Za celovitejšo sliko altinskega gospodarstva gl.: Produzioni, merci e commerci (op.prev.: Proizvodnje, blago in trgovanje) 2003. 12 TIRELLI 1998; TIRELLI 2001; CRESCI MARRONE, TIRELLI 2010. 120 PARTE III - Altino lunghezza, alternati a mausolei, a costruzioni funerarie di diversa tipologia ed a settori occupati unicamente da tombe13. Altari cilindrici ed ottagonali, peculiari della produzione scultorea altinate risultano essere l’elemento decorativo ricorrente dei recinti, agli angoli della cui fronte erano probabilmente posizionati a coppie. Le stele funerarie, di cui la necropoli altinate ha restituito numerosi esemplari purtroppo quasi sempre disgiunti dalla relativa urnaossuario, come pure i ritratti a tutto tondo o scolpiti su diverse classi di monumenti, documentano eloquentemente la volontà degli antichi Altinati di fissare la propria immagine nella pietra, unitamente in alcuni casi agli attrezzi del proprio lavoro, per tramandarla nei secoli ai posteri. La documentazione relativa al II e al III secolo d.C. risulta notevolmente più scarsa, anche se l’importanza rivestita da Altino ancora nel IV secolo d.C. traspare con evidenza dalla raffigurazione della città, cinta da mura e dotata di due torri, tramandataci dalla Tabula Peutingeriana14. La fisionomia del centro urbano viene descritta in alcuni passi dell’epistolario intercorso tra San Girolamo e San Eliodoro, primo vescovo di Altino dal 381 d.C. Dalle lettere di Girolamo si ricava infatti quanto la città fosse popolosa e fittamente edificata, come suggerisce la vivida immagine delle ombre opprimenti dei suoi tetti e del fumo che da essi si elevava, ma si ricavano anche notizie circa gli edifici religiosi del primitivo cristianesimo altinate, di cui nulla è finora documentato15. La prima distruzione della città risale, secondo quanto riportato da Paolo Diacono, al 452 d.C. per opera di Attila. Non sarà però la fine se, a distanza di più di un secolo, nel 590, il centro urbano risultava ancora cinto da mura, come si ricava da una lettera del comandante bizantino della città. Nel medesimo arco cronologico Cassiodoro, riferendosi all’ecosistema lagunare indissolubilmente legato nei secoli allo sviluppo di Altino, riferisce dello sfruttamento intensivo delle saline, mentre contestualmente tratteggia una suggestiva immagine delle abitazioni che dovevano allora popolare le isole della laguna, paragonate ai nidi degli uccelli acquatici perché costruite con terra legata da vimini flessibili. Gli storici collocano tra il 635 e il 639 la conquista longobarda di Altino, nei primi anni del regno di Rotari, ed il successivo trasferimento a Torcello degli abitanti e della cattedra episcopale. L’abbandono di Altino avviò un lento ma inesorabile saccheggio del materiale lapideo superstite, sia del centro urbano che della necropoli, per essere reimpiegato nelle nuove costruzioni che andavano popolando le isole della laguna e la futura Venezia16. Le prime informazioni sulle numerose iscrizioni di età romana disseminate tra la città e le isole lagunari vengono fornite dagli umanisti del XV secolo, seguiti poi dagli esponenti della cultura rinascimentale e da una nutrita serie di studiosi che ne proseguirono lo studio nei secolo successivi. Nella seconda metà del 1800, Theodor Mommsen all’interno della sua opera monumentale volta a censire l’intero corpus epigrafico latino, raccolse e trascrisse ben 181 iscrizioni sotto la voce Altinum, anche se non certo tutte di sicura provenienza altinate, e di cui oggi solo una minima parte è rintracciabile. vrst in odseki izključno z grobovi 13. Pogost okrasni element pokopaliških ograd so bili cilindrični in osmerokotni oltarji, ki so posebnost altinskega kiparstva. Stali so najverjetneje v parih na vogalih čelne stranice ograde. Zgodovinski viri iz 2. in 3. stoletja n. št. so precej bolj pomanjkljivi, čeprav je ugled Altina v 4. stoletju n. št. še vedno razviden iz upodobitve mesta v Peuntingerjevi tabuli (Tabula Peutingeriana14). Mesto je na sliki obdano z obzidjem, nad hišami v njem se dvigujeta dva stolpa. Zasnova mestnega središča je opisana v nekaterih delih pisem, ki sta si jih izmenjevala San Girolamo in San Eliodoro, prvi škof Altina od 381 n.