32TFF TORINO FILM FESTIVAL

SOMMARIO
JERRY SCHATZBERG, 1975
32TFF
TORINO
FILM
FESTIVAL
21 - 29 NOVEMBRE 2014
UN M
MONDO
ONDO
CHE
CHE CREESCE
SCE
MODO SSOSTEN
OSTENIIBILE
IN MODO
BILE È
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Discover Atelier Persol and its artists on Persol.com
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
è un centro per l’arte contemporanea
23463æ8.
Da quasi vent’anni, l’obiettivo della Fondazione
è sostenere e promuovere i giovani artisti e far
conoscere ad un pubblico sempre più ampio i
fermenti e le tendenze più attuali nel panorama
dell’arte contemporanea internazionale. Il vasto campo
delle arti visive Q4-8896%A7'90896%A*383+6%æ%A:-()3A
installazioni e performance – viene analizzato e proposto
al pubblico non solo grazie alle mostre, ma anche attraverso
molteplici attività didattiche ed eventi collaterali
di approfondimento.
Ci avviciniamo ai 20 anni di attività
con 3 mostre di pittura:
Beware Wet Paint
collettiva in collaborazione con l’ICA Institute of Contemporary Arts, London
Un luogo per l’aggiornamento di appassionati e conoscitori e per
la formazione di chi al contemporaneo si deve ancora avvicinare.
Isa Genzken
Basic Research Paintings, 1989 - 1991
David Ostrowski
Just do it
29 ottobre 2014
1 febbraio 2015
gone Acconci
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FONDATRI
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SI IMPARA FACENDO.
UN INCUBATORE
DI FUTURO.
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Con il patrocinio
In collaborazione con
TorinoFilmLab
Vettore ufficiale
Meeting Event & Awards
7a edizione
24-26 Novembre 2014
Il laboratorio internazionale che dal 2008 sostiene filmmaker emergenti,
festeggia 11 film realizzati nel 2014
Il cinema di Sergio Leone
ALL CATS ARE GREY
KORSO
HONGOS
BYPASS LOS
MEN WHO SAVE THE WORLD
CHRIEG
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MERCURIALES
IN YOUR NAME
VIKTORIA
Scoprite il calendario delle proiezioni e la sezione dedicata al TorinoFilmLab all’interno del 32° Torino Film Festival
Nato dal desiderio di affiancare al Torino Film Festival un laboratorio
dedicato a talenti emergenti, il TorinoFilmLab è una vera e propria
comunità creativa internazionale, un luogo dove idee, storie e persone
di tutto il mondo si incontrano. Dal 2008 sostiene giovani filmmaker
attraverso attività di formazione, sviluppo, e finanziamento alla produzione
e alla distribuzione. Da allora continua a raccontare la realtà della
produzione cinematografica in tutte le sue forme, con 28 film realizzati,
di cui 11 nel solo 2014. Tra questi ne ricordiamo alcuni, selezionati nei
più prestigiosi festival del mondo: Bypass di Duane Hopkins – (UK/SE)
Venezia, Orizzonti 2014; Chrieg di Simon Jaquemet (CH) – San Sebastián,
New Directors 2014; Historia del Miedo di Benjamín Naishtat (AR/UY/DE/
FR/QA) – Berlinale, Competition 2014; Los Hongos di Oscar Ruiz Navia
(CO/FR/AR/DE) – Locarno, Cineasti del presente 2014; Men Who Save the
World di Liew Seng Tat (MY/NL/DE/FR) – Locarno, Cineasti del presente
2014; Mercuriales di Virgil Vernier (FR) – Cannes, ACID 2014; Mr. Kaplan
di Álvaro Brechner (UY/ES/DE) – BFI London Film Festival, Laugh 2014.
www.torinofilmlab.it
supported by
promoted by
main venue
official carrier
Sommario
Contents
GIURIE/JURIES
IX
PREMI/AWARDS
TORINO
32
GRAN PREMIO TORINO
CLICCA SULLE SEZIONI COLORATE PER ACCEDERE AI FILM
XVI
1
2014
FESTA MOBILE
I FILM
RITRATTI D’ARTISTA
TORINO INCONTRA BERLINO
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
TFF E INTESA SAN PAOLO PER EXPO
DIRITTI & ROVESCI
17
2015
21
26
58
64
67
70
71
AFTER HOURS
I FILM
JIM MICKLE
GIULIO QUESTI
79
82
95
102
TFFDOC
INTERNAZIONALE.DOC
ITALIANA.DOC
DEMOCRAZIA
FUORI CONCORSO
ED PINCUS
107
110
120
129
134
137
ITALIANA.CORTI
140
ONDE
150
153
175
I FILM
JOSEPHINE DECKER
SPAZIO TORINO
182
TORINOFILMLAB
186
NEW HOLLYWOOD
196
INDICI/INDICES
218
TORINO FILM FESTIVAL
via Montebello 15 - 10124 Torino
Tel: +39 011 8138811
Fax: +39 011 8138890
[email protected]
www.torinofilmfest.org
32° TORINO FILM FESTIVAL
21 - 29 novembre 2014
direttore
Emanuela Martini
guest director
Paolo Virzì
segretario generale
Bruna Ponti
assistente alla direzione
rapporti con gli autori
Mara Signori
con la collaborazione di
Paola Ramello e Graziella Deandrea
&
coordinamento del programma
e ricerca film
Luca Andreotti
con la collaborazione di
Mario Galasso
logistica
Flavio Armone
TFFdoc, italiana.corti e spazio torino
Davide Oberto
con la collaborazione di
Francesco Giai Via, Luca Cechet Sansoé,
Paola Cassano
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
presidente
Ugo Nespolo
direttore
Alberto Barbera
vice direttore e conservatore capo
Donata Pesenti Campagnoni
assistente di direzione
e coordinamento dei festival
Angela Savoldi
coordinatore generale
Daniele Tinti
comunicazione, promozione e marketing
Maria Grazia Girotto
ufficio stampa
Veronica Geraci
amministrazione
Erika Pichler
SOMMARIO
organizzazione e rapporti con gli autori
Paola Cassano
onde
Massimo Causo
con la collaborazione di
Roberto Manassero
consulenti per la selezione
Marì Alberione, Pier Maria Bocchi, Federico
Gironi, Barbara Grespi, Federico Pedroni
corrispondenti
Rodrigo Diaz (America Latina), Giovanna
Fulvi (Asia), Jim Healy (Nord America), Erich
Sargeant (Regno Unito, Irlanda, Nuova
Zelanda, Australia), Peter Shepotinnik
(Russia, ex Repubbliche Unione Sovietica)
retrospettiva new hollywood
Emanuela Martini
con la collaborazione di
Luca Andreotti
comunicazione e marketing
Maria Grazia Girotto
con la collaborazione di
Bianca Girardi
ufficio stampa e pr internazionale
Chicca Ungaro
con la collaborazione di
Flavia Corsano, Tiziana Ciancetta,
Marta Franceschetti, Francesca Galletto,
Paolo Morelli, Alberto Nota
comunicazione web
Lorenzo Rossi (coordinamento),
Stefano Trinchero (sito),
Cristina Gallotti, Marco Petrilli
(documentazione),
Chiara Borroni (social network),
ITS-ICT Piemonte (documentazione video),
Alessio De Marchi (traduzioni)
servizi fotografici
IED Torino
conferenze stampa
Bruno Fornara (moderatore)
manifesto
foto: Jerry Schatzberg, 1975
ufficio ospitalità
Elisa Liani
con la collaborazione di
Michele Altomonte, Dina Buzio,
Dario Cazzola
ufficio accrediti
Alberto Bianca, Alessio Oggianu,
Francesca Montagner
coordinamento autori
Simona Carnino, Raffaella Giordana,
Marta Guerci, Glenda Manzetto,
Ricke Merighi, Alina Rosini,
Livia Siciliano, Watanabe Asako
segreteria giurie
Federica Ceppa, Simona Ceppa,
Silvia Fessia
interpreti
Anna Ribotta, Marina Mocetti
Spagnuolo, Giliola Viglietti,
Eugenia Gaglianone, Asuka Ozumi,
Mahmoud Ghadri
TFF press & lounge
coordinamento organizzativo
durante il festival
Tiziana Tortarolo
catering di ristorazione
La Piazza dei Mestieri
amministrazione
Sandra Giaracuni, Andrea Merlo
SOMMARIO
assistenza logistica
Valerio Bertacchini, Ivan Chetta,
Thomas De Forti, Fabio D’Errico,
Marco Valentino
proiezione auditorium g. agnelli - lingotto
e supervisione cinema digitale
Angelo D’Alessio
supervisione proiezioni pellicola
Sergio Geninatti Chiolero
supervisione videoproiezioni
Pierluigi Patriarca
regia cerimonie apertura e chiusura
Dario Ceruti
sottotitoli elettronici
Sub-Ti Limited, Londra
biglietteria elettronica
Soft-Solutions, Torino
servizio maschere
REAR, Torino
logo e grafica
Flarvet, Torino
stampa
G. Canale & C. S.p.A.,
Borgaro T.se
trasporti
DHL International S.p.A.
auto
Maserati
servizi assicurativi
Reale Mutua Assicurazioni
sigla
Enarmonia - Regia: Chicca Richelmy,
Musica: Fabio Barovero
ideazione e progetto uffici temporanei
e installazioni
Elena D’Agnolo Vallan, Marco Ostini
allestimenti
Ideazione Srl, Torino,
Interfiere Stand & Exhibition, Moncalieri
cleaning services
Multiservizi, Torino
agenzie viaggi
Amarganta Viaggi, Torino
Protravel Inc., NYC
CATALOGO 2014
A CURA DI
Roberto Manassero
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
Maicol Casale
REDAZIONE
Mara Dompè
TESTI
Cristina Gallotti, Marco Petrilli
TRADUZIONI
Gail McDowell, Olivia Jung
© 2014 Museo Nazionale del Cinema
Fondazione Maria Adriana Prolo
ISBN 978-88-90209-51-2
SOMMARIO
Associazione Amici
del Torino Film Festival
info:
ASSOCIAZIONE
AMICI DEL TORINO
FILM FESTIVAL
via Montebello 15
10124 Torino
Italia
L’Associazione è stata promossa da giovani imprenditori
e professionisti per concretare un impegno a sostegno
del dialogo tra le culture e le esperienze dell’universo giovanile,
della creatività artistica, della formazione professionale dei giovani.
L’Associazione affianca istituzionalmente il Festival mettendo
a disposizione risorse finanziarie, competenze e servizi
professionali, per promuoverlo e valorizzarlo e per diffondere una
maggiore consapevolezza del valore culturale, sociale, economico e
d’immagine che il Festival ha per Torino e per le nuove generazioni.
L’Associazione organizza inoltre nel corso dell’anno attività
riservate ai soci, quali anteprime cinematografiche e altre iniziative.
The Association Friends
of the Torino Film Festival
The Association Friends of the Torino Film Festival is promoted
by young entrepreneurs and professionals in order to encourage
and support the dialogue between the culture and the experiences
of young people, their artistic creativity, and their professional schooling.
The Association is an institutional support for the Festival, offering
financial resources, expertise and professional services; it promotes
and valorizes the Festival, and heightens its image as a vehicle of
cultural, social and economic values for Turin and for the young
generations.
Throughout the year, the Association also organizes activities
reserved to its members, such as film previews and other initiatives.
soci benefattori
Armando Testa Spa
Camera Commercio
Industria Artigianato
Agricoltura - Torino
Euphon
Fondazione CRT
soci benemeriti
Gruppo Giovani Imprenditori
Unione Industriale di Torino
Confederazione Nazionale Artigianato
Kodak
soci sostenitori
Gruppo Giovani Imprenditori
API - Torino
Lega Cooperative Torino
Alberghina Studio Ottica
Orange
Essegierre
Unione Giovani Dottori
Commercialisti di Torino
UTET
soci onorari
Art Directors Club Italiano
British Council
Centre Culturel Français
Goethe Institut
Juventus F.C.
soci ordinari
Giancarlo Baraldo
Franco Carrer
Piera Detassis
Richi Ferrero
Bruno Gambarotta
Carlo Gonella
Luciana Littizzetto
Monica Mailander
Luca Martini
Ugo Nespolo
Domenico Siniscalco
Gigi Venegoni
presidente
Lorenzo Jona Celesia
vice presidenti
Andrea Alberghina
Paola Goffi
Davide Varvello
segretario e tesoriere
Emanuela Barreri
comitato direttivo
Andrea Alberghina
Emanuela Barreri
Mauro Boglione
Paola Goffi
Massimo Moretto
Lorenzo Jona Celesia
Cosimo Palumbo
Davide Varvello
SOMMARIO
Associazione Festival Italiani
di Cinema
info:
ASSOCIAZIONE
FESTIVAL ITALIANI
DI CINEMA (AFIC)
via Faà di Bruno 67
00195 Roma
Italia
Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival
rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione,
la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e
audiovisiva, con un’attenzione particolare alle opere normalmente
poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio
il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono
diventare un sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni
pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor.
Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel
novembre 2004 l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC).
Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà
che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination
Européenne des Festivals. Inoltre, accettando il regolamento,
si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche
tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo.
L’AFIC nell’intento di promuovere il sistema festival
nel suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni
cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come
strumento di coordinamento e reciproca informazione. Aderiscono
all’AFIC le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo
caratterizzate dalle finalità di ricerca, originalità, promozione dei
talenti e delle opere cinematografiche nazionali e internazionali.
L’AFIC si impegna a tutelare e promuovere, presso tutte le sedi
istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati.
The Association
of Italian Film Festival
Within the framework of the Italian audiovisual system, festivals
represent a fundamental means for the promotion, knowledge and
diffusion of film and audiovisual culture, with particular attention
to works that normally receive little attention in commercial circuits,
like documentaries, research films and shorts.They must also become
a coordinated system that is recognized by public institutions,
spectators and sponsors.
For this reason, and in a concrete spirit of service, the Associazione
Festival Italiani di Cinema (AFIC) was created in November 2004.
Association members adhere to the principals of mutuality and
solidarity that inspire the activities of the Coordination Européenne
des Festivals in Europe. Moreover, by accepting the regulations, they
promise to follow a series of deontological indications whose purpose
is to safeguard and strengthen their role.
AFIC’s aim is to promote the festival system as a whole, and already
today it represents over thirty Italian cinematographic and audiovisual
manifestations. It has been conceived as an instrument of coordinated
and reciprocal information.
AFIC members include cultural manifestations in the audiovisual field
that are characterized by research, originality and the promotion
of talents and cinematographic works, both at home and abroad.
AFIC also strives to protect and promote at every institutional level
the primary objective of the associated festivals.
SOMMARIO
TorinoFilmLab
info:
TorinoFilmLab
via Cagliari 42
10153 Torino
Italia
Tel: +39 011 237 92 21
[email protected]
www.torinofilmlab.it
TorinoFilmLab è un laboratorio internazionale di sviluppo di progetti
cinematografici dedicato ai talenti emergenti di tutto il mondo, che sostiene
in particolare le opere prime e seconde. Con le sue molteplici attività di formazione
e sviluppo, è il luogo dove far nascere e crescere le proprie storie. E alla fine del
percorso c’è la possibilità di ottenere un fondo di produzione. Dal 2008 grazie alle
attività del TorinoFilmLab sono stati assegnati più di trenta premi a sostegno della
produzione di progetti sviluppati nei suoi programmi, per un totale di ventotto film.
Il 2014 rappresenta un traguardo importante, grazie a undici film realizzati
e selezionati nei più prestigiosi festival del mondo: Tous les chats sont gris di Savina
Dellicour (Montreal), Bypass di Duane Hopkins (Venezia), Chrieg di Simon
Jaquemet (San Sebastián), Historia del miedo di Benjamín Naishtat (Berlinale),
In jouw naam di Marco van Geffen (Fest Espinho), Korso di Akseli Tuomivaara
(Edinburgo), Los Hongos di Oscar Ruiz Navia (Locarno), Lelaki Harapan Dunia
di Liew Seng Tat (Locarno), Mercuriales di Virgil Vernier (Cannes), Mr Kaplan
di Álvaro Brechner (Londra), Viktoria di Maya Vitkova (Sundance).
Nel corso del Torino Film Festival si terrà il settimo TorinoFilmLab Meeting
Event (24-26 novembre): l’evento prevede la presentazione dei progetti
sviluppati durante l’anno, un mercato di coproduzione internazionale,
momenti di networking e la premiazione dei migliori progetti con finanziamenti
alla produzione e, da quest’anno, alla distribuzione.
Il Meeting Event conclude il percorso dei programmi del TorinoFilmLab:
Script&Pitch, per lo sviluppo di sceneggiature di lungometraggi di finzione;
FrameWork, focalizzato su aspetti legati a sviluppo e produzione; AdaptLab,
dedicato all’adattamento cinematografico di libri. E infine i programmi trasversali:
Writers’ Room, per lo sviluppo di progetti cross-platform, e Audience Design, in cui
si elaborano strategie di audience engagement.
TorinoFilmLab
TorinoFilmLab is an international film development laboratory dedicated to emerging
talents from all over the world, with particular attention to first and second feature films.
With its various training and development activities, it is a place where stories are born
and grow. And where they have the possibility to gain production funding at the end
of the process.
Since 2008 TFL assigned more than thirty awards and prizes to support the projects
developed within its programmes, for a total of twenty-eight films completed. 2014 has
been a great year, with eleven films realized and selected in some of the world’s most
prestigious festivals: Tous les chats sont gris by Savina Dellicour (Montreal), Bypass
by Duane Hopkins (Venezia), Chrieg by Simon Jaquemet (San Sebastián), Historia
del miedo by Benjamín Naishtat (Berlinale), In Jouw Naam by Marco van Geffen
(Fest Espinho), Korso by Akseli Tuomivaara (Edinburgo), Los Hongos by Oscar Ruiz
Navia (Locarno), Lelaki Harapan Dunia by Liew Seng Tat (Locarno), Mercuriales by
Virgil Vernier (Cannes), Mr Kaplan by Álvaro Brechner (Londra), Viktoria by Maya
Vitkova (Sundance).
The 32 Torino Film Festival will host the seventh TorinoFilmLab Meeting Event
(24-26 November). The event includes a public pitch of the projects developed within
TFL, an international co-production market, moments of informal networking and
the Awards Ceremony where the best projects will be assigned production grants
and, starting from this year, distribution grants too.
The Meeting Event represents the conclusive moment for several TFL’s programmes:
Script&Pitch, for the development of fiction feature film scripts; FrameWork, focused on
development and production aspects; AdaptLab, dedicated to book-to-film adaptations.
Still the more cross-disciplinary programmes: Writer’s Room, on the development
of three cross-platform projects, and Audience Design, which focuses on engagement
strategies.
ND
VII
SOMMARIO
32°
TORINO FILM FESTIVAL
Gran Premio Torino 2014
Istituito nel 2009, il Gran Premio Torino è un riconoscimento assegnato
ogni anno ai cineasti che, dall’emergere delle nouvelle vague in poi, hanno
contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico, alla creazione
di nuovi modelli estetici, alla diffusione delle tendenze più significative del
cinema contemporaneo. In questa edizione, il premio verrà assegnato
a un regista da lungo tempo amico del Festival: Julien Temple.
Maestro del video musicale (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture
Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young e tanti altri), Julien Temple
riassume bene le due anime, spesso contrastanti, del cinema britannico:
da un lato l’eccentricità al limite del kitsch divertito di film quali Absolute
Beginners (1986), sfacciato, lucido musical sugli arrivisti beginners di fine
anni Cinquanta descritti nel romanzo di Colin MacInnes, Le ragazze della
Terra sono facili (1988) o Pandaemonium (2001), e dall’altro l’umanità e la
forza con cui nei suoi documentari descrive pezzi, in continua evoluzione,
della società britannica (per esempio, la scena e la controcultura punk
nei tre film dedicati ai Sex Pistols, La grande truffa del rock’n’roll, 1979,
Sex Pistols - Oscenità e furore, 2000, The Sex Pistols: There’ll Always Be an
England, 2008, e in quello dedicato ai Clash, Joe Strummer: The Future
Is Unwritten, 2007, o rock, come in Oil City Confidential, 2009, ricostruzione
della carriera dei Dr Feelgood). Fino all’autentica poesia di London: The
Modern Babylon, il magnifico documentario del 2012 nel quale Temple
racconta la vitalità inesauribile della sua città, attraverso un montaggio
di materiali la cui intensità rimanda direttamente al cinema di Humphrey
Jennings e Lindsay Anderson.
Gran Premio Torino 2014
Created in 2009, the Gran Premio Torino is an award given every year
to filmmakers who, from the rise of the nouvelles vagues on, have contributed
to the renewal of the film language, to the creation of new aesthetic models
and to the popolurization of the most significant trends in contemporary
cinema. This year, the prize will be awarded for a long time friend of the
Festival: Julien Temple.
A maestro of the music video (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture
Club, Sex Pistols, Rolling Stones, Neil Young and many others), Julien Temple
reflects the two often contradictory souls of British cinema: on the one hand,
the visionary and quasi-kitsch eccentricity of some of his fiction films, just like
Absolute Beginners (1986), a musical about the careerist beginners in the
late 1950s described in the novel by Colin MacInnes, or Earth Girls Are Easy
(1988) and Pandaemonium (2001); on the other, the melancholy passion
of his documentaries describing parts of British society in constant evolution
(for example, the three films he dedicated to punk culture and Sex Pistols:
The Great Rock’n’Roll Swindle, 1980, The Filth and the Fury, 2000,
The Sex Pistols: There’ll Always Be an England, 2008; to the Clash:
Joe Strummer: The Future Is Unwritten, 2007; or to rock musica: Oil City
Confidential, 2009, a reconstruction of the career of Dr Feelgood).
All the way to the authentic poetry of London: The Modern Babylon,
the magnificent documentary from 2012 in which Temple recounts the unlimited
vitality of his city through edited material whose intensity is a direct reference
to the cinema of Humphrey Jennings and Lindsay Anderson.
VIII
SOMMARIO
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
TORINO
32
ferzan özpetek
PRESIDENTE DELLA GIURIA
PRESIDENT OF THE JURY
(Istanbul, Turchia) esordisce con Il bagno
turco (1997) e con La finestra di fronte
(2003) vince come miglior film, miglior
regia e migliore attrice a Karlovy Vary.
Con Le fate ignoranti (2001) e Saturno
contro (2007) ottiene diversi riconoscimenti
e nel 2008 il MoMA gli dedica un omaggio.
Con Magnifica presenza (2012) vince due
Nastri d’argento e quattro Globi d’oro
e con Allacciate le cinture (2014) tre Nastri
d’argento, un Globo d’oro e un Ciak d’oro.
Nel 2013 pubblica per Mondadori il suo
primo romanzo, Rosso Istanbul.
(Istanbul, Turkey) debuted with The Turkish
Bath: Hamam (1997) and won best film,
best director, and best actress in Karlovy
Vary for Facing Windows (2003). Thanks
to His Secret Life (2001) and Saturn in
Opposition (2007) he received several awards,
and in 2008 the MoMA paid tribute to him.
He received two Nastri d’argento and four
Golden Globes for A Magnificent Haunting
(2012), and three Nastri d’argento, a Golden
Globe, and a Golden Ciak for Fasten Your
Seatbelts (2014). In 2013, Mondadori
published his first novel Rosso Istanbul.
geoff andrew
(Regno Unito), responsabile di
programmazione al Bfi Southbank, è critico
e professore. Dopo aver studiato Lettere
classiche a Cambridge, ha lavorato come
programmatore all’Electric Cinema di
Londra, prima di iniziare a scrivere di
cinema come freelance. È stato redattore
di cinema per «Time Out» e collaboratore
di «Sight & Sound» e ha pubblicato diversi
libri, tra cui approfondimenti su Nicholas
Ray, Krzysztof Kieslowski e Abbas
Kiarostami. Nel 2009 il governo francese
l’ha nominato Cavaliere dell’ordine delle
arti e delle lettere.
IX
SOMMARIO
(UK) is Senior Film Programmer at BFI
Southbank, London, and a critic and lecturer.
After studying classics at Cambridge University,
he was manager-programmer at London’s
Electric Cinema before becoming a freelance
writer on film. He was the film editor of
“Time Out” magazine, and he has long been
a regular contributor to “Sight & Sound.”
He has written and edited numerous books
on the cinema, including studies of Nicholas
Ray, Krzysztof Kieslowski and Abbas
Kiarostami. In 2009 the French government
made him a Chevalier de l’Ordre des Arts
et des Lettres.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
TORINO
32
carolina crescentini
(Italia) ha frequentato diversi laboratori
teatrali prima di entrare al Centro
sperimentale di cinematografia, dove
si è diplomata nel 2006. Ha recitato per il
teatro, il cinema e la televisione, lavorando
con registi come Giuliano Montaldo, Ferzan
Ozpetek, Paolo Genovese, Marco Martani,
i fratelli Taviani, Marco Pontecorvo, Alex
Infascelli, Fausto Brizzi e molti altri.
Tra i diversi riconoscimenti che ha ottenuto,
due Nastri d’argento come miglior attrice
non protagonista nel 2011, per i film 20
sigarette e Boris - Il film.
(Italy) was enrolled in several theatre
workshops before entering the Centro
sperimentale di cinematografia in Rome,
where she graduated in 2006. She has
performed in theater, cinema, and television,
working with directors like Giuliano Montaldo,
Ferzan Ozpetek, Paolo Genovese, Marco
Martani, the Taviani brothers, Marco
Pontecorvo, Alex Infascelli, Fausto Brizzi, and
many more. Among her awards, she received
two Nastri d’argento for best supporting
actress in 2011 for her performances
in 20 Cigarettes and Boris - The Film.
debra granik
(Cambridge, Massachusetts, Usa) ha
studiato scienze politiche alla Brandeis
University e alla Edinburgh University;
si è poi laureata in cinema alla New York
University, dove ha ottenuto il premio
di miglior cortometraggio per Snake Feed
(1997). Dopo il lungometraggio Down to the
Bone, miglior regia al Sundance nel 2004,
ha diretto Un gelido inverno (2010), che
ha ricevuto quattro nomination all’Oscar
e vinto il gran premio della giuria al
Sundance e il Torino Film Festival.
Nel Festival di quest’anno presenta il
suo ultimo film, Stray Dog.
(Cambridge, MA, USA) studied political
science at Brandeis University and Edinburgh
University. She received her degree in film
from New York University, where she received
a prize for best short with Snake Feed (1997).
After Down to the Bone, which won the
award for best director at the Sundance
Film Festival in 2004, she directed Winter’s
Bone (2010), which was nominated for
four Oscars, and won the grand jury prize
in Sundance and the Torino Film Festival.
This year she presented at the Festival her
last Stray Dog.
györgy pálfi
(Budapest, Ungheria) ha esordito come
regista nel 1997 con il cortometraggio
A hal e nel 2002 ha diretto il
lungometraggio Hukkle, con cui ha
vinto il premio Holden per la miglior
sceneggiatura al Torino Film Festival.
Con Taxidermia (2006) ha partecipato
al Certain regard del Festival di Cannes
e ha vinto l’Nhk Award al Sundance Film
Festival. Ha poi diretto I Am Not Your
Friend (2008) e soprattutto Final Cut Ladies and Gentlemen (2012), incredibile
film di montaggio e atto d’amore per il
cinema, presentato a Cannes e a Torino.
X
SOMMARIO
(Budapest, Hungary) debuted as a director
in 1997 with the short A hal. In 2002,
he directed his first feature film, Hukkle,
winning the Holden Prize for best screenplay
at the Torino Film Festival. His Taxidermia
(2006) participated at the Cannes Film
Festival in the section Un certain regard,
and won the NHK Award at the Sundance
Film Festival. He then realized I Am Not
Your Friend (2008), and above all, the
amazing act of love for cinema Final Cut Ladies and Gentlemen (2012), presented
in Cannes and Turin.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
TFFDOC
-
INTERNAZIONALE.DOC
marek hovorka
(Jihlava, Repubblica Ceca), laureato
in cinema documentario presso la facoltà
di cinema e televisione dell’Accademia
di belle arti di Praga, ha diretto cinque
film, tra cortometraggi e mediometraggi.
Nel 1997 ha fondato il Jihlava International
Documentary Film Festival, di cui è
direttore. Tra i responsabili della rivista di
cinema documentario «do» e del mensile
«dok.revue», è stato membro di giuria
in numerosi festival internazionali, come
Visions du réel di Nyon, il Doku.fest di
Monaco e il festival di Cracovia.
(Jihlava, Czech Republic) graduated in
documentary film studies at the Film and
Television Faculty of the Academy of Fine
Arts of Prague. He directed five short or
middle-length films. Since 1997 he is
founder and director of the Jihlava
International Documentary Film Festival.
He is also a member of advisory board
of revue of documentary films called “do”
and monthly magazine “dok.revue.”
He was invited to several international juries
at different festivals, such as Visions du réel
Nyon, Doku.fest Munich and Cracow IFF.
fred kelemen
(Berlino) ha lavorato come assistente
alla regia per il teatro, prima di laurearsi
in regia e fotografia all’Accademia tedesca
di cinema e televisione. Ha diretto film e
video e lavorato con diversi registi, tra cui
Béla Tarr, Joseph Pitchhadze, Rudolf Thome
e Gariné Torossian. A partire dal 1995 ha
insegnato in istituti come il Centro di studi
cinematografici catalano, la Harvard
University e l’Università di Santiago del Cile.
Dal 2000 in poi ha diretto commedie
teatrali e prodotto film con la Kino Kombat
Filmmanufactur.
(Berlin) worked in theatres as a director’s
assistant, before graduating in directing and
cinematography at the German Film & TV
Academy. He directed films and videos and
collaborated as cinematographer with Béla
Tarr, Joseph Pitchhadze, Rudolf Thome,
Gariné Torossian. Since 1995 he has worked
as an associate professor at Centre
of Cinematographical Studies of Catalonia,
Harvard University, University of Santiago
de Chile. Since 2000 he has directed plays
and produced films with Kino Kombat
Filmmanufactur.
jean-baptiste morain
(Parigi), critico cinematografico, dopo
gli studi in letteratura, lingue e cinema
alla Sorbona, ha lavorato presso l’Institut
national de l’audiovisuel (Ina), prima
di dedicarsi, a partire dal 1996, all’allora
nascente settore multimediale.
Redattore e responsabile editoriale
per Hachette Multimédia, dal 2003
collabora a tempo pieno con la rivista
culturale «Les Inrockuptibles», un tempo
mensile ora settimanale.
XI
SOMMARIO
(Paris) is a film critic. After studying literature,
languages, and cinema at the Sorbonne,
he worked at the Institute National de
l’Audiovisuel (INA). In 1996 he started
working in the burgeoning multimedia
sector. He is an editor for Hachette
Multimédia and he has also been working
full-time for the cultural magazine Les
Inrockuptibles (a formerly monthly
publication that is now weekly) since 2003.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
maria bonsanti
(Italia), laureata all’Università di Firenze
con una tesi su Voci nel tempo di Franco
Piavoli, nel 2000 ha iniziato a collaborare
con il Festival di Locarno, come assistente
alla direzione, per continuare fino al 2007
come coordinatrice della sezione Play
Forward, dedicata al cinema sperimentale
e alla videoarte. Dal 2000 collabora con
il Festival dei Popoli di Firenze, di cui nel
2011 è stata nominata codirettrice, incarico
che ha lasciato nel 2012 quando è diventata
direttrice del Cinéma du réel di Parigi.
(Italy) graduated from the University of
Florence with a thesis on Franco Piavoli’s
film Voci nel tempo. She started working
with the Locarno Film Festival in 2000 as
an assistant to the director, climbing her way
up to coordinating the section Play Forward,
dedicated to experimental films and video art.
She worked with Florence’s Festival dei Popoli
from 2000, which nominated her co-director
in 2011. She left the role in 2012, when she
became the director of the Cinéma du
réel in Paris.
jacopo quadri
(Milano), diplomato al Centro sperimentale
di Roma, è montatore dei film di Mario
Martone, tra cui Il giovane favoloso, e ha
collaborato con registi come Bernardo
Bertolucci, Marco Bechis, Paolo Virzì,
Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul
e Francesca Archibugi, ricevendo numerosi
riconoscimenti, tra cui il Leone d’oro per
Sacro GRA di Gianfranco Rosi. Come regista
ha diretto i film La terra trema e Un posto
al mondo (coregia di Mario Martone)
e diversi cortometraggi e documentari.
Nel 2013 ha fondato la Ubulibri srl.
(Milan, Italy), graduated from the Centro
sperimentale di cinematografia, he worked
as an editor for Mario Martone’s movies,
including Il giovane favoloso. He collaborated
with major filmmakers (Bernardo Bertolucci,
Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang Yuan,
Apichatpong Weerasethakul, Francesca
Archibugi) winning several awards and a
Golden Lion for Gianfranco Rosi’s Sacro GRA.
As a filmmaker, he made La terra trema and
Un posto al mondo (codirector Mario
Martone). He also directed several short
films and documentaries. In 2013 he founded
Ubulibri srl.
marco santarelli
(Roma), produttore, regista e montatore,
ha collaborato con la Rai e alcune
televisioni satellitari come regista
e autore di programmi sperimentali.
Nel 2009 ha diretto GenovaTripoli,
in concorso al Festival dei Popoli,
e Interporto, in concorso a Torino nella
sezione italiana.doc. Nel 2010 ha fondato
la ottofilmaker, con cui ha prodotto film
come ScuolaMedia, vincitore del Premio
Ucca a Torino nel 2011. Nel 2013, con
il documentario Lettera al Presidente,
ha ottenuto la menzione speciale ai
Nastri d’argento.
XII
SOMMARIO
(Rome, Italy) is a producer, director,
and editor. He wrote and directed some
experimental shows for RAI and a few
satellite TV channels. In 2009 he made the
documentaries GenovaTripoli, participating
at the Festival dei Popoli, and Interporto,
featured in the italiana.doc section of the
Torino Film Festival. He started the production
company ottofilmaker in 2010, making films
like ScuolaMedia, winner of the UCCA
Award in the 2011 Torino Film Festival.
In 2013, his documentary Lettera al
Presidente received a special mention
at the Nastri d’argento awards.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
I TA L I A N A . C O R T I
silvia calderoni
(Lugo di Romagna), attrice, nel 2009 ha
vinto il Premio Ubu come migliore attrice
under 30, nel 2013 il Marte Award e l’anno
successivo il Premio Elisabetta Turroni.
Nel 2012 ha debuttato sul grande schermo
in La leggenda di Kaspar Hauser di Davide
Manuli. Attualmente collabora con la
compagnia Motus e interpreta spettacoli
ospitati in festival teatrali internazionali,
tra cui Santarcangelo dei teatri - Festival
internazionale del teatro in piazza,
Drodesera Festival, Grec Festival
e l’Under the Radar Festival di New York.
(Lugo di Romagna, Italy) is an actress.
She won the Ubu Award for best actress
under 30 in 2009, the Marte Award in 2013,
and the Elisabetta Turroni Award the following
year. She made her debut on cinema in 2012
with Davide Manuli’s The Legend of Kaspar
Hauser. She is currently working with the
theatre company Motus, performing in
international festivals like Santarcangelo
dei teatri - Festival internazionale del teatro
di piazza, the Drodesera Festival, the Grec
Festival, and the Under the Radar Festival
in New York.
niccolò contessa
(Italia) è membro dei Cani, band passata
in breve tempo dall’anonimato a essere
una delle più importanti del panorama
musicale italiano, da progetto a bassa
fedeltà, a gruppo da sold out. Glamour,
il loro secondo album, è stato accolto
con attenzione dalla critica e dal pubblico.
Dicono di essere pop, ma non rinunciano
alle asprezze, non hanno neanche una
chitarra, ma sono rock’n’roll. In tv i loro
brani sono usati per gli stacchetti, eppure
loro non hanno mai accettato di apparire.
Giocano con i contrasti e ne fanno quasi
una bandiera.
(Italy) is a member of I Cani, band which
went from anonymity to becoming one of the
greatest bands in the Italian music scene: from
making projects with extremely low fidelity
to performing in sold out concerts. Their
second record Glamour was well received by
audience and critics alike. They call themselves
pop, but they indulge in musical asperities;
they don’t have even a single guitar, but they
rock out. Their music is played on television,
but they never accepted to appear on TV.
They play with contrasts, which have basically
become their flagship element.
rä di martino
(Roma) ha studiato al Chelsea College
of Art e alla Slade School of Art di Londra,
prima di trasferirsi per un certo periodo
a New York. Le sue opere – video, film,
fotografie – sono state esposte in musei
e gallerie di tutto il mondo e hanno
partecipato a numerosi festival, tra cui
quelli di Torino, Vila do Conde, Pesaro,
Locarno e il New York Underground Film
Festival. Con The Show MAS Go On (2014)
ha partecipato all’ultima Mostra di Venezia,
nella sezione Giornate degli autori,
vincendo il Premio Siae e il Premio
Gillo Pontecorvo.
XIII
SOMMARIO
(Rome) went to the Chelsea College of Art
and to the Salde School of Art in London
before moving to New York for some time.
Her work, videos, films, and photographs,
have been exhibited in many museums
and art galleries around the world.
She participated in many film festivals,
including the ones in Turin, Vila do
Conde, Pesaro, Locarno, and the New York
Underground Film Festival. She was also
at the most recent Venice Film Festival, in the
Venice Days (Giornate degli autori) section,
with her latest documentary short The Show
MAS Go On (2014), which received the SIAE
and the Gillo Pontecorvo Awards.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
gerard casau
(Barcellona, Spagna) lavora nell’ufficio
editoria del festival catalano di Sitges, di cui
è anche membro del comitato di selezione.
Coordinatore redazionale della sede
di Barcellona della rivista «SO Film»,
scrive anche su «Rockdelux», «Time Out
Barcelona», «Dirigido por», «Sensacine»,
«Numerocero» e ha collaborato ai libri
Neoculto e Takashi Miike. La provocación
que llegó de oriente. È inoltre dottorando
all’Università Pompeu Fabra, con una
tesi sul rapporto tra cinema, musica rock
e noise.
(Barcelona, Spain) works in the publications
department of the Sitges Festival, and is a
member of its programming committee.
He is the coordinator-redactor of the
“SO Film” magazine office in Barcelona.
He writes regularly in “Rockdelux,”
“Time Out Barcelona,” “Dirigido por,”
“Sensacine” and “Numerocero,” and he
has participated in the books Neoculto
and Takashi Miike. La provocación que
llegó de oriente. He has started his Ph.D.
at Pompeu Fabra University, writing a thesis
about the relationship between cinema, rock
music and noise.
alberto castellano
(Napoli), saggista e critico cinematografico,
ha scritto sul «Mattino» di Napoli e
collabora con «alias», supplemento del
«manifesto». Dal 1997 al 2000 ha fatto
parte della commissione di selezione della
Settimana della critica di Venezia, ed è stato
membro di giurie Fipresci a Venezia,
Karlovy Vary, Rotterdam e Locarno. Studioso
di cinema americano di genere e cinema
italiano (con volumi su Franchi e Ingrassia,
Douglas Sirk, Carlo Verdone), ha da poco
rieditato per Gremese la sua monografia
del 1998 su Clint Eastwood.
(Naples, Italy), essayist and film critic,
published in Naple’s newspaper “Il Mattino”
and in “il manifesto”’s supplement “alias.”
He was part of the selection committee of the
International Film Critics Week from 1997 to
2000, and he’s been a member of the jury for
the FIPRESCI Award in Venice, Karlovy Vary,
Rotterdam, and Locarno. He is a scholar of
American and Italian cinema; he has written
books on Franchi and Igrassia, Douglas Sirk,
and Carlo Verdone. He recently released with
the publishing house Gremese an updated
version of the biography on Clint Eastwood
(originally published in 1998).
eithne o’neill
ha studiato tra Irlanda, Germania e Francia,
dove attualmente vive e insegna letteratura,
traduzione e storia del cinema all’Università
di Parigi 13. Autrice di numerosi libri e saggi
sul cinema, tra cui Lubitsch: la satire
romanesque, scritto insieme a Jean-Loup
Bourget, e una monografia su Stephen
Frears. Scrive regolarmente su «Positif»,
di cui è membro della redazione.
Il suo prossimo saggio, «Tim Burton
and the Body Piecemeal», sarà pubblicato
all’interno del volume Tim Burton, edito
dalla Montpellier University Press.
XIV
SOMMARIO
Paris-based, studied in Ireland, Germany
and France; he taught literature, translation
and cinema history at Paris University, 13.
She wrote many essays on cinema, including
a book on Stephen Frears, and she is coauthor
with Jean-Loup Bourget of Lubitsch: la satire
romanesque. She is on the editorial board
“Positif,” where she publishes regularly.
Her essay “Tim Burton and the Body
Piecemeal,” will appear in the collective
volume Tim Burton, Montpellier University
Press.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
giuria/jury
PREMIO CIPPUTI
CIPPUTI
francesco tullio altan
(Treviso) ha frequentato la facoltà di
architettura di Venezia e alla fine degli
anni Sessanta ha vissuto a Roma,
occupandosi di scenografia e sceneggiatura
per il cinema e la televisione. Si è trasferito
a Rio de Janeiro nel 1970 e nel 1974 ha
iniziato a collaborare con giornali italiani.
Tornato in Italia nel 1975, ha creato la
Pimpa e ha pubblicato i suoi primi fumetti
su «Linus». Due anni dopo è nato il
suo personaggio più celebre, Cipputi.
Le sue vignette di satira politica sono
pubblicate regolarmente dall’«Espresso»
e dalla «Repubblica».
(Treviso, Italy) studied architecture in Venice
and in the late 1960s moved to Rome, where
he was involved in making sets and writing
screenplays for films and TV. He moved to
Rio de Janeiro in 1970 and in 1974 began
collaborating with Italian newspapers.
He returned to Italy in 1975, created Pimpa
and published his first comic strips in “Linus.”
Two years later, he created his most famous
character, Cipputi. His satirical political
cartoons are regularly published in
“l’Espresso” and “la Repubblica.”
antonietta de lillo
(Napoli) esordisce nel 1985 con Una casa
in bilico, Nastro d’argento come migliore
opera prima, e nel 1995 vince il Premio
Fedic alla Mostra di Venezia con Racconti di
Vittoria. Partecipa poi al Festival di Locarno
con Non è giusto (2001) e con Il resto di
niente (2004) vince tre David di Donatello
e il Premio Flaiano per la sceneggiatura.
Nel 2007 fonda la marechiarofilm, con cui
realizza tutti i suoi successivi lavori, tra cui
Let’s Go, che quest’anno presenta al Torino
Film Festival nella sezione Diritti & rovesci.
(Naples, Italy) made her first film Una casa
in bilico in 1985, winning the Nastro
d’Argento for Best New Director. In 1995, she
received the FEDIC Award in Venice for
Racconti di Vittoria. She participated at
Locarno with Non è giusto (2001); Il resto
di niente (2004) won three David di
Donatello Awards and the Flaiano Award for
Best Screenplay. She started the production
company marechiarofilm in 2007, and made
several movies since, including Let’s Go, which
is being presented at this year’s Torino Film
Festival in the section Diritti & rovesci.
carlo freccero
(Savona), autore ed esperto di
comunicazione, nel corso della sua
esperienza professionale ha attraversato
tutte le fasi della televisione, italiana e non:
dalla tv commerciale, con Canale5, Rete4,
La Cinq e Italia1, al servizio pubblico, con
France2, France3 e Rai2, di cui è stato
a lungo direttore, alla tv satellitare, con
RaiSat, per approdare infine alla tv digitale
con Rai4. Insegna comunicazione televisiva
presso l’Università di Genova e collabora
con diverse riviste specializzate.
Nel 2014 dirige il Roma Fiction Fest.
XV
SOMMARIO
(Savona, Italy) is a writer and an expert
in communication. Across the span of his
professional career, he has been through all
the phases of television (Italian and foreign):
from commercial TV (with Canale5, Rete4,
La Cinq and Italia1), to public broadcasting
(with France2, France3, and Rai2, where
he was also Director for a number of years),
and finally digital TV (with Rai4). He teaches
Television Communication at the University
of Genoa and writes for several specialized
publications. In 2014, he directed the Rome
Fiction Fest.
32°
TORINO FILM FESTIVAL
Premi/Awards
GRAN PREMIO TORINO
a/to Julien Temple
PREMIO FIPRESCI/FIPRESCI AWARD
Miglior film/Best Film Torino 32
TORINO 32
Miglior film/Best Film: € 15.000
Premio speciale della giuria/
Special Jury Award Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo: € 7.000
Premio per la miglior attrice/
Best Actress Award
Premio per il miglior attore/
Best Actor Award
Premio per la miglior sceneggiatura/
Best Screenplay Award
Premio del pubblico/Audience Award
PREMIO CIPPUTI/CIPPUTI AWARD
Miglior film sul mondo del lavoro/
Best Film about the work world
TFFDOC
Miglior film/
Best Film internazionale.doc: € 5.000
Premio speciale della giuria/
Special Jury Award internazionale.doc
Premio miglior film/Best Film italiana.doc,
in collaborazione con/
in collaboration with Persol: € 5.000
Premio speciale della giuria/
Special Jury Award italiana.doc
ITALIANA.CORTI
Concorso cortometraggi italiani/
Italian Short Film Competition
Premio Chicca Richelmy
per il Miglior film: € 2.000,
offerti dall’Associazione Chicca Richelmy/
offered by the Associazione Chicca Richelmy
Premio speciale della giuria/
Special Jury Award
SPAZIO TORINO
Concorso cortometraggi realizzati
da registi nati o residenti in Piemonte/
Short film competition reserved to directors
who were born or reside in Piedmont
Miglior film/Best Film, in collaborazione
con «La Stampa», «Torino Sette»,
Premio Achille Valdata/
in collaboration with “La Stampa,”
“Torino Sette,” Achille Valdata Award
XVI
SOMMARIO
P R E M I C O L L AT E R A L I / C O L L AT E R A L AW A R D S
PREMIO SCUOLA HOLDEN/
HOLDEN SCHOOL AWARD
Premio per la miglior sceneggiatura/
Best Script Award Torino 32
PREMIO ACHILLE VALDATA/
ACHILLE VALDATA AWARD
Giuria dei lettori di «Torino Sette»/
Jury composed of readers of “Torino Sette”
Miglior film/Best Film Torino 32
PREMIO AVANTI!/AVANTI! AWARD
Distribuzione delle opere prime premiate
nella rete dei cineforum e dei
cineclub/Distribution of winning first films
in the film forum and film club circuit
Migliori cortometraggi e documentari
italiani/Best Italian Shorts and
Documentaries
PREMIO GLI OCCHIALI DI
GANDHI/GANDHI’S GLASSES AWARD
Assegnato dal Centro Studi «Sereno Regis»
(Torino) al film che meglio interpreta la
visione gandhiana del mondo. È parte del
progetto «Irenea, cinema e arte per la
pace»/Awarded by the Centro Studi “Sereno
Regis” (Turin) to the best movie representation
of a Gandhi-like vision of the world.
It’s part of the project “Irenea, cinema
e arte per la pace”
PREMIO INTERFEDI/INTERFEDI AWARD
Premio per il rispetto delle minoranze
e per la laicità, attribuito dalla Giuria
Interfedi/Interfedi Jury Award for the respect
of minority rights and laity
32°
TORINO FILM FESTIVAL
Regione Piemonte e Città di Torino sono unite nel sostenere
con convinzione il Torino Film Festival, uno dei punti cardine
del sistema cinema piemontese. Un evento che con il suo prestigio
e la sua storia garantisce una vetrina internazionale per valorizzare
al massimo il grande investimento messo in campo dalle istituzioni
nel settore cinematografico, ambito strategico per lo sviluppo,
l’occupazione e la promozione del territorio.
Inalterato nella sua identità – che dopo più di trent’anni rinnova la
vocazione al cinema nuovo e alla scoperta delle migliori tendenze
contemporanee – il Festival sotto la direzione di Emanuela Martini
si conferma sempre più aperto ai diversi generi, stili e linguaggi
cinematografici.
Nel preannunciarsi accogliente e innovativo, con una particolare
sensibilità verso la fruizione sul web, il 32° Torino Film Festival
non altera le consuete sezioni competitive e non competitive,
prediligendo come sempre il focalizzarsi sul lavoro degli esordienti,
la cui valorizzazione da sempre rappresenta una delle principali
linee guida.
Rivolgiamo quindi un ringraziamento a tutti coloro che si sono
impegnati nella realizzazione di questa nuova edizione, con
l’auspicio che il Torino Film Festival rappresenti sempre di più
un momento di crescita artistica ed economica per il Piemonte
e di coinvolgimento per nuove fasce di pubblico.
Maurizio Braccialarghe
Assessore alla Cultura Città di Torino
Antonella Parigi
Assessore alla Cultura Regione Piemonte
XVII
SOMMARIO
32°
TORINO FILM FESTIVAL
The Piedmont Region and the City of Turin are united in
wholeheartedly supporting the Torino Film Festival, one of the key
points of Piedmont’s film system. The prestige and history of this
event ensure a failsafe international showcase, maximizing and
valorizing the important investments which the institutions are
providing in the film sector, a strategic area of interest for
development, employment and promotion of the territory.
True to its identity – which, after more than thirty years,
confirms its vocation to new cinema and the discovery of the best
contemporary trends – the Festival directed by Emanuela Martini
promises to be even more open to various cinema genres, styles
and languages.
In reaffirming its welcoming and innovative nature, with a
particular feeling for cinema’s uses on the web, the 32 Torino
Film Festival confirms the customary competitive sections and
the non-competitive ones, with a special attention reserved to
new filmmakers, whose promotion is one of the main goals
of the Festival since ever.
We would therefore like to thank those who have given their all
to organize this year’s Festival sharing our hope that the Festival
will increasingly represent a moment of artistic and economic
growth for Piedmont, and attract even new audiences.
ND
Maurizio Braccialarghe
Councilor for Culture City of Turin
Antonella Parigi
Councilor for Culture Piedmont Region
XVIII
SOMMARIO
32°
TORINO FILM FESTIVAL
Una moneta da sei penny nella scarpa
Negli ultimi undici mesi mi hanno rivolto spesso una domanda: «Che cosa rimarrà
nel Festival dei tre precedenti direttori, con i quali ha collaborato?»
Il rigore di Nanni Moretti. La passione di Gianni Amelio. Lo spirito pop di Paolo Virzì.
E naturalmente l’intelligenza con la quale tutti e tre si sono avvicinati al Torino Film
Festival, riconoscendone e apprezzandone l’identità e impegnandosi a preservarla,
nel momento stesso in cui lo modellavano sui loro gusti e le loro idee di cinema.
E ora Emanuela Martini cosa aggiunge? Soprattutto la curiosità. E la voglia di scoprire
delle cose (stili o abbozzi di stile, invenzioni, ritorni al passato, commistioni con altre
forme espressive, sperimentazioni eccentriche) e la presunzione di aver conservato
un occhio abbastanza attento per scoprirle, nonostante svariati decenni di esercizio
critico e di conseguenti interminabili visioni. Graham Greene, che ha fatto a lungo
il critico cinematografico, raccolse recensioni e articoli in un librone cui diede un
titolo bellissimo, Mornings in the Dark, mattinate al buio, rievocando le salette
sotterranee intorno a Wardour Street nelle quali si seppelliva per le anteprime
mattutine. E un grande critico italiano, Morando Morandini, ha più volte sottolineato
che la peggior disgrazia che può capitare a un critico è cominciare a stancarsi di
vedere film. Annoiarsi, guardare troppo spesso l’orologio, non reggere più il ritmo
di tre, quattro, cinque e più film al giorno che talvolta ti impongono il fitto calendario
delle uscite cinematografiche e soprattutto i festival. Conservare la curiosità è vitale,
per fare il critico e per fare un festival. E, con la curiosità, l’istinto, il cuore e il cervello
che, durante l’immersione onirica in un film, continuano a lavorare in sordina,
sotterraneamente, e a farti sobbalzare davanti a certe immagini e a certe emozioni.
Fare un festival come quello di Torino, giocato principalmente sulla scoperta del
nuovo e dell’insolito, significa anche riuscire ad avere questi sobbalzi, a contare
su queste emozioni, ad avere il coraggio di rinunciare a qualcosa e di scommettere
su qualcos’altro.
E poi, parafrasando il detto su quello che deve indossare una sposa il giorno del
matrimonio: «Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa
di blu». Che significa fare un editing, tra il nuovo e il vecchio troppo spesso
dimenticato (le retrospettive e gli omaggi dei quali da sempre il Festival di Torino
va giustamente fiero), tra i primi passi del cinema che verrà e il buon cinema più
tradizionale. Perché, ammettiamolo, tutti abbiamo i nostri guilty pleasures, i generi
molto amati grazie ai quali abbandonarci al gusto più istintivo della visione, un
piacere che spetta di diritto sia a critici e addetti ai lavori sia agli spettatori.
Questo editing passa sempre comunque attraverso il filtro della consapevolezza
e della conoscenza. L’ho già sottolineato, in occasione di altre presentazioni del
Torino Film Festival: tutti i film che proponiamo hanno un loro perché, ognuno
di loro è stato apprezzato e fortemente voluto delle persone (alcune, o molte, o tutte)
che scelgono i film per il Festival. Il detto sulle spose ha un’ultima voce, «and a silver
sixpence in your shoe» (e una moneta da sei penny nella scarpa): un auspicio che
anche il pubblico ami questi film, come li abbiamo amati noi.
Emanuela Martini
XIX
SOMMARIO
32°
TORINO FILM FESTIVAL
A silver sixpence in your shoe
Over the past eleven months, I was often asked, “What will the Festival retain of the
three preceding directors, with whom you have collaborated?”
The meticulousness of Nanni Moretti. The passion of Gianni Amelio. The pop spirit
of Paolo Virzì. And naturally, the intelligence with which all three addressed the Torino
Film Festival, recognizing and appreciating its identity and striving to preserve it, even
as they were molding it according to their taste and their own conception of cinema.
And now, what can Emanuela Martini add? Above all, curiosity. The desire to discover
things (styles or the embryo of styles, inventions, returns to the past, combinations
with other expressive forms, eccentric experimentation) and the presumption of
having maintained a fairly attentive eye to discern them, despite various decades
of activity as a film critic and the attendant, interminable screenings. Graham Greene,
a long-time film critic, gathered critiques and articles into a book with a beautiful title,
Mornings in the Dark, recalling the basement cinemas around Wardour Street in which
he would bury himself for the morning previews. And a great Italian critic, Morando
Morandini, has often underlined that the worst thing that can happen to a critic is
to tire of watching movies. Boredom, a glance too many at the wristwatch, the inability
to keep viewing the three, four, five or more films a day that sometimes are forced
on you by a tightly-packed calendar of film releases and, above all, by the festivals.
Conserving your curiosity is fundamental, as a critic and as a festival organizer.
Besides curiosity, you also need the instinct, heart, and mind which continue to work
quietly, subterraneously, during the dreamlike immersion in a film, and which give
you a jolt at certain images and certain emotions.
To make a festival like Turin’s, primarily devoted to discovering the new and unusual,
also means receiving some of those jolts, counting on those emotions, having the
courage to renounce one thing and bet on another.
And, as they say about what a bride should wear on her wedding day: “Something
old, something new, something borrowed, something blue.” In this case, it means
doing some “editing,” between the new and the all-too-often neglected old (the
retrospectives and tributes, of which the Torino Film Festival has always been justly
proud), between the first steps of the cinema to come and good, more traditional
cinema. Because, let’s admit it, we all have our “guilty pleasures,” beloved genres
in which we can abandon ourselves to the most instinctive taste of viewing, a
pleasure that is a right of critics, sector insiders, and spectators alike. This “editing”
always passes through the filter of awareness and knowledge. During other
presentations of the Torino Film Festival, I have already stressed that all the films
we propose have a raison d’être, each one of them has been appreciated and strongly
sponsored by the people (a few, or many, or everyone) who choose the films for the
Torino Film Festival.
That saying about the brides has one final bit, “and a silver sixpence in your shoe:”
an auspice that the public, too, will love these films, as we have loved them.
Emanuela Martini
XX
SOMMARIO
TORINO 32
ROCÍO CALIRI, MELINA MARCOW ANUNCIAN SISMOS
| JIEKAI LIAO AS YOU WERE | JENNIFER KENT
| BRYAN REISBERG BIG SIGNIFICANT THINGS | PETER STRICKLAND THE DUKE OF
BURGUNDY | MAXIME GIROUX FÉLIX ET MEIRA | DAVIDE MALDI FRASTUONO | MIKAEL MARCIMAIN
GENTLEMEN | JEAN-CHARLES HUE MANGE TES MORTS | VIRGIL VERNIER MERCURIALES | ELEONORA
DANCO N-CAPACE | GÁBOR REISZ VAN VALAMI FURCSA ÉS MEGMAGYARÁZHATATLAN - FOR SOME
INEXPLICABLE REASON | BAS DEVOS VIOLET | JEMAINE CLEMENT, TAIKA WAITITI WHAT WE DO
IN THE SHADOWS | PHILIPP LEINEMANN WIR WAREN KÖNIGE
THE BABADOOK
SOMMARIO
TORINO
32
rocío caliri, melina marcow
ANUNCIAN SISMOS
Argentina, 2014, HD, 68’, col.
Rocío Caliri e Melina Marcow sono le
cofondatrici della casa di produzione
Hulot Cine, nata nel 2012. L’anno
successivo hanno esordito nella regia
con il cortometraggio Yarará, a cui
è seguito Anuncian sismos, il loro
primo lungometraggio. Attualmente
sono impegnate nella preproduzione
di El niño e, contemporaneamente,
al fianco della boliviana Laura
Derpic, nella sceneggiatura del
lungometraggio.
ANNOUNCE
EARTHQUAKES
regia/directors
Rocío Caliri, Melina Marcow
sceneggiatura/screenplay
Melina Marcow
fotografia, montaggio/
cinematography,
film editing
Rocío Caliri
scenografia/
production design
Ana Bárbara Iglesias
musica/music
Sexydance
suono/sound
Alex del Rio
interpreti/cast
José Morales, Agustina
Guerra, Rosario Traico,
Jimena Silvia Soza, Juan
Castro Olivera, Jacinto
Bonillo, Mariana Ferro,
Gabriela Solanas, Joaquín
Sosa, Leandro Sala, Sabrina
Sala, Maxi Plato, Claudio
Salvador, Ana Oroño
produttori/producers
Jimena Sivila Soza, Rocío
Caliri, Melina Marcow
produzione/production
Hulot Cine
**
contatti/contacts
The Open Reel
Cosimo Santoro
[email protected]
www.theopenreel.com
Una città del Nord dell’Argentina è sconvolta da un’inspiegabile
ondata di suicidi giovanili. Tra coloro che vengono colpiti da
vicino c’è l’adolescente Mariano, la cui sorella si è tolta la vita.
Entra allora a far parte di un programma scolastico di
emergenza: una banda musicale, i cui componenti sono tutti
parenti di un suicida. Lo scopo del progetto è tenere unite fra
loro queste persone. Ma anche isolarle dal mondo, come
fossero portatrici di un contagio. Ispirato a una storia vera.
«Anuncian sismos è il risultato del processo di networking tra
le province di Buenos Aires e Jujuy. È il primo film prodotto
dalla Hulot Cine, ed è stato finanziato in modo indipendente
e autogestito. Inoltre incorpora elementi totalmente casuali
e le limitazioni tecniche delle riprese sono diventate parte
della struttura narrativa. Il film non fornisce una risposta
alla domanda sul perché avvengano i suicidi, ma ne indaga
le conseguenze su un gruppo di adolescenti consapevoli di
vivere nel posto con il più alto tasso di suicidi del Paese».
**
A city in northern Argentina is shocked by a mysterious wave
of juvenile suicides. One of the people who is directly affected is
the adolescent Mariano, whose sister killed herself. He joins an
emergency school program: a musical band, whose members are
all relatives of a suicide victim. The goal of the project is to keep
these people united. But also to isolate them from the world, as
though they were the carriers of a disease. Based on a true story.
“Anuncian sismos is the result of a networking process between
two provinces, Buenos Aires and Jujuy. It is the first movie
of Hulot Films, it’s been financed independently and self-managed
and incorporates the element of randomness and the technical
limitations of the filming process as part of its narrative. The film
doesn’t give answers about the motive of the suicides, and is instead
focused on the consequences amongst a group of teenagers who have
the certainty of holding the highest suicide rate in the country.”
2
SOMMARIO
TORINO
32
Rocío Caliri and Melina Marcow
are the cofounders of the production
company Hulot Cine, created in 2012.
The following year they debuted in
directing with the short Yarará,
followed by Anuncian sismos, their
first feature film. They are presently
involved in the pre-production of
El niño and, at the same time, are
collaborating with Laura Derpic, from
Bolivia, on the feature film’s screenplay.
filmografia/filmography
Yarará (cm, 2013), Anuncian
sismos (2014).
TORINO
32
liao jiekai
AS YOU WERE
Singapore, 2014, HD, 92’, col
AS YOU WERE
regia/director
Liao Jiekai
sceneggiatura/screenplay
Liao Jiekai, Gladys Ng,
Chiang Wei Liang
fotografia/cinematography
Looi Wan Ping
montaggio/ film editing
Liao Jiekai,
Tan Bee Thiam,
Vivien Koh
scenografia/
production design
Vivien Koh,
Tan Jing Liang,
Chris Yeo
musica/music
Matt Kelly
suono/sound
Lim Ting Li
interpreti e personaggi/
cast and characters
Josh Lai (Guohui), Eshley
Gao (Peiling), Cheryl Tan
(la cantante/singer), Jerome
Chee (il giovane
in fuga/runaway youth),
Kieron Tan (Guohui da
giovane/young Guohui), Tan
Xuan Ying (Peiling
da giovane/young Peiling)
produttori/producers
Tan Bee Thiam, Leon Cheo
produzione/production
13 Little Pictures
**
contatti/contacts
Jiekai Liao
[email protected]
www.liaojiekai.com
L’isola di Saint John, separata da un braccio di mare da
Singapore, ospita un centro di rieducazione per giovani
problematici. Uno di loro, stanco della disciplina ferrea e del duro
lavoro, scappa a nuoto verso la metropoli: sopra di lui il cielo
notturno è illuminato da neon e fuochi d’artificio. Guohui e
Peiling s’incontrano sull’isola dopo anni di lontananza: il loro
amore, nato durante l’infanzia, è ancora intatto. A minare il
rapporto, però, l’insicurezza di Peiling. Anni dopo, Rachel, una
cantante in cerca di pace, è sull’isola: incontra Guohui e le loro
vite s’incrociano. E il fantasma di Peiling torna a manifestarsi.
«L’acqua viene spesso utilizzata come simbolo di cambiamento.
Ma per me rappresenta una costante che unisce i vari
momenti/frammenti del film, dal cuore dell’infanzia alla
metropoli di Singapore: l’acqua delle piscine in cui gli amanti
hanno imparato a nuotare da bambini, l’acqua che usavano
per staccare i francobolli dalle buste, l’acqua del mare che
separa Singapore dall’isola. E, infine, l’acqua che li tiene a galla
e li inghiotte al tempo».
**
The island of Saint John is separated from Singapore by a stretch
of sea; it hosts a rehab center for troubled youths. One of them, fed
up with the steely discipline and hard work, escapes by swimming to
the city: above him, the night sky is illuminated by neon lights and
fireworks. Guohui and Peiling meet on the island after years of being
apart; their love, which dates back to their childhood, is still strong.
But their relationship is undermined by Peiling’s insecurity. Years
later, Rachel, a singer looking for some peace, goes to the island:
she meets Guohui and their lives intersect. And the ghost of Peiling
appears once more.
“Water is often used as a symbol of change. But for me, it is the
constant that unites the various moments/fragments in the film, from
the childhood heartlands to the metropolitan city of Singapore – the
water in the swimming pools where the lovers first learned to swim as
children, the water they used to separate stamps from envelopes, the
water in the sea that divides Singapore and the island. And finally the
water that keeps them afloat but also pulls them under.”
3
SOMMARIO
TORINO
32
Liao Jiekai vive e lavora a Singapore.
Membro fondatore del collettivo 13
Little Pictures, ha esordito nel 2005
dirigendo cortometraggi, come
Before the Wedlock House, vincitore
di numerosi premi internazionali,
e lungometraggi, tra cui Red
Dragonflies, vincitore del premio della
giuria al Jeonju International Film
Festival e poi presentato nei festival
di tutto il mondo. Nel 2012 ha
ottenuto il Young Artist Award for
Film dal National Arts Council di
Singapore e, nel 2013, il Credit Suisse
Artist Commissioning Award per la
sua installazione in 16mm Brother’s
Quarters. Nello stesso anno ha
partecipato alla Biennale di
Singapore con l’opera multimediale
Bukit Orang Salah.
Liao Jiekai lives and works in
Singapore. A founding member of the
collective 13 Little Pictures, he debuted
as a director in 2005 with shorts such
as Before the Wedlock House, which
won numerous international awards,
and feature films, including Red
Dragonflies, which won the special
jury prize at the Jeonju International
Film Festival and was then presented
at festivals all over the world. In 2012,
he received the Young Artist Award for
Film from the National Arts Council
of Singapore and, in 2013, the Credit
Suisse Artist Commissioning Award
for his 16mm installation Brother’s
Quarters. That same year, he
participated at the Singapore Biennale
with the multimedia work Bukit Orang
Salah.
filmografia essenziale/
essential filmography
Remembering a Timeless Self (video,
inst., 2000), Untitles Spaces (video,
inst., 2002), Paradise (cm, 2006),
The Inner City (cm, 2008), Clouds
in a Shell (cm, 2008), Red Dragonflies
(2010), As Winter Escapes Me (cm,
2012), Before the Wedlock House (cm,
2012), Brother’s Quarters (cm, inst.,
2012), Bukit Orang Salah (video,
inst., 2012), As You Were (2014).
TORINO
32
jennifer kent
THE BABADOOK
Australia, 2014, HD, 92’, col.
THE
BABADOOK
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Jennifer Kent
fotografia/cinematography
Radek Ladczuk
montaggio/film editing
Simon Njoo
scenografia/
production design
Alex Holmes
musica/music
Jed Kurzel
suono/sound
Frank Lipson
interpreti e personaggi/
cast and characters
Essie Davis (Amelia), Noah
Wiseman (Samuel), Daniel
Henshall (Robbie), Hayley
McElhinney (Claire),
Barbara West (Mrs Roach),
Ben Winspear (Oskar)
produttori/producers
Kristina Ceyton,
Kristian Moliere
produzione/production
Screen Australia,
Causeway Films
distribuzione/distribution
Koch Media
**
contatti/contacts
Koch Media
Claudio Rapino
[email protected]
www.kochmedia.com
Sei anni dopo la morte violenta del marito, Amelia non è ancora
riuscita a superare il trauma. A complicare le cose, il difficile
rapporto con il figlio Samuel, bambino irrequieto tormentato
da incubi popolati da creature mostruose. La comparsa in casa
di un inquietante libro intitolato The Babadook rende Samuel
incontrollabile: per lui il mostro che lo perseguita è proprio il
protagonista che dà il nome al libro. Per Amelia l’unica soluzione
è far curare il bambino con sedativi. Ma qualcosa la sta mettendo
a dura prova: qualcosa di pauroso e inspiegabile.
«Mi affascina molto quello che succede alle persone che non
affrontano i problemi e comprimono le difficoltà nel proprio
intimo. Che fine fanno questi problemi? Quando qualcuno vive
un’esperienza tragica e non vuole risolverla, che posto prende
nella sua vita il trauma? The Babadook esplora proprio questa
situazione, e la porta alle estreme conseguenze. La protagonista
Amelia soffoca a tal punto i suoi sentimenti paurosi da scatenare
un’energia che li porta a prender vita e a staccarsi da lei».
**
Six years after her husband’s violent death, Amelia still is unable to
overcome the trauma. Things are complicated by her difficult
relationship with her son Samuel, an agitated child who is tormented
by nightmares of monsters. Samuel becomes uncontrollable when
a disturbing book entitled The Babadook appears in the house.
To him, the monster chasing him in his dreams is the protagonist of
the eponymous book. To Amelia, the only solution is to treat the boy
with sedatives. But something is putting her to the test, something
frightening and inexplicable.
“I’m very fascinated by what happens to people when they don’t face
things and push down on difficulties in themselves. Where does that
go? So if someone’s had a tragic experience and they don’t deal with
it, how does it sit in their life? I guess The Babadook is an
exploration of that idea, told in a very heightened way. In the case
of The Babadook, Amelia presses down on these terrible feelings so
much that they develop an energy that becomes something and splits
off from her.”
4
SOMMARIO
TORINO
32
Jennifer Kent si è diplomata presso
il National Institute of Dramatic Art,
dove ha studiato recitazione, e ha
poi cominciato a lavorare per il
cinema, il teatro e la televisione.
In particolare, ha recitato in
serie televisive come Polizia
squadra soccorso (1996), Murder Call
(1997-2000) e All Saints (2001-2003)
e in film come Il pozzo (Samantha
Lang, 1997) e Babe va in città
(George Miller, 1998). Come regista
e sceneggiatrice ha esordito nel 2005
con il cortometraggio horror Monster,
presentato con successo nei festival
di tutto il mondo, a cui sono seguite
alcune puntate del serial per la tv
australiana Two Twisted - Svolte
improvvise (2005).
Jennifer Kent graduated from the
National Institute of Dramatic Art,
where she studied acting, and then
began working in film, onstage and in
TV. In particular, she has appeared on
TV series such as Police Rescue
(1996), Murder Call (1997-2000) and
All Saints (2001-2003) and in movies
such as The Well by Samantha Lang
(1997) and Babe: Pig in the City by
George Miller (1998). She debuted as
a director and screenwriter in 2005 with
the horror short Monster, presented
with success at festivals all over the
world; then she shot a number of
episodes of the Australian TV series
Two Twisted (2005).
filmografia/filmography
Monster (cm, 2005), Two Twisted (Two
Twisted - Svolte improvvise, serie tv/tv
series, 2005), The Babadook (2014).
TORINO
32
bryan reisberg
BIG SIGNIFICANT THINGS
Usa, 2014, HD, 86’, col.
Bryan Reisberg (Usa), dopo la laurea
alla Tisch School di New York, ha
diretto il cortometraggio Father/Son,
presentato nel 2012 al Festival Bfi di
Londra. Recentemente ha diretto
The Walker, una web series con Carey
Mulligan e Zoe Kazan, mentre nel
2008 ha fondato insieme con Andrew
Corkin la casa di produzione
Uncorked Productions e realizzato
video musicali e spot pubblicitari.
Big Significant Things è il suo primo
lungometraggio.
BIG
SIGNIFICANT
THINGS
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Bryan Reisberg
fotografia/cinematography
Luca Del Puppo
montaggio/film editing
Dean Marcial
scenografia/
production design
Shawn Bronson
costumi/costume design
Virginia Schrieber
musica/music
Mark Orton
suono/sound
The Lodge
interpreti e personaggi/
cast and characters
Harry Lloyd (Craig
Harrison), Krista Kosonen
(Ella), Sylvia Grace Crim
(Grace), James Ricker II
(Travis), Peter Cameron
(Joel), Elisabeth Gray
(Allison), William Foreman
(John), Samuel Foreman
(Constantine), Kaitlynn
Alford (Nicky), Bess Baria
(Sam), Glenn Hollis (se
stesso/himself)
produttori/producers
Andrew D. Corkin,
Daniel-Konrad Cooper
produzione/production
Uncorked Productions,
Heretic Films
coproduttore/coproducer
Alejandro De Leon
**
contatti/contacts
Bryan Reisberg
[email protected]
Craig ha ventisei anni ed è in viaggio verso il Sud degli Stati Uniti
alla ricerca delle «cose più grosse al mondo». Dal tronco con la
circonferenza più larga, alla sedia a dondolo più alta di una casa,
quando Craig si imbatte in una attrattiva da guinness dei primati
la fotografa e si ferma a chiacchierare con la gente del posto.
La sua vita, inoltre, sembra tutta in discesa: di lì a una settimana
si trasferirà a San Francisco con la fidanzata e insieme i due
compreranno casa. Ma perché, allora, al telefono con lei Craig
finge di essere al lavoro?
«Fantasticavo spesso di andarmene, di partire per un viaggio
senza dirlo a nessuno. Non erano pensieri seri, ma avevo queste
fantasie naif e romantiche di lasciare il lavoro, gli amici e la
famiglia per iniziare un’avventura selvaggia, scoprendo le distese
sconosciute del mondo. Penso che oggi questa cosa sia definita
vagabondaggio. Sfortunatamente, però, queste fantasie finivano
sempre per ridursi a esercizi di logistica. Quindi, anziché
abbandonarmi ad avventure libere e selvagge, passavo un sacco
di tempo a pensare alle implicazioni dell’essere irraggiungibile».
**
Craig is twenty-six and is heading to the South of the United States
in search of the “biggest things in the world.” From the tree trunk
with the largest circumference, to the rocking chair taller than a
house, when Craig comes across something worthy of the Guinness
book of world records, he photographs it and stops to chat with the
local people. Everything seems to be going right: in two weeks he’ll
move to San Francisco with his girlfriend and the two will buy a
house together. So then why does Craig pretend he’s at work when
he talks on the phone with her?
“I used to daydream about just leaving: going on a trip and not
telling anybody. I wasn’t serious about it, but I had these naiv and
romantic visions of leaving my job and friends and family behind in
lieu of a wildly spontaneous adventure into the unknown expanses of
the world. I think they call that vagrancy these days. Unfortunately
these fantasies usually reduced into logistical exercises. So instead of
dreaming about this wildly spontaneous adventure, I would spend a
lot of time thinking about the implications of being unreachable.”
5
SOMMARIO
TORINO
32
Bryan Reisberg (USA), after
graduating from NYU’s Tisch School,
presented his first short film
Father/Son at the 2012 BFI London
Film Festival. He recently directed
The Walker, a web series starring Carey
Mulligan and Zoe Kazan. Since
forming Uncorked Productions with
Andrew Corkin in 2008, he has also
directed music videos and commercials.
Big Significant Things is his first
feature film.
filmografia/filmography
Father/Son (cm, 2012), Kiss My A$$
with Denis Leary (cm, 2012), The
Walker (web series, 2012), Big
Significant Things (2014).
TORINO
32
peter strickland
THE DUKE OF BURGUNDY
Regno Unito/UK, 2014, HD, 101’, col.
THE DUKE OF
BURGUNDY
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Peter Strickland
fotografia/cinematography
Nic Knowland
montaggio/film editing
Matyas Fekete
scenografia/
production design
Pater Sparrow
costumi/costume design
Andrea Flesch
musica/music
Cat’s Eyes
suono/sound
Martin Pavey
interpreti e personaggi/
cast and characters
Sidse Babett Knudsen
(Cynthia), Chiara D’Anna
(Evelyn), Eugenia Caruso
(Dr Fraxini), Zita Kraszkó
(Dr Schuller), Monica Swinn
(Lorna), Eszter Tompa
(Dr Viridana), Kata Bartsch
(Dr Lurida),
Fatma Mohamed
(il falegname/carpenter)
produttore/producer
Andy Starke
produzione/production
Rook Film
**
contatti/contacts
Protagonist Pictures
David Bartolomew
Tel: +44 207 734 90 00
[email protected]
www.protagonistpictures.com
Curata ed elegante, Cynthia porta bene i suoi cinquant’anni:
l’atteggiamento algido e imperioso, insieme con la differenza
di età, fanno sì che tra lei e la trentenne Evelyn esista un rapporto
squilibrato, dove la donna più matura domina la più giovane,
che ne diventa la umile servitrice. Ma quella che potrebbe
sembrare una dinamica di sudditanza e passività, è in realtà per
Evelyn un gioco erotico che desidera portare avanti in ogni modo,
anche a costo di sacrificare la relazione con la sua amante.
«Ho trovato molte somiglianze tra i filmmaker e i masochisti,
in primis la questione del controllo. Molto in questo film parla
di recitazione e regia, di performance e movimento; le battute
vengono ripetute mille volte. Puoi dire le esatte parole che il
masochista ti chiede, ma se non azzecchi la sfumatura o il tono
uccidi ogni fantasia. Stai recitando, e se c’è qualcosa di
imperfetto nel tuo sguardo si perde il senso, semplicemente
non funziona. Ho cercato di essere neutrale, di mostrare questa
realtà senza giudicarla. Ne prendo in giro i risvolti pratici, non
i personaggi».
**
Cynthia, a fifty-year-old with a neat and elegant appearance, looks
good for her age. Her aloof and imperious ways, as well as the age
difference with the thirty-year-old Evelyn, make the relationship
unbalanced. The older woman dominates the younger one, who
becomes her humble servant. But Evelyn’s apparent subservience is
actually an erotic game that she wants to carry on at all costs, even
if it means sacrificing her relationship with her lover.
“I found a lot of similarities between filmmakers and masochists;
the control aspect definitely. A lot of this film is about acting and
directing, about the performance, the movement, these lines are said
again and again. You can say the exact line the masochist wants you
to say but if you get the nuance or the tone slightly wrong it just kills
the fantasy completely. But that’s acting for you, if something’s not
quite right in your eyes it’s dead, it’s just not working. I really wanted
to be neutral, to show this world and just not judge it at all. I mean
I’m making fun of the practicalities of it; I’m not making fun of the
characters.”
6
SOMMARIO
TORINO
32
Peter Strickland (Regno Unito), dopo
aver diretto alcuni cortometraggi, con
il suo primo lungometraggio Katalin
Varga, finanziato e prodotto in modo
indipendente, ha vinto l’Orso
d’argento alla Berlinale e il premio
Discovery of the Year dell’European
Film Academy. Il suo secondo film
Berberian Sound Studio, distribuito
in tutto il mondo, ha vinto diversi
premi, tra cui quello per la miglior
regia e per il miglior attore per Toby
Jones ai British Independent Film
Awards. Nel 1996 ha inoltre fondato
The Sonic Catering Band, con cui ha
registrato numerosi album e si è
esibito in tutta Europa.
Peter Strickland (UK), after having
directed short films, shot his first
feature film Katalin Varga, that was
funded and produced independently
and win numerous awards including
a Silver Bear in Berlin and the
European Film Academy’s Discovery
of the Year award in 2009. His second
feature film, Berberian Sound Studio,
was distributed internationally and won
several awards, including best director
and best actor (Toby Jones) at the 2012
British Independent Film Awards.
He also founded The Sonic Catering
Band in 1996, which has released
several records and performed live
throughout Europe.
filmografia/filmography
Bubblegum (cm, 1996),
A Metaphysical Education (cm, 2004),
Katalin Varga (2009), Berberian Sound
Studio (id., 2012), Björk: Biophilia Live
(doc., 2014), The Duke of Burgundy
(2014).
TORINO
32
maxime giroux
FÉLIX ET MEIRA
Canada, 2014, HD, 105’, col.
FELIX AND
MEIRA
regia/director
Maxime Giroux
sceneggiatura/screenplay
Alexandre Laferrière,
Maxime Giroux
fotografia/cinematography
Sara Mishara
montaggio/film editing
Mathieu Bouchard-Malo
scenografia/
production design
Louisa Schabas
costumi/costume design
Patricia McNeil
musica/music
Olivier Alary
suono/sound
Frédéric Cloutier,
Luc Boudrias
interpreti e personaggi/
cast and characters
Martin Dubreuil (Félix),
Hadas Yaron (Meira), Luzer
Twersky (Shulem), AnneÉlisabeth Bossé (Caroline),
Benoît Girard (Théodore),
Josh Dolgin (Isaac), Melissa
Weisz (Ruth)
produttori/producers
Sylvain Corbeil,
Nancy Grant
produzione/production
Metafilms
**
contatti/contacts
Urban Distribution Intl.
Arnaud Bélangeon-Bouaziz
Tel: +33 148 70 46 56
[email protected]
www.urbandistrib.com
Nel Canada francese, Félix vive senza soldi né grandi ambizioni.
La cosa però non lo preoccupa molto, dal momento che il suo
ricco padre sta morendo. Tutt’altra vita è invece quella di Meira,
ragazza ebrea della grande comunità ortodossa di Montreal,
sposata e con un figlio. Nonostante le solide certezze del suo
ambiente, Meira è in cerca di qualcosa di diverso: incredibile
che lo trovi proprio nell’eccentrico Félix. Eppure il loro incontro
è destinato a segnare l’inizio di un sentimento più forte di ogni
barriera sociale.
«Il film è l’incontro tra la società francofona quebecchese e la
comunità degli ebrei ortodossi di Montreal. Grazie ai suoi
numerosi contrasti, Félix et Meira esplora questa sorprendente
coabitazione che va oltre ogni confine. Ho girato tenendo bene
a mente temi come la vulnerabilità, o l’irrequietezza, e con la
macchina da presa volevo cogliere soprattutto l’umanità dei miei
personaggi. Il film è la pazzia di Félix e la poesia di Meira, due
persone diverse che cominciano una storia d’amore impossibile
rischiando di perdere tutto».
**
Felix lives in French Canada; he doesn’t have any money or
ambitions, but he isn’t worried since his wealthy father is about to
die. Meira’s life is completely different: she is a young member of
the Hasidic Jewish community in Montreal, she is married and has
a child. Despite the solid certainties provided by her environment,
Meira is yearning for something different. Unexpectedly, she finds it
in the eccentric Felix. Their encounter will unleash feelings stronger
than any social barrier.
“The film is an encounter between the Quebecois francophone
society and the Ultra-Orthodox Jewish community of Montreal.
Due to its diverse and numerous contrasts, it explores this surprising
cohabitation that reaches outside the boundaries. I filmed with the
themes of vulnerability and febrility in mind, and, above all, wanted
the camera to find the characters’ humanity. Felix and Meira is the
madness of Felix and the poetry of Meira, two opposite people who
mutually enter into an impossible love story at the risk of losing
everything.”
7
SOMMARIO
TORINO
32
Maxime Giroux (Montreal, Canada,
1976) ha diretto cortometraggi,
videoclip e spot pubblicitari.
Nel 2006 Les jours ha vinto il premio
per il miglior cortometraggio al
Festival di Toronto e nel 2007 Les
rouges au sol ha ottenuto il premio
come miglior cortometraggio ai
Genie Awards. La sua videografia
comprende inoltre video musicali
per Sam Roberts, Sarah Harmer,
The Dears, Pilate, Louise Forestier,
Corneille, Marc Déry, Les Cowboys
Fringants e Vulgaires Machins.
Demain (Sophie), il suo primo
lungometraggio, è stato presentato
al Torino Film Festival nel 2008,
mentre il suo secondo
lungometraggio, Jo pour Jonathan
ha avuto la sua anteprima a Locarno.
Maxime Giroux (Montreal, Canada,
1976) has directed several short films,
videoclips and commercials. In 2006,
his film Les jours won the prize
for best short film at the Toronto
International Film Festival, and in
2007 his film Les rouges au sol won
the award for best short drama at the
Genie Awards. His videography
includes music videos for Sam Roberts,
Sarah Harmer, The Dears, Pilate,
Louise Forestier, Corneille, Marc Déry,
Les Cowboys Fringants and Vulgaires
Machins. His first feature film, Demain
(Sophie), was presented at Torino Film
Festival in 2008, and his second feature
film, Jo pour Jonathan, had its world
premiere at the Locarno International
Film Festival.
filmografia/filmography
Project 3 (cm, 2001), Le gros boutte
du bâton (cm, 2005), Les jours (cm,
2006), Le rouge au sol (cm, 2006),
Demain (Sophie) (2008), Jo pour
Jonathan (2010), La tête en bas (cm,
2013), Félix et Meira (2014).
TORINO
32
davide maldi
FRASTUONO
Italia/Italy, 2014, HD, 81’, col.
UPROAR
regia, fotografia/
director, cinematography
Davide Maldi
soggetto/story
Lorenzo Maffucci,
Nicola Ruganti
montaggio/film editing
Ilaria Fraioli
suono/sound
Stefano Grosso, Marzia
Cordò, Giancarlo Rutigliano,
Lorenzo Maffucci
interpreti e personaggi/
cast and characters
Iaui Tat Romero, Angelica
Gallorini, Alice Bianconi,
Lorenzo Fedi, Elia Zampini,
Alessandro Fiori,
Father Murphy
produttori/producers
Dario Zonta,
Gabriella Manfrè
produzione/production
Invisibile film
distribuzione/distribution
Rai
**
contatti/contacts
Rai
Paola Malanga
Tel: +39 06 681 826 62
[email protected]
www.rai.it
Iaui, nato e cresciuto in una comunità autogestita sull’Appennino
toscoemiliano, ogni giorno scende dalla montagna per
frequentare il liceo artistico di Pistoia e sogna di portare la sua
musica psy-trance nei festival di tutto il mondo. Anche Angelica
vive di musica, ma punk-rock, che suona in una band di amici,
e filma tutto ciò che la incuriosisce. Due vite di provincia che
scorrono parallele, finché il frastuono dei sogni non darà loro
una svolta definitiva.
«Frastuono è un film di Davide Maldi, Lorenzo Maffucci, Nicola
Ruganti. Fin dalle fasi iniziali del progetto i tre autori hanno
lavorato collettivamente alla realizzazione film. Dopo tre anni
di riprese e di raccolta di materiale si è arrivati a una sintesi
che rispecchiasse il senso di una ricerca fatta per raccontare
l’adolescenza e la crescita».
**
Iaui was born and raised in a self-managed community in the
Appennino Tosco-Emiliano. Every day, he makes his way down to
mountain to go to the art high school in Pistoia; his dream is to
bring psy-trance music to festivals around the world. Angelica also
lives for music: she plays in a punk-rock band with her friends, and
she films everything that strikes her curiosity. Two provincial lives
running on parallel tracks until the noise of their dreams brings
them to a decisive turning point.
“Frastuono is a film by Davide Maldi, Lorenzo Maffucci and Nicola
Ruganti. Right from the project’s early phases, the three filmmakers
worked as a team to make the movie. After three years of shooting
and gathering material, the result is a synthesis that reflects the
meaning of the research they conducted to recount adolescence
and growth.”
Davide Maldi (Roma, 1983) si
è diplomato alla Scuola romana
del fumetto. Nel 2007 è stato aiuto
regista di Toni d’Angelo per Una
notte, ha vinto con il cortometraggio
Pasprefut il festival Eberhard (120
years in 120 seconds),
aggiudicandosi un mese di workshop
alla New York Film Academy, e ha
realizzato il cortometraggio Verso
mare - Appunti per un film sul Tevere.
Nel 2011 ha realizzato il
documentario Sul fiume, racconto
di viaggio di tre ragazzi su una
piccola barca lungo le acque del
Tevere. Nel 2012 ha collaborato con
l’agenzia di ricerca sociale Codici
Ricerche e con Unar, realizzando il
documentario 8 a mezzogiorno Appunti dal Sud Italia. Ha realizzato
la regia video di molti spettacoli
teatrali e ha lavorato per la
realizzazione di format televisivi
e spot pubblicitari. Dal 2011 inizia il
sodalizio artistico insieme a Lorenzo
Maffucci e Nicola Ruganti. Insieme
creano l’associazione culturale The
Year Punk Broke e realizzano il film
Frastuono (2014).
Davide Maldi (Rome, Italy, 1983)
graduated from the Rome School of
comics. In 2007, he worked as assistant
director for Toni d’Angelo in Una notte.
He received an award from the
Eberhard Festival (120 years in 120
seconds) with his short film Pasprefut,
winning a month-long workshop at the
New York Film Academy. His next
short was Verso mare - Appunti per
un film sul Tevere. In 2011, he made
the documentary Sul fiume, the
journey of three kids on a little boat
down the river Tiber. He then
collaborated with the social research
center Codici Ricerche and UNAR,
making in 2012 the documentary film
8 a mezzogiorno - Appunti dal Sud
Italia. He has worked on the video
direction of many theatre shows,
and has made several television formats
and commercials. Since 2011 he has
started an artistic partnership together
with Lorenzo Maffucci and Nicola
Ruganti. They created the cultural
association The Year Punk Broke and
they released Frastuono (2014).
filmografia/filmography
Paspresfut (cm, 2007), Backstage
(cm, 2008), Verso mare - Appunti
per un film sul Tevere (cm, 2008),
Sul fiume (2011), 8 a mezzogiorno Appunti dal Sud Italia (doc., 2012),
Frastuono (2014).
8
SOMMARIO
TORINO
32
TORINO
32
mikael marcimain
GENTLEMEN
Svezia/Sweden, 2014, HD, 141’, bn/bw-col.
Mikael Marcimain (Stoccolma,
Svezia, 1970) ha iniziato la sua
carriera professionale come
assistente alla regia, per poi passare
a dirigere miniserie televisive molto
seguite in Svezia, come The Laser
Man che, nel 2006, ha vinto il
premio Kristallen della televisione
svedese per la miglior serie
drammatica. How Soon Is Now?,
breve serie televisiva che ha diretto
nel 2007, ha invece vinto il Prix
Italia nel 2008. Ha esordito nel
lungometraggio con Call Girl,
presentato a Toronto e al Torino
Film Festival nel 2012.
GENTLEMEN
regia/director
Mikael Marcimain
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Klas Östergren, dai suoi
romanzi/from his novels
Gentlemen and Gangsters
fotografia/cinematography
Jallo Faber
montaggio/film editing
Kristofer Nordin
scenografia/
production design
Linda Janson
costumi/costume design
Cilla Rörby
musica/music
Mattias Bärjed
suono/sound
Hugo Ekornes, Per Nyström
interpreti e personaggi/
cast and characters
David Dencick (Henry
Morgan), Ruth Vegas
Fernandez (Maud), David
Fukamachi Regnfors (Klas),
Sverrir Gudnason
(Leo Morgan), Boman
Oscarsson (Wilhelm
Sterner), Pernilla August
(Greta Morgan)
produttori/producers
Mattias Nohrborg, Fredrik
Heinig, Johannes Ahlund
produzione/production
B-Reel
**
contatti/contacts
Wild Bunch
Olpha Ben Salah
Tel: +33 153 015 032
[email protected]
www.wildbunch.biz
Ai ferri corti con il mondo, il giovane scrittore Klas Östergren
si nasconde nel suo appartamento di Stoccolma per raccontare
la storia delle persone che lì hanno soggiornato, condividendo
con lui alterne fortune. Prima Henry Morgan, pugile, barista e
pianista jazz dai modi ineffabili, amante della bella vita ma con
un segreto nascosto, un amore misterioso che lo tormenta:
e poi Leo, fratello di Henry, agitatore politico e poeta dal bicchiere
facile, il cui arrivo nella casa ha trascinato tutti nei guai, a causa
di un traffico d’armi in cui è coinvolta la malavita.
«Come regista, non potevo desiderare di più da una
sceneggiatura: personaggi incredibilmente profondi e corposi,
ambientazioni visivamente interessanti, eccitazione, passione,
amore, violenza e tanta musica. In altre parole, Gentlemen
è una storia gratificante da trasformare in film e sono sicuro
che sarà molto avvincente sul grande schermo. Quello che
mi ha conquistato dello script è la sua ricchezza: gli avvenimenti
raccontati, divertenti, disturbanti, unici, le vicende umane,
i personaggi e i luoghi…»
**
The young novelist Klas Östergren is at odds with the world, hidden
away in his apartment in Stockholm to tell the tale of the people
who lived with him and whose fortune also changed. Henry Morgan,
a boxer, a bartender, an ineffable jazz pianist, a bon vivant with
a secret: he is tormented by love for a mysterious mistress.
And then there is Leo, Henry’s brother, a political agitator, a poet, a
drunk. From the moment he arrives, he drags everyone into trouble
because of a weapons trafficking deal with a gang of criminals.
“As a director, I couldn’t ask for more in a script: wonderfully meaty
and multilayered characters, visually interesting settings, excitement,
passion, love, violence and a lot of music. Gentlemen is simply an
incredibly rewarding story to film, and I’m sure it will be hugely
entertaining on the big screen. What seduces me in this script is
its richness − the funny, disturbing and cool events, human stories,
characters and locations…”
9
SOMMARIO
TORINO
32
Mikael Marcimain (Stockholm,
Sweden, 1970) began his professional
career as an assistant director, before
moving on to directing popular Swedish
TV mini-series, such as The Laser Man,
which won Swedish TV’s Kristallen
Award for best dramatic series in 2006.
How Soon Is Now?, a short TV series
he directed in 2007, won the 2008 Prix
Italia. Call Girl, which premiered in
Toronto and then was selected at the
2012 Torino Film Festival,
was his debut feature-length film.
filmografia/filmography
Lasermannen (The Laser Man, cm, tv,
2005), Upp till kamp (How Soon Is
Now?, cm, tv, 2007), Wallander (ep.
Arvet; ep. Valnaden, cm, tv, 2010),
Call Girl (2012), Gentlemen (2014).
TORINO
32
jean-charles hue
MANGE TES MORTS
Francia/France, 2014, HD, 94’, col.
Jean-Charles Hue (Francia, 1968),
dopo un percorso come designer
del vetro e stilista, ha frequentato
la Scuola d’arte di Cergy e si è poi
dedicato alla realizzazione di
cortometraggi, lungometraggi
e documentari d’arte che sono
stati presentati nei principali musei
e gallerie d’arte contemporanea,
oltre che in festival del cinema.
Nel 2009 ha esordito nel
lungometraggio con il film girato
in Messico Carne viva, presentato
al Torino Film Festival 2009, cui è
seguito nel 2010 La BM du Seigneur.
EAT YOUR
BONES
regia/director
Jean-Charles Hue
sceneggiatura/screenplay
Jean-Charles Hue,
Salvatore Lista
fotografia/cinematography
Jonathan Ricquebourg
montaggio/film editing
Isabelle Proust
scenografia/
production design
Christophe Simonnet
musica/music
Vincent-Marie Bouvot
suono/sound
Antoine Bailly
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jason François (Jason
Dorkel), Mickael Dauber
(Mickaël Dorkel), Frédéric
Dorkel (Fred Dorkel), Moïse
Dorkel (Moïse Dorkel),
Philippe Martin
(Lucky Luke)
produttore/producer
Thierry Lounas
produzione/production
Capricci Production
**
contatti/contacts
Capricci Films
Manon Bayet
[email protected]
www.capricci.fr
Nella periferia parigina vivono i Dorkel, famiglia nomade di etnia
jenisch. Mentre si prepara il battesimo del diciottenne Jason,
torna dalla prigione il figlio maggiore Fred, che ha scontato
quindici anni per l’omicidio di un poliziotto durante un furto.
L’uomo appare tutt’altro che redento dalla reclusione: dopo
essere tornato in possesso della sua amata BMW Alpina, tenuta
nascosta in un garage, organizza su due piedi una scorribanda
a tutta velocità sulle tracce di un carico di rame da rubare.
Al suo fianco il cugino Moïse, il fratello Mickaël, violento e
insicuro, e il giovane Jason, che vede in lui il depositario di valori
antichi e conoscenze esoteriche che lo affascinano ma che lo
mettono in conflitto con il desiderio di essere un buon cristiano.
Jean-Charles Hue (France, 1968)
started off as a glass designer and
stylist. After going to the Cergy Art
Academy, he started making short
films, features, and art documentaries.
His works have been presented in many
important contemporary art museums
and galleries, as well as film festivals.
He shot his first feature-length film
Carne viva in Mexico in 2009, which
premiered at Torino Film Festival
2009 and it was followed in 2010
by La BM du Seigneur.
«Da giovane sono stato un grande fan del western, specialmente
di quei film in cui un eroe ormai vecchio scopre il significato
della vita durante la battaglia finale. Quando ho incontrato
i Dorkel è stato come se i personaggi del Mucchio selvaggio
di Peckinpah avessero preso vita di fronte ai miei occhi».
filmografia/filmography
Pitbull Carnaval (doc., 2006), L’oile
de Fred (doc., 2007), Y’a plus d’os
(doc., 2008), Carne viva (2009),
La BM du Seigneur (2010), Mange
tes morts (2014).
**
In the suburbs of Paris live the Dorkels, a nomadic family of Yeniche
extraction. As they prepare for the baptism of eighteen year-old Jason,
their oldest son Fred returns home from prison, after serving fifteen
years for killing a policeman during a robbery. The man seems
anything but redeemed by his time in prison: after regaining
possession of his beloved BMW Alpina, which he had kept hidden
in a garage, he organizes an impromptu, high-speed raid in search
of a load of copper to steal. He is accompanied by his cousin Moïse,
his brother Mickaël, violent and insecure, and young Jason, who
considers Fred a storehouse of ancient values and esoteric knowledge
which he finds fascinating, but which will ultimately put him in
conflict with his desire to be a good Christian.
“When I was younger, I was a huge fan of Westerns, especially the
ones where an ageing hero discovers the meaning to his life in one
final battle. When I met the Dorkels, it was as if the characters from
The Wild Bunch by Sam Peckinpah were personified in front of me.”
10
SOMMARIO
TORINO
32
TORINO
32
virgil vernier
MERCURIALES
Francia/France, 2014, 16mm, 108’, col.
MERCURIALES
regia/director
Virgil Vernier
sceneggiatura/screenplay
Mariette Desert,
Virgil Vernier
fotografia/cinematography
Jordane Chouzenoux
montaggio/film editing
Raphaëlle Martin-Holger
suono/sound
Julien Sicart, Simon
Apostolou
interpreti/cast
Ana Neborac, Philippine
Stindel, Jad Solesme,
Annabelle Lengronne,
Sadio Niakate
produttore/producer
Jean-Christophe Reymond
produzione/production
Kazan Productions,
ARTE France Cinema
**
contatti/contacts
Pascale Ramonda
Tel: +33 06 620 132 41
[email protected]
www.pascaleramonda.com
Bagnolet, periferia parigina. Due imponenti edifici svettano
contro il cielo: è il complesso Les Mercuriales, torri gemelle
edificate tra svincoli, aiuole asfittiche e palazzi di edilizia
popolare. In questo non-luogo metropolitano si intrecciano le
storie di tre ventenni: una sorvegliante di colore alla sua prima
notte di lavoro e due hostess, una francese e l’altra moldava, che
diventano amiche.
«Con questo film voglio mostrare la bellezza inusuale dei
paesaggi suburbani, luoghi desolati con le loro torri erette verso
il cielo come totem delle ideologie del ventesimo secolo, luci al
neon che brillano nella notte come costellazioni luminose, città
con zone inesplorate, strade misteriose e senza uscita, percorsi
che non portano da nessuna parte, muri ricoperti di colori vivaci
– graffiti, affreschi, arcobaleni – pensati per mascherare
la miseria e l’anonimato, strade dove si aggirano cuori solitari e
disadattati, dove serpeggia l’odio, l’odio nato dalla povertà, dalla
frustrazione e dal rancore, dove le persone si sentono schiacciate
dal piattume sconfinato, che ti porta alla pazzia e alla violenza».
**
Bagnolet, on the outskirts of Paris. Two impressive building stand
out against the sky: Les Mercuriales, twin towers constructed amid
the streets, suffocated flowerbeds and low rent housing. In this
metropolitan non-place, the stories of three twenty-year-olds
interweave: a colored guard on her first night on the job, and two
hostesses, one French, the other Moldavian, who become friends.
“With this film, I want to show the strange beauty of suburban
landscapes, abandoned places with their towers erected skyward like
totem poles to 20 century ideology, neon lights shining in the night
like starry constellations, towns with unexplored zones, mysterious
dead-end streets and paths leading to nowhere, walls covered with
bright colors – graffiti, frescoes, rainbows – as though to mask the
misery and anonymity underneath, streets where lonely hearts and
misfits roam, where hatred prowls, hatred born from misery,
frustration and resentment, where individuals feel crushed by
the endless uniformity, driving one to madness and violence.”
TH
11
SOMMARIO
TORINO
32
Virgil Vernier (Parigi, Francia, 1976),
dopo aver studiato filosofia e arte,
ha esordito nel 20o1 con il
cortometraggio Karine, esperimento
tra finzione e documentario sulla vita
dei giovani nelle periferie parigine,
seguito nel 2004 da L’oiseau d’or,
adattamento dell’omonima fiaba dei
fratelli Grimm. Tra il 2006 e il 2009
si è dedicato, con Ilan Klipper, al
dittico Flics, composto da Simulation
e Commissariat, in cui descrive il
mondo della polizia francese.
Successivamente, proseguendo sulla
strada del documentario, ha diretto
Autoproduction (2008), presentato
a Visions du réel, Thermidore (2009),
selezionato nella Quinzaine des
réalisateurs di Cannes, e Orléans
(2012), in concorso a Locarno nella
sezione Cineasti del presente.
Mercuriales (2014) è stato realizzato
con il supporto, tra gli altri, del
Torino Film Lab.
Virgil Vernier (Paris, France, 1976),
after studying philosophy and art,
debuted in film in 2001 with the short
Karine, an experiment in fiction and
documentaries about the life of
young people in the Parisian suburbs.
It was followed in 2004 by L’oiseau
d’or, an adaptation of the
homonymous fairytale by the Grimm
brothers. Between 2006 and 2009 he
and Ilan Klipper dedicated themselves
to the diptych Flics, composed of
Simulation and Commissariat, which
describes the world of the French police.
Later, continuing in the documentary
vein, he directed Autoproduction
(2008), presented at Visions du réel,
Thermidore (2009), selected for the
Quinzaine des réalisateurs in Cannes,
and Orléans (2012), which competed
in Locarno in the section Cineasti del
presente. Mercuriales (2014) was made
with the support of Torino Film Lab,
among others.
filmografia/filmography
Karine (cm, doc., 2001), L’oiseau
d’or (cm, doc., 2004), Simulation
(coregia/codirector Ilan Klipper,
doc., 2006), Chroniques de 2005
(doc., 2007), Commissariat
(coregia/codirector Ilan Klipper, doc.,
2007), Autoproduction (doc., 2008),
Thermidore (cm, doc., 2009), Pandore
(cm, doc., 2010), Orléans (mm, doc.,
2012), Mercuriales (2014).
TORINO
32
eleonora danco
N-CAPACE
Italia/Italy, 2014, HD, 80’, col.
N-CAPACE
regia, sceneggiatura,
interprete/director,
screenplay, cast
Eleonora Danco
fotografia/cinematography
Daria D’Antonio
montaggio/film editing
Desideria Rayner, Maria
Fantastica Valmori
costumi/costume design
Alessandro Lai
musica/music
Markus Acher
suono/sound
Adriana Di Lorenzo,
Maurizio Argentieri
produttore/producer
Angelo Barbagallo
produzione/production
Bibi Film
**
contatti/contacts
Bibi Film
Angelo Barbagallo
[email protected]
Tutto è nato da un rifiuto, dal non voler soffrire per la morte
della madre. La protagonista, Anima in pena, ha un conflitto
con il padre e i luoghi della sua infanzia. In questo viaggio
tra Terracina e Roma, nello struggimento che la sovrasta, si
ferma a parlare con anziani e adolescenti. È attratta dalle loro
facce, dalle voci, e li interroga. Due generazioni che hanno in
comune il vuoto, la sospensione. Entrare nelle loro emozioni.
La memoria e i ricordi: distruggerli o abbracciarli? Anima in
pena è in attesa di avere il permesso dalla madre per fare il
bagno al mare. È in attesa di buttarsi nella vita.
«Per la luce mi sono ispirata a De Chirico, Giotto, Buñuel
e al surrealismo. Il rapporto con le immagini è stato una forte
motivazione. […] Sono abituata in teatro a una luce ricreata,
artificiale. Girando il film senza luci, non volevo correre il rischio
di essere naturalistica. La luce doveva avere una dimensione sia
di realtà sia di astrazione. Per questo ho deciso di girare senza
filtro, come se a percepire fosse l’occhio e non il ragionamento».
**
It all started from a refusal: not wanting to suffer for her mother’s
death. The protagonist, Anima in pena (“tormented soul”), is at odds
with her father and with the places where she grew up. In this journey
from Terracina to Rome, burdened by grief, she stops to talk to elderly
people and teenagers. Attracted to their faces and their voices, she
asks them questions. The two generations share in common the void
and the suspense. As she gains access to their feelings, she also gets in
touch with her own memories: should she repress or embrace them?
She is like a tormented soul waiting for her mother’s permission to
take a plunge in the sea. She is waiting to dive into life.
“The lighting was inspired by De Chirico, Giotto, Buñuel, and
Surrealism. The correlation with the images was a strong motivation.
[…] I am used to working in theatre, with artificial lights. But for
this film, I was shooting without lights and I wanted to avoid
appearing naturalistic: the light had to have both realistic and
abstract connotations. Which is why I decided to shoot without
filters, capturing light as perceived directly by the eye, not filtered
by the mind.”
12
SOMMARIO
TORINO
32
Eleonora Danco lavora come autrice,
regista, attrice e performer in ambito
teatrale. Il suo è un teatro fisico,
d’impatto e tensione, dove corpo e
testo si fondono in un’unica
espressione; la sua scrittura, invece,
oscilla tra prosa e slang, dramma e
comicità. Ha esordito nel 1998 con
Ragazze al muro, a cui sono seguiti
nel 2000 Nessuno ci guarda e, nel
corso degli anni, altre
rappresentazioni come Me vojo
sarvaà, Ero purissima, Sabbia, Scroscio,
La giornata infinita, Squartierati,
Intrattenimento violento, Senza titolo 3
e Donna numero 4. I suoi spettacoli
sono stati prodotti dai teatri stabili
di Parma, Roma e Napoli, da Expo
Milano 2015 e dalla Triennale di
Milano. Come attrice ha inoltre
lavorato con Nanni Moretti, Marco
Bellocchio, Michele Placido, Gabriele
Muccino, Pupi Avati, Ettore Scola,
Vittorio Gassman e Gigi Proietti.
N-capace è il suo primo
lungometraggio.
Eleonora Danco works as a playwright,
director, actress, and performer for the
stage. Her way of doing theatre is
physical, impactful, full of tension,
where body and text merge into a
single expression; her writing style,
instead, fluctuates between prose and
slang, drama and comedy. Her first
play, Ragazze al muro (1998), was
then followed by Nessuno ci guarda
(2000), and, over the next few years,
by the plays Me vojo sarvaà,
Ero purissima, Sabbia, Scroscio,
La giornata infinita, Squartierati,
Intrattenimento violento, Senza titolo
3 and Donna numero 4. Her shows
have been produced by theatre
companies in Parma, Rome, and
Naples, and by EXPO Milano 2015
and the Triennale di Milano. As an
actress, she has played many roles,
collaborating with Nanni Moretti,
Marco Bellocchio, Michele Placido,
Gabriele Muccino, Pupi Avati, Ettore
Scola, Vittorio Gassman and Gigi
Proietti. N-capace is her first feature
as a filmmaker.
filmografia/filmography
N-capace (2014).
TORINO
32
gábor reisz
VAN VALAMI FURCSA ÉS
MEGMAGYARÁZHATATLAN
Ungheria/Hungary, 2014, HD, 96’, col.
Gábor Reisz (Budapest, Ungheria,
1980), dopo aver iniziato gli studi
all’Università ungherese di
educazione fisica, ha proseguito
all’Università Loránd Eotvos
seguendo i corsi di teoria e storia del
cinema. Nel 2006 ha vinto un posto
come regista televisivo e teatrale
all’Università del teatro e del cinema
di Budapest, dove ha scritto e girato
diversi cortometraggi. For Some
Inexplicable Reason è il suo primo
lungometraggio.
FOR SOME
INEXPLICABLE
REASON
regia, sceneggiatura,
fotografia/director,
screenplay, cinematography
Gábor Reisz
montaggio/film editing
Zsófia Tálas
scenografia/
production design
Péter Klimó
costumi/costume design
Júlia Szlávik
musica/music
Lóci Csorba, Gábor Reisz
suono/sound
Péter Benjámin Lukács
interpreti e personaggi/cast
and characters
Áron Ferenczik (Áron
Szentesi), Katalin Takács
(Erzsébet Szentesi), Zsolt
Kovács (Endre Szentesi),
Zalán Makranczi (Balázs
Szentesi), Erika Kapronczai
(Anna), Miklós Horváth
(Miklós Hamza), Bálint
Gyoriványi (Bálint Gyorvári),
Roland Lukács (Roland),
Tamás Owczarek (Tamás
Juhász), Kata Bach (Éva
Ink), Juli Jakab (Eszter),
Judit Tarr (Zsanett)
produttori/producers
Júlia Berkes,
Miklós Bosnyák
produzione/production
Proton Cinema
coproduttore/coproducer
Viktória Petrányi
**
contatti/contacts
Alpha Violet
Tel: +33 147 973 984
[email protected]
www.alphaviolet.com
13
SOMMARIO
Alla soglia dei trent’anni, Áron viene scaricato dalla fidanzata.
La sua vita gli sembra tutta da rifare; se in coppia vivere alla
giornata o non avere un lavoro fisso poteva stargli bene, di colpo
le cose cambiano e partire per l’estero non è solo più un’ipotesi.
Oppresso da questi pensieri, dal ricordo ossessivo della ex e
dall’ansia di una madre onnipresente, Áron arriva a prenotare un
viaggio per il Portogallo all’insaputa dei genitori, approfittando
della loro carta di credito e dell’incoscienza offerta dall’alcol.
Prima di partire, però, fa un incontro che potrebbe essere decisivo:
peccato che ritrovare quella persona non sia così semplice.
«Volevo fare un film che non soltanto rappresentasse quanto
sia difficile vivere oggi in Ungheria, ma che mostrasse anche le
persone di Budapest con un approccio documentaristico,
rispecchiando le loro vite e i problemi della classe media locale.
A prescindere da questo aspetto, però, la storia su cui si basa il
film è assolutamente di finzione, con scene dirette e situazioni
che potrebbero sembrare familiari a ciascuno di noi».
**
Áron is dumped by his girlfriend just as he is about to turn thirty.
He feels as though he needs to completely remake a life for himself.
If before, as a couple, it seemed all right to live from day to day without
a steady job, now all of a sudden things have changed and the idea
of going abroad is no longer just a hypothesis. Oppressed by these
thoughts, by the obsessive memory of his ex-girlfriend and by the
anxiety of his omnipresent mother, Áron, behind his parents’ back,
makes a reservation to go to Portugal, thanks to their credit card and
the false courage that comes from a bottle. But before leaving he meets
a person: an encounter that could be decisive. Too bad it might not be
so simple to see that person again.
“I wanted to make a film that not only reacts to the current agonies
of living in Hungary, but occasionally shows people of Budapest in a
completely documentaristic way, in order to reflect to the lives and
problems of the local middle class. Despite the documentaristic
approach, the main storyline is purely fictional, with directed scenes,
and the situations within will be familiar to anyone from everyday life.”
TORINO
32
Gábor Reisz (Budapest, Hungary,
1980) started his studies at the
Hungarian University of P.E. and went
on to Loránd Eotvos University on film
theory and film history. He won a place
at University of Theatre and Film,
Budapest as a film and television
director in 2006. He made a lot of
short movies in the school as writer
and director. For Some Inexplicable
Reason is his debut feature film.
filmografia/filmography
Tóth Árpád: Hajnali szerenád (cm,
2003), Ritmus (cm, 2005), Alma a
paradicsomban (cm, 2005), Meglét
(cm, 2006), Koncz Zsuzsa: Április
hónapja (cm, 2006), A tagadás oka,
oszintén (The Reason of Denial,
Honestly, cm, 2006), 8 (cm, 2007),
Jót és semmit (Nothing and Good
Documentary, cm, 2007), Oltozo
(Changing-Room, cm, 2008),
Valakinek a valamije (Somebody’s
Something, cm, 2009), Judith
Keith (cm, 2010), Külalak (On
a Lower Level, cm, 2011), Peter
(cm, 2013), Van valami furcsa és
megmagyarázhatatlan (For Some
Inexplicable Reason, 2014).
TORINO
32
bas devos
VIOLET
Belgio-Olanda/Belgium-The Netherlands, 2014, HD, 82’, col.
Bas Devos (Zoersel, Belgio, 1983)
ha scritto e diretto quattro
cortometraggi, prima di esordire
nel lungometraggio con Violet.
Oltre al cinema, si occupa anche
di produzioni teatrali, per le quali
lavora come regista e light designer.
Al momento sta scrivendo un nuovo
lungometraggio, Animal Language.
VIOLET
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Bas Devos
fotografia/cinematography
Nicolas Karakatsanis
montaggio/film editing
Dieter Diependaele
scenografia/
production design
Jeff Otte
costumi/costume design
Bho Roostermann
musica/music
Deafheaven
suono/sound
Joost Roskam
interpreti/cast
César De Sutter, Raf
Walschaerts, Mira Helmer,
Brent Minne
produttore/producer
Tomas Leyers
produzione/production
Minds Meet
**
contatti/contacts
New Europe Film Sales
Tel: +48 886 449 365
[email protected]
www.neweuropefilmsales.com
Nel parcheggio di un centro commerciale un ragazzo viene
pugnalato a morte. L’unico testimone è il suo migliore amico,
Jesse, la cui vita da quel momento cambia per sempre.
Affrontare le domande della famiglia e degli amici con cui va
in bmx, o associare parole alla violenza cui ha assistito, diventano
azioni impossibili. Il silenzio conduce Jesse a isolarsi e a creare
una distanza sempre più grande fra sé e il mondo.
«Violet inizia con un atto di violenza e innesca un racconto molto
semplice: il processo di dolore e solitudine visto con gli occhi
di un adolescente. Sia nella forma sia nel contenuto, il film cerca
di disarmare la violenza dell’incipit. L’osservazione spietata
e distante di un omicidio attraverso un monitor per telecamere
a circuito chiuso, nel suo silenzio e nella sua indifferenza, era
un inizio necessario. Si trattava di una forza, di una presenza
che richiedeva un’opposizione. Senza basarmi su un percorso
psicologico definito ma sugli strumenti filmici, ho cercato di
evocare la solitudine e l’impotenza del protagonista».
**
A boy is stabbed to death in the parking lot of a shopping mall.
The only witness is his best friend, Jesse, whose life is changed forever
by that event. He finds it impossible to deal with the questions of
his family and the friends he rides around with on his BMX, or to
describe the violence he witnessed. Jesse’s silence isolates him from
those around him and creates an increasingly distance between him
and the world.
“Violet departs from an act of violence. It initiates a very simple
narrative: a process of grief and loneliness through the eyes of a
teenager. Both in form and content the film tries to disarm the
violence of its opening. The cruel, distant observation of a murder
through a cctv monitor, in its silence and indifference, was a necessary
start. It was for me a force, a presence that demanded opposition.
Not relying on a defined psychological drive, but on the tools of film,
I hoped to evoke something of the isolation and powerlessness of the
main character.”
14
SOMMARIO
TORINO
32
Bas Devos (Zoersel, Belgium, 1983)
wrote and directed four short films
and one feauture film, Violet. Besides
his filmic work, he is involved in theater
productions as a director and light
designer. He currently writes a new
feature-film, Animal Language.
filmografia/filmography
Taurus (cm, 2005), Pillar (cm, 2006),
The Close (cm, 2007), We Know
(cm, 2009), Violet (2014).
TORINO
32
taika waititi, jemaine clement
WHAT WE DO IN THE SHADOWS
Nuova Zelanda/New Zealand, 2014, HD, 86’, col.
Taika Waititi (Wellington, Nuova
Zelanda, 1975), attore, pittore e
fotografo, ha fondato con lo
sceneggiatore Ainsley Gardiner la
casa di produzione Defender Films.
Come regista ha realizzato diversi
cortometraggi, tra cui Two Cars,
One Night, che ha ricevuto una
nomination agli Oscar. Nel 2007
ha esordito nel lungo con Eagle vs
Shark, presentato nella sezione
Generation della Berlinale.
WHAT WE DO
IN THE
SHADOWS
regia, sceneggiatura/
directors, screenplay
Taika Waititi,
Jemaine Clement
fotografia/cinematography
Richard Bluck, DJ Stipsen
montaggio/film editing
Jonno Woodford-Robinson,
Yana Gorskaya, Tom Eagles
scenografia/
production design
Ra Vincent
costumi/costume design
Amanda Neale
musica/music
Plan 9
suono/sound
Chris Hiles
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jemaine Clement
(Vladislav), Taika Waititi
(Viago), Jonathan Brugh
(Deacon), Cori GonzalezMacuer (Nick), Stuart
Rutherford (Stu), Jackie Van
Beek (Jackie), Ben
Fransham (Peter)
produttori/producers
Chelsea Winstanley,
Emanuel Michael,
Taika Waititi
produzione/production
Defender Films,
Unison Films
coproduttore/coproducer
Pamela Harvey-White
**
contatti/contacts
Elle Driver
Tel: +33 156 434 870
[email protected]
www.elledriver.fr
15
SOMMARIO
Quattro amici dividono una villa a Wellington. La convivenza è
piuttosto pacifica e ogni sera in casa c’è una festa. Peccato che
si tratti di party che finiscono sempre con spargimenti di sangue:
i quattro sono infatti vampiri di diverse età, o per meglio dire
secoli, alla costante ricerca di nuove vergini che possano
appagare i loro appetiti. E quando la prospettiva è quella della
vita eterna sono in pochi a non porgere il collo.
«Nel 2011 siamo stati contattati per girare un documentario sui
vampiri di Wellington. Avevamo sentito alcune storie, e visto Blade:
Trinity, e tutto quello che sapevamo era di non voler restare nella
stessa stanza con creature come quelle. Questo è più o meno il
modo in cui abbiamo iniziato il film. Ma era sbagliato; alla fine
siamo arrivati ad amarli, i vampiri, perché sono davvero dei tipi
interessanti. Credo si tratti di mettere da parte i pregiudizi.
Non sono gente alla Brad Pitt, ma hanno desideri e necessità
come noi. Mentre li filmavamo abbiamo iniziato a chiederci chi
fossero i veri vampiri, loro che bevono sangue o noi registi».
**
Four friends living together in a mansion in Wellington. Their
cohabitation is rather peaceful, and there is a party every evening.
Too bad they all end in a bloodbath: the four friends are in fact all
vampires of different ages (or rather, centuries) constantly looking
for new virgins to satiate their appetites. Few can resist the
temptation of eternal life.
“In 2011, we were approached to make a vampire documentary
documenting the vampires of Wellington. We’d heard stories about
vampires. We’d seen Blade 3. We thought we don’t want to be in
the room with those creatures, and that’s very much the way we
approached it. But I think it was the wrong. We came to love those
guys, they’re really great guys. I guess that’s about putting aside
preconceived ideas. They’re not all Brad Pitt types. They have wants
and needs just like us. When we filmed them, we started to think
who is a real vampire? Is it them drinking the blood of humans
or was it us the filmmakers?”
TORINO
32
Jemaine Clement (Nuova Zelanda,
1974), attore, regista e produttore,
è comico e scrittore. Suona nel
gruppo Flight of the Conchords,
fondato con Bret McKenzie,
protagonista della serie HBO Flight
of the Conchords (2007-2009).
Taika Waititi (Wellington, New
Zealand, 1975) is an actor, painter
and photographer. Co-founder of the
production company Defender Films
with the screenwriter Ainsley Gardiner,
he has made numerous short films
of which Two Cars, One Night was
nominated for an Oscar. In 2007 his
debut feature film Eagle vs Shark
screened in the Berlinale section
Generation.
Jemaine Clement (New Zealand,
1974) is an actor, director, producer,
comedian and writer. He plays in his
band Flight of the Conchords, founded
with Bret McKenzie. The HBO series
Flight of the Conchords (2007-2009)
is dedicated to the fictional life of the
band.
filmografia/filmography
Taika Waititi:
Two Cars, One Night (cm, 2004),
Tama Tu (cm, 2005), Falling Leaves
(cm, 2006), Slade in Full (cm, 2007),
Flight of the Conchords (ep. Drive By,
New Fans, tv, 2007; Evicted, New
Zealand Town, tv, 2009), Eagle vs
Shark (2007), Boy (2010).
Jemaine Clement:
Short Poppies (ep. Mary
Ledbetter, Terry Pole, tv, 2014).
TORINO
32
philipp leinemann
WIR WAREN KÖNIGE
Germania/Germany, 2014, HD, 107’, col.
THE KING
SURRENDER
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Philipp Leinemann
fotografia/cinematography
Christian Stangassinger
montaggio/film editing
Max Fey, Jochen Retter
scenografia/
production design
Petra Albert
costumi/costume design
Sonja Hesse
musica/music
Sebastian Fischer
suono/sound
Johannes Doberenz
interpreti e personaggi/
cast and characters
Ronald Zehrfeld (Kevin),
Misel Maticevic (Mendes),
Tilman Strauß (Thorsten),
Oliver Konietzny (Ioannis),
Mohamed Issa (Nasim),
Samia Chandrin (Nadine),
Bernhard Schütz
(Willmund), Thomas
Thieme (Harthmann),
Frederick Lau (Jacek),
Hendrik Duryn (Brandes)
produttori/producers
Tobias Walker,
Philipp Worm
produzione/production
Walker + Worm Film GmbH
& Co. KG
**
contatti/contacts
Walker + Worm Film
Andrea Frischholz
[email protected]
www.w2-film.de
Germania, una metropoli senza nome. La guerra senza quartiere
tra la polizia e le gang locali, che controllano il traffico di droga,
non conosce soste. Quando una pericolosa operazione va male
e due agenti muoiono, a Kevin e Mendes, capi della divisione
delle forze speciali, non rimane che giurare vendetta per la morte
dei colleghi. Una vendetta da ottenere con ogni mezzo, legale e
non. Parte così una frenetica e spietata caccia al colpevole, che
non rispetta niente e nessuno.
«Quella del film è un’idea che ho da prima di cominciare la
scuola di cinema. Ricordo che, durante il tirocinio, sedevo
sempre in disparte per scrivere il trattamento. Fin da subito
ho avuto in mente C’era una volta in America di Leone.
Così, il desiderio di fare un film sull’adolescenza, sulle esperienze
di quell’età e sul loro fascino, sulla coesione di un gruppo di
amici che vivono in questa nostalgia e in questo romanticismo
c’è da sempre, e sapevo che non appena ne avessi avuto la
possibilità avrei girato questo film».
Philipp Leinemann (Braunschweig,
Germany, 1979) went to Hochschule
für Fernsehen und Film school in
Munich. He directed many short films
and commercials since 2004, including
two advertising campaigns for the
satellite channel Sky. In 2010, he made
his feature-length debut with the
drama Transit, which was presented
in film festivals worldwide and won
an award at the Munich Filmfest.
He participated as screenwriter
and director in some episodes of Weis
es bleibt (2007), and co-wrote the
screenplay of the crime drama Denn
wir sind anders with Matthias Glasner
and Jürgen Vogel.
**
An endless all-out war between the police and local drug cartels
is raging in the streets of a nameless German metropolis.
When a dangerous operation goes badly, two officers get killed.
Kevin and Mendes, heads of the Special Operations Division, have
no choice but to swear to avenge their colleagues’ deaths. And they
will retaliate with any means necessary, within or outside the law.
It’s the beginning of a furious and ruthless manhunt to find the
culprit, with no respect for anything or anyone.
filmografia/filmography
Jeinseits des Lichts (cm), Julian (cm),
Weis es bleibt (coregia/codirectors
Johannes Disselhoff, Konstantin
Ferstl, Max Fey, Boris Kunz, Philip
Leinemann, Torben Liebrecht, Maia
Sander, Doron Wisotzky, Peter
Carpentier, 2007), Blue Moon (cm),
Transit (2010), Wir waren Könige
(2014) .
“I’ve had the idea for the movie even before going to film school.
I remember that during my internship, I would sit aside and write
down the plot. I had Sergio Leone’s Once Upon a Time in America
in mind since the beginning. I’ve always wanted to make a movie
on adolescence, on its charm and experiences, on the togetherness
of being part of a group of friends, experiencing its nostalgia
and romanticism. I knew I would’ve made this film as soon as
I had the opportunity.”
16
SOMMARIO
Philipp Leinemann (Braunschweig,
Germania, 1979) si è iscritto alla
Hochschule für Fernsehen und Film
di Monaco e a partire da 2004 ha
diretto numerosi cortometraggi
e spot, tra cui due campagne
pubblicitarie per il canale satellitare
Sky. Ha esordito nel lungometraggio
nel 2010 con il film drammatico
Transit, presentato nei festival di tutto
il mondo e premiato al Munich
Filmfest. In precedenza aveva
partecipato come sceneggiatore e
regista al film a episodi Weis es bleibt
(2007) e con Matthias Glasner e
Jürgen Vogel alla sceneggiatura
del poliziesco Denn wir sind anders.
TORINO
32
GRAN PREMIO TORINO
2014
JULIEN TEMPLE THE FILTH AND THE FURY
SOMMARIO
GRAN PREMIO TORINO
2014
Julien Temple
DI EMANUELA MARTINI
Absolute Beginners (1986)
Maestro del video musicale (Kinks, Depeche
Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols,
Rolling Stones, Neil Young e tanti altri),
del quale ha accompagnato e perfezionato
l’evoluzione da uno stadio rudimentale a vera
e propria creazione narrativa, il londinese Julien
Temple (è nato nel quartiere di Kensington
nel 1952) riassume bene le due anime, spesso
contrastanti, del cinema britannico: da un lato
l’eccentricità visionaria e al limite del kitsch
di certi suoi film di finzione e dall’altro la
malinconica passione con cui nei suoi
documentari descrive pezzi, in continua
evoluzione, della società britannica.
Appassionatosi al cinema (in particolare al
lavoro di Jean Vigo, del quale ripercorrerà la
storia in un film del 1998, Vigo, passione per
la vita) durante gli anni dell’università a
Cambridge, negli anni Settanta Temple è un
acuto osservatore partecipe dalla scena e della
cultura punk londinese. Amico dei Sex Pistols,
gira nel 1977 un breve documentario intitolato
Sex Pistols Number 1, che è all’origine del suo
primo lungometraggio, La grande truffa del
rock’n’roll, del 1979, nel quale racconta la storia
della band mescolando materiali di repertorio,
animazione e nuove riprese e basandosi
soprattutto sul punto di vista di Malcolm
McLaren, l’impresario del gruppo che nel
frattempo, con l’abbandono di Johnny Rotten
e di Sid Vicious, si è sciolto. All’inizio degli
anni Ottanta, Temple si dedica ai video
musicali, realizza il cortometraggio Jazzin’ for
Blue Jean, con David Bowie, e nel 1986 dirige
il suo primo film di finzione, Absolute Beginners,
18
SOMMARIO
GRAN PREMIO TORINO
2014
il musical sugli arrivisti beginners di fine anni
Cinquanta descritti nel romanzo di Colin
MacInnes. Ambientato nella Londra degli
scontri razziali di Notting Hill del 1958, ricco
di numeri musicali molto belli (con Bowie,
Sade, Mick Jagger e altri), Absolute Beginners
è «elettronico», vistoso, sfacciato, ridondante,
ma anche molto lucido nella sua descrizione
di un mondo gelido e sgradevole. Dopo aver
girato negli Stati Uniti la commedia Le ragazze
della terra sono facili (1988), Temple torna in
patria e ricomincia a dedicarsi al documentario
musicale: ancora studi della controcultura
punk, nei due film successivi sui Sex Pistols,
Sex Pistols - Oscenità e furore, 2000, e The Sex
Pistols: There’ll Always Be an England, 2008,
e in quello dedicato ai Clash, Joe Strummer:
The Future Is Unwritten, 2007, o sulla forza di
coesione culturale del rock, come in Oil City
Confidential, 2009, ricostruzione della carriera
dei Dr Feelgood, gruppo blues popolarissimo
nella regione dell’Essex. La sua capacità di
collegare i fenomeni musicali ai mutamenti
sociali e culturali del Paese, di risalire ai bisogni
che stanno all’origine della loro esplosione, di
lavorare non tanto sulle star quanto sulla gente
comune trasformano questi film in veri e propri
ritratti di un’epoca e di una società.
Fino all’autentica poesia di London: The Modern
Babylon, il magnifico documentario del 2012
nel quale Temple racconta la vitalità inesauribile
della sua città, attraverso un montaggio di
materiali la cui intensità rimanda direttamente
al cinema di Humphrey Jennings e Lindsay
Anderson.
GRAN PREMIO TORINO
2014
Julien Temple
BY EMANUELA MARTINI
Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007)
A maestro of the music video (Kinks, Depeche
Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols,
Rolling Stones, Neil Young and many others),
Julien Temple has fostered and perfected its
evolution from a rudimental stage to true
narrative creation. Born in London (in 1952
in Kensington), he reflects the two often
contradictory souls of British cinema: on the
one hand, the visionary and quasi-kitsch
eccentricity of some of his fiction films; on
the other, the melancholy passion of his
documentaries describing parts of British
society in constant evolution. A movie
aficionado (in particular, the works by Jean
Vigo, whose life he recounts in his 1998 movie,
Vigo), during his university years at Cambridge,
in the 1970s, Temple became a keen and
participatory observer of London’s punk scene
and culture. A friend of the Sex Pistols, in 1977
he made a short documentary entitled Sex
Pistols Number 1, the basis of his first featurelength movie, The Great Rock’n’Roll Swindle
(1979), in which he tells the story of the band.
Using repertory material, animation and new
footage, it is told primarily from the point
of view of Malcolm McLaren, the impresario
of the band which, in the meantime, had
dissolved after Johnny Rotten and Sid Vicious
19
SOMMARIO
GRAN PREMIO TORINO
2014
walked out. In the early 1980s, Temple
dedicated himself to music videos and made
the short Jazzin’ for Blue Jean, with David
Bowie; and in 1986 he directed his first fiction
film, Absolute Beginners, a musical about the
careerist beginners in the late 1950s described
in the novel by Colin MacInnes. Set in London
during the 1958 racial clashes in Notting Hill,
full of wonderful songs (sung by Bowie, Sade,
Mick Jagger and others), Absolute Beginners is
“electronic,” flashy, bold, redundant, but also
very lucid in its description of a cold and
unpleasant world. After shooting the comedy
Earth Girls Are Easy (1988) in the United States,
Temple returned to England and once again
dedicated himself to music documentaries.
He concentrated on the punk counterculture
in his next two films about the Sex Pistols,
The Filth and the Fury (2000) and There’ll
Always Be an England (2008); and in the
movie dedicated to the Clash, Joe Strummer:
The Future Is Unwritten (2007). He also
investigated rock music’s power to create
cultural cohesion, like in Oil City Confidential,
2009, a reconstruction of the career of
Dr Feelgood, a blues band that was very
popular around Essex. His ability to connect
musical phenomena to social and cultural
changes in his country, to detect the underlying
needs that catalyzed these changes, and to
work not just with stars but with normal people
transform his movies into true portraits of an
era and a society. All the way to the authentic
poetry of London: The Modern Babylon, the
magnificent documentary from 2012 in which
Temple recounts the unlimited vitality of his
city through edited material whose intensity
is a direct reference to the cinema of Humphrey
Jennings and Lindsay Anderson.
GRAN PREMIO TORINO
2014
julien temple
THE FILTH AND THE FURY
Regno Unito/UK, 2000, 35mm, 108’, col.
SEX PISTOLS
OSCENITÀ E
FURORE
regia/director
Julien Temple
montaggio/film editing
Niven Howie
interpreti/cast
John Lydon, Steve Jones,
Glen Matlock, Paul Cook,
Sid Vicious, Malcolm
McLaren
produttori/producers
Anita Camarata,
Amanda Temple
produzione/production
Film Four
distribuzione/distribution
Bim Distribuzione
**
contatti/contacts
Park Circus
Tel: +44 01 413 322 175
[email protected]
www.parkcircus.com
Ascesa e declino dei Sex Pistols, secondo alcuni inventori del
punk, secondo altri poco più che un gruppo di oltraggiosi
sbandati. Una band diventata fenomeno storico e culturale nel
Regno Unito dei tardi anni Settanta, scosso da fortissime tensioni
sociali e politiche che i Pistols riuscirono a trasformare in musica.
Quattro ragazzi della working class dotati di uno stile unico
e iconoclasta, messo a punto con il manager e demiurgo
Malcolm McLaren. Vent’anni dopo La grande truffa del rock’n’roll,
il suo primo documentario sui Pistols, Julien Temple torna a
raccontare la loro storia, affidandosi a materiali di repertorio
rari e inediti e mostrando il punto di vista dei diretti interessati.
«Si trattava di un progetto congiunto tra me e la band, quindi
sapevo che, a modo mio, stavo cercando di trasmettere il loro
punto di vista sulla storia raccontata e i loro sentimenti.
Una volta deciso questo, sono stato abbastanza libero di fare
quello che volevo, e così ho fatto. Non mi hanno fatto cambiare
nulla, davvero».
**
The rise and fall of the Sex Pistols. According to some they invented
punk, while for others they were just an outrageous group of
degenerates. The band became a socio-cultural phenomenon in the
United Kingdom in the late 1970s; at a time when the country was
shaken by extreme social and political tension, the Sex Pistols
managed to transform it into music. Four working class kids with
a unique and iconoclastic style that was fine-tuned by their manager
Malcolm McLaren. Twenty years after his first documentary on the
Sex Pistols, The Great Rock’n’Roll Swindle, Julien Temple retraces
their story from the band members’ viewpoint using rare and
unedited stock footage.
“It was always a joint project between myself and the band, so I was
aware of trying to convey, in my own way, their side of the story and
their feelings. So I think that once that was established, I was quite
free to do what I wanted, and I did. They never made me change
anything, actually.”
20
SOMMARIO
GRAN PREMIO TORINO
2014
Julien Temple (Londra, Regno Unito,
1953) si è diplomato alla National
Film and Television School e ha
esordito con il cortometraggio Sex
Pistols Number 1 (1977), seguito dal
documentario sul punk La grande
truffa del rock’n’roll (1980). Regista di
videoclip, ha diretto i lungometraggi
Absolute Beginners (1986), Le ragazze
della terra sono facili (1988), oltre
ai documentari musicali Sex Pistols Oscenità e furore e Glastonbury. Ha
partecipato a più riprese al Torino
Film Festival, presentando i
documentari Il futuro non è scritto Joe Strummer (2007), altro film
dedicato a un grande della musica
rock, Requiem for Detroit? (2010) e
London - The Modern Babylon (2012).
Julien Temple (London, UK, 1953)
studied at the National Film and
Television School. He debuted with
the short Sex Pistols Number 1 (1977),
followed by the punk culture
documentary The Great Rock’n’Roll
Swindle (1980). He directed several
music videos, many feature films
(Absolute Beginners, 1986; and Earth
Girls Are Easy, 1988), and music
documentaries (such as The Filth and
the Fury, 2000; and Glastonbury,
2006). He participated to the Torino
Film Festival on multiple occasions,
presenting another great film dedicated
to rock music Joe Strummer:
The Future Is Unwritten (2007),
as well as his documentaries Requiem
for Detroit? (2010), and London The Modern Babylon (2012).
filmografia essenziale/
essential filmography
Sex Pistols Number 1
(coregia/codirector John Tiberi, cm,
doc., 1977), The Great Rock’n’Roll
Swindle (La grande truffa del
rock’n’roll, 1980), Absolute Beginners
(1986), Earth Girls Are Easy (Le
ragazze della terra sono facili, 1988),
Vigo (Vigo, passione per la vita, 1998),
The Filth and the Fury (Sex Pistols Oscenità e furore, doc., 2000),
Glastonbury (doc., 2006), Joe
Strummer: The Future Is Unwritten
(Il futuro non è scritto - Joe Strummer,
doc., 2007), The Eternity Man (2008),
The Liberty of Norton Folgate
(coregia/codirector Luke Cresswell,
doc., 2009), Oil City Confidential
(doc., 2009), Paul Weller: Find the
Torch (tv, doc., 2010) Requiem for
Detroit? (doc., 2010), London - The
Modern Babylon (doc., 2012), Rio 50
Degrees (doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
I FILM
’71 | A.J. EDWARDS THE BETTER ANGELS | MATHIEU AMALRIC LA CHAMBRE BLEUE | SUSANNE
- A SECOND CHANCE | NED BENSON THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HER |
THE DISAPPEARANCE OF ELEANOR RIGBY: HIM | MICHAËL R. ROSKAM THE DROP | EMILIE VERHAMME EAU ZOO |
ANNE FONTAINE GEMMA BOVERY | VICTOR FLEMING GONE WITH THE WIND | TOMMY LEE JONES THE HOMESMAN
| MAYA FORBES INFINITELY POLAR BEAR | SÉBASTIEN BETBEDER INUPILUK | WLADYSLAW PASIKOWSKI JACK STRONG |
LISANDRO ALONSO JAUJA | DAIHACHI YOSHIDA KAMI NO TSUKI - PALE MOON | WOODY ALLEN MAGIC IN THE
MOONLIGHT | CONSTANTIN POPESCU MECANICA NOSTALGICĂ A ÎNTÎMPLĂRILOR - THE NOSTALGIC MECHANICS OF
RANDOMNESS | JOHN MAGARY THE MEND | STEFANO DI POLITO MIRAFIORI LUNAPARK | GIACOMO CIARRAPICO,
MATTIA TORRE, LUCA VENDRUSCOLO OGNI MALEDETTO NATALE | BRUNO DUMONT P’TIT QUINQUIN |
MICHELE PLACIDO PRIMA DI ANDAR VIA | DARIO ARGENTO PROFONDO ROSSO | DAVID MICHÔD THE ROVER |
DEBRA GRANIK STRAY DOG | JAMES MARSH THE THEORY OF EVERYTHING | GIAN PIERO PALOMBINI, FEDERICO
SCHIAVI TOGLIATTI(GRAD) | RUBEN ÖSTLUND TURIST - FORCE MAJEURE | DAMIEN CHAZELLE WHIPLASH |
JEAN-MARC VALLÉE WILD
YANN DEMANGE
BIER EN CHANCE TIL
R I T R AT T I D ’ A R T I S TA
IAIN FORSYTH, JANE POLLARD
20,000 DAYS ON EARTH | GIANCARLO SOLDI NESSUNO SIAMO PERFETTI |
| MARIO SESTI SENZA LUCIO | DANIELE SEGRE IL VIAGGIO DI CARLO |
MARILENA MORETTI WALKING WITH RED RHINO - A SPASSO CON ALBERTO SIGNETTO
JACOPO QUADRI LA SCUOLA D’ESTATE
TORINO INCONTRA BERLINO
VOLKER SCHLÖNDORFF BAAL
| ROBERT WIENE DAS CABINET DES DR CALIGARI | VOLKER SCHLÖNDORFF DIPLOMATIE
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
BRUNO BOZZETTO ALLEGRO NON TROPPO
2014
| UNA VITA IN SCATOLA | MISTER TAO | EUROPA&ITALIA | RAPSODEUS
TFF E INTESA SAN PAOLO PER EXPO MILANO
2015
TERENCE FISHER, ANTONY DARNBOROUGH SO LONG AT THE FAIR
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Festa Mobile
DI EMANUELA MARTINI
Magic in the Moonlight (2014)
Si apre con una commedia sui generis, raffinata
e spiazzante: Gemma Bovery di Anne Fontaine,
tratta dal critico e sceneggiatore Pascal
Bonitzer dal graphic novel di Posy Simmonds
(autrice anche di Tamara Drewe), nella quale
il panettiere Fabrice Luchini e la bella inglese
Gemma Arterton intrecciano vita e
immaginazione prendendo spunto dal
capolavoro di Flaubert. Si chiude invece con
il viaggio negli spazi fisici e psichici sconfinati
di Wild, nel quale il regista Jean-Marc Vallée
(Dallas Buyers Club), lo sceneggiatore Nick
Hornby e la protagonista (e produttrice) Reese
Witherspoon ripercorrono l’avventura di Cheryl
Strayed, la scrittrice americana che, nel pieno di
22
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
una crisi esistenziale, si buttò tutto alle spalle
e si avviò a piedi lungo i 1600 chilometri
del Pacific Crest Trail.
Tra questi due momenti, Festa mobile 2014
presenta come sempre (fuori concorso) il
«bottino» di film che ci sono piaciuti, raccolti
in giro per il mondo e ancora inediti in Italia.
Dal Regno Unito The Theory of Everything, il
nuovo film di James Marsh (Man on Wire
e Doppio gioco) sulla storia dell’astrofisico
Stephen Hawking (interpretato dal giovane,
bravissimo Eddie Redmayne), del suo genio,
del suo matrimonio, della sua malattia, della
sua ostinata voglia di vivere e ideare.
Dall’Australia, il duro noir postapocalittico
F E S TA M O B I L E
The Rover di David Michôd (Animal Kingdom),
con Guy Pearce e Robert Pattinson.
Dall’Irlanda, il tesissimo ’71 di Yann Demange,
lunga notte di una recluta inglese separata
dalla sua unità e braccata da tutti nella zona
calda di Belfast. Dalla Francia, La chambre
bleue, il sensuale, perfetto esercizio di Mathieu
Amalric su un testo claustrofobico di Simenon,
e P’tit Quinquin, l’esilarante, surreale miniserie
tv diretta da Bruno Dumont (in vena anche di
prendersi in giro). Due diversi thriller a sfondo
familiare dai Paesi scandinavi: dalla Danimarca
A Second Chance, il nuovo, inquietante scavo
nei dubbi e nelle tensioni morali di Susanne
Bier, e dalla Svezia Force majeure di Ruben
Östlund, disastro naturale e coniugale sulle
Alpi. Dalla Polonia Jack Strong di Wladyslaw
Pasikowski, stringata spy story ispirata alla
storia vera del colonnello Ryszard Kuklinski;
dal Giappone, Pale Moon di Daihachi Yoshida,
storia della passione sbagliata di una riservata
funzionaria di banca per il nipote di una cliente;
dall’Argentina, il viaggio nel deserto della
Patagonia narrato in Jauja da Lisandro Alonso;
dal Belgio, un piccolo film prezioso, Eau Zoo
di Emilie Vernamme, storia d’amore tra due
adolescenti che crescono in una comunità
ossessionata e isolata.
Molti gli americani: da Magic in the Moonlight,
la nuova commedia di Woody Allen, tra
fantasmi, maghi e imbroglioni, ambientata
sulla Costa Azzurra e interpretata da Colin
Firth ed Emma Stone, a Infinitely Polar Bear,
opera prima autobiografica di Maya Forbes, che
racconta con humour del periodo che trascorse
insieme alla sorella, negli anni Settanta,
affidata al tenero ma imprevedibile padre
affetto da disturbi bipolari (Mark Ruffalo);
dal travolgente-jazzato-metropolitano Whiplash
di Damien Chazelle (a Torino nel 2009 con Guy
and Madeleine on a Park Bench) al riflessivodolente-campestre The Better Angels di A.J.
Edwards (collaboratore di Terrence Malick),
che racconta l’infanzia di Abraham Lincoln.
E poi generi: dal noir The Drop di Michael
Roskam, storia di un barman solitario
(Tom Hardy) e di suo cugino Marv (James
Gandolfini), all’anomalo western The
Homesman di e con Tommy Lee Jones,
all’acidissima commedia familiare The Mend
di John Magary, nella quale due fratelli
diversissimi sono costretti a una convivenza
forzata e difficile, al torrenziale mélo The
23
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Disappearance of Eleanor Rigby di Ned Benson,
nella versione integrale: in due film, Him e Her,
la storia di una coppia che s’incontra,
s’innamora, si sposa e si spezza bruscamente,
raccontata dalla parte di lei (Jessica Chastain)
e di lui (James McAvoy).
Infine, omaggio alla giurata Debra Granik
(vincitrice del Festival nel 2010 con Un gelido
inverno), Stray Dog, la storia di «Cane
randagio», un maturo biker reduce dal Vietnam,
tra viaggi con i compagni sulla sua Harley
e vita nella sua famiglia eterogenea, che collega
non solo idealmente gli indipendenti Usa
contemporanei con la New Hollywood anni
Settanta.
Last but not least, quattro film italiani: la banda
di Boris (cioè Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre
e Luca Vendruscolo) approda al Festival con
Ogni maledetto Natale, ironica ricognizione
della festa per eccellenza casalinga vissuta in
due famiglie agli opposti: i rozzissimi parenti
di lei (Alessandra Mastronardi) e quelli
ultrasnob di lui (Alessandro Cattelan).
Nel cast, Valerio Mastandrea, Marco Giallini,
Laura Morante, Francesco Pannofino, Corrado
Guzzanti; il documentario Togliatti(grad) di
Gian Piero Palombini e Federico Schiavi, che
attraverso materiali di repertorio e interviste
narra la nascita della città nella quale crebbe,
con il sostegno della Fiat, l’industria
automobilistica sovietica; ancora ricordi della
Fiat in Mirafiori Lunapark di Stefano Di Polito,
surreale avventura di tre operai in pensione
(Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio
Colangeli) che vogliono dare nuova vita alla
Mirafiori; e Prima di andar via, nel quale
Michele Placido riprende e amplia lo
spettacolo teatrale di Filippo Gili sul tema
spinoso del suicidio.
Infine due restauri: in collaborazione con
la Cineteca nazionale e Medusa, quello di
Profondo rosso di Dario Argento, in occasione
del quarantesimo anniversario dell’uscita del
film; e per il settantacinquesimo anniversario,
quello di Via col vento, in collaborazione con
la Warner.
F E S TA M O B I L E
Festa Mobile
BY EMANUELA MARTINI
The Homesman (2014)
It begins with a unique comedy, sophisticated
and surprising: Gemma Bovery by Anne
Fontaine, written by the critic and screenwriter
Pascal Bonitzer and based on the graphic novel
by Posy Simmonds (who also wrote Tamara
Drewe), in which the baker Fabrice Luchini and
the beautiful Englishwoman Gemma Arterton
blend together real life and fantasy, taking their
cue from Flaubert’s masterpiece. It ends with a
voyage into the unlimited physical and psychic
space of Wild, in which the director Jean-Marc
Vallée (Dallas Buyers Club), the screenwriter
Nick Hornby and the star (and producer)
Reese Witherspoon reconstruct the adventures
24
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
of Cheryl Strayed, an American author in the
throes of an existential crisis who leaves
everything behind and sets off to hike the
1,600 kilometers of the Pacific Crest Trail.
Between these two moments, Festa Mobile
2014, as always, presents (out of competition)
a “booty” of movies we liked, gathered from
all over the world and still unreleased in Italy.
From the United Kingdom, The Theory of
Everything, the new movie by James Marsh
(Man on Wire and Shadow Dancer) about the
astrophysicist Stephen Hawking (played by
the young, very talented Eddie Redmayne), his
genius, his marriage, his disease, his stubborn
F E S TA M O B I L E
desire to live and cogitate. From Australia,
a harsh, post-apocalyptic noir, The Rover by
David Michôd (Animal Kingdom), starring Guy
Pearce and Robert Pattinson. From Ireland, the
very tense ’71 by Yann Demange, the long night
of an English recruit who gets separated from
his unit in the hot zone of Belfast and is hunted
by everyone. From France, La chambre bleue,
the sensual, perfect work by Mathieu Amalric
based on a claustrophobic story by Simenon;
and P’tit Quinquin, the hilarious, surreal TV
miniseries directed by Bruno Dumont (in the
mood to poke fun at himself). Two different
Scandinavian thrillers revolve around families:
from Denmark, A Second Chance, in which
Susanne Bier once again disquietingly delves
into doubts and moral tensions; and from
Sweden, Force majeure by Ruben Östlund, a
natural and a marital disaster set in the Alps.
From Poland, Jack Strong by Wladyslaw
Pasikowski, a concise spy story based on the
true story of Colonel Ryszard Kuklinski; from
Japan, Pale Moon by Daihachi Yoshida, the
story of a shy bank clerk’s ill-considered love
for a client’s nephew; from Argentina, Jauja,
a journey into the Patagonian desert by
Lisandro Alonso; from Belgium, a small,
precious film, Eau Zoo by Emilie Vernamme,
a love story about two adolescents growing
up in an obsessed and isolated community.
There are many American movies: Magic in the
Moonlight, Woody Allen’s new comedy featuring
ghosts, magicians and con artists on the Côte
d’Azur, starring Colin Firth and Emma Stone;
Infinitely Polar Bear, an autobiographical first
film by Maya Forbes, who humorously recounts
the period in the 1970s when she and her sister
were entrusted to their loving but unpredictable
bipolar father (Mark Ruffalo); the captivatingjazzy-metropolitan Whiplash by Damien
Chazelle (who participated at the 2009 Festival
with Guy and Madeleine on a Park Bench); the
reflective-painful-rural The Better Angels by A.J.
Edwards (a collaborator of Terrence Malick),
that recounts Abraham Lincoln’s childhood.
And then there are the genres: the noir The
Drop by Michael Roskam, the story of a solitary
bartender (Tom Hardy) and his cousin Marv
(James Gandolfini); the anomalous western
The Homesman, by and with Tommy Lee Jones;
the caustic family comedy The Mend by John
Magary, in which two very different brothers
must deal with a forced and difficult
25
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
cohabitation; the torrential melodrama The
Disappearance of Eleanor Rigby by Ned Benson,
in its uncut version: in two movies, Him and
Her, the story of a couple that meets, falls in
love, marries and abruptly separates is told
from her side (Jessica Chastain) and from his
(James McAvoy).
Then, a tribute to the jury member Debra
Granik (who won the 2010 Festival with
Winter’s Bone), Stray Dog, the story of a mature
biker-Vietnam veteran, his journeys on his
Harley Davidson with his companions, and his
heterogeneous family life: it draws more than
just an ideal line between contemporary U.S.
independent film and the New Hollywood of
the 1970s.
Last but not least, four Italian movies: the gang
of Boris (Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre and
Luca Vendruscolo) come to the Festival with
Ogni maledetto Natale, an ironic tribute to the
family celebration par excellence, Christmas,
as it is experienced in two very different
families: the highly uncouth parents of her
(Alessandra Mastronardi) and the ultra-snob
family of him (Alessandro Cattelan). The cast
also includes Valerio Mastandrea, Marco
Giallini, Laura Morante, Francesco Pannofino
and Corrado Guzzanti. The documentary
Togliatti(grad) by Gian Piero Palombini and
Federico Schiavi, which uses archive material
and interviews to narrate the birth of the city
in which the Soviet automotive industry grew
with the support of FIAT. Another film about
FIAT in Mirafiori Lunapark by Stefano Di Polito,
the surreal adventure of three retired workers
(Alessandro Haber, Antonio Catania and
Giorgio Colangeli) who want to bring new life
to the Mirafiori factory. And Prima di andar via,
in which Michele Placido takes up and expands
on Filippo Gili’s theatrical play about the touchy
subject of suicide.
And finally, two restorations: in collaboration
with the Cineteca nazionale and Medusa,
Profondo rosso by Dario Argento, on the
occasion of the 40 anniversary of its release;
and for its 75 anniversary, Gone With the Wind,
in collaboration with Warner.
TH
TH
F E S TA M O B I L E
yann demange
’71
Regno Unito/UK, 2014, HD, 100’, col.
’71
regia/director
Yann Demange
sceneggiatura/screenplay
Gregory Burke
fotografia/cinematography
Anthony «Tat» Radcliffe
montaggio/film editing
Chris Wyatt
scenografia/
production design
Chris Oddy
costumi/costume design
Jane Petrie
musica/music
David Holmes
suono/sound
Rashad Omar
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jack O’Connell (Gary Hook),
Paul Anderson (Leslie
Lewis), Richard Dormer
(Eamon), Sean Harris
(l’agente/officer Sandy),
Barry Keoghan (Sean
Bannon), Martin McCann
(Paul Haggerty), Charlie
Murphy (Brigid), Sam Reid
(ten./lt. Armitage), William
Scott (Quinn), David
Wilmot (Boyle)
produttori/producers
Angus Lamont,
Robin Gutch
produzione/production
Crab Apple Films,
Warp Films
distribuzione/distribution
Good Films
**
contatti/contacts
Good Films
Francesco Melzi D’Eril
[email protected]
www.goodfilms.it
26
SOMMARIO
Belfast, 1971. L’Irlanda del Nord è insanguinata dalla guerra civile
tra cattolici indipendentisti e protestanti filobritannici, che si
combattono a suon di attentati e sparatorie, a cui partecipano
unità paramilitari, bande di irregolari e di criminali. Tra i soldati
di Sua Maestà impiegati per le strade della capitale irlandese c’è
la recluta Gary. Quando, durante un combattimento, si trova solo
e sperduto tra le linee nemiche, ha inizio per lui una notte da
incubo, in cui dovrà fronteggiare in prima persona il terrore e
l’angoscia nati dall’odio fratricida.
«Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta, molte
immagini mi sono venute in mente, immagini di film come
I guerrieri della notte di Walter Hill o 1997: fuga da New York di
John Carpenter. Anche una scena incredibile dell’Armata degli
eroi in cui viene ucciso un collaborazionista. Ho rubato idee
da un sacco di film…»
**
Belfast, 1971. A bloodstained Northern Island at the height of the
Troubles. Catholic Nationalists and Protestant Loyalists are fighting
each other in the streets, shooting, detonating car bombs. The two
sides are joined by paramilitary troops, irregulars, and criminals.
Gary is one of the recruits of Her Majesty’s Armed Forces patrolling
the streets of the capital. During a combat, he gets separated from
his squad and finds himself behind enemy lines. The night quickly
turns into a nightmare, and Gary will have to face the terror and
anguish generated by that fratricidal hatred.
“When I read the screenplay for the first time, many images crossed
my mind, from The Warriors by Walter Hill to Escape from New
York by John Carpenter. There was also that incredible scene in Army
of Shadows when they were going to shoot a collaborator. I’ve stolen
things from lots of films.”
F E S TA M O B I L E
Yann Demange (Parigi, Francia, 1977)
è cresciuto a Londra e ha iniziato a
lavorare come regista di concerti e
videoclip. Ha esordito nella regia
cinematografica nel 2001 con Joe,
presentato al British Council Festival.
Quindi si è diplomato presso la
National Film School e ha diretto
il film per la televisione Man in a Box
(2004) e i cortometraggi Incomplete
(2006) e Alan & Samir (2007).
Ha ricevuto la nomination per la
migliore serie tv ai Bafta Awards
per Dead Set (2009) e nel 2013 quella
per il miglior regista per un’altra
serie, Top Boy. ’71, presentato in
concorso alla Berlinale, è il suo
primo lungometraggio.
Yann Demange (Paris, France, 1977)
grew up in London, where he started
off directing concerts and music videos.
He directed his first feature film Joe in
2001, which was presented at the
British Council Festival. After
graduating from the National Film
and Television School, he made the
TV movie Man in a Box (2004), the
short films Incomplete (2006) and
Alan & Samir (2007). He directed the
show Dead Set (2009), for which he
received a nomination for best drama
serial at the BAFTA Awards, and in
2013 he won the award for best director
for the TV series Top Boy. ’71 is his
debut feature film and was selected
at the Berlinale competition.
filmografia essenziale/
essential filmography
Joe (cm, 2001), Man in a Box (tv,
2004), Incomplete (cm, 2006), Alan
& Samir (cm, 2007), Dead Set (serie
tv/tv series, 2009), Top Boy (serie
tv/tv series, 2011), ’71 (2014).
F E S TA M O B I L E
a.j. edwards
THE BETTER ANGELS
Usa, 2014, HD, 94’, bn/bw
A.J. Edwars (Walnut Creek, California,
Usa) è cresciuto a San Antonio, in
Texas. Dal 2004 collabora con
Terrence Malick, lavorando come
regista della seconda unità e
comontatore in The New World - Il
nuovo mondo (2005), The Tree of Life
(2011), To the Wonder (2012) e Knight
of Cups, attualmente in fase di
postproduzione e la cui uscita è
prevista per il 2015. The Better Angels
segna il suo debutto come regista.
THE BETTER
ANGELS
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
A.J. Edwards
fotografia/cinematography
Matthew J. Lloyd
montaggio/film editing
Alexander Richard Milan
scenografia/
production design
Caroline Hanania
costumi/costume design
Lisa Tomczeszyn
musica/music
Hanan Townsend
suono/sound
Daniel Bricker
interpreti e personaggi/
cast and characters
Diane Kruger (Sarah Lincoln),
Braydon Denney (Abe), Jason
Clarke (Tom Lincoln), Brit
Marling (Nancy Lincoln), Wes
Bentley (Mr Crawford),
Cameron Williams (Dennis),
McKenzie Blankenship (Sally)
produttori/producers
Terence Malick, Nicolas
Gonda, Charley Beil,
Jake Devito
produzione/production
Cinetic Media
coproduttore/coproducer
Elizabeth Lodge
**
contatti/contacts
Electric Entertainment
Tel: +1 323 836 05 56
Jamie Schneider
[email protected]
www.electricentertainment.com
Alla morte dell’amata madre, il futuro presidente degli Stati Uniti
Abraham Lincoln, ancora bambino, viene allevato dal padre Tom,
uomo rigido e severo. Quando questi parte alla ricerca di una
nuova moglie, tocca a Abe prendersi cura della sorella Sally e del
cugino Dennis, proteggendoli dal gelo dell’inverno, dagli animali
selvatici e dalla fame. Al suo ritorno Tom ha con sé Sarah, subito
rifiutata dal figlio. Ma dopo un inizio difficile, la reciproca
conoscenza farà nascere tra i due un rapporto indissolubile.
«Questo film mette in scena una perdita profonda e personale,
una forte sofferenza e la consapevolezza del fatto che la fede e
la perseveranza possono trasformare il dolore di qualcuno in un
bene per tutti. Al centro del racconto ci sono l’importanza della
famiglia, dell’educazione, delle convinzioni e della tolleranza.
Spero che questo film e il suo messaggio universale raggiungano
un pubblico di giovani e di persone più mature. Mi auguro che
diventi uno specchio per gli spettatori di ogni luogo, mostrando
chi siamo, da dove veniamo e cosa possiamo essere».
**
The future President of the United States Abraham Lincoln was still
a child when his beloved mother died. So he was raised by his father
Tom, a stern and uncompromising man. When Tom leaves in search
of a new wife, young Abe has to look after his sister Sally and his
cousin Dennis, protecting them from the cold winter, from wild
animals, and from starvation. When Tom returns with Sarah, he
immediately rejects her. But after a difficult start, Abraham and
Sarah get to know each other and develop an unbreakable bond.
“This is a film that portrays profound and personal loss, intense
suffering, and the realization that faith and endurance can transform
one’s suffering into good for all. The importance of family, education,
belief and tolerance are at its heart. I hope this film and its universal
message reach an audience of young and old alike. I hope the film
acts as a mirror to audiences everywhere, showing who we are, where
we came from, and what we can all be.”
27
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
A.J. Edwards (Walnut Creek, CA, USA)
grew up in San Antonio, Texas. He has
been working with Terrence Malick as
second unit director and co-editor since
2004, making The New World (2005),
The Tree of Life (2011), To the Wonder
(2012), and Knight of Cups, which
is currently in post-production and
expected to be released in 2015.
The Better Angels marks his debut
in the director’s seat.
filmografia/filmography
The Better Angels (2014).
F E S TA M O B I L E
mathieu amalric
LA CHAMBRE BLEUE
Francia/France, 2014, HD, 76’, col.
THE BLUE
ROOM
regia/director
Mathieu Amalric
soggetto/story
dal romanzo La camera
azzurra di/from the novel
of the same title by
Georges Simenon
sceneggiatura/screenplay
Stéphanie Cléau,
Mathieu Amalric
fotografia/cinematography
Christophe Beaucarne
montaggio/film editing
François Gedigier
scenografia/
production design
Christophe Offret
musica/music
Grégoire Hetzel
suono/sound
Olivier Mauvezin, Séverin
Favriau, Stéphane Thiébaut
interpreti e personaggi/
cast and characters
Léa Drucker (Delphine
Gahyde), Mathieu Amalric
(Julien Gahyde), Stéphanie
Cléau (Esther Despierre),
Laurent Poitrenaux
(il giudice istruttore/
examining magistrate),
Serge Bozon (il capitano
di polizia/captain of
gendarmerie), Blutch
(lo psicologo/psychologist)
produttore/producer
Paulo Branco
produzione/production
Alfama Films,
film(s), ARTE France
Cinéma
**
contatti/contacts
Alfama Films
Andréa Dos Santos
Tel: +33 142 018 475
[email protected]
www.alfamafilms.com
28
SOMMARIO
L’appuntamento è sempre lo stesso: l’Hotel des Voyageurs, dove
le pareti azzurre della stanza sono uniche testimoni della passione
tra Julien ed Esther. Ex compagni di scuola, separati da scelte
di vita differenti, ritrovatisi quarantenni e sposati, i due sono
irrimediabilmente attratti l’uno dall’altra. Nella loro estate di
incontri clandestini e menzogne, qualcosa però è successo:
qualcosa per cui Julien è stato arrestato ma che non riesce
a ricostruire, prigioniero dei ricordi e della camera blu.
«Già in fase di sceneggiatura volevamo che suono e immagine
si facessero la guerra, e questo implicava un certo tipo di intreccio
narrativo. Quindi ho cercato di avere più tempo possibile per il
montaggio; le tempistiche lo permettevano, dal momento che
abbiamo girato in due momenti diversi, a giugno e a novembre,
e nel frattempo ho cominciato a montare. Abbiamo dovuto lavorare
a monte, insistendo molto sulla preparazione. Sapevo che sarebbe
stato un film breve, un B-movie come quelli di Tourneur per la
RKO, ad esempio L’alibi sotto la neve, o come Seduzione mortale
di Preminger».
**
They always meet at the same place: the Hotel des Voyageurs, where
the blue walls of the room are the only witnesses of the passion
between Julien and Esther. Former schoolmate who were separated
by different choices of lifestyle, they meet up again. Forty years old and
married to other people, they are irremediably attracted to each other.
But, during their summer of furtive meetings and lies, something
happens: something for which Julien is arrested but which he cannot
reconstruct, a prisoner of the moments spent in the blue room.
“At the stage of the screenplay we already wanted the sound and image
to make war on each other, which leads to a particular narrative
arrangement. Therefore, I managed to have the most time possible
for editing. The schedule permitted it, since we shot in two parts, in
July and in November, with the ability to start editing in the meantime.
Beyond that, we really had to work upstream, to insist on the
preparation. I knew it would be a short film, B movies type, in the spirit
of Jacques Tourneur’s films produced by RKO – including a film entitled
Nightfall. Angel Face by Otto Preminger was also a flagship.”
F E S TA M O B I L E
Mathieu Amalric (Neuilly-sur-Seine,
Francia, 1965) ha iniziato come
stagista sul set di Arrivederci ragazzi
(1987) di Louis Malle. Consacratosi
come attore soprattutto grazie al
sodalizio con Arnaud Desplechin
(nel 1997 il ruolo di Paul Dedalus
in Comment je me suis disputé... (ma
vie sexuelle) gli è valso il César come
miglior giovane attore francese),
ha portato avanti parallelamente
il lavoro di regista. Nel 2005 e nel
2008 ha vinto il César come miglior
interprete maschile per I re e la
regina, sempre di Desplechin, e per
Lo scafandro e la farfalla di Julian
Schnabel; nel 2010 ha invece vinto
il premio per la regia a Cannes con
Tournée, presentato lo stesso anno
anche al Torino Film Festival, dove
l’anno successivo sono stati
proiettati il cortometraggio Joann
Sfar (dessins) e L’illusion comique.
Mathieu Amalric (Neuilly-sur-Seine,
France, 1965) began as an apprentice
on the set of Au revoir les enfants
(1987) by Louis Malle. He became
famous above all thanks to his
collaboration with Arnaud Desplechin
(in 1997 he played Paul Dedalus in
My Sex Life... or How I Got into an
Argument, which won him a César as
best young actor in France) and at the
same time continued to direct. In 2005
and 2008 he received a César as best
actor for Kings and Queen, by
Desplechin, and for The Diving Bell
and the Butterfly by Julian Schnabel;
in 2010 he won the prize for best
director at Cannes for his film On Tour,
presented the same year also at the
Torino Film Festival, where in 2011 were
presented Joann Sfar (Drawings) and
The Screen Illusion.
filmografia essenziale/
essential filmography
Marre de café (cm, 1985), Sans rires
(cm, 1990), 8 bis (cm, 1993), Mange
ta soupe (1997), Le stade de
Wimbledon (Lo stadio di Wimbledon,
2000), 14¤58 (cm, 2003), Deux cages
sans oiseaux (cm, 2007), Tournée (id.,
2010), Joann Sfar (dessins) (mm, doc.,
2010), L’illusion comique (tv, 2010),
Hopper vu par… (coregia/codirectors
Sophie Barthes, Dominique Blanc,
Valérie Mrejen, Valérie Pirson, Sophie
Fiennes, Martin de Thurah, Hannes
Stöhr, ep. Next to Last (Autumn 63),
cm, 2012), La chambre bleue (2014).
F E S TA M O B I L E
susanne bier
EN CHANCE TIL
Danimarca/Denmark, 2014, HD, 104’, col.
A SECOND
CHANCE
regia/director
Susanne Bier
sceneggiatura/screenplay
Anders Thomas Jensen
fotografia/cinematography
Michael Snyman
montaggio/film editing
Pernille Bech Christensen
suono/sound
Eddie Simonsen,
Anne Jensen
interpreti e personaggi/
cast and characters
Nikolaj Coster-Waldau
(Andreas), Ulrich Thomsen
(Simon), Maria Bonnevie
(Anne), Nikolaj Lie
Kaas (Tristan),
Lykke May Andersen
(Sanne)
produttore/producer
Sisse Graum Jorgensen
produzione/production
Zentropa Entertainments34
coproduttori/coproducers
Charlotte Pedersen,
Bo Damgaard, Madeleine
Ekman, Jessica Ask
**
contatti/contacts
Teodora Film
Margherita Chiti
Tel: +39 335 798 73 69
[email protected]
teodoracinema.blogspot.it
Andreas è un giovane e promettente detective appena diventato
padre. Se sul fronte personale la sua vita è dominata dalle urla
del figlio appena nato, sul lavoro deve affrontare una situazione
non meno ingestibile. Il suo socio Simon, infatti, ha appena
divorziato e sta assorbendo il colpo nel peggiore dei modi,
esagerando con l’alcol e cercando a tutti i costi la rissa.
Un giorno i due vengono chiamati a indagare su un caso
di disturbo della quiete pubblica e si imbattono in una realtà
di droga e violenza che li costringe a misurarsi con decisive
questioni morali.
«È una cosa fra me e lo sceneggiatore Anders Thomas, finiamo
sempre per discutere di dilemmi morali. Trovo interessante la
questione su chi abbia davvero ragione e chi torto, o il fatto che
il desiderio comune di prendere decisioni nette, o bianche o nere,
sia impossibile. Sapevamo anche che esiste una tradizione
scandinava di poliziotti tormentati, una cosa che mi ha sempre
affascinato, e che il film doveva fare questo: guardare al thriller,
ma trattare anche di profondi dilemmi umani».
**
Andreas is a young and promising detective who recently became
a father. On the one hand, his family life is dominated by the cries
of his newborn son, while on the other hand he has deal with
something even more unpleasant in his professional life. His partner
Simon just went through a divorce, and he is really struggling to pull
through, binge drinking and picking fights with everyone. When the
two detectives are called for a noise complaint, they walk into a world
of drugs and violence that forces them to confront some major moral
dilemmas.
“It’s a thing between Anders Thomas [the screenwriter, Ed.] and me:
we always end up having these discussions about moral dilemmas.
I find them interesting: knowing who is really right and who is really
wrong, our common desire to make clear, black and white decisions
are actually totally impossible. And we were also aware of the
Scandinavian tradition of complicated police officers, which has
always intrigued me. That’s what this feature aims to be: a thriller
that also deals with profound human dilemmas.”
29
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Susanne Bier (Danimarca) comincia
a lavorare come sceneggiatrice e
regista a inizio anni Novanta.
Dirige nel 1999 la commedia
romantica The One and Only, vero
caso cinematografico in Danimarca,
e nel 2002 gira secondo i principi
del Dogma Open Hearts, vincitore
del premio della critica internazionale
al Festival di Toronto. Nel 2006
con Dopo il matrimonio ottiene una
nomination all’Oscar per il miglior
film straniero, premio che vince poi
nel 2011 con In un mondo migliore.
Con Love Is All You Need (2012),
vincitore del premio europeo per
la miglior commedia, è tornata al
genere romantico, così come in Una
folle passione (2014), presentato nello
stesso periodo di A Second Chance.
Susanne Bier (Denmark) started her
cinema career as a screenwriter and
director in the early 1990s. One of her
first romantic comedies The One and
Only (1999) become a real hit
in Denmark. She received the
International Critics’ Award
(FIPRESCI) at the Toronto Film
Festival for the drama Open Hearts
(2002), which she made following
the Dogma’s guidelines. Her film After
the Wedding (2006) got an Oscar
nomination for best foreign film, which
she then won in 2011 for In a Better
World. She returned to romantic
comedies with Love Is All You Need
(2012, winning best comedy at the
European Film Awards), and Serena
(2014), which came out at the same
time as A Second Chance.
filmografia essenziale/
essential filmography
Songlines (videoclip Summer Rain, cm,
1989), Freud flyttar hemifran... (1991),
Brev til Jonas (1992), Luischen (tv,
1993), Det bli’r i familien (1994),
Pensionat Oskar (1995), Sekten (1997),
Den eneste ene (The One and Only,
1999), Elsker dig for evigt (Open Hearts,
2002), Brodre (Non desiderare la donna
d’altri, 2004), Efter brylluppet (Dopo
il matrimonio, 2006), Things We Lost
in the Fire (Noi due sconosciuti, 2007),
Hævnen (In un mondo migliore, 2010),
Den skaldede frisor (Love Is All You
Need, 2012), En chance til (A Second
Chance, 2014), Serena (Una folle
passione, 2014).
F E S TA M O B I L E
ned benson
THE DISAPPEARANCE
OF ELEANOR RIGBY: HER
Usa, 2013, HD, 100’, col.
THE
DISAPPEARANCE
OF ELEANOR
RIGBY: HER
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Ned Benson
fotografia/cinematography
Christopher Blauvelt
montaggio/film editing
Kristina Boden
scenografia/
production design
Kelly McGehee
costumi/costume design
Stacey Battat
musica/music
Son Lux
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jessica Chastain (Eleanor
Rigby), James McAvoy
(Conor Ludlow),
Jess Weixler (Katy Rigby),
Viola Davis
(la professoressa/professor
Lillian Friedman), Sasha
Eden (la barista/bartender),
Ryan Eggold (l’uomo
al club/guy from club),
Bill Hader (Stuart), Ciarán
Hinds (Spencer Ludlow),
Isabelle Huppert
(Mary Rigby), William Hurt
(Julian Rigby), Nina Arianda
(Alexis)
produttori/producers
Jessica Chastain, Ned
Benson, Cassandra
Kulukundis, Todd
J. Labarowski,
Emanuel Michael
produzione/production
Unison Films, Division
Films, Dreambridge Films,
Myriad Pictures
distribuzione/distribution
Koch Media
**
contatti/contacts
Koch Media
Claudio Rapino
[email protected]
www.kochmedia.com
30
SOMMARIO
Due film gemelli, i due volti della stessa storia, quella della
fine del matrimonio tra la laureanda in psicologia Eleanor
e il ristoratore Conor, narrati dai punti di vista dei protagonisti
in due film distinti, Her e Him. Versione integrale del film
rimontato, accorciato e presentato a Cannes con il titolo Them.
In Her il punto di vista è quello di Eleanor: attraverso il suo
sguardo riviviamo la storia d’amore che le ha cambiato la vita
e l’ha condotta, nuovamente sola, a cercare conforto nella
famiglia e nella sua professoressa.
«In Her mi sentivo più coinvolto, perché il personaggio è
maggiormente a contatto con situazioni sentimentali. Quindi
ho scelto una macchina da presa mobile, ho girato con la camera
a mano a parte quei momenti in cui lui entra in scena, quando
divento più statico e mi soffermo su di lui, che è il punto di
riferimento della vita di lei. Lui rappresentava qualcosa di
costante, di certo, e una volta persa questa certezza, lei si
sente insicura della propria identità e cerca di riscoprirsi».
**
A double feature depicting two sides of the same story: the end
of the marriage between Eleanor (a psychology student) and Conor
(a restaurant owner). Their points of view are depicted in two distinct
films, Her and Him. The full version of the movie, re-edited and
shortened, was presented at Cannes with the title Them.
Her looks at the story from Eleanor’s perspective: through her eyes,
we relive the love story that changed her life. When she finds herself
alone again, she seeks comfort in her family and her teacher.
“For Her film, I created a warmer space that was looser, more
emotional, which echoed her emotional situation. We shot more
handheld for her movie, except when he comes into her scenes: then
I get more static as I focus on him, because he is the baseline to her
life. He is her constant, the one certainty in her life, and once she
loses that she’s completely uncertain of her identity and tries to
rediscover herself.”
F E S TA M O B I L E
Ned Benson (New York, Usa) si è
laureato in cinema e in inglese alla
Columbia University nel 2001 e ha
poi iniziato la sua carriera nel cinema
scrivendo, dirigendo e recitando in
diversi cortometraggi. Nel 2003, una
allora sconosciuta Jessica Chastain,
dopo aver assistito a una proiezione
di Four Lean Hounds al Malibu Film
Festival, gli ha chiesto di poter
lavorare con lui nei suoi progetti
futuri e così, nel 2010, ha recitato
in The Westerner. The Disappearance
of Eleanor Rigby: Her e Him, prodotto
fra gli altri dalla stessa Chastain,
rappresenta il suo esordio nel
lungometraggio: è stato presentato
nella doppia versione a Toronto nel
2013 e in quella accorciata, Them,
a Cannes nel 2014.
Ned Benson (New York, NY, USA)
graduated from Columbia University in
2001 with a degree in film and English.
He began his film career writing,
directing and acting in shorts. After
a screening of his short film Four Lean
Hounds at the Malibu Film Festival
in 2003, he was approached by a then
unknown Jessica Chastain who asked
to work with him on future projects.
Chastain would go on to appear in
his 2010 short film The Westerner.
The Disappearance of Eleanor Rigby:
Her and Him, produced among others
by Chastain’s, are Bengson’s feature
films debut. The longer, double feature
premiered in Toronto in 2013; the
shorter and single one, Them, was
presented in Cannes in 2014.
filmografia/filmography
Four Lean Hounds (cm, 2003),
I Yes (cm, 2010), The Westerner (cm,
2010), The Disappearance of Eleanor
Rigby: Her (2013), The Disappearance
of Eleanor Rigby: Him (2013), The
Disappearance of Eleanor Rigby:
Them (2014).
F E S TA M O B I L E
ned benson
THE DISAPPEARANCE
OF ELEANOR RIGBY: HIM
Usa, 2013, HD, 89’, col.
THE
DISAPPEARANCE
OF ELEANOR
RIGBY: HIM
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Ned Benson
fotografia/cinematography
Christopher Blauvelt
montaggio/film editing
Kristina Boden
scenografia/
production design
Kelly McGehee
costumi/costume design
Stacey Battat
musica/music
Son Lux
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jessica Chastain (Eleanor
Rigby), James McAvoy
(Conor Ludlow),
Jess Weixler (Katy Rigby),
Viola Davis
(la professoressa/professor
Lillian Friedman), Sasha
Eden (la barista/bartender),
Ryan Eggold (l’uomo
al club/guy from club),
Bill Hader (Stuart), Ciarán
Hinds (Spencer Ludlow),
Isabelle Huppert
(Mary Rigby), William Hurt
(Julian Rigby), Nina Arianda
(Alexis)
produttori/producers
Jessica Chastain, Ned
Benson, Cassandra
Kulukundis, Todd
J. Labarowski,
Emanuel Michael
produzione/production
Unison Films, Division
Films, Dreambridge Films,
Myriad Pictures
distribuzione/distribution
Koch Media
**
contatti/contacts
Koch Media
Claudio Rapino
[email protected]
www.kochmedia.com
31
Due film gemelli, i due volti della stessa storia, quella della fine
del matrimonio tra la laureanda in psicologia Eleanor e il
ristoratore Conor, narrati dai punti di vista dei protagonisti in
due film distinti, Her e Him. Versione integrale del film rimontato
e accorciato, e presentato a Cannes con il titolo Them.
In Him si segue la storia di Conor, che, lasciato da Eleanor, cerca
aiuto nell’amico Stuart, chef del ristorante in cui lavora, e nel
padre, per capire cosa sarà della sua vita.
«La mia intenzione iniziale era quella di creare due universi visivi
distinti. […] Il film con protagonista Conor è tutto un andare
avanti, un non fermarsi per non provare sentimenti, e quando
lei arriva nella sua vita, lui è costretto a sentire qualcosa.
Per questo motivo la camera è relegata in un certo spazio
e i colori del film sono più freddi. Nella mia testa questa
persona è più distaccata e le sfumature di colori freddi come
i blu avrebbero fatto parte di questo suo lato emotivo».
**
A double feature depicting two sides of the same story: the end of
the marriage between Eleanor (a psychology student) and Conor
(a restaurant owner). Their points of view are depicted in two distinct
films, Her and Him. The full version of the movie, re-edited and
shortened, was presented at Cannes with the title Them.
Him follows the story of Conor. When Eleanor leaves him, he goes
to his best friend Stuart (the restaurant’s chef ) and his father to try
to figure his life out.
“Initially, my plans were to create two separate visual realms. […]
His movie is all about moving forward, trying not to stop so he can
avoid feeling something; when she comes into his life, he is forced
to feel something. For that reason, the camera was relegated to
a certain kind of space and the colors are obviously much cooler.
Again, in my mind, this guy is more detached from his feelings, so
I thought cooler hues such as blue would best convey that emotional
side.”
Ned Benson (New York, Usa) si è
laureato in cinema e in inglese alla
Columbia University nel 2001 e ha
poi iniziato la sua carriera nel cinema
scrivendo, dirigendo e recitando in
diversi cortometraggi. Nel 2003, una
allora sconosciuta Jessica Chastain,
dopo aver assistito a una proiezione
di Four Lean Hounds al Malibu Film
Festival, gli ha chiesto di poter
lavorare con lui nei suoi progetti
futuri e così, nel 2010, ha recitato
in The Westerner. The Disappearance
of Eleanor Rigby: Her e Him, prodotto
fra gli altri dalla stessa Chastain,
rappresenta il suo esordio nel
lungometraggio: è stato presentato
nella doppia versione a Toronto nel
2013 e in quella accorciata, Them,
a Cannes nel 2014.