št. dalje. Iz Girolamovih pisem je možno razbrati, da je bilo mesto gosto pozidano in poseljeno, saj je v njih živo naslikana podoba neprijetnih senc, ki jih mečejo strehe in dima, ki se dviga nad njimi. Prav tako so v pismih omenjeni verski objekti prvobitnega krščanstva v Altinu, o katerem do danes ni drugih virov15. Prvo razdejanje mesta je, po pričevanju Pavla Diakona, zakrivil Atila v letu 453 n. št. Vendar mu mesta ni uspelo uničiti, saj je bilo stoletje zatem, leta 590, mestno središče še vedno obdano z obzidjem, kot je zapisano v pismu bizantinskega poglavarja mesta. Kasiodor v istem obdobju poroča o lagunskem ekosistemu, ki je bil skozi stoletja tesno povezan z razvojem Altina, in pri tem omenja intenzivno izkoriščanje solin, istočasno nam pričara tudi slikovito podobo bivališč na otokih v laguni. Primerja jih z gnezdi vodnih ptic, saj so bila zgrajena iz zemlje in utrjena z gibkimi vrbovimi vejami. Langobardsko zavzetje Altina umeščajo zgodovinarji v čas med 635 in 639 oziroma v prva leta vladavine langobardskega kralja Rotarija. Sledil mu je umik prebivalcev in škofovskega sedeža na Torcello. Ko so prebivalci zapustili Altino, je neizogibno sledilo plenjenje kamnitega gradbenega materiala iz mestnega središča in nekropole. Material se je uporabil za novogradnje na otokih v laguni in tudi za izgradnjo Benetk16. Prvi podatki o številnih napisih iz rimskega obdobja, razkropljenih po celotnem območju od mesta do lagunskih otokov, so zbrali humanisti v 15. stoletju. Raziskave so v naslednjih stoletjih nadaljevali najprej renesančni razumniki, tem pa je sledila še množica kasnejših raziskovalcev. V drugi polovici 19. stoletja je zgodovinar Theodor Mommsen v svojem obsežnem delu, v katerem je želel popisati celoten latinski epigrafski korpus, zbral in prepisal kar 181 napisov v poglavju Altinum, čeprav seveda niso bili vsi potrjeno altinskega izvora. Danes nam je na voljo le majhen del teh napisov. V stoletjih razvoja mesta Benetk so se kamni z napisi in spomeniki iz rimskega obdobja uporabili za gradnjo temeljev in monumentalnih stavb, palač, grobnic, cerkva, zvonikiv, za izdelavo stebrov, tramov, stopnic ali okenskih okvirjev (sl.6). Spet drugje so jih kot okras vgradili v fasade palač, v vrtne zidove ali v podstavke kipov. Del teh ostalin je gotovo pristal v rokah zbirateljev starin, saj je bil takšen hobi izjemno priljubljen med beneškim meščanskim slojem vse od začetka renesanse. Med arheološkimi raziskavami, ki zadnja desetletja vse bolj intenzivno potekajo v Benetkah in laguni, prihajajo na dan vedno novi dokazi o uporabi altinskih spomenikov v beneških gradnjah. 13 La tematica è stata ampiamente dibattuta nel corso del IV Convegno di Studi Altinati: “Terminavit sepulcrum” 2005. 14 POSSENTI 2011. 15 POSSENTI 2008. 16 Su il reimpiego di monumenti altinati a Venezia e isole lagunari si rimanda da ultimo a CALVELLI 2011. 13 O tematiki se je podrobno razpravljalo na 4. srečanju študij območja Altina: “Terminavit sepulcrum” 2005. 14 POSSENTI 2011. 15 POSSENTI 2008. 16 V zvezi s ponovno uporabo altinskih ostalin v Benetkah in na lagunskih otokih gl. tudi CALVELLI 2011. 121 PARTE III - Altino Nel plurisecolare sviluppo urbanistico di Venezia, iscrizioni e monumenti di età romana trovarono impiego nelle fondazioni e negli elevati di edifici monumentali, palazzi, cripte, chiese, campanili, utilizzati per comporre pilastri, architravi, gradinate o inquadrare finestre. In altri casi furono invece inseriti a puro scopo decorativo nelle facciate dei palazzi, nelle mura dei giardini, (fig.6) a sostegno di statue. Parte di questi monumenti confluì infine nel filone del collezionismo di antichità, tanto in auge nel patriziato veneziano fin dal primo Rinascimento. A tutt’oggi sempre nuove testimonianze del reimpiego di monumenti altinati nelle costruzioni veneziane continuano a riemergere grazie alla ricerca archeologica, condotta negli ultimi decenni con ritmo sempre più serrato sia a Venezia città che in laguna. Il nuovo Museo Archeologico Nazionale Per risolvere l’annosa carenza di spazi espositivi e funzionali che ormai da decenni penalizza il Museo Archeologico Nazionale di Altino, vennero acquisiti nel 1984, per trasferirvi la sede museale, due fabbricati rurali ottocenteschi, una risiera ed un edificio a planimetria tradizionale dotato di barchessa, ubicati a circa 500 metri dall’attuale museo. Pochi anni dopo prendeva avvio il cantiere che prevedeva il restauro dei fabbricati esistenti, la costruzione di tre nuovi corpi e l’allestimento complessivo dell’area, su progetto dell’arch. Stefano Filippi della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e quindi della Direzione Regionale ai Beni Culturali del Veneto, cui competeva anche la direzione dei lavori (fig.7). Contemporaneamente veniva intrapreso da parte della Soprintendenza per i beni archeologici per il Veneto il progetto museologico, ideato e diretto dalla scrivente17. Il sito si è inaspettatamente rivelato di straordinario interesse archeologico, in quanto i primi scavi realizzati nell’ambito del cantiere nel 1997 hanno portato alla scoperta del santuario del dio Altino, la cui esplorazione sistematica è stata condotta a partire da quell’anno fino al 2007, cui sono seguiti altri importanti rinvenimenti anche di recente (fig.8). Per l’ex risiera, caratterizzata in ciascuno dei suoi tre piani da spazi ampi ed indivisi, è prevista la destinazione completa a sede espositiva: il futuro spazio museale potrà giovarsi di più di 1.800 mq. disponibili a fronte degli attuali 180 mq. espositivi, ossia le due sale dell’attuale museo. Il percorso, dal piano terreno al secondo piano, sarà articolato seguendo un itinerario crono-tematico che prevede l’esposizione di materiale proveniente esclusivamente da Altino: preistoria e protostoria dell’abitato indigeno al piano terra, la città romana nelle sue diverse espressioni al primo piano, la necropoli e l’età tardoantica al secondo. Fa eccezione a tale criterio solo la sezione preistorica nel cui ambito verrà esposta una campionatura di materiali, databili dal Mesolitico all’età del bronzo finale, provenienti più in generale dalla gronda lagunare. Lungo i lati della strada che collega i due edifici, fiancheggiata da uno storico filare di pini marittimi, si allineeranno, monumenti e recinti funerari. Per i primi, stele e altari, è prevista a protezione una vela di copertura, come pure per il nucleo di monumenti iscritti esposti in relazione ai recinti. Di quest’ultimi verrà intrapresa la ricostruzione di sette esemplari di diversa tipologia. Mausolei e monumenti funerari di maggior impegno saranno ospitati all’interno della barchessa del secondo casone. I reperti architettonici provenienti dall’area urbana verranno invece allestiti negli spazi del portico, affiancato alla barchessa stessa, attraverso 17 FILIPPI 2002; TIRELLI 2002. 122 Novi narodni arheološki muzej Narodni arheološki muzej v Altinu že desetletja pestijo težave zaradi pomanjkanja prostora. Mestne oblasti so zato leta 1984 z namenom selitve sedeža muzeja kupile dve podeželski stavbi iz 19. stoletja. Gre za rižarno in poslopje klasičnega tlorisa z odprtim skednjem. Obe stavbi se nahajata približno 500 metrov od sedanjega sedeža muzeja. Nekaj let po nakupu so se začela gradbena delaobnove stavb, gradnje treh novih objektov in celostne ureditve območja po načrtu arh. Stefana Filippija iz beneškega Zavoda za arhitekturno in okoljsko varstvo (Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Venezia). Dela so tekla pod vodstvom Deželnega vodstva za kulturno dediščino Veneta (Direzione Regionale ai Beni Culturali del Veneto) (sl.7). Istočasno je Zavod za spomeniško varstvo (Soprintendenza per i beni archeologici per il Veneto) začel izvajati projekt ureditve muzeja, ki sem ga zasnovala in ga vodim podpisana17. Lokacija gradnje se je izkazala za izjemno zanimivo z arheološkega vidika, saj se je že ob prvih gradbenih izkopih leta 1997 našlo svetišče boga Altina. Sistematsko raziskovanje je potekalo vse do leta 2007, med njim pa so se še druge pomembne najdbe(sl.8). Bivša rižarna ima tri nadstropja z značilnimi velikimi odprtimi prostori. Obnovljeno poslopje je v celoti namenjeno razstavi muzejskih zbirk: bodoči muzej bo tako imel na voljo 1800 m2 površin v primerjavi s trenutnimi 180 m2 v dveh dvoranah sedanjega muzeja. Pot skozi muzej bo kronološko in tematsko urejena od pritličja do drugega nadstropja; razstavljeno bo izključno gradivo z izvorom iz Altina: prazgodovina in protozgodovina s staroselsko naselbino v pritličju, različni vidiki rimskega