Ned Benson (New York, NY, USA)
graduated from Columbia University in
2001 with a degree in film and English.
He began his film career writing,
directing and acting in shorts. After
a screening of his short film Four Lean
Hounds at the Malibu Film Festival
in 2003, he was approached by a then
unknown Jessica Chastain who asked
to work with him on future projects.
Chastain would go on to appear in
his 2010 short film The Westerner.
The Disappearance of Eleanor Rigby:
Her and Him, produced among others
by Chastain’s, are Bengson’s feature
films debut. The longer, double feature
premiered in Toronto in 2013; the
shorter and single one, Them, was
presented in Cannes in 2014.
filmografia/filmography
Four Lean Hounds (cm, 2003),
I Yes (cm, 2010), The Westerner (cm,
2010), The Disappearance of Eleanor
Rigby: Her (2013), The Disappearance
of Eleanor Rigby: Him (2013), The
Disappearance of Eleanor Rigby:
Them (2014).
F E S TA M O B I L E
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
michaël r. roskam
THE DROP
Usa, 2014, HD, 107’, col.
CHI È SENZA
COLPA
regia/director
Michaël R. Roskam
soggetto/story
dal racconto/from the short
story Animal Rescue di/by
Dennis Lehane
sceneggiatura/screenplay
Dennis Lehane
fotografia/cinematography
Nicolas Karakatsanis
montaggio/film editing
Christopher Tellefsen
scenografia/
production design
Thérèse DePrez
costumi/costume design
David Robinson
musica/music
Marco Beltrami
interpreti e personaggi/
cast and characters
Tom Hardy (Bob), Noomi
Rapace (Nadia), James
Gandolfini (il cugino/cousin
Marv), Matthias
Schoenaerts (Eric Deeds),
John Ortiz (detective
Torres), Elizabeth Rodriguez
(detective Romsey), Michael
Aronov (Chovka), Morgan
Spector (Andre)
produttori/producers
Peter Chernin,
Jenno Topping
produzione/production
Chernin Entertainment
distribuzione/distribution
20 Century Fox Italy
TH
**
contatti/contacts
20 Century Fox Italy
Paolo Penza
Tel: +39 06 881 759 655
TH
[email protected]
www.20thfox.it
32
SOMMARIO
Bob lavora al bar del cugino Marv, usato dalla criminalità di
Brooklyn per riciclare denaro sporco. Seppur consapevole dei
traffici illeciti, cerca di starne fuori il più possibile e la domenica
va a messa, astenendosi però dalla comunione. Il ritrovamento
di un cucciolo di pitbull in fin di vita segna l’inizio di un
cambiamento: Bob chiede aiuto alla vicina Nadia, ma il cane
appartiene all’ex della ragazza, un tipo violento e per nulla
incline al dialogo. Nel frattempo, una rapina nel bar gli apre
definitivamente gli occhi sul giro di malavita che si nasconde
dietro il locale e su molte persone che credeva di conoscere.
«È la prima volta che dirigo un film da una sceneggiatura non
mia [l’autore è il romanziere Dennis Lehane, NdR]. Uno dei fattori
che mi hanno spinto a farlo è che avrei voluto scriverlo io uno
script così! Sapevo che la storia faceva per me, era così ben
scritta, guidata dal racconto, ma con uno sviluppo complesso
dei personaggi che mi piaceva molto».
**
Bob works as a bartender in his cousin Marv’s bar, which is used
by Brooklyn’s gangsters to launder money. Even though he knows
what’s going on, he tries to stay out of the illicit business as much
as possible. He goes to mass on Sundays, but he refrains from
receiving communion. His life starts to change after he finds a pitbull
puppy barely alive: Bob asks his neighbor Nadia for help, but the dog
belongs to her ex, a violent guy not at all inclined to talk things over.
Meanwhile, the bar is robbed and the bartender finally opens his eyes
on what’s actually going on inside the establishment, the extent
of their criminal activities, and who the people he thought he knew
really are.
“This is the first time I have directed a film from a script I didn’t
write [the original author is the writer Dennis Lehane, Ed]. One of
the things that drove my decision was that I wished I had written it.
I knew it was the story for me. It was extremely well-written and
plot-driven, but with the kind of complex character development
that appeals to me.”
F E S TA M O B I L E
Michaël R. Roskam (Belgio) ha
studiato belle arti a Bruxelles e si
è laureato in cinema ad Amsterdam.
Dopo aver lavorato come giornalista
e copywriter, nel 2002 ha iniziato a
scrivere e dirigere cortometraggi,
tra cui Carlo (2004), vincitore del
premio del pubblico al Festival di
cortometraggi di Leuven. Il suo
esordio nel lungometraggio è
avvenuto con Bullhead (2011),
nominato agli Oscar nella cinquina
per il miglior film straniero e
vincitore del Premio Magritte per
la miglior sceneggiatura e del Premio
André Cavens per il miglior film
belga dell’anno.
Michaël R. Roskam (Belgium)
attended the Academy of fine arts in
Brussels, and the Binger Film Institute
in Amsterdam where he graduated in
2005. After several jobs as a journalist
and as a copywriter, since 2002 he
wrote and shot short films, such as
Carlo, which won the audience award
at Leuven International Short Film
Festival. He made his feature film
debut with Bullhead, nominated for
the Academy Award for best foreign
language film in 2011. For this film, he
received the Magritte Award for best
screenplay and the André Cavens
Award to honor the best Belgian film
of the year.
filmografia/filmography
Haun (cm, 2002), Carlo (cm, 2004),
The One Thing to Do (cm 2005),
Today Is Friday (cm, 2007), Rundskop
(Bullhead, 2011), The Drop (Chi è
senza colpa, 2014).
F E S TA M O B I L E
emilie verhamme
EAU ZOO
Belgio/Belgium, 2014, HD, 78’, col.
Emilie Verhamme si è diplomata
nel 2012 presso la Hogeschool
Sint-Lukas Brussel in arti audiovisive,
per poi conseguire due anni dopo
un master in legge. Nello stesso
anno ha esordito con il
cortometraggio Cockaigne, presentato
nella selezione ufficiale del Festival
di Cannes. Con il successivo
Tsjernobyl Hearts (2013) ha vinto
il premio Belgian Wildcard, che
le ha permesso di realizzare con
un budget molto ridotto Eau Zoo,
prodotto dalla sua casa di
produzione Holden Wallace.
EAU ZOO
regia, sceneggiatura,
montaggio, produttore/
director, screenplay,
film editing, production
Emilie Verhamme
fotografia/cinematography
Alex Moyroud
interpreti/cast
Martin Nissen, Margaux
Lonnberg, Clément Louis,
Clément Bertrand,
Delphine Girard
produzione/production
Holden Wallace
**
contatti/contacts
Emilie Verhamme
[email protected]
Lou e Martin sono due adolescenti che vivono su un’isola.
L’isolamento geografico e l’atteggiamento iperprotettivo dei
genitori fanno maturare in loro un senso di soffocamento:
un’impasse emotiva e sentimentale che mette a rischio il loro
legame.
«Un’isola è un luogo scollegato dal tempo e dallo spazio,
ed è come un riflesso del mondo che ci circonda. Se volessimo
paragonarla alla caverna di Platone, si potrebbe dire che
i ragazzi protagonisti, intrappolati da convinzioni inculcate
loro dai genitori, non possono che aspettare con impazienza
qualcos’altro, qualcosa di nuovo. Essendo imprigionati, non
c’è spazio per una visione più ampia del mondo. […] Una fonte
d’ispirazione è stato Il giovane Holden di J.D. Salinger: non che
ci sia una diretta connessione con il film, ma il protagonista di
Salinger sta passando dall’infanzia all’età adulta, ed è costretto
a farlo senza avere un’alternativa. E allora cerca di resistere».
**
Lou and Martin are two adolescents who live on an island.
The geographical isolation and their parents’ overprotective attitude
have generated a feeling of suffocation in them: an emotional and
sentimental impasse that threatens their relationship.
“An island is disconnected in time and space and it is like a reflection
of the world around us. Comparing it to the cave of Plato, the
children are chained by the convictions of their parents so that they
can only look forward. Being imprisoned there is no place left for a
larger vision of the world that surrounds them. Over-protected by
their parents, these young people are unable to make choices in their
lives and have trouble negotiating the journey to adulthood. […]
One inspiration for this was J.D. Salinger’s novel The Catcher in
the Rye. It’s not that the story connects with my film, but Salinger’s
protagonist is going from childhood to adulthood and he is being
forced into it without really having a choice. And he tries to resist.”
33
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Emilie Verhamme graduated from
the Hogeschool Sint-Lukas Brussel in
audiovisual arts in 2012, and received
a master’s degree in law two years
later. That same year, she debuted with
the short Cockaigne, presented in the
official selection at the Cannes Film
Festival. Her next film, Tsjernobyl
Hearts (2013) won the Belgian
Wildcard award, which permitted her
to make the very low-budget Eau Zoo,
produced by her production company,
Holden Wallace.
filmografia/filmography
Cockaigne (cm, 2012), Tsjernobyl
Hearts (cm, 2013), Eau Zoo (2014).
F E S TA M O B I L E
anne fontaine
GEMMA BOVERY
Francia/France, 2014, HD, 99’, col.
GEMMA
BOVERY
regia/director
Anne Fontaine
soggetto/story
dall’omonimo graphic novel
di/from the graphic novel
of the same title by Posy
Simmonds
sceneggiatura/screenplay
Pascal Bonitzer,
Anne Fontaine
fotografia/cinematography
Christophe Beaucarne
montaggio/film editing
Annette Dutertre
scenografia/
production design
Arnaud De Moleron
costumi/costume design
Pascaline Chavanne
musica/music
Bruno Coulais
suono/sound
Brigitte Taillandier,
Francis Wargnier, JeanPierre Laforce
interpreti e personaggi/
cast and characters
Fabrice Luchini (Martin
Joubert), Gemma Arterton
(Gemma Bovery), Jason
Flemyng (Charlie Bovery),
Isabelle Candelier (Valérie
Joubert), Niels Schneider
(Hervé de Bressigny),
Mel Raido (Patrick), Elsa
Zylberstein (Wizzy),
Pip Torrens (Rankin)
produttori/producers
Philippe Carcassonne,
Matthieu Tarot
produzione/production
Albertine Productions,
Ciné@, Gaumont,
Cinéfrance 1888,
France 2 Cinéma
distribuzione/distribution
Officine Ubu
**
contatti/contacts
Officine Ubu
Franco Zuliani
Tel: +39 02 873 830 20
In un tranquillo paesino francese, il cinquantenne panettiere
Joubert si è ormai convinto di essere al riparo dagli impulsi della
giovinezza. Ma le sue convinzioni sono smentite dall’arrivo in
paese del signor Bovery e della sua giovane moglie, l’inglese
Gemma, dotata di una sensualità e un’inquietudine in grado di
sconvolgere il maturo panettiere.
«Conoscevo Posy Simmonds grazie a Tamara Drewe e ho avuto
sin da subito una sensazione positiva a proposito di Gemma
Bovery: il gioco di parole su un archetipo letterario femminile
distorto mi sembrava promettente e giocoso. E quando ho
cominciato a leggere, i personaggi mi hanno intrigato, ne ho
percepito il potenziale comico e la profonda umanità, e sono
stata colpita dal tono dell’autrice. Mi interessava l’improbabile
incontro tra un panettiere e questa giovane donna inglese di oggi,
che arriva a sconvolgere la vita di un uomo ormai convinto di
gestire i propri desideri e di vivere una sorta di
“prepensionamento” sessuale ed emotivo».
**
In a small and quite French village, the fifty-year-old baker Joubert
is convinced that he is now safe from the impulses of his youth.
But his convictions are proved wrong by the arrival of Mr Bovery and
his young English wife, Gemma, whose sensuality and restlessness are
able to unsettle the mature baker.
“I knew Posy Simmonds through Tamara Drewe and right away
I had a positive feeling about Gemma Bovery: the play on words
about a distorted female literary archetype seemed promising and
playful to me. And when I began reading the screenplay, the
characters intrigued me, I sensed the comic potential and the deep
humanity, and I was struck by the author’s tone. I was interested in
the improbable encounter between a baker and this young, modern
Englishwoman, who ends up disrupting the life of a man who had
convinced himself he was by now in control of his own desires and
was living a sort of sexual and emotional ‘pre-retirement.’”
Anne Fontaine (Lussemburgo, 1959),
regista e sceneggiatrice, ha esordito
nel 1993 con il lungometraggio Les
histoires d’amour finissent mal... en
général, vincendo il premio Jean Vigo.
Nel 2001 ha partecipato in concorso
al festival di Locarno con Comment
j’ai tué mon père e nel 2003 ha diretto
Emmanuelle Béart in Nathalie…
Ha poi ottenuto grandi successi
commerciali con il film biografico
su Coco Chanel, Coco avant Chanel
- L’amore prima del mito, nominato
in diverse categorie dei premi César
e Bafta, e con il successivo Il mio
migliore incubo!, commedia
interpretata da Isabelle Huppert
e Benoît Poelvoorde.
Anne Fontaine (Luxemburg, 1959),
director and screenwriter, debuted in
1993 with the feature-length Les
histoires d’amour finissent mal...
en général, which won the Jean Vigo
Award. In 2001, her movie Comment
j’ai tué mon père participated in
competition in Locarno and in 2003
she directed Emmanuelle Béart in
Nathalie… Her biographical movie
about Coco Chanel, Coco avant
Chanel, was nominated in various
categories for the César and BAFTA
awards and was a box office success,
as was her next film, My Worst
Nightmare, a comedy starring Isabelle
Huppert and Benoît Poelvoorde.
filmografia/filmography
Les histoires d’amour finissent mal...
en général (1993), Augustin (1995),
L’@mour est à réinventer (ep. Tapin du
soir, tv, 1996), Nettoyage à sec (1997),
Augustin, roi du kung-fu (1999),
Comment j’ai tué mon père (2001),
Nathalie... (id., 2003), Entre ses mains
(2005), Nouvelle chance (2006), La
fille de Monaco (2008), Coco avant
Chanel (Coco avant Chanel - L’amore
prima del mito, 2009), Mon pire
cauchemar (Il mio migliore incubo!,
2011), Two Mothers (2013), Gemma
Bovery (2014).
[email protected]
www.officineUBU.com
34
F E S TA M O B I L E
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
victor fleming
GONE WITH THE WIND
Usa, 1939, 35mm, 238’, col.
VIA COL VENTO
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Victor Fleming
[George Cukor, Sam Wood,
non accr./uncr.]
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Margaret Mitchell
sceneggiatura/screenplay
Sidney Howard [Oliver H.P.
Garrett, Ben Hecht,
Jo Swerling, John Van Druten,
non accr./uncr.]
fotografia/cinematography
Ernest Haller, Lee Garmes
scenografia/
production design
William Cameron Menzies
costumi/costume design
Walter Plunkett
musica/music
Max Steiner
suono/sound
Fernando Ribero
interpreti e personaggi/
cast and characters
Vivien Leigh (Scarlett O’Hara),
Clark Gable (Rhett Butler),
Leslie Howard (Ashley Wilkes),
Olivia de Havilland (Melanie
Hamilton), Thomas Mitchell
(Gerald O’Hara), Barbara
O’Neil (Ellen O’Hara), Howard
C. Hickman (John Wilkes),
Evelyn Keyes (Suellen O’Hara),
Ann Rutherford (Carreen
O’Hara), George Reeves
(Brent Tarleton), Fred Crane
(Stuart Tarleton)
produttore/producer
David O. Selznick
produzione/production
Warner Bros.
distribuzione/distrubution
Warner Bros. Italia
**
contatti/contacts
Warner Bros. Italia
Riccardo Tinnirello
Sud degli Stati Uniti, 1861: Scarlett O’Hara, innamorata non
corrisposta di Ashley, onesto gentiluomo che le preferisce la
cugina, è oggetto delle attenzioni dell’avventuriero Rhett.
Le complesse vicende, scandite dall’incedere della guerra civile
e dal difficile destino degli ex possidenti sudisti, si concentrano
sulla protagonista e sul mondo in rovina dei proprietari terrieri
come gli O’Hara. Scarlett si sposa tre volte e si reinventa
imprenditrice, sempre per sfuggire lo spettro della povertà;
ha pure una figlia da Rhett, suo ultimo marito, ma continua ad
amare Ashely. Solo quando avrà perso tutto, la bambina e l’amore
di Rhett, capirà che era quest’ultimo l’uomo per lei.
Il capolavoro di David O. Selznick, vero artefice e autore del film,
più del regista Victor Fleming e di chi lo precedette dietro la
macchina da presa (George Cukor e Sam Wood), presentato
dalla Warner Bros. in un nuovo restauro digitale.
**
Southern United States, 1861. The soldier of fortune Rhett has taken
an interest in Scarlett O’Hara, who is infatuated with a gentleman
by the name of Ashley, but he is actually in love with her cousin.
Intricate stories further complicated by the onset of the Civil War and
by the destitute fate awaiting former confederate landowners like the
O’Hara’s. To escape the prospect of poverty, Scarlett gets married
three times and reinvents herself as an entrepreneur. Despite having
a daughter with Rhett, her third husband, she still loves Ashley.
Only after losing everything, including her child and Rhett’s love,
will she realize that he was the right man for her.
The real creator of this masterpiece was the producer David O.
Selznick, more so than the director Victor Fleming and those who
preceded him behind the camera (George Cukor and Sam Wood).
The film is now being presented by Warner Bros. in its new, digitally
restored version.
[email protected]
www.warnerbros.it
35
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Victor Fleming (La Cañada,
California, Usa, 1889 - Cottonwood,
Arizona, Usa, 1949) comincia la sua
attività ai tempi del muto, girando
film avventurosi con Douglas
Fairbanks e western, e nel 1932 entra
alla Mgm, dove gira commedie per
Jean Harlow (Argento vivo, 1933;
Tentazione bionda, 1935) e ancora
film d’avventura (Capitani coraggiosi,
1937). Il mago di Oz (1939) e Via
col vento (1939) ottengono il
riconoscimento degli Oscar: uno per
il primo (miglior canzone, Over the
Rainbow) e dieci per il secondo.
Dirige poi Spencer Tracy in Il dottor
Jekyll e Mr Hyde (1942) e in Gente
allegra (1942), tratto da Pian della
tortilla di Steinbeck. Muore sul set
del film Giovanna d’Arco.
Victor Fleming (La Cañada, CA, USA,
1889 - Cottonwood, AZ, USA, 1949)
started working in silent film, making
many adventure films with Douglas
Fairbanks and several westerns. He
started working with MGM in 1932,
directing comedies for Jean Harlow
(Bombshell, 1933; Reckless, 1935)
and more adventure films (like
Captains Courageous, 1937). With
The Wizard of Oz (1939) and Gone
with the Wind (1939) he gets the
Academy Award’s recognition, winning
respectively best song (Over the
Rainbow) and ten different Oscars for
the latter. He worked with Spencer
Tracy on Dr Jekyll and Mr Hyde (1941)
and Tortilla Flat (1942), an adaptation
of Steinbeck’s novel. He died while he
was shooting the movie Joan of Arc.
filmografia essenziale/
essential filmography
When the Clouds Roll By (Douglas
superstizioso, 1919), The Mollycoddle
(Un pulcino nella stoppa, 1920), Law
of the Lawless (Il minareto in fiamme,
1923), Adventure (1925), The Way of
All Flesh (Nel gorgo del peccato, 1927),
The Awakening (Il risveglio, 1928), The
Virginian (L’uomo della Virginia, 1929),
Red Dust (Lo schiaffo, 1932), Captains
Courageous (Capitani coraggiosi, 1937),
Test Pilot (Arditi dell’aria, 1938), The
Wizard of Oz (Il mago di Oz, 1939),
Gone with the Wind (Via col vento,
1939), Dr Jekyll and Mr Hyde (Il dottor
Jekyll e Mr Hyde, 1941), Tortilla Flat
(Gente allegra, 1942), A Guy Named
Joe (Joe il pilota, 1943), Adventure
(Avventura, 1945), Joan of Arc
(Giovanna d’Arco, 1949).
F E S TA M O B I L E
tommy lee jones
THE HOMESMAN
Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 122’, col.
THE HOMESMAN
regia/director
Tommy Lee Jones
soggetto/story
dall’omonimo romanzo di/
from the novel of the same title
by Glendon Swarthout
sceneggiatura/screenplay
Tommy Lee Jones, Kieran
Fitzgerald, Wesley Oliver
fotografia/cinematography
Rodrigo Prieto
montaggio/film editing
Roberto Silvi,
Lawrence Madaras
scenografia/
production design
Meredith Boswell
costumi/costume design
Lahly Poore-Ericson
musica/music
Marco Beltrami
suono/sound
David Bach
interpreti e personaggi/
cast and characters
Tommy Lee Jones (George
Briggs), Hilary Swank (Mary
Bee Cuddy), David Dencik
(Thor Svedsen), Grace
Gummer (Arabella Sours),
John Lithgow
(il reverendo/reverend
Alfred Dowd), Blake Nelson
(Freighter Tim), Miranda Otto
(Theoline Belknap),
Jesse Plemons (Garn Sours),
Sonja Richter (Gro Svendsen),
James Spader (Aloysius Duffy),
Hailee Steinfeld (Tabitha
Hutchinson), Meryl Streep
(Altha Carter)
produttori/producers
Peter Briant, Brian Kennedy,
Luc Besson
distribuzione/distribution
Movies Inspired
**
contatti/contacts
Movies Inspired
Stefano Jacono
[email protected]
www.moviesinspired.com
36
SOMMARIO
Un carro attraversa i territori selvaggi del Nebraska. Alla guida
c’è Mary Bee Cuddy, zitella dal cuore generoso; con lei, tre donne
rese folli dalla durezza della vita di frontiera. La loro destinazione
è una chiesa nello Iowa, dove le aspetta la moglie del reverendo
locale, che si prenderà cura delle povere ammalate. A proteggerle
lungo il pericoloso tragitto, un vecchio sbandato che sostiene
di chiamarsi George Briggs, in debito con Mary Bee. Li attendono
quattrocento miglia: il ritorno alla civiltà non risparmierà
imprevisti sanguinosi e forti emozioni.
«Non so come venga definito il termine “western”. Ho
l’impressione che nel corso degli anni abbia finito per indicare
un film che include cavalli, cappelli larghi e che si svolge nel
diciannovesimo secolo, solitamente sul lato occidentale del
fiume Mississippi. Ho persino letto alcuni critici così coraggiosi
da definire western un film di fantascienza. È una parola così
abusata che credo non abbia più molto significato».
**
A horse-drawn wagon crossing Nebraska’s wilderness. The woman
pulling the reins is a kind-hearted spinster by the name of Mary Bee
Cuddy. She is accompanying three women driven insane from the
harsh life on the frontier. Their final destination is a church in Iowa,
where the wife of a local reverend is waiting to take care of them.
An old drifter, who claims to be called George Briggs, escorts them
along the dangerous journey to pay off his debt to Mary Bee. The four
hundred miles that separate this motley crew from civilization are
filled with unexpected twists, blood, and strong emotions.
“I don’t know how the term ‘Western’ is defined. I have the
impression over the years that the western is a movie that has horses
in it and big hats and that takes place in the 19 century usually
on the west side of the Mississippi river. I’ve even read critics who
are bold enough to call a science fiction movie a Western. It’s a term
that people use so often that I don’t think it has much meaning
anymore.”
TH
F E S TA M O B I L E
Tommy Lee Jones (San Saba, Texas,
Usa, 1946) lavora inizialmente come
attore televisivo e negli anni Ottanta
passa al cinema, ottenendo i primi
riconoscimenti con film come JFK
- Un caso ancora aperto (Oliver Stone,
1991), Il fuggitivo (Andrew Davis,
1993), per cui vince l’Oscar come
miglior attore non protagonista, e
Assassini nati - Natural Born Killers
(Oliver Stone, 1994). Nel corso degli
anni collabora poi con alcuni dei più
importanti registi americani: William
Friedkin (Regole d’onore, 2000;
The Hunted - La preda, 2003), Clint
Eastwood (Space Cowboys, 2000),
Robert Altman (Radio America,
2006), i fratelli Coen (Non è un paese
per vecchi, 2007) e Steven Spielberg
(Lincoln, 2012). Nel 2005 debutta
nella regia con il tv movie The Good
Old Boys, a cui seguono Le tre
sepolture (2005), presentato in
concorso a Cannes come The
Homesman, e un altro tv movie,
The Sunset Limited (2011).
Tommy Lee Jones (San Saba, TX,
USA, 1946) started working as a TV
actor, then in the 1980s he moved on
to cinema, acting in major features like
JFK (Oliver Stone, 1991), The Fugitive
(Andrew Davis, 1993), for which he
won the Oscar for best supporting
actor, and Natural Born Killers (1994).
Over the years, he had worked with
several of the most important American
filmmakers: William Friedkin (Rules
of Engagement, 2000; The Hunted,
2003), Clint Eastwood (Space
Cowboys, 2000), Robert Altman
(A Prairie Home Companion, 2006),
the Coen brothers (No Country
for Old Men, 2007) and Steven
Spielberg (Lincoln, 2012). He made
his directorial debut in 2005 with the
TV movie The Good Old Boys,
followed by The Three Burials of
Melquiades Estrada (2005), presented
in Cannes in the competition section,
like The Homesman, and another TV
movie The Sunset Limited (2011).
filmografia/filmography
The Good Old Boys (tv, 1995), The
Three Burials of Melquiades Estrada
(Le tre sepolture, 2005), The Sunset
Limited (tv, 2011), The Homesman
(2014).
F E S TA M O B I L E
maya forbes
INFINITELY POLAR BEAR
Usa, 2014, HD, 90’, col.
INFINITELY
POLAR BEAR
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Maya Forbes
fotografia/cinematography
Bobby Bukowski
montaggio/film editing
Michael R. Miller
scenografia/
production design
Carl Sprague
costumi/costume design
Kasia Walicka-Maimone
musica/music
Theodore Shapiro
interpreti e personaggi/
cast and characters
Mark Ruffalo (Cam Stuart),
Zoe Saldana (Maggie
Stuart), Imogene
Wolodarsky (Amelia Stuart),
Ashley Aufderheide (Faith
Stuart), Beth Dixon (Pauline
Stuart), Keir Dullea
(Murray Stuart)
produttori/producers
Wally Wolodarsky, Benji
Kohn, Bingo Gubelmann,
Sam Bisbee, Galt
Niederhoffer
produzione/production
Paper Street Films,
Park Pictures
coproduttore/coproducer
Erika Hampson
coproduzione/coproduction
Bed Robot, KGB Media
distribuzione/distribution
Good Films
**
contatti/contacts
Good Films
Francesco Melzi D’Eril
[email protected]
www.goodfilms.it
1978. Cam è un padre problematico: affetto da disturbi mentali,
è di scarso aiuto alla moglie Maggie che deve badare alle figlie
Amelia e Faith. Quando la situazione si aggrava e l’uomo viene
ricoverato, le tre donne della sua famiglia, per stargli vicino,
devono lasciare tutto e trasferirsi in un appartamento fatiscente.
Senza lavoro e prospettive, Maggie decide di iscriversi alla scuola
di economia della Columbia University, alla ricerca di una
soluzione per il futuro. Spetterà allora a Cam prendersi cura delle
figlie: per l’uomo sarà l’inizio di un percorso, costellato di errori,
che gli farà capire che direzione dare alla sua vita.
«Quando ho finito la sceneggiatura di Infinitely Polar Bear, sapevo
quello che avrei voluto vedere: un film che fosse divertente, triste,
autentico e caldo. Il calore è molto importante per me. Volevo
vedere un film dotato di umanità che parlasse degli effetti che
la malattia mentale ha su una famiglia. Volevo vedere bambini
veri e forti. Volevo vedere un film sull’amore e sulle scelte difficili
che le persone devono affrontare ogni giorno».
**
1978. Cam is a problematic father: he suffers from a mental disorder
and he isn’t much help to his wife Maggie, who has to support their
daughters Amelia and Faith on her own. When things get worse,
Cam has a breakdown and is hospitalized; Maggie and the girls leave
everything behind and move into a shabby apartment so they can be
stay close to him. Without a job or any prospects in sight, Maggie
starts looking for a solution and she applies to Columbia University’s
Business School. Cam will have to take care of their daughters: it will
be the beginning of a journey studded with mistakes, which will help
him understand in what direction he should steer his life.
“When I finished the script for Infinitely Polar Bear, I knew what
I wanted to see: a film that was funny, sad, authentic and warm.
Warmth was very important to me. I wanted to see a human film
about the effects of mental illness on a family. I wanted to see real,
resilient children. I wanted to see a movie about love and the hard
choices people have to make every day.”
37
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Maya Forbes (Cambridge,
Massachusetts, Usa) ha studiato
ad Harvard e dopo la laurea si è
trasferita a Los Angeles, dove ha
iniziato a lavorare per la televisione.
In particolare, per quattro anni è
stata sceneggiatrice e produttrice
della serie comica The Larry Sanders
Show, in onda sul canale HBO.
Successivamente è passata al cinema
e tra le altre cose ha firmato la
sceneggiatura di film come Seeing
Other People (2004), diretto dal
marito Wally Wolodarsky, e del
cartoon Mostri contro alieni (2009),
di Rob Letterman e Conrad Vernon.
Autrice dei testi della band Pink
Martini, la cui cantante è sua sorella
China Forbes, ha esordito nel
lungometraggio con Infinitely
Polar Bear.
Maya Forbes (Cambridge, MA, USA)
graduated from Harvard and moved to
Los Angeles, where she started working
for television. In particular, she was a
screenwriter and producer for the
channel HBO and its comedy series
The Larry Sanders Show for four years.
She then moved to cinema and, among
other things, wrote screenplays for
movies like Seeing Other People
(directed by her husband Wally
Wolodarsky, 2004), and for the cartoon
Monsters vs Aliens (by Rob Letterman
and Conrad Vernon, 2009). She also
writes lyrics for the band Pink Martini:
their singer, China Forbes, is her sister.
Infinitely Polar Bear is her directorial
debut.
filmografia/filmography
Infinitely Polar Bear (2014).
F E S TA M O B I L E
sébastien betbeder
INUPILUK
Francia/France, 2014, HD-Super8, 34’, col.
INUPILUK
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Sébastien Betbeder
fotografia/cinematography
Sébastien Godefroy
montaggio/film editing
Céline Canard,
Sébastien Betbeder
musica/music
Roman Dymny
suono/sound
Roman Dymny, Jérome
Aghion
interpreti/cast
Thomas Blanchard, Thomas
Scimeca, Ole Eliassen,
Adam Eskildsen,
Gaetan Vourc’h
produttore/producer
Frédéric Dubreuil
produzione/production
Envie de Tempête
Productions
**
contatti/contacts
Envie de Tempête
Productions
Frédéric Dubreuil
Tel: + 33 683 33 30 59
[email protected]
www.enviedetempete.com
Thomas e Thomas sono amici da sempre e, come quasi ogni
sera, si sono dati appuntamento al solito bar di Parigi.
Qualcosa però preoccupa il primo Thomas: il giorno dopo, infatti,
arriveranno dalla Groenlandia Olee e Adam, due amici inuit del
padre. L’uomo, trasferitosi da tempo sull’isola, avrebbe dovuto
accompagnare i due visitatori e ritrovare il figlio in Francia, ma
a causa di un incidente di caccia ha dovuto rinunciare al viaggio.
Thomas sarà quindi la guida dei due stranieri, due «inupiluk»,
cioè gangster in missione all’estero. E l’unica persona su cui
potrà contare sarà il solito, un po’ riluttante amico Thomas…
«Mi piace che questi quattro personaggi riescano a intrecciare
un vero rapporto di amicizia pur non parlando la stessa lingua,
come se fossero uniti da qualcosa che va al di là del senso».
**
Thomas and Thomas are lifelong buddies and, like almost every
evening, they meet up at their usual bar in Paris. But something is
bothering the first Thomas: in fact, the next day Olee and Adam,
two Inuit friends of his father, are to arrive from Greenland.
His father had moved to the island a while back and was supposed
to accompany the two visitors and spend some time with his son in
France, but a hunting accident has forced him to stay at home.
Thomas, thus, is to be the tour guide for the two strangers, two
“Inupiluk,” gangsters on a mission abroad. And the only person
he can count on is his slightly reluctant, good friend Thomas…
“I liked the idea that these four characters manage to create a true
friendship even though they don’t speak the same language, as
though the thing uniting them went beyond meaning.”
38
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Sébastien Betbeder (Pau, Francia,
1975), formatosi a Le Fresnoy, ha
realizzato diversi cortometraggi, tra
cui Les mains d’Andréa (2006),
presentato a Locarno. Nello stesso
anno ha diretto il suo primo
lungometraggio, Nuage, selezionato
a Locarno. Nel 2008 ha presentato al
Torino Film Festival La vie lointaine e
l’anno successivo il corto Toutes les
montagnes se ressemblent, diretto con
Christelle Lheureux. Nel 2010 ha
girato un ideale seguito del film,
Yoshido (Les autres vies), selezionato
da numerosi festival, tra cui quelli di
Parigi e Rotterdam. Nel 2012 è stato
selezionato nella sezione Onde del
Torino Film Festival con Les nuits avec
Théodore, dove, l’anno successivo, ha
ricevuto il premio speciale della
giuria per 2 automnes 3 hivers (2013).
Sébastien Betbeder (Pau, France,
1975) studied at Le Fresnoy and has
made numerous shorts, including Les
mains d’Andréa (2006), presented at
Locarno. That same year, he directed
his first feature film, Nuage, selected at
Locarno. In 2008, he presented La vie
lointaine at the Torino Film Festival,
and the next year the short Toutes les
montagnes se ressemblent, directed
in collaboration with Christelle
Lheureux. In 2010, he shot an ideal
sequel, Yoshido (Les autres vies),
selected in Paris and Rotterdam. In
2012 premiered with Les nuits avec
Théodore at Torino Film Festival,
Onde section, where he won the jury
special prize with 2 automnes 3 hivers
the following year.
filmografia/filmography
La fragilité des revenants (cm, 1999),
Le haut mal (cm, 2000), Des voix
alentour (cm, 2003), Nu devant un
fantôme (cm, 2005), Les mains
d’Andréa (cm, 2006), Nuage (2007),
La vie lointaine (mm, 2008), Toutes
les montagnes se ressemblent
(coregia/codirector Christelle
Lheureux, cm, 2009), The Unbroken
Line (cm, 2010), Yoshido (Les autres
vies) (mm, 2010), Sarah Adams (cm,
2011), Les nuits avec Théodore (2012),
2 automnes 3 hivers (2013), Inupiluk
(mm, 2014).
F E S TA M O B I L E
wladyslaw pasikowski
JACK STRONG
Polonia/Poland, 2014, 35mm, 128’, col.
Wladyslaw Pasikowski (Lodz,
Polonia, 1959), regista e
sceneggiatore, ha esordito nel 1991
con il lungometraggio d’azione Kroll,
con il quale si è fatto notare
nell’ambito dei festival internazionali.
Successivamente si è specializzato
nei drammi criminali e storici,
attestandosi come uno dei registi
polacchi di maggiore successo
commerciale.
Tra il 2003 e il 2004 ha diretto le
serie televisive Glina e Glina 2.
Scrittore di fantascienza, nel 1993
ha pubblicato il romanzo I, Gelerth.
JACK STRONG
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Wladyslaw Pasikowski
fotografia/cinematography
Magdalena Górka
montaggio/film editing
Jaroslaw Kaminski
scenografia/
production design
Joanna Macha
costumi/costume design
Malgorzata Braszka, Michal Koralewski
musica/music
Jan Duszynski
suono/sound
Jan Freda, Kacper Habisiak,
Marcin Kasinski
interpreti e personaggi/
cast and characters
Marcin Dorocinski (Ryszard
Kuklinski alias Jack Strong),
Maja Ostaszewska (Hania),
Patrick Wilson (Daniel),
Dimitri Bilov (Ivanov),
Dagmara Dominczyk (Sue),
Oleg Maslennikov (Kulikov)
produttori/producers
Sylwia Wilkos, Klaudiusz
Frydrych, Roman Gutek
produzione/production
Scorpio Studio
coproduzione/coproduction
Polish Film Institute,
Vue Movie Distribution,
Orange Polska,
Narodowe Centrum Kultury
**
contatti/contacts
Scorpio Studio
Agata Dabrowska
Tel: +48 22 392 63 32
[email protected]
www.scorpio-studio.com
39
SOMMARIO
Il colonnello polacco Ryszard Kuklinski, in forza alle truppe del
Patto di Varsavia, viene a conoscenza di un inquietante segreto:
un contrattacco con armi atomiche da parte degli Stati Uniti
porterebbe all’annientamento nucleare della Polonia. L’unica
soluzione per evitare la catastrofe è collaborare con la Cia.
La vera storia di un uomo che osò sfidare, da solo e dall’interno,
il regime sovietico.
«I produttori hanno lavorato al soggetto per parecchi anni.
Mi sono unito a loro in una fase successiva e ho potuto utilizzare
le loro prolungate ricerche. Disponevo dei documenti e delle
interviste con persone come l’ex agente della Cia David Forden,
che comandò il colonnello, considerandolo il più prezioso
collaboratore all’interno del blocco sovietico. […] Il lavoro sulle
prime testimonianze è durato per un paio d’anni. Ci ho messo
nove mesi a scrivere la mia versione, sotto l’occhio attento della
produttrice Sylwia Wilkos, proprio come succede per una
gravidanza… Dalla mia parte avevo la moglie del colonnello, che
però, sfortunatamente, è morta prima della première del film».
**
The Polish colonel Ryszard Kuklinski, in charge of Warsaw Pact
troops, learns a disturbing secret: a U.S. counterattack using atomic
weapons will lead to the nuclear annihilation of Poland. The only way
to avoid the catastrophe is to collaborate with the CIA. The true story
of a man who dared to challenge the Soviet regime, alone and from
the inside.
“The producers worked on the script for many years. I joined them
at a later stage and could make use of their yearlong research.
At my disposal I had copies of documents and interviews with people
like former CIA officer David Forden, who directly ‘led’ the colonel as
the most valuable contact in the Soviet sphere. […] Work on the first
record lasted for a couple of years, and under the watchful eye of
producer Sylwia Wilkos, I wrote my version for some nine months,
just like it is with kids... I was being cheered by the colonel’s wife,
who unfortunately died before the first screening.”
F E S TA M O B I L E
Wladyslaw Pasikowski (Lodz, Poland,
1959), director and screenwriter,
debuted in 1991 with the feature-length
action movie Kroll, which brought him
to the attention of international
festivals. He then specialized in
criminal and historical dramas and
made a name for himself as one of
Poland’s most commercially successful
directors. Between 2003 and 2004 he
directed the TV series Glina and Glina
2. A science fiction author, in 1993 he
published the novel I, Gelerth.
filmografia/filmography
Kroll (1991), Psy (1992), Psy 2:
Ostatnia krew (1994), Slodko gorzki
(1996), Demony wojny wedlg Goi
(1998), Operacja Samum (1999),
Reich (20o1), Glina (serie tv/tv
series, 2003), Glina 2 (serie tv/tv
series, 2004), Poklosie (2012),
Jack Strong (2014).
F E S TA M O B I L E
lisandro alonso
JAUJA
Argentina-Danimarca-Francia-Messico-Usa/
Argentina-Denmark-France-Mexico-USA, 2014, HD, 108’, col.
JAUJA
regia/director
Lisandro Alonso
sceneggiatura/screenplay
Lisandro Alonso,
Fabian Casas
fotografia/cinematography
Timo Salminen
montaggio/film editing
Natalia López,
Gonzalo del Val
scenografia/
production design
Sebastián Roses
costumi/costume design
Gabriela Aurora Fernández
musica/music
Viggo Mortensen,
Buckethead
suono/sound
Catriel Vildosola
interpreti/cast
Viggo Mortensen, Viilbjørk
Mallin Agger, Ghita Nørby,
Adrian Fondari, Esteban
Bigliardi, Diego Roman,
Mariano Arce, Misael
Saavedra, Gabriel Marquez,
Brian Patterson
produttori/producers
Ilse Hughan, Andy
Kleinman, Viggo
Mortensen, Sylvie Pialat,
Jaime Romandia,
Helle Ulsteen, Lisandro
Alonso, Michael Weber,
Ezequiel Borovinsky,
Leandro Pugliese
produzione/production
4L, Fortuna Films, Kamoli
Films, Les Films du Worso,
Mantarraya Producciones,
Massive, The Match Factory,
Perceval Pictures,
Wanka
coproduzione/coproduction
Bananeira Filmes,
Canal Brasil
**
contatti/contacts
Ndm International Sales
Bianca Fontez
Tel: +52 55 527 393 07
[email protected]
www.mantarraya.com
40
1882. Il capitano danese Gunnar Dinesen è arrivato in Patagonia
con la figlia quindicenne per lavorare come ingegnere per
l’esercito argentino durante la cosiddetta conquista del deserto,
nient’altro che il sistematico genocidio della popolazione
aborigena locale. Unica presenza femminile, Ingeborg crea
scompiglio tra i soldati e fugge con uno di loro nella notte senza
dire nulla al padre. Al suo risveglio Gunnar capisce cos’è
accaduto e lascia la base militare per avventurarsi nel selvaggio
territorio nemico alla disperata ricerca della figlia.
«Qualche anno fa ho ricevuto un’email in cui mi si raccontava
che una cara amica era stata assassinata in un posto molto
lontano dalla sua terra; la cosa mi ha turbato e scioccato
profondamente e ho iniziato a pensare a questa storia. […]
Ho dedicato alle parole e ai miei desideri più spazio del solito;
curiosamente sentivo che questo film era arrivato a me e aveva
acquisito la sua forma irreale per aiutarmi ad afferrare il mondo
e il tempo in cui viviamo, come scompariamo per poi tornare in
modo inaspettato e in forme misteriose».
**
1882. The Danish captain Gunnar Dinesen arrives in Patagonia with
his fifteen-year-old daughter to work as an engineer for the Argentine
army during the so-called desert conquest, the systematic genocide of
the local Aborigines. Ingeborg is the only female there; her presence
throws the soldiers into turmoil and one night she runs away with one
of them without telling her father anything. When Gunnar wakes up
the next morning, he realizes what has happened and leaves the
military base to venture into the savage enemy territory as he
desperately searches for his daughter.
Lisandro Alonso (Argentina, 1973)
dopo aver frequentato l’Universidad
del cine di Buenos Aires ha iniziato
a lavorare nel cinema nel 1996,
producendo il cortometraggio La
última llamada di Andrés G. Schaer.
Nel 1998 è stato assistente alla regia
di Nicolas Sarquim per il film Sobre
la tierra e nel 2001 ha esordito nel
lungometraggio con La libertad. Il
successivo Los muertos (2004) ha
ricevuto diversi premi internazionali,
tra cui quello di miglior film al Torino
Film Festival. Fantasma è stato
presentato alla Quinzaine des
réalisateurs di Cannes, come il
successivo Liverpool, mentre Jauja
ha partecipato, sempre a Cannes,
all’interno della sezione Un certain
regard.
Lisandro Alonso (Argentina, 1973)
after schooling at the Universidad del
Cine began working in cinema in 1996,
producing the short film La última
llamada by Andrés G. Schaer. In 1998
he was the director’s assistant of
Nicolas Sarquim for the film Sobre la
tierra and in 2001 he directed his first
full-lenght La libertad. The following
Los muertos (2004) received several
international awards, including best
film at the Torino Film Festival.
Fantasma was screened at Cannes as
part of the Quinzaine des réalisateurs,
just like the following Liverpool. Jauja
was presented at Un certain regard
during the last edition of the festival.
filmografia/filmography
Dos en la vereda (cm, 1995), La
libertad (2001), Los muertos (2004),
Fantasma (2006), Liverpool (2010),
Sin título (Carta para Serra) (cm,
2011), Jauja (2014).
“A few years back I received an email telling me that a close friend
had been assassinated in a land far away from her place of birth.
I was strongly disturbed and shocked by what had happened to her
and I began to think of this story. […] I have devoted more space to
words here, and to my own desires. Oddly enough, I feel that this film
has come to me and taken its unreal form as a way of helping me
to grasp the world and the time we live in, how we vanish in order
to inexplicably return, in utterly mysterious ways.”
F E S TA M O B I L E
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
PREMIO CIPPUTI
daihachi yoshida
KAMI NO TSUKI
Giappone/Japan, 2014, HD, 114’, col.
PALE MOON
regia/director
Daihachi Yoshida
soggetto/story
dall’omonimo romanzo di/
from the novel Kami no tsuki
by Mitsuyo Kakuta
sceneggiatura/screenplay
Kaeko Hayafune
interpreti e personaggi/
cast and characters
Rie Miyazawa (Rika
Umezawa), Sosuke
Ikematsu (Kota
Hirabayashi), Satomi
Kobayashi (Yoriko Sumi),
Yuko Oshima (Keiko
Aikawa), Seiichi Tanabe
(Masafumi Umezawa),
Yoshimasa Kondo (Yuji
Inoue), Renji Ishibashi
(Kozo Hirabayashi)
produttore/producer
Fumitsugu Ikeda
produzione/production
Robot Communications
**
contatti/contacts
Shochiku Co., Ltd.
International Sales &
Licensing Division
[email protected]
www.shochikufilms.com
41
SOMMARIO
Nel Giappone devastato dalla crisi economica e dallo scoppio
della bolla speculativa, Rika è una moglie di origini piccolo
borghesi che contribuisce al bilancio familiare lavorando part
time in una banca. La soddisfazione professionale non basta
però a colmare il vuoto creato dall’indifferenza del marito,
e presto la donna stringe una relazione extraconiugale con un
giovane studente. Rinata grazie alla nuova passione, Rika non
vuole più rinunciare ad alcuni lussi che si concede con l’amante
e inizia a prevelare piccole somme dai libretti di risparmio che ha
in custodia, entrando in un meccanismo di cui ben presto perde
il controllo.
**
Japan has been devastated by the economic crisis and the bursting of
the stock market bubble. Rika is a married woman of lower-middleclass origin who helps out the family finances by working part-time in
a bank. But job satisfaction isn’t enough to fill the void created by her
husband’s indifference and the woman soon begins an affair with a
young student. This new passion has regenerated her and Rika does
not want to forgo the luxuries she allows herself with her lover and
she begins to withdraw small sums of money from the savings
accounts entrusted to her. But she soon loses control of the situation.
F E S TA M O B I L E
Daihachi Yoshida (Kagoshima,
Giappone, 1963) ha lavorato come
regista pubblicitario per oltre diciotto
anni, realizzando centinaia di spot
e vincendo premi in diverse
manifestazioni come i festival della
pubblicità di Cannes e New York e
l’Adfest Asia Pacific. Ha inoltre girato
videoclip, episodi per serie televisive
e cortometraggi, prima di esordire
nel lungometraggio con Funuke
Show Some Love, You Losers! (2007),
basato sull’omonimo romanzo
di Yukiko Motoya e presentato alla
Semaine de la critique di Cannes.
Nel 2012 ha diretto The Kirishima
Thing, premiato l’anno successivo
con il Japan Academy Prize come
miglior film.
Daihachi Yoshida (Kagoshima, Japan,
1963) has been working as an
advertising director for more than
eighteen years. He has done several
hundred commercials and won a
number of awards in Cannes, New
York, and at AdFest Asia Pacific among
others. He has also shot music videos,
television dramas, and shorts. Funuke
Show Some Love, You Losers!, which
is based on Yukiko Motoya’s novel
of the same name, is his feature
directorial debut and was presented
in the Critics’ Week at Cannes in 2007.
In 2013 The Kirishima Thing won the
Japan Academy Prize for best film.
filmografia/filmography
So-Run Movie (cm, 2006), Funuke
domo, kanashimi no ai wo misero
(Funuke Show Some Love, You Losers!,
2007), Kuhio taisa (The Wonderful
World of Captain Kuhio, 2009),
Pâmanento Nobara (Permanent
Nobara, 2010), Kirishima, bukatsu
yamerutteyo (The Kirishima Thing,
2012), Kami no tsuki (Pale Moon,
2014).
F E S TA M O B I L E
woody allen
MAGIC IN THE MOONLIGHT
Usa, 2014, HD, 97’, col.
MAGIC IN THE
MOONLIGHT
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Woody Allen
fotografia/cinematography
Darius Khondji
montaggio/film editing
Alisa Lepselter
scenografia/
production design
Anne Seibel
costumi/costume design
Sonia Grande
interpreti e personaggi/
cast and characters
Emma Stone (Sophie),
Eileen Atkins (la zia/
aunt Vanessa),
Colin Firth (Stanley), Marcia
Gay Harden (Mrs Baker),
Hamish Linklater (Brice),
Simon McBurney (Howard
Burkan), Jacki Weaver (Grace),
Erica Leerhsen (Caroline),
Catherine McCormack (Olivia),
Jeremy Shamos (George)
produttori/producers
Letty Aronson, Stephen
Tenenbaum, Edward Walson
produzione/production
Dippermouth
coproduttori/coproducers
Helen Robin,
Raphaël Benoliel
distribuzione/distribution
Warner Bros. Italia
**
contatti/contacts
Warner Bros. Italia
Riccardo Tinnirello
[email protected]
www.warnerbros.it
Wei Ling Soo è il più famoso mago del momento, ma nessuno sa
che sotto le sembianze del prestigiatore cinese si cela un burbero
gentiluomo inglese, Stanley Crawford, che nutre un’avversione
più che manifesta per i ciarlatani che professano doti da medium.
Così, quando il suo vecchio amico Howard gli chiede di indagare
sull’onestà della giovane chiaroveggente Sophie, Stanley non si
lascia sfuggire l’occasione e si reca alla residenza dei Catledge,
dove la ragazza è ospite. Convinto della cattiva fede di Sophie,
sarà costretto a ravvedersi dopo che alcuni episodi avranno
messo in crisi le sue certezze. Ma sarà davvero magia?
«Mi è piaciuto tantissimo suonare jazz a Torino e vorrei essere
lì con voi al Festival durante la proiezione del mio film. Mi sento
particolarmente vicino a questo film perché non solo ho passato
momenti bellissimi mentre lo giravo nel Sud della Francia, ma
anche perché esprime i miei sentimenti in modo romantico».
**
Wei Ling Soo is the greatest magician of the moment, but no one
knows that behind the features of the Chinese prestidigitator hides
a gruff English gentleman, Stanley Crawford, who has a manifest
aversion for charlatans who profess to be mediums. When his old
friend Howard asks him to investigate the honesty of the young
clairvoyant Sophie, Stanley jumps at the opportunity and goes to
the home of the Catledges, where the girl is a guest. Convinced
of Sophie’s bad faith, he will be forced to rethink his position after
a number of episodes put his certainties to the test. Could it really
be magic?
“I had a wonderful time playing jazz in Turin and I wish I could
be there for the showing of my movie at the Film Festival. I feel
particularly close to this movie because not only did I have a
wonderful time making it in the South of France but it expresses
so many of my own personal feelings in a romantic way.”
42
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Woody Allen (New York, Usa, 1935)
ha iniziato la sua carriera come
autore per programmi tv ed
esibendosi in spettacoli di cabaret.
Nel 1966 ha esordito alla regia con
Che fai, rubi?, riscuotendo quindi
grande successo con la commedia
teatrale Provaci ancora, Sam, portata
sullo schermo da Herbert Ross nel
1972. Ha poi diretto oltre quaranta
film, tra cui Prendi i soldi e scappa,
Io e Annie, con cui ha vinto quattro
Oscar, Manhattan, Zelig, Hannah
e le sue sorelle, Harry a pezzi, Midnight
in Paris, che ha vinto l’Oscar per la
miglior sceneggiatura originale nel
2012, e Blue Jasmine, che è valso
l’Oscar a Cate Blanchett come
miglior attrice.
Woody Allen (New York, NY, USA,
1935) began his career as author of TV
shows and doing comedy. In 1966 he
debuted as director of What’s Up,
Tiger Lily?. Eventually he achieved
great success with his theater comedy
Play It Again, Sam, brought to screen
by Herbert Ross in 1972. After that he
directed over forty movies, among the
others Take the Money and Run,
Annie Hall, awarded with four
Academy Awards, Manhattan,
Zelig, Hannah and Her Sisters,
Deconstructing Harry, Midnight in
Paris, awarded with the Academy
Award for best writing in 2012, and
Blue Jasmine, worthed an Oscar
as best actress to Cate Blanchett.
filmografia essenziale/
essential filmography
What’s Up, Tiger Lily? (Che fai, rubi?,
1966), Take the Money and Run
(Prendi i soldi e scappa, 1969), Love
and Death (Amore e guerra, 1975),
Annie Hall (Io e Annie, 1977),
Manhattan (id., 1979), Zelig (id.,
1983), Hannah and Her Sisters
(Hannah e le sue sorelle, 1986),
Radio Days (id., 1987), Crimes and
Misdemeanors (Crimini e misfatti,
1989), Deconstructing Harry (Harry
a pezzi, 1997), Sweet and Lowdown
(Accordi e disaccordi, 1999), Match
Point (id., 2005), Whatever Works
(Basta che funzioni, 2009), Midnight
in Paris (id., 2011), To Rome with Love
(id., 2012), Blue Jasmine (id., 2013),
Magic in the Moonlight (id., 2014).
F E S TA M O B I L E
constantin popescu
MECANICA NOSTALGICĂ A ÎNTÎMPLĂRILOR
Romania, 2014, HD, 30’, col.
THE
NOSTALGIC
MECHANICS
OF
RANDOMNESS
regia/director
Constantin Popescu
sceneggiatura/screenplay
Liviu Marghidan,
Constantin Popescu
fotografia, produttore/
cinematography, producer
Liviu Marghidan
montaggio/film editing
Corina Stavila
scenografia/
production design
Bogdan Niculescu
costumi/costume design
Alexandra Ungureanu
suono/sound
Mihai Bogos
interpreti e personaggi/
cast and characters
Victor Rebengiuc (Titi
Penescu), Constantin Dita
(Mitu), Andreea Gheorghe
(Mia), Nicodim Ungureanu
(l’amministratore/building
administrator), Alexandru
Potocean (l’impiegato
dell’agenzia pubblicitaria/
advertising company’s
employee), Dragos Bucur
(il direttore dell’agenzia
pubblicitaria/advertising
company’s director), Vasile
Calofir (lo sfruttatore/pimp),
Antonia Micu (la signora
al cimitero/lady at the
graveyard), David Micu
(il ragazzino al cimitero/
kid at the graveyard),
Liviu Marghidan (il primo
becchino/graveyard digger 1),
Dan Sibisan (il secondo
becchino/graveyard digger 2)
produzione/production
Scharf Film
Titi Penescu, aviatore in pensione, conduce una vita solitaria.
A segnare le sue giornate il ricordo e la nostalgia per la moglie
scomparsa e molto amata, a ricevere le sue poche attenzioni, il
pappagallo Kiki e una motocicletta. Una mattina decide di partire
per una gita in campagna. Ma quello che sembrava un tentativo
di evasione dalla routine quotidiana prenderà una piega inattesa,
facendogli scoprire che nulla è davvero ciò che sembra.
«Mi hanno sempre interessato le storie con pochi dialoghi e
personaggi solitari. Spesso le parole sono di troppo e
probabilmente un gesto o un sorriso sono più che sufficienti.
Allo stesso tempo, però, sento che tra le cose importanti della
vita due sono fondamentali per tenerci a galla: la volontà e la
capacità di comunicare con chi ci sta intorno […] e la solitudine,
che alla fine, a un certo punto dell’esistenza, alcuni di noi
devono in un modo o nell’altro affrontare e gestire».
**
Titi Penescu, a retired pilot, lives a solitary life. He spends his days
thinking about and missing his beloved wife, who has died. He only
pays attention to his parrot Kiki and a motorcycle. One morning, he
decides to go on an outing in the countryside. But what seemed like
an attempt to escape from his daily routine takes an unexpected turn,
making him discover that nothing is what it really seems to be.
“I was always interested in stories with few words and lonesome
characters. Indeed, sometimes words are too much and maybe
a gesture or a smile are more than enough. But I often feel that,
among the important things in life, two are fundamental in order
to keep us afloat: the willingness and knowledge to communicate
with each other […] and the loneliness that many of us will
eventually have to go through, some way or another (and the
ways to manage it), at some point in our lives.”
**
contatti/contacts
Constantin Popescu
[email protected]
43
F E S TA M O B I L E
SOMMARIO
Constantin Popescu (Romania, 1973)
ha lavorato come assistente
produttore, soprattutto per Lucian
Pintillie, e parallelamente cominciato
l’attività di autore e regista realizzando
alcuni cortometraggi, tra cui
A Lineman’s Cabin (2005), premiato
a Venezia Circuito Off, Salonicco
e Barcellona, Water (2007), premio
speciale della giuria a Montpellier,
e The Yellow Smiley Face (2008),
in concorso a Locarno. È stato uno
dei realizzatori del film collettivo
Racconti dell’età dell’oro (2009),
selezionato al Certain regard di
Cannes. Nel 2010 ha presentato
al Torino Film Festival il suo
lungometraggio d’esordio Portrait
of the Fighter as a Young Man.
Constantin Popescu (Romania, 1973)
he has worked as an assistant producer,
primarily for Lucian Pintillie. At the
same time, he began his activities as a
writer and director, making a number
of shorts, including A Lineman’s Cabin
(2005), which received an award at
Venezia Circuito Off, Salonica and
Barcelona; Water (2007), a special jury
award at Montpellier; and The Yellow
Smiley Face (2008), which competed
at Locarno. He participated in the
collective film Tales from the Golden
Age (2009), selected for Un certain
regard at Cannes. In 2010 he presented
his feature-length Portrait of the
Fighter as a Young Man at the Torino
Film Festival.
filmografia/filmography
Apartamentul (The Apartment, cm,
2004), Canton (A Lineman’s Cabin,
cm, 2005), Drezina (The Train, tv,
2006), Apa (Water, cm, 2007), Fata
galbena care râde (The Yellow Smiley
Face, cm, 2008), Amintiri din epoca de
aur (coregia/codirectors Hanno Höfer,
Cristian Mungiu, Razvan Marculescu,
Ioana Uricaru, Racconti dell’età
dell’oro, 2009), Portretul luptorului
la tinere (Portrait of the Fighter as a
Young Man, 2010), Principii de viata
(Life Principles, 2010), Las fierbini
(serie tv/tv series, 2012), In
Treatement (serie tv/tv series, 2012),
Shall We Kiss (serie tv/tv series, 2013),
Mecanica nostalgică a întîmplărilor
(The Nostalgic Mechanics of
Randomness, cm, 2014).
F E S TA M O B I L E
john magary
THE MEND
Usa, 2014, HD, 111’, col.
THE MEND
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
John Magary
soggetto/story
John Magary, Myna Joseph,
Russell Harbaugh
fotografia/cinematography
Chris Teague
montaggio/film editing
Joseph Krings
scenografia, costumi/
production design,
costume design
Markus Kirschner
musica/music
Michi Wiancko, Judd
Greenstein
suono/sound
Micah Bloomberg
interpreti e personaggi/
cast and characters
Josh Lucas (Mat), Stephen
Plunkett (Alan), Lucy Owen
(Andrea), Mickey Sumner
(Farrah), Austin Pendleton
(Earl), Cory Nichols
(Ronnie), Sekou Laidlow
(Pierce), Louisa Krause
(Elinor), Leo Fitzpatrick
(Michael), Sarah Steele
(Sarah)
produttori/producers
Myna Joseph, Michael Prall
produzione/production
Moxie Pictures
coproduttori/coproducers
Bogdan George Apetri, Sam
Connelly, Adam Engelhard,
Dan Taggatz, Mayuran
Tiruchevalm
**
contatti/contacts
Myna Joseph
Tel: +1 917 817 94 83
[email protected]
44
SOMMARIO
Mat, perditempo inacidito dagli anni, si trova a una festa in
casa di suo fratello Alan, ad Harlem. Qui scopre che lui e la sua
convivente Farrah sono in procinto di partire per il Quebec e il
giorno dopo si trasferisce nell’appartamento con la sua ragazza
e il figlio di lei. Una bella sorpresa per Alan che, dal canto suo,
tornerà dalla vacanza prima del previsto e, soprattutto, senza
Farrah… Ci vorrà poco perché la situazione prenda una piega
esplosiva. Esplosivamente comica.
«Il motivo principale che mi ha spinto a fare questo film, anche
quando lo stavamo scrivendo, è stato il desiderio di raccontare
una storia mescolando i toni in modo casuale. Questa è una
caratteristica che amo, ad esempio, in un regista come
Desplechin o in tanti registi coreani: non importa se una scena
è triste e l’altra divertente, possono benissimo essere montate
in successione, senza motivare la scelta. L’importante è
accostarle e vedere cosa succede».
**
Mat, a slacker who has been soured by the passing years, goes to
a party at his brother Alan’s home in Harlem. He learns that his
brother and his live-in partner Farrah are leaving to go on a trip
to Quebec, and the next day he moves into the apartment with his
girlfriend and her son. Quite a surprise for Alan, who returns home
from his vacation unexpectedly and, above all, without Farrah…
But it doesn’t take long before the situation takes an explosive turn.
Explosively funny.
“The big thing that drove the making of the movie, even when
we were writing, was mixing tones willy-nilly. This is something I love
about Desplechin and a lot of Korean filmmakers – it doesn’t matter
if this scene is sad and that scene is funny. They can be right next
to each other and you don’t have to answer for it. Just put them next
to each other and see what happens.”
F E S TA M O B I L E
John Magary (Dallas, Texas, Usa) ha
studiato presso il Williams College e
la Columbia University e ha esordito
come regista nel 2003 con il
cortometraggio What’s It Like There?
I successivi Our National Parks
(2006) e The Second Line (2007)
sono stati poi selezionati
rispettivamente all’Edinburgh
International Film Festival e al Torino
Film Festival, nella sezione Onde.
La sua attività di saggista gli è valsa
una Grand Marnier Film Fellowship
per il saggio Shock to the System:
Adolfo Aristarain’s Time for Revenge
(2003), poi pubblicato sul «Film
Comment Magazine». Magary
è stato inserito dalla rivista
«Filmmaker Magazine» tra
i venticinque nuovi registi
indipendenti da tenere d’occhio.
John Magary (Dallas, TX, USA)
studied at Williams College and
Columbia University, and debuted in
directing in 2003 with the short What’s
It Like There? His next two movies,
Our National Parks (2006) and The
Second Line (2007), were selected for
the Edinburgh International Film
Festival and the Waves section of the
Torino Film Festival, respectively. As an
essayist, he received a Grand Marnier
Film Fellowship for his essay Shock to
the System: Adolfo Aristarain’s Time
for Revenge (2003), which was later
published in “Film Comment
Magazine.” “Filmmaker Magazine”
included Magary on its list of the
twenty-five new indie directors to keep
an eye on.
filmografia/filmography
What’s It Like There? (cm, 2003),
Site in Fishkill Creek (cm, 2004),
We Are All Guerrillas (cm, 2005),
Our National Parks (cm, 2006),
The Second Line (cm, 2007),
The Mend (2014).
F E S TA M O B I L E
stefano di polito
MIRAFIORI LUNAPARK
PREMIO CIPPUTI
Italia/Italy, 2014, HD, 75’, col.
MIRAFIORI
LUNAPARK
regia/director
Stefano Di Polito
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Stefano Di Polito,
Anna Gasco
fotografia/cinematography
Paolo Ferrari
montaggio/film editing
Raimondo Aiello
scenografia/
production design
Alessandro Marrazzo
costumi/costume design
Patrizia Mazzon
musica/music
Saro Cosentino
suono/sound
Marco Tidu
interpreti/cast
Alessandro Haber, Antonio
Catania, Giorgio Colangeli,
Tiziana Lodato, Carlo
Marrapodi, Mariella Fabbris,
Mimmo Calopresti,
Pietro Dellepiane
produttori/producers
Mimmo Calopresti,
Eileen Muriel Tasca
produzione/production
Alien Films
**
contatti/contacts
Alien Films
Mimmo Calopresti
[email protected]
A Mirafiori, sede storica dei primi stabilimenti della Fiat e simbolo
delle lotte operaie degli anni Settanta, è tempo di riqualificazione:
una vecchia fabbrica abbandonata sta per essere abbattuta per fare
spazio al vicino campo da golf. Ma Carlo, Franco e Delfino, che nel
capannone hanno speso buona parte della loro vita, non sono
disposti a uscire di scena senza fare un ultimo tentativo per
ripopolare il quartiere e riavvicinare figli e nipoti.
«Il film non suggerisce una nuova ricetta economica, ma si
sofferma sul dovere di raccogliere l’eredità immateriale delle
fabbriche. Mirafiori è il luogo del più grande stabilimento
industriale italiano, dell’immigrazione dal Sud, dei sogni di
riscatto realizzati attraverso il boom economico, della migliore
istruzione possibile per i figli, dell’emancipazione, degli scontri
politici e dei diritti conquistati. Le fabbriche sono la memoria
di un’epoca. Prima di cancellare i segni del passato abbiamo
bisogno di assicurarci un futuro meno vuoto e di ricostruire un
rapporto più intimo, sincero e sentimentale con ciò che siamo
stati».
**
Mirafiori, the historical headquarters of FIAT’s first car-manufacturing
factory and a symbol of labor union’s struggles of the 1970s, is about
to be revamped: the old abandoned warehouse is going to be torn
down to make room for the new golf course. But Carlo, Franco and
Delfino, who spent most of their lives working in that factory, are not
going to leave the premises without trying one last time to repopulate
the neighborhood and reconnect with their sons and grandchildren.
“The movie doesn’t offer a new economic recipe: it focuses on the
need to gather the intangible heritage of factories. Mirafiori was the
largest industrial establishment in Italy. It was a migration
destination from Southern Italy, where dreams of redemption brought
by the economic boom gave children the opportunity to get a better
education. And it was the stage for political clashes and conquered
rights. Factories are the legacy of an era. Before erasing the signs of
the past, we need to ensure a less empty future by building a more
intimate, sincere and emotional relationship with what we once
were.”
45
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Stefano Di Polito (Torino, 1975),
sceneggiatore e regista per il cinema,
è inoltre autore di format per web,
radio, televisione e teatro. Nato e
cresciuto a Mirafiori, dove è rimasto
fino all’università, si è laureato in
scienze della comunicazione e nel
2005 ha fondato il Laboratorio
creativo, centro per l’applicazione
della creatività nell’innovazione
sociale, culturale, politica e civica.
Dal suo impegno civico è nato anche
I Signori Rossi, movimento nazionale
contro la corruzione e per la
diffusione dell’etica nella gestione
dei beni comuni. Dall’esperienza
è poi nato il volume C’è chi dice no,
pubblicato da Chiarelettere nel 2013.
Stefano Di Polito (Turin, Italy, 1975)
is screenwriter and filmmaker, as well
as an author of web, radio, TV and
theater formats. He was born and
raised in Mirafiori, where he stayed
until college. He graduated in
communication sciences and in 2005
he founded the Creative Lab, a center
for applying creativity to social,
cultural, political and civil innovation.
I Signori Rossi was an offshoot
of his civil commitment: a national
movement to fight against corruption
and for the ethical use of public funds.
This experience then gave birth to the
book C’è chi dice no (published by
Chiarelettere in 2013).
filmografia essenziale/
essential filmography
Reality Scuò (mm, doc., 2009),
LungoKMetraggio (cm, 2009), Piazza
delle repubbliche (cm, 2011), Mirafiori
Lunapark (2014).
F E S TA M O B I L E
giacomo ciarrapico, mattia torre, luca vendruscolo
OGNI MALEDETTO NATALE
Italia/Italy, 2014, HD, 95’, col.
ANY GIVEN
CHRISTMAS
regia, sceneggiatura/
directors, screenplay
Giacomo Ciarrapico, Mattia
Torre, Luca Vendruscolo
fotografia/cinematography
Michele Paradisi
scenografia/
production design
Marta Maffucci
costumi/costume design
Veronica Fragola
musica/music
Giuliano Taviani,
Carmelo Travia
suono/sound
Filippo Porcari
interpreti/cast
Alessandro Cattelan, Marco
Giallini, Corrado Guzzanti,
Alessandra Mastronardi,
Valerio Mastandrea,
Laura Morante,
Francesco Pannofino,
Caterina Guzzanti,
Andrea Sartoretti, Stefano
Fresi, Franco Ravera, Valerio
Aprea, Massimo
De Lorenzo
produttori/producers
Lorenzo Mieli,
Mario Gianani
produzione/production
Wildside, Rai Cinema
distribuzione/distribution
01 distribution
**
contatti/contacts
01 Distribution
Tel: +39 06 684 70 01
[email protected]
www.01distribution.it
Massimo e Giulia hanno storie e vite molte diverse. Quando
si incontrano, però, scatta il colpo di fulmine. C’è solo un
problema: il Natale si avvicina minaccioso. La decisione di andare
a trovare le rispettive famiglie per trascorrere le feste insieme
si rivelerà un’insospettabile catastrofe dai risvolti tragicomici.
Potrà il loro amore sopravvivere al Natale?
«Ogni maledetto Natale è una commedia sentimentale e satirica,
un film scritto e diretto con la libertà che abbiamo sempre
nell’affrontare un tema più grande, più largo. E nel ribaltarlo
completamente. Il Natale, che dovrebbe essere un momento
di armonia, pace e coesione familiare, è qui raccontato come un
incubo antropologico, all’origine di tutti i disagi di quel periodo,
una festività che stressa e affatica le persone sin dalla notte dei
tempi. […] Così abbiamo preso la cosa più bella del mondo – due
giovani pieni di speranze che si amano veramente – e li abbiamo
fatti scontrare col Natale. Questa è la domanda che pone il film:
può l’amore resistere al Natale?»
**
Massimo and Giulia come from completely different paths of life.
But when they meet, it’s love at first sight. There is only one problem:
the looming prospect of Christmas. They decide to visit their
respective families and celebrate the holiday together, with
tragicomic results. Will their love survive Christmas?
“Ogni maledetto Natale (‘every damn Christmas’) is a romantic
comedy and a satire, written and directed with the kind of freedom
we have when grappling with a bigger, wider issue. And when we
completely flip it over. Christmas should be a time of harmony, peace,
family cohesion; but here it’s an anthropological nightmare: it’s the
source of all that unease from the time, a stressful holiday that tires
people out since the dawn of time. […] So we got the greatest thing
in the world, a young couple truly in love full of hope, and we pitted
them against Christmas. This is the movie’s central question: can
love survive Christmas?”
Giacomo Ciarrapico (Roma, 1971),
dopo il Centro sperimentale, ha scritto
e diretto commedie teatrali. Con il
corto Dentro e fuori ha vinto la Sacher
d’oro; con Piccole anime ed Eccomi qua
ha partecipato al Torino Film Festival.
Dal 1996 lavora anche per la tv e dalla
collaborazione con Vendruscolo e
Torre sono nate le serie tv Buttafuori
e Boris, e nel 2011 Boris - Il film.
Mattia Torre (Italia), autore teatrale,
nel 2003 ha vinto con In mezzo al
mare, interpretato da Valerio Aprea, la
rassegna Attori in cerca d’autore del
Teatro Valle di Roma e nel 2005 ha
scritto e diretto Migliore, con Valerio
Mastandrea. È tra gli autori di Parla
con me di Serena Dandini. Nel 2013
ha firmato la pièce Qui e ora.
Luca Vendruscolo (Udine, 1966),
diplomato al Centro sperimentale, ha
vinto il Solinas con la sceneggiatura,
scritta con Torre, di Piovono mucche,
con cui ha esordito alla regia nel 2011.
Giacomo Ciarrapico (Rome, Italy, 1971),
graduated from the Centro sperimentale.
He wrote and directed a few comedies
for theatre. Dentro e fuori received the
Golden Sacher Award. He participated
to the Torino Film Festival with Piccole
anime and Eccomi. In 1996, he started
working in TV, collaborating with
Vendruscolo and Torre in the creation
of the TV series Buttafuori and Boris,
followed in 2011 by Boris - Il film.
Mattia Torre (Italy) is a playwright.
In 2003, In mezzo al mare, with Valerio
Aprea, won the award from Attori in
cerca d’autore of the Teatro Valle in
Rome. In 2005, he wrote and directed
Migliore, with Valerio Mastandrea.
He is one of the writers for the TV show
Parla con me, with Serena Dandini.
In 2013, he wrote the play Qui e ora.
Luca Vendruscolo (Udine, Italy, 1966)
graduated from the Centro sperimentale.
He won the Solinas Award for the
screenplay he wrote with Torre, Piovono
mucche, his debut as a director.
filmografia/filmography
Giacomo Ciarrapico:
Piccole anime (1998), Dentro e fuori
(cm, 2001), Eccomi qua (2002).
Luca Vendruscolo:
Piovono mucche (2011).
Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre,
Luca Vendruscolo:
Boris - Il film (2011), Ogni maledetto
Natale (2014).
46
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
F E S TA M O B I L E
bruno dumont
P’TIT QUINQUIN
Francia/France, 2014, HD, 200’, col.
LI’L QUINQUIN
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Bruno Dumont
fotografia/cinematography
Guillaume Deffontaines
montaggio/film editing
Basile Belkhiri,
Bruno Dumont
suono/sound
Philippe Lecoeur
interpreti e personaggi/
cast and characters
Alane Delhaye (P’tit
Quinquin), Lucy Caron (Eve
Terrier), Bernard Pruvost
(com. Van der Weyden),
Philippe Jore
(ten./lt. Carpentier),
Philippe Peuvion
(il padre di/father of
Quinquin), Cindy Louguet
(la signora/Mme Campin)
produzione/production
3B Productions,
Arte France
coproduzione/coproduction
Pictanovo, Le Fresnoy
**
contatti/contacts
Ndm International Sales
Bianca Fontez
Tel: +52 55 527 393 07
[email protected]
www.mantarraya.com
P’tit Quinquin,
presentato nella versione in
cinemascope per il cinema,
è una serie televisiva divisa
in quattro puntate da 50
minuti l’una.
Li’l Quinquin, presented in
a scope version for cinema,
is a tv series, made of four
50-minute-long episodes.
47
SOMMARIO
Campagna francese. A indagare su alcuni strani omicidi arrivano
un comandante della polizia e il suo sottoposto, che si lanciano
in una serie di maldestri tentativi per far luce sul mistero,
mentre i delitti aumentano e non sembra esserci alcun indizio
sull’identità del colpevole. La cosa, però, non turba troppo gli
abitanti del luogo, e nemmeno il gruppo di ragazzini capeggiato
da P’tit Quinquin, che continua a godersi le vacanze estive.
«La commedia ha quasi lo stesso potere esplosivo del dramma,
la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, in modo piuttosto
diretto (la risata è una detonazione, un’esplosione interiore).
La commedia è arrivata a me attraverso i film drammatici che ho
diretto; stranamente durante le riprese se ne stava lì appostata,
un poco nascosta, perché è fatta della stessa pasta: è parte del
delicato processo di bilanciamento del dramma, è sempre una
possibilità e un rischio».
**
The French countryside. A police lieutenant and his aide arrive
to investigate some strange crimes and initiate a series of clumsy
attempts to shed light on the mystery, while the murders multiply
and there are no plausible clues as to the guilty person’s identity.
But the local inhabitants don’t seem terribly perturbed, nor does
a group of youngsters led by Li’l Quinquin, who continues to enjoy
his summer vacation with his friends.
“Comedy has almost the same firepower as drama: the power to
go right to the heart of things, as comedy does in a rather direct way
(laughter is the detonation, that of an inner explosion). Comedy
came to me from the dramas that I directed: strangely enough,
it was always lurking around during the shooting and the takes.
Comedy lurked there simply because it is cut from the same cloth:
it was always in the equation during the delicate balancing of a
drama, because it was always a possibility and a risk.”
F E S TA M O B I L E
Bruno Dumont (Bailleul, Francia,
1958), laureato in filosofia, è
professore di cultura francese.
Il suo primo lungometraggio La vita
inquieta, presentato nel 1997 al
festival Cinema Giovani di Torino,
è stato selezionato lo stesso anno
alla Quinzaine des réalisateurs di
Cannes, dove ha ottenuto una
menzione speciale per la Caméra
d’or. Nel 1999 è tornato a Cannes
con L’umanità, ricevendo il gran
premio della giuria, mentre con il
successivo Twentynine Palms (2003),
girato nel deserto californiano, ha
partecipato in concorso alla Mostra
di Venezia. Tre anni dopo, nel 2006,
ha vinto nuovamente il gran premio
della giuria di Cannes con Flandres.
Bruno Dumont (Bailleul, France,
1958), a degree in philosophy, is a
professor of French culture. His first
feature film, The Life of Jesus, was
presented in 1997 at the festival
Cinema Giovani in Turin, and was
selected that same year for the
Quinzaine des réalisateurs in Cannes,
where it received a special mention for
the Caméra d’or. In 1999 he returned
to Cannes with Humanité, which
received the grand jury prize, while his
next movie, Twentynine Palms (2003),
shot in the California desert, competed
at the Venice Film Festival.
Three years later, in 2006, he once
again won the grand jury prize at
Cannes with Flandres.
filmografia/filmography
La vie de Jésus (La vita inquieta, 1997),
L’humanité (L’umanità, 1999),
Twentynine Palms (id., 2003), Flandres
(2006), Hadewijch (2009), Hors
Satan (2011), Camille Claudel 1915
(2013), P’tit Quinquin (tv, 2014).
F E S TA M O B I L E
michele placido
PRIMA DI ANDARE VIA
Italia/Italy, 2014, HD, 65’, col.
BEFORE
LEAVING
regia/director
Michele Placido
sceneggiatura/screenplay
Filippo Gili
fotografia/cinematography
Bruno Cascio
montaggio/film editing
Michele Placido,
Luca Morazzano
scenografia/
production design
Francesco Ghisu
costumi/costume design
Biancamaria Gervaso
musica/music
Luca D’Alberto
interpreti/cast
Giorgio Colangeli, Filippo
Gili, Michela Martini,
Aurora Peres, Vanessa
Scalera, Francesca Alunno
produttore/producer
Federica Vincenti
produzione/production
Goldenart Production
**
contatti/contacts
Goldenart
Vincenzo Bonomo
[email protected]
www.goldenartproduction.it
Una cena in famiglia. Si parla di vacanze, scuola, maestre
incompetenti e di tutte quelle cose condivise che rendono cinque
persone parte della stessa storia, fatta di ricordi comuni e piccoli
riti da mettere ogni volta in scena. I genitori si punzecchiano,
la figlia che vive fuori casa prende in giro la madre, con la
complicità sorniona del padre. Tutti sono a proprio agio, nei
ruoli di sempre e con il rinnovato entusiasmo di chi, non vivendo
più insieme, gode ancor di più di questi momenti. Ma lo strano
silenzio del figlio grava sulla tavola e preannuncia un epilogo
della serata diverso dal previsto.
«La decisione di intraprendere questo progetto filmico è stata
presa dopo aver visto lo spettacolo teatrale messo in scena al
Teatro Argot, per la regia di Francesco Frangipane. Sono stato
conquistato non solo dalla qualità del testo di Filippo Gili,
ma anche dalla bravura degli attori. Ciò che poteva apparire
come il solito spettacolo, nascondeva in realtà un tema ben
più complesso tra le sottili trame di una straordinaria materia
teatrale».
**
A family chatting at the dinner table about vacations, school,
incompetent teachers, and all those shared experiences that make five
people feel part of the same story. A story made of shared memories
and small rituals that are constantly reenacted. The parents picking
on each other, one of the daughters, who lives on her own, teasing
her mother with her father’s sly complicity. Everyone is at ease in
their respective roles with the renewed enthusiasm of no longer
living together, cherishing these moments even more. But the son’s
awkward silence weighs on the dinner table, foreshadowing a rather
unexpected conclusion to the evening.
“I decided to undertake this project after seeing a play at the Argot
Theater directed by Francesco Frangipane. I was struck not only by
the quality of Filippo Gili’s text, but also by the actors’ talent.
What could appear as the usual play, was actually hiding a much
more complex theme between its subtle plots with extraordinarily
theatrical substance.”
48
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Michele Placido (Ascoli Satriano,
Foggia, 1946), dopo gli studi
all’Accademia d’arte drammatica,
ha esordito a teatro nel 1970 con
Luca Ronconi nell’Orlando furioso.
Quattro anni più tardi ha debuttato
nel cinema come attore con Romanzo
popolare di Mario Monicelli, cui è
seguito Marcia trionfale di Marco
Bellocchio (1976). Celebre interprete
del commissario Cattani nella serie
televisiva La piovra (1984-1989), nel
1990 ha presentato Pummarò, suo
esordio alla regia, a Cannes, dove
due anni più tardi è tornato con
Le amiche del cuore, selezionato
dalla Quinzaine des réalisateurs.
Tra i vari riconoscimenti ottenuti
dai suoi film, nel 2002 Un viaggio
chiamato amore è valso la Coppa
Volpi a Stefano Accorsi come miglior
attore protagonista, mentre tre anni
dopo Romanzo criminale è stato
premiato con otto David di
Donatello e cinque Nastri d’argento.
Michele Placido (Ascoli Satriano,
Foggia, Italy, 1946), after studying at
the Academy of Dramatic Arts, made
his stage debut in 1970 in Orlando
furioso with Luca Ronconi. He made
it to the silver screen four years later,
acting in Mario Monicelli’s Come
Home and Meet My Wife, followed
by Marco Bellocchio’s Victory March
(1976). He is the well-known face
of Commissario Cattani, the chief
of police from the TV series La piovra
(1984-1989). His first work as a
director, Tomato, was presented at
Cannes in 1990, where he returned two
years later with Close Friends, selected
for the Quinzaine des réalisateurs. His
award-winning films include A Journey
Called Love (2002), which earned
Stefano Accorsi a Volpi Cup for best
actor at the Venice Film Festival.
Three years later, he made Romanzo
criminale, winner of eight David di
Donatello and five Nastri d’argento.
filmografia/filmography
Pummarò (1990), Le amiche del
cuore (1992), Un eroe borghese (1995),
Del perduto amore (1998), Un viaggio
chiamato amore (2002), Ovunque sei
(2004), Romanzo criminale (2005),
Il grande sogno (2009), Vallanzasca Gli angeli del male (2010), Le guetteur
(Il cecchino, 2012), Prima di andare
via (2014).
F E S TA M O B I L E
dario argento
PROFONDO ROSSO
Italia/Italy, 1975, 35mm, 126’, col.
DEEP RED
regia/director
Dario Argento
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Dario Argento,
Bernardino Zapponi
fotografia/cinematography
Luigi Kuveiller
montaggio/film editing
Franco Fraticelli
scenografia/
production design
Giuseppe Bassan
costumi/costume design
Elena Mannini
musica/music
Goblin, Giorgio Gaslini
interpreti e personaggi/
cast and characters
David Hemmings (Marc
Daly), Daria Nicolodi
(Gianna Brezzi), Clara
Calamai (Marta)
Gabriele Lavia (Carlo),
Macha Méril (Helga
Ulmann), Eros Pagni
(comm./supt. Calcabrini),
Giuliana Calandra (Amanda
Righetti), Piero Mazzinghi
(Bardi), Glauco Mauri
(prof. Giordani)
produttore/producer
Salvatore Argento
produzione/production
Rizzoli Film, Seda Spettacoli
**
contatti/contacts
Medusa Film
Tel: +39 06 663901
[email protected]
www.medusa.it
Helga Ullmann, una sensitiva tedesca che vive a Roma, viene
uccisa nel suo appartamento a colpi di mannaia: durante un
convegno di parapsicologia appena concluso aveva avvertito la
presenza di un assassino nel pubblico, rivelandone l’identità a
un collega. A ucciderla un individuo con impermeabile, guanti
di pelle nera e cappello a tesa larga, che agisce sulle note di una
nenia per bambini. Per puro caso Marc, pianista vicino di casa
della medium, e il suo amico Carlo assistono al sanguinoso
delitto, individuando il killer che si allontana. Tormentato
dall’accaduto, Marc decide di indagare sull’identità del misterioso
assassino ma, più la verità sembra rivelarsi, più il caso
s’ingarbuglia. Inoltre le persone con cui entra in contatto nel
tentativo di fare luce, iniziano inspiegabilmente a venire uccise…
Uno dei capolavori di Argento, presentato in un nuovo restauro
digitale a cura della Cineteca nazionale e di Medusa, in occasione
del quarantesimo anniversario della sua uscita.
**
Helga Ullmann, a German psychic living in Rome, is stabbed in
her apartment with a hatchet. During a recent parapsychology
convention, she had felt the presence of a murderer in the audience
and had pointed him out to a colleague of hers. A man wearing
a raincoat, black leather gloves, and a wide-brimmed hat, kills her
to the tune of a children’s song. The psychic’s neighbor, a pianist
called Marc, and his friend Carlo happen to witness the brutal
murder and catch a glimpse of the killer as he is leaving. Marc is
tormented by what he saw, so he decides to discover the identity of
the mysterious hatchet man. But the closer he gets to the truth, the
more intricate the case becomes. Soon, the people he contacts to help
him shed light on the murder are inexplicably killed one after the
other…
One of Dario Argento’s masterpieces, presented in the new version,
digitally restored by the National Film Archives and Medusa in
occasion of the 40 anniversary of its original release.
TH
49
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Dario Argento (Roma, 1940) lavora
come aiuto di Sergio Leone, con cui
collabora alla sceneggiatura di C’era
una volta il West (1968), ed esordisce
con L’uccello dalle piume di cristallo
(1970), seguito da Il gatto a nove code
(1971) e Quattro mosche di velluto
grigio (1971). Cimentatosi nel filone
storico con Le cinque giornate (1973),
torna al thriller-horror con Profondo
rosso (1975) e Suspiria (1977). Nel
1987 si trasferisce negli Usa, dove
gira Il gatto nero, episodio di Due
occhi diabolici (1990), e il thriller
Trauma (1993). La sindrome di
Stendhal (1996) segna il ritorno in
Italia. Nel 2001 dirige poi il thriller
Nonhosonno, e nel 2004 Il cartaio.
Partecipa quindi alla serie Masters
of Horror (2005-2006) con Jenifer
e Pelts, entrambi presentati al Torino
Film Festival. Nel 2014 ha pubblicato
per Einaudi l’autobiografia Paura.
Dario Argento (Rome, Italy, 1940)
began his career as an assistant to
Sergio Leone, collaborating on the
screenplay of Once Upon a Time in
the West (1968). He debuted with Bird
with the Glass Feathers (1970),
followed by The Cat O’Nine Tails
(1971) and Four Flies on Grey Velvet
(1972). After trying his hand at history
with The Five Days of Milan (1973),
he returned to the horror genre with
Deep Red (1975) and Suspiria (1977).
He moved to the United States in
1987, where he directed the episode
The Black Cat from the film Two Evil
Eyes (1990) and the thriller Trauma
(1993). The Stendahl Syndrome
(1996) marks his return to Italy. He
then directed the thriller Sleepless
(2001), and The Card Player (2004).
He then participated to the series
Masters of Horror (2005-2006),
directing the episodes Jenifer and Pelts,
both presented in Turin. In 2014, he
published his autobiography Paura.
filmografia essenziale/
essential filmography
L’uccello dalle piume di cristallo (1970),
Il gatto a nove code (1971), Quattro
mosche di velluto grigio (1971), Le
cinque giornate (1973), Profondo rosso
(1975), Suspiria (1977), Inferno (1980),
Tenebre (1982), Phenomena (1985),
Opera (1987), Due occhi diabolici
(coregia/codirector George Romero,
1990), Trauma (1993), La sindrome di
Stendhal (1996), Il fantasma dell’opera
(1998), Nonhosonno (2001), Il cartaio
(2004), Masters of Horror (ep. Jenifer,
tv, 2005; ep. Pelts, tv, 2006), La terza
madre (2007), Giallo (2009), Dracula
3D (2012).
F E S TA M O B I L E
david michôd
THE ROVER
Australia-Usa, 2014, 35mm, 103’, col.
THE ROVER
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
David Michôd
soggetto/story
David Michôd,
Joel Edgerton
fotografia/cinematography
Natasha Braier
montaggio/film editing
Peter Sciberras
scenografia/
production design
Jo Ford
costumi/costume design
Cappi Ireland
musica/music
Antony Partos, Colin
Stetson, William Basinski,
Tortoise
suono/sound
Sam Petty
interpreti e personaggi/
cast and characters
Guy Pearce (Eric), Robert
Pattinson (Rey), Scoot
McNairy (Henry), David
Field (Archie), Anthony
Sayes (il soldato/soldier),
Gillian Jones
(la nonna/grandma),
Susan Prior (Dorothy
Peeples), Richard Green
(il negoziante/storekeeper),
Tawanda Manyimo (Caleb),
James Fallon (Colin)
produttori/producers
Liz Watts, David Linde,
David Michôd
produzione/production
Porchlight Films,
Lava Bear Films
distribuzione/distribution
Koch Media
**
contatti/contacts
Koch Media
Claudio Rapino
[email protected]
www.kochmedia.com
50
SOMMARIO
Dieci anni dopo il collasso delle economie occidentali, l’Australia
è divenuta terra di nessuno, punto di approdo per disperati
attirati dalle riserve minerarie rimaste. Gente come Eric, freddo,
arrabbiato e allo sbando. La sua furia esplode quando gli viene
rubata l’auto, l’ultimo bene rimastogli, e per recuperarla si lancia
all’inseguimento della gang responsabile del furto. Con lui il
giovane e ingenuo Rey, fratello di uno dei ladri, abbandonato
perché ferito durante un assalto.
«The Rover si svolge in un imprecisato futuro prossimo, ma
essenzialmente parla dell’oggi. Parla della capacità di
autodistruggersi di economie ormai prive di regole e dei
cambiamenti inevitabili negli equilibri del potere globale.
Parla delle conseguenze problematiche dell’avidità umana
e della distruzione ambientale, apparentemente impossibili
da affrontare, e della disperazione che possono provocare nella
gente che lotta ogni giorno. Più di ogni altra cosa, è un film
che parla di come questi fattori influenzino le vite emotive
delle persone».
**
Ten years after the collapse of the West’s economies, Australia has
become a no-man’s land, a haven for desperate people attracted by
the remaining mineral reserves. People like Eric, stony, angry and
adrift. His fury explodes when someone steals his car, his last
remaining asset, and to recover it he goes after the gang that stole it.
He is accompanied by the brother of one of the thieves, young and
naïve Rey, who was abandoned after being wounded during a heist.
“The Rover is set in an unspecified near-future, but is, in essence,
a film about today. It’s about the rapacious capacity for underregulated Western economies to destroy themselves and it’s about the
inevitable shifting balance of global power. It’s about the seemingly
intractable problems of human greed and environmental destruction
and the despair these forces might elicit in struggling people. More
than anything, it’s about the ways these factors affect the emotional
lives of individuals.”
F E S TA M O B I L E
David Michôd (Sydney, Australia,
1972) ha studiato presso la University
of Melbourne e il Victorian College of
the Arts. Tra il 2003 e il 2006 ha
collaborato con la redazione della
rivista «Inside Film». Ha debuttato
con il cortometraggio Ezra White,
LL.B. (2006), a cui sono seguiti
Crossbow (2007) e Netherland Dwarf
(2008), entrambi proiettati a Venezia
e alla Berlinale, e i documentari Solo
(coregia di Jen Peedom, 2008) e
Inside the Square (2009). Con il
lungometraggio d’esordio Animal
Kingdom (2010) ha vinto, tra i
numerosi premi, il World Cinema
Grand Jury Prize al Sundance e ha
ottenuto la nomination ai Golden
Globe e agli Oscar per la migliore
attrice non protagonista Jacki Weaver.
David Michôd (Sydney, Australia,
1972) studied at the University of
Melbourne and the Victorian College
of the Arts. From 2003 to 2006 he
collaborated on the editorial staff of the
magazine “Inside Film.” He debuted
with the short Ezra White, LL.B.
(2006), which was followed by
Crossbow (2007) and Netherland
Dwarf (2008), both of which were
screened at Venice and the Berlinale,
and the documentaries Solo
(codirected with Jen Peedom, 2008)
and Inside the Square (2009). His
debut feature film Animal Kingdom
(2010) received numerous awards,
including the World Cinema Grand
Jury Prize at the Sundance Film
Festival, and also received Golden
Globe and Oscar best supporting
actress nominations for Jacki Weaver.
filmografia/filmography
Ezra White, LL.B. (cm, 2006),
Crossbow (cm, 2007), Netherland
Dwarf (cm, 2008), Solo
(coregia/codirector Jen Peedom,
doc., 2008), Inside the Square (cm,
doc., 2009), Animal Kingdom (id.,
2010), Enlightened (serie tv/tv series,
2013), The Rover (2014).
F E S TA M O B I L E
debra granik
STRAY DOG
Usa, 2014, HD, 98’, col.
STRAY DOG
regia/director
Debra Granik
fotografia/cinematography
Eric Phillips-Horst
montaggio, coproduttore/
film editing, coproducer
Victoria Stewart
musica/music
Marideth Sisco
suono/sound
Peter Levin
interpreti/cast
Ron «Stray Dog» Hall,
Alicia Soriano Hall, Felipe
Angel Padilla Soriano, Felipe
de Jesús Padilla Soriano,
Cristy Thomas, Robin
Smith, Cynthia Smith,
Theodore Smith, Evelyn
Maylath Hall, Al Maylath
produttore/producer
Anne Rosellini
produzione/production
Still Rolling Productions
**
contatti/contacts
Anne Rosellini
[email protected]
Ron Hall vive nel Sud del Missouri, dove possiede un’area di sosta
per camper. Per sette anni ha vissuto con l’unica compagnia dei
suoi quattro cani, ma da poco ha accolto la moglie Alicia, appena
arrivata dal Messico. La nuova convivenza è una prova importante
per Ron, veterano del Vietnam e biker molto legato ai compagni di
viaggio lungo le strade americane. Alicia e i suoi due figli sono per
lui fonte di grandi cambiamenti e di una nuova esistenza.
«Le mie radici di filmmaker risiedono nell’osservazione
documentaristica; nei film di finzione amo lavorare con attori
non professionisti in set autentici, per dare maggior realismo.
La finzione è un tentativo di guardare da più vicino, ma
il documentario è diverso, è un processo che rende umili.
Documentare la vita quotidiana non ammette organizzazione
e controllo. […] Girare e montare un documentario significa spesso
compiere un imprevedibile e contradditorio percorso per trovare
l’elemento narrativo nello sciame del materiale disponibile.
È un altro modo per approcciare la dinamica tra gli aspetti narrativi
e quotidiani del racconto, cosa che alimenta il mio lavoro».
**
Ron Hall lives in southern Missouri, where he has a parking lot for
campers. For seven years, his only companions were his four dogs,
but he has recently been joined by his wife Alicia, who just arrived from
Mexico. This new cohabitation is an important test for Ron, a Vietnam
veteran and a biker who is very close to his travel companions along the
roads of America. Alicia and her two children represent a source of
great change for him and the chance for a new existence.
“As a filmmaker, my roots are in documentary observation. I like to
work with non-professional actors in authentic settings in my narrative
fictions, to impart an underlying sense of realism. For me, narrative is
an attempt to look closer, but documentary is different, and it’s a
humbling process. Documenting daily life cannot be scheduled and
bossed around. […] Shooting and editing a documentary film is often a
wayward and confounding journey of finding the narrative in a teeming
mass of available material. It’s another way to approach the dynamic
between the narrative and quotidian aspects of storytelling, which
continues to motivate my work.”
51
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Debra Granik (Cambridge,
Massachusetts, Usa, 1963) ha
studiato scienze politiche alla
Brandeis University e alla Edinburgh
University; si è poi laureata in cinema
alla New York University, dove ha
ottenuto il premio di miglior
cortometraggio per Snake Feed.
Con il suo primo lungometraggio,
Down to the Bone, ha vinto il premio
per la miglior regia al Sundance Film
Festival nel 2004, mentre con Un
gelido inverno ha ricevuto quattro
nomination all’Oscar, tra cui quella
per il miglior film, ha vinto il gran
premio della giuria al Sundance
e il Torino Film Festival.
Debra Granik (Cambridge, MA,
USA, 1963) studied political science
at Brandeis University and Edinburgh
University. She received her degree in
film from New York University, where
she received a prize for best short with
Snake Feed (1997). Her first feature
film, Down to the Bone, won the prize
for best director at the Sundance Film
Festival in 2004. Winter’s Bone was
nominated for four Oscars, including
best picture, and won the grand jury
prize at the 2010 Sundance Film
Festival and the Turin Film Festival.
filmografia/filmography
Snake Feed (cm, 1997), Down to
the Bone (2004), Un gelido inverno
(Winter’s Bone, 2010), Stray Dog
(doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
james marsh
THE THEORY OF EVERYTHING
Regno Unito-Usa/UK-USA, 2014, HD, 123’, col.
LA TEORIA
DEL TUTTO
regia/director
James Marsh
soggetto/story
dal romanzo/from the novel
Travelling to Infinity: My Life
with Stephen di/by
Jane Hawking
sceneggiatura/screenplay
Anthony McCarten
fotografia/cinematography
Benoît Delhomme
montaggio/film editing
Jinx Godfrey
scenografia/
production design
John-Paul Kelly
costumi/costume design
Steven Noble
musica/music
Jóhann Jóhannsson
interpreti e personaggi/
cast and characters
Eddie Redmayne (Stephen
Hawking), Felicity Jones
(Jane Hawking), Charlie Cox
(Jonathan Hellyer Jones),
Emily Watson (Beryl Wilde),
Simon McBurney (Frank
Hawking), David Thewlis
(Dennis Sicama)
produttori/producers
Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa
Bruce, Anthony McCarten
produzione/production
Working Title
coproduttore/coproducer
Richard Hewitt
distribuzione/distribution
Universal Pictures
International Italy
**
contatti/contacts
Universal Pictures
International Italy
Tel: +39 06 85 26 90 01
[email protected]
www.universalpictures.it
52
SOMMARIO
Nei primi anni Sessanta Stephen Hawking è uno studente di
cosmologia di Cambridge determinato a trovare una spiegazione
semplice ed eloquente per l’universo. Anche il suo mondo privato
gli si rivela quando si innamora di una studentessa di lettere,
Jane Wilde. Ma nel pieno della giovinezza la sua vita è travolta
dalla diagnosi di una malattia dei motoneuroni che gli
compromette movimento e linguaggio, lasciandogli, secondo
i primi referti, solo due anni di vita.
«Sono stato subito colpito dall’approccio dello sceneggiatore
Anthony McCarten che, per raccontare la storia, ha trovato un
punto di vista sorprendente come quello della donna che si era
innamorata di un ragazzo in buona salute e aveva poi fatto la
scelta cruciale di restare con l’uomo che amava anche dopo la
diagnosi di una malattia terminale. La storia che ha scritto
Anthony è toccante e originale nel dimostrare cosa significhi
vivere al fianco di qualcuno che è allo stesso tempo disabile e
geniale, e quanto ciò abbia pesato sulla carriera di Jane e sulla
sua vita di moglie e madre».
**
It’s the early 1960s, and Stephen Hawking is still a Cambridge
cosmology student determined to find a simple yet eloquent
explanation to the universe. He also discovers his inner world when
he falls in love with Jane Wilde, a literature student. But his life is
abruptly shaken in the middle of his youth when he is diagnosed with
a motor neuron disease that will compromise his speech and motor
skills. According to the doctors, he has a life expectancy of only two
years.
“I became infatuated with Anthony’s take [McCarten, Ed.].
He found the fascinating point of view, which was to tell the story
from the perspective of the woman who was falling in love with an
able-bodied man; she then makes the critical choice to stay with
the man she loves when he is diagnosed with a terminal illness.
The moving and unusual love story that Anthony wrote was original
in demonstrating what it’s like to live with someone who is both
disabled and a genius, and the burdens it placed on Jane’s career
and on her as a wife and mother.”
F E S TA M O B I L E
James Marsh (Truro, Regno Unito,
1963) ha iniziato la sua carriera come
documentarista per il canale
britannico Bbc. Nel 1999 ha diretto
il suo primo lungometraggio di
finzione, Wisconsin Death Trip,
divenuto con gli anni un cult movie,
a cui è seguito, nel 2005, The King,
presentato al Festival di Cannes nella
sezione Un certain regard. Con Man
on Wire - Un uomo tra le torri (2008)
ha ottenuto oltre venticinque
riconoscimenti internazionali,
tra cui l’Oscar per il miglior
documentario. Con Project Nim
(2011), invece, ha vinto il premio
come miglior regista al Sundance.
Doppio gioco è stato presentato
alla 30 edizione del Torino Film
Festival.
A
James Marsh (Truro, UK, 1963) began
his film career making documentaries
for the BBC; in 1999, he directed his
first feature film, Wisconsin Death
Trip, which became a cult movie.
In 2005, his film The King was
presented at the Cannes Film Festival
in the section Un certain regard. Man
on Wire (2008) won over twenty-five
international prizes, including the
Oscar for best documentary. Project
Nim (2011) received the directing
award at the Sundance Film Festival.
Shadow Dancer was presented at the
30 Torino Film Festival.
TH
filmografia/filmography
The Animator of Prague (doc., 1990),
The Burger & the King: The Life &
Cuisine of Elvis Presley (doc., 1996),
Wisconsin Death Trip (1999), The
Team (doc., 2005), The King (2005),
Man on Wire (Man on Wire - Un
uomo tra le torri, doc., 2008), Red
Riding: In the Year of Our Lord 1980
(2009), Project Nim (id., doc., 2011),
Shadow Dancer (Doppio gioco, 2012),
The Theory of Everything (La teoria del
tutto, 2014).
F E S TA M O B I L E
federico schiavi, gian piero palombini
TOGLIATTI(GRAD)
PREMIO CIPPUTI
Italia/Italy, 2014, HD, 96’, col.
Federico Schiavi (Roma, 1972),
produttore e regista, dopo una lunga
attività come montatore è stato tra
i fondatori della società cooperativa
Suttvuess, che in dieci anni di attività
ha prodotto documentari e reportage
in coproduzione con network italiani
e internazionali. Da questa
esperienza, nel 2013 è nata la società
Nacne Sas.
TOGLIATTI(GRAD)
regia, soggetto/
directors, story
Federico Schiavi,
Gian Piero Palombini
fotografia/cinematography
Marco Pasquini
montaggio/film editing
Federico Schiavi
produzione/production
Nacne Sas,
Rai Cinema
distribuzione/distribution
Rai Cinema
**
contatti/contacts
Rai Cinema
Paola Malanga
Tel: +39 06 681 826 62
[email protected]
www.rai.it
Fine anni Sessanta: la costruzione della gigantesca città-fabbrica
di Togliatti, realizzata nel cuore della steppa russa in appena
trentasei mesi, vede affiancate la Fiat e l’Unione Sovietica.
Tra passato e presente, attraverso le suggestioni di una
situazione irripetibile, il film è il racconto della parabola umana
e professionale di una generazione di uomini e di donne.
Una parabola che per ciascuno dei suoi protagonisti si chiude
oggi con un bilancio sia di vittorie sia di sconfitte.
«Ci interessava analizzare un’operazione industriale congiunta
che è stata oggetto di autocelebrazione per due ideologie
opposte, il capitalismo occidentale e il comunismo sovietico.
Abbiamo cercato di fare un film sulla storia, non un film storico,
attraverso una selezione di personaggi che rappresentassero
le diverse identità, e il racconto ci ha portato a esplorare
l’industria culturale che alimentava quella cultura dell’industria
(dall’architettura all’organizzazione del tempo libero, dai concorsi
sovietici di poesia alle scuole Fiat), condizionando le esistenze
dentro e fuori dalla fabbrica».
**
The late 1960s: construction of the gigantic factory-city of Togliatti,
created in the heart of the Russian steppes in just thirty-six months,
sees FIAT and the Soviet Union working side by side. Combining past
and present, using suggestions of an unrepeatable situation, the film
depicts the human and professional parabola of a generation of men
and women. A parabola which each of its protagonists closes today
as they take stock of the victories and defeats.
“We were interested in analyzing a shared industrial operation which
was the object of self-celebration of two opposing ideologies, Western
capitalism and Soviet communism. We tried to make a movie about
history, not a historical movie, by selecting people who represented
the various identities, and the story led us to explore the cultural
industry which fed that culture of industry (from architecture
to the organization of leisure time, from Soviet poetry competitions
to the FIAT schools), influencing people’s lives, inside and outside
the factory.”
53
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Gian Piero Palombini (Roma, 1974)
dopo la laurea in sociologia ha
lavorato come producer per diversi
canali televisivi. Si è poi specializzato
in scrittura per il cinema e la
televisione e ha firmato spettacoli
teatrali, reportage e documentari
storici. Nel 2010 ha firmato la regia
del documentario Tiberio Mitri Non pensavo che la vita fosse così
lunga, premiato in numerosi festival
di film sportivi.
Federico Schiavi (Rome, Italy, 1972)
is a producer and director. After
extensive experience as a film editor,
he was one of the founders of the
cooperative company Suttvuess which,
in ten years of activity, has produced
documentaries and news reports
in coproduction with Italian and
international networks. This experience
led to the creation of the company
Nacne Sas in 2013.
Gian Piero Palombini (Rome, Italy,
1974), after receiving his degree in
sociology, worked as a producer for
various TV channels. He then
specialized in writing for cinema and
TV and wrote theatrical productions,
news reports and historical
documentaries. In 2010 he directed
the documentary Tiberio Mitri - Non
pensavo che la vita fosse così lunga,
which received awards at numerous
sports film festivals.
filmografia/filmography
Federico Schiavi:
Pontif-EX (coregia/codirectors
aa.vv., doc., 2013).
Gian Piero Palombini:
Tiberio Mitri - Non pensavo che la
vita fosse così lunga (doc., 2010).
F E S TA M O B I L E
ruben östlund
TURIST
Svezia-Francia-Danimarca-Norvegia/
Sweden-France-Denmark-Norway, 2014, HD, 118’, col.
FORCE
MAJEURE
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Ruben Östlund
fotografia/cinematography
Fredrik Wenzel
montaggio/film editing
Ruben Östlund, Jacob Secher
Schulsingere
scenografia/
production design
Josefin Asberg
costumi/costume design
Pia Aleborg
musica/music
Ola Flottum
suono/sound
Kjetil Mork,
Rune Van Deurs, Jesper
Miller
interpreti e personaggi/
cast and characters
Johannes Bah Kuhnke
(Tomas), Lisa Loven Kongsli
(Ebba), Clara Wettergren
(Vera), Vincent Wettergren
(Harry), Kristofer Hivju
(Mats), Fanni Metelius
(Fanni)
produttori/producers
Erik Hemmendorff, Marie
Kjellson, Philippe Bober
produzione/production
Plattform Produktion AB,
Parisienne, Coproduction
Office ApS, Motlys
coproduttori/coproducers
Marina Perales Marhuenda,
Katja Adomeit,
Yngve Saether
coproduzione/coproduction
Film i Väst,
Rhône-Alpes Cinéma
distribuzione/distribution
Teodora Film
**
contatti/contacts
Teodora Film
Margherita Chiti
Tel: +39 335 798 73 69
[email protected]
teodoracinema.blogspot.it
54
SOMMARIO
Una famiglia svedese passa la settimana bianca nella cornice
delle Alpi francesi. Nulla potrebbe essere più perfetto,
dall’albergo alle piste da sci, ma un giorno, mentre stanno
pranzando in un rifugio, dalla montagna si stacca una valanga.
Nel ristorante si scatena il panico. Fortunatamente la slavina
cambia direzione: ma qualcosa di altrettanto devastante ha
comunque travolto la famiglia.
«Questa storia deriva da un aneddoto che non riesco a
dimenticare. Qualche anno fa, una coppia di amici svedesi era
in vacanza in America Latina quando, all’improvviso e dal nulla,
apparvero degli uomini armati e cominciarono a fare fuoco; il
marito istintivamente corse a ripararsi, lasciando la moglie
senza protezione. Tornati in Svezia lei non riusciva, dopo un
paio di bicchieri di vino, a non tornare sull’episodio. La mia
immaginazione si è accesa e ho iniziato a cercare altre storie
come questa. […] In situazioni così estreme, le persone possono
reagire in modi del tutto inaspettati ed estremamente egoisti».
**
A Swedish family is spending their winter holiday in the French Alps.
Everything is perfect: from the hotel to the ski slopes. But one day,
while they are having lunch in an alpine shelter, an avalanche starts
rushing down the mountain. Panic quickly spreads in the restaurant.
Luckily the avalanche changes direction: but something just as
devastating will crush the family.
“This particular story came about from an anecdote that I found
impossible to forget. Some years ago, a Swedish couple – friends
of mine – were on holiday in Latin America when suddenly, out
of nowhere, gunmen appeared and opened fire; the husband
instinctively ran for cover, leaving his wife unprotected. Back in
Sweden, she could not stop, after a glass of wine or two, telling
the story over and over again... My imagination fired, and I began
to research other true stories like this one. […] In such extreme
situations, people can react in completely unexpected and
exceedingly selfish ways.”
F E S TA M O B I L E
Ruben Östlund (Styrsö, Svezia, 1974)
ha studiato regia all’Università di
Göteborg, dove ha conosciuto il
produttore Erik Hemmendorff con
cui ha poi fondato la Plattform
Produktion. Con il corto Incident
by a Bank ha vinto l’Orso d’oro
alla Berlinale, mentre con il suo
primo lungometraggio, The Guitar
Mongoloid, ha ottenuto il premio
Fipresci al Festival di Mosca.
Il successivo Involuntary (2008)
è stato selezionato al Certain regard
di Cannes; tre anni dopo, ancora
a Cannes, è stato presentato alla
Quinzaine des réalisateurs Play, che
ha vinto il premio Coup de cœur.
Sempre al Certain regard, quest’anno
Turist ha vinto il premio della giuria.
Ruben Östlund (Styrsö, Sweden, 1974)
studied filmmaking at the University of
Gothenburg, and it was here that he
met producer Erik Hemmendorff, with
whom he later founded Plattform
Produktion. Incident by a Bank won
the Golden Bear at the Berlinale 2010.
His first feature, The Guitar
Mongoloid, was awarded a FIPRESCI
Prize in Moscow. His second feature,
Involuntary (2008), was selected at
Cannes’ Un certain regard, and his
third, Play (2008), premiered at
Directors’ Fortnight in Cannes 2011,
where it won a Coup de cœur. Turist
picked up the Un certain regard jury
prize in Cannes.
filmografia/filmography
Gitarrmongot (The Guitar Mongoloid,
2004), Scen nr: 6882 ur mitt liv
(Autobiographical Scene Number
6882, 2005), De ofrivilliga
(Involuntary, 2008), Händelse vid
bank (Incident by a Bank, 2010), Play
(2011), Turist (Force majeure, 2014).
F E S TA M O B I L E
damien chazelle
WHIPLASH
Usa, 2014, 35mm, 105’, col.
WHIPLASH
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Damien Chazelle
fotografia/cinematography
Sharone Meir
montaggio/film editing
Tom Cross
scenografia/
production design
Melanie Paizis-Jones
musica/music
Justin Hurwitz
interpreti e personaggi/
cast and characters
Miles Teller (Andrew), J.K.
Simmons (Fletcher),
Melissa Benoist (Nicole),
Paul Reiser (Jim), Austin
Stowell (Ryan),
Nate Lang (Carl), Max Kasch
(il vicino di stanza/dorm
neighbor), Damon Gupton
(Mr Kramer)
produttori/producers
Jason Blum,
Helen Estabrook, David
Lancaster, Michel Litvak
produzione/production
Bold Films,
Right of Way Films,
Blumhouse Productions
coproduttore/coproducer
Nicholas Britell
distribuzione/distrubution
Warner Bros. Italia
**
contatti/contacts
Warner Bros. Italia
Riccardo Tinnirello
[email protected]
www.warnerbros.it
Nonostante la giovane età, Andrew Neyman si è posto un
obiettivo molto ambizioso: diventare il miglior batterista jazz
del prestigioso conservatorio di Manhattan a cui è iscritto, in
modo da veder riconosciuto il suo talento. A pesare su di lui i
fallimenti che hanno segnato la carriera di scrittore del padre.
Una notte, mentre è intento a provare, viene scoperto da Terence
Fletcher, docente conosciuto sia per l’abilità nell’insegnamento
sia per i metodi poco ortodossi. Per Andrew mettersi alla prova
con Fletcher rappresenta un’occasione imperdibile per dimostrare
le sue capacità. Ma le pressioni esercitate su di lui dall’esigente
insegnante, unite al desiderio maniacale di Andrew di affermarsi,
metteranno a dura prova lo studente.
«Con Whiplash volevo fare un film sulla musica che sembrasse,
però, un film di guerra o di gangster, dove gli strumenti musicali
sostituissero le armi, le parole fossero minacciose come pistole
e l’azione si sviluppasse non sul campo di battaglia ma nella sala
prove di una scuola o su un palco».
**
Despite his young age, Andrew Neiman has a very ambitious
objective. He wants to be known for his talent, and he will do so
by becoming the best jazz drummer in the elite music conservatory
in Manhattan where he studies. He feels the burden of his father’s
failed career as a writer. But one night, while he is practicing,
Terence Fletcher drops in: the famous conductor, known both for his
talent for teaching and for his unconventional methods discovers him.
It’s a unique opportunity for Andrew to prove his talent. But the
pressure exerted by his demanding instructor and his own maniacal
efforts and ambition will push him to the very limit.
“With Whiplash, I wanted to make a movie about music that felt
like a war movie, or a gangster movie – where instruments replaced
weapons, where words felt as violent as guns, and where the action
unfolded not on a battlefield, but in a school rehearsal room, or on
a concert stage.”
55
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
Damien Chazelle (Usa, 1985)
è cresciuto tra Parigi e Princeton,
nel New Jersey, dove ha studiato
per diventare batterista jazz, attività
per la quale è stato premiato nel
2003 all’America’s Best High School
Jazz Competition e al Dunellen
Invitational Jazz Festival.
Nel 2004 ha girato il suo primo
cortometraggio, Mon père, seguito
l’anno successivo da I Thought
I Heard Him Say e da Kiwi.
Ha esordito nel lungometraggio
con Guy and Madeline on a Park
Bench (2009), nato come progetto
di laurea a Harvard e presentato poi,
tra vari festival, al Tribeca e al Torino
Film Festival. Nel 2013 con il
cortometraggio Whiplash ha vinto
lo Short Film Jury Award for U.S.
Fiction al Sundance Film Festival,
dove, nel 2014, ha ottenuto il gran
premio della giuria e il premio del
pubblico con la versione lunga dello
stesso progetto.
Damien Chazelle (USA, 1985) grew
up between Paris and Princeton (New
Jersey), where he studied to become
a jazz drummer. In 2003, he received
awards at America’s Best High School
Jazz Competition and the Dunellen
Invitational Jazz Festival. He shot his
first short film Mon père in 2004, and
I Thought I Heard Him Say and Kiwi
the following year. Guy and Madeline
on a Park Bench (2009) began as
a short for his thesis at Harvard and
turned into his debut feature, presented
in several festivals, including Tribeca
and the Torino Film Festival. He won
the Sundance Short Film Jury Award
for U.S. Fiction in 2013 with Whiplash,
and the gran jury prize as well as the
audience award in 2014 for the featurelength version.
filmografia/filmography
Mon père (cm, 2004), I Thought
I Heard Him Say (cm, 2005),
Kiwi (cm, 2006), Guy and Madeline
on a Park Bench (2009), Whiplash
(cm, 2013), Whiplash (2014).
F E S TA M O B I L E
jean-marc vallée
WILD
Usa, 2014, HD, 120’, col.
WILD
regia/director
Jean-Marc Vallée
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Cheryl Strayed
sceneggiatura/screenplay
Nick Hornby
fotografia/cinematography
Yves Bélanger
montaggio/film editing
John Mac McMurphy,
Martin Pensa
scenografia/
production design
John Paino
costumi/costume design
Melissa Bruning
musica/music
Susa Jacobs
suono/sound
Andy Nelson, Ai-Ling Lee
interpreti e personaggi/
cast and characters
Reese Witherspoon (Cheryl
Strayed), Laura Dern
(Bobbi), Thomas Sadoski
(Paul), Michiel Huisman
(Jonathan), Gaby Hoffmann
(Aimie), Kevin Rankin
(Greg), W. Earl Brown
(Frank), Mo McRae (Jimmy
Carter), Keene McRae (Leif)
produttori/producers
Reese Witherspoon, Bruna
Papandrea, Bill Pohalnd
produzione/production
Pacific Standard
Productions
distribuzione/distribution
20 Century Fox Italy
TH
**
contatti/contacts
20 Century Fox Italy
Paolo Penza
Tel: +39 06 881 759 655
Cheryl Strayed è a pezzi: anni di dipendenza dall’eroina hanno
distrutto lei e il suo matrimonio. Schiacciata dal bisogno di
crearsi una nuova vita, perseguitata dal ricordo della madre,
Cheryl decide di compiere in solitaria il Pacific Crest Trail,
che attraversa lo Stato di Washington, l’Oregon e la California.
Un percorso massacrante, tra montagne di una bellezza
mozzafiato, che la metterà alla prova e le farà capire ciò
che vuole davvero.
«Come ho fatto a rendere questo film toccante come il libro da
cui è tratto? Credo che la risposta stia nell’aver cercato di essere
sincero e di restare fedele alla materia scritta, alla voce di Cheryl.
Quella voce è la forza del libro. E doveva essere la forza del film.
Cheryl ha un modo molto personale di parlare di sé: la sua
maniera di vedere l’esistenza, la morte, l’amore, ad esempio,
la sua onestà spesso crudele, la compassione di cui è capace,
il desiderio di accettare la vita, di guarire, di soffrire, di cercare
di capire cosa c’è che non va, il modo in cui si chiede “cosa cazzo
ci faccio qui”, dopo aver messo piede sul Pacific Crest Trail».
**
Cheryl Strayed is in shambles, after years of heroin addiction that
wreaked havoc on her and her marriage. Crushed by need to start
over and haunted by her mother’s memory, Cheryl decides to
undertake a solo hike of the Pacific Crest Trail, which goes from
Washington State, through Oregon, to California. The grueling trek
through breathtaking mountains will put her to the test and help
her understand what she really wants.
TH
[email protected]
www.20thfox.it
56
SOMMARIO
“How do I get this film to be as emotional as the book that it’s based
on? I guess the answer was to try to be truthful and faithful to the
material, to Cheryl’s voice. That voice is the strength of the book.
It had to be the strength of the film. Cheryl has such a way of talking
about herself – her take on life, on death, love, her cruel honesty,
her compassion, her desire to embrace life, to heal, to grief, to try
to understand, what the hell is wrong, ‘what the fuck am I doing?’
she wonders after just taking her first step on the trail.”
F E S TA M O B I L E
Jean-Marc Vallée (Montreal, Canada,
1963) ha esordito nel 1995 con il
thriller giudiziario Liste noire, che
dopo il successo in patria ha attirato
su di lui l’attenzione degli Studios
hollywoodiani. Dopo alcune regie
televisive e cortometraggi, si è fatto
conoscere a livello internazionale
con la commedia drammatica
C.R.A.Z.Y (2005), presentata a
Venezia e vincitrice del Best Canadian
Feature Award a Toronto. Sbarcato
a Hollywood, ha diretto nel 2009
The Young Victoria (2009), vincitore
di un Oscar per i migliori costumi,
e nel 2013 Dallas Buyers Club (2013),
presentato a Toronto, a Roma e
vincitore di ben tre Oscar: miglior
attore protagonista, miglior attore
non protagonista e miglior trucco.
Attualmente è impegnato nelle
riprese del film drammatico
Demolition.
Jean-Marc Vallée (Montreal, Canada,
1963) debuted in 1995 with the
courtroom thriller Black List, catching
Hollywood’s attention after gaining
popularity at home. He then directed
a few TV shows and short films, and
he earned international recognition
with the dramatic comedy C.R.A.Z.Y.
(2005), presented in Venice and winner
of the Best Canadian Feature Award
at the Toronto Film Festival. After
arriving in Hollywood, he made The
Young Victoria (2009), winning an
Oscar for best costume design, and
Dallas Buyers Club (2013), which was
presented in film festivals in Toronto
and Rome, and won three Academy
Awards: best actor in a leading role,
best supporting actor, and best
makeup. He is currently shooting
his next drama Demolition.
filmografia/filmography
Liste noire (1995), Les fleurs magique
(cm, 1995), Strangers (serie tv/tv
series, 1996), Los Locos (1997), Les
mots magiques (cm, 1997), Loser
Love (1999), The Secret Adventures
of Jules Verne (serie tv/tv series,
2000), C.R.A.Z.Y (id., 2005),
The Young Victoria (2009), Cafè
de Flore (2011), Dallas Buyers Club
(id., 2013), Wild (2014).
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Ritratti d’artista
DI/BY EMANUELA MARTINI
Sei artisti (un maestro della scena, due
musicisti, un attore, un filmmaker, uno
scrittore), fissati nel loro lavoro e nelle loro
passioni, nel loro entusiasmo e nelle loro
contraddizioni, nella loro vitalità e nella loro
disillusione, da alcuni cineasti che li amano
e che hanno condiviso con loro pezzi di lavoro
e di vita. Luca Ronconi, gigante della scena
teatrale contemporanea, al lavoro con un
gruppo di giovani attori. Nick Cave, ripreso in
una ventiquattro ore immaginaria della sua vita
e della sua elaborazione creativa. Lucio Dalla,
raccontato da amici, artisti, intellettuali,
persone che gli erano vicine alle Tremiti, in
Sicilia, a Bologna. Carlo Colnaghi, promessa
della scena anni Sessanta, tornato alla
recitazione nel cinema indipendente anni
Ottanta, ricordato a quindici anni dalla sua
morte attraverso un montaggio di
interpretazioni e interviste. Il «Rinoceronte
Rosso» Alberto Signetto, scomparso
quest’anno, che rivendica la sua indipendenza,
la sua cocciutaggine, la sua ironia. E infine,
un autore visionario che ha influenzato
l’immaginario dei lettori: Tiziano Sclavi,
misterioso, stufo, isolato da anni, che in due
interviste racconta il proprio mondo interiore.
Sei storie intessute di passione, intuizioni
e tormenti, nelle quali tocchiamo con mano
il processo della creazione artistica e che ci
dimostrano come tutto, nell’arte e nella cultura,
si mescoli e si influenzi a vicenda. Raccontate,
rispettivamente, da Jacopo Quadri, Iain Forsyth
e Jane Pollard, Mario Sesti, Daniele Segre,
Marilena Moretti e Giancarlo Soldi.
57
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Six artists (a maestro of the stage, two musicians,
an actor, a filmmaker, an author), dedicated to
their work and their passions, in their enthusiasm
and their contractions, in their vitality and
disappointments, as narrated by a number
of filmmakers who love them and have shared
parts of their work and their life with them.
Luca Ronconi, a towering figure in contemporary
theatre, at work with a group of young actors.
Nick Cave, filmed over an imaginary twenty-fourhour period of his life and creative output.
Lucio Dalla, as recounted by friends, artists,
intellectuals and people who were close to him
on the Tremiti islands, in Sicily and Bologna.
Carlo Colnaghi, a promising actor of the 1960s,
who returned to acting in the independent cinema
of the 1980s, remembered fifteen years after his
death through edited clips of his performances
and interviews. The “Red Rhino” Alberto Signetto,
who passed away this year, vindicating his
independence, his stubbornness, his irony.
And finally, a visionary author who has influenced
his readers’ imagination: after years of isolation,
mysterious, fed up Tiziano Sclavi talks about
his interior world in two interviews.
Six stories interwoven with passion, intuition
and torment, which show us the process of
artistic creation first-hand and demonstrate
how everything, in art and culture, combines
and influences each other. As recounted by
Jacopo Quadri, Iain Forsyth and Jane Pollard,
Mario Sesti, Daniele Segre, Marilena Moretti
and Giancarlo Soldi, respectively.
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
iain forsyth, jane pollard
20,000 DAYS ON EARTH
Regno Unito/UK, 2014, HD, 95’, col.
20,000 DAYS
ON EARTH
regia/directors
Iain Forsyth, Jane Pollard
soggetto/story
Iain Forsyth, Jane Pollard,
Nick Cave
fotografia/cinematography
Erik Wilson
montaggio/film editing
Jonathan Amos
scenografia/
production design
Simon Rogers
musica/music
Nick Cave, Warren Ellis
suono/sound
Joakim Sundström
interpreti/cast
Nick Cave, Susie Bick,
Warren Ellis, Darian Leader,
Ray Winstone, Blixa Bargeld,
Kylie Minogue, Arthur Cave,
Earl Cave, Thomas Wydler,
Martyn Casey, Conway
Savage, Jim Sclavunos,
Barry Adamson,
George Vjestica
produttori/producers
James Wilson, Dan Bowen
produzione/production
JW Films, Pulse Films
coproduttore/coproducer
Alex Dunnett
distribuzione/distribution
Nexo Digital
**
contatti/contacts
Nexo Digital
Franco di Sarro
Tel: +39 02 80 51 633
[email protected]
www.nexodigital.it
Suona la sveglia, la luce penetra abbagliante dalle finestre.
Un uomo si specchia pensieroso in bagno: è Nick Cave, cantante,
romanziere, icona maudit. Quello che è appena iniziato è il suo
ventimillesimo giorno sulla terra. Tempo di fare un consuntivo
sulla sua avventurosa esistenza, sulla carriera, sui successi,
sulla filosofia di vita che l’ha spinto dalla follia giovanile, quando
suonava prima con i Birthday Party e poi con i Bad Seeds, ad
abbracciare il cristianesimo per una conversione umana e
artistica. Al suo fianco, gli amici e i collaboratori di sempre:
Blixa Bargeld, Warren Ellis, Kylie Minogue.
«La cosa non comune, che ispira, che ti colpisce di Nick [Cave,
NdR] è il suo cervello, la sua creatività, la sua abilità nel ridefinire
e cambiare la forma delle cose normali per renderle
autenticamente vivide ed emozionanti. Ecco su cosa volevamo
attirare l’attenzione. Volevamo raffigurare il Nick che narra storie,
che pensa, che intreccia leggende; l’uomo che costantemente
sforna tutto attraverso il mulino dell’immaginazione».
**
The alarm goes off, blinding light filters in through the windows.
A man stares at his reflection thoughtfully in the bathroom: it’s Nick
Cave, singer, novelist, “maudit” icon. What has just begun is his day
number 20,000 on Earth. Time to take stock of his adventurous
existence, his career, his successes, his philosophy of life, which
convinced him to leave behind his youthful madness when he played
first with the Birthday Party and then with the Bad Seeds, to
embrace Christianity in a human and artistic conversion. With him
are his long-standing friends and collaborators: Blixa Bargeld,
Warren Ellis, Kylie Minogue.
“The uncommon, inspirational thing that strikes you about Nick
[Cave, Ed.] is his brain, his creativity, his ability to redefine and
change the shape of normal things to make them genuinely vivid and
moving. This is what we wanted to draw attention to. We wanted to
show the Nick who tells stories, who thinks, who weaves legends; the
man who constantly runs everything through the mill of his
imagination.”
58
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Iain Forsyth (Manchester, Regno
Unito, 1973) e Jane Pollard
(Newcastle, Regno Unito, 1972)
hanno studiato entrambi a Londra,
tra il 1992 e il 1995, presso il
Goldsmith College, dove è iniziato
il loro sodalizio artistico. Videoartisti
e autori di installazioni apprezzati in
tutto il mondo, hanno collaborato
con Scott Walker presso la Sydney
Opera House e riscosso un notevole
successo con la performance
A Rock’n’Roll Suicide, remake fedele
e accurato dell’ultimo concerto
di David Bowie nei panni di Ziggy
Stardust, portata in scena
venticinque anni esatti dopo
l’originale. Con 20,000 Days on
Earth (2014) hanno partecipato
all’ultima Berlinale.
Iain Forsyth (Manchester, UK, 1973)
and Jane Pollard (Newcastle, UK,
1972) both studied in London from
1992 to 1995 at Goldsmith College,
where they began their artistic
partnership. Video artists and the
creators of installations that are
appreciated the world over, they
collaborated with Scott Walker at the
Sydney Opera House and garnered
remarkable success with their
performance of A Rock’n’Roll Suicide,
a faithful and accurate remake of
David Bowie’s last concert as Ziggy
Stardust, exactly twenty-five years after
the original concert took place. They
participated at the last Berlinale with
20,000 Days on Earth (2014).
filmografia/filmography
Chain Smoker, Tap Dancer (cm, 1995),
Damaged (cm, 1997), Fucked Up
Lover (cm, 2001), File Under Sacred
Music (cm, 2003), Anyone Else Isn’t
You (cm, 2005), Walking After Acconci
(Redirected Approaches) (cm, 2005),
Kiss My Nauman (cm, 2007), Make
Me Yours Again (cm, 2007), Dig,
Lazarus, Dig!!! (cm, 2008), Walking
After Acconci (Misdirected Approaches)
(cm, 2008), Run for Me (cm, 2008),
Performer. Audience. Fuck Off (cm,
2009), First Kiss (cm, 2010), I’m New
Here (cm, 2010), Do You Love Me
Like I Love You (serie/series 20092011), Jumpers (What I Must Do to
Be Saved) (cm, 2013), 20,000 Days
on Earth (doc., 2014), Edit (cm,
2014).
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
giancarlo soldi
NESSUNO SIAMO PERFETTI
Italia/Italy, 2014, HD, 71’, col.
NESSUNO
SIAMO
PERFETTI
regia/director
Giancarlo Soldi
fotografia/cinematography
Luca Bigazzi
montaggio/film editing
Silvia Di Domenico
musica/music
Ezio Bosso
interpreti/cast
Tiziano Sclavi, Dario
Argento, Mauro
Marcheselli, Thony, Bianca
Pitzorno, Walter de Silva,
Giovanni Soldini, Grazia
Nidasio
produzione/production
Bizef Produzione
**
contatti/contacts
Giancarlo Soldi
[email protected]
Il film è un viaggio all’interno dell’universo di un autore, Tiziano
Sclavi, che per anni ha disseminato il nostro quotidiano di
immagini, suggestioni, racconti e storie, con un’attività febbrile,
fino alla sorprendente decisione di ritirarsi da tutto e da tutti.
L’autore, molto schivo, molto misterioso, ma molto amato, svela
i pensieri più profondi della sua visionarietà, rendendo palpabile
il suo flirtare con la morte. Sclavi prendeva i luoghi comuni del
cinema, della letteratura e del fumetto di paura filtrandoli
attraverso la sua sensibilità, complessa e piena di luoghi oscuri,
facendolo spudoratamente, fino a farsi male. È proprio Tiziano
Sclavi a raccontare con sincerità le sue memorie da invisibile.
Le sue parole danno vita alle sue visioni, che prendono corpo
attraverso animazioni evocative. Il mondo che per anni lo ha
ispirato, un mondo tutt’altro che rassicurante, si alterna alle
sue confessioni, ricomponendo il puzzle del suo ritratto inedito,
diretto, sincero e sorprendente.
**
The movie is a journey through the universe of the author Tiziano
Sclavi. He filled our day-to-day lives with his stories, his fascinating
tales and evocative images, throughout the years of his feverish
activity. Until his surprising decision to retire from everything and
everyone. This beloved author, truly bashful and utterly mysterious,
revealed the visions of his deepest thoughts, making his flirtations
with death tangible. Sclavi would take the clichés of horror films,
literature and comics, and filter them through his complex
consciousness filled with dark places, blunt to the point of hurting
himself. Tiziano Sclavi openheartedly shares his memories, the
memories of an invisible man. His visions come to life through his
words and his evocative animations. The world that inspired him
for years (a place that is all but reassuring) alternates on screen
with his confessions, recomposing the puzzle of Sclavi’s
unprecedented portrait, direct, sincere, and surprising.
59
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Giancarlo Soldi ha esordito
come regista nel 1979 con il
cortometraggio Paranaja, a cui sono
seguiti No future (1982), Polsi sottili
(1985) e il documentario Candid
Kantor (1986). Nel 1991 ha curato
il programma televisivo Buzz, in
coproduzione tra Italia1 e Mtv
Londra. Un anno più tardi ha diretto
il lungometraggio Nero, scritto da
Tiziano Sclavi, con cui ha partecipato
alla Mostra di Venezia. Nel 1998
è tornato a lavorare in televisione,
dirigendo la serie AleX, indagini
su mondi segreti. Da sempre
appassionato di fumetti, ha diretto
i documentari sul mondo dei comics
Nuvole parlanti, Graphic Reporter,
Come Tex nessuno mai e
l’approfondimento televisivo
a puntate, I fumetti e noi.
Giancarlo Soldi made his directorial
debuted in 1979 with the short film
Paranaja, followed by No Future
(1982), Polsi sottili (1985), and the
documentary Candid Kantor (1986).
In 1991, he curated the television
program Buzz (co-produced by Italia1
and MTV London). A year later he
directed the full-length feature
Nero (written by Tiziano Sclavi), and
participated to the Venice Film Festival.
He went back to television in 1998,
directing the series AleX, indagini su
mondi segreti. He has always been
a fan of comic books, making several
documentaries on the world of comics,
like Nuvole parlanti, Graphic
Reporter, Come Tex nessuno mai,
and the documentary mini-series
I fumetti e noi.
filmografia/filmography
Paranaja (cm, 1979), No Future
(cm, 1982), Polsi sottili (1985), Candid
Kantor (doc., 1986), Helena (1987),
Frammenti d’amore (1989), Nero
(1992), AleX, indagini su mondi segreti
(serie tv/tv series, 1998), Un angolo
di mondo (2000), Nuvole parlanti
(doc., 2006), Un mondo cantato
(2007), Così lontani, così vicini (doc.,
2008), Graphic Reporter (doc., 2009),
Come Tex nessuno mai (doc., 2012),
Nessuno siamo perfetti (doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
jacopo quadri
LA SCUOLA D’ESTATE
Italia/Italy, 2014, HD, 87’, col.
SUMMER
SCHOOL
regia, montaggio/
director, film editing
Jacopo Quadri
fotografia/cinematography
Maura Morales Bergmann
musica/music
Valerio Vigliar
suono/sound
Antonio Barba
interpreti/cast
Luca Ronconi, Luca
Bargagna, Benedetto Sicca,
Lucrezia Guidone, Sara
Putignano, Fabrizio Falco,
Gabriele Falsetta, Fausto
Cabra, Lucia Lavia, Matteo
Ramundo, Massimo
Odierna, Francesco
Petruzzelli, Rosy Bonfiglio,
Matteo Mauriello, Arianna
Di Stefano, Carmine
Fabbricatore, Michele Lisi,
Desireé Domenici, Eugenio
Papalia, Gianluca Pantosti,
Flaminia Cuzzoli, Barbara
Chichiarelli, Giulia Gallone,
Giulio Maria Corso, Ivan
Alovisio
produttori/producers
Jacopo Quadri, Paolo Benzi
produzione/production
Ubulibri, Okta Film,
Rai Cinema
**
contatti/contacts
Okta Film
Paolo Benzi
[email protected]
www.oktafilm.it
Luca Ronconi ha scelto l’Umbria per creare uno spazio dove
accogliere giovani attori e giovani attrici, e attivare un libero
cortocircuito teatrale, svincolato da condizionamenti e scadenze
produttive. A Santa Cristina, in una vecchia stalla ristrutturata,
scopriamo il maestro in veste di vecchio bambino: nel gioco dei
caratteri e nello scavo delle voci, alla ricerca delle pieghe segrete
dei personaggi, in un affascinante scandaglio dei testi.
«Con la scomparsa di mio padre Franco Quadri ho ereditato
la Ubulibri, edizioni dello spettacolo. Gloriosa e indebitata.
Ho trascorso alcuni anni alla ricerca di fondi, senza esito, e
soprattutto alla ricerca di un vero editore. Io sono un montatore
di cinema, non c’era alcuna possibilità di riprendere a stampare.
Poi ho pensato che sarebbe stata la Ubulibri ad avvicinarsi a me,
a quello che so fare io. E quindi il destino sarebbe stato realizzare
documentari, e non più pubblicare libri, iniziando dai punti di
riferimento della casa editrice: Luca Ronconi ed Eugenio Barba.
La scuola d’estate è il primo di questi lavori».
**
Luca Ronconi chose Umbria as the region where he could create
a place for young actors and actresses, where they could generate
a theatrical short-circuit, free from the influences and deadlines of
production. In an old renovated barn in Santa Cristina, we discover
the teacher in the role of an elderly child engaged in role-play, vocal
exploration, seeking the characters’ secret folds, engaged in a
fascinating examination of scripts.
“When my father, Franco Quadri, passed away, I inherited the
publishing house Ubulibri, glorious and in debt. I spent a few years
looking for funds, unsuccessfully, and for a real publisher. I am a film
editor, and there was no way to start printing again. Then I thought
that Ubulibri could come my way and adapt to what I know how
to do. Its destiny would have to change; instead of publishing books,
it would start making documentaries, beginning with the publishing
house’s points of reference: Luca Ronconi and Eugenio Barba.
The documentary Summer School is the first product of this
transformation.”
60
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Jacopo Quadri (Milano, 1964) si è
diplomato al Centro sperimentale
di cinematografia di Roma.
Montatore dei film di Mario Martone,
tra cui Il giovane favoloso (2014),
ha collaborato con registi come
Bernardo Bertolucci, Marco Bechis,
Paolo Virzì, Zhang Yuan,
Apichatpong Weerasethakul e
Francesca Archibugi ricevendo
numerosi riconoscimenti, tra cui
il Leone d’oro per Sacro GRA di
Gianfranco Rosi. Come regista ha
diretto con Antonietta De Lillo e
Patrizio Esposito il documentario
Voci distanti dal mare (Saharawi)
e con Mario Martone La terra trema
e Un posto al mondo, oltre a diversi
cortometraggi. Presidente
dell’Associazione Ubu per Franco
Quadri, nel 2013 ha fondato la
Ubulibri srl, proseguimento ideale
della Edizioni Ubulibri.
Jacopo Quadri (Milan, Italy, 1964)
graduated from the Centro
sperimentale di cinematografia in
Rome. He worked as an editor for
Mario Martone’s movies, including
Il giovane favoloso (2014).
He collaborated with major filmmakers
the like of Bernardo Bertolucci,
Marco Bechis, Paolo Virzì, Zhang
Yuan, Apichatpong Weerasethakul
and Francesca Archibugi. He won
several awards and a Golden Lion
for Gianfranco Rosi’s film Sacro GRA.
As a filmmaker, he made the
documentary Voci distanti dal mare
(Saharawi) with Antonietta De Lillo
e Patrizio Esposito, followed by La terra
trema and Un posto al mondo, which
he made with Mario Martone. He also
directed several short films. As president
of Associazione Ubu per Franco Quadri,
in 2013 he founded Ubulibri srl, an
ideal continuation of the publishing
house Edizioni Ubulibri.
filmografia/filmography
Statici 1 (cm, 1991), Statici 2 (cm,
1993), Statici 3 (cm, 1996), Statici 5
(cm, 1997), Statici (cm, 1997),
Voci distanti dal mare (Saharawi)
(coregia/codirectors Antonietta De
Lillo, Patrizio Esposito, doc., 1997),
La terra trema (coregia/codirector
Mario Martone, 1998) e Un posto
al mondo (coregia/codirector Mario
Martone, 2000), Marisa (cm, 2000),
La scuola d’estate (doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
mario sesti
SENZA LUCIO
Italia/Italy, 2014, HD, 86’, col.
WITHOUT
LUCIO
regia/director
Mario Sesti
soggetto/story
Massimiliano De Carolis,
Mario Sesti
fotografia/cinematography
Pablo Irrera
montaggio/film editing
Claudio D’Elia
musica/music
Teho Teardo
suono/sound
Matteo Del Vecchio
interpreti/cast
Marco Alemanno, Charles
Aznavour, Piera Degli
Esposti, Paolo Nutini, John
Turturro, Paolo Taviani,
Vittorio Taviani, Enzo
Bianchi, Luigi Ontani,
Mimmo Palladino, Ernesto
Assante, Gino Castaldo,
Renzo Arbore, Stefano Di
Battista, Paola Pallottino,
Michele Mondella, Beppe
d’Onghia, Antonio
Forcellino, Beppe Servillo,
Toni Servillo, Paolo
Tagliapietra
produzione/production
Erma Production
coproduzione/coproduction
Mama Studio
**
contatti/contacts
Erma Production
Massimiliano De Carolis
Tel: +39 06 976 143 12
[email protected]
www.ermaproduction.it
Lucio Dalla visto attraverso gli occhi della persona che gli è stata
più vicina negli ultimi vent’anni, Marco Alemanno: il loro
incontro, la sua crescita umana, professionale e artistica a fianco
del celebre cantante. E poi altri aspetti, più quotidiani e profondi,
dall’amore per il Meridione alla passione per il cinema, dal
rapporto con la musica alla bulimica curiosità di gettarsi in
nuove avventure artistiche, dalla frenesia mercuriale
all’inesauribile umorismo.
«È soprattutto il racconto più interno (cosa pensava Dalla di se
stesso, del suo talento, del suo successo?), sono i suoi momenti
più appartati (la contemplazione del mondo, la curiosità
insaziabile per gli altri, il dolore remoto della sua infanzia), che
nel film fanno conoscere un Lucio Dalla che pochissimi hanno
avuto la possibilità di sentir raccontare. Ma il racconto di Marco
Alemanno ci porta sorprendentemente in uno stato d’animo che
conosciamo meglio di quanto sospettiamo: tutti noi […] abbiamo
provato una sensazione di perdita alla sua scomparsa».
**
The singer-songwriter Lucio Dalla seen through the eyes of the person
closest to him in the last twenty years: Marco Alemanno. The tale
of how they met and how he grew on a human, professional, and
artistic level standing by Dalla’s side. And much more: daily and
deeper aspects of his life, his love for Southern Italy, his passion for
cinema, his relationship with music, his bulimic curiosity of launching
himself into new artistic adventures, his mercurial energy and his
boundless sense of humor.
“It’s especially the inner story (what did Dalla thought of himself,
of his talent, of his success?) and the more secluded moments
(contemplating the world, his endless curiosity for other people,
the distant pain from his childhood) that shed light on Lucio Dalla
in a way that very few people had the chance to see before. Marco
Alemanno’s tale brings back feelings we all know better than we
think: we’ve all […] felt it, that feeling of loss when he passed away.”
61
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Mario Sesti (Messina, 1958), critico
cinematografico e regista di
documentari, ha diretto fra gli altri
L’ultima sequenza (2003), La voce
di Pasolini (2005, coregia di Matteo
Cerami) e il recente La voce di
Berlinguer (2013), realizzato con Teho
Teardo. Dal 1998 al 2000 è stato
responsabile del progetto Cinema
Forever, e si è occupato del restauro
di diversi capolavori del nostro
cinema. Ha inoltre collaborato
per tredici anni con «L’Espresso»
e ha pubblicato lavori monografici
su registi come Nanni Moretti
e Pietro Germi, oltre a opere di
approfondimento sul Nuovo cinema
italiano e il poliziesco, ottenendo
il premio Diego Fabbri 2006 con
In quel film c’è un segreto, pubblicato
da Feltrinelli. Dal 2012 dirige il
Taormina Film Festival ed è tra
i fondatori e curatori del Roma
Film Festival.
Mario Sesti (Messina, Italy, 1958)
is a film critic and a documentary
filmmaker. He directed, among others,
L’ultima sequenza (2003), La voce
di Pasolini (2005, codirected with
Matteo Cerami), and the recent
La voce di Berlinguer (2013, made
with Teho Teardo). He managed the
project Cinema Forever from 1998 to
2000, working on restoring several
masterpieces of Italian cinema.
He collaborated for thirteen years with
the magazine “L’Espresso,” and he
published monographs on filmmakers
likes Nanni Moretti and Pietro Germi.
He also wrote some thorough analyses
of new Italian cinema and police
movies, winning the Diego Fabbri
Award in 2008 for In quel film c’è
un segreto (published by Feltrinelli).
In 2012 he started directing the
Taormina Film Festival and he is one
of the founding members and curators
of the Rome Film Festival.
filmografia essenziale/
essential filmography
L’ultima sequenza (doc., 2003),
La voce di Pasolini (coregia/codirector
Matteo Cerami, doc., 2005), Fiamme
di Gadda. A spasso con l’ingegnere
(doc., 2013), La voce di Berlinguer
(coregia/codirector Teho Teardo, doc.,
2013), Senza Lucio (doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
daniele segre
IL VIAGGIO DI CARLO
Italia/Italy, 2014, 35mm-video, 30’, bn/bw-col.
CARLO’S TRIP
regia, produttore/
director, producer
Daniele Segre
interprete/cast
Carlo Colnaghi
produzione/production
I Cammelli
**
contatti/contacts
I Cammelli
Tel: +39 011 56 95 620
[email protected]
www.danielesegre.it
Un film dedicato all’attore Carlo Colnaghi a quindici anni dalla
sua scomparsa, avvenuta a Torino il 12 luglio 1999. Il sodalizio
artistico con Daniele Segre ha prodotto due lavori, il video Tempo
di riposo (1991) e il lungometraggio Manila Paloma Blanca (1992),
invitato alla Mostra di Venezia lo stesso anno. Il viaggio in treno
di Colnaghi per dirigersi a Venezia in quell’occasione è lo spunto
per raccontare l’uomo e l’attore attraverso il percorso personale
e artistico intrapreso con Segre anni prima.
«Ho avuto occasione di conoscere Colnaghi quando Testadura
fu presentato a Venezia nel 1983 e da allora è iniziato un vero
rapporto di collaborazione e di vita. Colnaghi viveva con grande
fatica e dolore, ex attore utente dei servizi psichiatrici venne da
me per tornare a recitare. Dopo aver conosciuto la sua vera
storia, abbiamo instaurato un legame molto forte, che mi ha
permesso di intraprendere con lui un lavoro di rieducazione
alle capacità attoriali, anche grazie al prezioso supporto del
suo psichiatra Luciano Sorrentino».
**
A film dedicated to the actor Carlo Colnaghi, fifteen years after
his death in Turin on July 12 , 1999. His artistic collaboration with
Daniele Segre resulted in two films, the video Tempo di riposo
(1991) and the feature-length Manila Paloma Blanca (1992), which
was invited to the Venice Film Festival that same year. Colnaghi’s
train trip to Venice for the festival is the starting point to illustrate
the man and the actor through the personal and artistic journey
he began with Segre years earlier.
TH
“I met Colnaghi when Testadura was presented in Venice in 1983;
it was the beginning of an authentic relationship of collaboration
and friendship. Colnaghi lived with great difficulty and pain; a former
actor, he had been a patient of the psychiatric services and he
came to me to return to acting. After hearing his true story, he and
I developed a very strong tie, which allowed me to begin a program
of re-education of his acting talent, with the invaluable support of his
psychiatrist, Luciano Sorrentino.”
62
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Daniele Segre (Alessandria, 1952)
ha iniziato la sua carriera come
fotografo, prima di esordire nella
regia con il documentario Perché
droga nel 1976. Ha quindi pubblicato
nel 1980 il libro fotografico Ragazzi
di stadio e fondato l’anno seguente
la casa di produzione I Cammelli.
Nel 1983 ha diretto il lungometraggio
di finzione Testadura, presentato in
concorso a Venezia, a cui sono
seguiti, tra gli altri, Manila Paloma
Blanca, Vecchie, Mitraglia e il verme,
Conversazione a Porto, Morire di
lavoro, Lisetta Carmi - Un’anima
in cammino, presentato a Venezia
nel 2010, e Sic Fiat Italia, presentato
al Torino Film Festival 2011.
Dal 2002 al 2005 ha codiretto il
Festival di Bellaria.
Daniele Segre (Alessandria, Italy, 1952)
began his career in photography, before
debuting as a director in 1976 with the
documentary Perché droga. In 1980,
he published the book of photographs
Ragazzi di stadio and the next year
he founded the production company
I Cammelli. In 1983, he directed the
feature-length fiction movie Testadura,
which competed in Venice. It was
followed by other films, including
Manila Paloma Blanca, Old Women,
Mitraglia e il verme, Conversazione
a Porto, Morire di lavoro, Lisetta
Carmi - Un’anima in cammino,
presented in Venice in 2010, and Sic
Fiat Italia, which was presented at the
2011 Torino Film Festival. He was
codirector of the Bellaria Film Festival
from 2002 to 2005.
filmografia/filmography
Perché droga (coregia/codirector
Claudio Caligari, mm, doc., 1976),
Ragazzi di stadio (mm, doc., 1980),
Testadura (1983), Vite di ballatoio
(mm, doc., 1984), Manila Paloma
Blanca (1992), Come prima, più di
prima, t’amerò (mm, doc., 1995),
Sto lavorando? (mm, doc., 1998),
Via due macelli, Italia - Sinistra senza
unità (2000), Volti - Viaggio nel futuro
d’Italia (tv, doc., 2002), Vecchie
(2002), Mitraglia e il verme (2004),
Conversazione a Porto (doc., 2006),
Morire di lavoro (doc., 2008), Lisetta
Carmi - Un’anima in cammino (mm,
doc., 2010), Je m’appelle Morando Alfabeto Morandini (mm, doc., 2010),
Sic Fiat Italia (doc., 2011), Il viaggio
di Carlo (cm, doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
marilena moretti
WALKING WITH RED RHINO
A SPASSO CON ALBERTO SIGNETTO
Italia/Italy, 2014, HD, 109’, col.
WALKING
WITH RED
RHINO
regia/director
Marilena Moretti
montaggio/film editing
Paolo Favaro,
Danilo Pettinati
musica/music
Giorgio Li Calzi,
Fluxus, Guido Scategni
suono/sound
Vito Martinelli,
Paolo Armao
interpreti/cast
Alberto Signetto,
Marilena Moretti
produttore/producer
Davide Ferrario
produzione/production
Rossofuoco,
Film Commission Torino
Piemonte, Regione
Piemonte (Piemonte Doc
Film Fund - Fondo regionale
per il documentario)
**
contatti/contacts
Rossofuoco
Davide Ferrario
[email protected]
www.rossofuocofilm.it
Alberto Signetto, scomparso nel gennaio 2014, era un
intellettuale rigoroso, un uomo libero, vitale e ingombrante.
Era conosciuto (e amato) da tutti come il Rinoceronte Rosso:
il Red Rhino. Il ritratto affettuoso di un artista appassionato,
fedele a se stesso fino all’ultimo, con coraggio, lucidità e ironia.
«Alberto e io ci siamo conosciuti nei primi anni Ottanta, alla
Rai di Torino. Eravamo agli inizi. Mentre io me ne andavo a
Roma come tanti, lui sceglieva di restare a Torino. L’ho ritrovato
trent’anni dopo, quando sono tornata a Torino, e sono andata
a una retrospettiva dei suoi lavori. In quei trent’anni lui aveva
continuato con ostinazione a fare il suo cinema, ottenendo
apprezzamenti nei festival internazionali. Eppure in Italia era
pressoché uno sconosciuto. Un “cineasta marginale”. […]
La sera della presentazione ero in sala. Davanti a tutti, in una
sorta di pubblica confessione, ha dichiarato di sentirsi stremato
per quella lunga lotta contro il mondo. Quella sera l’ho
riscoperto, come persona e come artista. E ho capito il
prezzo altissimo pagato per la sua coerenza».
**
Alberto Signetto, who passed away in January 2014, was an
uncompromising intellectual, a free, vital and cumbersome man.
He was known (and loved) by everyone as Red Rhino.
An affectionate portrait of an artist who was passionate and true
to himself to the last, with courage, lucidity and irony.
“Albert and I met in the early 1980s, at the Rai studios in Turin.
We were just starting out. But while I went to Rome like so many
others, he decided to stay in Turin. I ran into him thirty years later,
when I returned to Turin and went to a retrospective of his works.
In those thirty years he had stubbornly continued to make his own
kind of cinema, receiving recognitions at international festivals.
And yet in Italy he was virtually an unknown. A ‘marginalized
filmmaker.’ […] The evening of the presentation I was there in
the audience. In front of everyone, in a sort of public confession, he
announced he felt worn out by that long battle against the world.
That evening I rediscovered him, as a person and as an artist. And
I understood the very high price he had paid for his consistency.”
63
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
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R I T R AT T I D ’A R T I S TA
Marilena Moretti (Savigliano, Cuneo,
1948) è regista di documentari e
autrice televisiva. È stata giornalista
per «La Stampa» e ha scritto racconti
e sceneggiati per Radio Rai, oltre ad
aver realizzato programmi per Rai
e Mediaset. Con il cortometraggio
Ritratto di Leo, nel 1991 ha
partecipato al festival Cinema
Giovani di Torino e al Film Festival
di Edimburgo. Nel 2006 ha
presentato al Festival di Bellaria
il documentario La rivoluzione non
è una cosa seria e nel 2007 ha
pubblicato il romanzo Dal basso
dei cieli, scritto con Peppo Parolini.
Due anni dopo, l’omonimo
documentario, omaggio alla Torino
underground e all’artista Parolini, è
stato presentato al Roma Fiction
Fest.
Marilena Moretti (Savigliano, Cuneo,
Italy, 1948) is a documentary director
and television writer. She was a
journalist for “La Stampa,” has written
stories and screenplays for Radio Rai,
and has made programs for Rai and
Mediaset. In 1991, her short Ritratto
di Leo participated at the festival
Cinema Giovani in Turin and at the
Edinburgh Film Festival. In 2006,
she presented the documentary La
rivoluzione non è una cosa seria at
the Bellaria Film Festival and in 2007
she published the novel Dal basso dei
cieli, which she wrote with Peppo
Parolini. Two years later, the
homonymous documentary, a tribute
to Underground Turin and the artist
Parolini, was presented at the Roma
Fiction Fest.
filmografia/filmography
Belli di notte (1980),
Maschio/Femmina (1980), Carpe
diem (1981), Asti Teatro (1981),
Torino in musica (1985), Ritratto
di Leo (cm, 1991), Vivere una favola
(1991), La rivoluzione non è una cosa
seria (doc., 2006), Dal basso dei cieli
(doc., 2009), Walking with Red Rhino
- A spasso con Alberto Signetto
(doc., 2014).
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
volker schlöndorff
BAAL
Germania/Germany, 1969, 16mm, 85’, bn/bw
BAAL
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Volker Schlöndorff
soggetto/story
dall’omonima pièce di/
from the play of the same
title by Bertolt Brecht
fotografia/cinematography
Dietrich Lohmann
montaggio/film editing
Peter Ettengruber
musica/music
Klaus Doldinger
suono/sound
Alfred Limmer, Ludwig
Probst, Franz K. Meyer
interpreti/cast
Rainer Werner Fassbinder,
Sigi Graue,
Margarethe von Trotta,
Hanna Schygulla
produzione/production
Hessischer Rundfunk,
Bayerischer Rundfunk,
Hallelujah Film GmbH
**
contatti/contacts
Les Films du Losange
Marine Goulois
Tel: +33 1 44 43 87 10
[email protected]
www.filmsdulosange.fr
Baal, poeta e anarchico, vive in una mansarda e legge le sue
poesie ai tassisti. Vittima della classica parabola dell’artista,
osannato dalla società borghese e poi dimenticato, è un derelitto
che vagabonda alla ricerca di alcolici, sigarette e sesso. Incurante
delle relazioni, mette incinta una giovane attrice, ma non rinuncia
alla sua libertà egoista e a un estremo istinto di sopravvivenza.
Mandato in onda dalla tv della Germania Ovest nel 1969, il film
venne bloccato dalla vedova di Brecht, Helene Weigel, che
deteneva i diritti della pièce, perché la donna riteneva
inaccettabile l’interpretazione di Fassbinder. Solo nel 2011,
diversi anni dopo la morte della madre, Barbara Schall-Brecht
acconsentì alla distribuzione del film, grazie soprattutto alla
fama conquistata nel tempo da Fassbinder.
«Hallelujah! Per Fassbinder, sì; per Schlöndorff, mai! Bene,
vesto volentieri i panni della pecora nera. Ora, al lavoro».
**
Baal is an anarchic poet who lives in an attic and reads his poems
to taxi drivers. Victim of the classic parable of the artist, he is first
chastised by bourgeoisie and then forgotten. Derelict, he wanders
looking for alcohol, cigarettes, and sex. He becomes careless about
his relationships and gets a young actress pregnant, but he doesn’t
give up his selfish freedom and his extreme survival instinct.
Broadcasted by West German TV in 1969, the film was then stashed
away in the vaults by Brecht’s widow, Helene Weigel, who held the
rights to the play and was so horrified by Fassbinder’s performance.
Only in 2011, two decades after Helen Weigel’s death, her daughter
Barbara Schall-Brecht decided to allow the film to be released on
DVD, thanks to the reputation of Fassbinder.
“Hallelujah! …For Fassbinder, yes; for Schlöndorff, never! Fine,
I’ll happily play the black sheep. Now there’s work to do.”
64
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
Volker Schlöndorff (Wiesbaden,
Germania, 1939), trasferitosi in
Francia nel 1965, ha lavorato come
assistente alla regia di Louis Malle,
Jean-Pierre Melville e Alain Resnais,
prima di esordire nel 1965 con
I turbamenti del giovane Torless,
premio Fipresci a Cannes e tra i
primi film ad avviare la grande
stagione del Nuovo cinema tedesco.
Nel 1979 ha poi vinto la Palma d’oro
a Cannes e un Oscar per il miglior
film straniero con Il tamburo di latta,
tratto dall’omonimo romanzo di
Günter Grass. Tra i suoi numerosi
film presentati nei maggiori festival
internazionali, L’orco è stato in
concorso a Venezia nel 1996, dove
ha ricevuto il premio Unicef. Nella
sua carriera ha lavorato anche per il
teatro e l’opera, dirigendo, fra i vari
lavori, quelli di Janácek e Henze.
Volker Schlöndorff (Wiesbaden,
Germany, 1939) moved to France in
1956 and worked as assistant director
to Louis Malle, Jean-Pierre Melville
and Alain Resnais; his 1965 film Young
Torless marked the first international
success for New German Cinema and
won the FIPRESCI Prize at Cannes.
The Tin Drum, based on the novel of
the same title by Günter Grass, won
the 1979 Palme d’or in Cannes and an
Oscar. Many of his movies partecipated
to the most important film festivals
around the world: among them, The
Ogre was presented in Venice, and won
the UNICEF Prize. He has also directed
theatre and opera productions,
including works by Janácek and Henze.
filmografia essenziale/
essential filmography
Der junge Törless (I turbamenti del
giovane Torless, 1965), Mord und
Todschlag (Vivi ma non uccidere,
1966), Michael Kohlhaas - Der
Rebell (La spietata legge del ribelle,
1969), Baal (id., tv, 1969), Die Moral
der Ruth Halbfass (La morale di Ruth
Halbfass, 1972) Strohfeuer (Fuoco di
paglia, 1975), Die Blechtrommel (Il
tamburo di latta, 1980), Die Fälschung
(L’inganno, 1982), The Handmaid’s
Tale (Il racconto dell’ancella, 1990),
Der Unhold (L’orco, 1996), Die Stille
nach dem Schuss (Il silenzio dopo lo
sparo, 2000), Ten Minutes Older:
The Cello (ep. The Enlightenment, id.,
cm, 2004), Ulzhan (2007), La mer
à l’aube (2011).
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
robert wiene
DAS CABINET DES DR CALIGARI
Germania/Germany, 1920, 35mm, 75’, col.
THE CABINET
OF DR
CALIGARI
IL GABINETTO
DEL DOTTOR
CALIGARI
regia/director
Robert Wiene
sceneggiatura/screenplay
Carl Mayer, Hans Janowitz
fotografia/cinematography
Willy Hameister
scenografia/
production design
Hermann Warm, Walter
Reimann, Walter Röhrig
costumi/costume design
Walter Reimann
musica/music
Giuseppe Becce
interpreti e personaggi/
cast and characters
Werner Krauss (Dr Caligari),
Conrad Veidt (Cesare),
Friedrich Féher (Franzis),
Lil Dagover (Jane), Hans
Heinrich von Twardowski
(Alan), Rudolph Klein-Rogge
(il ladro/thief), Rudolf
Lettinger (Dr Olfen),
Elsa Wagner, Ludwig Rex,
Henri Peters-Arnolds,
Hans Lanser-Ludoff
produttori/producers
Erich Pommer,
Rudolf Meinert
produzione/production
Decla
**
contatti/contacts
Friedrich-Wilhelm
Murnau-Stiftung
Patricia Heckert
Tel: +49 06 11 977 08 45
Nell’immaginaria cittadina tedesca di Holstenwall, nel 1930, lo
studente Franzis racconta la storia del dottor Caligari, inquietante
imbonitore di fiera che esibisce al suo pubblico un sonnambulo,
Cesare, che predice il futuro e compie omicidi istigato dal suo
padrone. Collaborando con la polizia per arrestare il vero
colpevole dei delitti, Franzis scopre che Caligari è il direttore di un
ospedale psichiatrico, e una volta smascherato lo fa rinchiudere.
Ma forse è lo stesso Franzis a essere un malato di mente e, come
tutti gli altri personaggi della sua storia, a vivere rinchiuso in una
casa di cura diretta da un signore molto simile a Caligari…
Il manifesto dell’espressionismo tedesco presentato in un nuovo
restauro digitale a cura del laboratorio L’immagine ritrovata della
Cineteca di Bologna, su invito della fondazione tedesca MurnauStiftung.
**
In the fictitious German town of Holstenwall, back in 1930, a
student called Franzis tells the story of Dr Caligari. The disturbing
carnival hypnotist shows in his act the somnambulist Cesare to the
audience. Cesare can predict the future and commits murders under
his master’s control. Franzis collaborates with the police to arrest
the real perpetrator; he discovers that the hypnotist is actually the
director of a psychiatric hospital, so Caligari is institutionalized in his
own asylum. But perhaps Franzis is also insane, like all the characters
in his story who live locked up in a mental ward run by a man who
looks a lot like Caligari…
The Cabinet of Dr Caligari is considered the manifesto of German
Expressionism. The new version was digitally restored by the Bologna
Film Archives workshop L’immagine ritrovata upon request of the
German foundation Murnau-Stiftung.
[email protected]
www.murnau-stiftung.de
65
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
Robert Wiene (Sasku, Germania, 1881
- Parigi, Francia, 1931), laureato in
filosofia, dal 1915 comincia a lavorare
nel cinema e nel 1919 viene chiamato
a sostituire Fritz Lang per dirigere
Il gabinetto del dottor Caligari, che
diventerà un film capitale per la
radicalità delle soluzioni espressive
e l’uso delle architetture allucinate.
Simili impostazioni hanno Genuine
(1920) e Raskolnikov (1923), mentre
il religioso I.N.R.I. (1923) e il giallo Le
mani dell’altro (1924) abbandonano
l’esuberanza scenografia e teatrale
del «caligarismo» per uno stile più
realistico. Wiene si dedica poi a
produzioni commerciali, prima di
fuggire dal nazismo e morire a Parigi
mentre sta girando Ultimatum
(1938), poi completato da Robert
Siodmak.
Robert Wiene (Sasku, Germany, 1881 Paris, France, 1931) studied philosophy
before starting to work in cinema in
1915. In 1919, he was called to replace
Fritz Lang as the director of The
Cabinet of Dr Caligari, which became
a pivotal movie for its radical expressive
solutions and visionary set design.
Genuine (1920) and Crime and
Punishment (1923) were also made
along those lines. Instead, the religiousthemed Crown of Thorns (1923) and
the mystery The Hands of Orlac
(1924) take a different direction, setting
aside the exuberant set designs typical
of “Caligarism,” opting for a more
realistic style. Wiene then dedicated
himself to commercial productions
before fleeing from Nazism. He died in
Paris while he was shooting Ultimatum
(1938), which was completely
posthumously by Robert Siodmak.
filmografia essenziale/
essential filmography
Genuine (1920), Die Rache einer Frau
(1921), Die höllische Macht (1922),
Raskolnikow (1923), Der
Puppenmacher von Kiang-Ning (1923),
I.N.R.I. (1923), Orlacs Hände (Le mani
dell’altro, 1924), Der Rosenkavalier
(Il cavaliere della rosa, 1925), Die
Geliebte (1927), Die berühmte Frau
(La danzatrice di Granata, 1927), Die
große Abenteuerin (1928), Die Frau
auf der Folter (Tu non mentirai!, 1928),
Unfug der Liebe (Amore contrastato,
1928), Der Andere (1930), Panik in
Chicago (1931), Polizeiakte 909 (1933),
Eine Nacht in Venedig (1934).
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
volker schlöndorff
DIPLOMATIE
Francia-Germania/France-Germany, 2014, HD, 84’, col.
DIPLOMACY
DIPLOMACY
UNA NOTTE
PER SALVARE
PARIGI
regia/director
Volker Schlöndorff
soggetto/story
dall’opera teatrale/from the
play Diplomatie di/
by Cyril Gely
sceneggiatura/screenplay
Volker Schlöndorff,
Cyril Gely
fotografia/cinematography
Michel Amathieu
montaggio/film editing
Virginie Bruant
scenografia/
production design
Jacques Rouxel
costumi/costume design
Mirjam Muschel
interpreti e personaggi/
cast and characters
Andre Dussollier (Raoul
Nordling), Niels Arestrup
(gen. Dietrich von Choltiz),
Burghart Klaussner
(cap./cpt. Ebernach), Robert
Stadlober (ten./lt.
Bressensdorf), Jean-Marc
Roulot (Jacques Lanvin),
Stefan Wilkening (c.le/cpl.
Mayer), Thomas Arnold
(ten./lt. Hegger)
produttori/producers
Marc De Bayser,
Frank Le Wita
produzione/production
Film Oblige, Gaumont
distribuzione/distribution
Academy Two
**
contatti/contacts
Academy Two
Beatrice Gulino
Tel: +39 06 841 64 88
[email protected]
Il 25 agosto del 1944 gli alleati entrano a Parigi. Poco prima
dell’alba, il generale tedesco Dietrich von Choltiz, governatore
militare della città, si prepara a eseguire gli ordini di Hitler e
distruggere la città. Ponti e monumenti sono stati minati e sono
pronti a esplodere. Eppure la catastrofe viene evitata. Per quali
ragioni von Choltiz si rifiutò di eseguire gli ordini del Führer,
nonostante la sua lealtà verso il Terzo Reich?
«I due protagonisti si affrontano l’uno contro l’altro con
circospezione, come se fossero due giocatori di scacchi.
O meglio ancora, come se si affrontassero in cinque o sei round
di boxe. Ogni contendente prepara con cura il colpo seguente,
senza però arrivare al knock-out. Ho diviso la sceneggiatura in
diversi momenti musicali: dopo un’introduzione con andante,
nella quale i due personaggi si prendono le misure cercando
di capire come l’altro risponderà, momenti più incalzanti si
alternano a ritmi meno intensi».
**
On August 25 , 1944, the allies enter Paris. Shortly before dawn,
the German general Dietrich von Choltiz, the military governor
of the city, prepares to follow Hitler’s orders and destroy the city.
Bridges and monuments have been mined and are ready to explode.
And yet the catastrophe doesn’t occur. Why did von Choltiz refuse
to follow the Führer’s orders, despite his loyalty to the Third Reich?
TH
“The two protagonists take each other on warily, as though they
were chess players. Or better, as though they were boxers about
to go five or six rounds with each other. Each contestant carefully
prepares the next blow, without ever managing a knock-out.
I divided the screenplay into various musical moments: first,
an introduction with an andante, during which the two characters
take each other’s measure, trying to understand how the other will
react; then, more pressing moments that alternate with less intense
rhythms.”
www.academytwo.com
66
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
TORINO INCONTRA BERLINO
Volker Schlöndorff (Wiesbaden,
Germania, 1939), trasferitosi in
Francia nel 1965, ha lavorato come
assistente alla regia di Louis Malle,
Jean-Pierre Melville e Alain Resnais,
prima di esordire nel 1965 con
I turbamenti del giovane Torless,
premio Fipresci a Cannes e tra
i primi film ad avviare la grande
stagione del Nuovo cinema tedesco.
Nel 1979 ha poi vinto la Palma d’oro
a Cannes e un Oscar per il miglior
film straniero con Il tamburo di latta,
tratto dall’omonimo romanzo di
Günter Grass. Tra i suoi numerosi
film presentati nei maggiori festival
internazionali, L’orco è stato in
concorso a Venezia nel 1996, dove
ha ricevuto il premio Unicef. Nella
sua carriera ha lavorato anche per il
teatro e l’opera, dirigendo, fra i vari
lavori, quelli di Janácek e Henze.
Volker Schlöndorff (Wiesbaden,
Germany, 1939) moved to France in
1956 and worked as assistant director
to Louis Malle, Jean-Pierre Melville
and Alain Resnais; his 1965 film Young
Torless marked the first international
success for New German Cinema and
won the FIPRESCI Prize at Cannes.
The Tin Drum, based on the novel of
the same title by Günter Grass, won
the 1979 Palme d’or in Cannes and an
Oscar. Many of his movies partecipated
to the most important film festivals
around the world: among them, The
Ogre was presented in Venice, and won
the UNICEF Prize. He has also directed
theatre and opera productions,
including works by Janácek and Henze.
filmografia essenziale/
essential filmography
Der junge Törless (I turbamenti del
giovane Torless, 1965), Mord und
Todschlag (Vivi ma non uccidere,
1966), Michael Kohlhaas - Der
Rebell (La spietata legge del ribelle,
1969), Baal (id., tv, 1969), Die Moral
der Ruth Halbfass (La morale di Ruth
Halbfass, 1972) Strohfeuer (Fuoco di
paglia, 1975), Die Blechtrommel (Il
tamburo di latta, 1980), Die Fälschung
(L’inganno, 1982), The Handmaid’s
Tale (Il racconto dell’ancella, 1990),
Der Unhold (L’orco, 1996), Die Stille
nach dem Schuss (Il silenzio dopo lo
sparo, 2000), Ten Minutes Older:
The Cello (ep. The Enlightenment, id.,
cm, 2004), Ulzhan (2007), La mer
à l’aube (2011), Diplomatie (2014).
F E S TA M O B I L E
-
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
bruno bozzetto
ALLEGRO NON TROPPO
Italia/Italy, 1976, 35mm, 81’, col.
ALLEGRO NON
TROPPO
regia, produttore/
director, producer
Bruno Bozzetto
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Bruno Bozzetto, Guido
Manuli, Maurizio Nichetti
fotografia/cinematography
Mario Masini,
Luciano Marzetti
montaggio, suono/
film editing, sound
Giancarlo Rossi
musica/music
estratti da/excerpts from
Debussy, Dvorak, Ravel,
Sibelius, Vivaldi, Stravinskij
interpreti/cast
Maurizio Nichetti, Nestor
Garay, Maurizio Micheli,
Maria Luisa Giovannini,
Mirella Falco, Osvaldo Salvi,
Jolanda Cappi,
Franca Mantelli,
Angela Finocchiaro
coproduzione/coproduction
Bruno Bozzetto Film
**
contatti/contacts
Bruno Bozzetto Distribution
Anita e Irene Bozzetto
[email protected]
www.bozzetto.com
Premio Maria Adriana Prolo
alla carriera 2014
a Bruno Bozzetto/
Maria Andriana Prolo Career
Award 2014
to Bruno Bozzetto
67
Un disegnatore che vuol fare un film prendendo spunto dalla
musica classica si ritrova in uno scalcinato teatro a lavorare
con un direttore d’orchestra e una banda di vecchiette che gli
combinano un mare di pasticci. Bozzetto crea personaggi
a disegni animati ispirandosi a brani musicali, mescolandoli
a una storia filmata dal vero che funge da filo conduttore.
«Non è che Allegro non troppo volesse essere niente di troppo
impegnativo, è nato perché amavo la musica classica e perché
mi era venuta questa idea del Bolero. Strada facendo ci siamo
poi resi conto che poteva ricordare Fantasia. […] Quando invece
abbiamo deciso di allargare il progetto e trasformarlo in un
lungometraggio, lì è scattata l’idea di fare non una parodia, ma
di prendere in giro la parte che meno amavo di Fantasia, ovvero
l’orchestra, che trovavo molto stucchevole, tutti così rosa e
perfetti… E da lì è scaturita l’idea di Guido Manuli e Maurizio
Nichetti che sono venuti da me e mi hanno detto “facciamo
un’orchestra di vecchietti”, e l’ho trovata subito una proposta
simpatica». (dal sito www.quinlan.it)
**
An artist wants to make an animated film inspired by classical music.
He ends up in a basement working with an orchestra director and
a band of old ladies who keep making one mess after the other.
Bozzetto creates his characters and animations inspired by pieces
of classical music, mixing them with live action sequences that
compose the leading thread to the entire story.
“Allegro non troppo wasn’t meant to be a heavy movie. I just
wanted to make it because I love classical music and because
I’d gotten this idea from the Bolero. Along the way, we realized it
reminded us of Fantasia. […] So we decided to expand the project
and to transform it into a feature film. I didn’t want to turn it into
a parody, but I wanted something that would make fun of my least
favorite parts of Fantasia: the orchestra. I found it so corny, all pink
and perfect… That’s when Guido Manuli and Maurizio Nichetti
got an idea: they came up to me and said ‘Let’s make an orchestra
of old people,’ and I immediately liked it.”
(from the website www.quinlan.it)
F E S TA M O B I L E
-
Bruno Bozzetto (Milano, 1938)
esordisce nel 1958 con il corto
d’animazione Tapum! La storia delle
armi e nel 1960 fonda la Bruno
Bozzetto Film, con la quale realizza
pubblicità e film. Di Bozzetto, tra
i più celebri animatori e cartoonist
del mondo, si ricordano la serie di
cortometraggi dedicati al Signor
Rossi, i lunghi d’animazione, fra
cui il capolavoro Allegro non troppo
(1976), i film dal vero come Sotto
il ristorante cinese (1987), la serie tv
Sandwich (1984) e, fra gli altri, i
cortometraggi MisterTao (1989), Orso
d’oro al Festival di Berlino, Cavallette
(1990), candidato al premio Oscar
e Nastro d’argento nel 1990, e Looo
(2005), realizzato in 3D.
Bruno Bozzetto (Milan, Italy, 1938)
debuted in 1958 with the short
animated film Tapum! The History
of Weapons, and started the Bruno
Bozzetto Film in 1960, making both
films and commercials. Bozzetto is one
of the most famous cartoonists in the
world, best known for the series of
animated shorts Mr Rossi, for his
feature-length animations such as
Allegro non troppo (1976), live action
movies like Sotto il ristorante cinese
(1987), and the TV series Sandwich
(1984). Among his shorts, Mister Tao
(1989) received the Golden Bear at the
Berlinale, Cavallette (1990) was
nominated for an Oscar and won a
Nastro d’argento in 1990, and Looo
(2005), which he made in 3D.
filmografia essenziale/
essential filmography
Un Oscar per il signor Rossi (cm,
1960), Alfa Omega (cm, 1961),
Il signor Rossi al mare (cm, 1964),
West and soda (1965), Vip, mio fratello
superuomo (1968), Ego (cm, 1969),
Gli sport del signor Rossi (serie tv/tv
series, 1975), Il signor Rossi cerca la
felicità (1976), Allegro non troppo
(1976), Le vacanze del signor Rossi
(1976), I sogni del signor Rossi (1977),
Tennis Club (cm, 1982), Sotto il
ristorante cinese (1987), Baeus (cm,
1987), Cavallette (cm, 1990), Help?
(cm, 1995), Adam (cm, 2002),
Spaghetti Family (serie tv/tv series,
2003), Olympics (cm, 2003), Armi
su strada (cm, 2008).
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
bruno bozzetto
UNA VITA IN SCATOLA
Italia/Italy, 1967, 35mm, 6’, col.
LIFE IN A TIN
regia, soggetto, produttore/
director, story, producer
Bruno Bozzetto
animazione/animation
Guido Manuli
fotografia/cinematography
Mario Masini,
Luciano Marzetti
scenografia/scenography
Giovanni Mulazzani
musica/music
Franco Godi
suono/sound
Giancarlo Rossi
The story of a man from childhood
to adulthood: home, school, university,
movie theaters, the factory, all those
“tins” that enclose his life, with the
increasingly fewer happy moments
as the frenzy takes over. Life in a Tin
represents the stress of modern life as
depicted by Bozzetto with his essential
and childlike animation style, warm
colors, and very stylized lines.
La storia di un uomo dall’infanzia all’età adulta: casa, scuola,
università, cinema e fabbrica, vale a dire tutte le «scatole» in
cui la sua vita viene di volta in volta rinchiusa, con i momenti
felici che si riducono sempre più e la frenesia che prende il
sopravvento. Bozzetto racconta il logorio della vita moderna
con un’animazione essenziale e fanciullesca, con colori caldi
e un tratto fortemente stilizzato.
bruno bozzetto
MISTER TAO
Italia/Italy, 1988, 35mm, 3’, col.
La cima della montagna segna la conclusione del viaggio. Ma
non per il giovane camminatore Mister Tao, che giunto alla meta
prosegue il cammino senza fermarsi più… «Da nessuna parte
si legge di non rubare, perché evidentemente si dà per scontato
che ci si comporti bene. Quindi, una persona che si comporta
bene, che non disturba gli altri, che lavora e continua a
trasformarsi, in un certo senso potrebbe essere simile a Dio.
Mister Tao nasce da tutto questo». Orso d’oro alla Berlinale 1990.
68
SOMMARIO
MISTER TAO
The peak of the mountain marks the
end of a journey, but not for the young
hiker Mister Tao: after reaching the top,
he just keeps on climbing upwards.
“You won’t read ‘don’t steal’ anywhere
because it’s taken for granted that
people should behave. So, in a certain
way, someone who is a good person,
who doesn’t bother or harm other
people, who works and is constantly
transforming himself is similar to God.
That’s where Mister Tao comes from.”
Winner of the Golden Bear at the 1990
edition of the Berlinale.
regia, produttore/
director, producer
Bruno Bozzetto
musica/music
Roberto Frattini
F E S TA M O B I L E
-
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
F E S TA M O B I L E
-
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
bruno bozzetto
EUROPA&ITALIA
Italia/Italy, 1999, video, 5’, col.