mesta v prvem nadstropju, nekropola in poznoantično obdobje v drugem nadstropju. Edina izjema lokalnega izvora gradiv je prazgodovinski oddelek, v katerem bodo razstavljena gradiva, ki datirajo iz mezolitika vse do pozne bronaste dobe in izvirajo iz celotnega lagunskega obrobja. Na obeh straneh poti med obema poslopjema, obdane s starun drevoredom obmorskih borovcev, bodo razstavljeni nagrobni spomeniki in pokopališke ograde. Razstavljene stele in oltarji bodo zaščiteni s streho, prav tako tudi jedro spomenikov z napisi, ki bodo razstavljeni v povezavi z ogradami. Opravila se bo rekonstrukcija sedmih spomenikov z napisi različnih vrst. Pomembnejši mavzoleji in nagrobni spomeniki bodo razstavljeni v bivšem odprtem skednju drugega objekta. Arhitekturne najdbe, ki izvirajo iz mestnega območja, bodo razstavljene v prostoru pod stebriščem ob nekdanjem skednju. Skozi stebrišče bo pot vodila do upravnih prostorov muzeja v treh nadstropjih stavbe. Pot se bo zaključila s tako imenovanim »Muzejem znotraj muzeja«, kjer bodo razstavljene gradbene konstrukcije in ostaline iz svetišča, ki je bilo sistematično izkopano na območju gradbišča novega muzeja. Razstava bo predvidoma v pritličju osrednje stavbe novega dela muzejskega kompleksa, kjer si bo možno ogledati enega od vodnjakov sakralnega območja. Ogled muzeja se bo zaključil na sedanjem sedežu muzeja, saj ta predstavlja povezavo med »pravo« muzejsko razstavo in ogledom arheoloških območij. Urejen bo oddelek za mozaike, v katerem bodo poleg talnih mozaikov, vgrajenih že v času 17 FILIPPI 2002; TIRELLI 2002. PARTE III - Altino il quale si accederà agli uffici del Museo, che troveranno posto nei tre piani dell’edificio. Il percorso si concluderà con la sezione dedicata al “Museo del Museo”, volta ad illustrare le strutture ed i materiali del santuario sistematicamente scavato all’interno del cantiere. L’esposizione è prevista al piano terra dell’edificio centrale nella parte nuova del complesso, dove verrà anche lasciato in vista uno dei pozzi relativi all’area sacra. L’itinerario museale si concluderà nell’attuale sede, anello di congiunzione tra il percorso più propriamente museale e la visita delle aree archeologiche. Vi verrà allestita la sezione relativa al mosaico che ospiterà, oltre ai numerosi tappeti musivi inseriti a pavimento fin dall’epoca della costruzione del museo, che per motivi tecnici e logistici non è risultato opportuno staccare e trasferire, altri numerosi e significativi frammenti musivi attualmente conservati nei depositi, la cui esposizione è prevista a parete. izgradnje muzeja, ki pa jih zaradi logističnih in tehničnih razlogov nismo želeli premestiti, razstavljeni še številni drugi, pomembni odlomki mozaikov, ki se sedaj hranijo v depoju. Ti bodo predvidoma razstavljeni na stenah. 123 PARTE III - Altino Fig. 2 Fig. 1 Fig. 1 Bronzetto di devoto su kline Fig. 2 Ipotesi ricostruttiva del santuario nel V secolo a.C. (Acquarello di Elena De Poli) Fig. 3 Ipotesi ricostruttiva della porta-approdo (Acquarello di Elena De Poli) Fig. 4 Planimetria di Altino nel I secolo d.C. (rielaborazione di Angela Paveggio) Fig. 5 Ipotesi ricostruttiva del mausoleo a baldacchino dal sepolcreto nord-orientale dell’Annia (arch. Stanislaw Kazprizyak) Sl. 1 Bronast kipec vdanega na ležalniku klinai Sl. 2 Maketa rekonstrukcije svetišča v 5. stoletju pr.n.št. (akvarel Elene De Poli) Sl. 3 Maketa rekonstrukcije vrat-pristana (akvarel Elene De Poli) Sl. 4 Planimetrija Altina v 1. stoletju n.št. (predelala Angela Paveggio) Sl. 5 Maketa rekonstrukcije baldahinastega mavzoleja severovzhodno od rimske ceste Annia (arh. Stanislaw Kazprizyak) Fig. 4 Fig. 3 124 Fig. 5 PARTE III - Altino Fig. 8 Fig. 6 Fig. 6 Stele funeraria murata nel giardino di Palazzo Mangilli Valmarana a Venezia Sl. 6 Nagrobna stela, vzidana na vrtu palače Mangilli Valmarana v Benetkah Fig. 7 Progetto del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Altino (arch. Stefano Filippi) Sl. 7 Načrt novega muzeja Museo Archeologico Nazionale di Altino (arh. Stefano Filippi) Fig. 8 Rinvenimento di cippo venetico iscritto nel cantiere del nuovo Museo Sl. 8 Odkritje venetskega nagrobnega spomenikana gradbišču novega muzeja Fig. 7 125
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