EUROPE&ITALY
regia, produttore/
director, producer
Bruno Bozzetto
Just before Italy entered the euro,
Bozzetto made an irresistible and
very well-known short comparing
Italians and Europeans according to
some of the most famous stereotypes
of Italian culture. With geometric
computer graphics and his subtle
and lighthearted humor, Bozzetto
pokes fun at driving styles, behaviors
held in public places, and the guidelines
to live in a civil manner, which Italians
of course interpret their own way.
All’alba dell’ingresso dell’Italia nell’euro, Bozzetto realizza un
irresistibile – e celeberrimo – confronto fra italiani ed europei
sulla base dei più noti stereotipi legati alla cultura del nostro
Paese. Con una grafica geometrica e computerizzata, con un
umorismo sottile e divertito, si mettono in ridicolo le abitudini
stradali, i comportamenti nei luoghi pubblici, le regole del vivere
civile, che ovviamente gli italiani interpretano a modo loro.
bruno bozzetto
RAPSODEUS
Italia/Italy, 2011, video, 6’, col.
RAPSODEUS
regia, produttore/
director, producer
Bruno Bozzetto
musica/music
Rapsodia ungherese/
Hungarian Rhapsody n. 2
di/by Franz Liszt
Rapsodeus is a reflection on human
nature’s destructive instinct, which
has always chased impossible utopias
while spreading death and destruction
everywhere. Guided by the musical
notes of Franz Liszt’s second
Hungarian Rhapsody, it combines
2D and 3D animation techniques.
Bozzetto, who presented the short
at the film festivals in Annecy and
Hiroshima, decided to distribute it
for free on his YouTube channel.
Realizzato con una tecnica mista di animazione in 3 e 2D,
guidato dalle note della seconda Rapsodia ungherese di Franz
Liszt, il film, distribuito gratuitamente sul canale YouTube dello
stesso Bozzetto e presentato ai festival di Annecy e Hiroshima,
è una riflessione sull’istinto distruttivo dell’umanità, che da
sempre insegue utopie irraggiungibili disseminando ovunque
morte e distruzione.
69
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
PREMIO MARIA ADRIANA PROLO
F E S TA M O B I L E
-
TFF E INTESA SANPAOLO PER EXPO MILANO
2015
terence fisher, antony darnborough
SO LONG AT THE FAIR
Regno Unito/UK, 1950, 35mm, 86’, bn/bw
TRAGICA
INCERTEZZA
regia/directors
Terence Fisher,
Antony Darnborough
sceneggiatura/screenplay
Hugh Mills,
Anthony Thorne
fotografia/cinematography
Reginald H. Wyer
montaggio/film editing
Gordon Hales
scenografia/
production design
Cedric Dawe, George Provis
costumi/costume design
Elizabeth Haffenden
musica/music
Benjamin Frankel
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jean Simmons (Vicky
Barton), Dirk Bogarde
(George Hathaway), David
Tomlinson (Johnny Barton),
Marcel Poncin (Narcisse),
Cathleen Nesbitt (Madame
Hervé), Honor Blackman
(Rhoda O’Donovan), Betty
Warren (Mrs O’Donovan),
Zena Marshall (Nina),
Eugene Deckers (Day
Porter), Felix Aylmer
(il console inglese/British
consul), André Morell
(Dr Hart)
produttori/producers
Betty E. Box, Sydney Box
produzione/production
Gainsborough Pictures
**
contatti/contacts
Park Circus
Tel: +44 01 413 32 21 75
[email protected]
www.parkcircus.com
Nel 1889, la giovane inglese Vicky Barton e suo fratello Johnny
arrivano a Parigi per visitare l’esposizione universale. Per Vicky
è la prima volta nella capitale francese. Dopo aver cenato con
Johnny, si ritira nella sua camera, mentre l’uomo prosegue la sua
serata. Di ritorno all’albergo, Johnny incontra il pittore George
Hathaway, al quale presta una somma di denaro: sarà questa
l’ultima volta in cui verrà visto a Parigi, dal momento che la
mattina dopo risulterà scomparso. La sorella Vicky lo cercherà
invano per tutta la città, ostacolata però dai proprietari
dell’albergo e dalle autorità, che metteranno addirittura in dubbio
l’esistenza di Johnny. L’unico disposto ad aiutare Vicky sarà il
pittore George, innamoratosi di lei dopo che questa lo ha
rintracciato.
Due giovanissimi Jean Simmons e Dirk Bogarde in uno dei primi
film di Terence Fisher – e del produttore Antony Darnborough –
proiettato in collaborazione con Intesa San Paolo, in occasione
dell’Expo Milano 2015.
**
Vicky Barton and her brother Johnny travel from Great Britain to
Paris to visit the Universal Exposition of 1889. After having dinner
with Johnny, Vicky retires to her room, while the man continues his
evening. On his way back to the hotel, he meets the painter George
Hathaway, who borrows some money from him. This is the last time
Johnny is seen in Paris and the next morning he is declared missing.
His sister Vicky looks in vain all over the city trying to find him, but
the hotel’s owners and the police get in her way, questioning whether
Johnny ever even existed. The only person willing to help Vicky is
George, the painter, who falls in love with her after she seeks him out.
A very young Jean Simmons and Dirk Bogarde in one of the first
movies made by Terence Fisher (and by the producer Anthony
Darnborough), screened in collaboration with Intesa San Paolo
in occasion of Expo Milano 2015.
Terence Fisher (Londra, Regno Unito,
1904-1980) lavora come montatore e
direttore di produzione e dirige poi
film di vario genere. Negli anni
Cinquanta avviene l’incontro con la
casa di produzione Hammer e la
nascita di quel filone fantastico e
horror di serie B che gli darà la fama.
Antony Darnborough (Weybridge,
Regno Unito, 1913 - Regno Unito,
2000), produttore di alcuni fra i più
grandi successi del cinema inglese
dell’immediato secondo dopoguerra, è
conosciuto per i film tratti da Somerset
Maugham (Passioni, 1948; Trio, 1950;
Gigolo e gigolette, 1951) e per la
collaborazione da regista con Terence
Fisher.
Terence Fisher (London, UK, 1904-1980)
started working in cinema as an editor
and production director. Then he directs
a wide variety of movies. After meeting
in the 1950s the production company
Hammer, he came up with a whole new
genre of B movies mixing fantasy and
horror, which made him famous.
Antony Darnborough (Weybridge, UK,
1913 - UK, 2000) produced some of the
most successful movies in British cinema
after World War II. He is known for
producing the big screen adaptations of
Somerset Maugham’s works (Quartet,
1948; Trio, 1950; Encore, 1951), and for
his collaborations with Terence Fisher.
His career in cinema was short, spanning
from 1948 to 1956.
filmografia essenziale/
essential filmography
Terence Fisher:
The Curse of Frankenstein (La maschera
di Frankenstein, 1957), Horror of Dracula
(Dracula il vampiro, 1958), The Revenge
of Frankenstein (La vendetta di
Frankenstein, 1958), The Hound of the
Baskervilles (La furia dei Baskerville,
1959), The Mummy (La mummia,
1959), The Brides of Dracula (Le spose
di Dracula, 1960), The Two Faces of Dr
Jekyll (Il mostro di Londra, 1960), The
Phantom of the Opera (Il fantasma
dell’Opera, 1962), The Gorgon (Lo
sguardo che uccide, 1964), Dracula:
Prince of Darkness (Dracula, principe
delle tenebre, 1966), Frankenstein
Created Woman (La maledizione dei
Frankenstein, 1967), Frankenstein Must
Be Destroyed (Distruggete Frankenstein!,
1969), Frankenstein and the Monster
from Hell (Frankenstein e il mostro
dell’inferno, 1973).
Terence Fisher, Antony Darnborough:
The Astonished Heart (Lo spirito, la
carne, il cuore, 1950), So Long at the
Fair (Tragica incertezza, 1950).
70
SOMMARIO
F E S TA M O B I L E
-
TFF E INTESA SANPAOLO PER EXPO MILANO
2015
DIRITTI & ROVESCI
ANTONIETTA DE LILLO LET’S GO
| SUSANNA NICCHIARELLI PER TUTTA LA VITA |
| COSTANZA QUATRIGLIO TRIANGLE |
WILMA LABATE QUALCOSA DI NOI
ERIKA ROSSI, GIUSEPPE TEDESCHI IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Diritti & rovesci
DI PAOLO VIRZÌ
Per tutta la vita (2014)
L’incendio della fabbrica newyorkese Triangle,
nel 1911, dove morirono 146 lavoratori, in
maggioranza giovani donne, illustrato da
potenti, preziose immagini di repertorio
e rievocato dall’emozionante sonoro delle
testimonianze originali, messo in consonanza
con le immagini vivide e in presa diretta dei
protagonisti – di nuovo donne – di una
sciagura di un secolo dopo, tre anni fa: il crollo
di una palazzina di Barletta che ospitava un
maglificio, altre cinque operaie morte, una
delle quali quattordicenne.
Poi un viaggio tra parole e immagini, alcune
struggenti e intimissime, dai Super8 familiari
e della televisione dell’epoca, disturbanti nella
loro drammatica forma propagandistica,
sull’amore e sul matrimonio, sulla coppia
come fatto naturale e allo stesso tempo sociale,
quarant’anni dopo il referendum sul divorzio.
E ancora un viaggio, questa volta concreto
e lungo più di quattromila chilometri, sebbene
il protagonista sia un cavallo azzurro di
cartapesta: il «Marco Cavallo» creato alla vigilia
della promulgazione della 180, la rivoluzionaria
legge che avrebbe dovuto chiudere per sempre
l’obbrobrio civile, scientifico e giudiziario dei
manicomi, e che oggi si rimette in marcia
attraverso gli Ospedali psichiatrici giudiziari
72
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
d’Italia, per ricordare alla società che il folle
che ha commesso un crimine è anche una
persona bisognosa di ascolto e di cure.
Quindi, la storia di qualcuno che sui giornali
del nostro tempo verrebbe definito un
«esodato», ma che è anche lui un essere
umano vivo, con un volto, una voce, un nome
e un cognome, che generosamente si mette
a nudo nella verità dei suoi affetti, della sua
fragilità e del suo ottimismo, nonostante
l’incertezza del proprio destino.
E infine l’incontro con Jana, prostituta tatuata,
intelligente e spudorata, che diventa a sua volta
un viaggio di parole e di pensieri in allegra,
vitale, ironica libertà dentro il cuore di una
questione spesso trattata con moralismo,
con malizia e imbarazzo: il corpo, il sesso,
nella sua espressione mercenaria e in quella
quotidiana fatta di desideri, asprezze,
precarietà.
Cinque storie, cinque ritratti, cinque avventure
– operaie, mogli, puttane, matti, esodati – che
mescolati l’uno all’altro tracciano un affresco di
persone, dei loro diritti, difficili da maneggiare,
dei loro rovesci, umani e civili; del loro cadere e
rialzarsi, dei loro commoventi sogni di riscossa.
Questa piccola e intensa sezione si compone di
cinque bei film italiani che definire documentari
è limitante: perché si tratta di cronache dove
la verità degli eventi incontra la poesia e la
personalità dello sguardo che li cattura e li
trasforma in narrazione, con candore, curiosità,
tenerezza, a volte anche con rabbia, ma senza
piagnistei; sono film che hanno in comune,
oltre il dato biografico e biologico dei loro
autori, donne perlopiù, un modo di usare
il cinema che abbatte gli steccati tra verità
e finzione, e che sembra sancire un nuovo
passo avanti nell’interrogarsi sulle vicende
umane e nell’arte del condividere il piacere
e l’emozione del racconto delle cose penose
e a volte buffe della vita.
DIRITTI & ROVESCI
Diritti & rovesci
BY PAOLO VIRZÌ
Qualcosa di noi (2014)
The fire at the Triangle factory in New York
in 1911 killed 146 workers, primarily young
women; illustrated by powerful, precious
archive images and re-evoked by the touching
soundtrack of the original testimony, it is
matched with the vivid, live footage of the
victims – once again, women – of a tragedy
that took place one century later, the collapse
of a knitwear factory in Barletta three years ago:
five more workers dead, including a fourteenyear-old girl.
Then, forty years after the referendum on
divorce, there is a journey in words and
images – some of which are heart-breaking
and intimate – from Super8 home movies
and TV programs of the era; disturbing in
their dramatic propagandistic form, they
are about love and marriage, about couples
as a condition that is both natural and, at the
same time, social.
And another journey, this time a real one
that is over four thousand kilometers long:
the protagonist is a blue, papier-mâché horse,
“Marco Cavallo,” created on the day before
the promulgation of the revolutionary Law 180,
which was supposed to shut down the civil,
scientific and judicial abomination of insane
asylums forever. Marco Cavallo has set off
73
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
once again, traveling to the judicial psychiatric
hospitals of Italy, to remind society that the
madman who committed a crime is also a
person who needs to be listened to and cared
for.
Then, the story of a person the newspapers
nowadays would call an “esodato” [a worker
who has lost his job but is not yet eligible
for retirement pay, translator’s note], but who
is another living human being, with a face,
a voice, a first and last name, who generously
lays bare the truth of his sentiments, his
fragility and his optimism, despite the
uncertainty of his own destiny.
And finally, we meet Jana, a tattooed
prostitute, intelligent and brazen, who,
in cheerful, vibrant, ironic freedom, in turn
becomes a journey of words and thoughts
into the heart of a topic that is often treated
with moralism, malice and embarrassment:
the human body, sex, in its mercenary
expression and in its daily reality made
of desires, harshness, precariousness.
Five stories, five portraits, five adventures
– workers, wives, whores, madmen, esodati –
who, shuffled together, paint a fresco of people,
of their rights, which are difficult to deal with,
and of their reverses, both human and civil; of
them falling down and getting back up; of their
poignant dreams of recovery. This small and
intense section is composed of five beautiful
Italian films: to call them documentaries is
reductive because they are chronicles in which
the truth of the events encounters the poetry
and the personality of the gaze that captures
and transforms them into narration, with
candor, curiosity, affection, sometimes even
with anger, but without whingeing. What these
movies have in common, besides the
biographical and biological data of their
authors, who are primarily women, is a way
of using cinema that knocks down the divide
between truth and fiction, and that seems to
sanction a new step forward in the
investigation of human events and the art of
sharing the pleasure and emotion of recounting
the painful and sometimes funny things of life.
DIRITTI & ROVESCI
antonietta de lillo
LET’S GO
Italia/Italy, 2014, HD, 55’, col.
LET’S GO
regia/director
Antonietta De Lillo
sceneggiatura/screenplay
Luca Musella,
Antonietta De Lillo,
Giovanni Piperno
fotografia/cinematography
Giovanni Piperno,
Luca Musella
montaggio/film editing
Giogiò Franchini
musica/music
Daniele Sepe
suono/sound
Marco Treccani, Diego
Colombo, Bernie Signorin
interpreti/cast
Luca Musella, Elizabeth
Cristina Almeida, Vincenzo
Arvanno, Brahim Ati Baha,
Miriam Ati Baha, Paolo
Ciarchi, Sirlei De Fatima,
Simona Gennaro, Dian
Slutu, Cheriti Mohammed
Wajdi, Abdul Mecit Erbi,
Elena Teresa Rossi, Roberto
De Francesco (voce/voice)
produttori/producers
Alice Mariani,
Renato Lambiase
produzione/production
marechiarofilm, Rai Cinema
distribuzione/distribution
Cinecittà Luce
**
contatti/contacts
Cinecittà Luce
Beppe Attene
[email protected]
www.cinecittaluce.it
La storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi
esodato professionalmente ed emotivamente. Tutta la sua vita
in un testo-lettera da lui scritto e in un viaggio reale e ideale che
da Napoli, la sua città natale, porta a Milano, il luogo della sua
nuova esistenza.
«Let’s go è la storia del mio amico fotografo Luca Musella, che
ha avuto la generosità di mettersi a nudo di fronte alla telecamera
in un momento di difficoltà. Gli ho chiesto di raccontare la sua
“caduta” in un testo-lettera che poi è diventato voce narrante
e che nel film si alterna al racconto in presa diretta del suo
slittamento da un universo borghese a un sottoproletariato
di marginalità e clandestinità. Due linguaggi diversi e necessari
perché il protagonista e autore diventi specchio di chi guarda.
Le sue paure, le sue debolezze sono le nostre, anche se ci
troviamo in condizioni meno estreme della sua. Le immagini […]
sono frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria
e sulla fragilità che ci circondano, perché proiezione di una
condizione individuale».
**
The story of Luca Musella, a photographer, cameraman, and writer,
an “esodato” both professionally and emotionally. His entire life
portrayed in a letter he wrote and in the real and ideal journey that
started from his hometown Naples and brought him to Milan, where
he started his new existence.
“Let’s Go is the story of a friend of mine, the photographer Luca
Musella. He was kind enough to expose his inner self to the camera
during a difficult time. I asked him to tell me about his ‘fall’ in
the form of a letter, which then became the off-screen narration.
The voice-over alternates with live recordings of his descent from
a bourgeois universe to a sub-proletarian world of marginalization
and clandestineness. Through those two languages, different and
necessary, the protagonist and the author become a mirror for the
viewer. His fears and weaknesses are our own, even if we are in less
dire conditions. The images […] are the product of an eye capable of
lingering on the misfortunes and capturing the frailty that surrounds
us, because they are a projection of our individual conditions.”
74
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Antonietta De Lillo (Napoli, 1960)
inizia a lavorare come fotoreporter
per poi dirigere nel 1985, con Giorgio
Magliulo, Una casa in bilico, Nastro
d’argento come migliore opera
prima. Tra il 1992 e il 1999 realizza
diversi documentari e videoritratti,
tra cui Ogni sedia ha il suo rumore,
dedicato ad Alda Merini. Con
Racconti di Vittoria (1995) ottiene
il Premio Fedic e quello del Sindacato
critici cinematografici a Venezia,
mentre con Non è giusto partecipa
al Festival di Locarno. Il resto di niente
(2004), presentato a Venezia, vince
tre David di Donatello e il Premio
Flaiano per la sceneggiatura.
Nel 2007 fonda la casa di produzione
e distribuzione marechiarofilm, con
cui firma La pazza della porta accanto,
presentato al Torino Film Festival nel
2013.
Antonietta De Lillo (Naples, Italy,
1960) started working as a press
photographer before making Una casa
in bilico with Giorgio Magliulo in 1985,
awarded with the Nastro d’argento for
best new director. She made several
documentary films and video-portraits
between 1992 and 1999, among which
Ogni sedia ha il suo rumore,
dedicated to Alda Merini. She directed
Racconti di Vittoria in 1995, winning
in Venice the FEDIC Award and the
prize from the Film Critics Union.
She then participated to the Locarno
Film Festival with Non è giusto.
She presented Il resto di niente in
Venice in 2004, winning three David
di Donatello Awards and the Flaiano
Award for best screenplay. In 2007 she
started the production and distribution
company marechiarofilm, producing La
pazza della porta accanto, presented
at the 2013 Torino Film Festival.
filmografia essenziale/
essential filmography
Angelo Novi fotografo di scena (doc.,
1992), Promessi sposi (doc., 1993),
Ogni sedia ha il suo rumore (doc.,
1995), Viento ’e Terra (1996), Il faro
(2000), Non è giusto (2001), Pianeta
Tonino (2002), Il resto di niente
(2004), Il pranzo di Natale (2011),
Oggi insieme, domani anche (2013),
La pazza della porta accanto (mm,
doc., 2013).
DIRITTI & ROVESCI
susanna nicchiarelli
PER TUTTA LA VITA
Italia/Italy, 2014, HD-Super8, 52’, col.
FOR ALL LIFE
LONG
regia/director
Susanna Nicchiarelli
fotografia/cinematography
Cristian Alberini
montaggio/film editing
Stefano Cravero
suono/sound
Alessandro Molaioli,
Pietro Jona
interpreti/cast
Annagrazia Bassi, Silvio
Carloni, Monica Carosi,
Guido Cravero, Paola
Daidola, Sveva Marinelli,
Luciano Nicchiarelli
produttore/producer
Francesco Nicchiarelli
distribuzione/distribution
Rai Cinema
**
contatti/contacts
Rai Cinema
Paola Malanga
Tel: +39 06 681 826 62
[email protected]
www.rai.it
Sono passati quarant’anni dal referendum che ha introdotto il
divorzio in Italia e dalla battaglia per ottenerlo. Il racconto dei
protagonisti attraverso storie d’amore dagli esiti diversi, la
riflessione sulla possibilità dell’amore eterno, e gli effetti della
nuova legge sul matrimonio. Cosa significava sposarsi prima di
allora? E soprattutto: l’essere umano è un animale monogamo
o la coppia è un fatto sociale?
«Con l’occasione dell’anniversario del referendum sul divorzio,
della campagna elettorale che ci fu e dell’importantissima battaglia
civile di quegli anni, ho cercato di fare un film che parlasse
dell’amore, ossia di come e perché s’inizi una vita di coppia, e di
come questa vita in comune a un certo punto finisca. Volevo anche
ricordare com’è distante e al tempo stesso vicina l’Italia del 1974;
soprattutto, ho cercato di capire se il significato del matrimonio
(e del divorzio) sia cambiato negli anni. Mi sono chiesta se alla
base della formazione di una coppia ci sia un istinto naturale,
o solamente un fenomeno sociale. Non so se ho trovato delle
risposte, il film racconta la mia ricerca».
**
Forty years have passed since the referendum which brought divorce
to Italy, and the battle to obtain it. The story of the protagonists
through love stories with different endings, a reflection on the possibility
of eternal love, and the effect the new law has had on matrimony.
What did marriage mean, before? And above all: is human being
a monogamous animal or are couples only a social fact?
“The anniversary of the referendum on divorce, of the voting campaign,
and of the important civil struggle of those years, gave me the
opportunity to make a movie that talks about love, or rather, about
how and why people begin to live together as a couple, and how this
shared life comes to an end at a certain point. I also wanted to show
how distant, and yet also now near, the Italy of 1974 is. Above all,
I wanted to understand if the meaning of matrimony (and of divorce)
has changed over the years: I asked myself if the decision to form
a couple is based on a natural instinct or if it is only a social
phenomenon. I don’t know if I found the answer, the movie talks
about my investigation.”
75
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Susanna Nicchiarelli (Roma, 1975),
dopo la laurea in filosofia, ha
frequentato il Centro sperimentale
di cinematografia diplomandosi
in regia. Nel 2009 il suo primo
lungometraggio, Cosmonauta, ha
ottenuto diversi riconoscimenti,
tra cui il premio Controcampo
italiano alla Mostra di Venezia.
Nel 2012 ha realizzato il suo
secondo lungometraggio, La scoperta
dell’alba, che ha aperto il Festival
internazionale del film di Roma.
Tra i suoi lavori, i documentari
Il terzo occhio, L’ultima sentinella
e i cortometraggi Il linguaggio
dell’amore e Sputnik 5, vincitore
del Nastro d’argento per il miglior
cortometraggio di animazione nel
2010.
Susanna Nicchiarelli (Rome, Italy,
1975), after obtaining her degree
in philosophy, attended the Centro
sperimentale di cinematografia
and graduated in directing. In 2009,
her first feature-length movie,
Cosmonauta, received various awards,
including the Controcampo italiano
Award at the Venice Film Festival.
In 2012, her second feature film,
La scoperta dell’alba, opened the
Rome International Film Festival.
Her works include the documentaries
Il terzo occhio and L’ultima
sentinella, and the shorts Il linguaggio
dell’amore and Sputnik 5, which won
a Nastro d’argento for best animated
short in 2010.
filmografia essenziale/
essential filmography
L’artista (cm, 2000), I diari della
Sacher (ep. Ca cri do bo, doc., 2001),
Che vergogna! (cm, 2001), Il terzo
occhio (doc., 2003), Giovanna Z.,
una storia d’amore (cm, 2005),
Uomini e zanzare (mm, 2005),
Sputnik 5 (cm, 2009), Cosmonauta
(2009), La scoperta dell’alba (2013),
Per tutta la vita (mm, doc., 2014).
DIRITTI & ROVESCI
wilma labate
QUALCOSA DI NOI
PREMIO CIPPUTI
Italia/Italy, 2014, HD, 74’, col.
SOMETHING
ABOUT US
regia/director
Wilma Labate
sceneggiatura/screenplay
Wilma Labate, Sara Olivieri,
Michele Cogo
fotografia/cinematography
Francesco di Giacomo
montaggio/film editing
Marco Guelfi
musica/music
Angelo Olivieri
interpreti/cast
Jana, Laura Pizzirani,
Orso Jacopo Tosco, Monica
Guarini Matteucci, Camillo
Acanfora, Paolo Carati,
Lorenzo Pullega,
Eva Brugnettini, Andrea
Forgione, Luigi Brandonisio,
Francesco Tedeschi,
Elisabetta Sinopoli,
Emanuela Busà, Michele
Ottoveggio, Laura Cimino,
Giulia Rovelli
produttore/producer
Simone Bachini
produzione/production
Bottega Finzioni
distribuzione/distribution
Cinecittà Luce
**
contatti/contacts
Cinecittà Luce
Beppe Attene
[email protected]
www.cinecittaluce.it
Dodici allievi della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni,
nella cornice dell’antico borgo di Iano, sulle colline di Sasso
Marconi, incontrano Jana, che ha quarantasei anni e da undici
fa la prostituta. Il corpo e il denaro sono gli elementi da cui parte
il racconto, che subito coinvolge tutti i partecipanti, mentre Jana,
con la sua presenza maliziosa e rassicurante, rimuove ogni
timidezza, portando i ragazzi a mettere in scena se stessi.
«Dopo un anno di lezioni alla Bottega Finzioni, sentivo il bisogno
di fare con gli allievi un’esperienza sul campo, un po’ per
risvegliarli dal torpore che spesso si respira in aula e anche per
svelare qualche piccolo mistero del set. Avevo deciso di lasciare
a casa la teoria, le parole, e di puntare sull’estemporaneità, sul
fare, cosa che contraddistingue anche la modalità formativa del
gruppo bolognese. Il desiderio degli allievi di vivere un’esperienza
concreta mi ha dato la possibilità di mettere in scena il corpo,
unica ricchezza che ci appartiene e autentico strumento di
comunicazione».
**
Twelve students from Bologna’s writing school Bottega Finzioni,
in the framework of the ancient village of Iano in the hills of Sasso
Marconi. Jana is a forty-six-year old woman who has worked as
a prostitute for the last eleven years. Body and money: those are
the elements from which the story begins. The participants are
immediately captivated, while Jana with her mischievous and
reassuring presence removes their shyness, bringing the students
to put themselves in the spotlight.
“After a year of classes at Bottega Finzioni, I felt the need to bring
the students out to get some field experience, to shake them from
the classroom’s listlessness, and to reveal a few set secrets. I decided
to leave theory and words behind, and to try something more
extemporaneous and active, which is also distinctive of the teaching
approach used by this school from Bologna. The students’ desire to
experience something concrete is what gave me the chance to put
on stage the human body, the only treasure we own and a true
instrument of communication.”
76
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Wilma Labate (Roma, 1949),
laureatasi in filosofia, nel 1979 ha
cominciato a collaborare con la Rai
girando diversi programmi per la
televisione, fiction e documentari.
Dopo aver realizzato, nel corso
degli anni Ottanta, documentari sul
mondo dell’industria, ha collaborato
come assistente alla regia con diversi
autori italiani. Ha esordito nel
lungometraggio con Ambrogio
(1992), mentre con La mia
generazione (1996) si è imposta
all’attenzione del pubblico e della
critica, ottenendo numerosi
riconoscimenti. Nel 1997, per la serie
Alfabeto italiano, ha realizzato
Lavorare stanca, e nel 2001 ha girato
Domenica. Nel 2007 ha presentato
Signorina Effe al Torino Film Festival.
Wilma Labate (Rome, Italy, 1949),
after graduating in philosophy in 1979,
started working with Rai, making
several television programs, fictions
and documentaries. After making
documentaries in the 1980s about
the industrial sector, she collaborated
as assistant director for many Italian
authors. She made her debut with the
feature-length film Ambrogio (1992),
followed by La mia generazione
(1996), which won the public and the
critic’s attention, as well as several
acknowledgements. In 1997 she made
Lavorare stanca for the series Alfabeto
italiano, and in 2001 she filmed
Domenica. In 2007 she presented
Signorina Effe at the Torino Film
Festival.
filmografia essenziale/
essential filmography
Ambrogio (1992), La mia generazione
(1996), Alfabeto italiano (ep. Lavorare
stanca, tv, 1997), Gli ultimi della classe
(coregia/codirectors aa.vv., 1998),
Domenica (2001), Lettere dalla
Palestina (coregia/codirectors Franco
Angeli, Giuliana Berlinguer, Maurizio
Carrassi, Giuliana Gamba, Roberto
Gianarelli, Francesco Maselli,
Francesco Ranieri Martinotti, Mario
Monicelli, Ettore Scola, Fulvio Wetzl,
doc., 2002), Maledettamia (mm,
doc., 2003), Signorina Effe (2007),
Qualcosa di noi (doc., 2014).
DIRITTI & ROVESCI
PREMIO CIPPUTI
costanza quatriglio
TRIANGLE
Italia/Italy, 2014, HD, 63’, col.
TRIANGLE
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Costanza Quatriglio
soggetto/story
Nella Condorelli,
Costanza Quatriglio
fotografia/cinematography
Vincenzo Condorelli
montaggio/film editing
Letizia Caudullo
musica/music
Teho Teardo
suono/sound
Marzia Cordò,
Stefano Grosso
interprete/cast
Mariella Fasanella
produttori/producers
Marco Visalberghi,
Nella Condorelli
produzione/production
Doclab, Factory Film,
Rai Cinema
distribuzione/distribution
Cinecittà Luce
**
contatti/contacts
Cinecittà Luce
Beppe Attene
[email protected]
www.cinecittaluce.it
Barletta, 2011: a cento anni dall’incendio della Triangle, avvenuto
a New York nel 1911, le operaie tessili muoiono per il crollo di una
palazzina che ospita un maglificio irregolare. Estratta viva da quelle
macerie, Mariella assume su di sé tutto il peso del mondo. Con lei
viviamo il ritorno alla condizione preindustriale e la necessità di un
nuovo inizio, ma anche l’irriducibile orgoglio di chi sa che far bene
il proprio lavoro è il gesto più compiuto di ogni essere umano.
«Triangle è anche la figura che nasce dall’unione delle linee
invisibili che collegano i due poli della nostra storia: il lato
ascendente inizia il 25 marzo 1911 a New York e prosegue per
il taylorismo, il fordismo, le lotte e le conquiste del Novecento;
quello discendente inizia il 3 ottobre 2011 a Barletta, il giorno
in cui a crollare non è solo una palazzina, ma un’intera civiltà.
Qui postglobalizzazione è sinonimo delle rovine sotto cui hanno
perso la vita tanti nuovi schiavi. Il terzo lato è lo spazio vuoto:
ciò che non appare ma è reso visibile da quell’esperienza
puramente espressiva che solo il cinema può dare».
**
Barletta, 2011: one hundred years after the 1911 fire at the Triangle
factory in New York, female textile workers die when an unauthorized
knitwear factory collapses on them. Mariella was pulled out from
under the rubble alive and carries all the weight of the world on
her shoulders. With her, we experience a return to pre-industrial
conditions and the need for a new beginning, as well as the
indomitable pride of those who know that doing their job well
is the most significant action human beings can carry out.
“Triangle is also the shape created by the invisible lines connecting
two focal points of our story. The first side starts in New York on
25 March 1911, rising then through Taylorism and Fordism, through
the struggles and achievements of the 20 century; the other side
descends to Barletta on 3 October 2011, the day of the collapse:
it wasn’t just a building that crumbled that day, but an entire
civilization. Here, post-globalization is represented by the ruins that
killed so many modern slaves. The third side is the empty space: it
cannot be perceived but it is made visible by the purely expressive
experience that only cinema can convey.”
TH
TH
RD
77
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Costanza Quatriglio (Palermo, 1973)
ha esordito nel lungometraggio con
L’isola, selezionato alla Quinzaine
des réalisateurs di Cannes nel
2003 e vincitore di numerosi
riconoscimenti. Nello stesso anno
ha presentato Racconti per L’isola
alla Mostra di Venezia, documentario
sul lavoro svolto con gli attori non
professionisti per il film L’isola.
Tra i suoi lavori precedenti
Ècosaimale? è stato premiato
al Torino Film Festival nel 2000.
Nel 2012 Terramatta, presentato alle Giornate degli autori, ha vinto
il Nastro d’argento per il miglior
documentario e, sempre a Venezia,
nel 2013 è stato proiettato fuori
concorso Con il fiato sospeso.
Costanza Quatriglio (Palermo, Italy,
1973) made her debut in feature films
with L’isola, which was selected
at Cannes’ Quinzaine des réalisateurs
in 2003 and received several other
awards. At the Venice Film Festival
that same year, she presented Racconti
per L’isola: a documentary about the
making of L’isola and working with
non-professional actors. Among her
recent projects, Ècosaimale? won an
award at the Torino Film Festival in
2000. She presented Terramatta (2012)
at the Giornate degli autori in Venice
and won the Nastro d’argento for best
documentary film. In 2013, her short
Con il fiato sospeso was screened in
the out of competition section of the
Venice Film Festival.
filmografia/filmography
Rewind (cm, video, 1995), Lettera
a Monsieur Cinema (cm, video,
1995), Rubinetti raccordi (cm,
video, 1996), L’albero (cm,
1997), Anna! (cm, 1998), Il giorno
che ho ucciso il mio amico
soldato (cm, 1999), Una sera (cm, 2000), Ècosaimale? (2000),
L’insonnia di Devi (cm, 2001),
L’isola (2003), Racconti per
L’isola (doc., 2003), Il mondo addosso
(doc., 2006), Il mio cuore umano
(doc., 2009), Terramatta (doc., 2012),
Con il fiato sospeso (mm, 2013),
Triangle (doc., 2014).
DIRITTI & ROVESCI
erika rossi, giuseppe tedeschi
IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO
Italia/Italy, 2014, HD, 50’, col.
MARCO
CAVALLO’S
TRIP
regia/directors
Erika Rossi,
Giuseppe Tedeschi
fotografia/cinematography
Daniel Mazza
montaggio/film editing
Beppe Leonetti
suono/sound
Giuseppe Tedeschi
produttore/producer
Aldo Mazza
produzione/production
Edizioni alphabeta Verlag,
Collana 180 - Archivio
Critico della Salute Mentale
**
contatti/contacts
Erika Rossi
[email protected]
1973, Trieste. Nel primo reparto vuoto del manicomio di San
Giovanni, un gruppo di artisti costruisce Marco Cavallo: un
grande cavallo di legno e cartapesta che contiene idealmente
i desideri degli internati e che si mette in viaggio attraverso
gli Ospedali psichiatrici giudiziari d’Italia. Tredici giorni, 4418
chilometri e sedici città per ricordare alla società che il folle che
ha commesso un crimine è anche un uomo bisognoso di cure.
«In un Paese troppo a lungo indifferente, dove il dibattito politico
è spesso ridotto a chiacchiericcio, è quasi impossibile riuscire a
sentire le voci di quelli che sono costretti al silenzio da un
vecchio codice fascista, in strutture di contenzione ma non di
cura. Uomini per cui il tempo sembra essersi fermato nel lungo
istante della condanna. Il film narra la forza indomita di chi non
si vuole arrendere davanti all’ingiustizia, con la forza di un
simbolo nato quarant’anni fa, Marco Cavallo, che continua a
mettere a confronto un’anacronistica psichiatria e una vecchia
giurisprudenza con l’esigenza di sguardi e norme nuovi».
**
Trieste, 1973. In the empty ward of the insane asylum San Giovanni,
a group of artists builds Marco Cavallo: a large horse made of wood
and papier-mâché that ideally contains the dreams of the inmates.
The horse will travel throughout Italy to all the psychiatric secure
units for the criminally insane. Thirteen days, 4418 kilometers (2745
miles), and sixteen cities to remind society that the mad man who
committed a crime is also a man in need of care and cure.
“In a country that has been indifferent for too long, where the
political debate is often reduced to chatter, it is almost impossible
to hear the voices of those who have been reduced to silence by an
old fascist law, locked away in facilities that restrain them without
providing actual treatment. For these people, time seems to have
stopped the moment they were convicted. The film explores the
untamed resilience of those who do not want to give up in the face of
injustice through the strength of a symbol born forty years ago, Marco
Cavallo. Its power still reveals the discrepancies of an anachronistic
form of psychiatry, a decrepit legal code, and the need for a fresh
approach and new norms.”
78
SOMMARIO
DIRITTI & ROVESCI
Erika Rossi (Trieste, 1974) si è
specializzata in audiovisual media
studies all’Università Cattolica di
Milano. Dal 2004 lavora come
autrice per Rai3 ed è regista di
documentari, come Porrajmos, a forza
di essere vento e Navighiamo a vista.
Dal 2005 collabora come filmmaker
con il dipartimento di salute mentale
di Trieste e nel 2012 ha diretto e
prodotto Trieste racconta Basaglia,
vincitore del Trieste Film Festival.
Giuseppe Tedeschi (Merano,
Bolzano, 1976) si è diplomato alla
Scuola di cinema documentario
internazionale e nuovi media Zelig.
Tra i suoi lavori, Eurotel è stato
presentato al Festival dei popoli
e The Small Kingdom of Lo è stato
premiato al Trento Film Festival.
Ha lavorato come assistente e aiuto
regista in diversi set cinematografici
e documentaristici.
Erika Rossi (Trieste, Italy, 1974)
specialized in audiovisual media
studies at Università Cattolica di
Milano. In 2004 she started working
as a writer for Rai3, directing
documentaries like Porrajmos, a forza
di essere vento and Navighiamo a
vista. She has been collaborating as
a filmmaker with the department of
mental health of Trieste since 2005,
and in 2012 she produced and directed
the documentary Trieste racconta
Basaglia, which won the Trieste Film
Festival.
Giuseppe Tedeschi (Merano, Bolzano,
Italy, 1976) studied at the Zelig School
for Documentary, Television and New
Media. His documentaries include
Eurotel (which was presented at the
Festival dei popoli) and The Small
Kingdom of Lo (which received an
award at the Trento Film Festival).
He has worked as an assistant and
as a second on several films and
documentaries.
filmografia/filmography
Erika Rossi:
Porrajmos, a forza di essere vento
(doc., 2004), Questioni di Pelle
(doc., 2005) Navighiamo a vista
(doc., 2007), Trieste racconta
Basaglia (doc., 2012).
Giuseppe Tedeschi:
Eurotel (doc., 2007), The Small
Kingdom of Lo (doc., 2010).
AFTER HOURS
I FILM
| MATTHEW KENNEDY, ADAM BROOKS THE EDITOR |
| ADAM WINGARD THE GUEST |
DAVIDE SIBALDI IN GUERRA | DAVID ROBERT MITCHELL IT FOLLOWS | JEFF BAENA LIFE AFTER BETH |
AIK KARAPETIAN M.O.ZH. - THE MAN IN THE ORANGE JACKET | LLUÍS MIÑARRO STELLA CADENTE |
IVAN KAVANAGH THE CANAL
GUILLAUME NICLOUX L’ENLÈVEMENT DE MICHEL HOUELLEBECQ
SION SONO TOKYO TRIBE
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
JIM MICKLE MULBERRY ST.
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
GIULIO QUESTI IL PASSO
BY GIULIO QUESTI
SOMMARIO
| STAKE LAND | WE ARE WHAT WE ARE | COLD IN JULY
| SE SEI VIVO SPARA | LA MORTE HA FATTO L’UOVO | ARCANA |
AFTER HOURS
After Hours
DI EMANUELA MARTINI
The Canal (2014)
Film da drive-in, o da mezzanotte, cult per
cinefili, o bizzarrie per spettatori spericolati.
After Hours continua nella vocazione
suggerita dal suo stesso titolo e anche
quest’anno presenta un panorama di film
«notturni», privilegiando generi come
l’horror, il thriller, il noir, ma anche esemplari
eccentrici e surreali.
Ecco dunque un horror britannico nel quale
un archivista cinematografico si trova a
ripercorrere le maledizioni suggeritegli dai
«fantasmi» di un vecchio film (The Canal
di Ivan Kavanagh) e un delirante, irresistibile
omaggio al giallo all’italiana (The Editor)
costruito dai canadesi Matthew Kennedy
e Adam Brooks intorno al mondo delle
produzioni di serie Z; un angosciante viaggio
negli incubi che perseguitano gli adolescenti
americani (It Follows), firmato da David Robert
Mitchell (che aveva diretto nel 2010 The Myth
of the American Sleepover), e una minacciosa
storia di invasione e seduzione, The Guest,
con la quale Adam Wingard si cimenta in
suggestioni orrifiche sotterranee e inquietanti;
un thriller «proletario» lettone nel quale un
operaio assassino viene sedotto dalle comodità
80
SOMMARIO
AFTER HOURS
quotidiane della casa del padrone (The Man
in the Orange Jacket di Aik Karapetian), e una
sentimental comedy con zombie (Life After
Beth di Jeff Baena) che ricorda Joe Dante.
Tra le eccentricità che si distaccano dai generi,
L’enlèvement de Michel Houellebecq, esilarante
docufiction nel quale Guillaume Nicloux
ricostruisce il presunto rapimento di cui fu
vittima Houellebecq nel 2011; Stella cadente,
bizzarra messa in scena in chiave surreal-kitsch
dell’avventura di Amedeo di Savoia, che nel
1870 divenne re di Spagna, firmata da Lluís
Miñarro; e Tokyo Tribe, la nuova travolgente
epopea di Sion Sono, tra musical, yakuza e
hip-hop, tratta dal celebre manga omonimo,
dove a Tokyo si scatena una devastante guerra
tra bande.
Infine, In guerra di Davide Sibaldi, un piccolo
thriller metropolitano dove un ragazzo e una
ragazza s’incontrano in una Milano periferica
e oscura e sono costretti a sfuggire a insidie
della notte che rimandano alle atmosfere di
Walter Hill e Martin Scorsese.
After Hours 2014 presenta anche due omaggi
a due autori, tra loro distanti e diversi: Jim
Mickle e Giulio Questi.
AFTER HOURS
After Hours
BY EMANUELA MARTINI
It Follows (2014)
Movies for drive-ins, or for midnight, cult films
for cinephiles, or oddities for daring spectators.
After Hours continues in the vocation
suggested by its own name, and this year, too,
it presents a range of “nocturnal” movies,
giving precedence to genres like horror, thrillers
and noir, but also to eccentric and surreal films.
Thus, there is a British horror movie in which
a movie archivist finds himself retracing the
curses made by the “ghosts” of an old film
(The Canal by Ivan Kavanagh); a frenzied,
irresistible tribute to Italian-style murdermysteries (The Editor) by the Canadians
Matthew Kennedy and Adam Brooks, based
on the world of Z-movie productions; a
disturbing voyage into the nightmares that
oppress American adolescents (It Follows), by
David Robert Mitchell (who directed The Myth
of the American Sleepover in 2010); a menacing
story of invasion and seduction, The Guest,
with which Adam Wingard tries his hand at
horrific, buried and disquieting suggestions;
a Latvian “proletarian” thriller in which a
murderous workman is seduced by the daily
comforts of his employer’s home (The Man
in the Orange Jacket by Aik Karapetian); and
81
SOMMARIO
AFTER HOURS
a sentimental comedy with a zombie
(Life After Beth by Jeff Baena) which calls
to mind Joe Dante.
Among the eccentricities that distance
themselves from genres, L’enlèvement de
Michel Houellebecq, a hilarious docufiction
in which Guillaume Nicloux reconstructs the
supposed kidnapping of Houellebecq in 2011;
Stella cadente, directed by Lluís Miñarro,
a bizarre, surreal-kitsch rendition of the
adventures of Amedeo of Savoy, who
became King of Spain in 1870; and Tokyo
Tribe, the new, overwhelming epic by Sion
Sono, a mixture of musicals, yakuza and
hip-hop, based on the famous homonymous
manga, in which Tokyo is the ground zero
of a devastating gang war.
Finally, In guerra by Davide Sibaldi, a small
metropolitan thriller in which boy meets girl
in the dark outskirts of Milan and they are
forced to flee from hidden nocturnal dangers
that recall the moods created by Walter Hill
and Martin Scorsese.
After Hours 2014 also presents tributes to
two authors who are very distant and
different: Jim Mickle and Giulio Questi.
AFTER HOURS
ivan kavanagh
THE CANAL
Irlanda/Ireland, 2014, HD, 90’, col.
Ivan Kavanagh (Irlanda) ha scritto
e diretto il cortometraggio BandageMan (2006), per poi esordire nel
2007 nel lungometraggio con The
Solution, a cui hanno fatto seguito
Tin Can Man (2007), Our Wonderful
Home (2008) e The Fading Light
(2009), presentati con successo in
diversi festival internazionali (Londra,
Melbourne, Sydney, Pusan).
Ha inoltre lavorato come montatore,
collaborando al thriller surreale The
Looking Glass (2011) di Colin Downey.
THE CANAL
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Ivan Kavanagh
fotografia/cinematography
Piers McGrail
montaggio/film editing
Robin Hill
scenografia/
production design
Stephanie Clerkin
costumi/costume design
Judith Williams
musica/music
Ceiri Torjussen
suono/sound
Aza Hand
interpreti e personaggi/
cast and characters
Rupert Evans (David
Williams), Antonia
Campbell Hughes (Claire
McManus), Hannah
Hoekstra (Alice Williams),
Kelly Byrne (Sophie), Steve
Oram (detective
McNamara), Calum Heat
(Billy Williams)
produttore/producer
AnneMarie Naughton
produzione/production
Park Films
coproduttori/coproducers
Sander Verdonk,
Vaughan Sivell
coproduzione/coproduction
Western Edge Pictures
**
contatti/contacts
Jinga Films
Rosana Coutinho
Tel: +44 20 73 72 54 95
[email protected]
www.jingafilms.com
David è un archivista cinematografico. Visionando una vecchia
pellicola scopre che la casa in cui vive con Alice, con cui è
felicemente sposato (o almeno così crede), nel 1902 è stata teatro
di un efferato delitto, rimasto insoluto. Alla scomparsa della
moglie, della quale ha appena smascherato i tradimenti, l’uomo
diviene il principale sospettato dalla polizia. Eppure David
è certo che le cause di questa sparizione siano di carattere
soprannaturale e abbiano a che fare con una misteriosa
presenza che abita la sua dimora…
«Da sempre ho la sensazione che l’horror sia stato ingiustamente
snobbato e trascurato. Dal muto fino a oggi, i film horror, quando
sono stati al loro meglio, hanno permesso ai registi di spingere
oltre i limiti del cinema (sia per gli elementi visivi che per quelli
sonori) e di sperimentare. Una caratteristica che ho cercato di
sfruttare in The Canal, sperando inoltre di trasmettere
agli spettatori il mio amore per questo genere e le sue infinite
possibilità. Oltre, naturalmente, a spaventarli a morte!»
**
David is a film archivist. As he watches an old film he realizes that,
in 1902, the house he lives in with Alice, to whom he is happily
married (or thinks he is), was the scene of a bloody crime, which was
never solved. He discovers that his wife has been cheating on him
and, when she suddenly disappears, he becomes the prime suspect
of the police. And yet David is sure that his wife’s disappearance has
supernatural causes and has something to do with the mysterious
presence that lives in his house…
“I’ve always felt that the horror genre has often been unfairly
dismissed and neglected. For me, horror films, at their very best,
have always (from the silent era to the present) allowed filmmakers
the possibility of pushing the boundaries of cinema (both in sound
and in picture) and to experiment. This is something I have definitely
taken advantage of in The Canal, and I hope my love of the genre,
and its endless possibilities, transfers to the audience. And scares the
hell out of them too!” 82
SOMMARIO
AFTER HOURS
Ivan Kavanagh (Ireland) wrote and
directed the short Bandage-Man
(2006), and then debuted in feature
films in 2007 with The Solution, which
was followed by Tin Can Man (2007),
Our Wonderful Home (2008) and
The Fading Light (2009), which
were successfully presented at various
international festivals (London,
Melbourne, Sydney, Pusan). He has
also worked as film editor, collaborating
on the surreal thriller The Looking
Glass (2011) by Colin Downey.
filmografia/filmography
Bandage-Man (cm, 2006), The
Solution (2007), Tin Can Man (2007),
Our Wonderful Home (2008), The
Fading Light (2009), The Canal
(2014).
AFTER HOURS
adam brooks, matthew kennedy
THE EDITOR
Canada, 2014, HD, 102’, col.
THE EDITOR
regia, fotografia,
produttori/directors,
cinematography, producers
Adam Brooks,
Matthew Kennedy
sceneggiatura/screenplay
Adam Brooks, Matthew
Kennedy, Conor Sweeney
montaggio/film editing
Rey Ciso, Sasha Moric
musica/music
Claudio Simonetti, Brian
Wiacek, Eros Cartechini,
Jeremy Gillespie, Carpenter
Brut, Vercetti Technicolor,
Repeated Viewing
suono/sound
Kevin Bacon,
Danny Chodirker
interpreti/cast
Paz de la Huerta (Josephine
Jardin), Udo Kier
(Dr Casini), Adam Brooks
(Rey Ciso), Tristan Risk
(Veronica), Laurence R.
Harvey (padre/father
Clarke), Jerry Wasserman
(il capo della polizia/police
chief O’Connor), Conor
Sweeney (Cal Konitz), Sheila
Campbell (Margarit Porfiry),
Matthew Kennedy (Peter
Porfiry), Brent Neale
(Giancarlo), Lance «The
Snake» Cartwright (Cesare)
produzione/production
Kennedy/Brooks Inc.
**
contatti/contacts
Park Entertainment
Tel: +44 02 074 344 176
[email protected]
www.parkentertainment.com
83
SOMMARIO
Un tempo montatore tra i più apprezzati, Rey Ciso non se la
passa troppo bene: per sbarcare il lunario è costretto a montare
filmacci di serie B dopo che un sanguinoso incidente l’ha lasciato
con quattro dita di legno. Quando nel suo studio vengono
ritrovati i cadaveri dei protagonisti della pellicola a cui sta
lavorando, diviene il principale indiziato. Ma la verità è un’altra
e molto più inquietante: spetterà a lui svelarla.
«The Editor è la nostra lettera d’amore per i thriller italiani degli
anni Settanta e Ottanta […]. Gran parte di questi film erano scritti
in italiano ma recitati in inglese, ambientati negli Stati Uniti e
girati in Italia, in modo da risultare interessanti a un mercato
il più vasto possibile. Di conseguenza la sintassi era spesso
insolita, così come il modo di parlare e recitare degli attori
anglofoni: elementi importanti per l’estetica del thriller quasi
quanto le atmosfere oniriche, la violenza esagerata e le frequenti
zoomate. Siamo partiti proprio da questa estetica, che ci ha
come stregati, perché nei “gialli” lo stile è il contenuto».
**
Formerly a highly sought-after film editor, Rey Ciso is going through
a rough period. After a bloody accident left him with four wooden
fingers, he is forced to edit bad B movies to make ends meet.
When the corpses of the stars of the movie he is editing are found in
his studio, he becomes the prime suspect. But the truth is a different
one and much more unsettling: it is up to him to reveal it.
“The Editor is our love letter to the Italian giallo films of the 1970s
and 1980s […]. Most of these old films were written in Italian but
performed in English, set in America but shot in Italy, all to appeal
to a larger world market. This resulted in some often-unusual syntax
and almost always-unusual cadences and deliveries on the part of the
English speaking performers. It is perhaps as important to the giallo
aesthetic as dream logic, hyper-violence or an overactive zoom lens.
And it is this aesthetic that charmed us so much to begin with.
With giallo films, the style is the substance.”
AFTER HOURS
Adam Brooks e Matthew Kennedy
si sono conosciuti nel 2006 al
Winnipeg Short Film Massacre: fin
dal loro primo incontro è stato chiaro
a entrambi il desiderio di dar vita
a un sodalizio artistico improntato
sull’horror e sul thriller. Il primo
passo è stato fondare il collettivo
no budget Astron-6, grazie al quale
distribuire i loro film e quelli di altri
registi amici e «affiliati». Insieme
hanno realizzato, dirigendo,
scrivendo e svolgendo i più svariati
ruoli nella fase di produzione, i
cortometraggi Cool Guys: The Movie
(2009), Breaking Santa (2012) e il
lungometraggio Father’s Day (2011,
coregia di Jeremy Gillespie, Steven
Kostansky e Conor Sweeney). Hanno
inoltre lavorato come interpreti nel
pluripremiato mediometraggio
Manborg (2011) di Steven Kostanski.
Adam Brooks and Matthew Kennedy
met in 2006 at the Winnipeg Short
Film Massacre. Right from the start
it was clear to both of them that
they wanted to create an artistic
collaboration to make horror movies
and thrillers. Their first step was to
found the no-budget collective Astron-6
to distribute their movies and those of
other director friends and “affiliates.”
Together, they have made – directing,
writing and carrying out a vast range
of roles during the production phase
– the shorts Cool Guys: The Movie
(2009), Breaking Santa (2012) and
the feature-length Father’s Day (2011,
codirected with Jeremy Gillespie, Steven
Kostansky and Conor Sweeney). They
also appeared in the pluri-prize-winning
medium-length movie Manborg (2011)
by Steven Kostanski.
filmografia essenziale/
essential filmography
Adam Brooks:
Fireman (cm, 2009), A Word from
Guy Maddin (cm, 2010).
Matthew Kennedy:
Kriss Miss (coregia/codirectors
Astron-6, cm, 2010).
Adam Brooks, Matthew Kennedy:
Cool Guys: The Movie (cm, 2009),
Father’s Day (coregia/codirectors
Jeremy Gillespie, Steven Kostansky,
Conor Sweeney, 2011), Breaking Santa
(cm, 2012), The Editor (2014).
AFTER HOURS
guillaume nicloux
L’ENLÈVEMENT DE MICHEL HOUELLEBECQ
Francia/France, 2014, HD, 92’, col.
THE
KIDNAPPING
OF MICHEL
HOUELLEBECQ
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Guillaume Nicloux
fotografia/cinematography
Christophe Offenstein
montaggio/film editing
Guy Lecorne
costumi/costume design
Anaïs Romand
suono/sound
Olivier Dô-Hùu,
Fanny Weinzaepflen
interpreti/cast
Michel Houellebecq, Maria
Bourjala, Luc Schwarz,
Mathieu Nicourt,
Maxime Lefrançois
produttore/producer
Sylvie Pialat
produzione/production
Les Films du Worso,
Chic Films,
Arte France
**
contatti/contacts
Le Pacte
Arnaud Aubelle
Tel: +33 144 695 945
[email protected]
www.le-pacte.com
16 settembre 2011. Televisioni, giornali, blog, siti web e stazioni
radio francesi diffondono una notizia che ha dell’incredibile: il
noto scrittore Michel Houellebecq è stato rapito. Secondo alcuni
ci sarebbe addirittura l’ombra di Al Qaeda dietro la sua
sparizione. Nei giorni successivi si susseguono speculazioni e
indiscrezioni: e se invece di un sequestro si trattasse della crisi
d’identità o del delirio schizofrenico di un uomo che, nella vita
come nelle sue opere, ha sempre accarezzato il lato irrazionale
e doloroso dell’essere umano? O magari di un semplice piano
elaborato per fuggire finalmente dall’attenzione del mondo?
«Spero di aver svelato uno scrittore divertente, sensibile, dotato
di uno spirito caustico, assediato dal dubbio, ingenuo, sgarbato,
ansioso, intelligente e innamorato. Il genere di uomo che non ti
aspetteresti di incontrare. L’enlèvement de Michel Houellebecq
potrebbe anche essere visto come il ritratto di un uomo che non
aspirava a diventare uno scrittore, ma piuttosto un pilota di auto
da corsa».
**
September 16 , 2011. Television, newspapers, blogs, websites
and radio stations spread a news item which seems incredible:
the well-known author Michel Houellebecq has been kidnapped.
Some people think Al Qaeda might be behind his disappearance.
Over the following days, speculation and indiscretions abound:
what if it wasn’t a kidnapping but rather an identity crisis or the
schizophrenic delirium of a man who, in his life as in his work, has
always flirted with the irrational and painful side of human nature?
Or maybe it was just a plan he came up with to finally escape the
attention of the world?
TH
“I hope to reveal a writer who is funny, sensitive, endowed with a
caustic wit, beset by doubt, naïve, unkind, anxious, intelligent, and in
love. The kind of man we don’t expect to meet. The Kidnapping of
Michel Houellebecq may also be the portrait of a man who never
aspired to be a writer, but rather hoped to become a racecar driver.”
84
SOMMARIO
AFTER HOURS
Guillaume Nicloux (Francia, 1966),
scrittore e regista per il teatro e il
cinema, dopo aver fondato a soli
diciotto anni la compagnia teatrale
La troupe, ha esordito nel
lungometraggio nel 1990 con Les
enfants volants, per poi approdare al
Festival di Locarno con La vie crevée
(1992), interpretato da Michel
Piccoli, e a Cannes con il successivo
Faut pas rire du bonheur (1995).
Regista soprattutto di polar e thriller,
ha lavorato con attori come JeanPierre Darroussin (Le poulpe, 1998;
Holiday, 2010), Marion Cotillard (Une
affaire privée, 2002), Monica Bellucci
(L’eletto, 2006) e Guillaume Canet
(La clef, 2007). Nel 2013 ha portato
in concorso alla Berlinale il suo
adattamento della Religiosa di
Diderot, interpretato da Isabelle
Huppert.
Guillaume Nicloux (France, 1966),
author and director of stage and screen,
founded the theatrical company La
troupe when he was only eighteen.
He debuted in feature films in 1990 with
Les enfants volants, and participated
at the Locarno Film Festival with La vie
crevée (1992), starring Michel Piccoli,
and at Cannes with his next movie,
Faut pas rire du bonheur (1995).
As a director, he concentrates above all
on polars and thrillers, and has worked
with actors such as Jean-Pierre
Darroussin (Le poulpe, 1998; Holiday,
2010), Marion Cotillard (Une affaire
privée, 2002), Monica Bellucci (The
Stone Council, 2006) and Guillaume
Canet (La clef, 2007). In 2013, he
competed at the Berlinale with his film
adaptation of Diderot’s The Nun,
starring Isabelle Huppert.
filmografia/filmography
Les enfants volants (1990), La vie
crevée (1992), Faut pas rire du bonheur
(1995), Le poulpe (1998), Scénarios sur
la drogue (ep. Lucie, tv, 2000), Les
redoutables (ep. Echange standard,
tv, 2000), Une affaire privée (2002),
Cette femme-là (Violenza estrema,
2003), Le concile de pierre (L’eletto,
2006), La clef (2007), Suite noire (ep.
La reine des connes, tv, 2009), Holiday
(2010), L’affaire Gordji, histoire d’une
cohabitation (tv, 2012), La religieuse
(La religiosa, 2013), L’enlèvement de
Michel Houellebecq (2014).
AFTER HOURS
adam wingard
THE GUEST
Usa, 2014, 99’, HD, col.
THE GUEST
regia, montaggio/
director, film editing
Adam Wingard
sceneggiatura/screenplay
Simon Barrett
fotografia/cinematography
Robby Baumgartner
scenografia/
production design
Thomas S. Hammock
costumi/costume design
Kathleen Detoro
musica/music
Stephen Moore,
Jonathan McHugh
interpreti e personaggi/
cast and characters
Dan Stevens (David), Maika
Monroe (Anna Peterson),
Brendan Meyer (Luke
Peterson), Sheila Kelley
(Laura Peterson), Leland
Orser (Spencer Peterson),
Lance Reddick (magg./maj.
Carver), Chase Williamson
(Zeke)
produttori/producers
Keith Calder, Jessica Calder
produzione/production
Snoot Entertainment
coproduttore/coproducer
Chris Harding
**
contatti/contacts
The Festival Agency
Claire Thibault
Tel: +33 970 440 605
[email protected]
www.thefestivalagency.com
David, un soldato in congedo, bussa alla porta dei Peterson,
la famiglia di un suo commilitone morto in battaglia, del quale
dice di essere stato molto amico. Il giovane viene accolto in casa,
e si mostra un ospite modello: amichevole e volenteroso,
conquista i cuori dei Peterson, ancora segnati dalla recente
scomparsa. Una serie di misteriosi omicidi, iniziata proprio
col suo arrivo, farà però sorgere dubbi su di lui e su quello
che potrebbe nascondere.
«Sebbene tecnicamente non sia un horror, The Guest si svolge
in una personale versione di realtà contemporanea, mescolata
a un immaginario da paese delle meraviglie anni Ottanta, à la
John Carpenter, idealizzato e synth, dove è sempre Halloween e i
segni di questa festa occulta sono ovunque. Come in un labirinto
infestato da spettri, ogni stanza nella quale si entra nasconde una
sorpresa incredibile, e nessuno sa cosa lo attende. A prescindere
da questo, però, ci si può comunque divertire e il film dà
continuamente la sensazione di andare verso qualcosa
di più clamoroso e inatteso».
**
While on leave from the army, David pays a visit to the Petersons.
Their son died in battle and he was a good friend of David’s (or so
he claims). The young man is welcomed into their home, and he
seems like the perfect guest: he is charming and helpful, and he
quickly wins over the Peterson’s hearts, which are still aching from
their recent loss. But soon, a series of mysterious murders raises their
suspicions about who he really is and what he could be hiding.
“While technically not a horror film, The Guest takes place in my
version of a modern reality mixed with an idealized synthy John
Carpenter 1980s wonderland where it’s always Halloween and the
signs of the occult holiday are evident everywhere. Much like a
haunted maze, every room you walk into is a total surprise and
you never know what’s going to come at you next. But regardless
of that, you are still having a good time and it’s always escalating
to something bigger and more unexpected.”
85
SOMMARIO
AFTER HOURS
Adam Wingard (Oak Ridge,
Tennessee, Usa, 1981) si è laureato
presso la Full Sail University nel 2002
e ha esordito nel 2004 con il
cortometraggio Little One, a cui è
seguito The Girlfriend (2005). Nel
2007 ha diretto i suoi primi due
lungometraggi, la commedia horror
Home Sick e il thriller soprannaturale
Pop Skull, realizzato con un budget
di soli duemila dollari. Dopo aver
diretto in collaborazione con Joe
Swanberg Autoerotic (2011), ha
partecipato come regista e interprete
ai film collettivi V/H/S (2012) e
V/H/S 2 (2013), entrambi presentati
al Torino Film Festival.
Adam Wingard (Oak Ridge, TN, USA,
1981) graduated in 2002 from Full Sail
University. He shot his first short Little
One in 2004, followed by The
Girlfriend (2005). In 2007, he made
his first two feature films: the horror
comedy Home Sick, and the
supernatural thriller Pop Skull, which
he made with only a two thousand
dollar budget. He codirected
Autoerotic (2011) with Joe Swanberg;
he also participated as a filmmaker
and actor in the collective movies
V/H/S (2012) and V/H/S 2 (2013),
both of which were presented at the
Torino Film Festival.
filmografia/filmography
Little One (cm, 2004), The Girlfriend
(cm, 2005), Home Sick (2007), 1000
Year Sleep (cm, 2007), Pop Skull
(2007), Laura Panic (cm, 2007),
Paradox Mary (cm, 2008), Little Sister
Gone (cm, 2008), Horrible Way to Die
(2010), Autoerotic (coregia/codirector
Joe Swanberg, 2011), What Fun We
Were Having (2011), V/H/S (ep. Tape
56, cm, 2012), V/H/S 2 (ep. Phase
I Clinical Trials, cm, 2013), You’re
Next (2013), The Guest (2014).
AFTER HOURS
davide sibaldi
IN GUERRA
Italia/Italy, 2014, HD, 80’, col.
AT WAR
regia, sceneggiatura,
montaggio, produttore/
director, screenplay, film
editing, producer
Davide Sibaldi
fotografia/cinematography
Marco Spanò
musica/music
Mauro Magnan,
Isaac De Martin,
Davide Sibaldi
suono/sound
Mauro Magnani
interpreti e personaggi/
cast and characters
Fausto Cabra (Daniel
Sovrano), Anna Della Rosa
(Eleonora Nota), Alberto
Onofrietti (Matteo), Silvia
Giulia Mendola (Renata),
Giuseppe Sartori (Andy),
Alessandra Salamida (Lady),
Michele Di Giacomo (Red),
Alessandro Lussiana
(l’autista/driver), Roberto
«uRban.0» Brancati (Nero),
Loris Fabiani (Luma)
**
contatti/contacts
Davide Sibaldi
[email protected]
Una notte. In una metropoli sconvolta dalla crisi economica un
ragazzo e una ragazza si incontrano per caso. Devono tornare
alle loro case attraversando quartieri in balia di bande di sbandati
e criminali. Il viaggio di due giovani alla ricerca del senso della
vita nell’Italia di oggi; due giovani che dovranno affrontare i loro
demoni per riuscire a raggiungere l’alba.
«A sceneggiatura completata, i personaggi erano una quarantina.
Così, rendendomi definitivamente conto dell’assurdità di
proporre un film del genere a una casa di produzione, ho
deciso di produrmelo da solo. L’idea poi messa in pratica era
di realizzare una grande coproduzione di attori e tecnici, i quali
partecipavano gratuitamente al progetto ottenendo una quota
del film pari al loro coinvolgimento. Io pagavo tutti i costi vivi
dell’operazione. […] Tutti coloro che hanno quote del film
ricevono una percentuale di denaro pari alla loro quota: è stato
un investimento comune ed è giusto che tutti siano trattati allo
stesso modo».
**
In a city rattled by the economic crisis, one night a boy and a girl
meet by chance on their way home. To reach their destinations, they
have to cross neighborhoods infested with street gangs and criminals.
A journey through the night for two young individuals looking for the
meaning of life in today’s Italy. In order to see the light of dawn, they
will have to face their demons.
“By the time we finished writing the screenplay, there were over forty
characters. I finally realized the absurdity of presenting a film this
massive to a production company, so I decided to produce it myself.
My idea, which I then put in practice, was to make it a big
coproduction with the actors and crew. They worked on the project
for free and got in return a share proportional to their level of
participation. I covered all the out-of-pocket expenses. […] In the
end, all of these shareholders of ours got a percentage of the film’s
grossing: it was a common investment, so they should all be treated
equally.”
86
SOMMARIO
AFTER HOURS
Davide Sibaldi (Milano, 1987),
attivo nel mondo del cinema fin
dai 12 anni, ha esordito nel 1998 con
il cortometraggio Il cercatore, a cui
sono seguiti più di quaranta lavori
con cui ha partecipato a diversi
festival. Nel 2010 ha debuttato
nel lungometraggio con L’estate
d’inverno, presentato al Festival
internazionale del film di Roma,
premiato al Chicago County Film
Festival e all’European Independent
Film Festival e poi distribuito nelle
sale di tutt’Italia. Successivamente,
oltre a In guerra, (2014), ha diretto
Un’alba in Messico (2014) e al
momento sta ultimando la
commedia drammatica La strada
per la felicità. Pittore e illustratore,
ha collaborato al libro per l’infanzia
Gli angeli dei bambini, uscito nel
2002 per Ape Editore/Salani.
Davide Sibaldi (Milan, Italy, 1987),
has been working in cinema since he
was 12 and made his first short film
Il cercatore in 1998, followed by more
that forty other projects and many film
festival participations. In 2010, he
made his first feature film L’estate
d’inverno; it was presented at the
Rome International Film Festival,
won awards at the Chicago Country
Film Festival and at the European
Independent Film Festival, and was
finally distributed in Italian movie
theatres. Sibaldi recently directed
In Guerra (2014), Un’alba in Messico
(2014), and he is currently wrapping
up the comedy-drama La strada per
la felicità. He is also a painter and an
illustrator of children’s books, like Gli
angeli bambini, which was published
in 2002 by Ape Editore/Salani.
filmografia essenziale/
essential filmography
Il cercatore (cm, 1998), L’estate
d’inverno (2010), In guerra (2014),
Un’alba in Messico (2014).
AFTER HOURS
david robert mitchell
IT FOLLOWS
Usa, 2014, HD, 94’, col.
IT FOLLOWS
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
David Robert Mitchell
fotografia/cinematography
Michael Gioulakis
montaggio/film editing
Julio C. Perez IV
scenografia/
production design
Michael T. Perry
musica/music
Disasterpeace
interpreti e personaggi/
cast and characters
Maika Monroe (Jay), Keir
Gilchrist (Paul), Daniel
Zovatto (Greg), Jake Weary
(Hugh), Olivia Luccardi
(Yara), Lili Sepe (Kelly)
produttori/producers
Rebecca Green, Laura D.
Smith, David Robert
Mitchell, David Kaplan, Eric
Rommesmo
produzione/production
Northern Light Films,
Animal Kingdom, Two Flints
coproduttore/coproducer
Robin K. Bennett
**
contatti/contacts
Visit Films
Aida LiPera
Tel: +1 718 312 82 10
[email protected]
www.visitfilms.com
La diciannovenne Jay conduce una vita serena: gli studi, gli amici,
le gite al lago nel week-end. Con lei c’è il fidanzato Hugh, di cui è
innamorata. Dopo il loro primo rapporto sessuale, però, qualcosa
sembra cambiare per la ragazza: strane visioni iniziano a
perseguitarla, così come l’inesplicabile e opprimente sensazione
che qualcuno, o qualcosa, la segua. Jay capisce presto come
l’orrore, irrazionale e inarrestabile, possa celarsi a pochi passi da
lei e da chi le sta intorno, minando ogni sicurezza.
«Il film nasce da un incubo della mia infanzia in cui qualcosa
m’inseguiva, in modo lento ma inarrestabile. Nel sogno ero nel
parco giochi della scuola quando vedevo un altro bambino
venirmi incontro, e lì sapevo, non so come, che si trattava di un
mostro. Quindi scappavo fino alla fine dell’isolato, fermandomi
ad aspettare. Dopo un momento potevo vedere in lontananza
quel bambino girare l’angolo e continuare a seguirmi. Questa
creatura poteva sembrare chiunque, assumeva un aspetto
differente ogni volta che la guardavo».
**
Nineteen-year-old Jay’s life is serene: school, friends, weekend trips
to the lake. Her boyfriend Hugh, whom she loves, is always with her.
But something happens to the girl after the first time they make love.
She starts to be haunted by strange visions, and by a strange and
oppressive feeling that someone, or something, is following her. Jay
soon realizes that horror, irrational and unrelenting, is hiding just a
few steps away from her and those around her, undermining all
security.
“The film sprang from a childhood nightmare where something
is following you. In the nightmare, it was slow but ever-persistent.
I dreamt that I was on the playground at school and I saw this other
kid walking towards me. And somehow I knew in my dream that this
was a monster. I ran away, down a whole block – and then I stood
there waiting. After a moment, in the distance, the boy turned the
corner and continued following me. This monster could look like
anyone – assuming different shapes each time I saw it.”
87
SOMMARIO
AFTER HOURS
David Robert Mitchell (Detroit,
Michigan, Usa, 1974) ha studiato
alla Wayne State University di Detroit,
dove si è laureato in cinema e
letteratura inglese; ha poi ottenuto
un master alla Florida State
University in cinema, televisione,
musica. Ha realizzato numerosi
cortometraggi tra cui Virgin (2002),
selezionato in più di dodici festival
tra cui il Los Angeles Short Film
Festival. Ha lavorato anche come
montatore di spot televisivi e trailer.
Ha esordito nel lungometraggio con
The Myth of the American Sleepover,
presentato al Festival di Cannes
nel 2010, partecipando lo stesso
anno al Torino Film Festival.
David Robert Mitchell (Detroit, MI,
USA, 1974) studied film and English
at Wayne State University in Detroit
earning a Bfa before advancing to
earn an Mfa in motion picture,
television & recording arts from
Florida State University. His film
credits include several shorts among
which Virgin (2002) that was an
official selection in over a dozen
festivals, including the Los Angeles
Short Film Festival. He also works
as an editor, cutting television
commercials and movie trailers.
His debut feature, The Myth of the
American Sleepover, premiered
at Cannes Film Festival 2010 and
took part in the Torino Film Festival
the same year.
filmografia/filmography
Virgin (cm, 2002), The Myth of the
American Sleepover (2010), It Follows
(2014).
AFTER HOURS
jeff baena
LIFE AFTER BETH
Usa, 2014, HD, 91’, col.
Jeff Baena (Miami, Florida, Usa,
1977) vive a Los Angeles e ha
studiato film production alla New
York University’s Tisch School of
the Arts. Ha iniziato a lavorare
come sceneggiatore, scrivendo la
commedia I Heart Huckabees - Le
strane coincidenze della vita (2004),
diretta da David O. Russell e
interpretata da Jason Schwartzman,
Isabelle Huppert, Dustin Hoffman,
Lily Tomlin, Jude Law, Mark Wahlberg
e Naomi Watts. Life After Beth è il
suo primo lungometraggio.
LIFE AFTER
BETH
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Jeff Baena
fotografia/cinematography
Jay Hunter
montaggio/film editing
Colin Patton
scenografia/
production design
Michael Grasley
costumi/costume design
Negar Ali Kline
musica/music
BRMC, Bruce Gilbert
suono/sound
Ugo Derouard
interpreti e personaggi/
cast and characters
Aubrey Plaza (Beth
Slocum), Dane Dehaan
(Zach Orfman), John C.
Reilly (Maury Orfman),
Molly Shannon (Geenie
Slocum), Paul Reiser (Noah
Orfman), Matthew Gray
Gubler (Kyle Orfman), Anna
Kendick (Erica Wexter)
produttori/producers
Liz Destro, Michael Zakin
produzione/production
StarStream Entertainment,
Abbolita Productions,
American Zoetrope,
Destro Films
coproduttore/coproducer
Daniel McGilvray,
Bryce Winter,
Roxanne Fie Anderson
distribuzione/distribution
Movies Inspired
**
contatti/contacts
Movies Inspired
Stefano Jacono
[email protected]
www.moviesinspired.com
88
SOMMARIO
La scomparsa improvvisa della fidanzata Beth ha lasciato Zach
emotivamente devastato. A pesare su di lui il ricordo della
ragazza che tanto ha amato oltre al rimpianto per tutte le cose
che non sono riusciti a fare insieme e i progetti che non hanno
potuto realizzare. Quando, come per miracolo, Beth fa ritorno
dalla morte, Zach è incredulo. Ma in lei c’è qualcosa di nuovo,
qualcosa di diverso, qualcosa di inquietante, qualcosa che farà
prendere alla sua vita una piega inattesa.
«Non ho provato a ribaltare il genere; non mi sono avvicinato
al film considerandolo una storia di zombie o un film di genere.
L’ho considerato fin da subito una storia sentimentale con uno
zombie. La traiettoria emotiva dei film passa attraverso una
rottura, e io ero attratto dall’idea di generare una specie di
disorientamento cognitivo. Al tempo stesso, però, il film è
emozionate, divertente, straziante e decisamente assurdo».
**
Zach is emotionally devastated when his girlfriend Beth suddenly
dies. He is burdened by memories of the girl he loved so much,
and by regret for all the things they weren’t able to do together, and
the projects they hadn’t been able to carry out. When Beth – almost
miraculously – returns from the dead, Zach is amazed. But there’s
something new about her, something different, something disturbing,
something that will change his life unexpectedly.
“I wasn’t trying to subvert the genre, I wasn’t approaching it as a
zombie or genre film; I was approaching it as a relationship film
that was dealing with a zombie. The emotional trajectory of the
movie mirrors going through a break up. I was just attracted to the
idea that creates that much cognitive dissonance but at the same
time is emotional and funny and heartbreaking and kind of absurd.”
AFTER HOURS
Jeff Baena (Miami, FL, USA, 1977)
lives in Los Angeles and studied film
production at New York University’s
Tisch School of the Arts. He began as
a screenwriter and wrote the comedy
I Heart Huckabees (2004), directed
by David O. Russell and starring Jason
Schwartzman, Isabelle Huppert, Dustin
Hoffman, Lily Tomlin, Jude Law, Mark
Wahlberg and Naomi Watts. Life After
Beth is his first feature film.
filmografia/filmography
Life After Beth (2014).
AFTER HOURS
aik karapetian
M.O.ZH.
Lettonia-Estonia/Latvia-Estonia, 2014, HD, 71’, col.
THE MAN IN
THE ORANGE
JACKET
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Aik Karapetian
fotografia/cinematography
Janis Eglitis, Jurgis Kmins
montaggio/film editing
Andris Grants,
Aik Karapetian
musica/music
Anna Kirse-Aunina, Tomas
Aunins, Andris Dzenitis
suono/sound
Ernsts Ansons,
Verners Biters
interpreti/cast
Maxim Lazarev, Aris
Rozentals, Anta Aizupe
produttore/producer
Roberts Vinovskis
produzione/production
Locomotive Productions
**
contatti/contacts
Wide Management
Matthias Angoulvant
Festivals
Tel: +33 153 952 444
[email protected]
www.widemanagement.com
I dipendenti di un cantiere nautico rimangono senza lavoro:
il proprietario ha venduto lo stabilimento, gettandoli nella
disperazione. Un altro sentimento, però, si fa largo: la rabbia.
Uno di loro s’intrufola, con la divisa e gli attrezzi della
professione, nella casa in cui vivono il ricco industriale e la sua
avvenente compagna e li uccide a sangue freddo. Non gli rimane
che nascondere i cadaveri e prendersi le loro vite lussuose. Ma il
tuffo in un mondo nuovo e inebriante, fatto di ristoranti a cinque
stelle, auto veloci e bellissime escort, ha breve durata: qualcuno
lo spia nel buio delle sue notti, aprendo le porte alla paranoia.
«Ho sempre guardato molti horror, quindi so cosa mi piace
e cosa no. Da fan del genere, ho deciso che il film doveva essere
come io avrei voluto vederlo. Così ho enfatizzato l’atmosfera
e la suspense, perché, da spettatore, ho notato che entrambi
questi due elementi mancano sempre più spesso negli horror
di oggi. Volevo poi che il pubblico si ritrovasse immerso nel
mondo in cui vivono i personaggi, che ne respirasse la stessa
aria».
**
The workers in a navy yard have lost their jobs. The owner has sold
the shipyard, throwing them into despair. But another feeling takes
hold: anger. One of the workers, dressed in his work clothes and
carrying his tools of the trade, sneaks into the house where the rich
industrialist and his beautiful companion live and kills them in cold
blood. He then hides the bodies and takes over their luxurious
lifestyle. But this plunge into a new and intoxicating world, made
of five-star restaurants, fast cars and beautiful escorts, is short-lived.
Someone is spying on him in the dark of the night, opening the door
to paranoia.
“I watched a large number of horror movies, realizing what I liked
and disliked. I decided that the film should be made in the way I,
as a fan of this genre, would want to watch it. So the emphasis was
put on atmosphere and suspense, those were the elements I lacked
as a viewer in the modern horror movies. I wanted the audience to
be completely immersed in a world of these characters, to breathe
the same air.”
89
SOMMARIO
AFTER HOURS
Aik Karapetian (Armenia, 1983) è
cresciuto e ha studiato in Lettonia,
dove ha ottenuto un master presso
l’Accademia lettone di cultura, per
poi completare il suo percorso
accademico nel 2008 all’Académie
internationale des arts ESC di Parigi.
Nel frattempo ha esordito come
regista con il cortometraggio Riebums
(2007) e si è poi dedicato alla regia
teatrale con gli allestimenti per
l’Opera nazionale lettone del Barbiere
di Siviglia e del Mercante di Venezia.
Nel 2012 è tornato al cinema
dirigendo il suo primo
lungometraggio, il dramma criminale
People Out There, presentato in
concorso a Karlovy Vary.
Aik Karapetian (Armenia, 1983)
grew up and studied in Latvia, where
he received a master’s degree from
the Latvian Academy of Culture.
He completed his studies in 2008 at
the Académie internationale des arts
ESEC in Paris. In the meantime, he
debuted in directing with the short
Riebums (2007) and then dedicated
himself to the theatre, directing
productions of The Barber of Seville
and The Merchant of Venice for the
Latvian National Opera. In 2012, he
returned to film and directed his first
feature movie, the crime drama People
Out There, which competed at the
Karlovy Vary festival.
filmografia/filmography
Riebums (cm, 2007), Cilveki tur/
Lyudi tam (People Out There, 2012),
M.O.Zh. (The Man in the Orange
Jacket, 2014).
AFTER HOURS
lluís miñarro
STELLA CADENTE
Spagna/Spain, 2014, HD, 105’, col.
FALLING STAR
regia, produttore/
director, producer
Lluís Miñarro
sceneggiatura/screenplay
Lluís Miñarro, Sergi Belbel
fotografia/cinematography
Jimmy Gimferrer
montaggio/film editing
Nuria Esquerra
scenografia/
production design
Sebastian Vogler
costumi/costume design
Merce Paloma
suono/sound
Dani Fontrodona
interpreti e personaggi/
cast and characters
Alex Brendemühl (Amedeo),
Barbara Lennie (Victoria),
Lorenzo Balducci
(l’assistente del re/king’s
assistant), Lola Dueñas
(la cuoca/cook), Francesc
Garrido (il ministro/minister
Serrano), Alex Batllori
(il ragazzo/boy), Gonzalo
Cunill (il ministro/
minister Zorrilla),
Francesc Orella (Obispo)
produzione/production
Eddie Saeta
**
contatti/contacts
Eddie Saeta
Montse Pedrós Solé
Tel: +34 934 677 040
[email protected]
www.eddiesaeta.com
Novembre 1870: con 191 voti favorevoli Amedeo d’Aosta, fratello
del futuro Umberto I e capostipite dei Savoia, diventa re di
Spagna. Giunto a Madrid il 2 gennaio 1871, lo stesso giorno
giura sulla costituzione. Il sovrano è armato di idee liberali
e progressiste, ma presto i suoi ideali reali si scontrano con
la realtà spagnola del periodo, dominata da intrighi, corruzione
e ogni bassezza di cui l’animo umano è capace. Costretto a
passare la maggior parte del tempo tra le mura del suo palazzo
per timore che l’instabilità politica deflagri in un attentato,
dopo appena due anni Amedeo abdica, dichiarando la Spagna
ingovernabile.
«Un film libero e delirante che difende la necessità della gioia
di vivere. Un gioco con lo spettatore in cui nulla è ciò che
sembra. Uno sguardo ironico ai canoni estetici degli anni
Settanta, “quando eravamo così felici”».
**
November 1870: with 191 in favor, Amedeo d’Aosta, the brother
of the future King Umberto I and member of the House of Savoy,
becomes king of Spain. He arrives in Madrid on January 2 , 1871
and that very same days is sworn in on the constitution. The king is
armed with liberal and progressive ideas, but his royal ideals soon
clash with the reality of Spain in that period, dominated by intrigues,
corruption and every iniquity the human soul is capable of imagining.
He is forced to spend most of his time inside his palace, in fear that
the political instability will erupt into an assassination attempt, and
two years later, Amedeo abdicates, declaring Spain ungovernable.
ND
“A free and delirious film that defends the need of joy in life. A game
with the viewer in which nothing is what it seems. An ironic look on
the esthetical values of the 1970s, ‘when we were so happy.’”
90
SOMMARIO
AFTER HOURS
Lluís Miñarro (Barcellona, Spagna,
1949), produttore e regista catalano,
nella sua carriera ha prodotto i lavori
di numerosi autori internazionali, fra
cui Albert Serra (Honor de cavallería,
2006, vincitore del Torino Film
Festival; El cant dels ocells, 2008),
José Luis Guerín (En la ciudad de
Silvia, 2007), Lisandro Alonso
(Liverpool, 2008), Manoel de Oliveira
(Lo strano caso di Angelica, 2010)
e Apichatpong Weerasethakul (Lo zio
Boonme che si ricorda delle sue vite
precedenti, 2010, vincitore della
Palma d’oro a Cannes). Come regista
ha realizzato due documentari e
altrettanti film di finzione.
Lluís Miñarro (Barcelona, Spain,
1949), a Catalonian producer and
director, has produced the works of
numerous international filmmakers,
including Albert Serra (Honor de
cavallería, 2006, winner of the Torino
Film Festival; El cant dels ocells,
2008), José Luis Guerín (En la ciudad
de Silvia, 2007), Lisandro Alonso
(Liverpool, 2008), Manoel de Oliveira
(The Strange Case of Angelica, 2010)
and Apichatpong Weerasethakul
(Uncle Boonme Who Can Recall
His Past Lives, 2010, Palme d’Or
at Cannes). He has directed two
documentaries and two fiction films.
filmografia/filmography
Familystrip (doc., 2009), Blow Horn
(2009), 101 (cm, doc., 2012), Stella
cadente (2014).
AFTER HOURS
sion sono
TOKYO TRIBE
Giappone/Japan, 2014, HD, 116’, col.
TOKYO TRIBE
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Sion Sono
fotografia/cinematography
Daisuke Soma
montaggio/film editing
Junichi Ito
musica/music
BCDMG
suono/sound
Shinji Watanabe,
Masatoshi Saito
interpreti e personaggi/
cast and characters
Ryohei Suzuki (Merra),
Young Dais (Kai), Nana
Seino (Sunmi),
Shôta Sometani (Mc),
Yôsuke Kubozuka (Nkoi),
Riki Takeuchi (Buppa),
Yui Ichikawa (Norichan),
Shunsuke Daitô (Iwao),
Motoki Fukami (Denden)
produttore/producer
Yoshinori Chiba
produzione/production
Django Film, From First
Production Co., Nikkatsu
distribuzione/distribution
Tucker Film
**
contatti/contacts
Tucker Film
Sabrina Baracetti
Tel: +39 04 32 299 545
[email protected]
www.tuckerfilm.com
A Tokyo, in un imprecisato futuro, la città è governata col pugno
di ferro da gang criminali che, nello spartirsi i traffici illeciti,
riescono a convivere per miracolo. Lo scontro è sempre dietro
l’angolo e l’irreparabile accade quando Merra, il boss del
quartiere a luci rosse di Burkuro, tende una trappola a Kai,
componente della banda dei Musashino Saru, verso cui prova
un odio implacabile. Il suo scopo non è solo quello di annientare
i rivali, ma anche di attirare a sé Kai, che vede come la sua
nemesi e di cui, per questo, vuole disfarsi. Il regolamento dei
conti non si farà aspettare.
«Questo è un film che parla della vita di strada, quindi ho
pensato che sarebbe stato molto più interessante affidarmi a
persone provenienti davvero dalla strada piuttosto che ad attori
professionisti. Così mi sono guardato intorno in cerca di rapper,
e siccome a un certo punto è stato chiaro che alcuni di loro
avrebbero preso parte al film, ho pensato che sarebbe stato
meglio farli cantare. E siccome avrebbero dovuto cantare, era
molto più intrigante farglielo fare come in un musical».
**
A futuristic Tokyo, where the streets are ruled with the iron fist of
criminal gangs. They control the city, carved it into territorial lines
where they carry out their respective illicit trafficking. They barely
managing to coexist, conflict is always around the corner, and the
tension finally explodes after Merra (gang leader of the Bukuro red
light district) ambushes Kai (member of the Musashino Saru, which
he hates viscerally). His objective isn’t just to annihilate his enemies:
he wants to lure his nemesis Kai and get rid of him once and for all.
The final showdown will settle the score.
“It’s a film about street life. I thought it would be more interesting
to bring out people from the streets rather than professional actors.
So, I looked for rappers in the streets. Then I decided that if I was
going to have rappers in the film, it would be better to make them
sing. If they were supposed to sing, then it would be a better
challenge to do a musical film.”
91
SOMMARIO
AFTER HOURS
Sion Sono (Toyokawa, Giappone,
1961) è uno dei registi giapponesi
più conosciuti e apprezzati all’estero.
Nei suoi film descrive la società
nipponica in modo provocatorio
e violento, con numerosi riferimenti
alla cultura pop. Tra le sue opere
più conosciute, il controverso Suicide
Club (2002), che con Noriko’s Dinner
Table (2005) fa parte di una trilogia
sull’alienazione; Strange Circus
(2005), con cui ha vinto il premio
della giuria del Berliner Zeitung alla
Berlinale 2006, e Love Exposure
(2008), vincitore del Premio Fipresci
e del Caligari Film Award alla
Berlinale, nonché primo tassello della
«trilogia dell’odio», di cui faranno
parte Cold Fish (2010) e Guilty of
Romance (2011). Con Himizu (2011)
ha partecipato in concorso alla
Mostra di Venezia, dove nel 2013 ha
presentato Why Don’t You Play in Hell
nella sezione Orizzonti. Nel 2011 il
Torino Film Festival gli ha dedicato
una retrospettiva.
Sion Sono (Toyokawa, Japan, 1961)
is an internationally acclaimed
Japanese filmmaker. His movies depict
Japanese society in a provocative and
violent way, amid a plethora of pop
culture references. His most renown
films include the controversial Suicide
Club (2002), which is part of a trilogy
on alienation along with Noriko’s
Dinner Table (2005); Strange Circus
(2005) won the Berliner Zeitung Jury
Award at the 2006 Berlinale, and
Love Exposure (2008), winner
of the Fipresci Award and the
Caligari Film Award at the Berlinale.
Love Exposure is also the first film
of the “trilogy of hate,” which includes
Cold Fish (2010) and Guilty of
Romance (2011). He participated
to the Venice Film Festival in 2011 with
the feature Himizu, and in 2013 with
Why Don’t You Play in Hell, presented
in the section Orizzonti. The Torino
Film Festival paid tribute to him with
a retrospective in 2011.
filmografia essenziale/
essential filmography
The Room (1992), Suicide Club
(2002), Noriko’s Dinner Table (2005),
Strange Circus (2005), Hazard (2006),
Exte: Hair Extensions (2007), Love
Exposure (2008), Cold Fish (2010),
Guilty of Romance (2011), Himizu
(2011), Why Don’t You Play in Hell
(2013), Tokyo Tribe (2014).
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
Jim Mickle - Genere e artigianato, oggi
DI PIER MARIA BOCCHI
Cold in July (2014)
Con soli quattro lungometraggi, Jim Mickle
è diventato in breve tempo una delle nuove
voci più interessanti del panorama horror
contemporaneo. Un panorama, è bene
ricordarlo, non sempre benaugurante, anzi
il più delle volte triste e senza spessore: fra
indie tutti uguali e produzioni major in PG-13
anemiche, raramente il genere riesce ancora
a essere specchio del mondo, in favore di
spaventi meccanici a buon mercato e un
familismo conservativo di ritorno. Eppure c’è
speranza, perché Mickle è riuscito non soltanto
a evadere dalle secche e dalle trappole del
mercato, ma anche a imporsi con piglio
originale. Basta vedere l’esordio, Mulberry St.
(2006), che rielabora il catastrofismo con
stile spiccio e sporco, e soprattutto con uno
sguardo al malessere sociale che pare
ricordare l’Abel Ferrara degli inizi. Stake Land
(2010) affronta scenari simili, ma si allarga
a inquadrare la postapocalisse con radici
che affondano nell’immaginario kinghiano.
È il terzo film, We Are What We Are (2013),
a evidenziare definitivamente la singolarità
del regista. Mickle osa ciò che non si dovrebbe
osare (il tempo e la storia del cinema ne sono
prova, sebbene con le eccezioni del caso):
fare il remake di un’opera «straniera» che ha
ricevuto plausi nel circuito dei festival, e per
92
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
giunta a distanza di soli tre anni! La fortuna
e il clamore mediatico dell’originale messicano
Somos lo que hay (2010) di Jorge Michel Grau
cominciano alla Quinzaine des réalisateurs
di Cannes: da lì in poi, è un crescendo.
Il rifacimento di Mickle non è però ciò che
ci si aspetterebbe da Hollywood: un horror
sociologico diventa così un gotico familiare
plumbeo e molto lontano dagli stereotipi
odierni del genere, anche per ritmo e
dinamiche.
La Quinzaine porta ancora fortuna, perché
è lì che Cold in July (2014), dopo la prima al
Sundance, riceve ovazioni a scena aperta.
Non più un horror, stavolta, ma un thriller
tratto dallo scrittore cult Joe R. Lansdale,
che ha tutte le carte in regola per diventare
altrettanto cult. Merito senza dubbio della
presenza fra gli interpreti di Sam Shepard e
Don Johnson (che affiancano il Dexter Michael
C. Hall), ma merito anche di Mickle, che
guarda al pop e al vintage con stile consapevole
eppure irresistibile. Senza presunzione: più di
tutto, piace di Jim Mickle l’idea di un ritorno
all’artigianato di prima fattura, dentro il genere
e lontano da virgolettate autoriali. E che una
certa forma di artigianato oggi sia ancora
possibile è contemporaneamente una gioia
e una speranza.
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
Jim Mickle - Genre and craftsmanship, today
BY PIER MARIA BOCCHI
We Are What We Are (2013)
With only four feature films to his name, Jim
Mickle has quickly become one of the most
interesting voices in the panorama of
contemporary horror. A panorama – it should be
noted – that isn’t always lucky; in fact, most of
the time it is gloomy and without substance:
between homologated indies and anemic PG-13
productions by the majors, seldom does the
genre manage to still be a mirror of the world,
preferring low-cost fear-generating mechanisms
and a conservative, retrograde familism. And yet
there is hope, because Mickle has managed to
not only avoid the shoals and pitfalls of the
market, but has also asserted himself with
an original tone. His debut film, Mulberry St.
(2006), reworks catastrophism with an offhand
and dirty style, and above all, the way it deals
with social malaise recalls the early Abel Ferrara.
Stake Land (2010) involves similar scenarios,
but it broadens the focus to a post-apocalypse
that is deeply rooted in King’s imagery.
His third movie, We Are What We Are (2013),
definitively underscored the director’s
singularity. Mickle dared to do that which
should not be dared (time and the history
of cinema are proof, although there are
exceptions): he directed a remake of a “foreign”
film that was praised on the festival circuit, and
moreover only three years later! The success
93
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
and the media clamor that hailed the original
Mexican Somos lo que hay (2010) by Jorge
Michel Grau began with the Quinzaine des
réalisateurs in Cannes: from there, it was a
crescendo. Mickle’s remake, however, is
something you wouldn’t expect from
Hollywood: a sociological horror movie that
becomes a gloomy family gothic, a far cry
from today’s genre stereotypes, in part thanks
to its rhythm and dynamics.
La Quinzaine brought more good luck, because
that is where Cold in July (2014), after its
premiere at the Sundance Festival, received
ovations while the curtains were still open.
This time, it’s not a horror movie, but a thriller
based on a work by the cult author Joe R.
Lansdale, and it has what it takes to become
equally cult. Without a doubt, this is in part
thanks to cast members like Sam Shepard
and Don Johnson (alongside Dexter’s
Michael C. Hall), but the merit also goes
to Mickle, who looks at pop and vintage with
a cognizant yet irresistible style. Without
presumption: more than anything else, what’s
great about Jim Mickle is his idea of returning
to early craftsmanship, within the genre and
far from authorial quotations. And the fact that
a certain type of craftsmanship is still possible
today is both a joy and hope.
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
Jim Mickle (Pottstown, Pennsylvania, Usa,
1979), dopo aver frequentato la New York
University ed essersi laureato nel 2002, ha
cominciato a lavorare come assistente alla
produzione e macchinista per il cinema,
lavorando sul set di diversi film indipendenti
americani, tra cui alcuni successi come
Transamerica (2005) e Shortbus - Dove tutto
è permesso (2006). Regista, sceneggiatore
e montatore, amante del cinema di genere
e in particolare dell’horror, Mickle ha esordito
nel 2002 con il cortometraggio, ovviamente
horror, The Underdogs e l’anno successivo
con il film di zombie Mulberry St., scritto in
collaborazione con il compagno di studi Nick
Damici e presentato nei festival di Stoccolma,
Bruxelles e al Tribeca. Insieme a Damici ha
scritto anche la sceneggiatura del suo secondo
lungometraggio, Stake Land (2010), fantasy
distopico presentato a Toronto. Nel 2013 ha
poi diretto un nuovo horror, We Are What
We Are, remake americano del messicano
Somos lo que hay di Jorge Michel Grau (2010),
presentato alla Quinzaine des réalisateurs di
Cannes. Il successivo Cold in July (2014),
anch’esso proiettato alla Quinzaine, ha invece
avuto la sua première al Sundance Film
Festival: tratto da un romanzo di Joe R.
Lansdale, il film è un thriller con venature
western ambientato negli anni Ottanta e
interpretato da un cast di eccezione che
comprende Michael C. Hall, Sam Shepard e
Don Johnson. Al momento è impegnato nelle
riprese della serie televisiva Hap and Leonard.
94
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
Jim Mickle (Pottstown, PA, USA, 1979), after
attending New York University and graduating
in 2002, became involved in cinema as a
production assistant and cameraman, working
on the sets of various American indie movies,
including the successful Transamerica (2005)
and Shortbus (2006). Director, screenwriter
and film editor, a fan of genre cinema and
horror in particular, Mickle debuted in 2002 with
the – what else – horror short The Underdogs.
The next year, he made the zombie movie
Mulberry St., which he co-wrote with his
classmate Nick Damici and presented at the
Stockholm, Brussels and Tribeca film festivals.
He and Damici also wrote the script of his second
feature film, Stake Land (2010), a dystopian
fantasy that was presented at Toronto. In 2013,
he directed another horror movie, We Are What
We Are, an American remake of the Mexican film
Somos lo que hay by Jorge Michel Grau (2010),
presented at the Quinzaine des réalisateurs in
Cannes. His next movie, Cold in July (2014), also
screened at the Quinzaine and premiered at the
Sundance Film Festival: based on a novel by Joe
R. Lansdale, it is a thriller with western nuances,
set in the 1980s and featuring an exceptional cast
that includes Michael C. Hall, Sam Shepard and
Don Johnson. He is presently shooting the TV
series Hap and Leonard.
filmografia/filmography
The Underdogs (cm, 2002), Mulberry St. (2003),
Stake Land (2010), We Are What We Are (2013),
Cold in July (2014).
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
jim mickle
MULBERRY ST.
Usa, 2006, 35mm, 84’, col.
MULBERRY ST.
regia, montaggio/
director, film editing
Jim Mickle
sceneggiatura/screenplay
Nick Damici, Jim Mickle
fotografia/cinematography
Ryan Samul
musica/music
Andreas Kapsalis
interpreti e personaggi/
cast and characters
Nick Damici (Clutch), Kim
Blair (Casey), Ron Brice
(Coco) Bo Corre (Kay), Tim
House (Ross), Larry
Fleishman (Charlie), Larry
Medich (Frank), Javier
Picayo (Otto), Antone
Pagan (Peter Pace), John
Hoyt (Big Vic), Lou Torres
(il proprietario del
bar/bartender Larry), Larry
Fessenden (l’uomo dietro
al cancello/man behind
the gate)
produttori/producers
Victor Assante, Rene
Bastian, Adam Folk,
Tim House, Linda Moran
La downtown di Manhattan è colpita da un virus trasmesso dai ratti che trasforma gli essere umani
in creature assetate di sangue. All’inizio l’emergenza viene sottovalutata e la protezione civile pensa
basti sospendere il servizio di trasporto pubblico e chiudere le strade per tenere sotto controllo
l’epidemia. Ma le misure si rivelano del tutto inutili e il virus si diffonde senza sosta, gettando la
città nel caos. In Mulberry St. gli abitanti abusivi di un caseggiato si barricano nell’edificio cercando
di sopravvivere al contagio.
«Ho disegnato a lungo queste creature, cercando di immaginarle attraverso i miei schizzi. Quando
fai un film di zombie devi trovare il modo di farli sembrare diversi, se vuoi che abbiano rilevanza.
Ho iniziato a disegnarli con orecchie e nasi da topo e all’inizio sembravano goffi. Ma se li scurisci
e fai le ombre diventano figure volubili. Se penso a un film come Signs, ad esempio, il mio più
grande disappunto è che fino a quando non compaiono gli alieni sembra un film di Hitchcock:
ma nell’istante in cui appaiono tutta la tensione si prosciuga. Ho sempre detestato quel momento».
**
Downtown Manhattan has been struck by a virus transmitted by rats which turns humans into bloodthirsty creatures. At first, the emergency is underestimated and the civil protection units think all they
have to do is shut down the public transportation system and lock down the streets to keep the epidemic
under control. But these measures prove completely useless and the virus continues to spread, throwing
the city into chaos. On Mulberry St., squatters in a building complex barricade themselves inside, trying
to avoid contagion.
“For a long time, I was drawing sketches to figure out what these creatures look like. When you’re making
a zombie movie, you have to find a way to make them look or seem different if you want to be relevant.
I started sketching rat ears and noses on them, and at first they looked goofy. But if you darken them
and do silhouettes, it becomes moody. My biggest gripe with Signs is that up until it showed the aliens,
it was like a Hitchcock movie. The minute they showed it, all the tension was drained. I always hated
that moment.”
95
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
jim mickle
STAKE LAND
Usa, 2010, HD, 98’, col.
STAKE LAND
regia, montaggio/
director, film editing
Jim Mickle
sceneggiatura/screenplay
Nick Damici, Jim Mickle
fotografia/cinematography
Ryan Samul
scenografia/
production design
Daniel R. Kersting
costumi/costume design
Elisabeth Vastola
musica/music
Jeff Grace
interpreti e personaggi/
cast and characters
Nick Damici (Mister),
Connor Paolo (Martin),
Danielle Harris, Kelly
McGillis, Michael Cerveris
(Jebedia Loven), Sean
Nelson, Bonnie Dennison,
Gregory Jones (il padre di
Martin/Martin’s father),
Traci Hovel (la madre di
Martin/Martin’s mother),
James Godwin (Barn
Vamp), Tim House
(lo sceriffo/sheriff),
Marianne Hagan
(Dr Foley), Stuart Rudin,
Adam Scarimbolo (Kevin),
Vonia Arslanian, Heather
Robb, Eilis Cahill, Larry
Fessenden, Chance Kelly,
Angelique Biasutto, Jean
Brassard, Adam Folk, Lou
Sumrall, Phyllis Bash
produttori/producers
Derek Curl,
Larry Fessenden
distribuzione/distribution
Indie Pictures
**
contatti/contacts
Indie Pictures
Luca Colnaghi
Tel: +39 06 45 20 81 00
Un’epidemia di vampirismo dilaga in un’America postapocalittica. Le città sono diventante
gigantesche tombe e i sopravvissuti vivono nelle zone rurali. Tra di loro c’è il giovane Martin che,
dopo aver visto la sua famiglia sterminata da un vampiro, decide di unirsi a un cacciatore ribelle
chiamato Mister in un viaggio on the road. Il loro cammino li porterà a incontrare orde di esseri
assetati di sangue, sette ossessionate, ma anche altri alleati e fortezze costruite dai sopravvissuti,
fino a raggiungere la città di New Eden.
«Sia io che lo sceneggiatore Nick Damici amiamo i film di zombie, perché offrono un sacco di
possibilità. Possono diventare rappresentazioni critiche della società, oppure essere a loro volta
veri e propri personaggi, visto che in fondo conservano un po’ di umanità. Puoi renderli veloci o
lenti, e come per i vampiri li puoi rappresentare da molteplici angolature. Puoi andare sul classico,
alla Bram Stoker, o esplorare diverse culture e vedere cosa ciascuna pensi dei vampiri, scoprendo
cose diverse e sorprendenti».
**
Post-apocalyptic America is in the throes of an epidemic of vampirism. The cities have become enormous
tombs and the survivors live out in the countryside. One of them, young Martin, witnesses the annihilation
of his family by a vampire and decides to join a rebel hunter named Mister in an on-the-road trip.
Their journey, which brings them into contact with hordes of blood-thirsty beings and obsessed sects,
but also with other allies and fortresses built by survivors, will take them to the city of New Eden.
“Both Nick Damici and I love zombie movies, because I think there’s so much that you can do with them.
They can stand in for social commentary, and they can also be characters in their own way because there
is a piece of humanity left in them. You can make them fast or you can make them slow. There are all
these different angles you can go with zombies, and I think vampires are kind of the same thing, in a way.
You can go classical, with the Bram Stoker idea, and you can also go into different cultures and see what
their ideas of vampires are, which is often really surprising and different.”
[email protected]
www.indiepictures.it
96
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
jim mickle
WE ARE WHAT WE ARE
Usa, 2013, HD, 105’, col.
WE ARE WHAT
WE ARE
regia, montaggio/
director, film editing
Jim Mickle
soggetto/story
dal film/from the movie
Somos lo que hay di/
by Jorge Michel Grau
sceneggiatura/screenplay
Jim Mickle, Nick Damici
fotografia/cinematography
Ryan Samul
scenografia/
production design
Russell Barnes
costumi/costume design
Elisabeth Vastola
musica/music
Jeff Grace, Linda Cohen
interpreti e personaggi/
cast and characters
Bill Sage (Frank Parker),
Ambyr Childers (Iris
Parker), Julia Garner (Rose
Parker), Jack Gore (Rory
Parker), Kelly McGillis
(Marge), Michael Parks
(Doc Barrow), Wyatt Russell
(vice sceriffo/deputy
Anders), Kassie Depaiva
(Emma Parker), Odeya
Rush (commesso della
ferramenta/hardware clerk),
Nick Damici (sceriffo/
sheriff Meeks)
produttori/producers
Rodrigo Bellott, Andrew D.
Corkin, Linda Moran,
Nicholas Shumaker
produzione/production
Memento Films
International
coproduttore/coproducer
Nicholas Kaiser
distribuzione/distribution
Koch Media
**
contatti/contacts
Koch Media
Claudio Rapino
Vista dall’esterno la famiglia Parker potrebbe sembrare simile a tante altre: Frank, il padre severo,
gestisce un campeggio, mentre Emma, la devota madre, si occupa della crescita dei figli, le
adolescenti Rose e Iris e il piccolo Rory, combattendo contro le ristrettezze causate dalla crisi
economica. Ma in realtà qualcosa li rende diversi dagli altri abitanti del paesino di montagna in
cui vivono, un’abitudine efferata che si tinge di rituale ancestrale, un orrore consumato tra le mura
di casa che nessuno potrebbe mai immaginare. E quando un’ondata di piogge torrenziali provoca
lo straripamento del fiume del luogo, facendo venire alla luce alcuni resti inquietanti, l’alone che
circonda il loro terribile segreto inizia ad assottigliarsi. Remake del film messicano Somos lo que
hay di Jorge Michel Grau (2010).
«Le religioni spesso vengono corrotte fin dai luoghi in cui nascono. Le persone sovente hanno
una fede cieca ed esagerata che le porta a comportarsi in un certo modo semplicemente perché
sono abituate così e non pensano davvero a quello che stanno facendo».
**
To an outside observer, the Parker family seems just like any other: Frank, the stern father, runs a campsite,
while Emma, the devoted mother, takes care of bringing up the kids – the adolescents Rose and Iris,
and young Rory – as she struggles with their financial straits caused by the economic crisis. But actually,
something makes them very different from the other inhabitants of the mountain town they live in,
a brutal custom that is like an ancestral rite, unimaginable horror that unfolds within their home.
And when a torrential rainfall makes the river overflow, bringing to light some disquieting finds, the aura
that surrounds their terrible secret begins to diminish. Remake of the Mexican film Somos lo que hay
by Jorge Michel Grau (2010).
“Religions often become corrupt from the places where they began. People often have an incredible blind
faith that drives them to do things simply because they’ve been done before, without ever really thinking
about it.”
[email protected]
www.kochmedia.com
97
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
jim mickle
COLD IN JULY
Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 100’, col
COLD IN JULY
regia/director
Jim Mickle
soggetto/story
dal romanzo Freddo a luglio
di/from the novel of the same
title by Joe R. Lansdale
sceneggiatura/screenplay
Jim Mickle, Nick Damici
fotografia/cinematography
Ryan Samul
montaggio/film editing
John Paul Horstmann,
Jim Mickle
scenografia/
production design
Russell Barnes
costumi/costume design
Liz Vastola
musica/music
Jeff Grace
interpreti e personaggi/
cast and characters
Michael C. Hall (Richard
Dane), Sam Shepard (Ben
Russell), Don Johnson (Jim
Bob), Vanessa Shaw (Ann
Dane), Nick Damici (Ray
Price), Wyatt Russell
(Freddy), Brogan Hall
(Jordan Dane), Lanny
Flaherty (Jack Crow)
produttori/producers
Linda Moran, Rene Bastian,
Adam Folk, Marie Savare
produzione/production
BSM Studio, Backup Media,
Bullett Pictures
coproduttore/coproducer
Joe R. Lansdale
distribuzione/distribution
Movies Inspired
**
contatti/contacts
Movies Inspired
Stefano Jacono
[email protected]
www.moviesinspired.com
98
SOMMARIO
Texas, 1989. Nel buio di una notte come tante Richard Dane avverte una presenza in casa: il tempo
di prendere la pistola e sparare e un uomo giace morto. La polizia sostiene che si tratti del ricercato
Freddy Russell. Qualche giorno dopo compare in città suo padre Ben, in cerca di vendetta.
Tra i due è subito guerra aperta, ma quando scoprono che non è stato Richard a uccidere Freddy,
ma si è trattato di uno scambio di persona ordito dalla polizia, nascerà un’inattesa alleanza, in grado
di svelare crimini e connivenze fino allora inimmaginabili.
«A un certo punto la sceneggiatura arrivò nelle mani di Michael C. Hall, un attore che apprezzo, ma
a cui francamente non avrei mai pensato. Nella sua carriera si è distinto per personaggi dall’animo
oscuro e contorto, e c’è sicuramente qualcosa di interessante nel vederlo nei panni di un uomo
qualunque. Così gli abbiamo proposto un ruolo che non interpretava da molto tempo, una persona
normale, il tizio della porta accanto. Ha letto la sceneggiatura e gli è piaciuta, proprio nel momento
in cui cominciavo a pensare che il film non si sarebbe mai fatto».
**
Texas, 1989. In the darkness of a night like any other, Richard Dane senses a presence in his house: all it
takes is the time to pull out his pistol and shoot, and a man lies dead. The police say it’s the fugitive
Freddy Russell. A few days later, the man’s father Ben shows up, looking for revenge. Full-out war breaks
out between the two, but when they discover that Freddy hadn’t been killed by Richard, but that instead
the police had swapped bodies, the two become unexpected allies and uncover unimaginable crimes and
collusion.
“At some point the script got to Michael C. Hall. And I love him, but I never would have thought of him
for this. He’s made a career out of playing men with dark, twisted insides. There’s something cool about
him playing an everyman. We got Michael to do something he had not been able to play for a very long
time: a regular guy, the guy next door. He read the script and liked it, right at the time I thought the
movie was falling apart.”
AFTER HOURS
-
JIM MICKLE
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
Giulio Questi - Generi e realtà
DI PIER MARIA BOCCHI
La morte ha fatto l’uovo (1968)
SOMMARIO
L’omaggio a Giulio Questi
è organizzato in
collaborazione con il
CSC - Centro Sperimentale
di Cinematografia.
The homage to Giulio Questi
has been organized
in collaboration with
CSC - Centro Sperimentale
di Cinematografia.
99
Sembra che gli inizi della carriera di Giulio
Questi non si discostino più di tanto dagli
inizi di carriera di molti altri registi italiani
del tempo (il tempo d’oro, quello compreso
fra i Cinquanta e i Settanta): i primi passi nel
giornalismo, la gavetta nel documentario e
nelle vesti di aiuto di nomi prestigiosi (da Rosi
a Fellini), la partecipazione a progetti
collettanei (i film a episodi Universo di notte
e Nudi per vivere, tipici rappresentanti della
moda florida dell’epoca per i reportage – o
pseudo tali – scandalistici). Ma non è casuale
se tutti ormai considerano Se sei vivo spara
(1967) il vero esordio di Questi, e non soltanto
nel lungometraggio. Perché il western con
Tomas Milian è un’opera già personale, il punto
fermo di una poetica ancora di là da venire
eppure già limpida. Questi si inserisce nel
decennio per eccellenza del western all’italiana
con un film che straccia la consuetudine con
una violenza iperrealista mai vista prima:
e ciò che può apparire superficialmente
una genuflessione al mercato à la page
(quantunque di prima qualità) si rivela al
contrario l’elaborazione di un dato, a conti fatti
ben poco scontata. Un’elaborazione in prima
persona. Già autoriale. I due film successivi,
La morte ha fatto l’uovo (1968) e Arcana (1971),
il suo capolavoro, non fanno che confermare
l’impronta surreale e prepotentemente
sociologica di un uomo di cinema per il quale
il mondo contemporaneo è un circo senza
senso, dove spesso il rapporto di causa ed
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
effetto non trova riscontro, e dove le bestie non
sono solo le galline del «giallo» con Trintignant
e Lollobrigida.
Più di tutto, alla luce dei tre lungometraggi di
Questi, rimane un’idea di cinema folgorante:
l’idea che il film, anche se genericamente
rispettoso delle correnti dell’industria (il
western di Se sei vivo spara, il thriller morboso
e familiare alla Lenzi di La morte ha fatto l’uovo,
il dramma antropologico ai confini del mistero
e del fantastico di Arcana), possa distaccarsene
senza snobismi ma anzi con uno sguardo sul
reale che è insieme consapevole e diverso,
lucido e folle (però di una follia sana), capace
di inventare laddove altri si limitano a eseguire.
L’invenzione non è mai controproducente
all’osservazione della realtà, e il cinema di
Giulio Questi – anche nei suoi lavori per la
televisione – è perfettamente aderente alla
realtà proprio nella traslazione della medesima.
C’è chi non fa altro che seguire
pedissequamente i generi, e poi c’è Questi
che i generi li sgonfia e rigonfia da par suo,
inserendovi elementi estranei o percorrendo
tracciati non ortodossi. È un cinema che
indaga, capisce e trasforma; e se ci sono
cose che non capisce fino in fondo, fra caos
e nonsense, non se ne allontana, piuttosto
le adultera rendendole più vere del vero.
Possiamo guardare dritto in faccia le ambiguità
del mondo: di arcano resta la loro ragione, per
tutto il resto c’è il film (quando ancora il film
era importante).
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
Giulio Questi - Genres and reality
BY PIER MARIA BOCCHI
The early career of Giulio Questi doesn’t seem
very different from that of many other Italian
directors of the time (the golden years, between
1950s and 1970s). Starting out in journalism,
cutting his teeth in documentaries and as an
assistant to famous directors (from Rosi to
Fellini), participating in collective projects (the
episode movies Universo di notte and Nudi per
vivere, typical examples of the florid trend of
those years for tabloid reports – or supposedly
such). But it is no coincidence that nowadays
everyone considers Django Kill (If You Live,
Shoot!) Questi’s true debut, and not just in
feature films. Because the western starring
Tomas Milian is already a personal movie, the
fundamental point of a poetics that was yet
to come but was already crystal clear. Questi
became active during the decade par excellence
for Italian-style westerns, his movie shattered
the status quo with a heretofore
unprecedented, hyperrealistic violence: and
what could at first glance seem like obeisance
(albeit top-quality) to the latest market trends,
proved, on the contrary, to be an elaboration of
a given that, all considered, was not to be taken
for granted. A first-hand elaboration.
That was already authorial. His next two
movies, A Curious Way to Love (1968) and
Arcana (1971), his masterpiece, only confirmed
the surreal and overwhelmingly sociological
hallmark of a man of cinema for whom the
contemporary world is a meaningless circus,
where the relationship between cause and
100
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
effect is often not borne out, and where the
beasts are not only the chickens in the “murder
mystery” starring Trintignant and Lollobrigida.
More than anything, regarding Questi’s three
feature films, what remains is a dazzling
conception of cinema: the idea that movies,
even if generically respectful of industry trends
(the western, Django Kill (If You Live, Shoot!);
the Lenzi-like morbid and domestic A Curious
Way to Love; the anthropological drama
bordering on mystery and fantasy, Arcana), can
distance themselves without snobbism – on
the contrary, with an eye on reality that is both
aware and different, lucid and crazy (but
healthily crazy), able to invent where others
limit themselves to carrying out. Invention is
never counterproductive when observing reality,
and the cinema of Giulio Questi – even in his
films for TV – is perfectly in tune with reality as
he transfers it. Some people servilely follow the
genres, and then there is Questi, who deflates
and inflates the genres, inserting extraneous
elements or following unorthodox pathways.
His is a cinema that investigates, understands
and transforms. And if there are things he
doesn’t completely understand, between chaos
and nonsense, he doesn’t keep his distance,
but rather adulterates them, making them more
real than reality. We can look the world’s
ambiguities straight in the eye; only their
reasons remain arcane. For everything else,
there is the movie (back when the movie was
still important).
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
Giulio Questi (Bergamo, 1924), dopo l’esperienza
nella guerra partigiana, scrive racconti per alcune
riviste letterarie (tra cui il «Politecnico» di
Vittorini) ed entra nel mondo del cinema come
regista di documentari (Giocare, 1957), aiuto
regista per Zurlini e Rosi e attore per Fellini in La
dolce vita (1960). Nel 1961 gira il primo lavoro di
finzione, Viaggio di nozze, episodio di Le italiane e
l’amore, e l’anno successivo collabora al «mondo
movie» (cioè un film realizzato con materiali
d’archivio scioccanti e provocatori) Universo di
notte. Nel 1963 dirige un episodio di Nudi per
vivere, firmato con Elio Petri e Giuliano Montaldo
con lo pseudonimo Elio Montesti, che viene però
sequestrato e mai più distribuito. Nel 1964, un
altro episodio, Il passo, per il film Amori pericolosi
e finalmente, nel 1967, il primo lungometraggio:
il western Se sei vivo spara, che viene anche in
questo caso sequestrato a causa della violenza
esplicita e ampiamente rimaneggiato (nel 1975
sarà riproposto con il titolo Oro Hondo, in una
versione più ricca ma ancora incompleta).
Nel 1968 dirige quindi La morte ha fatto l’uovo,
un giallo interpretato da Gina Lollobrigida e
Jean-Louis Trintignant, e nel 1972 Arcana,
capolavoro surrealista che incontra però nuovi
problemi nella distribuzione. Ritiratosi dal
cinema, negli anni Settanta e Ottanta Questi
lavora per la televisione, dirigendo fra gli altri
L’uomo della sabbia (1975), Vampirismus (1982)
e Il segno del comando (1989), remake
dell’omonimo sceneggiato del 1971. Tra il 2002
e il 2007 realizza poi in totale autonomia una
serie di sette cortometraggi sperimentali (poi
riuniti nel 2008 nella raccolta By Giulio Questi)
che lo vedono come unico protagonista, oltre
che regista, sceneggiatore e montatore. Nel 2014,
infine, pubblica il suo primo libro, la raccolta di
racconti Uomini e comandanti, edita da Einaudi,
con la quale ha recentemente vinto il Premio
Chiara.
101
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
Giulio Questi (Bergamo, Italy, 1924), after his
experience as a partisan, began to write short stories
for various literary journals (including Vittorini’s
“Il Politecnico”); then began working as a
documentary filmmaker (Giocare, 1957), assistant
director for Zurlini and Rosi, and actor for Fellini in
La dolce vita (1960). In 1961, he shot his first fiction
film, Viaggio di nozze, an episode of Latin Lovers,
and the next year he collaborated on the “mondo
movie” Universo di notte. In 1963, he directed an
episode of Nudi per vivere, which he made with
Elio Petri and Giuliano Montaldo under the
pseudonym Elio Montesti; the movie was seized
by the censors and was never distributed. In 1964,
he directed Il passo, an episode for the film Amori
pericolosi, and finally, in 1967, his first feature film:
the western Django, Kill (If You Live, Shoot!),
which was also seized because of explicit violence
and was extensively re-edited (in 1975 it was rereleased with the title Oro Hondo, in a longer
but still incomplete version). In 1968, he directed
A Curious Way to Love, a murder mystery starring
Gina Lollobrigida and Jean-Louis Trintignant, and
in 1972 Arcana, a surrealistic masterpiece which
once again had distribution problems. He left
cinema and in the 1970s and 1980s worked in
television, directing L’uomo della sabbia (1975),
Vampirismus (1982) and Il segno del comando
(1989), a remake of the 1971 tv film. Between 2002
and 2007, completely on his own, he made a series
of seven experimental shorts (which were brought
together in 2008 in the collection By Giulio Questi)
in which he was the sole protagonist, as well as the
director, screenwriter and editor. In 2014 Einaudi
published his first book, the collection of short stories
Uomini e comandanti, for which he won the Piero
Chiara literary award.
filmografia/filmography
Le italiane e l’amore (ep. La prima notte,
coregia/codirectors Marco Ferreri, Gian Vittorio
Baldi, cm, 1961), Universo di notte (non
accr./uncred., doc., 1962), Nudi per vivere
(coregia/codirectors Elio Petri, Giuliano Montaldo
[Elio Montesti], 1963), Amori pericolosi (ep. Il
passo, coregia/codirectors Carlo Lizzani, Alfredo
Giannetti, mm, 1964), Se sei vivo spara
(conosciuto anche come/also known as Oro
Hondo o/or Django Kill, 1967), La morte ha fatto
l’uovo (1968), Arcana (1972), L’uomo della sabbia
(tv, 1975), Vampirismus (tv, 1982), Quando arriva
il giudice (tv, 1985), Il segno del comando (tv, 1989),
Non aprire all’uomo nero (tv, 1994), Il commissario
Sarti (tv, 1994), By Giulio Questi (serie di
cortometraggi/short films series, 2003-2007).
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
giulio questi
IL PASSO
Italia/Italy, 1964, 35mm, 34’, bn/bw
IL PASSO
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Giulio Questi
fotografia/cinematography
Franco Arcalli
montaggio/film editing
Leonida Barboni
scenografia/
production design
Luigi Scaccianoce
musica/music
Ivan Vandor
interpreti/cast
Juliette Mayniel, Frank
Wolff, Graziella Granata,
Piero Morgia
produttore/producer
Moris Ergas
produzione/production
Zebra Film, Fulco Film,
Aera Film
**
contatti/contacts
Centro Sperimentale
di Cinematografia
Cineteca Nazionale
Laura Argento
Tel: +39 06 722 943 16-5
[email protected]
www.csc-cinematografia.it
Un ufficiale dell’esercito mal sopporta la moglie zoppa: a rendergliela intollerabile il ticchettio della
calzatura ortopedica che indossa per camminare. L’uomo s’innamora della servetta che si aggira
scalza per casa, la quale, dal canto suo, ricambia le attenzioni del padrone. Perché l’idillio proceda,
però, occorre eliminare la moglie e la via più veloce è sicuramente il veleno. Ma quando il piano
sembra essersi compiuto alla perfezione, qualcosa di inatteso succede. Con La ronda di Carlo Lizzani
e Il generale di Alfredo Giannetti, uno degli episodi di Amori pericolosi, presentato alla Mostra del
cinema di Venezia del 1964.
«Nel film tutto è morbido e molto astratto. Come ad esempio gli atteggiamenti svenevoli della
Mayniel, quella testa rovesciata all’indietro… Il taglio surrealista era proprio ciò che cercavo nel
racconto (anche la sceneggiatura era mia…), che immaginavo come qualcosa di “rarefatto”,
molto calligrafico, molto crudele…»
**
An army officer can barely put up with his lame wife: he just can’t stand the noise of the orthopedic shoes
she has to wear. The man falls in love with the maid who walks around the house barefoot, and she
reciprocates his feelings. For the two of them to live happily ever after, though, they need to get the wife
out of the picture, and poison is the quickest way to eliminate her. But, when the plan is about to come
to fruition, something unexpected happens. Il passo is one of the episodes of the series Amori pericolosi
along with Carlo Lizzani’s La ronda, and Alfredo Giannetti’s Il generale. The trilogy was presented at the
Venice Film Festival in 1964.
“Everything in this movie is soft and very abstract. For instance, the mawkish moves of Mayniel, that
head tilted backward… I was looking for a surrealist take on the story. When I wrote the screenplay,
I was imagining something ‘rarefied’, very calligraphic, very cruel…”
102
SOMMARIO
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
giulio questi
SE SEI VIVO SPARA
Italia-Spagna/Italy-Spain, 1967, 35mm, 100’, col.
DJANGO KILL
(IF YOU LIVE,
SHOOT!)
regia/director
Giulio Questi
soggetto/story
Giulio Questi, Franco Arcalli
sceneggiatura/screenplay
Giulio Questi, Franco
Arcalli, Benedetto Benedetti
fotografia/cinematography
Franco Delli Colli
montaggio/film editing
Franco Arcalli
scenografia/
production design
Enzo Bulgarelli
musica/music
Ivan Vandor
suono/sound
Goffredo Salvatori
interpreti e personaggi/
cast and characters
Tomas Milian
(lo straniero/stranger),
Marilù Tolo (Lori), Piero
Lulli (Oaks), Milo Quesada
(Bill Templer), Francisco
Sanz (Hagerman), Sancho
Gracia (Willy), Roberto
Camardiel (Sorrow), Miguel
Serrano, Ángel Silva,
Sancho Garcia, Mirella
Pamphili, Ray Lovelock,
Patrizia Valturri
produttori/producers
Alessandro Iacovoni,
Giulio Questi
produzione/production
GIA Società
Cinematografica
coproduzione/coproduction
Hispamer Films
**
Centro Sperimentale
di Cinematografia
Cineteca Nazionale
Laura Argento
Tel: +39 06 722 943 16-5
Oaks e i suoi uomini non possono credere ai loro occhi: il mezzosangue è ancora vivo! Credevano
di averlo ucciso dopo un colpo insieme, così da non dover spartire il bottino. Ma il mezzosangue
è tornato per vendicarsi e, oltre che da lui, i banditi devono guardarsi dagli abitanti della città dove
si sono rifugiati, timorati di Dio ma affamati di ricchezza. E quando fanno la loro comparsa il
proprietario terriero Sorrow e i suoi sicari, la situazione si fa ancora più esplosiva. Western sui
generis, in cui convivono grand guignol, surrealismo e critica sociale, massacrato dalla censura
e ridistribuito nel 1975 con il titolo Oro Hondo, in una versione più fedele all’originale, ma pur
sempre rimaneggiata.
«Un film fatto su commissione di un produttore assolutamente pazzo ma geniale, Sandro Iacovoni,
si è trasformato, nella grammatica della mia filmografia commerciale, nel film che in assoluto
preferisco. Perché nella banalità della sua cornice western c’era dentro tutta l’assurda violenza
che io e Kim [il montatore Franco Arcalli, NdR] abbiamo vissuto durante la guerra partigiana».
**
Oaks and his men cannot believe their eyes: the half-blood is still alive! They thought they had killed him
after the robbery they did together, so they wouldn’t have to share the booty with him. The bandits have
to watch their backs because the half-blood is seeking revenge. They should also be wary of the people
in the town where they are hiding out: they may be God-fearing folk, but they are hungry for gold.
The situation becomes even more explosive when the rancher Sorrow shows up with his henchmen.
Django Kill (If You Live, Shoot!) is a unique western that combines Grand Guignol, surrealism, and
social criticism. It was massacred by censorship and re-released in 1975, in a version which is closer to
the original but still edited here and there.
“Sandro Iacovoni, a crazy but brilliant producer, commissioned the film. It turned into my absolute
favorite from my commercial filmography because, behind the banality of its western format, it actually
depicts all that absurd violence that Kim [the editor Franco Arcalli, Ed.] and I experienced during the
partisan resistance.”
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SOMMARIO
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
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GIULIO QUESTI
giulio questi
LA MORTE HA FATTO L’UOVO
Italia-Francia/Italy-France, 1968, 35mm, 86’, col.
DEATH LAID
AN EGG
regia/director
Giulio Questi
sceneggiatura/screenplay
Giulio Questi, Franco Arcalli
fotografia/cinematography
Dario Di Palma
montaggio/film editing
Franco Arcalli
musica/music
Bruno Maderna
interpreti/cast
Gina Lollobrigida,
Jean-Louis Trintignant,
Ewa Aulin, Jean Sobieski,
Giulio Donnini
produzione/production
Summa Cinematografica,
Cine Azimut, Les Films
Corona S.R.L. de Nanterre
**
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di Cinematografia
Cineteca Nazionale
Laura Argento
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Marco è un giovane intellettuale sposato con la bella Anna, ricca proprietaria di un allevamento
di polli geneticamente modificati (hanno quattro cosce ciascuno). La loro unione sembra felice,
ma in realtà Marco ha una relazione con la bionda Gabri, cugina della moglie. E non è l’unico
suo segreto: l’uomo, nel tempo libero, adesca prostitute sul litorale romano e poi le uccide
sadicamente. O almeno così sembra. Anche Gabri, però, ha qualcosa da nascondere: un piano
per disfarsi dell’amante e di sua moglie per impossessarsi dell’allevamento.
«La morte ha fatto l’uovo, in verità, ha finito per essere ancora più equivoco di Se sei vivo spara:
perché era un film che poteva essere visto sì come un thriller, ma anche come un’opera sociologica,
come un film sulle perversioni sessuali, perciò sull’erotismo, e al tempo stesso come una storia
sulla società dei consumi. Infine, e penso sia stata la sua fortuna commerciale, il film è stato
registrato come un film erotico – pur non essendolo affatto – e questo ha il suo peso nei listini
commerciali di dvd».
**
Marco, a young intellectual, is married to the beautiful Anna, the wealthy owner of a farm of genetically
modifies chicken (with four thighs each). Their marriage seems happy, but Marco is actually having an
affair with Gabri, his wife’s blond cousin. And that’s not the only secret he is hiding: in his spare time,
he lures prostitutes on the coastal area outside Rome and brutally kills them. Or so it seems. Gabri is
also hiding something: she is planning to get rid of her lover and his wife so she can take over the farm.
“Death Laid an Egg turned out to be even more equivocal than Django Kill. It could be classified as
a thriller, but it’s also as a sociological study on paraphilia, sexual perversions and eroticism, as well as
a take on consumer society. Ultimately, I think the reason for its late commercial success was that it was
enrolled as an erotic movie (even though it wasn’t at all), and this made its mark also on DVD catalogs.”
104
SOMMARIO
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
giulio questi
ARCANA
Italia/Italy, 1972, 35mm, 102’, col.
ARCANA
regia/director
Giulio Questi
sceneggiatura/screenplay
Franco Arcalli, Giulio Questi
fotografia/cinematography
Dario Di Palma
montaggio/film editing
Franco Arcalli
scenografia/
production design
Francesco De Stefano
costumi/costume design
Marilù Carteny
musica/music
Romolo Grano,
Berto Pisano
interpreti e personaggi/
cast and characters
Lucia Bosè
(la madre/mother),
Maurizio Degli Esposti
(il figlio/son),
Tina Aumont (Brenda)
produttore/producer
Gaspare Palumbo
distribuzione/distribution
Video Dungeon
**
contatti/contacts
Centro Sperimentale
di Cinematografia
Cineteca Nazionale
Laura Argento
Tel: +39 06 722 943 16-5
[email protected]
www.csc-cinematografia.it
Una vedova emigrata col figlio dalla Sicilia alla Milano dei quartieri popolari sbarca il lunario
leggendo tarocchi, preparando rimedi contro il malocchio e allestendo sedute spiritiche. Il figlio
aspira a conoscere i suoi segreti e, realmente dotato di poteri sovrannaturali, se ne serve per
violentare una giovane cliente della madre, prossima alle nozze. La ragazza però rimane incinta,
con conseguenze devastanti sul microcosmo familiare, il cui precario equilibrio risiede nel rapporto
conflittuale tra la madre e il figlio.
«Arcana fu un tentativo – fallimentare per quel che riguarda il riscontro da parte del pubblico – di
sondare l’intrusione, l’irruzione direi, del metafisico e del paranormale nel mondo di ogni giorno,
una forza che trabocca e che inizia con lo stravolgere la vita dei due protagonisti per poi erompere
anche all’esterno, fino a provocare i disordini di piazza su cui si chiude la storia».
**
A widow originally from Sicily migrated with her son to a working class district in Milan. To make ends
meet, she reads tarot cards, prepares remedies against the evil eye, and performs séances for her customers.
Her son, who aspires to learn her secrets, actually has supernatural powers and uses them to rape a young
client of his mother who was about to get married. The young woman gets pregnant, with terrible
consequences on the family’s microcosm: their precarious equilibrium depended on the conflicting
relationship between mother and son.
“Arcana was an attempt (failed, according to part of the audience) to explore the intrusion, or rather
irruption, of metaphysical and paranormal activities into everyday life. This energy overflows and starts
to overwhelm the protagonists’ lives, erupting toward the outside and causing trouble in the final scene
in the town square.”
105
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
AFTER HOURS
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GIULIO QUESTI
giulio questi
BY GIULIO QUESTI
Italia/Italy, 2002-2007, video, 150’, col.
BY GIULIO
QUESTI
regia, sceneggiatura,
montaggio, interprete/
director, screenplay,
film editing, cast
Giulio Questi
distribuzione/distribution
Ripley’s Film
**
contatti/contacts
Ripley’s Film
Tel: +39 06 784 414 01
[email protected]
Tra il 2002 e il 2007 Giulio Questi ha deciso di tornare a realizzare film servendosi unicamente di
una videocamera, della propria abitazione come set e di se stesso come autore tuttofare: regista,
sceneggiatore, montatore e interprete. Ne sono nati sette cortometraggi sperimentali e surreali
– Doctor Schizo e Mister Phrenic, Lettera da Salamanca, Tatatatango, Mysterium Noctis, Repressione
in città, Vacanze con Alice, Visitors – che danno voce alle passioni e alle ossessioni del regista
bergamasco.
«Sono i film che faccio oggi quelli più vicini a me, perché non tengo più conto del cinema, della
macchina cinema, ma solo del mio rapporto con quello che vedo e illumino. Per me questo è il
momento della verità più assoluta, perché la videocamera ti dà sempre e comunque un’immagine:
appena la accendi, bella o brutta che sia, hai la tua immagine. E uno avverte un po’ la stessa libertà
che dà la penna stilografica quando si scrive su un foglio bianco; solo che hai la luce, come
materiale creativo, al posto dell’inchiostro».
**
Giulio Questi started making films again between 2002 and 2007, using only a camera, his home as a set,
and covering all the roles himself: director, screenwriter, editor, and actor. The experience resulted in seven
short films: Doctor Schizo e Mister Phrenic, Lettera da Salamanca, Tatatatango, Mysterium Noctis,
Repressione in città, Vacanze con Alice, Visitors. These experimental and surreal shorts give voice to
the passions and obsessions of the director from Bergamo.
“I feel closer to the movies I make nowadays because I don’t have to keep into consideration the cinema
machine: I only have to focus on my relationship with what I see and what I shed light on. For me, this
is the most absolute moment of truth, because the camera will always give you an image: as soon as you
switch it on, there is your picture, regardless of whether it’s a pretty or an ugly one. You feel the same
freedom the pen gives you when you write on a white sheet of paper but, instead of ink, you are using
light as your creative medium.”
106
SOMMARIO
AFTER HOURS
-
GIULIO QUESTI
TFFDOC
INTERNAZIONALE.DOC
| ZIAD KALTHOUM AL-RAKIB AL-KHALED - THE IMMORTAL SERGEANT |
- ENDLESS ESCAPE, ETERNAL
RETURN | RENÉ FRÖLKE LE BEAU DANGER | ADIRLEY QUEIRÓS BRANCO SAI PRETO FICA | KURT
WALKER HIT 2 PASS | J.P. SNIADECKI THE IRON MINISTRY | MANIA AKBARI, MARK COUSINS
LIFE MAY BE | DANIEL HUI SNAKESKIN | TEODORA ANA MIHAI WAITING FOR AUGUST
ROBERT GREENE ACTRESS
HARUTYUN KHACHATRYAN ANVERJ PAKHUST, HAVERZH VERADARDZ
I TA L I A N A . D O C
ILA BÊKA, LOUISE LEMOINE
24 HEURES SUR PLACE | SIMONE RAPISARDA CASANOVA LA CREAZIONE
| EMILIANO DANTE HABITAT - NOTE PERSONALI | MARIO GOMES, MARCO UGOLINI
LUOGHI COMUNI | DANILO MONTE MEMORIE - IN VIAGGIO VERSO AUSCHWITZ | SIMONE
CANGELOSI UNA NOBILE RIVOLUZIONE | ANNA RECALDE MIRANDA PODER E IMPOTENCIA, UN
DRAMA EN 3 ACTOS | ALESSANDRO ABBA LEGNAZZI RADA
DI SIGNIFICATO
DEMOCRAZIA
- EINE INTERVENTION | AMANDA ROSE
| MEHRAN TAMADON IRANIEN | DANIELE GAGLIANONE QUI |
ALEKSEI PIVOVAROV, PAVEL KOSTOMAROV, ALEKSANDR RASTORGUEV SROK - THE TERM
ROMUALD KARMAKAR ANGRIFF AUF DIE DEMOKRATIE
WILDER APPROACHING THE ELEPHANT
FUORI CONCORSO
OSSAMA MOHAMMED, WIAM SIMAV BEDIRXAN EAU ARGENTÉE, SYRIE AUTOPORTRAIT
LAV DIAZ MGA ANAK NG UNOS, UNANG AKLAT
- STORM CHILDREN, BOOK 1
ED PINCUS
LUCIA SMALL, ED PINCUS ONE CUT, ONE LIFE
EVENTO SPECIALE
ALESSANDRO AVATANEO CASAOZ
SOMMARIO
| ED PINCUS DIARIES: 1971-1976
|
TFFDOC
TFFdoc
DI DAVIDE OBERTO
Approaching the Elephant (2014)
Il documentario è sempre più contagioso.
Come un virus, infatti, s’inocula implacabile
nel cinema contemporaneo e ne mette in
questione ragioni e generi. Ma non è un virus
che trasmette malattie, bensì nuove
opportunità espressive.
Il documentario è il cinema ai tempi della crisi
più vivace e attento. Troverete documentari
seminati in ogni sezione del 32° Torino Film
Festival, pronti a germogliare rigogliosi, e in
TFFdoc troverete una sorta di avanguardia
pronta a spingere i confini sempre più avanti:
a cominciare dal passato con il doveroso
omaggio tributato a Ed Pincus, figura
imponente del documentario americano – suoi
allievi, tra gli altri, Ross McElwee, Robb Moss,
Miriam Weinstein, Nina Davenport, Jonathan
Caouette – scomparso alla fine del 2013.
Alla fine degli anni Sessanta Pincus seppe girare
verso di sé il direct cinema e raccontare,
mettendo in pratica cinematografica il privato
che si fa politico, la sua esperienza personale,
la sua magnifica storia d’amore con la
compagna Jane, e un mondo che stava
cambiando radicalmente.
Tutto questo in Diaries: 1971-1976, film che
mostreremo insieme al suo ultimo lavoro One
Cut, One Life, realizzato con Lucia Small in
un sodalizio artistico che già aveva prodotto
The Axe in the Attic, viaggio nell’America di
Bush devastata dall’uragano Katrina
(al TorinoFilm Festival nel 2008).
108
SOMMARIO
TFFDOC
Sulle fondamenta gettate da Pincus, due pietre
angolari sorreggono l’architettura di TFFdoc.
La prima è rappresentata da Eau argentée,
Syrie autoportrait di Ossama Mohammed e
Wiam Simav Bedirxan. Il film è uno scambio
epistolare tra un regista siriano esule a Parigi
e una giovane donna siriana di origine curda
prigioniera nella città assediata di Homs; è una
riflessione sulla rappresentazione della guerra
nell’epoca di YouTube e sul ruolo che il cinema
e l’arte devono avere per riappropriarsi della loro
funzione estetica ed etica; è un canto d’amore
per un Paese devastato e una speranza che solo
degli sguardi innocenti possono raccontare.
La seconda è Storm Children, Book 1, il
nuovissimo film di Lav Diaz, fresco Pardo d’oro.
Il regista filippino, a cui il Festival è molto
affezionato avendo propiziato la scoperta del
suo cinema in Italia, torna finalmente a Torino
con un documentario girato tra le sue terre
devastate dagli uragani. Storm Children,
Book 1 è un film ipnotico e tenero che segue
le azioni semplici dei bambini e delle bambine
che cercano di riappropriarsi dei loro spazi,
lasciando entrare lo spettatore in un mondo
che difficilmente riuscirà ad abbandonare.
A completare e a dare sostanza e varietà
all’edificio TFFdoc ci sono tutti i titoli che
compongono le due competizioni
internazionale.doc e italiana.doc. Le direzioni
che ciascun film traccia sono molteplici, così
come le relazioni che si possono ritrovare tra
un film e l’altro: relazioni geografiche ma
anche spaziotemporali, quasi fantascientifiche;
relazioni emotive e intellettuali, che diventano
anche intense relazioni amorose. E sovente
l’amore che muove ciascuno di questi film
è un grande amore per il cinema e la vita.
RINGRAZIAMENTI/ ACKNOWLKEDGEMENTS TFFDOC
Dima Al-Joundi, Gianluca Arcopinto, Enrica Baricco, Catherine
Bizern, Jacopo Chessa, Francesco Codello, Emiliano Colasanti,
Silvia Collazuol, Austin Corbett, Liryc Dela Cruz, Laura D’Amore,
Cristina De Carolis, Valentina Del Buono, Donatella Della Ratta,
Rosita Di Peri, Catia Donini, Pedro Fernandes Duarte, Margaux
Ducruet, Anja Dziersk, Liliana Ellena, Daniela Elstner, Lorenzo
Esposito, Francesca Frigo, Claudio Giapponesi, Cíntia Gil, Enrico
Giovannone, Hannah Horner, Varvara Hovhannisyan, Isabella
Lagattolla, Maria Matteo, Stefano Migliore, Mazzino Montinari,
Hazel Orencio, Paola Pallavicini, Romain Palmieri, Andrea
Parena, Luisa Passerini, Luca Rastello, Ann Carolin Renninger,
Miguel Ribeiro, Paola Rivetti, Danielle Rosen, Ewelina Rosinska,
Valia Santella, Claire Thibault, Douglas Tirola, Roberto
Turigliatto, Max Tuula, Anna Vanzan, Lucas Verga, Katja
Wiederspahn, Agnès Wildenstein.
TFFDOC
TFFdoc
BY DAVIDE OBERTO
Mga Anak ng Unos, Unang Aklat (2014)
The documentary is becoming increasingly
contagious. Like a virus, it implacably
inoculates itself into contemporary cinema
and questions reasons and genres. However,
this virus doesn’t transmit diseases, but rather,
new expressive opportunities.
In this era of crisis, the documentary is the
most dynamic and observant type of cinema
there is. You will find documentaries sown in
every section of the 32 Torino Film Festival,
ready to germinate luxuriantly, and in TFFdoc
you will find a sort of avant-garde ready to
push the envelope ever further: starting with
the past, with a well-deserved tribute to Ed
Pincus, an imposing figure of the American
documentary – his pupils include Ross
McElwee, Robb Moss, Miriam Weinstein,
Nina Davenport and Jonathan Caouette –
who passed away in late 2013. At the end of
the 1960s, Pincus turned direct cinema onto
himself and, putting into cinematographic
practice the private life that becomes political,
he recounted his personal experiences, his
ND
109
SOMMARIO
TFFDOC
magnificent love story with his companion
Jane, and a radically changing world. All this
in Diaries: 1971-1976, a film we will screen along
with his last work, One Cut, One Life, which he
made with Lucia Small in an artistic partnership
that had already produced The Axe in the Attic,
a journey into George Bush’s America that had
been leveled by Hurricane Katrina (presented
at the 2008 Torino Film Festival).
On this foundation laid by Pincus, two
keystones support the architecture of TFFdoc.
The first is Eau argentée, Syrie autoportrait by
Ossama Mohammed and Wiam Simav
Bedirxan. The movie is an epistolary exchange
between a Syrian director exiled in Paris and a
young Syrian woman of Kurdish origin trapped
in the besieged city of Homs. It is a reflection
on how war is represented in the era of
YouTube and on the role that cinema and art
must play in order to regain their aesthetic
and ethical function; it is a love song for
a devastated country and a hope which only
innocent gazes can recount.
The second movie is Storm Children, Book 1,
the brand-new film by Lav Diaz, who recently
won the Golden Leopard. The Filipino director,
a Festival favorite since it helped foster Italy’s
discovery of his cinema, finally returns to Turin
with a documentary shot in his hurricanewracked homeland. Storm Children, Book 1 is
a hypnotic and sensitive movie that follows the
simple actions carried out by boys and girls as
they try to regain their own space, letting the
spectators enter a world they will find it hard
to leave.
To complete and give substance and variety
to the TFFdoc edifice, there are all the movies
that compose the two competitions
internazionale.doc and italiana.doc. The films
take many directions, and there are many
relationships that can be found between one
film and another: relationships that are
geographical as well as spatial-temporal,
almost sci-fi; relationships that are emotional
and intellectual, that can also become intense
loving relationships. And often, the love that
moves each one of these films is a boundless
love for cinema and life.
TFFDOC
-
INTERNAZIONALE.DOC
robert greene
ACTRESS
PREMIO CIPPUTI
Usa, 2014, HD, 87’, col.
ACTRESS
regia, fotografia,
montaggio/
director, cinematography,
film editing
Robert Greene
interprete/cast
Brandy Burre
produttori/producers
Douglas Tirola,
Susan Bedusa
**
contatti/contacts
4 Row Films
TH
[email protected]
www.4throwfilms.com
Brandy Burre ha un ruolo importante nella serie tv The Wire.
Quando rimane incinta del primo dei suoi due figli abbandona
la promettente carriera per trasferirsi in una cittadina di provincia
e diventare mamma a tempo pieno a fianco del compagno Tim.
Ben presto il desiderio di tornare davanti alle telecamere inizia
a farsi sentire, facendola precipitare nel dubbio riguardo alle
sue scelte esistenziali e minando il rapporto con Tim. Brandy
si considera prima madre o attrice? Come può far convivere
entrambe le cose? La voglia di recitare quanto influisce sulle
sue decisioni e sui rapporti con chi le sta attorno e la ama?
«Ho scritto e discusso parecchio sulla possibilità di spingere
il documentario oltre le cose banali che normalmente vediamo:
in questo senso è stato molto stimolante per me esplorare il
modo in cui le persone si calano nella loro identità sociale,
esaminando metaforicamente come l’attore non possa fare
a meno di recitare, seppure desideri il contrario».
**
Brandy Burre has an important part in the TV series The Wire. When
she gets pregnant with the first of her two children, she abandons her
promising career and moves to a suburban town with her companion
Tim to become a full-time mom. But she soon feels the urge to return
to TV; she begins to doubt her existential choices and this threatens
her relationship with Tim. Does Brandy consider herself foremost a
mother or an actress? How can she reconcile the two things? How
much does her desire to act affect her decisions and her relationship
with the people around her who love her?
“I write and talk a lot about pushing the documentary form past the
boring stuff we normally see, so exploring the way people perform
their social identities through a metaphorical examination of how an
actor can’t stop performing even if she wanted to was really exciting
to me.”
110
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Robert Greene (North Carolina,
Usa, 1976) lavora come regista,
montatore e critico cinematografico.
Ha esordito nella regia con il
cortometraggio The Rehobeth Trilogy
(2002), a cui sono seguiti Ye Are the
Light of the World (Don’t Stare into
the Sun) (2003), Six Videos about
Tourism (2003), Sports: A 12 Part
History (2005), One Dead in Ohio
(2006), presentati in numerosi
festival internazionali.
Successivamente ha diretto
i documentari Owning the Weather
(2009), proiettato alla Conferenza
sui cambiamenti climatici alle
Nazioni Unite, Kati with an I (2010),
il corto Dry Biscuit (2011) e Fake It
So Real (2012), molto amato dalla
critica americana.
Robert Greene (NC, USA, 1976) is
a director, film editor and movie critic.
He debuted in directing with the short
The Rehobeth Trilogy (2002), which
was followed by Ye Are the Light of
the World (Don’t Stare into the Sun)
(2003), Six Videos about Tourism
(2003), Sports: A 12 Part History
(2005), and One Dead in Ohio
(2006), which were presented at many
international film festivals. He later
directed the documentaries Owning
the Weather (2009), screened at the
UN Climate Change Conference, and
Kati with an I (2010), the short Dry
Biscuit (2011) and Fake It So Real
(2012), a hit with American movie
critics.
filmografia/filmography
The Rehobeth Trilogy (cm, doc.,
2002), Ye Are the Light of the World
(Don’t Stare into the Sun) (cm, doc.,
2003), Six Videos about Tourism (cm,
doc., 2003), Sports: A 12 Part History
(cm, doc., 2005), One Dead in Ohio
(cm, doc., 2006), Owning the
Weather (doc., 2009), Kati with an
I (doc., 2010), Dry Biscuit (cm, doc.,
2011), Fake It So Real (doc., 2012),
Actress (doc., 2014).
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
ziad kalthoum
AL-RAKIB AL-KHALED
Siria/Syria, 2013, HD, 75’, col.
Ziad Kalthoum (Homs, Siria, 1981)
si è laureato in cinema e ha lavorato
come assistente alla regia di
numerose serie, programmi televisivi
e film, tra cui Ladder to Damascus di
Mohammad Malas (2013). Nel 2011
ha girato il suo primo documentario,
Oh, My Heart, presentato al Festival
di Cartagine.
THE
IMMORTAL
SERGEANT
regia, sceneggiatura,
fotografia/director,
screenplay, cinematography
Ziad Kalthoum
montaggio/film editing
Firas Jawad, Marwan Ziadeh
musica/music
The silver MT zion,
Bononbo
suono/sound
Nadime Mishlawi
**
contatti/contacts
Crystal Films
c/o Dima AL-Joundi
Tel: +961 369 59 88
[email protected]
A Damasco, il regista siriano Mohammad Malas sta girando un
film. La guerra è ovunque, nei brandelli di città attraverso cui si
muove la troupe, nei discorsi delle persone che lavorano al film,
ognuna con le proprie storie e perdite alle spalle.
«Il servizio militare era finito. Io ero riservista dell’esercito in un
Paese in piena rivoluzione. Bloccato per un intero anno in attesa
del congedo, senza alcuna speranza all’orizzonte. Ero un
sergente. E mi hanno assegnato al cinema Bassel Al Assad
di Damasco. Lavoro come assistente alla regia del mio amico
Mohammad Malas e con la videocamera cerco di documentare
la nostra quotidianità. Gli operatori tecnici, per lo più
dell’opposizione, mi raccontano le loro storie. Alcuni nei
bombardamenti hanno perso la casa, altri sono emigrati e
non sanno dove andranno a finire, altri hanno visto i loro amici
morire ammazzati. Ogni giorno torno a casa, mi siedo e guardo
il notiziario: distruzione, violenza, bombe… Sorge il sole, ancora
una volta mi alzo, infilo l’uniforme, vado alla base militare e inizia
un nuovo giorno».
**
In Damascus, the Syrian director Mohammad Malas is shooting a
film. War is all around, in the tatters of the city the crew is moving
around in, in the discussions of the people working on the film.
Everyone has their own stories and losses to bear.
“My mandatory military service was done. I was then held in the
army reserve with the revolution in my country. I was stuck for a
whole year, waiting for my discharge, with no hope in sight. My
military rank was sergeant. I was assigned to run Bassel Al Assad
theatre. I work with my friend Mohammad Malas on his feature film
as an assistant director. I hold my small camera and try to document
our daily activities where all the technicians, mainly from the
opposition, tell me their stories. Some of them had their houses
shelled, some of them emigrated and doesn’t know where they are
going next and some of them had their friends killed. I got back
home, I sit and watch the news about destruction, violence, shelling…
The sun rises anew, I wake up once more and put on my military suit,
and go off to my military base to start a new day.”
111
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Ziad Kalthoum (Homs, Syria, 1981)
graduated in film; he worked as an
assistant director on several films, series
and TV programs, including Ladder
to Damascus by Mohammad Malas
(2013). In 2011 he directed his first
documentary, Oh, My Heart, which
was selected for the Carthage Film
Festival.
filmografia/filmography
Aydil (Oh, My Heart, doc., 2011),
Al-rakib al-khaled (The Immortal
Sergeant, doc., 2013).
TFFDOC
-
INTERNAZIONALE.DOC
harutyun khachatryan
ANVERJ PAKHUST, HAVERZH VERADARDZ
Armenia-Olanda-Svizzera/
Republic of Armenia-The Netherlands-Switzerland, 2014, HD, 90’, col.
ENDLESS
ESCAPE,
ETERNAL
RETURN
regia, produttore/
director, producer
Harutyun Khachatryan
sceneggiatura/screenplay
Harutyun Khachatryan,
Mikayel Stamboltsyan
fotografia/cinematography
Vrej Petrosyan,
Suren Tadevosyan
montaggio/film editing
Karine Vardanyan,
Karen Baghinyan
musica/music
Avet Terteryan
suono/sound
Hayk Israelyan, Karen
Tsaturyan
interpreti/cast
Hayk Khachatryan, Ruben
Hakhverdyan, Gevorg
Aghekyan, Stepan
Hovhannsiyan, Yura
Hovhannisyan, Sayat
Ayvasyan, Hayk Alexanyan,
Volodya Asatryan
produzione/production
Golden Apricot FCD
**
contatti/contacts
Golden Apricot FCD
Tel: +374 10 52 10 42
[email protected]
www.gaiff.am
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta l’Armenia è
stata scossa da tre eventi di importanza epocale: l’indipendenza
dall’Unione Sovietica, che ha ridisegnato la geografia di un’intera
parte del mondo, la guerra con l’Azerbaigian per il controllo del
Nagorno-Karabakh e un terribile terremoto. Questi episodi hanno
spinto gran parte della popolazione a lasciare il proprio Paese.
Tra di essi, un uomo che oggi vive a Mosca e ci conduce nel suo
viaggio di esule da oltre vent’anni.
«Oggi la questione dell’identità nazionale è molto importante,
specialmente in tempi di globalizzazione. È una delle domande
a cui non saprò mai rispondere: perché le persone lasciano
il loro Paese? È una necessità alla quale l’epoca in cui viviamo
si oppone, o è una caratteristica della mia nazione? L’Armenia
si colloca tra Asia ed Europa, tra civiltà orientale e occidentale,
quindi se per alcune persone oggi non è fondamentale preservare
e seguire le tradizioni, per altre l’identità nazionale è l’aspetto più
importante di un Paese, dalla sua nascita a oggi».
**
Between the late 1980s and early 1990s, three history-making events
shook Armenia: independence from the Soviet Union, which redrew
the geography of an entire portion of the world; the war with
Azerbaijan for control of Nagorno-Karabakh; and a devastating
earthquake. These episodes forced many Armenians to leave their
homeland. Including a man who today lives in Moscow and retraces
for us his journey as an exile, which has lasted over twenty years.
“The question of national identity is very important today, especially
in our age of globalization. It is one of the questions I could never
find an answer to. Why do people leave their country? Is it a necessity
opposed by the time we live in? Or maybe it is our nation’s
characteristic? Armenia is a country situated between Asia and
Europe, Eastern and Western civilization – so if for some people
the question of preserving and following national traditions is not
important at all today, for the others national identity is the most
important feature of a country throughout its history till now.”
112
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Harutyun Khachatryan (Akhalkalak,
Georgia), laureatosi in cinema
all’Armenian State Pedagogical
University nel 1981, ha lavorato come
assistente alla regia e regista di
documentari all’Armenian
Documentary Studio e in seguito
come regista e produttore per
l’Armenfilm Studio. Nella sua carriera
ha girato diversi film, molti dei quali
premiati a livello internazionale.
Nel 2003 ha ricevuto un premio dal
governo armeno e il riconoscimento
di Honored Artist della repubblica
armena. Direttore della casa di
produzione Golden Apricot, è
cofondatore – e direttore dal
2004 – del Golden Apricot Yerevan
International Film Festival.
Harutyun Khachatryan (Akhalkalak,
Georgia) graduated in 1981 from the
Film Division of the Department
of Culture of the Armenian State
Pedagogical University. He worked
as an assistant to director and film
director at the Armenian
Documentary Studio and then
in Hayfilm aka Armenfilm Studio
as director and producer.
He directed films that were awarded
prizes at various international film
festivals. In 2003, he received
Armenian Government Award
and obtained recognition as Honored
Artist of the Republic of Armenia.
Director of Golden Apricot FCD, is also
co-founder and General Director of
Yerevan International Film Festival
since 2004.
filmografia essenziale/
essential filmography
Taghi dzaynere (The Voices of
the District, cm, doc., 1981), Mi
iradardzutyan khronika (Chronicle
of a Case, mm, doc., 1985), Kond
(mm, doc., 1987), Spitak Kaghak
(White Town, mm, doc., 1988),
Qamin unaynutyan (The Wind of
Emptiness, 1990), Veradardz Avetyats
Erkir (Return to the Promised Land,
doc., 1991), Vaveragrogh
(Documentarist, 2003), Poeti
Veradardze (Return of the Poet, 2006),
Border (Sahman, 2009), Anverj
pakhust, haverzh veradardz (Endless
Escape, Eternal Return, doc., 2014).
TFFDOC
-
INTERNAZIONALE.DOC
rené frölke
LE BEAU DANGER
Germania/Germany, 2014, 16mm-MiniDV, 100’, bn/bw-col.
René Frölke (Eichsfeld, Germania,
1978), dopo aver studiato al
dipartimento di studi cinematografici
dell’Hfg di Karlsruhe, ha lavorato
per molti anni come montatore
e direttore della fotografia in
documentari e progetti televisivi.
Nel 2010 ha realizzato il suo primo
lungometraggio, Of the Salamander’s
Espousal with the Green Snake, con
cui si è aggiudicato il premio Arte
al Festival del cinema documentario
di Duisburg e ha partecipato nel 2011
al Torino Film Festival.
LE BEAU
DANGER
regia, soggetto, fotografia,
montaggio/director, story,
cinematography, editor
René Frölke
musica/music
Eric Satie
interprete/cast
Norman Manea
produttori/producers
Ann Carolin Renninger,
René Frölke
produzione/production
joon film
coproduttore/coproducer
Paolo Benzi
coproduzione/coproduction
Okta Film
**
contatti/contacts
Joon Film
Ann Carolin Renninger
Tel: +49 176 240 896 34
[email protected]
www.joonfilm.de
Presentazioni, cene di gala, incontri ufficiali e firme di autografi:
l’industria letteraria impone a un autore riti che sembrano
necessari all’appartenenza stessa a quel mondo. Al di là delle
domande, spesso ripetitive, e delle formule recitate con
abitudinaria sicurezza, ci sono poi i momenti privati, quelli
intimi, capaci di rivelare qualcosa dello scrittore oltre l’immagine
pubblica. E poi ci sono le opere, un altro mondo da indagare.
«Le beau danger è un arrangiamento cinematografico di materiali
d’archivio filmici e letterari dello scrittore rumeno Norman
Manea. La sua scrittura scorre attraverso il film in centosettanta
pannelli in bianco e nero: queste immagini da leggere
interrompono costantemente l’immagine cinematografica e
sfidano lo spettatore a cercare un testo oltre il testo. In definitiva,
il film è un tentativo di far sì che testo e immagine si interroghino
a vicenda. È anche un’osservazione sulla grande discrepanza del
nostro tempo: la discrepanza che porta l’informazione a farsi
nemica dell’esperienza e quindi della memoria stessa».
**
Presentations, gala dinners, official encounters and autograph signing:
to authors, the literary industry can take on the aspect of obligatory
rites in order to belong to that world. Above and beyond the – often
repetitive – questions and the rote words recited with habitual
self-confidence, there are also private and intimate moments, which
reveal something about the author that goes beyond the public
image. And then there are the books, another world to study.
“Le beau danger is a cinematic arrangement of documentary footage
and literary writing of the Romanian author Norman Manea.
His writing runs through the film in one hundred and seventy
black-and-white panels. In the course of the film, these readable
images constantly interrupt the cinematic picture and challenge
the viewer to seek a text behind the text. The film is in the end an
attempt to have text and image question one another. It also seems
to me an observation where the discrepancy of our time becomes
visible, a discrepancy in which information becomes the adversary
of experience and thereby also of the memory itself.”
113
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
René Frölke (Eichsfeld, Germany,
1978), after studying film at the HFG
in Karlsruhe, worked for many years as
an editor and director of photography
for documentaries and television
projects. In 2010, he made his first
feature film, Of the Salamander’s
Espousal with the Green Snake,
which received the Arte award at the
Duisburg Documentary Film Festival
and was presented at the Torino Film
Festival in 2011.
filmografia/filmography
Past Remains Silent (cm, 2004), Jour
de grève (cm, doc., 2007), Der Gast
(The Guest, cm, 2007), Ropinsalmi
(cm, 2008), Von der Vermählung des
Salamanders mit der grünen Schlange
(Of the Salamander’s Espousal with
the Green Snake, doc., 2010), Führung
(Guided Tour, doc., 2011), Jeremy Y.
Call Bobby O. Oder Morgenthau
Without Tears (2012), Le beau danger
(doc., 2014).
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INTERNAZIONALE.DOC
adirley queirós
BRANCO SAI PRETO FICA
Brasile/Brazil, 2014, HD, 93’, col.
WHITE OUT,
BLACK IN
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Adirley Queirós
fotografia/cinematography
Leonardo Feliciano
montaggio/film editing
Guille Martins
costumi/costume design
Denise Vieira
suono/sound
Guille Martins, Camila
Machado
interpreti/cast
Marquim do Tropa, Shockio,
Dilmar Durães, Dj Jamaika,
Gleide Firmino, Família
Show, Dino Black, Klans,
Antônio Balbino, Sandro
Vilanova, Pezão
produttori/producers
Adirley Queirós,
Denise Vieira
produzione/production
Cinco da Norte
**
contatti/contacts
Ceicine
Tel: +55 613 039 41 13
+55 618 278 87 73
[email protected]
ceicinecoletivodecinema.blogspot.it
A Brasilia la polizia fa irruzione in una festa da ballo di sole
persone di colore e rovina per sempre la vita di due partecipanti:
uno finisce sulla sedia a rotelle, l’altro, calpestato da un cavallo
delle forze dell’ordine, perde una gamba. Ma i due uomini non
vogliono raccontare la loro storia in modo tradizionale: vogliono
mentire, cercare nuove forme di narrazione del passato, inventare
un futuro avventuroso dove storpi e amputati non sono corpi
prigionieri. Un futuro in cui arriva un agente per mettere i potenti
di fronte alle loro responsabilità: lo stato brasiliano è colpevole?
Sarà mai messo sotto processo?
«Il film ha degli aspetti fantascientifici pur rimanendo nell’ambito
del documentario, come se fosse una favola di fantascienza.
Da qui scelte estetiche rigorose che includono differenti piani
fissi, quasi dei quadri apocalittici; un’illuminazione dialogica
e organica degli ambienti ritratti, veri e propri scenari distopici.
Il commento sonoro evoca viaggi nel tempo, guerre e
oppressione del passato-presente, ma tuttavia una liberazione
utopistica nel futuro».
**
After a police assault at a dance party for black people in Brasilia,
the lives of two men change forever: one ends up on a wheel chair,
and the other one, trampled by a police horse, looses a leg. But the
two young men don’t want to tell their story in a conventional way:
they would rather make it up, find new forms of narration from the
past, and create an adventurous future where cripples and amputees
are not imprisoned bodies. A future where the powerful will finally
have to face their responsibilities and be held accountable: is the
Brazilian government guilty? Will it ever be put on trial?
“The film’s science fiction aspects within the limits of a documentary.
The science-fiction fable itself. Hence a rigorous aesthetic of many
static plans, almost apocalyptic paintings, dialogical and organic
lights to the proposed environment, dystopian scenarios. The sound
of the film evokes time travel, war, oppression of the past-present,
however a utopian release in the future.”
114
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Adirley Queirós, dopo aver intrapreso
la carriera di calciatore professionista
tra i sedici e i venticinque anni, ha
studiato regia alla Universidad de
Brasilia, dove si è laureato nel 2005.
Successivamente ha lavorato in
ambito culturale, occupandosi di
mostre, proiezioni e corsi di
formazione cinematografica.
Come regista ha esordito nel 2005
con il cortometraggio documentario
Rap o Canto da Ceilândia, a cui sono
seguiti il cortometraggio di finzione
Dias de Greve (2008) e il
mediometraggio documentario per
la televisione Fora de Campo (2009).
Con A Cidade é uma Só? (2010)
ha partecipato a numerosi festival
internazionali, ottenendo premi
e riconoscimenti.
Adirley Queirós started his career
playing professional football from the
age of sixteen to twenty-five. He then
studied filmmaking at the Universidad
de Brasilia, where he graduated in
2005. After college, he worked in the
cultural sector, running exhibitions,
screenings, and film classes.
He directed his first short documentary
Rap o Canto da Ceilândia in 2005,
followed by the short fiction Dias de
Greve (2008) and the short
documentary for television Fora de
Campo (2009). He participated to
several international film festivals with
A Cidade é uma Só? (2010), which
won several awards and recognitions.
filmografia/filmography
Rap o Canto da Ceilândia (cm, doc.,
2005), Dias de Greve (cm, 2008),
Fora de Campo (mm, doc., tv, 2009),
A Cidade é uma Só? (doc., 2010),
Um homem que voa: Nélson Prudêncio
(cm, doc., tv, 2011), Branco Sai Preto
Fica (doc., 2014).
TFFDOC
-
INTERNAZIONALE.DOC
kurt walker
HIT 2 PASS
Canada, 2014, HD, 72’, bn/bw-col.
HIT
Kurt Walker (Canada, 1990) è un
regista di documentari sperimentali
di Vancouver. I suoi film affrontano
temi quali lo spazio, l’esperienza
di vita, l’amicizia, e sono stati
presentati in manifestazioni come
il La Di Da Film Festival e Doclisboa.
Hit 2 Pass è il suo primo
lungometraggio.
2 PASS
regia, montaggio/
director, film editing
Kurt Walker
soggetto/story
Kurt Walker,
Tyson Storozinski
fotografia/cinematography
Tyson Storozinski, Neil
Bahadur, John Lehtonen,
Kurt Walker, Gregory J.
Brown, Jake Edwards,
Devon Kavanagh, Marshall
Spinney, Dale Storozinski,
Chance Hobbins
musica/music
Julian Wass
suono/sound
Neil Bahadur, John
Lehtonen, Andrew Crandell
produttori/producers
Tyson Storozinski, Cameron
Kennedy, Kurt Walker
**
contatti/contacts
Kurt Walker
[email protected]
Tyson Storozinski
[email protected]
Prince George è una città della British Columbia, in Canada.
Ogni anno vi si svolge una gara automobilistica nota come
«Hit 2 Pass», che occupa per intero un week-end di settembre.
Su un circuito s’inseguono automobili da corsa lanciate a folle
velocità, sfidandosi all’ultimo scontro. Un evento molto sentito
dalla comunità, qualcosa in più di una semplice gara sportiva,
in grado di radunare appassionati e fanatici di ogni tipo.
“Filmato durante l’estate del 2013 nella provincia della British
Columbia, Hit 2 Pass è il tentativo della nostra piccola troupe
alla Howard Hawks di toccare, vivere e documentare un luogo.
Per questo abbiamo iniziato con il più grosso evento che si
tiene a Prince George – l’omonima gara, della durata di
un fine settimana, che si tiene a settembre – per chiudere
il cerchio, tornando ai Lumière. Ascoltare, compiere ricerche,
muoversi in avanti, ma senza ritornare sui propri passi per non
sciogliere i nodi. Descrivere un luogo è un ostacolo, non troppo
diverso da quello dei videogiochi della nostra giovinezza».
**
Every year in Prince George (a city in British Columbia, Canada),
the full-contact racing event known as “Hit 2 Pass” takes place for
an entire weekend in September. Cars careen on the track at high
speed, chasing and pushing each other out of the way. People in
Prince George are very fond of the event: for them, it’s more than
a simple car race, it brings together a community made of all sorts
of fans and enthusiasts.
“Filmed during the summer of 2013 in the unceded province of British
Columbia, Hit 2 Pass is our little Hawksian-unit of friends attempt
to touch, experience and document Place. And so we start with Prince
George’s largest spectacle – the September long weekend Hit to
Pass race – only to circle back to the beginning: Lumière. Listening,
searching, moving forward yet not without recoiling back to undo
the entanglements... Capturing Place is an obstacle not unlike those
in the video games from our youth.”
115
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Kurt Walker (Canada, 1990) is an
experimental documentary filmmaker
from Vancouver, Canada. His films
are concerned with place, experience,
friendship, and have been presented at
the La Di Da Film Festival, Doclisboa.
Hit 2 Pass is his first feature.
filmografia/filmography
Everything is Embarrassing (cm, doc.,
2013), Hit 2 Pass (doc., 2014).
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
j.p. sniadecki
THE IRON MINISTRY
Cina-Usa/China-USA, 2014, HD, 83’, col.
THE IRON
MINISTRY
regia, fotografia,
montaggio,
produttore/director,
cinematography, film
editing, producer
J.P. Sniadecki
suono/sound
Ernst Karel, J.P. Sniadecki
produzione/production
Cinder Films
**
contatti/contacts
J.P. Sniadecki
[email protected]
Oltre tre anni di riprese sulla rete ferroviaria cinese hanno dato
origine a un viaggio senza inizio né meta, in cui prende forma
l’immagine di un Paese in movimento, fatto di uomini e metallo,
luce e ombra, suono e linguaggio. Incontri che durano il tempo
di una tratta da una città all’altra, o che al contrario si
protraggono per centinaia di chilometri, mettendo a dura prova
la convivenza tra macchina e uomo, su quella che si prepara a
diventare la rete ferroviaria più estesa al mondo.
«I treni sono luoghi di scambi fugaci e di interazione, spazi
sociali temporanei abitati da gruppi di sconosciuti; per questo
molte delle conversazioni che si tengono sono banali e
superficiali, mentre altre sono articolate in modo più complesso
e mirato, ma tutte a loro modo rivelatorie. A volte l’effettivo
significato di ciò che si dice non è nemmeno così importante:
ciò che accade a livello sociale, ciò che si può carpire dal primo
piano di un volto, da un sentimento non rivelato nascosto dietro
quello che viene detto possono dare alle conversazioni una
grande profondità oltre le parole stesse».
**
Over three years of filming along China’s railroad network have
created a voyage without a beginning or a destination, offering the
image of a country in motion, made of men and metal, light and
shadow, sound and language. Encounters that last the time it takes
to cover the distance between one city and another, or which, on the
contrary, stretch out for hundreds of kilometers, a hard test for the
cohabitation of machine and man, along what is preparing to
become the world’s longest railroad network.
“Trains are places of fleeting exchange and interaction, temporary
social spaces often composed of groups of strangers, and so some
of the conversations are mundane on the surface, some are more
pointed and compelling in articulation, but all of them are revelatory.
Sometimes the actual semantics of what is said is not entirely
important. What is going on within the social situation, or what can
be gleaned from a close-up of a face, or what unspoken sentiment is
behind what is actually stated, gives some of the conversations a
considerable and telling depth beyond the words themselves.”
116
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
J.P. Sniadecki (Michigan, Usa),
filmmaker e antropologo, ha
presentato i suoi film nei principali
festival internazionali, come la
Berlinale, il Festival di Locarno, di
New York e di Pechino, la Viennale e
il Bafici, oltre che in musei e gallerie,
tra cui il Guggenheim e il MoMA
di New York, il Mac di Vienna, lo
Ucca di Pechino e quest’anno il
museo Whitney in occasione della
sua biennale. È inoltre professore
di regia nel dipartimento di arti
performative e multimediali della
Cornell University. Nel 2013 ha
presentato al Torino Film Festival
il documentario Yumen, diretto in
collaborazione con gli artisti cinesi
Xu Ruotao e Huang Xiang.
J.P. Sniadecki (MI, USA) is a
filmmaker and anthropologist whose
films have screened at festivals such
as the Berlinale, the Locarno
International Film Festival, the
New York Film Festival, the Viennale,
BAFICI, the Beijing Independent Film
Festival, and at museums and galleries
such as the Guggenheim and the
MoMA in New York, the MAC in
Vienna, the UCCA in Beijing and
the 2014 Whitney Biennale. He is also
a professor of filmmaking in the
performing and media arts department
at Cornell University. In 2013 he
presented at the Torino Film Festival
his documentary Yumen, codirected
with Chinese artists Xu Ruotao and
Huang Xiang.
filmografia/filmography
Chaiqian (doc., 2010), Foreign Parts
(coregia/codirector Verena Paravel,
doc., 2010), People’s Park (doc.,
2012), Yumen (coregia/codirectors
Xu Ruotao, Huang Xiang, doc., 2013),
The Iron Ministry (doc., 2014).
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
mark cousins, mania akbari
LIFE MAY BE
Regno Unito-Iran/UK-Iran, 2014, HD, 80’, col.
Mania Akbari (Tehran, Iran, 1974),
pittrice, regista e attrice, ha lavorato
come direttrice della fotografia e
assistente alla regia. Nel 2002 ha
ritratto la sua vita in Dieci di Abbas
Kiarostami, poi presentato in
concorso a Cannes, e nel 2004 ha
scritto, interpretato e diretto il suo
primo lungometraggio, 20 Fingers,
che ha vinto la sezione di cinema
digitale della Mostra di Venezia.
Ha poi diretto e interpretato 10 + 4.
LIFE MAY BE
regia, sceneggiatura,
fotografia, interpreti/
directors, screenplay,
cinematography, cast
Mark Cousins, Mania Akbari
montaggio/film editing
Timo Langer, Paria Kamyab
musica/music
Johannes Brahms,
Sophie Hunger,
Souad Massi,
Alla Pugacheva
produttore/producer
Don Boyd
produzione/production
Hibrow
**
contatti/contacts
The Festival Agency
Tel: +33 954 904 863
[email protected]
www.thefestivalagency.com
Un film epistolare, il dialogo cinematografico tra un regista
inglese e un’attrice e regista iraniana, che amplia il concetto
di film-saggio con sorprendenti scambi di opinioni su questioni
culturali, politiche di genere e diverse sensibilità artistiche.
Il singolare viaggio nelle menti di due filmmaker, che diventa
una storia d’amore su pellicola.
«La gioia del tenere una corrispondenza, di sorprendere
la persona a cui stai scrivendo; l’intimità di filmare da solo;
il vecchio sogno della “camera-stilo” è diventato realtà».
(Mark Cousins)
«Aspettare la risposta, l’arrivo del prossimo film/lettera è la
sensazione più sorprendente e strana che abbia mai provato.
Quel periodo di attesa era così insolito. […] Provavo un’angoscia
che poteva lasciare il segno nell’anima. Quando i film di risposta
arrivavano alla mia porta, ero come una bambina che riceve un
regalo, che corre di gioia, che si sente come nuda».
(Mania Akbari)
**
An epistolary film: a cinematic discourse between a British director
and an Iranian actress and director which extends the concept of
“essay film” with startling confrontations in the arenas of cultural
issues, gender politics and differing artistic sensibilities. A unique
journey into the minds of two exceptional filmmakers which becomes
a love affair on film.
“The joy of corresponding, or surprising the person you are writing to;
the intimacy of filming alone; that the old dream of the ‘camerastylo’ has come true.” (Mark Cousins)
“Waiting for the reply, for the next film/letter to arrive was the most
unexpected, the strangest of feelings. That waiting period was the
most unusual. […] It had anguish in it which could scar the soul.
When the film replies arrived at my door, I was like a kid receiving
a present, running in the streets, feeling naked.” (Mania Akbari)
117
SOMMARIO
Mark Cousins (Irlanda del Nord,
Regno Unito) è l’autore di The Story
of Film: An Odyssey, un’opera di
quindici ore che raccoglie le riprese
effettuate in sei anni per quattro
continenti e trae origine dal suo libro
The Story of Film. Nel 2012 ha
presentato al Torino Film Festival
What Is This Film Called Love?
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Mark Cousins (Northern Ireland, UK)
directed The Story of Film: An
Odyssey, a fifteen-hour work collating
the shots taken in the course of over six
years in four continents and which
originated from his book The Story
of Film. In 2012 he presented What
Is This Film Called Love? at the Torino
Film Festival.
Mania Akbari (Tehran, Iran, 1974),
a painter and an actress, worked as a
cinematographer and assistant director.
In the year 2002 she depicted her life
for Abbas Kiarostami’s Ten, which
entered the competition at Cannes Film
Festival. In 2004 she wrote, acted and
directed her first feature length film 20
Fingers, which won the best film in
Venice Film Festival’s Digital Cinema
section. She directed and acted
in 10 + 4.
filmografia essenziale/
essential filmography
Mark Cousins:
I Know Where I’m Going! Revisited
(cm, tv, 1994), The First Movie
(2009), The Story of Film: An Odyssey
(15 episodi/episodes, 2011), What Is
This Film Called Love? (doc., 2012).
Mania Akbari:
20 Fingers (2004), Dah be alaveh
chahar (10 + 4, doc., 2007), From
Tehran to London (2012).
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
daniel hui
SNAKESKIN
Singapore-Portogallo/Singapore-Portugal, 2014, HD, 105’, col.
Daniel Hui (Singapore) ha studiato
presso il California Institute of the
Arts. Collabora con il Network for
the Promotion of Asian Cinema,
scrivendo sul suo sito web, ed è tra
i fondatori del collettivo indipendente
13 Little Pictures, le cui produzioni
sono state proiettate con successo
nei festival di tutto il mondo. Regista
e sceneggiatore, ha debuttato nel
2007 con il cortometraggio The
Bracelet, a cui sono seguiti diversi
altri corti e il primo lungometraggio
No Images (2011), premiato con il
Pixel Bunker Award for International
New Talent al Doclisboa.
SNAKESKIN
regia/director
Daniel Hui
produttori/producers
Bee Thiam Tan,
Joana Gusmão, Pedro
Fernandes Duarte
**
contatti/contacts
Primeira Idade Pedro Fernandes Duarte
Tel: +35 191 658 88 89
[email protected]
www.primeira-idade.pt
Singapore, 2066. L’unico sopravvissuto di una setta misteriosa
racconta gli eventi drammatici che hanno portato alla diffusione
e alla scomparsa del culto da essa praticato e di come si siano
intrecciati con la storia del suo Paese. Fantasmi ritornano dal
passato come testimoni. Tutto intorno, sospeso in un’atmosfera
onirica, il paesaggio di Singapore, specchio di un inconscio
collettivo inesplorato.
«Singapore vanta una lunghissima storia di disobbedienza civile,
che ha raggiunto il suo apice negli anni Cinquanta. Questa storia
è stata tenuta nascosta dall’establishment, perché tutt’ora getta
un’ombra negativa. […] Mi interessava il cinema dell’epoca
perché ho ritrovato numerosi paralleli tra i suoi ideali e quelli
degli attivisti e dei politici del tempo. Entrambi volevano una
società basata sull’integrazione razziale, indipendente e non più
coloniale. Sfortunatamente la storia ha dimostrato l’opposto.
Compiere ricerche in questo campo è stato davvero deprimente,
a causa di tutte le opportunità mancate e dei cammini non
intrapresi dal mio Paese».
**
Singapore, 2066. The only survivor of a mysterious sect recounts the
dramatic events leading to the rise and fall of his cult and how they
were entangled in the country’s history. Ghosts from the past return
as witnesses. Singapore’s landscape, suspended in a dream-like
atmosphere, becomes the mirror of an unexplored collective
subconscious.
“Singapore has had a long history of civil disobedience, culminating
in the 1950s. This history has been buried by the ruling party in
Singapore, because it still reflects negatively on them. […] I was
particularly interested in the cinema of this period because I found
many parallels between its ideals and the ideals of activists and
politicians at that time. Both wanted a racially-integrated society
that is independent and no longer colonized. Unfortunately,
Singapore’s history has only proven to be the opposite. Researching
this history has been really saddening, because of all the lost
opportunities and abandoned paths my country could have taken.”
118
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Daniel Hui (Singapore) studied
at the California Institute of the Arts.
He collaborates with the Network for
the Promotion of Asian Culture and
writes articles for their website. He is
one of the founding members of 13
Little Pictures, an independent film
collective whose films have been
screened with acclaim in several
festivals around the world. He made
his debut as a filmmaker and writer
in 2007 with the short The Bracelet.
Many other shorts have followed since,
and in 2011 he made his first feature
film, No Images, which won the Pixel
Bunker Award for International New
Talent at Doclisboa.
filmografia/filmography
The Bracelet (cm, 2007), Dreams of
Youth (cm, 2008), Wanderlust (cm,
2009), One Day in June (cm, 2010),
Sayang (cm, 2010), Rumah Sendiri
(cm, 2010), No Images (doc., 2011),
Eclipses (cm, doc., 2011), Snakeskin
(doc., 2014).
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
teodora ana mihai
WAITING FOR AUGUST
Belgio-Romania/Belgium-Romania, 2014, HD, 88’, col.
WAITING FOR
AUGUST
regia/director
Teodora Ana Mihai
fotografia/cinematography
Joachim Philippe
montaggio/film editing
Michèle Hubinon
musica/music
Karim Baggili
suono/sound
Frédéric Meert, Paul
Heymans
interprete/cast
Georgiana Halmac
produttori/producers
Hanne Phlypo,
Antoine Vermeesch
produzione/production
Clin d’œil films,
A Private View
**
contatti/contacts
Rise and Shine
Tel: +49 030 47 37 29 8-0
[email protected]
www.riseandshine-berlin.de
Georgiana Halmac vive con i sei fratelli e sorelle in un
condominio popolare nella periferia di Bacau, in Romania.
Nonostante abbia solo quindici anni, è lei a prendersi cura della
numerosa famiglia dal momento che la madre è emigrata a
Torino e non tornerà fino all’estate successiva. Senza preavviso
e impreparata a ricoprire un ruolo così importante, Georgiana
deve districarsi tra le crescenti responsabilità e tra i sentimenti
e i bisogni di un’adolescente.
«I media a volte danno voce agli emigrati che lasciano il loro
Paese per motivi economici. Dei giovani che rimangono in patria,
invece, sentiamo parlare molto raramente, per non dire mai.
Per questo m’interessava raccontare la loro storia: una storia
dietro la storia. Sono stata fortunata a conoscere gli Halmac
e la loro sorella maggiore, Georgiana, il cui ruolo familiare
mi ha particolarmente colpita. È stato un grande privilegio essere
ammessa nel loro mondo; dopo aver passato così tanto tempo
insieme, siamo diventati una famiglia, cosa che ha reso il film
più intimo e, credo, anche più forte».
**
Georgiana lives with her six brothers and sisters in a social housing
block in the outskirts of Bacau, Romania. When their mother
migrates to Turin, Georgiana, despite being only fifteen years old,
becomes responsible of taking care of her family until the following
summer. Without warning and unprepared to take on such an
important role, Georgiana has to extricate herself through the
increasing responsibilities, and her feelings and needs as a teenager.
“Economic migrants are occasionally given a voice by the media,
but the (young) ones who are left behind, we seldom or never hear.
That’s why I wish to tell their story: the story behind the story.
I was lucky to meet the Halmac kids and their eldest sister,
Georgiana, whose role touched me in particular. It was a great
privilege to be allowed in their world and after spending so much
time together, we all became like family, which gave this film its
intimacy and – I believe – also its strength.”
119
SOMMARIO
TFFDOC
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INTERNAZIONALE.DOC
Teodora Ana Mihai (Bucarest,
Romania, 1981) si è trasferita nel
1989 in Belgio, dove i suoi genitori si
rifugiarono per sfuggire alla dittatura
di Ceausescu. Successivamente
si è spostata a San Francisco, dove,
concluse le scuole superiori, ha
deciso di entrare nel mondo del
cinema. Tornata in Belgio, ha
lavorato come script supervisor e
assistente alla regia, oltre che come
autrice per il programma televisivo
Man Bijt Hond. Come regista ha
esordito nel 2000 con il
documentario Civil War Essay.
Attualmente, con la collaborazione
del giovane scrittore messicano
Habacuc Antonio de Rosario, sta
sviluppando il soggetto di The
Disposables, film dedicato agli orfani
della guerra tra i cartelli della droga
in Messico.
Teodora Ana Mihai (Bucharest,
Romania, 1981) moved to Belgium
in 1989 with her parents, fleeing from
Ceausescu’s dictatorship. She then
moved to San Francisco, where she
finished high school and decided to
get into the world of cinema. When
she returned to Belgium, she worked
as script supervisor and assistant
director, writing also for the television
show Man Bijt Hond. She directed
her first documentary Civil War Essay
in 2000. She is currently collaborating
with the young Mexican writer
Habacuc Antonio de Rosario;
The Disposables, the project they
are working on, is a film dedicated
the orphans of the war on drug cartels
in Mexico.
filmografia/filmography
Civil War Essay (doc., 2000),
Waiting for August (doc., 2014).
TFFDOC
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I TA L I A N A . D O C
ila bêka, louise lemoine
24 HEURES SUR PLACE
Francia/France, 2014, HD, 90’, col.
Ila Bêka (Italia), laureato in
architettura presso lo Iuav di Venezia
e l’École nationale supérieure di
Parigi, ha diretto diversi documentari
e un lungometraggio di finzione,
Quodlibet; tra i suoi cortometraggi,
I Have Seen My Mother Dancing in
the Clouds ha partecipato in concorso
alla sezione cortometraggi del 21°
Torino Film Festival. Vive e lavora
a Parigi.
24 HOURS IN
THE SQUARE
regia/directors
Ila Bêka,
Louise Lemoine
fotografia/
cinematography
Ila Bêka
montaggio/film editing
Tiros Niakaj
suono/sound
Louise Lemoine
produzione/production
Bêka & Partners
**
contatti/contacts
Ila Bêka,
Louise Lemoine
[email protected]
www.living-architectures.com
Quarant’anni dopo il documentario di Louis Malle Piazza
della Repubblica (1974) e un anno dopo i recenti lavori
di modernizzazione, ecco ciò che accade in questo celebre angolo
di Parigi nell’arco di un’intera giornata. Ventiquattr’ore di persone
che passano, incroci tra corpi, rumori, automobili e clacson.
Dal punto d’osservazione eccezionale della statua della Marianne,
la luce illumina la piazza in modo ogni volta diverso,
ridisegnandone forma e atmosfera.
«Omaggio a Louis Malle, il film è come una polaroid in
movimento della parte orientale di Parigi, durante un’intera
giornata di giugno del 2014. Sfiorando argomenti come la
politica, le relazioni sentimentali, il lavoro, le preoccupazioni
e le speranze, ciò che viene a comporsi è un insieme incredibile
di ritratti che restituisce l’attuale volto della capitale francese».
**
Forty years after Louis Malle’s documentary Place de la République
(1974), and a year after the recent renovation work, this is what
happens in this famous corner of Paris during the span of an entire
day. Twenty-four hours of people passing by in this intersection of
bodies, sounds, vehicles, and car horns. The statue of “Marianne”
offers an exceptional view of the square and how light changes it as
the hours go by, casting new shadows and crafting new atmospheres.
“An homage to Louis Malle, this film is a like a moving polaroid
of the East side of Paris during the course of a complete day in June
2014. Touching on politics, love affairs, work issues, worries and hopes,
a vertiginous collection of portraits emerges, giving us a feel for the
French capital’s state of being.”
Louise Lemoine (Francia), laureata
in cinema e filosofia alla Sorbona,
è una filmmaker francese,
cofondatrice insieme a Ila Bêka della
BêkaFilms. I due cineasti insegnano
alla Columbia University Gsapp (New
York-Paris Program) dal 2013.
Ila Bêka (Italy) studied architecture
at IUAV in Venice and at the École
supérieure in Paris. He made several
documentaries and the fictional feature
Quodlibet. Among his short films,
I Have Seen My Mother Dancing
in the Clouds participated to the
21 Torino Film Festival in the shorts
competition. He lives and works in
Paris.
ST
Louise Lemoine (France) studied
cinema and philosophy at the
Sorbonne. She is a French filmmaker,
and co-founder with Ila Bêka of the
production company BêkaFilms. The
two of them have also been teaching
classes at Columbia University’s New
York-Paris Program of the Graduate
School of Architecture, Planning and
Preservation (GSAPP) since 2013.
filmografia/filmography
Ila Bêka:
Bonsai (cm, 1999), Millimetrages
(cm, 2000), Millimetraggi (cm, 2001),
Shorts (cm, 2001), IN UTERO
(cm, 2002), I Have Seen My Mother
Dancing in the Clouds (cm, 2003),
Quodlibet (2005).
Ila Bêka, Louise Lemoine:
24 heures sur place (doc., 2014).
120
SOMMARIO
TFFDOC
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I TA L I A N A . D O C
TFFDOC
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I TA L I A N A . D O C
simone rapisarda casanova
LA CREAZIONE DI SIGNIFICATO
PREMIO CIPPUTI
Canada-Italia/Canada-Italy, 2014, HD, 90’, col.
THE CREATION
OF MEANING
regia, fotografia,
montaggio, suono/
director, cinematography,
film editing, sound
Simone Rapisarda Casanova
interpreti/cast
Pacifico Pieruccioni,
Alexander Auf der Heyde,
Benjamin Auf der Heyde,
Siria Battelli, Bartolomeo
Puccetti, Cinzia Bertuccelli,
Maria Paola Casanova,
Gruppo UIEI Pietrasanta,
Coro Versilia, Andrea
Taccetti, Francesco
Marchetti, Diego Bonuccelli,
Marco Bonuccelli, Marco
Bondielli, Roberto Walter
Colombini, Daniele Eschini,
Alessandro Elmi,
Massimiliano Pisano,
Nellina Pieruccioni
produzione/production
Ibidem Films
**
contatti/contacts
Pascale Ramonda
Tel: +33 06 620 132 41
[email protected]
www.pascaleramonda.com
Sulle Alpi Apuane toscane, verso la fine della Seconda guerra
mondiale, le forze di occupazione tedesche massacrarono
centinaia di civili prima di ritirarsi. È lì, tra i ricordi della
Resistenza, che è nato e cresciuto Pacifico, un pastore il cui unico
contatto col mondo è una radio che gli riporta notizie di un Paese
per lui lontano. Il suo isolamento non lo preserva però dalla crisi
economica, che lo costringe a mettere in vendita la proprietà,
trovando in un tedesco residente a Pisa un possibile acquirente.
«Abbiamo un antico e insaziabile bisogno di dare un senso al
mondo che ci circonda raccontando storie, anche se sappiamo
che queste storie sono fuggevoli come le nostre stesse vite.
Il mio film racconta una storia semplice, che nasce dalla raccolta
e dall’eco di altre storie. Lo spettatore è invitato a compiere
un proprio percorso narrativo, prendendo così parte a una
effimera creazione di significato assieme ai personaggi e al
regista. Il titolo ci ricorda che, solo quando passato, presente e
futuro si incontrano, può realizzarsi quel dispositivo fin troppo
umano che con presunzione chiamiamo “significato”».
**
Toward the end of WWII in Tuscany’s Apuan Alps, German occupying
forces massacre hundreds of civilians before retreating. There, among
the reminders of the Resistance, Pacifico was born and raised. He is a
shepherd whose only contact with the outside world is a radio which
broadcasts news from a country that is increasingly foreign to him.
But his isolation can’t protect him from the economic crisis; he is
forced to sell his land and a German who lives in Pisa is a potential
buyer.
“We have an ancient and insatiable need to make sense of the world
that surrounds us by telling stories, even if we know that these stories
are as fleeting as our own lives. My film tells a simple story that is
itself both a collection and an echo of other stories. Viewers are
invited to make up their own narrative thread and in thus doing so
partake in an ephemeral creation of meaning together with the film’s
characters and the filmmaker. The film’s title reminds us that only
when the past, present and future meet can the all-too-human device
we presumptuously call ‘meaning’ be created.”
121
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Simone Rapisarda Casanova (Italia),
ex ricercatore informatico, ha
conseguito una laurea e un master
in produzione cinematografica
rispettivamente alla Concordia
University di Montreal e alla York
University di Toronto, prima di
esordire nella regia nel 2002 con
il cortometraggio Ti con zero, a cui
sono seguiti diversi documentari.
El árbol de las fresas è il suo
lungometraggio d’esordio ed è stato
presentato in anteprima mondiale al
Festival di Locarno, dove quest’anno
con La creazione di significato ha
ottenuto il premio per il miglior
regista emergente.
Simone Rapisarda Casanova (Italy),
a former computer researcher, received
his bachelor’s and his master’s degree
in film production, from Concordia
University in Montreal and York
University in Toronto, respectively.
He then debuted as a director in 2002
with the short Ti con zero, which was
followed by various documentaries.
The Strawberry Tree is his first feature
film and its world preview was held at
the Locarno Film Festival, where he
just won as best emerging director with
The Creation of Meaning.
filmografia/filmography
Ti con zero (cm, 2002), Through the
Gate (cm, doc., 2003), Days of Shrub
(cm, doc., 2004), Open Sea (cm,
doc., 2005), Sweet Home (cm, doc.,
2007), 14 Little Ads (cm, doc., 2008),
Ephemeral City (cm, doc., 2009),
Domani, il vento (cm, doc., 2010),
Ladybug (cm, doc., 2010), El árbol de
las fresas (doc., 2011), In the Room of
Forgotten Words (doc., 2013), La
creazione di significato (doc., 2014).
TFFDOC
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I TA L I A N A . D O C
emiliano dante
HABITAT - NOTE PERSONALI
Italia/Italy, 2014, HD, 55’, bn/bw-col.
HABITAT
PERSONAL
NOTES
regia, sceneggiatura,
montaggio, musica/
director, screenplay,
film editing, music
Emiliano Dante
fotografia/cinematography
Emiliano Dante,
Paolo De Felice,
Valentina Soccorsi
interpreti/cast
Alessio Di Giannantonio,
Paolo De Felice, Emiliano
Dante, Gemma Giuliani,
Roberta Lucrezi,
Valentina Soccorsi
produttore/producer
Valentina Soccorsi
produzione/production
Dansacro Digital Artisans,
C.U.M. Consorzio Umano
Multimediale
**
contatti/contacts
Emiliano Dante
[email protected]
[email protected]
Abitare a L’Aquila dopo il terremoto, evento catastrofico
trasformatosi per molti in esperienza quotidiana. La storia,
lunga cinque anni, del regista e dei suoi due ex compagni di
tenda Alessio e Paolo. Il primo è uno squatter divenuto agente
immobiliare, l’altro era un proprietario di immobili e ora, senza
più nulla da affittare, si dedica alla pittura. Alessio vive con
Gemma in una frazione distrutta dal terremoto; Paolo sta per
diventare padre in una situazione di precarietà assoluta. Uno
sguardo dall’interno alla realtà alienante dei progetti C.A.S.E.,
non-luoghi privi d’identità, lontani dal tessuto urbano, storico
e culturale della città.
«Habitat è un film di relazioni nel tempo; relazioni tra persone
e tra persone e luoghi. Temi universali che a L’Aquila assumono
tratti particolari: tra le macerie, il passato è più passato, al tempo
stesso più visibile e più inservibile. E nei progetti C.A.S.E.,
prefabbricati già fatiscenti costruiti in mezzo al nulla dopo
il terremoto, il presente è più presente: senza uno ieri e senza
un domani».
**
What it means to live in L’Aquila after the earthquake, a catastrophic
event that has become a daily experience for many people.
The five-year story of the director and his two former tent
companions, Alessio and Paolo. One is a squatter now a real estate
agent; the other owned buildings but now, without anything left to
rent out, dedicates himself to painting. Alessio lives with Gemma
in a neighborhood destroyed by the earthquake; Paolo is about to
become a father in a situation of job insecurity. A look into the
alienating reality of the C.A.S.E. projects, non-places without an
identity, far from the city’s urban, historical and cultural fabric.
“Habitat is a movie about relationships over time; relationships
between people, and between people and places. Universal themes
which assume particular connotations in L’Aquila: among the rubble,
the past is further away, more visible and more useless. And the
C.A.S.E. projects, prefabricated housing that is already falling apart,
constructed in the middle of nothing, the present is more present:
it has no yesterday and it has no tomorrow.”
122
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Emiliano Dante (L’Aquila, 1974)
insegna storia dell’arte
contemporanea all’Università di
Cassino e negli ultimi anni ha diretto
il Festival del documentario
d’Abruzzo di Pescara. Si è
inizialmente formato come fotografo
ed è approdato al cinema al termine
di un percorso artistico articolato,
in cui ha toccato pittura, scrittura,
teatro e musica. Come regista ha
esordito nel 2003 con la serie di
cortometraggi The Home Sequence
Series, incentrati sui luoghi fisici e
simbolici della propria casa. Dopo
altri cortometraggi, ha realizzato il
documentario Into the Blue (2009),
presentato al Torino Film Festival,
e il lungometraggio di finzione Limen
(omission) (2012). Attivo inoltre come
fotografo, ha tenuto mostre in
Europa e America Latina.
Emiliano Dante (L’Aquila, Italy, 1974)
teaches contemporary art history at
the University of Cassino and in recent
years has directed the Festival del
documentario d’Abruzzo in Pescara.
He initially studied photography and
came to cinema after a multifarious
artistic pathway which includes
painting, writing, theatre and music.
He debuted as a director in 2003 with
the series of shorts The Home
Sequence Series, which focuses on
the physical and symbolic places of his
home. After other shorts, he made the
documentary Into the Blue (2009),
presented at the Torino Film Festival,
and the feature-length fiction movie
Limen (omission) (2012). He is also
a photographer and has held exhibits
in Europe and Latin America.
filmografia essenziale/
essential filmography
The Home Sequence Series
(serie/series, 2003-2005), Payphones
(60) (cm, 2006), Into the Blue
(doc., 2009), Limen (omission)
(doc., 2012), Habitat - Note personali
(mm, doc., 2014).
TFFDOC
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I TA L I A N A . D O C
mário gomes, marco ugolini
LUOGHI COMUNI
Italia-Germania/Italy-Germany, 2014, HD, 98’, col.
COMMON
PLACES
regia, produttori/
directors, producers
Mário Gomes,
Marco Ugolini
interprete/cast
Paolo Virno
**
contatti/contacts
Mario Gomes,
Marco Ugolini
[email protected]
www.virnothefilm.com
Paolo Virno è uno dei filosofi contemporanei più influenti,
apprezzato esponente del postfordismo. Con Toni Negri, Giorgio
Agamben, Franco Bifo Berardi, fa parte della scuola dei cosiddetti
pensatori postoperaisti, conosciuta all’estero come Italian Theory.
Oggi insegna filosofia all’Università di Roma 3, ma alla fine degli
anni Settanta venne incarcerato per circa quattro anni, in seguito
a una azione antiterrorismo che colpì il gruppo extraparlamentare
Potere Operaio, di cui Virno faceva parte.
«Durante i nostri incontri, Paolo insisteva nel marcare una
separazione tra filosofia (bios theoretikos) e passato biografico
(bios politikos), ribadendo che tra le due cose non c’è una
relazione diretta. Peccato che questo non coincidesse con la
nostra idea di un film su Virno; perciò mentre noi facevamo
domande su Potop e gli anni in carcere, lui avrebbe voluto stare
seduto dietro alla cattedra, “come è accaduto a Deleuze”.
Quello che emerge nel film sono dunque una serie di fratture,
e un racconto dal carattere “felicemente contraddittorio” dei
nostri incontri con questo filosofo».
**
Paolo Virno is one of today’s most influential philosophers, a respected
exponents of post-Fordism. Along with Toni Negri, Giorgio Agamben
and Franco Bifo Berardi, he is one of those Italian intellectuals who
are known abroad under the name Italian Theory, or post-workerist
thinkers. Today, he teaches philosophy at the Università di Roma 3,
but during the late 1970s he was arrested and imprisoned for about
four years, after an antiterrorism raid targeted the extra-parliamentary
group Potere Operaio, which Virno belonged to.
“During our encounters, Paolo insisted on underscoring a separation
between philosophy (bios theoretikos) and biographical past
(bios politikos), reaffirming that there is no direct relation between
the two. Too bad this didn’t coincide with our idea of a movie about
Virno, so while we were asking him questions about Potop and his
years in prison, he would have preferred to be sitting behind the
professor’s desk, ‘like Deleuze did.’ Thus, what emerges in the movie
are a series of fractures, and a ‘happily contradictory’ account of
our encounters with this philosopher.”
123
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Mário Gomes ha svolto un
dottorato di ricerca in letteratura
e antropologia culturale presso
le università di Bonn e Firenze.
Vive a Berlino dal 2007, dove lavora
come musicista, scrittore e regista.
Oltre a una serie di cortometraggi,
microdocumentari e videoclip, nel
2010 ha completato il suo primo
lungometraggio, il documentario
Muito Além, con il quale ha
partecipato a diversi festival
internazionali.
Marco Ugolini è un artista e graphic
designer. Ha studiato all’Isia di
Firenze e ha conseguito un master in design al Sandberg Institute
(Rietveld Academy) di Amsterdam.
Grazie a premi e borse di studio ha
partecipato a programmi di residenza
per artisti in Brasile, Germania e
Irlanda. Autore che fonde nei suoi
lavori arte e design, si dedica alla
produzione di video, opere
multimediali e site-specific.
Mário Gomes received a PhD in
literature and cultural anthropology
from the universities of Bonn and
Florence. He has been living in Berlin
since 2007, where he works as a
musician, author and director. Besides
a series of shorts, micro-documentaries
and video clips, in 2010 he completed
his first feature film, the documentary
Muito Além, which participated at
various international festivals.
Marco Ugolini is an artist and
graphic designer. He studied at ISIA
in Florence and received a master’s
degree in design from Sandberg
Institute (Rietveld Academy) in
Amsterdam. Thanks to awards
and scholarships, he has participated
in residence programs for artists in
Brazil, Germany and Ireland. His
works combine art and design, and he
dedicates himself to producing videos,
and multimedia and site-specific works.
filmografia/filmography
Mário Gomes:
Muito Além (doc., 2010).
Mário Gomes, Marco Ugolini:
Luoghi comuni (doc., 2014).
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
danilo monte
MEMORIE - IN VIAGGIO VERSO AUSCHWITZ
Italia/Italy, 2014, HD, 76’, col.
Danilo Monte (Italia) è regista,
direttore della fotografia e montatore.
Autodidatta, si interessa ad
argomenti di carattere politico
e sociale.
MEMORIES
AUSCHWITZ
BOUND
regia, fotografia,
montaggio/director,
cinematography,
film editing
Danilo Monte
musica/music
Massimo Arvat
interpreti/cast
Roberto Monte, Danilo
Monte, Salvatore Monte,
Irma Mucci, Tullio Monte,
Jessica Serioli, Gabriel
Monte, Lorena Grigoletto,
Laura D’Amore, Simona
Tilenni, famiglia/
family Marinello
produttori/producers
Laura D’Amore,
Danilo Monte
produzione/production
Don Quixote,
Polivisioni.Org
**
contatti/contacts
Laura D’Amore
[email protected]
Danilo Monte
[email protected]
www.danilomonte.com/memorie
Danilo Monte (Italy) is a director,
director of photography and film editor.
A self-taught filmmaker, he is interested
in political and social topics.
Roberto è appassionato di storia, in particolare del periodo della
Seconda guerra mondiale. La sua vita è stata segnata dalla droga,
dalla comunità e dal carcere, ma anche dai film e dalla lettura.
Per il suo trentesimo compleanno, suo fratello gli regala un
viaggio lento, in treno, verso una meta diversa dai soliti percorsi
turistici. Un viaggio verso Auschwitz, un cammino a ritroso per
ritrovare le radici del loro legame.
«Cercando di interpretare il pensiero del mio maestro Alberto
Grifi, potrei dire che il film conta come processo di relazione
umana messo in moto durante la sua realizzazione. In
quest’ottica Memorie è un film terapeutico, personale. Scaturisce
dal rapporto controverso e sofferto tra me e mio fratello e
rappresenta una possibilità che mi sono dato per ritrovare un
dialogo che manca da anni. Il linguaggio è scarno e minimale:
durante le riprese ho lavorato istintivamente, senza curare le
inquadrature, pensando solo a confrontarmi con mio fratello,
attitudine che ha preso ancora più corpo durante il montaggio,
in cui ho rifiutato ogni artificio».
**
Roberto loves history, in particular WWII. His life has been marked
by drugs, communities and prison, but also by movies and literature.
For his thirtieth birthday, his brother gives him a slow journey, by
train, to a destination that is off the beaten track. A journey to
Auschwitz, a walk back in time to rediscover the roots of their
relationship.
“In an attempt to interpret the thoughts of my maestro Alberto Grifi,
I could say that the film counts as a process of human relations that
are set in motion during its realization. In this sense, Memorie is a
therapeutic, personal movie. It springs from the controversial and
difficult relationship between my brother and me, and it represents
a possibility I gave myself to recreate a dialogue that had been
missing for years. The language is spare and minimal: during the
shooting I worked instinctively, without worrying about the shots, only
trying to confront myself with my brother, an attitude that became
even stronger during the editing, during which I refused any artifice.”
124
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
filmografia/filmography
Provini d’amore (coregia/codirector
Zucco, 2008), Heroes and Heroines
(2011), ottopunti (doc., 2014),
Memorie - In viaggio verso Auschwitz
(doc., 2014).
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
simone cangelosi
UNA NOBILE RIVOLUZIONE
Italia/Italy, 2014, HD, 83’, col.
Simone Cangelosi (Pisa, 1968),
laureato in filmologia presso
l’Università di Bologna, ha lavorato
a lungo come restauratore
cinematografico per la Cineteca
di Bologna. Nel 2007 ha portato
a termine il cortometraggio
documentario Dalla testa ai piedi,
cominciato alla fine degli anni
Novanta e realizzato con materiale
d’archivio amatoriale. Nel 2010
ha diretto con Luki Massa Felliniana,
intervista a Marcella Di Folco sulla
sua esperienza nel cinema di
Federico Fellini.
A NOBLE
REVOLUTION
regia/director
Simone Cangelosi
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Simone Cangelosi,
Roberto Nisi, Fulvia
Antonelli, Silvia Silverio
fotografia/cinematography
Debora Vrizzi
montaggio/film editing
Fabio Bianchini Pepegna
suono/sound
Mirko Fabbri
interprete/cast
Marcella Di Folco
produttori/producers
Luca Buelli, Claudio
Giapponesi
produzione/production
Pierrot e la rosa, Kiné
**
contatti/contacts
The Open Reel
Cosimo Santoro
[email protected]
www.theopenreel.com
La vita di Marcella Di Folco, presidente del Movimento identità
transessuale, attivista e attore per Fellini. Il periodo a Roma,
quand’era ancora Marcello, e poi Bologna, con il cambio di sesso.
Una vita di impegno civile e pubblico, in una città specchio della
storia italiana.
«Ho incontrato Marcella nel 1998. In quel momento era una
persona per me distante: esponente politico di Bologna, e
presidente del Mit. Non avrei mai immaginato che sarebbe
diventata una mia amica. Chi fosse Marcella ho cominciato
a capirlo standole a fianco nella sua vulcanica vita di attivista,
in viaggio per l’Italia, durante i pride, le interviste, le campagne
elettorali, i comitati cui prendeva parte con generosità
ineguagliabile. Quella frequentazione mi ha permesso di
ascoltare i racconti della sua vita e di scoprire la vulnerabilità
dietro la forza d’animo, la complessità, il magnetismo e il
coraggio. Quello che però ho avuto chiaro sin dal nostro primo
incontro era che avevo di fronte un personaggio storico. Ecco
perché ho voluto, il giorno dopo la sua morte, fare questo film».
**
The life of Marcella Di Folco, president of the Transsexual Identity
Movement, activist and actor for Fellini. The period in Rome,
when she was still Marcello, then Bologna and the sex change.
A life dedicated to the fight for civil rights and her public role in
a city that becomes a mirror of Italian history.
“I met Marcella in 1998. She was a remote person at the time:
a political figure in Bologna, president of Transsexual Identity
Movement. I never would have imagined that we would become
friends. I started to understand who Marcella was as I stood by
her side in her dynamic life as an activist; we traveled across Italy,
went to Pride Parades, to interviews and political campaigns, and
participated to the committees she was involved in with such
unparalleled generosity. Through those experiences, I listened to
her life stories and discovered her vulnerability hidden behind her
explosive strength, her complexity, charisma, and courage. From
the very first time we met, I knew that she was a historical figure.
That’s why, the day after she died, I decided to make this movie.”
125
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Simone Cangelosi (Pisa, Italy, 1968),
after majoring in film studies at the
University of Bologna, worked for years
restoring films for the Cineteca di
Bologna. In 2007, he completed Dalla
testa ai piedi, the short documentary
he started working on in the late 1990s
using amateur stock footage. In 2010,
he and Luki Massa made Felliniana:
an interview with Marcella Di Folco on
her experience in Federico Fellini’s films.
filmografia/filmography
Dalla testa ai piedi (cm, doc., 2007),
Felliniana (coregia/codirector Luki
Massa, doc., 2010), Una nobile
rivoluzione (doc., 2014).
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
anna recalde miranda
PODER E IMPOTENCIA,
UN DRAMA EN 3 ACTOS
Paraguay-Francia-Italia/Paraguay-France-Italy, 2014, HD, 100’, col.
Anna Recalde Miranda (Italia)
è una filmmaker italoparaguaiana.
Si è laureata in sociologia dei
media all’Università di Bologna e ha
diretto e prodotto diversi reportage
e documentari. Il suo documentario
Lonco/Chupasesos, Histories of
Imagineries ha ottenuto, tra gli altri
riconoscimenti, il premio della critica
al Genova Film Festival nel 2006,
mentre La tierra sin mal
nel 2008 ha vinto la quarta edizione
della Festa del documentario Hai
Visto Mai.
POWER AND
IMPOTENCE,
A DRAMA IN 3
ACTS
regia, produttore/
director, producer
Anna Recalde Miranda
fotografia/cinematography
Nicola Grignani, Anna
Recalde Miranda
montaggio/film editing
Anna Recalde Miranda,
Andrea Gandolfo,
Glenn Felix
suono/sound
German Acevedo
produzione/production
Blackmoon Productions,
La compagnie des Phares
et Balises
**
contatti/contacts
Anna Recalde Miranda
[email protected]
Fernando Lugo, ex vescovo della Teologia della liberazione, nel
2008 vince le elezioni in Paraguay. Dopo sessantuno anni di
partito unico, trentacinque dei quali sotto la dittatura fascista
di Alfredo Stroessner, la sua vittoria rappresenta il sogno di un
vero, grande cambiamento. Ma la politica non è fatta per i santi,
e il sogno diventa un incubo.
«Poder e impotencia, un drama en 3 actos è un dramma
shakesperiano sul potere. È la storia di tre uomini che accedono
alle più alte cariche politiche per cambiare il sistema dall’interno.
Ambientato in un Paraguay surreale, questo thriller politico segue
le avventure dei nostri eroi da un inusuale punto di vista dietro
le quinte, tra speranze e delusioni e in un arco di tempo che va
dall’inizio del “governo del cambiamento” al colpo di Stato del
giugno 2012. Un periodo storico unico, documentato in un film
intimo e universale sul senso e sui limiti della politica e della
democrazia».
**
Fernando Lugo, a former bishop of Liberation Theology, wins the
elections in Paraguay in 2008. After sixty-one years of a single party,
thirty-five of which under the fascist dictatorship of Alfredo Stroessner,
his victory represents the dream for true, wide-ranging change. But
politics isn’t made for saints, and the dream turns into a nightmare.
“Poder e impotencia, un drama en 3 actos is a Shakespearian
drama about power. It is the story of three men who achieve the
highest political offices to change the system from the inside. Set in
a surreal Paraguay, this political thriller follows the adventures of our
heroes from an unusual point of view, behind the scenes, with hope
and disappointment, and over a stretch of time that goes from the
beginning of the ‘government of change’ to the coup in June 2012.
A unique historical period, documented in an intimate and universal
film about the meaning and the limits of politics and democracy.”
126
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Anna Recalde Miranda (Italy) is an
Italian-Paraguayan filmmaker. She
graduated in media sociology from the
University of Bologna and has directed
and produced various news reports and
documentaries. Her documentary
Lonco/Chupasesos, Histories of
Imagineries won numerous prizes,
including the critics’ award at the 2006
Genova Film Festival, while La tierra
sin mal won the fourth edition of the
documentary festival Hai Visto Mai
in 2008.
filmografia/filmography
Il en fallait du courage à l’epoque
(cm, doc., 2003), Lonco/Chupasesos,
Histories of Imagineries (mm, doc.,
2005), The Invisible Grand Machine
(cm), Historias de Guatemala
(coregia/codirector Nicola Grignani,
mm, doc., 2009), La tierra sin mal
(doc., 2008), Poder e impotencia,
un drama en 3 actos (doc., 2014).
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
alessandro abba legnazzi
RADA
PREMIO CIPPUTI
Italia/Italy, 2014, HD, 70’, bn/bw
ROADSTEAD
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Alessandro Abba Legnazzi
fotografia/cinematography
Matteo Tortone
montaggio/film editing
Enrico Giovannone
suono/sound
Alessandro Baltera
interpreti/cast
Renzo Cavatorta, Giorgio
Sartorello, Paolo Mondello,
Giacomo Gaggero,
Alessandro Bagioli, Primo
Conoscenti, Silvia Lorenzo,
Eleonora Debenedetti
produttori/producers
Enrico Giovannone,
Fabio Ferrero,
Alessandro Abba Legnazzi
produzione/production
Officina Koinè,
Babydoc Film
**
contatti/contacts
BabyDoc Film
Tel: +39 011 817 91 92
[email protected]
www.babydocfilm.it
A strapiombo sul mare, affacciato sulla baia Paradiso di Camogli,
svetta l’imponente palazzo che ospita la casa di riposo G.
Bettolo, storica istituzione della marina mercantile italiana,
ora in possesso dell’Inps. Qui abitano diciotto marinai
in pensione, un equipaggio forzatamente a terra che, sotto
la guida di una troupe, naviga nelle acque sconosciute della
lavorazione di un film.
«L’idea del progetto nasce dal contrasto tra la figura mitica del
marinaio con berretto e maglia a righe e la sua versione inedita
e malinconica relegata in una casa di riposo. La terra, per chi
vive il mare, è sinonimo di ciò che è inerte e a riposo. E poi c’è
la “rada”, il momento di mezzo, quando la nave sosta all’ancora
e aspetta il via libera per entrare in porto. In questa fase di stallo
la ciurma ammazza il tempo tra lavori di manutenzione, pause
di indolenza e racconti di peripezie, nostalgie, affanni e desideri.
Così ho proposto ai marinai un’attività che occupi il loro tempo:
costruire un film insieme, immaginando che la casa di riposo sia
una nave in rada».
**
Perched above the sea, overlooking Paradiso bay in Camogli, is the
imposing building that houses the G. Bettolo rest home, a historical
institution of the Italian Navy, now owned by INPS. This is where
eighteen retired sailors live, a crew forced to live on dry land and
which, under the guidance of a film crew, navigates the unknown
waters of making a film.
“The idea for the project came about through the contrast between
the legendary figure of the sailor with the beret and striped T-shirt,
and the unusual and melancholy version relegated to a rest home.
To somebody who lives on the sea, dry land is synonymous with inert
things at rest. And then there is the ‘roadstead,’ the middle moment,
when the ship drops anchor and awaits permission to enter the port.
In this moment of standstill, the crew kills time by doing
maintenance, dawdling and talking about hard knocks, nostalgia,
stress and wishes. So I proposed an activity to the sailors to fill their
time: we make a movie together, pretending the rest home is a ship
in a roadstead.”
127
SOMMARIO
TFFDOC
-
I TA L I A N A . D O C
Alessandro Abba Legnazzi (Brescia,
1980), dopo la laurea in lettere
moderne all’Università statale di
Milano, ha iniziato a lavorare nelle
scuole elementari e nei centri di
aggregazione giovanili, coordinando
laboratori di cinema e producendo
cortometraggi. Nel 2012 ha realizzato
il suo primo documentario, Io ci sono,
raccogliendo racconti di alunni e
maestre di una scuola elementare
di Brescia. Il film è stato presentato
al festival milanese Filmmaker e al
Cracovia Film Market. Dal 2013
sta lavorando alla produzione del
documentario Storie di uomini e lupi,
progetto che condivide con Andrea
Deaglio.
Alessandro Abba Legnazzi (Brescia,
Italy, 1980), after graduating in
modern literature from the Università
statale of Milan, began working at
elementary schools and youth centers,
coordinating film laboratories and
producing shorts. In 2012, he made
his first documentary, Io ci sono,
gathering the stories of students and
teachers at an elementary school in
Brescia. The movie was presented at
Milan’s Filmmaker Festival and at the
Krakow Film Market. Since 2013, he
and Andrea Deaglio have been working
on the production of the documentary
Storie di uomini e lupi.
filmografia/filmography
Io ci sono (doc., 2012), Rada
(doc., 2014).
TFFDOC
-
DEMOCRAZIA
TFFdoc/democrazia
DI/BY DAVIDE OBERTO
128
SOMMARIO
Neue Welt? (Danièle Huillet in Peccato Nero)
Neue Welt? (Danièle Huillet in Peccato Nero)
A partire dall’anno passato abbiamo deciso
di creare, all’interno di TFFdoc, uno spazio di
riflessione che si articolasse attorno a un tema
centrale. Per questa edizione, sollecitati sia dalla
cronaca di un mondo sempre più in difficoltà,
sia da alcuni film che ci hanno stimolato,
abbiamo deciso di provare a ragionare di
democrazia.
Lo faremo, come d’abitudine, usando i film e
il loro linguaggio, sperando che dalle immagini
sorgano discussioni e questioni che aiutino a
pensare e immaginare un mondo nuovo, di cui,
forse, c’è necessità, come suggerisce la citazione
dal film di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.
Ogni film che proporremo toccherà alcuni temi
imprescindibili rispetto a un’idea di democrazia
in continuo divenire.
Se il film di Romuald Karmakar, Angriff auf
die Demokratie - Eine Intervention, ci porta
direttamente nel cuore di un’Europa in cui la
democrazia sembra aver lasciato il posto al
mercato come unico regolatore di una crisi
infinita, Iranien di Mehran Tamadon porta in
Iran il problema di come si possa, o debba,
costruire lo spazio pubblico e di chi abbia il
diritto di stabilire le regole dell’agire comune,
lasciando sullo sfondo la stessa Europa che ha
dimenticato proprio i suoi concetti fondanti.
La discussione, forse infruttuosa, tra i mullah
e il regista di Iranien, la troviamo messa in
pratica in uno scuola libera del New Jersey,
dove ogni giorno i maestri si confrontano
alla pari con i bambini e le bambine alla ricerca
di un concreto spazio di condivisione delle
regole, come racconta Approaching the Elephant.
E mentre in Qui, nella Val di Susa del film di
Daniele Gaglianone, un gruppo di cittadini
scopre che la democrazia non è mai scontata
e bisogna ogni giorno cercare nuove strategie
per difenderla e ritrovarla, nella Russia di Putin,
quattro suoi oppositori cercano di costruirsi
come alternativa al suo potere, mettendo in
campo strategie di comunicazione e
rappresentazione molto vicine a quanto
succede più a ovest di Mosca, come ci
racconta The Term.
Ogni film apre una finestra su qualcosa che
ci concerne tutti e tutte e per ciascun film
saremo aiutati da intellettuali, pensatori, registi
a disegnare i paesaggi su cui quelle finestre
ci lasciano guardare.
Last year, we decided to create a space of
reflection within TFFdoc that revolves around
a central theme. This year, motivated in part
by a world in increasing difficulty, and by a
number of movies that stimulated us, we decided
to reflect on democracy.
As always, we will do so by using the films and
their language, in hope that the images will
become catalysts for discussions and questions
that will help us think about and imagine a new
world which, as the quote from Jean-Marie Straub
and Danièle Huillet’s film suggests, we might just
need. Each movie we propose will touch a few
essential topics regarding an idea of democracy
in a state of constant flux.
The film by Romuald Karmakar, Angriff auf die
Demokratie - Eine Intervention, takes us directly
into the heart of a Europe in which democracy
seems to have surrendered to the market as the
sole regulator of an endless crisis; in Iranien by
Mehran Tamadon, Iran becomes the setting for a
debate on how we can, or must, construct public
space and who has the right to set the rules of
collective behavior; in the background, that very
same Europe which has forgotten its founding
concepts. The – perhaps fruitless – debate
between the mullahs and the director of Iranien
is into practice in a New Jersey free school where,
every day, the teachers interact with the boys
and girls as equals in search of a concrete
space for the sharing of rules, as recounted in
Approaching the Elephant.
In Qui by Daniele Gaglianone, a group of citizens
in Susa Valley discovers that democracy is never to
be taken for granted and that new strategies must
be sought every day to defend it and find it once
again; in Putin’s Russia, four of his opponents
declare themselves alternatives to his power,using
strategies of communication and representation
that are very similar to what is happening further
west of Moscow, as recounted in The Term.
Each movie opens a window onto something
that concerns all of us, and each film will call
in intellectuals, thinkers and directors to illustrate
the landscapes we can see through those windows.
TFFDOC
-
DEMOCRAZIA
TFFDOC
-
DEMOCRAZIA
romuald karmakar
ANGRIFF AUF DIE DEMOKRATIE - EINE INTERVENTION
Germania/Germany, 2012, HD, 102’, col.
DEMOCRACY
UNDER
ATTACK - AN
INTERVENTION
regia, montaggio,
produttore/director,
film editing, producer
Romuald Karmakar
suono/sound
Rolf Bernhardt,
Andreas Durchgraf,
Matthias Lempert
interpreti/cast
Franziska Augstein,
Friedrich von Borries,
Carolin Emcke, Julia Encke,
Romuald Karmakar, Nils
Minkmar, Ingo Schulze,
Joseph Vogl, Harald Welzer,
Roger Willemsen
produzione/production
Pantera Film GmbH
coproduttore/coproducer
Harald Welzer
coproduzione/coproduction
ZDF/3sat, Futurzwei,
Stiftung Zukunftsfähigkeit, Haus der Kulturen der Welt
**
contatti/contacts
Pantera Film
Tel: +49 30 688 101 41
[email protected]
L’8 dicembre 2011 si è tenuta a Berlino, presso la Haus der
Kulturen der Welt, la conferenza «Democracy Under Attack - An
Intervention», alla quale hanno partecipato dieci intellettuali
tedeschi per discutere di democrazia in Europa negli anni della
crisi finanziaria. Sotto accusa la politica antidemocratica degli
stati dell’UE, che con la scusa di un mercato sempre più instabile
hanno intrapreso misure presentate come necessarie ma capaci
di limitare i diritti dei cittadini. Persino la legittimità degli stessi
governi appare sempre più in pericolo, come dimostra
l’istituzione della cosiddetta Troika. Dieci interventi per
affrontare uno dei periodi più bui della recente storia europea.
«I mercati ci vengono presentati come lo spirito santo:
onnipresenti e onniscienti. Sfortunatamente, però, a volte lo
spirito santo è di pessimo umore. E non ha nemmeno un
numero telefonico a cui poterlo chiamare. Per questo motivo
ci viene detto: non c’è nessuna alternativa alle politiche di oggi».
(Franziska Augstein)
**
On December 8 , 2011 at the Haus der Kulturen der Welt in Berlin,
the conference “Democracy Under Attack - An Intervention” is held.
Ten German intellectuals participate in a discussion of democracy
in Europe during the years of the ongoing financial crisis. The EU
member states are accused of initiating anti-democratic policies to
deal with an increasingly unstable economy; these measures,
although presented as necessary, could potentially limit citizens’
rights. Even the legitimacy of the governments themselves seems
increasingly in danger, as witnessed by the creation of the so-called
Troika. Ten speeches to take on one of the darkest periods in recent
European history.
TH
“The markets are presented to us as if they were the Holy Ghost:
omnipresent, omniscient. Unfortunately the Holy Ghost is sometimes
in a bad mood. And He doesn’t have a telephone number either.
That’s why we are told: there is ‘no alternative’ to present policies.”
(Franziska Augstein)
129
SOMMARIO
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
Romuald Karmakar (Wiesbaden,
Germania, 1965) nella sua ormai
trentennale carriera ha ottenuto
numerosi riconoscimenti: la Coppa
Volpi a Venezia e il German National
Film Award per il lungometraggio
Der Totmacher, il Pardo d’argento
a Locarno per Manila, retrospettive al
Centre Pompidou, al Cinéma du réel e
al Bafici. Membro della Akademie der
Künste di Berlino dal 2009, è stato
omaggiato lo stesso anno dal MoMA
con una proiezione del documentario
Das Himmler Projekt (2000) e, nel
2013, ha partecipato al padiglione
tedesco della Biennale di Venezia.
Ha da poco terminato una residenza
di artista presso il Radcliffe Institute
for Advanced Study della Harvard
University.
Romuald Karmakar (Wiesbaden,
Germany, 1965), over the course
of his thirty-year career, has received
numerous awards, such as the Coppa
Volpi in Venice and the German
National Film Award for his
feature-length Der Totmacher, and the
Silver Leopard in Locarno for Manila.
He has also received retrospectives at
Centre Pompidou, Cinéma du réel
and at the BAFICI. A member of the
Akademie der Künste in Berlin since
2009, that same year MoMA honored
him with a screening of his
documentary Das Himmler Projekt
(2000) and in 2013 he participated
at the German pavilion at the Venice
Biennale. He has recently completed
an artist’s residency at Harvard
University’s Radcliffe Institute for
Advanced Study.
filmografia essenziale/
essential filmography
Eine Freundschaft in Deutschland
(1985), Gallodrome (cm, doc., 1988),
Hunde aus Samt und Stahl (doc.,
1989), Warheads (doc., 1993), Inflight
(doc., 1994), Der Tyran von Turin (cm,
doc., 1994), Der Totmacher (1995),
Das Himmler Projekt (doc., 2000),
Manila (2000), 196 bpm (doc.,
2003), Land der Vernichtung (doc.,
2004), Die Nacht singt irhe Lieder
(2004), Between the Devil and the
Wide Blue Sea (doc., 2004),
Hamburger Lektionen (doc., 2006),
Villalobos (doc., 2009), Die Herde des
Herrn (doc., 2011).
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
amanda rose wilder
APPROACHING THE ELEPHANT
Usa, 2014, HD, 89’, bn/bw
APPROACHING
THE ELEPHANT
regia, fotografia,
suono/director,
cinematography, sound
Amanda Rose Wilder
montaggio/film editing
Robert Greene
interpreti/cast
Jiovanni, Lucy, Ethan, Olivia,
Jalen, Sarah, Adam, Jake,
Nicco, Chaz, Christian,
Nicholas, Ciaran, Abigail,
Alexander Khost, Elizabeth
McCarthy, Dana Bennis, Pat
Gamsby, Mason Shepherd,
Dennis Charles
produttori/producers
Jay Craven, Robert Greene,
Amanda Rose Wilder
coproduttore/coproducer
Caitlin MaeBurke
**
contatti/contacts
Amanda Rose Wilder
[email protected]
www.approachingtheelephant.com
Per Lucy, Jiovanni e il preside Alexander non è solamente il primo
giorno di scuola, ma l’inizio di un’avventura formativa diversa:
quella di una nuova scuola libera inaugurata a Little Falls, New
Jersey. A differenza del sistema educativo tradizionale, qui le
lezioni sono volontarie e le regole decise attraverso votazioni
democratiche. Tutti possono dire la loro alla scuola Teddy
McArdle: i giovani allievi possono sviluppare appieno le loro
personalità, il confine che separa regole da violazioni può
essere liberamente indagato, la scuola diventare un territorio
fisico ed etico autonomo.
«Fin dal primo giorno ho capito che la scuola libera Teddy
McArdle sarebbe stato un soggetto incredibile da documentare,
perfettamente in linea con il tipo di cinema diretto che ho
imparato ad amare. Davanti alla camera c’erano una storia che
fioriva e un affascinante gruppo di persone, la maggior parte
delle quali bambini. Ho girato durante due anni scolastici: nel
film c’è tutto il primo anno, dal primo giorno all’ultimo. In totale
ho accumulato qualcosa come duecentoquaranta ore di girato».
**
To Lucy, Jiovanni and Principal Alexander, today is not only the first
day of school, it’s also the beginning of a different kind of adventure
in education: a new free school has been inaugurated at Little Falls,
New Jersey. As opposed to the traditional school system, here lessons
are voluntary and the rules are decided by democratic vote. Everyone
can give their opinion at the Teddy McArdle School: the young
students can fully develop their personality, the dividing line between
rules and violations can be freely investigated, and the school can
become a physically and ethically autonomous territory.
“From the first day at Teddy McArdle Free School I could tell it would
be an incredible thing to document and would fit nicely with the kind
of direct cinema filmmaking I’d grown to love. There was a story
unfolding before the camera, and a fascinating group of people,
most of whom were children. I shot for two school years. The film
comprises the first year, from the first day to the last day. I amassed
about two hundred and forty hours total.”
130
SOMMARIO
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
Amanda Rose Wilder (Usa) è stata
una poetessa, per poi scoprire tra
le colline del Vermont l’interesse
per il cinema. Tale passione l’ha
condotta a scrivere una tesi di laurea
intitolata The Poetic Documentary
and the Documentary Poem, nel
corso della quale ha realizzato
documentari poetici e studiato
autori come Marianne Moore,
William Carlos Williams,
Gary Snyder e Jorie Graham,
analizzando il modo in cui si
rapportano con l’impulso
documentario della poesia.
Approaching the Elephant
è il suo primo lungometraggio.
Amanda Rose Wilder (USA) spent
years writing poems, then in the hills
of Vermont fell into filmmaking, which
led to a B.A. thesis The Poetic
Documentary and the Documentary
Poem, for which she created poetic
documentaries and studied the works
of poets Marianne Moore, William
Carlos Williams, Gary Snyder and
Jorie Graham as they relate to the
documentary impulse found in poetry.
Approaching the Elephant is her first
feature.
filmografia/filmography
Approaching the Elephant
(doc., 2014).
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
meheran tamadon
IRANIEN
Francia-Svizzera/France-Switzerland, 2014, HD, 105’, col.
IRANIAN
regia, interprete/
director, cast
Meheran Tamadon
fotografia/cinematography
Mohammad Reza
Jahanpanah
montaggio/film editing
Meheran Tamadon,
Marie-Hélène Dozo, Luc
Forveille, Olivier Zuchuat
suono/sound
Ali-Reza Karimnejad,
Myriam René
produttori/producers
Raphaël Pillosio, Elena Tatti
coproduzione/coproduction
L’Atelier Documentaire,
Box Productions
**
contatti/contacts
Doc & Film International
Tel: +33 014 277 56 87
[email protected]
www.docandfilm.com
Meheran Tamadon, regista iraniano ateo cresciuto in Europa,
decide, un po’ per scommessa, un po’ per creare una forma
di dialogo, di passare un week-end con quattro mullah.
La reclusione volontaria in una villa di campagna porterà i cinque
a discutere, ora in maniera accesa, ora più rilassata e scherzosa,
di temi all’ordine del giorno quali l’Islam, la democrazia, il ruolo
della donna e la libertà di pensiero, dando vita a un dibattito
altrimenti impossibile.
«Per me il cinema non è un’arma. Non uso le immagini come
mezzo per dimostrare il mio pensiero o ottenere un risultato.
Non è uno strumento di propaganda, ma serve per creare uno
spazio, per rendere possibile la comprensione reciproca e
consentire il dialogo. Uno spazio che obbliga coloro che si odiano
ad ascoltarsi, in modo che un giorno riescano a tollerarsi
reciprocamente. In questo senso il documentario non vuole
mostrare la società così com’è. Porta con sé una speranza. È uno
spazio che crea situazioni altrimenti impossibili oggi in Iran».
**
Meheran Tamadon, an atheist Iranian director who grew up in
Europe, decides – partly as a bet, partly to create a form of dialogue
– to spend a weekend with four mullahs. This voluntary exile
in a country villa leads the five to discuss – sometimes heatedly,
sometimes in a more relaxed and joking manner – current topics such
as Islam, democracy, the role of women, and freedom of thought,
sparking a debate that would otherwise be impossible.
“My filmmaking is not a weapon of war. I do not use images as a
means to demonstrate my own thinking or to settle scores. I do not
use it as an instrument of propaganda, but to create a space that
should enable mutual understanding and make dialogue possible.
A space that obliges people who hate each other to see and listen to
each other, so that one day they may be capable of mutual tolerance.
In this sense, this documentary does not show society as it is.
It contains a promise within itself. It is a space that creates situations
that do not exist in Iran today.”
131
SOMMARIO
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
Meheran Tamadon (Iran, 1972) ha
vissuto a lungo in Francia, dove si
era trasferito nel 1984 all’età di dodici
anni, prima di fare ritorno in Iran nel
2000 per esercitare la professione
di architetto. A partire dal 2002 si è
dedicato alla regia cinematografica,
debuttando due anni dopo con il
cortometraggio documentario
Behesht Zahra. Nel 2009 ha diretto
il suo primo lungometraggio, Bassidji,
nel quale ha raccontato l’incontro
con le milizie fondamentaliste
iraniane: il film ha esordito al Festival
di Toronto e in seguito ha partecipato
a diverse manifestazioni
internazionali. Ha inoltre
pubblicato i saggi Moments
of Agony e Friendship.
Meheran Tamadon (Iran, 1972) lived
for many years in France, where he
moved in 1984 at the age of twelve,
before returning to Iran in 2000 to
work as an architect. Starting in 2002,
he dedicated himself to directing films,
debuting two years later with the short
documentary Behesht Zahra. In 2009,
he directed his first feature film,
Bassidji, which recounts his meeting
with the Iranian fundamentalist militia.
The movie debuted at the Toronto Film
Festival and later participated at
various international festivals. He has
also published the essays Moments
of Agony and Friendship.
filmografia/filmography
Behesht Zahra (cm, doc., 2004),
Bassidji (doc., 2009), Iranien (doc.,
2014).
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
daniele gaglianone
QUI
Italia/Italy, 2014, HD, 124’, col.
HERE
regia/director
Daniele Gaglianone
soggetto/story
Daniele Gaglianone,
Giorgio Cattaneo
montaggio/film editing
Enrico Giovannone
suono/sound
Vito Martinelli
interpreti/cast
Gabriella Tittonel, Aurelio
Loprevite, Nilo Durbiano,
Cinzia Dellepezze,
Alessandro Lupi, Guido
Fissore, Marisa Meyer,
Luca Perino, Paola Jacob,
Francesco Perino
produttori/producers
Gianluca Arcopinto,
Domenico Procacci
produzione/production
Axelotil Film, Fandango,
Babydoc
distribuzione/distribution
Axelotil Film
**
contatti/contacts
Pablo c/o Axelotil Film
Tel: +39 06 454 96 945
[email protected]
Chi sono i valsusini che da venticinque anni si oppongono al
progetto Tav Torino-Lione? Il film s’interroga sulla loro identità
e sul pensiero che guida la loro tenace ribellione. Attraverso
dieci ritratti fatti di parole e silenzi, si racconta la stessa amara
scoperta: il tradimento della politica nazionale, accusata di aver
abbandonato i cittadini al loro destino, lasciandoli soli a vedersela
con la polizia antisommossa.
«“Qui” è una parola pronunciata spesso durante i racconti
presenti nel documentario. Indica che qui e ora, in questo posto
e in questo preciso momento, sta accadendo qualcosa. Indica
un luogo in cui si vive e si subisce qualcosa sentito come
un’ingiustizia, ma indica anche una possibilità di vivere qualcosa
di unico e irripetibile. Siamo qui e non altrove. Siamo in Val di
Susa e non in un altro posto. Eppure, anche se tutto rimanda a
fatti e ambienti molto concreti, i racconti svelano, dietro l’urgenza
dell’accadimento e dell’attualità, una dimensione che trascende le
stesse cause scatenanti del conflitto. E allora “qui” non è altrove:
è ovunque».
**
Who are the people from the Susa Valley fighting against the highspeed rail project between Turin and Lyon? The film investigates their
identity and the ideas guiding their rebellion. Ten portraits made
of words and silence, revealing the same discovery: the betrayal
of national politics, accused of abandoning its citizens to their fate,
leaving them alone to deal with the anti-riot police.
“Qui (‘here’) is a word often heard in the tales presented in this
documentary. It means that something is happening here and now,
in this place and in this specific moment in time. It indicates a place
where people live with and suffer from something they perceive as an
injustice; but it also indicates the chance of experiencing something
unique. We are here, and not elsewhere. We are in the Susa Valley,
not in some other place. Everything is connected to concrete events
and environments, and yet their stories, moved by sense of the
urgency associated to those current events, reveal a dimension that
transcends the causes that triggered the conflict. Therefore ‘here’
isn’t elsewhere: it’s everywhere.”
132
SOMMARIO
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
Daniele Gaglianone (Ancona, 1966)
nel 1991 ha iniziato a collaborare con
l’Archivio nazionale cinematografico
della Resistenza. Ha girato
cortometraggi di fiction e
documentari, tra cui La ferita (1991),
premiato al festival Cinema Giovani
di Torino. Nel 2000 ha esordito nel
lungometraggio con I nostri anni,
selezionato alla Quinzaine di Cannes
e nel 2004 Nemmeno il destino ha
vinto il Tiger Award a Rotterdam.
Con Rata neće biti (la guerra non
ci sarà) ha vinto il premio speciale
della giuria al Torino Film Festival
e il David di Donatello come miglior
documentario. Nel 2013 ha
presentato La mia classe alle Giornate
degli autori della Mostra di Venezia.
Daniele Gaglianone (Ancona, Italy,
1966) began collaborating with ANCR,
the National Film Archives of the
Resistance, in 1991. He has shot fiction
shorts and documentaries, including La ferita (1991), which won a prize
at the festival Cinema Giovani of Turin.
In 2000 he debuted in feature films
with Our Years, which was selected
for the Quinzaine at the Cannes Film
Festival. In 2004, Nemmeno il destino
won the Tiger Award at the Rotterdam
Film Festival. His documentary Rata
neće biti (la guerra non ci sarà) won
the special jury award at the Torino
Film Festival and the David di
Donatello Award for best documentary.
In 2013, he presented My Class at the
Venice Days at the Venice Film Festival.
filmografia essenziale/
essential filmography
Nella solitudine del sangue (cm,
1990), La ferita (cm, 1991), Era meglio
morire da piccoli (cm, 1992), Sparare
a vista sul sovversivo Agosti (cm, doc.,
1993), L’orecchio ferito del piccolo
comandante (cm, 1994), La carne sulle
ossa (cm, 1996), I nostri anni (2000),
Le domeniche del Signor Mantaut
(doc., 2003), Nemmeno il destino
(2004), Alle soglie della sera (doc.,
2005), Rata neće biti (la guerra non
ci sarà) (doc., 2008), Pietro (2009),
Ruggine (2011), La mia classe (2013),
Qui (doc., 2014).
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
aleksei pivovarov, pavel kostomarov, aleksandr rastorguev
SROK
Russia-Estonia, 2014, DigiBeta, 83’, col.
Aleksei Pivovarov (Mosca, Russia,
1975), giornalista televisivo, regista e
produttore di documentari, nel 2008
è diventato responsabile editoriale
e conduttore dell’emittente Ntv.
THE TERM
regia/directors
Aleksei Pivovarov,
Pavel Kostomarov,
Aleksandr Rastorguev
fotografia/cinematography
Pavel Kostomarov
produttori/producers
Aleksei Pivovarov,
Aleksandr Rastorguev,
Pavel Kostomarov,
Sarkis Orbelyan
produzione/production
Aviator Production,
Marx Film
**
contatti/contacts
Marx Film
Max Tuula
Tel: + 372 530 40 483
(Estonia)
+ 7 926 175 25 72 (Russia)
+ 1 617 480 77 13 (Usa)
[email protected]
www.marxfilm.com Pavel Kostomarov (Mosca, Russia,
1975), biologo, si è laureato in cinema
alla Vgik. Come direttore della
fotografia ha lavorato con Aleksei
Uchitel, Aleksei Popogrebsky e Boris
Khlebnikov.
Aleksei Naval’ny, avvocato e blogger; Ksenia Sobchak, volto noto
della televisione russa, e il suo fidanzato, il liberale Ilya Yashin;
l’esponente della sinistra radicale Sergei Udaltsov. Sono questi gli
oppositori al governo Putin che impariamo a conoscere, al di là
delle brevi notizie di quotidiani e telegiornali, alla ricerca
dell’elemento umano, veritiero e complesso della Russia oggi.
«Non volevamo mostrare solamente il lato esteriore della
protesta in Russia o i suoi leader su un palco (anche se
raramente si vedono alla tv nazionale). Volevamo anche far
vedere chi sono nella vita reale e coglierli sotto una luce diversa.
Li abbiamo filmati quando non c’erano altre videocamere. Non
si tratta di un video di presentazione ufficiale; abbiamo cercato il
lato umano di queste persone, il più intimo, seguendole ovunque,
persino dietro le sbarre della stazione di polizia. Non volevamo
riprendere mezzibusti con una voice over monotona, ma mostrare
i personaggi dall’interno. Nelle nostre storie troverete ambizioni
e delusioni, alti e bassi, amore e distacchi, come quelli che vivono
tutti, anche coloro che detengono il potere».
**
Aleksei Naval’ny, a lawyer and a blogger; Ksenia Sobchak, a
well-known face on Russian TV, and her boyfriend, the liberal Ilya
Yashin; the left radical politician Sergei Udaltsov. These are the
opponents of the Putin government who we are going to get to
know, beyond the brief items in newspapers and on news programs,
in search of the human, true and complex element of today’s Russia.
“We didn’t only intend to show the exterior side of the Russian protest
and its leaders on the stage (although you can hardly see it on Russian
television), but also showed who they are in real life and captured them
in a different light. We were filming them where there was no other
camera. It’s not an official newsreel – we were looking for these
people’s human, intimate side, following them everywhere – even
behind the bars of the police station. We didn’t want to shoot talking
heads with a monotonous voiceover, we wanted to show the characters
from the inside. In our stories you will see ambitions and
disappointments, ups and downs, love and separation that
happen to everyone, including people in power.”
133
SOMMARIO
TFFDOC
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DEMOCRAZIA
Aleksandr Rastorguev (Rostov-on-Don,
Russia, 1971) si è laureato in belle arti
a San Pietroburgo. Ha lavorato al
canale pubblico regionale Don TV, da
cui è stato licenziato dopo aver diretto
Clean Thursday. Nel 2001 ha fondato
la Kino Studio.
Aleksei Pivovarov (Moscow, Russia,
1975), a TV journalist, filmmaker and
producer, in 2008 became a managing
editor and a news anchor at NTV.
Pavel Kostomarov (Moscow, Russia,
1975), biologist, graduated from VGIK.
As a DoP, Kostomarov worked with
Aleksei Uchitel, Aleksei Popogrebskij,
and Boris Khlebnikov.
Aleksandr Rastorguev (Rostov-on-Don,
Russia, 1971) graduated in art in St.
Petersburg and worked on the stateowned regional channel Don TV, but
was fired for directing Clean Thursday.
In 2001 he founded Kino Studio.
filmografia essenziale/
essential filmography
Aleksei Pivovarov:
Moscow. Fall of 1941 (tv, 2010), The
Captive Heroes of Brest (tv, 2010), June
22, 1941: Fateful Decisions (tv, 2011).
Pavel Kostomarov:
Mirnaya zhizn (Life in Peace, cm, doc.,
2004), La mère (cm, doc., 2007),
Vdvoyom (Together, doc., 2009).
Aleksandr Rastorguev:
Chistyy chetverg (Clean Thursday,
doc., 2003).
Pavel Kostomarov,
Aleksandr Rastorguev:
Ya tebya lyublyu (I Love You, doc.,
2012), Ya tebya ne lyublyu (I Don’t
Love You, doc., 2012).
TFFDOC
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FUORI CONCORSO
ossama mohammed, wiam simav bedirxan
EAU ARGENTÉE, SYRIE AUTOPORTRAIT
Francia-Siria/France-Syria, 2014, HD, 92’, col.
SILVERED
WATER, SYRIA
SELF-PORTRAIT
regia, sceneggiatura/
directors, screenplay
Ossama Mohammed, Wiam
Simav Bedirxan
fotografia/cinematography
Wiam Simav Bedirxan,
migliaia di siriani/thousand
Syrians, Ossama
Mohammed
montaggio/film editing
Maïsoun Assad
musica/music
Noma Omran
suono/sound
Raphaël Girardot
produttori/producers
Serge Lalou, Camille
Laemlé, Orwa Nyrabia,
Diana El Jeiroudi
produzione/production
Les films d’ici,
Proaction Film
distribuzione/distribution
Wanted
**
contatti/contacts
Wanted
[email protected]
Esiliato a Parigi da otto mesi, il regista siriano Ossama
Mohammed viene contattato su Facebook dalla giovane attivista
curda Wiam Simav Bedirxan. La donna gli pone una domanda
che chiama in causa il suo lavoro di regista e la partecipazione
alla guerra civile in corso nel suo Paese. Il regista, da lontano,
visiona le centinaia di video caricati sul web sia dai resistenti, sia
dall’esercito di Bashar al-Assad. L’attivista racconta con la sua
piccola telecamera la vita nella città assediata di Homs. Insieme
creano una sconvolgente cronaca di una distruzione in atto.
«Tutti i giorni in Siria qualcuno carica un film su YouTube e poi
muore; altri uccidono e poi filmano. A Parigi, guidato dal mio
inesauribile amore per la Siria, ho scoperto che potevo solo
riprendere il cielo e montare il materiale d’archivio postato in
rete. Nella tensione tra la mia alienazione in Francia e la
rivoluzione è avvenuto un incontro. Una giovane donna curda
di Homs ha iniziato a chattare con me e mi ha chiesto: “Se la
tua camera fosse qui, a Homs, cosa filmeresti?” Eau argentée
è la storia di quell’incontro».
**
After eight months of exile in Paris, the Syrian director Ossama
Mohammed is contacted on Facebook by the young Kurdish activist
Wiam Simav Bedirxan. The woman questions him about his work
as a director and his participation in his country’s civil war. The
director, from a distance, views the hundreds of video uploaded both
by resistants and Bashar al-Assad’s army. The activist, with her small
camera, narrates life in the besieged city of Homs. Together, they
create a devasting report of ongoing destruction.
“In Syria, everyday, YouTubers film then die; others kill then film.
In Paris, driven by my unexhaustible love for Syria, I find that I can
only film the sky and edit the footage posted. From within the tension
between my estrangement in France and the revolution, an encounter
happenned. A young Kurdish woman from Homs began to chat with
me, asking: ‘If your camera were here, in Homs, what would you be
filming?’ Silvered Water, Syria Self-Portrait is the story of that
encounter.”
134
SOMMARIO
TFFDOC
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FUORI CONCORSO
Ossama Mohammed (Laodicea, Siria,
1954) si è laureato all’Istituto di
cinematografia russo Vgik nel 1979.
Il suo cortometraggio d’esordio,
Step by Step, è stato presentato
alla Berlinale e il suo primo
lungometraggio di finzione, Stars
in Broad Daylight, selezionato alla
Quinzaine des réalisateurs di Cannes,
è stato vietato nel suo Paese in
quanto ritenuto una critica
estremamente feroce alla società
siriana schiacciata dal regime Baath.
Impossibilitato a girare film fino al
2002, ha poi diretto in quello stesso
anno The Box of Life, selezionato per
il Certain regard di Cannes.
Wiam Simav Bedirxan (Kurdistan) è
una regista di documentari originaria
di Homs, in Siria. Eau argentée, Syrie
autoportrait è il suo primo film.
Ossama Mohammed (Lattakiya, Syria,
1954) graduated from the Russian State
Institute of Cinematography (VGIK)
in 1979. His debut short film, Step by
Step, screened at Berlin and his first
fiction feature was Stars in Broad
Daylight. Deemed to be the most
scathing critique of contemporary Syrian
society trapped in the Baath regime,
the film has never been allowed a public
screening in Syria. The film was selected
at the Cannes Film Festival’s Quinzaine
des réalisateurs, and earned the
filmmaker great critical praise. He was
unable to make his second feature until
2002, when The Box of Life was selected
at Un certain regard in Cannes.
Wiam Simav Bedirxan (Kurdistan) is a
documentary filmmaker based in Homs,
Syria. Silvered Water, Syria Self-Portrait
is her debut film.
filmografia/filmography
Ossama Mohammed:
Khutwa Khutwa (Step by Step, cm,
1978), Nujum al-Nahar (Stars in Broad
Daylight, 1988), Sunduq al-Dunya
(The Box of Life, 2002).
Ossama Mohammed,
Wiam Simav Bedirxan:
Eau argentée, Syrie autoportrait
(doc., 2014).
TFFDOC
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FUORI CONCORSO
lav diaz
MGA ANAK NG UNOS, UNANG AKLAT
Filippine/Philippines, 2014, HD, 143’, bn/bw
STORM
CHILDREN,
BOOK 1
regia, fotografia,
montaggio/director,
cinematography,
film editing
Lav Diaz
produzione/production
Sine Olivia Pilipinas,
DMZ Docs
**
contatti/contacts
Sine Olivia Pilipinas
Tel: +632 369 07 41 [email protected]
Le Filippine sono la nazione a maggiore rischio tornado al
mondo: ogni anno sono colpite da più di venti tempeste tropicali.
Nel 2013 il tifone Yolanda ha scatenato tutta la sua potenza
sull’arcipelago asiatico, lasciandosi alle spalle scenari di
distruzione apocalittica.
«La spinta iniziale per il film viene dall’idea di raccontare la
tempesta nell’animo umano e non solo nella psiche del popolo
filippino. Ho quindi iniziato a girare, senza pensare a una
struttura, una forma o un profilo da seguire. Negli ultimi nove
mesi ho visitato e soggiornato nei luoghi e nelle isole interessate
dai tifoni, documentavo e raccontavo quello che era successo,
trovando il bandolo della matassa nella ricerca di una storia,
della storia. Quando finalmente mi sono fermato per controllare,
affrontare e mettere a confronto le riprese iniziali […], mi sono
accorto che oltre alla distruzione, la devastazione, il caos e le
evacuazioni, ci sono le immagini dei bambini smarriti. E sono
loro, i bambini, le principali vittime».
**
The Philippines have the world’s highest risk of tornados: every year
over twenty tropical storms hit the islands. In 2013, typhoon Yolanda
unleashed all its power on the Asiatic archipelago, leaving behind
scenes of apocalyptic destruction.
“The impetus for this work, right at the start, is the idea of the storm
in man’s soul in general, not just the Filipino psyche. I just started
shooting, unmindful of a structure or form or an outline. The last
nine months, I visited and stayed in places and islands where the
‘areas of responsibility’ of typhoons took place. I was just
documenting/chronicling things, finding a thread, searching for
the/a story. When I finally sat down to check, brave and confront the
onslaught of the initial footages, […] I realized that beyond the fixture
of destruction, devastation, disarray and displacement, there is also
the fixture of the image of the lost child. Yes, it’s them, the children,
they are the greatest victims.”
135
SOMMARIO
TFFDOC
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FUORI CONCORSO
Lav Diaz (Cotabato, Filippine, 1958)
ha frequentato il Mowelfund Film
Institute di Quezon City e ha esordito
nel 1998 con Criminal of Barrio
Concepcion, imponendosi come uno
degli autori più innovativi del cinema
filippino. La consacrazione è arrivata
con Batang West Side (2002),
premiato a Bruxelles e Singapore,
e con il fluviale Evolution of a
Filipino Family (2004), presentato
a Rotterdam e a Torino durante
un focus sul cinema filippino.
Diaz è uno dei principali registi
viventi. I suoi ultimi lavori sono
stati presentati dai più grandi
festival internazionali, fra cui a
Venezia (Melancholia, 2008), Cannes
(Norte - The End of History, 2013) e
Locarno (From What Is Before, 2014,
Pardo d’oro).
Lav Diaz (Cotabato, Philippines, 1958)
studied at the Mowelfund Film
Institute in Quezon City and debuted
in 1998 with Criminal of Barrio
Concepcion, making a name for
himself as one of the most innovative
directors of Filipino cinema. Lasting
legitimation arrived with Batang West
Side (2002), which received awards
at Brussels and Singapore, and with
Evolution of a Filipino Family (2004),
presented at Rotterdam and Torino
during a focus on Filipino cinema.
Diaz is one of the major living directors.
His latest films have been presented
in Venice (Melancholia, 2008),
Cannes (Norte - The End of History,
2013) and Locarno (From What Is
Before, 2014, Golden Leopard).
filmografia essenziale/
essential filmography
Serafin Geronimo, kriminal ng baryo
concepcion (The Criminal of Barrio
Concepcion, 1998), Burger Boys
(1999), Batang West Side (2002),
Hesus rebolusyonaryo (Hesus the
Revolutionary, 2002), Ebolusyon ng
isang pamilayang Pilipino (Evolution
of a Filipino Family, 2004), Heremias:
Unang aklat - Ang alamat ng
prinsesang bayawak (2005),
Melancholia (2008), Florentina
Hubaldo, CTE (2012), Norte,
hangganan ng kasaysayan (Norte The End of History, 2013), Mula sa
kung ano ang noon (From What Is
Before, 2014).
TFFDOC
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ED PINCUS
Ed Pincus - Ultimo atto (d’amore)/
Last act (of love)
DI/BY GIANMARCO TORRI
Ri-scrivere. Condensare in poche righe lo stupore
e l’amore. Ed Pincus è scomparso poco più
di un anno fa, il 5 novembre 2013. One Cut,
One Life è l’eredità che ci ha lasciato. Il suo
ultimo atto d’amore.
Più di trent’anni dopo il seminale,
misconosciuto e monumentale Diaries:
1971-1976, Pincus è ritornato a confrontarsi
con la necessità intima, quotidiana, di filmare la
propria esistenza. Per sfida e ricerca di senso.
Fare film non è mai stato un gioco.
One Cut, One Life è oggi un esperimento
coraggioso, guidato dallo stesso desiderio
di allora di fare del cinema uno strumento
di indagine filosofica, esistenziale, morale
sul nostro vivere quotidiano, sulla nostra
relazione con le persone e con il mondo.
Un film realizzato a quattro mani con Lucia
Small, rivale e amica, ispiratrice e contestatrice,
stimolo e resistenza, coro e voce critica,
compagna di strada e narratrice esterna.
Tra i due film ci sono inevitabilmente molte
differenze. Se in Diaries prevaleva la
giustapposizione di rushes, la costruzione
implicita per frammenti, una sorta di
«sospensione ironica» da se stesso e dalla
materia filmata, in quest’ultima opera emerge
invece il desiderio di trovare una narrazione
della propria vita, di riflettere esplicitamente
sulla costruzione del film e sulla sua necessità,
di dare/darsi delle risposte sul proprio percorso.
Quanto Diaries 1971-1976 era ostinato nel
mettere in discussione ogni serenità e ogni
felicità, tanto One Cut, One Life cerca,
attraverso l’atto reciproco di filmare e di filmarsi,
una strada per ri-affermare la propria presenza,
avvicinarsi agli altri e mitigare la propria
sofferenza. Trattenere il tempo.
Eppure, entrambi i film sono attraversati da
una tensione a tratti insostenibile che trasforma
ogni momento in un corpo a corpo con la
propria interiorità, in una lotta permanente,
espressa dalle analisi e dalle parole esigenti e
lucide di Jane, Ed e Lucia, tra il desiderio di
testimoniare il proprio amore e la necessità di
tacere per rispetto dell’integrità propria e altrui.
In entrambi siamo di fronte a un cinema che
si confronta continuamente con la fragilità
e la precarietà della vita, con la possibilità
del silenzio, che cerca ogni giorno un percorso
nuovo, inatteso, attraverso il tempo, per
camminare sul filo sottile dell’espressione
e dell’esistenza.
136
SOMMARIO
TFFDOC
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ED PINCUS
To rewrite. To condense wonder and love in only
a few lines. Ed Pincus passed away just over a year
ago, on November 5 , 2013.
One Cut, One Life is the legacy he has left us.
His final act of love.
Over thirty years after his seminal, misunderstood
and monumental Diaries: 1971-1976, Pincus
confronted once more the intimate and day-to-day
need to film his own existence. It was in part a
challenge, and in part the search for a meaning.
Making movies has never been child’s play.
Today, One Cut, One Life is a brave experiment,
driven by the same need as before: to make cinema
an instrument of the philosophical, existential and
moral investigation of our daily lives, the way we
relate to other people and with the world. He made
this film with Lucia Small, a rival and friend, muse
and dissenter, stimulus and opposition, choir and
critic, journey’s companion and impartial narrator.
Inevitably, there are many differences between the
two films. What prevails in Diaries is a
juxtaposition of rushes, implicit construction
through fragments, a sort of “ironical suspension”
of himself and the shot footage. Instead, in the
latter movie, what emerges is the desire to narrate
his own life, to explicitly reflect on the movie’s
construction and on his need, to give/give himself
reasons for his own chosen path through life.
To the same degree that Diaries: 1971-1976
stubbornly challenged all tranquility and
happiness, One Cut, One Life, through the
reciprocal act of filming and filming himself,
searches for a way to re-affirm his own presence,
to draw nearer to others and mitigate his own
suffering. To hold back time.
And yet, both movies are permeated by a tension
that is at times unbearable, that transforms every
moment into a full-contact struggle with its own
interiority, a permanent battle – described in the
analyses and the exacting and lucid words of Jane,
Ed and Lucia – between the desire to bear witness
to their own love and the need to remain silent in
respect of their integrity and that of others. Both
films reveal a type of cinema that continuously
addresses the fragility and uncertainty of life, the
possibility of silence, that every day searches for a
new, unexpected pathway, through time, to walk
the narrow tightrope of expression and existence.
TH
TFFDOC
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ED PINCUS
lucia small, ed pincus
ONE CUT, ONE LIFE
Usa, 2014, HD, 107’, col.
ONE CUT,
ONE LIFE
regia, sceneggiatura,
fotografia/directors,
screenplay,
cinematography
Lucia Small, Ed Pincus
montaggio/film editing
Lucia Small
musica/music
P. Andrew Willis
interpreti/cast
Lucia Small, Ed Pincus,
Jane Pincus
produttori/producers
Lucia Small, Ed Pincus,
Mary Kerr
**
contatti/contacts
Small Angst Films
Tel: +1 917 428 91 21
[email protected]
www.onecutonelife.com
L’ultima collaborazione tra Ed Pincus e Lucia Small ha la forma
di un diario personale degli ultimi mesi di vita del grande
cineasta, prima della sua scomparsa nel novembre del 2013.
«Non è facile parlare di cosa questo film significasse per Ed.
Mentre lavoravamo insieme sottolineava spesso che per lui si
trattava di un modo per concentrarsi sul suo amore per il lavoro
di regista e per la vita. Lo chiamavo “il nonno del documentario
personale”. Lui sorrideva: “Piuttosto non-fiction in prima persona
e padre, non nonno”. Un giorno mi ha detto: “Questo film è il
culmine della mia vita lavorativa”. Forse la sua spiegazione del
termine aikido, che è poi diventata il titolo del film, può spiegare
meglio il suo pensiero: “Nell’arte giapponese di maneggiare la
spada esiste il concetto di ‘un taglio, una vita’: ogni cosa può
essere l’ultima. Tutto conta, tutto ha significato. Quando ti sei
allenato a lungo, la tua mente scompare. C’è un che di
dissociativo e arriva al tuo corpo. Ho perso molto a causa della
mia malattia, ma ho ancora la nozione di estensione, di avere
tutti i tuoi significati nei movimenti”». (Lucia Small)
**
The last collaboration between Ed Pincus and Lucia Small takes
the form of a personal journal of the filmmaker’s last days, right
before he passed away in November 2013.
“It is difficult for me to speak to what this film meant to Ed. While
working together, he would periodically stress that it was a way for
him to focus on his love of filmmaking and living life. He would
correct me when I called him ‘the grandfather of personal doc.’
‘First person non-fiction,’ he would smile, ‘father not grandfather.’
‘This film,’ Ed told me, ‘is the culmination of my life’s work.’ Perhaps,
his explanation of the Aikido term, which became the title of the film,
communicates his thoughts best: ‘There is this notion in Japanese
swordsmanship called one cut, one life... Everything could be the
last time. Everything counts. Everything has meaning. When you’ve
trained a long time, your mind disappears. There’s something
dissociative and it gets in your body. I have lost a lot of that because
of my illness, but there’s still the notion of extension, of having all
your meaning in your movements.’” (Lucia Small)
137
SOMMARIO
TFFDOC
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ED PINCUS
Lucia Small (Usa) è una filmmaker
indipendente. Nel 2002 ha realizzato
il suo documentario d’esordio, My
Father, the Genius, premiato in diversi
festival. Ha prodotto programmi e
documentari per la televisione con
la Small Angst Films, la sua casa di
produzione.
Ed Pincus (New York, Usa, 1938 Boston, Usa, 2013) ha iniziato a
filmare nel 1964, focalizzandosi
su questioni sociali e politiche.
Ha prodotto, diretto e curato la
fotografia di tutti i suoi film, tra cui
Diaries: 1971-1976 (1981). Ha inoltre
fondato un dipartimento di cinema
al Mit, punto di riferimento per intere
generazioni di filmmaker. Negli anni
Ottanta si è ritirato in campagna,
dove ha avviato un’azienda floricola.
Nel 2005 è tornato al cinema
realizzando con Lucia Small
The Axe in the Attic, presentato
al Torino Film Festival.
Lucia Small (USA) is an independent
filmmaker. In 2002 she premiered
My Father, the Genius, her feature
documentary directorial debut, which
garnered several top film festival
awards. She has a list of credits as
producer of several televised programs
and documentaries and projects under
her production company Small Angst
Films.
Ed Pincus (Brooklyn, NY, USA, 1938 Boston, MA, USA, 2013) began
filmmaking in 1964, focusing on social
and political problems. He has credits
as producer, director, and
cinematographer on all of his films;
among Diaries 1971-1976 (1981).
He also started the MIT film section
where he influenced a generation of
filmmakers. In the early 1980s, he
retired from filmmaking and built
a flower farm. In 2005, he returned
to filmmaking shooting with Lucia
Small The Axe in the Attic, presented
at Torino Film Festival.
filmografia essenziale/
essential filmography
Ed Pincus:
Black Natchez (doc., 1967), One Step
Away (doc., 1967), Panola (doc.,
1969), Diaries: 1971-1976 (doc., 1980).
Lucia Small:
My Father, the Genius (doc., 2002).
Ed Pincus, Lucia Small:
The Axe in the Attic (doc., 2007),
One Cut, One Life (doc., 2014).
TFFDOC
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ED PINCUS
ed pincus
DIARIES: 1971-1976
Usa, 1980, 16mm, 200’, col.
DIARIES:
1971-1976
regia, fotografia,
suono/director,
cinematography, sound
Ed Pincus
montaggio/film editing
Ed Pincus, Moe Shore,
Ann Schaetzel
produzione/production
Cambridgeport Film
Corporation
Anni Settanta. Momenti della vita di Ed e Jane Pincus, dei loro
figli Ben e Sami e degli amici, in un’epoca in cui i fermenti politici
rivoluzionavano anche i rapporti umani. Attimi intimi, vacanze,
viaggi, discussioni, giochi coi bambini, riflessioni sulla coppia,
raccolti durante cinque anni di vita, in un racconto che è allo
stesso tempo esperimento cinematografico e leggerezza
del cinema diretto.
«Era un’epoca di sconvolgimento nei rapporti tra le persone.
Tutto era sul piatto. Lo slogan del femminismo recitava:
“Il personale è politico”; le tecnologie di ripresa si stavano
sviluppando velocemente e per la prima volta era possibile
sincronizzare ogni singola persona. Una troupe composta da
una sola persona voleva dire che potevano essere filmate in un
documentario anche relazioni intime e si potevano girare film
a lungo e senza costi stellari. Così decisi di fare un esperimento:
avrei filmato per cinque anni senza guardare il girato, che avrei
lasciato inscatolato per altri cinque anni e poi montato».
**
The 1970s. Moments of the lives of Ed and Jane Pincus, their sons
Ben and Sami, and their friends, at a time when political unrest
revolutionized human relations as well. Five years of their life
captured through intimate moments, holidays, trips, conversations,
games played with their kids, thoughts about their relationship,
weaving a story that embodies both a filmic experiment and the
lightness of direct cinema.
“It was a time of upheaval in people’s personal relations. Everything
was on the table. Feminism had a slogan: ‘The personal is political.’
Filmmaking technology was rapidly evolving. It became possible for
the first time to shoot single-person sync. A crew of one meant that
intimate relations could be filmed in a documentary. Films could be
shot over a long duration without skyrocketing costs. I decided to do
an experiment. I would film for five years, not look at the footage,
leave it in the can for five more years and then edit.”
138
SOMMARIO
TFFDOC
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ED PINCUS
Ed Pincus (New York, Usa, 1938 Boston, Massachusetts, Usa, 2013)
si laurea alla Brown University, studia
filosofia ad Harvard e inizia a filmare
nel 1964, orientandosi verso un
cinema diretto e politico. A partire
dal 1969 crea e dirige il dipartimento
di film e video del Mit di Boston
e tra il 1981 e il 1983 insegna cinema
ad Harvard. Dopo Diaries: 1971-1976
(1980), lascia il cinema e
l’insegnamento per stabilirsi nel
Vermont e diventare floricoltore.
Nel 2005 torna al cinema,
realizzando con Lucia Small
The Axe in the Attic, presentato al
Torino Film Festival. È autore di
Guide to Filmmaking (1968) e con
Steven Ascher di The Filmmaker’s
Handbook (1984-2008).
Ed Pincus (New York, NY, USA, 1938 Boston, MA, USA, 2013) graduated
from Brown University and went to
Harvard to study philosophy. He began
filmmaking in 1963, developing a direct
cinema approach to social and political
problems. In 1969, he created the
Film Section at MIT in Boston, and
he taught film studies at Harvard from
1981 to 1983. After making Diaries:
1971-1976 (1980), he took a hiatus
from teaching and filmmaking, and
he moved to Vermont to become
a flower-grower.
He made his comeback to cinema
in 2005, shooting with Lucia Small
The Axe in the Attic, which was
presented at the Torino Film Festival.
He is the author of Guide to
Filmmaking (1968) and co-author
of The Filmmaker’s Handbook
(1984-2008) with Steven Ascher.
filmografia/filmography
Black Natchez (coregia/codirector
David Neuman, doc., 1967), One
Step Away (coregia/codirector
David Neuman, doc., 1967), Panola
(coregia/codirector David Neuman,
doc., 1969), Harry’s Trip (doc., 1968),
Portrait of a McCarthy Supporter
(doc., 1969), The Way We See It
(doc., 1969), Life and Other Anxieties
(coregia/codirector Steve Ascher,
doc., 1977), Diaries: 1971-1976 (doc.,
1980), The Axe in the Attic (2007,
coregia/codirector Lucia Small),
One Cut, One Life (coregia/codirector
Lucia Small, doc., 2014).
TFFDOC
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EVENTO SPECIALE
alessandro avataneo
CASAOZ
Italia/Italy, 2014, HD, 97’, col.
CASAOZ
regia, sceneggiatura,
fotografia, montaggio,
suono, produttore/director,
screenplay, cinematography,
film editing,
sound, producer
Alessandro Avataneo
musica/music
Diego Vasserot, Sergio
Cherubin, Giuseppe Berardi,
Nasseh Hinchi
interpreti/cast
Micol Roggi, Andrei
Zapodeanu, Marco Perda,
Pietro Turati, Diego
Lorusso, Monica Roggi,
Gina Vatamanu, Luisa
Boella, Maria Suppa,
Giancarlo Perda, Alice
Giannini, Chiara Bruzzese,
Stefania Pellicani, Norma
Fontana, Mara Berta,
Antonio Marra, Enrica
Baricco
**
contatti/contacts
[email protected]
www.casaoz.org
Le vite di cinque bambini colpiti da gravi malattie e delle loro
famiglie viste da vicino. Attorno a loro, tante altre storie
s’incontrano a CasaOz, una residenza in cui i bambini meno
fortunati convivono normalmente con gli altri, e tutti insieme
trasformano la disperazione e le difficoltà in coraggio e gioia
di vivere.
«CasaOz è un luogo magico, un trasformatore di sentimenti in
grado di tirare fuori il meglio da chiunque entri in questa casa,
che è un po’ circo, scuola, cucina, accampamento, laboratorio,
parco giochi e tutte le altre cose belle e normali che rassicurano
i bambini. Raccontare queste storie in un momento in cui la
società s’indebolisce e tutto sembra perdere significato vuol dire
tornare alle cose primarie, importanti, per cercare una risposta
al senso d’ingiustizia che si prova di fronte all’evento più terribile
che possa capitare: la malattia che rovina o spezza la vita di un
figlio. Per rispondere a questa domanda bisogna prima sapere
che cos’è la vita. Questi bambini ce lo insegnano, e la risposta
è il film».
**
The lives of five kids suffering from severe illnesses and their families
seen up close. Many stories intertwine around them in CasaOz, a
residence where unfortunate children can live normally with others,
where they can transform together their grief and their challenges into
courage and joy of living.
“CasaOz is a magical place. It can transform feelings and bring the
best out of anyone who crosses its threshold. This home is also a
circus, a school, a kitchen, a camp, a workshop, a playground and all
the great and normal things that reassure children. At a time when
society is weakening and everything seems to be loosing meaning,
telling these stories means returning to the important things to find
an answer to the sense of injustice. Particularly when you are
confronted with the worse possible injustice: an illness that could ruin
your child’s life, and even end it altogether. To find that answer, you
first have to understand what life is. And these children will teach it
to us: the answer is in the film.”
139
SOMMARIO
TFFDOC
-
EVENTO SPECIALE
Alessandro Avataneo, regista laureato
in relazioni internazionali con un
master in storytelling, performing
arts e digital entertainment, ha
lavorato in più di trenta Paesi tra
Europa, Stati Uniti e Giappone. È autore di documentari, format
televisivi, videoclip e installazioni
artistiche, spettacoli teatrali, un
musical, e del romanzo Una storia
delle colline. Consulente dei governi
italiano e olandese su progetti di
tutela del patrimonio materiale e
immateriale, ha curato gli
allestimenti della Biennale olandese
di architettura nel 2010 e il dossier
per la candidatura di Maastricht
a capitale europea della cultura
nel 2018.
Alessandro Avataneo is a filmmaker
with a degree in international relations,
and a master’s in storytelling,
performing arts and digital
entertainment. He has worked and
filmed in over thirty countries, from
Europe, to the United States and
Japan. He has made several
documentaries, TV formats, music
videos, art installations, theatre shows,
a musical, and even a novel (Una
storia delle colline). He works as
a consultant for the Italian and the
Dutch government on projects
safeguarding their physical and
intangible heritage. In 2008, he
curated the installations of the Dutch
architecture Biennale, and in 2010 he
organized campaign to nominate the
city of Maastricht as the 2018 European
capital of culture.
filmografia essenziale/
essential filmography
In principio era (cm, 2000), The Crib
(cm, doc., 2002), L’aperto (cm,
2003), Elettroshow (cm, doc., 2004),
Cronosisma 3 (cm, 2004), Run On
(cm., 2005), Chimerica (cm, 2005),
Prospero (cm, 2006), Pasta
Connection (cm, 2008), In viva
morte morta vita vivo (cm, 2010),
Machinarium (cm, 2010), La candela
(cm, 2010), 6 come noi (2012), Bruno
Leoni (cm, doc., 2013), Poema circular
(cm, 2014), CasaOz (doc., 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
| GABRIELE DI MUNZIO CORPO FAMILIARE | LUCIA VERONESI LE COSE DA
| ORSO MIYAKAWA FUMO | CARLO MICHELE SCHIRINZI DEPOSIZIONE IN DUE ATTI |
GUIDO NICOLÁS ZINGARI IL MARE | GIANLUCA ABBATE PANORAMA | MATHIEU VOLPE IL SEGRETO
DEL SERPENTE | ALBERTO GEMMI, ENRICO MASI SINAI - UN ALTRO PASSO SULLA TERRA
LUIS FULVIO CODA
LONTANO
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
luis fulvio
CODA
Italia/Italy, 2014, 35mm, 11’, bn/bw-col.
Luis Fulvio è apparso nel bacino
del Mediterraneo (nella visione
di Jean-Daniel Pollet) pochi giorni
dopo la morte di Roberto Rossellini;
da anni si lascia occupare dalle
immagini in movimento tralasciando,
a tratti, quella che considera la sola
attività necessaria: la distruzione.
Si sostenta collaborando alle attività
della Cineteca nazionale e come
autore della trasmissione «Fuori
Orario», ama il pensiero libero
e la Juve.
CODA
regia, montaggio/
director, film editing
Luis Fulvio
produzione/production
SCS
**
contatti/contacts
Luis Fulvio
[email protected]
Coda è dopo la fine, è countdown, è pelle e pellicola, è 35mm,
è digitale (e numérique), è un gioco, è D.I.Y., è pirata, è cieco,
è primitivo, è punk, è crimine, è un canto d’amore, è una ferita,
è contro il cinema. Coda è unico irriproducibile senza matrice,
è scarti, è osceno, è per tutti quelli che hanno lasciato sangue
e sudore sui set nei laboratori negli archivi nelle cabine di
proiezione. Coda non è.
«Il film leader è una parte di pellicola inserita all’inizio o alla fine
di un film, pensata per agevolare l’inserimento di un rullo nel
proiettore o nella cinemeccanica. […] Non comprende soltanto
il conto alla rovescia ma anche informazioni tecniche a proposito
del film, come il titolo, lo studio, il numero di produzione, la
ratio, il livello e il mix della traccia sonora, il numero di bobina
e il colore, ma non solo».
**
Coda (“tail”) is a short about what comes after the end. It’s skin
and film, it’s 35mm, it’s digital (and numérique); it’s a game, it’s
a D.I.Y., it’s a pirate; it’s blind, primitive, punk, criminal; it’s a love
song, a wound, a stance against cinema. Coda is unique, it cannot
be reproduced without its matrix; it’s out takes, it’s obscene, it’s for
all those people who left their sweat and blood on the set, in the
laboratories, in the film archives, and in screening rooms. Coda isn’t.
“A film leader is a length of film attached to the head or tail of a film
to assist in threading a projector or telecine. […] This not only includes
the countdown, but technical information about the film, including,
but not limited to, title, studio, production number, aspect ratio,
sound level and mix, reel number and color.”
141
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Luis Fulvio appeared in the
Mediterranean basin (according to
Jean-Daniel Pollet’s vision) a few days
after Roberto Rossellini passed away.
He has been working on moving
images for years, leaving at times aside
what he considers the only necessary
activity: destruction. He supports
himself by collaborating with the
Cineteca nazionale and by writing for
the TV show “Fuori Orario.” He loves
freedom of thought and the Juventus
soccer team.
filmografia/filmography
Coda (cm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
gabriele di munzio
CORPO FAMILIARE - UNA SPECIE DI AMLETO
(PER GRAZIA RICEVUTA)
Francia/France, 2014, HD, 30’, col.
FAMILIAR
BODY - A SORT
OF AMLETO
(BY THE
GRACE OF
GOD)
regia, sceneggiatura,
fotografia, montaggio,
suono/director,
screenplay, film editing,
cinematography, sound
Gabriele di Munzio
produzione/production
Cantine1901
**
contatti/contacts
Gabriele Di Munzio
[email protected]
Un uomo di mezza età scopre di avere una di quelle malattie di
cui nemmeno si pronuncia il nome. Come tutti si cullava nell’idea
di essere immortale, ma un giorno l’illusione viene meno.
Disperato, vaga per il mondo e dopo tante peripezie incontra una
fatina, uno stregone e un gatto che lo aiutano a liberarsi dal male.
Grazie a un incantesimo viaggia indietro nel tempo, finché
guarisce e diventa saggio, di una saggezza profonda ben diversa
da quella ostentata da chi ne parla senza praticarla.
«È una danza che segue i movimenti dell’anima, basterebbe
questo per capirci meno; il vizio è quello di creare con ciò che
ti sta intorno, senza pensieri, intenti o scopi; non c’è
premeditazione, c’è urgenza. I miei lavori non rappresentano,
non significano, si accordano in maniera musicale senza logica
apparente, senza cronologia, seguono un sentimento poetico.
Non traduco da pensiero/scrittura, resto nella materia prima,
nel corpo degli attori, dell’immagine, della memoria».
**
A middle-aged man is diagnosed with an unpronounceable disease.
Like everyone, he used to cherish the delusion of being immortal.
But one day the illusion is shattered, and he sets of in desperation,
wandering around the world. Through his many adventures, a fairy,
a wizard, and a cat help in the quest to free him from his ailment.
A spell helps him travel back in time, where he finds a cure and true
wisdom, unlike those who flaunt their wits without actually using
their brains.
“It’s a dance that follows the movements of the soul. You’d need
nothing more to understand any less. The habit of creating with the
surrounding elements, without thought, purpose, or intent: there is no
premeditation, there is urgency. My creations aren’t representative,
they are tuned into a poetic sentiment, without apparent order or
logic. I don’t translate from thought or from paper, I stick to the raw
material: the bodies, the actors, the images, and memory.”
142
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Gabriele di Munzio (Napoli, 1972)
ha frequentato corsi di fotografia e
montaggio a Londra dal 1993 al 1995
e ha poi cominciato a interessarsi
di teatro grazie ad alcuni seminari
tenuti nei centri di ricerca di Peter
Brook, di Eugenio Barba e del Teatro
Valdoca. Dal 2001 ha realizzato
vari documentari nella regione
di Poitou-Charentes e dal 2005
ha cominciato a realizzare
cortometraggi di video-teatro.
Nel 2007 ha creato l’associazione
Cantine1901, con la quale ha
realizzato tra le altre cose il
cortometraggio Riviera 91, che
nel 2009 ha vinto il premio speciale
della giuria al Torino Film Festival.
Stesso riconoscimento è andato
due anni dopo a Occhio di vetro
cuore non dorme (2011).
Gabriele di Munzio (Naples, Italy,
1972) studied photography and editing
in London from 1993 to 1995. The next
year he became involved in theater,
attending seminars at the research
centers of Peter Brook, of Eugenio
Barba and of the Teatro Valdoca.
In 2001 he started making
documentaries in the region of
Poitou-Charentes. He has been
making video theater shorts in Naples
since 2005. In 2007 he created the
association Cantine1901, with which he
has made various videos and theatrical
works, including the short Riviera 91,
which won the special jury prize at the
2009 Torino Film Festival, that he won
also in 2011 with Occhio di vetro
cuore non dorme.
filmografia/filmography
Marzo 04 (mm, doc., 2004), Rita
(cm, doc., 2004), Stromboli (cm,
2005), Napoli (cm, doc., 2005),
Calvello (cm, doc., 2005), Le maschere
dell’arcobaleno, canti, racconti e
bestemmie (cm, doc., 2009), Riviera
91 (cm, doc., 2009), Le papillon
distrait (cm, doc., 2010), Occhio
di vetro cuore non dorme (cm, doc.,
2011), Corpo familiare - Una specie
di Amleto (per grazia ricevuta) (cm,
2014).
I TA L I A N A . C O R T I
lucia veronesi
LE COSE DA LONTANO
Italia/Italy, 2014, HD, 20’, bn/bw-col.
Lucia Veronesi (Mantova, 1976),
dopo gli studi di pittura a Brera,
si è trasferita a Venezia, dove vive
e lavora. Nel suo lavoro utilizza
i diversi linguaggi del video, del
disegno, della pittura e del collage.
Ha partecipato a numerose mostre
e festival in Italia e all’estero.
THINGS
FROM AFAR
regia, montaggio/
director, film editing
Lucia Veronesi
sceneggiatura/screenplay
Valentina Bonifacio, Silvia
Pellizzari, Lucia Veronesi
musica/music
Mauro Sambo
suono/sound
Silvia Pellizzari
**
contatti/contacts
Lucia Veronesi
Due donne paraguaiane scontano la loro pena in due carceri
del Nord Italia, accusate di traffico di droga. Come loro, sono
tanti i corrieri, uomini e donne, che arrivano in aereo dal
Sudamerica, dai Paesi africani o dall’Europa dell’Est.
[email protected]
«Le cose da lontano è un documentario costruito su due interviste
fatte da un’antropologa a donne paraguayane detenute nelle
carceri italiane con l’accusa di traffico di droga. Le intervistate
si sono rifiutate di essere riprese. L’unico materiale di partenza
era quindi l’audio. Non ho mai visto nessuna foto di queste
donne, non sono mai stata in Paraguay: l’unica cosa che
conoscevo era la loro voce e la vita che comunicavano attraverso
i loro racconti. Non volevo che le immagini accompagnassero in
maniera descrittiva il racconto delle donne, ma anzi che avessero
una forza autonoma, come se provenissero dalla profondità
inconsapevole di ognuna di loro, e corrispondessero a un flusso
mentale fatto di ricordi, nostalgia, rabbia che si materializza con
il procedere del racconto».
**
Two women from Paraguay, convicted of drug trafficking, are serving
time in two jails in Northern Italy. There are many smugglers like
them, men and women arriving by plane from countries in Latin
America, Africa, or Eastern Europe.
“Things from Afar is a documentary built on two interviews made
by an anthropologist to Paraguayan women serving drug trafficking
sentences in Italian jails. They refused to appear on screen, so the
only material I could start working with were audio recordings.
I never saw a single photo of these women, and I’ve never been
to Paraguay. The only thing I knew of them was their voice and
the life they depicted through their stories. I didn’t want their words
to be accompanied by descriptive images; I wanted the images to be
independent, to have a strength of their own: as if they came from
the subconscious, flowing into to a stream of consciousness made of
memories, nostalgia, anger, that materialize as their stories progress.”
143
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Lucia Veronesi (Mantova, Italy, 1976),
after studying painting at the Brera
Academy, moved to Venice, where
she currently lives. Her work involves
different kinds of media, from videos
to drawings, paintings, and collages.
She participated to several exhibitions
and film festivals in Italy and abroad.
filmografia/filmography
Caos e comunicazione
(coregia/codirector Tiziana Cantarella,
cm, 2001), Luciano (cm, 2007),
Fermo immagine (cm, 2009), Alla
prova dei fatti (cm, 2009), Pandemia
domestica (cm, 2011), Intérieur (cm,
2011), Difesa personale (cm, 20122013), L’inabitabile (cm, 2012),
Andante sospeso (la casa nella foresta)
(cm, 2012), Paesaggio senza titolo #1
(cm, 2013), Paesaggio senza titolo #2
(cm, 2013), Paesaggio senza titolo #3
(cm, 2013), Paesaggio senza titolo #4
(cm, 2013), Paesaggio senza titolo #5
(cm, 2014), Le cose da lontano
(cm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
carlo michele schirinzi
DEPOSIZIONE IN DUE ATTI
Italia/Italy, 2014, HD, 15’, col.
DEPOSITION
IN TWO ACTS
regia, soggetto,
fotografia,
montaggio/director,
story, cinematography,
film editing
Carlo Michele Schirinzi
musica/music
Stefano Urkuma De Santis
suono/sound
Marco Saitta
produttore/producer
Gabriele Russo
produzione/production
Kama soc. coop. a.r.l.,
In-Cul.Tu.Re, MIUR,
Apulia Film Commission
**
contatti/contacts
Carlo Michele Schirinzi
Grano vergine come prologo a due atti squarciati dalle parole
di Artaud. Remoti visi si sfaldano dalle pareti della
quattrocentesca chiesa di Santo Stefano a Soleto mentre la
violenza deborda dall’inquadratura, le loro palpebre spalancano
l’intimità dell’ex molino «Coratelli & Imparato» di Corigliano
d’Otranto con una soggettiva che annacqua le forme
appiattendole in una preziosa sindone. Un paesaggio perduto
in una camera oscura dove l’occhio si eclissa tra vene e arterie
d’un corpo impossibilitato alla riesumazione.
[email protected]
Kama
[email protected]
SOMMARIO
Film realizzato per
In-Cul.Tu.Re, progetto
di ricerca vincitore del
bando Smart Cities and
Communities and Social
Innovation, finanziato dal
MIUR (D.D. 84/Ric del
2 marzo 2012), con il
patrocinio di Apulia Film
Commission.
Film made for In-Cul.Tu.Re;
its research project won the
competition Smart Cities and
Communities and Social
Innovation, financed
by MIUR (D.D. 84/Ric,
2 March 2012), with
the patronage of the Apulia
Film Commission.
ND
144
«Con Deposizione in due atti continua l’indagine sui luoghi
abbandonati dalle civiltà, intaccati dalla Storia passata e che
ora tentano inutilmente d’aggrapparsi alla vita, come eroi morenti
sospesi in uno stato di perenne attesa. I visi cicatrizzati degli
affreschi, distanti e consapevoli, scandagliano gli spazi del
molino costringendo l’occhio all’estenuante visione delle superfici
malate, carezzandole prima di violarle nel fondo delle loro arterie:
lo stupro di tali luoghi è, nel mio fare, una patologia assidua,
snaturata del suo concetto».
**
Virgin grain as a prologue to two acts lacerated by Artaud’s words.
Distant faces flaking off the frescoed walls of the 15 century church
of Santo Stefano in Soleto; an outpour of violence from the shot,
as their eyes reveal the intimate atmosphere of the former roller mill
“Cortelli & Imparato” in Corigliano d’Otranto, with a point of view
shot that soften the shapes, flattening them into a precious shroud.
Like a landscape lost in the camera obscura of an eye, eclipsing itself
among the veins and arteries of a body that cannot be exhumed.
TH
“Deposizione in due atti (‘Deposition in two acts’) continues the
search for places abandoned by civilization, deteriorated by the
passing of History, and clinging in vain to life like dying heroes
suspended in time, perpetually awaiting. The scarred faces of the
frescos are so distant and aware; they scan the space inside the mill
with their eyes, while you strain yours at the exhausting sight of these
haggard surfaces; the gaze caresses the frescoed epidermis before
violating it deep inside its arteries: the rape of these places is, in my
way of seeing, a cruel and constant pathology of its concept.”
I TA L I A N A . C O R T I
Carlo Michele Schirinzi (Acquarica
del Capo, Lecce, 1974) è videomaker
e artista. Nel 2004 con All’erta!
ha vinto il premio Shortvillage alla
Mostra internazionale del nuovo
cinema di Pesaro, che nel 2005 gli
ha dedicato una retrospettiva.
Il Torino Film Festival ha presentato
negli anni numerosi suoi lavori:
Astrolìte nel 2002, Il nido, menzione
speciale nel 2003, Oligarchico nel
2007, Sonderbehandlung nel 2008,
Notturno stenopeico, miglior
cortometraggio italiano nel 2009,
Mammaliturchi!, menzione speciale
nel 2010, Natura morta in giallo nel
2012. Nel 2011 Eco da luogo colpito
è stato selezionato alla Mostra di
Venezia. Il suo primo lungometraggio
I resti di Bisanzio (2014) è stato
presentato in concorso a Pesaro
e ha partecipato a Doclisboa.
Carlo Michele Schirinzi (Acquarica
del Capo, Lecce, Italy, 1974) is a
videomaker and an artist. In 2004,
his short All’erta! won the Shortvillage
Award at the Pesaro International Film
Festival of New Cinema, which then
dedicated the 2005 retrospective to
him. Over the years, the Torino Film
Festival has presented much of his
work: Astrolìte (in 2002), Il nido
(special mention in 2003), Oligarchico
(in 2007), Sonderbehandlung (in
2008), Notturno stenopeico (best
Italian short in 2009), Mammaliturchi!
(special mention in 2010), and Natura
morta in giallo (in 2012). Eco da
luogo scolpito was selected at the
Venice International Film Festival.
He presented his first feature film
I resti di Bisanzio (2014) in the
competition section of Pesaro Film
Festival, and at Doclisboa.
filmografia essenziale/
essential filmography
£ 3.000 (cm, 2000), Il sepolcro
(cm, 2000), Terminale (cm, 2000),
Dè-tail (cm, 2001), Trappe (cm, 2001),
Astrolìte (mm, 2002), Crisostomo (cm,
2003), Il nido (cm, 2003), Macerie
dell’arcobaleno (cm, 2004), Zittofono
(cm, 2005), Dal Toboso (cm, 2005),
Addestramento all’apocalisse (cm,
2006), Oligarchico (mosaico da
camera) (cm, 2007), Suite Joniadriatica
(cm, 2008), Sonderbehandlung
(cm, 2008), Fuga da Nicea (cm,
2008), Notturno stenopeico (cm,
2009), Prospettiva in fuga (cm, 2009),
Frammenti da un confine (cm, 2010),
Eco da luogo colpito (cm, 2011),
Natura morta in giallo (cm, 2012),
I resti di Bisanzio (2014).
I TA L I A N A . C O R T I
orso miyakawa
FUMO
Italia-Usa/Italy-USA, 2014, HD, 7’, bn/bw
Orso Miyakawa (Principato
di Monaco, 1992) ha trascorso
l’infanzia fra Torino e Tokyo, prima
di seguire la famiglia a Milano, dove
ha frequentato il liceo artistico di
Brera. Dopo una breve parentesi
a Parigi, si è trasferito negli Stati
Uniti per studiare cinema. Fumo
è il suo secondo cortometraggio.
SMOKE
regia, sceneggiatura,
montaggio, musica,
produttore/director,
screenplay, film editing,
music, producer
Orso Miyakawa
fotografia/cinematography
Andrew Nuzhnyy
scenografia/
production design
Orso Miyakawa,
Casey Daniel
interpreti/cast
Orso Miyakawa,
Saif Schexnayde, Manoel
Hudec, Melodie Shih,
Leonardo Ligan, Andrew
Puente, Lance Weinhardt,
Brian Hayes
**
contatti/contacts
Orso Miyakawa
[email protected]
Un tecnico del suono sta lavorando sul set di un film ed è
perdutamente innamorato dell’attrice protagonista. Siamo negli
anni Venti, il cinema è ancora muto e l’uomo è alle prese con la
sua ingombrante apparecchiatura di registrazione, quando il
microfono registra per sbaglio il suono dell’unica scena a cui
non avrebbe mai voluto assistere.
«Parodia del cinema muto del primo Novecento, Fumo è stato
girato privo di suono, seguendo lo stile e i canoni estetici delle
pellicole dell’epoca. Nel rispetto del ruolo “a tutto tondo”
caratteristico di alcuni dei più grandi maestri del passato, ho
personalmente composto ed eseguito la colonna sonora del
film, imponendomi inoltre di interpretare il ruolo del personaggio
principale. Il film è stato interamente girato in un capannone
industriale, dove io e la mia troupe abbiamo vissuto per tutta
la durata delle riprese».
**
It’s the 1920s, the time of silent era of motion pictures. A sound
technician working on set desperately falls in love with the lead
actress. While he is handling some cumbersome recording equipment,
the microphone accidentally starts recording the only scene he never
would have wanted to witness.
“Fumo is a parody of silent films from the early 20 century.
It was shot without sound, following the style and aesthetic canons
of movies from that time. Some of the great filmmakers of the past
were jacks-of-all-trades; so, as a sign of respect, I personally composed
and performed the soundtrack, and I also played the leading role.
We shot the film in a warehouse, where my crew and I lived for the
duration of the shooting.”
TH
145
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Orso Miyakawa (Principality of
Monaco, 1992) spent his childhood
between Turin and Tokyo. He then
moved with his family to Milan,
where he went to high school and,
after a short parenthesis is Paris,
he went to the United States to
study film. Fumo is his second short.
filmografia/filmography
Favorite Things (cm, 2014),
Fumo (cm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
guido nicolás zingari
IL MARE
Italia/Italy, 2014, HD, 37’, col.
Guido Nicolás Zingari (San José,
Costa Rica, 1984) ha studiato lettere,
filosofia, storia dell’arte e
antropologia culturale tra Lione,
Roma e Torino. Ha svolto numerose
missioni etnografiche tra il Senegal
e il Togo lavorando rispettivamente
sulle confraternite sufi e i culti vudù,
anche nel quadro di un dottorato
di ricerca dell’Università di Torino
tutt’ora in corso. Dal 2012 collabora
con il collettivo del Piccolo Cinema
di Torino, società di mutuo soccorso
cinematografico. Il mare è il suo
primo lavoro.
THE SEA
regia, fotografia,
montaggio/director,
cinematography,
film editing
Guido Nicolás Zingari
sceneggiatura/screenplay
Guido Nicolás Zingari,
Emmanuel Tonou,
Ekoé Kuéviakoé
interpreti/cast
Agboessi Gade,
Agudanon, Dope,
Maman Avedjida, Folly
suono/sound
Ekoé Kuéviokoé,
Giovanni Corona
produttori/producers
Guido Nicolás Zingari,
Alejandra Carreño Calderón
**
contatti/contacts
Guido Nicolás Zingari
Tel: +39 340 789 41 29
[email protected]
Regione marittima del Togo, villaggio di Zooti. Nel cuore delle
campagne, la vita segue il suo corso come sospesa a un filo che
collega ogni cosa: la nascita di un bambino, il lavoro nei campi,
il coro di una chiesa cattolica, i piccoli rituali della religione vudù.
In questa indolente e laconica armonia, Agboessi, a ventiquattro
anni, sta preparando l’esame di terza media, unica via d’uscita
da quell’universo ristretto, ultima luce che sembra animare
un’adolescenza troppo lunga.
«Il mare nasce da sogni ripetuti e ossessivi. La descrizione
del mondo in cui prende forma la narrazione è affidata ai gesti
della vita quotidiana. Ma sono proprio loro che, lontani dallo
sguardo didascalico tanto familiare al racconto etnografico,
cercano di corrodere l’immagine di un’Africa sempre religiosa
e troppo esotica, evocando un frammento d’intimità. In questo
piccolo percorso di liberazione, si giunge a un orizzonte onirico
e incompiuto su cui s’infrangono e si generano un nuovo destino
e un nuovo desiderio. Solo qui diventa possibile un incontro
irreale con l’altro».
**
Zooti is an inland village in Togo’s coastal region. In the middle of
its countryside, life continues along its path, hanging by a thread that
connects everything: a baby’s birth, the work in the fields, the choir
in a catholic church, the small rituals of voodoo religion. In this idle
and laconic harmony, twenty-four-year-old Agboessi is studying for her
final exam to complete middle school. It is the only way she can escape
that tight universe surrounding her, the last glimmer of hope in an
adolescence that lasted too long.
“Il mare (‘the sea’) comes from recurring and obsessive dreams.
The world where the story takes place is described through gestures
of daily routines. But, setting aside the didactic approach so familiar
to ethnographic stories, those are the aspects that try to corrupt an
image of Africa that is deeply religious, overly exotic, evoking a
fragment of intimacy. In this small journey toward liberation, we reach
a dream-like and incomplete horizon where a new destiny and a new
dream are born, replacing the former one. That is the only place where
it’s possible to have an unreal meeting with someone else.”
146
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Guido Nicolás Zingari (San José,
Costa Rica, 1984) studied literature,
philosophy, art history, and cultural
anthropology in Lyon, Rome, and Turin.
He carried out many ethnographic
studies in Senegal and Togo, working
respectively on Sufi and Voodoo
cultures, which is also the focus of
his ongoing research doctorate at the
University of Turin. He started working
in 2012 with the theatre company of
the Piccolo Cinema di Torino, a filmbased mutual aid society. Il mare is
his first film.
filmografia/filmography
Il mare (mm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
gianluca abbate
PANORAMA
Italia/Italy, 2014, HD, 7’, col.
PANORAMA
regia/director
Gianluca Abbate
suono/sound
Virginia Eleuteri Serpieri
**
contatti/contacts
Gianluca Abbate
[email protected]
www.gianlucaabbate.com
Una città che si estende in uno spazio globale infinito, senza
più luoghi disabitati e frontiere dove trovare riparo, prosecuzione
del concetto di polis divenuto però contemporaneo. In questo
paesaggio non si scorge nessun percorso di riammissione per
chi ne sia stato escluso, risvegliando mondi immaginari alla
ricerca di un equilibrio. Primo capitolo di una trilogia sull’idea
di agglomerato urbano.
«L’idea di Panorama nasce osservando il paesaggio
metropolitano che scorre davanti ai miei occhi, attraverso il
finestrino di un treno. I percorsi obbligati dei tram e dei bus,
veri e propri carrelli cinematografici sulla città, mi hanno ispirato
le immagini del film. Ho utilizzato piccole porzioni di filmati
amatoriali di utenti del web, elaborati e adattati con le tecniche
della computer grafica, formando uno scenario fantasmagorico
di una città distopica che è già presente. L’uomo che vive questo
spazio, le sue complicate condizioni di vita e l’influenza
dell’ambiente sono elementi così forti da coprire la voce della
natura».
**
A city stretching across an infinite global space: a modern progression
of the concept of polis (city), with no uninhabited areas or frontiers
where to seek refuge. This landscape, where there is no way to be
readmitted into society once you have been excluded from it,
reawakens imaginary worlds in search for equilibrium. Panorama
is the first chapter of a trilogy on the concept of conurbation.
“I got the idea for Panorama while I was on a train looking at the
urban scenery pass me by. The inspiration for the images in the film
came from the forced paths taken by trams and buses, de facto dolly
tracks across the city. I used cuts from amateur footage found online,
elaborating and adapting them with computer graphics techniques,
creating a phantasmagoric landscape of a dystopian city that already
exists. The man living in this place, the complicated life conditions,
and the environment’s influence are so strong they cover up the voice
of nature.
147
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Gianluca Abbate si è diplomato
nel 2003 al Centro sperimentale
di cinematografia di Roma e ha
fondato due agenzie di
comunicazione indipendenti, Ade
Creative Studio e Studio Brutus.
Artista multidisciplinare, nel 2008
ha curato l’identità grafica e sonora
del canale televisivo Qoob.tv, per
Mtv, e nel 2011 ha tenuto un corso
sulle nuove tecnologie del cinema
e della tv, dedicato alle tecniche
della videoinstallazione e del
videomapping, presso la Scuola
civica di cinema di Milano.
Ha diretto diversi cortometraggi,
fra cui H2O (2006), presentato
al Torino Film Festival.
Gianluca Abbate graduated from the
Centro sperimentale di cinematografia
in Rome in 2003 and started two
independent communication agencies:
Ade Creative Studio and Studio Brutus.
As a multidisciplinary artist, he curated
in 2008 the graphic and audio identity
of the television channel Qoob.tv for
MTV; in 2011, he taught a class at
Milan’s film school (the Scuola civica
di cinema di Milano) on new
technologies in cinema and television,
focusing on video installations and
video mapping. He directed several
short films, including H2O (2006),
which was presented at the Torino
Film Festival.
filmografia/filmography
Cell (cm, 2002), H2O (cm, 2006),
The Story of Gardens (cm, 2012),
Microbioma (cm, 2013), Panorama
(cm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
mathieu volpe
IL SEGRETO DEL SERPENTE
Belgio/Belgium, 2014, HD-Super8-16mm, 18’, bn/bw-col.
Mathieu Volpe (Roma, 1990),
di padre italiano e madre belga, ha
vissuto a Bari fino ai diciannove anni.
Nel 2009 si è trasferito a Bruxelles
per studiare regia all’Institut des arts
de diffusion di Louvain-la-Neuve.
Questo documentario è il suo film
di fine studi.
SOME THINGS
ARE BETTER
LEFT UNTOLD
regia/director
Mathieu Volpe
fotografia/cinematography
Pierre-Edouard Jasmin
montaggio/film editing
Andy De Keersmaecker
musica/music
Vincent D’Hondt
suono/sound
Luise Trinques
interprete/cast
Pietro Marullo (voce fuori
campo/voice over)
produzione/production
Mediadiffusion
**
Mathieu Volpe
[email protected]
Mediadiffusion
[email protected]
www.mediadiffusion.eu
Mathieu Volpe (Rome, Italy, 1990),
an Italian father and a Belgian mother,
lived in Bari until he was nineteen.
In 2009 he moved to Brussels to study
directing at the Institut des arts de
diffusion in Louvain-la-Neuve. This
documentary is his graduating film.
Un viaggio tra la Puglia e la Basilicata durante un’estate afosa.
I borghi arroccati sul mare, le grotte e le processioni religiose che
affollano le vie facendole risuonare dei canti liturgici. Il rito
quotidiano del rosario recitato dalle donne del paese, gli antichi
mosaici delle chiese che sembrano prendere vita sotto lo sguardo
della macchina da presa. Luoghi e persone il cui ricordo affiora
durante un nuovo viaggio, insieme a quello di un volto amato.
«Cinque anni fa, un amico mi ha accompagnato in Puglia mentre
tornavo dalla mia famiglia: sotto il sole cocente di agosto,
abbiamo scoperto insieme dei luoghi che fino ad allora mi erano
totalmente sconosciuti. […] Rivisitando tali scenari, riporto alla
luce i resti di una storia d’amore non corrisposto intrecciandoli
a una riflessione sulle immagini come traccia della nostra vita
e sulla necessità dell’oblio per rimarginare le ferite segrete.
Affidarsi alle immagini che perdurano nella memoria collettiva
potrebbe essere la risposta alla lenta erosione che il tempo opera
sui nostri ricordi».
**
A voyage in Puglia and Basilicata one muggy summer. Villages
perched above the sea, sea caves, and religious processions that crowd
the streets, making them echo with liturgical songs. The daily rite
of the rosary recited by the townswomen, ancient mosaics in the
churches that seem to come to life before the movie camera. Places
and people whose memory surfaces during a new journey, along with
that of a beloved face.
“Five years ago, a friend accompanied me to Puglia when I returned
home: under the hot August sun, we discovered places that until then
were completely unknown to me. […] By visiting those places once
again, I have brought back to light traces of an unrequited love
story, weaving it together with a reflection on images as traces of
our life and the need for oblivion in order to heal our secret wounds.
Entrusting ourselves to these images that last in the collective
memory might be the answer to the slow erosion that time effects
on our memories.”
148
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
filmografia/filmography
Il segreto del serpente (cm, 2014).
I TA L I A N A . C O R T I
alberto gemmi, enrico masi
SINAI
UN ALTRO PASSO SULLA TERRA
Italia-Croazia/Italy-Croatia, 2014, HD-16mm, 29’, col.
Alberto Gemmi ha studiato cinema
e filmmaking. Nel 2010 ha realizzato
il corto Stuck Within e nel 2012 il
documentario I colonnelli di Roma.
Con Go Burning Atacama Go ha vinto
il premio per il miglior film al Lucca
Experimental Film Festival.
Attualmente è impegnato nel suo
primo documentario lungo, sulla
riqualificazione di un’importante
area industriale.
SINAI
ANOTHER STEP
ON THE
EARTH
regia/directors
Alberto Gemmi,
Enrico Masi
soggetto/story
Alberto Gemmi, Enrico
Masi, Stefano Migliore
sceneggiatura/screenplay
Enrico Masi
fotografia/cinematography
Alberto Gemmi
montaggio/film editing
Diego Berrè
musica/music
Zende Music
suono/sound
Jacopo Bonora
interpreti/cast
Ivana Zaninovic,
Sinai Zaninovic
produttore/producer
Stefano Migliore
produzione/production
Caucaso
**
contatti/contacts
Caucaso Factory
Tel: +39 051 095 08 23
[email protected]
www.caucaso.info
A ovest Venezia, a est Costantinopoli. La storia di un uomo che
vive alla periferia dell’impero, nell’arcipelago croato. Il villaggio
di Velo Grablje, con i suoi ultimi cinque abitanti, scompare in
un mare di nebbia, in una regione al termine di questa Europa
globale. Una voce femminile, che si presenta come l’oracolo
di Delfi; una donna nata in Marocco che ha deciso di vivere
sull’isola di Hvar. Guerra, morte, eredità del socialismo reale,
in un dialogo generazionale tra Ivana e suo zio, nato Sinai
Zaninovic.
«L’isola di Hvar, poco lontano dalle coste dalmate, è stata per
noi il centro del Mar Adriatico, il centro del nostro piccolo
mondo. Qui abbiamo incontrato le origini di una civiltà antica
e soprattutto tentato di comprendere l’eredità della sua storia
moderna. Il cinema è stato il nostro strumento. La coregia ha
unito questi respiri all’interno di un unico vocabolario. I dialoghi
sono stati infiniti, pronunciati durante tutta la notte e poi ancora
nel sonno». (Alberto Gemmi)
**
Venice to the west and Constantinople to the east. The tale of a man
who lives in the Croatian archipelago, in the outskirts of the empire.
The town of Velo Grablje, with its last five inhabitants, disappears in
a sea of fog, in a region on the border of this global Europe. A female
voice presents herself as the Oracle of Delphi. A woman born in
Morocco who decided to live on the island of Hvar. War, death, the
legacy of real socialism in a generational exchange between Ivana
and her uncle, Sinai Zaninovic.
“The island of Hvar, which isn’t far from the Dalmatian shores, felt
like it was in the middle of the Adriatic Sea: it was the center of our
little world. We discovered the origins of an ancient civilization, and
we especially tried to understand the legacy of its modern history.
Film was our medium. The co-direction combined these breaths in a
single vocabulary. The dialogues were eternal, spoken throughout the
entire night, and then also while sleeping.” (Alberto Gemmi)
149
SOMMARIO
I TA L I A N A . C O R T I
Enrico Masi, laureatosi a Bologna
in lettere moderne e cinema, è tra
i fondatori del gruppo Caucaso,
con il quale dal 2004 realizza film
e organizza happening e concerti
in Italia e in Europa. Attivo dal 2008
come antropologo visuale, è al
momento impegnato nel suo nuovo
progetto filmico, A Batalha de
Lepanto.
Alberto Gemmi studied cinema and
filmmaking. He made the short Stuck
Within in 2010, and the documentary
I colonnelli di Roma in 2012. He won
the award for best film at the Lucca
Experimental Film Festival for the film
Go Burning Atacama Go. He is
currently working on his first long
documentary on the renovation of
a major industrial area.
Enrico Masi studied modern letters
and cinema. He is one of the founding
members of the group Caucaso; they
start making films in 2004 and
organize happenings and concerts
in Italy and across Europe. He has
been working as a visual anthropologist
since 2008, and he is currently working
on his new film project, A Batalha de
Lepanto.
filmografia/filmography
Alberto Gemmi:
Stuck Within (cm, 2010), I colonnelli
di Roma (doc., 2012), Go Burning
Atacama Go (cm, 2012).
Alberto Gemmi, Enrico Masi:
Sinai - Un altro passo sulla terra
(cm, doc., 2014).
ONDE
I FILM
| DEBORAH STRATMAN HACKED CIRCUIT | EMILIANO GRIECO LA HUELLA
| TONINO DE BERNARDI JOUR ET NUIT - DELLE DONNE E DEGLI UOMINI PERDUTI |
TRUONG QUE CHI MAT TROI DEN - BLACK SUN | JACQUELINE GOSS, JENNY PERLIN THE MEASURES |
JENNIFER REEDER A MILLION MILES AWAY | MAUREEN FAZENDEIRO MOTU MAEVA | GUSTAVO
VINAGRE NOVA DUBAI | TAMARA DRAKULIĆ OKEAN - OCEAN | NARIMAN TUREBAEV
PRIKLYUCHENIE - ADVENTURE | CLÉMENT COGITORE SANS TITRE | EUGÈNE GREEN LA SAPIENZA |
GIACOMO ABBRUZZESE THIS IS THE WAY | EDUARDO WILLIAMS TÔI QUÊN RÔI! - I FORGOT! |
KONSTANTINA KOTZAMANI WASHINGTONIA | ABHIJIT MAZUMDAR YETI | ANDREW T. BETZER
YOUNG BODIES HEAL QUICKLY | IVAN SALATIĆ ZAKLONI - SHELTERS
LUCA FERRI ABACUC
EN LA NIEBLA
ONDE
- JOSEPHINE DECKER
| THOU WAST MILD & LOVELY | WHERE ARE YOU GOING,
| BALKAN CAMP | WALTER AND KAYLA | THE LIBRARY OF AUDREY | EVACUATION |
ME THE TERRIBLE | GONE WILD | JOSEPHINE DECKER, BRITTANY BLOCKMAN NAKED PRINCETON |
JOSEPHINE DECKER, ZEFREY THROWELL MADONNA MIA VIOLENTA
JOSEPHINE DECKER BUTTER ON THE LATCH
ELENA?
SOMMARIO
ONDE
Mappe per nuovi mondi
DI MASSIMO CAUSO E ROBERTO MANASSERO
La Sapienza (2014)
La selezione di Onde 2014 è una sorta di
mappa tracciata dal cinema su orizzonti
geografici e strategie cinematografiche che
forzano il dispositivo del filmare in direzione
della vita. Un cinema di mappature per viaggi
alla scoperta di topografie esistenziali,
planimetrie labirintiche, biografie oceaniche
e traversate della coscienza. In un susseguirsi
di opere che reinventano le grandi narrazioni
classiche (l’avventura, il periplo, l’on the road,
il nostos, il ritorno...) e la meticolosità degli
appunti di viaggio.
L’imprinting ideale lo offre il viaggio in Italia
di Eugène Green, che torna al Festival con
un’opera come La sapienza, che va incontro
151
SOMMARIO
ONDE
al Borromini per ritrovare le altezze del vivere.
Altri viaggi quelli americani, che percorrono la
frontiera tra la profondità della coscienza e la
forza delle pulsioni: i fratelli di Young Bodies
Heal Quickly di Andrew T. Betzer portano la
loro adolescenza nelle badlands della civiltà
americana, mentre Jacqueline Goss e Jenny
Perlin eseguono in The Measures la ricognizione
di un territorio dove storia, innocenza e libertà
imparano a misurarsi reciprocamente.
E se Deborah Stratman, in Hacked Circuit,
misura le distanze spaziali e concettuali tra
il suono e la visione sul corpo della
Conversazione, Jennifer Reeder in A Million
Miles Away traccia nelle dinamiche di una
classe femminile i linguaggi generazionali.
Prendono invece le misure del loro quartiere
i protagonisti di Nova Dubai del brasiliano
Gustavo Vinagre, «porno-terrorista» che
coniuga sesso ed edilizia in chiave politica,
mentre in Yeti l’indiano Abhijit Mazumdar
incarna nella topografia della periferia
metropolitana il corpo del cinema che si fa
set e vita. Così come in Adventure il kazako
Nariman Turibayev veste di languori esistenziali
le notti bianche (Dostoevskij) di una guardia
giurata. L’argentino Emiliano Grieco in La
huella en la niebla intinge di vaghi umori
conradiani il ritorno a casa del suo antieroe,
mentre sfogliano le pagine di un diario di
viaggio al termine della vita sia la serba
Tamara Drakulić, che in Ocean radica il suo
tempo interiore in una traversata oceanica,
sia la portoghese Maureen Fazendeiro, che
in Motu Maeva attraversa una biografia di
viaggi in Super8. Una (auto)biografia da
smartphone è invece quella di una diciottenne
olandese raccontata in This Is the Way da
Giacomo Abbruzzese, italiano in Onde
assieme al labirinto ludico-filosofico tracciato
da Luca Ferri in Abacuc e all’appassionato
deambulare esistenziale di Tonino De Bernardi
in Jour et nuit. La greca Konstantina Kotzamani
ci offre la folgorante visione di una Atene
tropicale in Washingtonia, mentre il Vietnam
si apre allo sguardo sorprendentemente
speculare di Truong Que Chi in Black Sun
e di Eduardo Williams in I Forgot! E se il
montenegrino Ivan Salatić sospende il tempo
di un estivo coming of age in Shelters, il francese
Clément Cogitore fonde arcaico passato e
futuro presente nel messianesimo immanente
di Sans titre.
ONDE
Maps to new worlds
BY MASSIMO CAUSO AND ROBERTO MANASSERO
Young Bodies Heal Quickly (2014)
This year, the selection Onde has made is
a sort of map which cinema has drawn of
geographical horizons and film strategies that
force the camera’s gaze in the direction of life.
A cinema of mapping for voyages to discover
existential topographies, labyrinthine
planimetries, oceanic biographies and
crossings of the conscience. All in a succession
of films that reinvent the great classics of
narration (adventure, circumnavigation, on
the road, nostos, returns…) and the precision
of journey logbooks.
An ideal imprinting is provided by the Italian
journey of Eugène Green, who returns to the
Festival with his film La sapienza, that searches
out Borromini to rediscover the zeniths of life.
Then there are American voyages that follow
the border between the depths of the
conscience and the power of desires: the
brothers in Young Bodies Heal Quickly by
Andrew T. Betzer take their adolescence
into the badlands of American civilization;
Jacqueline Goss and Jenny Perlin, in The
152
SOMMARIO
ONDE
Measures, reconnoiter a territory in which
history, innocence and freedom learn to
measure each other up. And if Deborah
Stratman, in Hacked Circuit, measures spatial
and conceptual distances between sound and
sight while working on The Conversation,
Jennifer Reeder in A Million Miles Away traces
generational languages within the dynamics
of an all-girl class. Instead, the protagonists
of Nova Dubai by Brazil’s Gustavo Vinagre,
a “porn-terrorist” who parses sex and the
construction industry in a political key, take
the measure of their neighborhood; while in
Yeti, India’s Abhijit Mazumdar transforms the
topography of metropolitan suburbs into the
embodiment of a type of cinema that makes
itself both set and life. In Adventure, the Kazakh
Nariman Turibayev drapes the white nights
(Dostoevsky) of a nightwatchman in existential
languor. Argentina’s Emiliano Grieco, in La
huella en la niebla, enfolds nebulous echoes
of Conrad around the homecoming of his
anti-hero; while the pages of a journey’s
logbook are riffled as life comes to an end,
in films by the Serbian Tamara Drakulić who,
in Ocean, roots her interior time in an ocean
crossing, and by the Portuguese Maureen
Fazendeiro who, in Motu Maeva, traverses
a biography of trips in Super8. A Smartphone
(auto)biography is recounted by an eighteenyear-old Dutch girl in This Is the Way by
Giacomo Abbruzzese, an Italian participant
in Onde, along with the playful-philosophical
labyrinth traced by Luca Ferri in Abacuc and
the passionate, existential wandering of
Tonino De Bernardi in Jour et nuit. Greece’s
Konstantina Kotzamani offers us the dazzling
vision of a tropical Athens in Washingtonia,
while Vietnam opens itself to the surprisingly
specular gaze of Truong Que Chi in Black Sun
and of Eduardo Williams in I Forgot! And if
Montenegro’s Ivan Salatić suspends time in
a summer coming-of-age story in Shelters,
France’s Clément Cogitore combines an archaic
past and a present future in the immanent
messianism of Sans titre.
ONDE
luca ferri
ABACUC
Italia/Italy, 2014, Super8, 81’, bn/bw
ABACUC
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Luca Ferri
fotografia/cinematography
Giulia Vallicelli
montaggio/film editing
Alberto Valtellina
musica/music
Dario Agazzi
interprete/cast
Dario Bacis
produttore/producer
Angelo Signorelli
produzione/production
Lab 80 film
**
contatti/contacts
Lab 80 film
Alberto Valtellina
Tel: +39 03 55 78 10 21
[email protected]
www.lab80.it
A
Abacuc vive in una casa ferroviera il cui giardino è delimitato
dalle rotaie. Non proferisce parola, ma attraverso la cornetta del
telefono giungono voci lontane. Le sue giornate sono scandite
dalle passeggiate al cimitero, unico luogo di conforto che sembra
poterlo proteggere dalla città. Tra le tombe mangiate dal tempo,
l’uomo vagabonda alla ricerca di nomi perduti, che riportano
a un mondo per sempre passato. È «l’ultimo uomo», forse un
superstite.
«La concezione del film è legata alla monumentalità delle rovine.
La rovina e il monumento sono condensati nello stesso corpo e
nel medesimo sguardo. Memore delle macerie delle avanguardie,
non voglio cadere sedotto dal nuovo classicismo camuffato da
una parvenza di nuove vesti o storie. Ecco così un film immobile
e fotografico dove alla telecamera e alla narrazione non è più
richiesto alcun movimento. La realtà preesistente viene
documentata senza pretesa di verità. Finzione e documentario
travalicano e sconfinano per incontrarsi in altri territori quali
il teatro marionettistico, il teatro dell’assurdo e la fotografia».
**
Abacuc lives in a railway house, with a garden circumscribed by the
train tracks. He doesn’t speak a word, but distant voices can be heard
from the phone. He spends his days walking around the cemetery,
the only comforting place that seems to shelter him from the city.
The man wanders among the tombstones corroded by time, seeking
long forgotten names that bring him back to a time forever gone.
He’s “the last man,” maybe a survivor.
“The idea for the film originated from the monumental nature of
ruins. Ruins and monuments, fused in the same body, condensed in
one sight. Mindful of the debris of avant-garde movements, I don’t
want to give into the seduction of this new form of classicism masked
under new guises and stories. So here is a motionless and
photographic film, where camera and narration are no longer
required to move. The preexisting reality is documented without any
pretense for truth. Fiction and documentary exceed their boundaries
and come together in other realms, like the world of puppet shows,
theatre of the absurd, and photography.”
153
SOMMARIO
Luca Ferri (Bergamo, 1976) ha diretto
video presentati in rassegne e
concorsi nazionali e internazionali.
Con il lungometraggio
Dodoanimaleinettoal, realizzato in
collaborazione con Lab 80 film, è
stato selezionato in diversi festival
e ha vinto il Best Video Award al
Prog:ME di Rio de Janeiro. Magog
[o epifania del barbagianni] è stato
presentato alla 48 Mostra
internazionale del nuovo cinema
di Pesaro, mentre Habitat [Piavoli],
girato insieme a Claudio Casazza,
è stato presentato alla scorsa
edizione del Torino Film Festival.
I suoi lavori sono stati prodotti da
Lab 80 film e recentemente acquisiti
dal circuito Nomadica.
ONDE
Luca Ferri (Bergamo, Italy, 1976)
has directed videos presented at many
national and international festivals
and competitions. His feature film
Dodoanimaleinettoal, made in
collaboration with Lab 80 film, was
selected by several film festivals and
won the Best Video Award at Prog:
ME in Rio de Janeiro. Magog
[o epifania del barbagianni] was
presented at the 48 Pesaro
International Film Festival of New
Cinema; Habitat [Piavoli], which
he shot with Claudio Casazza, was
presented during last year’s edition
of the Torino Film Festival. His work
is produced by Lab 80 film, and was
recently bought by the Nomadica
circuit.
TH
filmografia/filmography
Educere Movere Billiardo (mm, 2004),
Anna vs Oliva (mm, 2004),
Ergonomia culanda (mm, 2005),
Scano Boa (mm, 2005), Fiori di Broca
(mm, 2005), Dodoanimaleinettoal
(2005), Di nuovo giggi e il rattan
(cm, 2007), Magog [o epifania del
barbagianni] (cm, 2011), Ecce Ubu
(2012), Kaputt/Katastrophe
(cm, 2012), Habitat [Piavoli]
(coregia/codirector Claudio Casazza,
2013), Abacuc (2014).
ONDE
deborah stratman
HACKED CIRCUIT
Usa, 2014, HD, 15’, col.
HACKED
CIRCUIT
regia, soggetto,
produttore/director,
story, producer
Deborah Stratman
fotografia/cinematography
Norbert Shieh
suono/sound
Deborah Stratman, Aaron
Bartscht, Lou Mallozzi
interpreti/cast
Gregg Barbanell,
Darrin Mann
**
contatti/contacts
Deborah Stratman
[email protected]
Un unico piano sequenza per descrivere ciò accade in uno studio
di post produzione, in cui si stanno doppiando i suoni della
Conversazione di Coppola. Ciò che normalmente è invisibile allo
spettatore compare sullo schermo, in un gioco di rimandi tra
realtà e finzione.
«Mi ci sono voluti due anni di spedizioni esplorative in diversi studi
registrazione per effetti sonori nella zona di Los Angeles, prima di
trovarne uno in cui la location e la struttura fossero adatte alla
forma circolare che volevo dare al film. Mi serviva uno studio
autonomo, con una porta davanti e una sul retro, in una zona in
cui fare il giro dell’isolato non richiedesse troppo tempo. […]
Inoltre, cercavo una strada dove ci fosse la vera vita, non una sua
riproduzione, così che il pubblico, man mano che il film andava
avanti, potesse avere dubbi su cosa fosse reale e cosa fittizio.
Quando finalmente ho scovato lo studio al 1533 di Magnolia
Boulevard a Burbank, grazie all’aiuto del mio foley artist Gregg,
ho capito che avevamo la location giusta per il film».
**
One sequence shot to describe what goes on in a post-production
studio, where the soundtrack of Francis Ford Coppola’s The
Conversation is being dubbed. What is normally invisible to the
spectator appears on the screen, alternating reality and fiction.
“It took two years of occasionally scouting trips to multiple foley
stages around Los Angeles before I found one whose location and
layout suited the circular shape I wanted the film to take. I needed
a stand-alone stage, with both a back and front door, and in a
neighborhood where going around the block would not take
inordinately long. […] And I needed a real street where life was going
by, un-constructed. So that, as the film progresses, the audience can
have multiple and shifting suspicions about what is real and what
is fabricated. When I finally found, with the help of my foley artist
Gregg, the studio at 1533 Magnolia in Burbank, I knew we had
our location.”
154
SOMMARIO
ONDE
Deborah Stratman vive e lavora a
Chicago, dove insegna presso la
University of Illinois. Le sue opere,
che alternano pellicola 16mm, video
e digitale, sono state ospitate nei più
importanti musei del mondo, come
il MoMA di New York o il Centre
Pompidou di Parigi, e proiettate
in manifestazioni di rilevanza
internazionale come il Sundance, la
Viennale, il Cph/Dox, l’Oberhausen
Film Festival e il Rotterdam Film
Festival. Al Torino Film Festival
ha presentato nel 2009 il
mediometraggio O’er the Land
e l’anno successivo il corto Shrimp
Chicken Fish.
Deborah Stratman lives and works
in Chicago, where she teaches at the
University of Illinois. Her works
alternate the use of 16mm film, digital
and video, and have been featured at
world-famous museums, such as
MoMA in New York and the Centre
Pompidou in Paris, and have been
screened at internationally important
events, including Sundance, the
Viennale, Cph/Dox, the Oberhausen
Film Festival and the Rotterdam Film
Festival. At the 2009 Torino Film
Festival she presented the mediumlength O’er the Land and the following
year, the short Shrimp Chicken Fish.
filmografia essenziale/
essential filmography
My Alchemy (cm, 1990), Upon a Time
(cm, 1991), A Letter (cm, 1992),
Possibilities, Dilemmas (cm, 1992),
The Train from LA to LA (cm, 1992),
Palimpsest (cm, 1993), Walking (cm,
1994), Iolanthe (cm, 1995), On the
Various Nature of Things (cm, 1995),
From Hetty to Nancy (cm, 1997),
The BLVD (mm, 1999), Untied
(cm, 2001), In Order Not to Be Here
(cm, 2002), Energy Country (cm,
2003), Kings of the Sky (mm, 2004),
How Among the Frozen Words (cm,
2005), It Will Die Out in the Mind
(cm, 2006), The Magician’s House
(cm, 2007), Butter and Tomatoes
(cm, 2008), The Memory (cm, 2008),
Kuyenda N’Kubvina (cm, 2010), FF
(cm, 2010), Ray’s Birds (cm, 2010),
…These Blazering Starrs! (cm, 2011),
Village, Silenced (cm, 2011), The
Name Is Not the Thing Named (cm,
2012), Musical Insects (cm, 2013),
Immortal, Suspended (cm, 2013),
Second Sighted (cm, 2014).
ONDE
emiliano grieco
LA HUELA EN LA NIEBLA
Argentina, 2014, HD, 82’, col.
THE TRACE
IN THE FOG
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Emiliano Grieco
fotografia/cinematography
Tebbe Shöningh
montaggio/film editing
Federico Rotstein
interpreti/cast
Damián Enriquez, Emme
De Silva, Germán De Silva
produttore/producer
Daniel Werner
produzione/production
Werner Cine
**
contatti/contacts
Werner Cine
Daniel Andres Werner
[email protected]
www.wernercine.com
Elias si è macchiato di un omicidio. Ferito e perso nella nebbia,
torna alla sua isola. Dopo la piena tutto è cambiato: nulla è
rimasto come ricordava e la casa in cui viveva è vuota. Il padre
gli offre un riparo ma, in cuor suo, non si fida di lui. I nuovi vicini
gli dicono dove può trovare la moglie e il figlio, che ora vivono
con un altro uomo e non vogliono rivederlo. A nulla valgono gli
sforzi di Elias, che smette di bere, sistema la fattoria in cui
vivevano e trova lavoro su una barca. E man mano che il dolore
cresce, anche la natura sembra inghiottirlo.
«L’acqua è l’elemento chiave del film: magica, ammaliante,
avvolta dalle ombre. È dove la vita si realizza, dove una persona
può sparire. Elias, come la natura che lo circonda, si sente ferito
e cerca la guarigione in un ambiente tranquillo che però, a sua
volta, sta diventando sempre più ostile e inquinato. A bordo di
una canoa, Elias naviga su un fiume nebbioso fatto di sogni,
mosso da uno strano vento mentre cerca la sua isola, la sua casa,
la sua famiglia».
**
Elias has committed a murder. Wounded and lost in the fog, he
returns to his island. After the flood everything has changed: nothing
has remained the way he remembered and the house he used to live
in is empty. His father offers him shelter but, deep down, he doesn’t
trust him. The new neighbors tell him where he can find his wife and
his son, who now live with another man and don’t want to see him
again. All Elias’ efforts are in vain, he has quit drinking, fixed up the
farm where they used to live together, and has found work on a boat.
And as the pain slowly increases, even the nature seems to swallow
him up.
“Water is a key element of the film – magical, captivating, and
wrapped in shadow. It is where life unfolds; it is where a person
can disappear. Like the nature that surrounds him, Elias is hurt
and is looking for healing in a quiet environment that is becoming
increasingly hostile and polluted. In his canoe, Elias navigates a river
of dreams full of fog, pushed ahead by a strange wind as he searches
for his island, his house, his family.”
155
SOMMARIO
ONDE
Emiliano Grieco (Argentina, 1981)
ha studiato comunicazione presso
l’Universidad nacional de Entre Ríos
e cinema documentaristico presso
la Universidad popular de madres
de Plaza de Mayo, seguendo le
lezioni di Gustavo Hennekens,
Fernando Birri e Jorge Prelorán.
Ha poi concluso i suoi studi presso
l’Instituto universitario nacional
del arte. Come regista e produttore
ha vinto numerosi premi con il
cortometraggio documentario Son
of the River (2009) e ha partecipato
al Festival internacional de cine de
Mar del Plata con il documentario
Diamante (2013).
Emiliano Grieco (Argentina, 1981)
studied communication at the
Universidad nacional de Entre Ríos
and documentary film at the
Universidad popular de madres de
Plaza de Mayo, following classes held
by Gustavo Hennekens, Fernando
Birri and Jorge Prelorán. He completed
his studies at the Instituto universitario
nacional del arte. As a director and
producer, he has won numerous prizes
with the documentary short Son of
the River (2009) and participated
at the Festival internacional de cine
de Mar del Plata with the
documentary Diamante (2013).
filmografia essenziale/
essential filmography
Son of the River (cm, doc., 2009),
Diamante (doc., 2013), La huela
en la niebla (2014).
ONDE
tonino de bernardi
JOUR ET NUIT - DELLE DONNE
E DEGLI UOMINI PERDUTI
Italia/Italy, 2014, HD, 110’, col.
NIGHT AND
DAY - WOMEN
AND MEN
LOST
regia, soggetto,
sceneggiatura, fotografia/
director, story, screenplay,
cinematography
Tonino De Bernardi
montaggio/film editing
Maicol Casale
musica/music
Joana Preiss
interpreti/cast
Lou Castel, Joana Preiss,
Joana Curvo, Claudia
Marelli, Caterina Barone,
Fulvio Baglivi, Donatello
Fumarola, Lahcen Ragouzi,
Marie Vic Debré,
Rémy Héritier
produttori/producers
Tonino De Bernardi,
Mariella Navale
produzione/production
Lontane Province Film
**
contatti/contacts
Tonino De Bernardi
[email protected]
Figure di donne (le storie alle spalle) nella prostituzione tra
Italia e Francia (e Brasile), che un tempo si dicevano perdute,
e di uomini, anch’essi non meno perduti.
«Film dai tanti titoli. Il primo potrebbe essere Come battersi, da
uno scritto-poesia di Leonetti che mi ha portato da Lou Castel […]
e a cui cerco di rispondere nel finale. Il secondo, Caravaggio di
strada, a cui devo l’inizio (grazie a chi l’ha filmato per me). Poi
Hellas mon amour, che riecheggia Duras e Resnais, cioè la Grecia,
Paese del cuore e dell’anima, la cui civiltà ci ha creati e nutriti, e
oggi continua a farlo in barba al default. […] E ancora Le voci dei
libri (ogni libro ha tante voci), perché continuerei a comprare libri
sulle bancarelle in mezzo ai quali vivere sommerso e perduto.
E poi Voci di persone, qua e là, tentando l’affresco o le tessere del
mosaico. E Doppio suicidio, titolo della grande Pia Epremian De
Silvestris ma indicando Paul Lafargue (Le droit à la paresse) e la
moglie Laura Marx, figlia di Karl, suicidatisi insieme. […] Come
ultimo, Potrei scoppiare: ed è per questo che devo fare i film».
**
Portraits of women, stories from their past and their present as
prostitutes working between Italy and France (and Brazil). Women
who used to think they were lost, and men just as lost as them.
“It’s a movie with many titles. The first could be ‘How to fight,’ from
an essay-poem by Leonetti, brought to me by Lou Castel […], whom
I tried to answer in the ending. The second, ‘Street Caravaggio,’ to
which I owe the beginning thanks to those who filmed it for me.
Then to ‘Hellas mon amour,’ with echoes of Duras and Resnais:
the heart of Greece and the soul of a civilization that created and
nurtured us, and that continues to do so today despite the financial
default. […] And also ‘The voices of the books’ (every book has many
voices), because I would keep on buying books, living surrounded
and lost among them. Or ‘People’s voices,’ here and there, like brush
strokes in a fresco or the tiles of a mosaic. And ‘Double suicide,’
a film by the great Pia Epremian De Silvestris about of Paul Lafargue
(author of The Right to Be Lazy) and his wife Laura Marx (Karl’s
daughter), and their decision to commit suicide together. […]
And, lastly, ‘I could burst:’ and that’s why I need to make movies.”
156
SOMMARIO
ONDE
Tonino De Bernardi, regista
underground dal 1967 al 1983, nel
1987 gira il suo primo lungo «ufficiale»
Elettra, da Sofocle, prodotto da
Rai3 e interpretato da attori non
professionisti di Casalborgone, dove
insegna alle scuole medie fino al 1992.
Con Viaggio a Sodoma (1988) vince ex
aequo con Godard il World Wide Video
Festival di Den Hag, in Olanda, e con
Piccoli orrori (1994), prodotto dalla sua
Lontane Province Film, ottiene una
menzione speciale a Taormina, il
premio Cittadella d’Arezzo e un
riconoscimento per Iaia Forte a
Bellaria. Partecipa poi in concorso alla
Mostra di Venezia con Appassionate
(1999) e nella sezione Orizzonti con
Médée miracle (2007). È un filmmaker
irrequieto e debordante. Potrebbe
scoppiare.
Tonino De Bernardi was an
underground filmmaker from 1967
to 1983. He shot his first “official”
feature-length in 1987: the film Elettra
(based on Sophocles’ tragedy), produced
by RAI3, involved the participation
of non-professional actors from
Casalborgone, where he worked as
a middle school teacher until 1992.
Viaggio a Sodoma (1988) was with
Jean-Luc Godard’s film as co-winner
of the World Wide Video Festival in Den
Hag (The Netherlands). Piccoli orrori
(1994), produced by his company
Lontane Province Film, received a special
mention in Taormina, the Cittadella
d’Arezzo Award, and a prize for Iaia
Forte at Bellaria. He then participated
at the Venice Film Festival in
competition with Appassionate (1999),
and in Orizzonti with Médée miracle
(2007). He is a restless filmmaker
overflowing with projects. He could burst.
filmografia/filmography
Dei (1968-1969), Il quadrato
(1971-1972), Il rapporto coniugal
parentale (1973-1976), L’io e le
aggregazioni (1977-1979), Donne
(1980-1982), Piccoli orrori (1994), Fiori
del destino (1997), Appassionate (1999),
Rosatigre (2000), La strada nel bosco
(2001), Farelavita (2001), Lei (2002),
Le cinéma dans tous ses états (ep. Terra,
cm, 2002), Serva e padrona (2003),
Latitudini (2003), Marlene de Sousa
(2004), Passato presente (2005),
Accoltellati (Accoltellatori) (2006),
Médée miracle (2007), Pane/Piazza
delle camelie (2008), Butterfly - L’attesa
(2010), Ed è così. Circa. Più o meno
(2011), Casa dolce casa (2012), Hotel
de l’Univers (2013), Jour et nuit - Delle
donne e degli uomini perduti (2014).
ONDE
truong que chi
MAT TROI DEN
Vietnam-Francia/Vietnam-France, 2014, HD, 11’, col.
Truong Que Chi (Vietnam, 1987)
è una filmmaker, artista e scrittrice
che vive tra Parigi e Hanoi. Si è
diplomata con un master in cinema
conseguito presso l’Università di
Parigi III - Sorbonne Nouvelle.
Nel 2010 ha diretto il suo primo
film, il documentario Hair That Grows
Outside in, mentre Black Sun è il suo
primo lavoro di finzione.
BLACK SUN
regia, sceneggiatura,
produttore/director,
screenplay, producer
Truong Que Chi
fotografia/cinematography
Le Kim Hung
montaggio/film editing
Lisa Gyongy
musica/music
Tri Minh
suono/sound
Fabien Cador,
Nguyen Hong Quan
interpreti/cast
Do Van Hoang,
Nguyen Thanh Mai
**
contatti/contacts
Truong Que Chi
Tel: +33 619 87 30 15
[email protected]
Una giovane coppia passeggia per le vie di Saigon, la città più
viva del Vietnam. Sullo sfondo, le note di una canzone rock’n’roll,
la cui melodia rispecchia la visione pessimistica dei giovani
abitanti del Vietnam del Sud prima dell’incombente unificazione
della nazione del 1975.
«Il film è stato il mio primo tentativo di esplorare lo spettacolo
della violenza quotidiana in Vietnam».
**
A young couple, strolling around Saigon, the most exciting city
of Vietnam. There, we can hear the melody of a rock’n’roll song,
showing the pessimistic view of the Southern Vietnamese youth
before the impending reunification of the nation in 1975.
“The film was my first attempt at examining the spectacle of the
everyday violence in Vietnam.”
157
SOMMARIO
ONDE
Truong Que Chi (Vietnam, 1987) is
a filmmaker, artist and writer based
in Paris and Hanoi. She graduated
with a master degree in film studies
from the University of Paris III Nouvelle Sorbonne. In 2010 debuted
with the documentary Hair That
Grows Outside in; Black Sun is
her first fiction short film.
filmografia/filmography
Hair That Grows Outside in
(doc., 2010), Mat troi den (Black
Sun, cm, 2013).
ONDE
jacqueline goss, jenny perlin
THE MEASURES
Usa-Francia/USA-France, 2014, HD, 45’, col.
Jenny Perlin vive e lavora a Brooklyn.
Nelle sue opere spazia dall’utilizzo
del 16mm al video e al disegno,
innovando le tradizionali tecniche del
documentario. I temi più ricorrenti
affrontati dal suo lavoro sono la
ricerca della verità, le incomprensioni
fra individui e le storie personali.
THE
MEASURES
regia, fotografia,
montaggio, voci/
directors, cinematography,
film editing, voices over
Jacqueline Goss,
Jenny Perlin
**
contatti/contacts
Jacqueline Goss
[email protected]
Un viaggio nel tempo, seguendo gli studi e gli spostamenti di
Pierre Méchain e Jean-Baptiste Delambre, due astronomi francesi
a cui era stato assegnato il compito di definire l’esatta lunghezza
del metro. Dal Mar Mediterraneo al Canale della Manica per
scoprire le origini del sistema metrico decimale. A fare da
contorno la violenza e gli sconvolgimenti della Rivoluzione
francese, per una riflessione che abbraccia temi come l’intreccio
tra tumulti politici e individuali, i problemi di una collaborazione
artistica, la possibilità di conoscere e guardare nuovi spazi in un
mondo dove tutto è già stato scoperto.
«Io e Jenny abbiamo girato The Measures durante la prima
settimana di giugno del 2013, seguendo le orme di Méchain e
Delambre. In quel periodo ci sembrava di trasformarci in loro,
assumevamo aspetti delle loro personalità. Mentre riprendevamo
il loro viaggio, ci accorgevamo di come la storia abbia scavato
il proprio cammino sulla superficie della Francia. Inoltre siamo
rimaste meravigliate dalla bellezza e dalla varietà della natura
di quel Paese». (Jacqueline Goss)
**
A journey through time, following the research and movements
of Pierre Méchain and Jean-Baptiste Delambre, two French
astronomers who must calculate the exact length of the meter.
From the Mediterranean Sea to the English Channel, in search
of the origins of the decimal numeral system. In the background, the
violence and upheaval of the French Revolution, in a reflection that
embraces topics such as the interweaving of political and individual
uprisings, the problems of artistic collaboration, the possibility of
studying and observing new spaces in a world in which everything
has already been discovered.
“Jenny and I shot The Measures during the first week of June in
2013, following Méchain and Delambre’s footsteps. At times, we
seemed to become them, taking on aspects of their personalities.
As we recorded their journey, we noted how history has carved its
way into the surfaces of France. But we also marveled at the natural
and varied beauty of the country.” (Jacqueline Goss)
158
SOMMARIO
Jacqueline Goss realizza film per
il cinema e progetti per il web,
esplorando il rapporto fra individuo
e società e fra tecnologie e sistemi
scientifici, culturali e politici. Negli
ultimi anni si è affidata alle tecniche
di animazione in 2D, dedicandosi alla
creazione di documentari animati.
Attualmente vive nella Hudson Valley
e insegna al Bard College.
ONDE
Jacqueline Goss makes movies for
cinema and web projects. Her works
explore the relationship between the
individual and society, the technology
and scientific, cultural and political
systems. In recent years, she has
concentrated above all on 2D
animation, dedicating herself to
animated documentaries. At the
present time, she lives in the Hudson
Valley and teaches at Bard College.
Jenny Perlin lives and works in
Brooklyn. Her works range from
the use of 16mm film to video and
drawings, as she innovates traditional
documentary techniques. The most
recurrent topics of her works are the
search for truth, the incomprehension
between people, and personal stories.
filmografia essenziale/
essential filmography
Jacqueline Goss:
Universal Shark (cm, video, 1996),
Modern Keller (cm, 1998), Pass video
(video, 1998), Medicine Show (cm,
1999), Slapstickers (cm, video, 1999),
So to Speak (cm, video, 1999), There
There Square (cm, video, 2002), How
to Fix the World (cm, video, 2004),
Stranger Comes to Town (cm, video,
2007), The Observers (2011).
Jenny Perlin:
Nove Hranice - New Borders (cm,
video, 1994), From to Subject Date
Reply (cm, 2000), The Very Last View
(cm, 2000), Perseverance (cm, 2001),
Rorschach (cm, 2002), View from
Elsewhere (cm, 2002), Perseverance &
How to Develop It (cm, 2003), Review
(cm, 2004), Amend (cm, 2005),
Associated (cm, 2006), Transcript
(cm, 2006), Ending and Altered
(cm, 2007).
ONDE
jennifer reeder
A MILLION MILES AWAY
Usa, 2014, HD, 28’, col.
A MILLION
MILES AWAY
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Jennifer Reeder
fotografia/cinematography
Chris Rejano
montaggio/film editing
Mike Olenick
musica/music
Jenne Lennon
suono/sound
Paul Dickinson
interpreti/cast
Jennifer Estlin, Amaya
Lorick, Crystal Staley, Grace
Davies, Grace Etzkorn,
Isabella Ciampa, Kara Ryan,
Kasey Busiel, Kasia Wilson,
Kelsey Ashby-Middleton,
Kristyn Zoe Wilkerson, Kyrie
Courter, Margaret
O’Connell, Marissa Castillo,
Morgan S. Reesh, Reilly
Golden, Rubey Mendoza,
Sydney L. Cusic, Talie Leeb,
Emma Seslowsky, UltraViolet Archer
produttore/producer
Steven Hudosh
**
contatti/contacts
Jennifer Reeder
Tel: +1 312 498 94 93
[email protected]
www.thejenniferreeder.com
La malinconia come mezzo di sopravvivenza nel Midwest. Una
quarantenne sull’orlo del fallimento e un gruppo di ragazzine
vivono la versione soprannaturale di un racconto di formazione.
La trasformazione è tesa e al tempo stesso tenera, e si snoda
pazientemente facendosi contagiare dal beat di un inno heavy
metal degli anni Ottanta, arrangiato però come un lamento.
«Sono sempre stata influenzata dalla mia nonna paterna, una
storica, docente universitaria e genealogista. I racconti sulla sua
vita e su quella di altre donne eccezionali hanno permeato la mia
infanzia e, da adulta e insegnante io stessa, hanno incoraggiato
il mio interesse per la narrazione, intesa come mezzo di
comunicazione personale e verifica della comprensione cognitiva
ed emotiva. Il mio lavoro è femminista: disturba e sfida le
rappresentazioni convenzionali della vita della donna (e in questo
caso delle adolescenti). Considero i miei progetti narrativi una
forma di attivismo, sia sociale sia artistico».
**
Melancholy as a survival strategy in the American Mid-West.
An adult woman on the edge of failing and a pack of teenage girls
simultaneously experience a supernatural version of coming-of-age.
The transformation is equal parts tense and tender. It unravels
patiently to the infectious beat of an 1980s era heavy metal anthem
rearranged as a lamentation.
“I am influenced by my paternal grandmother, a historian, academic
and professional genealogist. Her accounts of her own life and the
lives of other remarkable women permeated my childhood learning
and encouraged my interest, as an adult and an educator, in
storytelling as a tool for personal communication and examination
of cognitive and emotional human understanding. My work is
feminist. It disrupts and challenges conventional images of women’s
lives (and in this case, teenagers). I consider the narrative projects
I make to be a form of activism – both social and artistic.”
159
SOMMARIO
ONDE
Jennifer Reeder (Ohio, Usa) ha
ottenuto un master in belle arti
presso l’Istituto d’arte di Chicago.
Lavora come professoressa associata
di cinema ed è la direttrice del
dipartimento d’arte presso la Scuola
d’arte e design dell’Università
dell’Illinois di Chicago. Nella sua
filmografia conta più di quaranta
videoprogetti e diverse sceneggiature.
Con And I Will Rise If Only to Hold
You Down (2011) ha partecipato
fuori concorso al Kurzfilmtage
di Winterthur, in Svizzera, prima
di incontrare il successo
internazionale proprio con A Million
Miles Away, presentato in anteprima
al Festival di Rotterdam e premiato
nei festival di Chicago, Ann Arbor,
Oberhausen e Vienna. Una selezione
di suoi lavori è stata presentata in
una personale alla Viennale nel 2013.
Jennifer Reeder (OH, USA) received
her master of fine arts degree from the
Art Institute of Chicago. She is an
associate professor of film and the
director of the art department at the
School of Art + Design of the University
of Illinois at Chicago. Her filmography
includes over forty video projects and
numerous screenplays. Her film And
I Will Rise If Only to Hold You
Down (2011) was presented out of
competition at the Kurzfilmtage in
Winterthur, Switzerland, and she
gained international success with
A Million Miles Away, which received
its preview screening at the Rotterdam
Film Festival and won awards at the
film festivals of Chicago, Ann Arbor,
Oberhausen and Vienna. A selection
of her works were presented at a
one-woman show at the 2013 Viennale.
filmografia essenziale/
essential filmography
White Trash Girl (1995), The Heart
and Other Small Shapes (cm, 2006),
Claim (cm, 2007), Accidents at Home
and How They Happen (2008), Seven
Songs About Thunder (cm, 2010),
Tears Cannot Restore Her: Therefore,
I Weep (cm, 2011), And I Will Rise If
Only to Hold You Down (cm, 2011),
Girls Love Horses (cm, 2011), A Million
Miles Away (cm, 2014).
ONDE
maureen fazendeiro
MOTU MAEVA
Francia/France, 2014, 8mm-Super8, 42’, col.
Maureen Fazendeiro (1989) ha
dedicato i suoi studi al cinema e alla
danza, e alla loro relazione reciproca.
Vive e lavora tra Parigi e Lisbona,
dividendosi fra i suoi progetti
cinematografici e il lavoro presso
la casa editrice Independencia.
Motu Maeva è il suo primo film.
MOTU MAEVA
regia/director
Maureen Fazendeiro
fotografia/cinematography
Maureen Fazendeiro,
Isabel Pagliai
montaggio/film editing
Catherine Libert
suono/sound
François Abdelnour, Jules
Valeur, Miguel Martins
interprete/cast
Sonja André
produzione/production
G.R.E.C.
**
contatti/contacts
Maureen Fazendeiro
[email protected]
Maureen Fazendeiro (1989) studied
cinema and dance and the relationship
between them. She lives and works
between Paris and Lisbon, between her
film projects and the publishing house
Independencia. Motu Maeva is her first
film.
Un viaggio attraverso i ricordi di Sonja André, avventuriera del
ventesimo secolo che abita su un’isola che si è costruita da sola:
Motu Maeva. Senza ordine cronologico o percorsi specifici, con
immagini in Super8 girate fra gli anni Cinquanta e Settanta e la
voce narrante della donna, un viaggio, o una mappa, che segue
un incessante movimento, dal Chad all’Indocina a Tahiti.
«Mentre passeggiavo nel giardino di Sonja, ho notato un cerchio
impigliato tra due alberi su una riva dello stagno. Mi intrigava.
Lei mi ha detto che era lì perché non si prestava l’attenzione
necessaria ai bei pioppi sull’altra sponda. Stava a indicare
il punto in cui guardare. È stato allora che ho deciso di
cominciare a filmare il giardino con l’idea che fare un ritratto
di Sonja sarebbe stato fare un ritratto di questo luogo da lei
modellato nei dettagli. Lei diceva: “Questo giardino è la libertà,
ognuno può farne ciò che preferisce”. Ho preso alla lettera
questo invito».
**
A journey through the memories of Sonja André, an adventurer from
the 20 century who lives in a shelter she built herself on the island
of Motu Maeva. Without following a chronological order or a specific
route, with images captured in Super-8 film between the 1950s
and 1970s, and the voice-over of a woman, a trip, or a map, following
an unceasing movement from Chad to Indochina to Tahiti.
TH
“While I was working in Sonja’s garden, I noticed a circle caught
between two trees by the pond. I was intrigued. She told me it was
there because no one was paying attention to the beautiful poplars
on the other shore. So the circle was meant to indicate where to look.
That’s when I got the idea and decided to start filming the garden:
in order to create a portrait of Sonja, I would have to depict the
place she shaped with so many details. She used to say ‘this garden
represents freedom: everyone can do with it as they please.’
I took her invitation literally.”
160
SOMMARIO
ONDE
filmografia/filmography
Motu Maeva (mm, 2014).
ONDE
gustavo vinagre
NOVA DUBAI
Brasile/Brasil, 2014, HD, 53’, col.
NEW DUBAI
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Gustavo Vinagre
fotografia/cinematography
Matheus Rocha
montaggio/film editing
Rodrigo Carneiro
scenografia, costumi/
production design,
costume design
Fernando Zuccolotto
musica, suono/
music, sound
Jonathan Macías
interpreti/cast
Gustavo Vinagre, Bruno
D’ugo, Hugo Guimarães,
Fernando Maia, Herman
Barck, Caetano Gotardo,
Daniel Prates
**
contatti/contacts
Avoa Filmes
Max Eluard
Tel: +55 11 456 124 92/93
[email protected]
In un quartiere di una città brasiliana, la speculazione edilizia
si è trasformata in una minaccia per la memoria affettiva di un
gruppo di amici. L’unica risposta alle imminenti trasformazioni
è il sesso: all’aperto, nei parchi giochi, nelle cave, negli
appartamenti vuoti, in tutti i luoghi che spariranno o si
trasformeranno, ma sempre apparterranno a chi li popola.
E l’amore? Anche l’amore è un’opera in costruzione?
«Nova Dubai è un film molto vicino a me e alla mia realtà.
Come abitante del quartiere Jardim Alvorada, a São José dos
Campos, al mio ritorno dopo quattro anni all’estero mi trovai
al cospetto di un paesaggio completamente diverso da quello
della mia adolescenza. Il quartiere, un tempo piuttosto semplice
nelle architetture, iniziava a essere circondato da enormi edifici
residenziali e commerciali, invaso da quella cosiddetta modernità
già arrivata in precedenza nelle zone vicine. Quando incontrai
i miei vecchi amici di São José, un sentimento era chiaro in tutti
noi: il senso di perdita».
**
In a neighborhood of a city in Brazil, real estate speculation has
become a threat to the affective memory of a group of friends.
The only answer to the imminent transformations is sex: outdoors,
in playgrounds, quarries, empty apartments, in all the places that
will disappear or be transformed, but will always belong to those
who live there. And love? Is love, too, a work in progress?
“Nova Dubai is a movie that is very near to me and my reality.
I’m a resident of the neighborhood Jardim Alvorada, in São José dos
Campos, but after four years abroad I found a completely different
landscape compared to that of my youth. The area’s fairly simple
architecture was beginning to be surrounded by enormous residential
and commercial buildings; it was being invaded by that so-called
modernity which had already appeared in the adjacent neighborhood.
When I met up with my old friends from São José, all of us had a very
clear feeling: a sense of loss.”
161
SOMMARIO
ONDE
Gustavo Vinagre (1985) è un regista
e sceneggiatore brasiliano che si
è formato presso la Escuela
internacional de cinema y television
di Cuba e ha studiato lettere presso
la Universidade de São Paulo in
Brasile. Con il cortometraggio Filme
para Poeta Cego ha partecipato al
Doculab del Guadalajara Film
Festival 2012 e in seguito al Festival
di Rotterdam. Oltre a Nova Dubai,
nel 2014 ha scritto e diretto il
cortometraggio documentario La
Llamada, mentre il suo prossimo
progetto, Wil, Má, è stato selezionato
dal Tribeca Film Institute Filmmaker
Workshop e ha ottenuto una
sovvenzione locale per lo sviluppo.
Gustavo Vinagre (1985) is a Brazilian
director and scriptwriter. He studied
cinema at EICTV (Cuba) and literature
at the Universidade de São Paulo
(Brazil). His short Filme para Poeta
Cego participated at Doculab in
Guadalajara Festival 2012 and was
released at Rotterdam Film Festival
2013. He is also the director/scriptwriter
of the short doc La Llamada, and the
medium lenght doc Nova Dubai. His new documentary project, Wil,
Má, was selected by the Tribeca Film
Institute Filmmaker Workshop and
won a local funding for development.
filmografia/filmography
Fucking Different São Paulo (ep.
Dykeland, cm, 2009), Filme para
Poeta Cego (cm, 2013), Nova Dubai
(mm, doc., 2014), La Llamada (cm,
doc., 2014).
ONDE
tamara drakulić
OKEAN
Serbia, 2014, HD, 70’, col.
Tamara Drakulić (Serbia) ha studiato
all’Accademia di belle arti di Belgrado
e attualmente sta frequentando un
master in antropologia visiva presso
la facoltà di filosofia dell’Università
di Belgrado. Ha esordito come
regista nel 2012 con Swing, e Ocean
è il suo secondo lavoro. Oltre a
essere regista, è stata l’autrice, la
selezionatrice musicale e la voce del
programma radiofonico indipendente
Ljuljaska trasmesso dalla Novi Radio
Beograd.
OCEAN
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Tamara Drakulić
fotografia/cinematography
Mate Ugrin, Tamara
Drakulić
montaggio/film editing
Nikola Dragovic, Milan
Jakonic, Tamara Drakulić
suono/sound
Vladimir Zivkovic
interpreti/cast
Tamara Drakulić,
Mate Ugrin
produzione/production
Monkey Production
coproduzione/coproduction
Cinnamon Production
**
contatti/contacts
Tamara Drakulić
[email protected]
Tamara Drakulić s’imbarca con il fidanzato su una nave cargo
diretta alle Hawaii. Ha deciso di spargere le ceneri dell’amico
Toni nell’Oceano Pacifico. Ha passato con lui l’ultimo inverno,
mentre stava morendo, e ora ha intenzione di ricordarlo con un
viaggio lungo e doveroso, che racconta attraverso un diario di
bordo filmato. Nello scintillio delle onde, nell’infinta ampiezza
dell’orizzonte di fronte al mare aperto, Tamara annota gli eventi,
o per meglio dire la mancanza di sviluppi, nello spazio limitato
della nave. L’isola caraibica di Guadalupe è la prima terra che la
nave raggiunge dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico, antico
confine del mondo conosciuto.
«È strano quando incontri qualcuno così, aiutarlo a morire».
**
Tamara Drakulić sets off with her fiancé on a cargo ship headed to
Hawaii. She wants to scatter her friend Tony’s ashes into the Pacific
Ocean. She spent the last winter by his side while he was dying, and
now she wants to remember him with a long and overdue trip, which
she captures in this filmed travelogue. From the light glistening on the
waves, to the infinite span of the horizon stretching out in open
waters, Tamara records every event (or rather the lack of
developments) in the space delimitated by ship. After crossing the
Atlantic Ocean, ancient limit to what was once the known world,
the ship reaches the Caribbean Island of Guadalupe.
“It’s strange when you meet someone like that, to help him die.”
162
SOMMARIO
ONDE
Tamara Drakulić (Serbia) studied at
Academy of fine arts in Belgrade.
Presently she is doing master studies
in visual anthropology at faculty of
philosophy in Belgrade. Her debut
in direction was in 2012 with Swing.
Ocean is her second movie. She was
the author, music editor, and the voice
behind independent radio show
Ljuljaska, at Novi Radio Beograd.
filmografia/filmography
Swing (2012), Okean (doc., 2014).
ONDE
nariman turebayev
PRIKLYUCHENIE
Kazakistan/Kazakhstan, 2014, HD, 78’, col.
Nariman Turebayev (Kazakistan,
1970) ha studiato presso la Kazakh
National Academy of Arts, dove ha
diretto i suoi primi cortometraggi.
Ha lavorato come sceneggiatore e
assistente alla regia in 1977 di Ardak
Amirkulov e in The Road di Darezhan
Omirbayev. Come regista ha diretto
i cortometraggi Romantika (2000)
e soprattutto Antiromantika (2001),
presentato a Cannes, e i
lungometraggi Little Man (2004)
e Sunny Days (2011), entrambi in
competizione per il Pardo d’oro
al Festival di Locarno.
ADVENTURE
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Nariman Turebayev
soggetto/story
dal romanzo breve Le notti
bianche/from the short novel
White Nights di/by
Fëdor Dostoevskij
fotografia/cinematography
Kazbek Amerzhanov
montaggio/film editing
Aybol Kasymzhanov
musica/music
Irena Scalerika
suono/sound
Frédéric Théry
interpreti e personaggi/
cast and characters
Aynur Niyazova (Mariyam),
Azamat Nigmanov (Marat)
produttori/producers
Anna Katchko,
Guillaume de Seille
produzione/production
Kazakhfilm,
Arizona Productions
**
contatti/contacts
Pascale Ramonda
Tel: +33 06 620 132 41
[email protected]
www.pascaleramonda.com
Non si può dire che la vita di Marat sia emozionante: è single,
vive da solo e lavora come guardia giurata notturna. Le giornate
e, soprattutto, le notti trascorrono tutte uguali, prevedibili e
noiose. Poi, improvvisamente, qualcosa d’inatteso: una ragazza
mai vista prima, ferma sul bordo della strada di fronte allo
stabilimento in cui lavora. Chi sarà? Perché è lì? È solo di
passaggio o tornerà? Il giorno dopo questa figura sconosciuta
riappare. Si chiama Mariyam e, quando il suo cammino incrocia
quello di Marat, le notti di quest’ultimo scopriranno un nuovo
elemento, prima sconosciuto: l’avventura.
«Dostoevskij è uno scrittore davvero moderno, il suo stile è
adatto a qualsiasi epoca e latitudine. Almaty è la città più grande
città del Kazakistan, come San Pietroburgo in Russia, il luogo in
cui si svolge Le notti bianche. E quando si parla d’amore i confini
non contano. Dostoevskij ha vissuto cinque anni in Kazakistan.
Si è sposato con una donna kazaka. Quindi possiamo dire che
c’è una connessione molto stretta fra lui e il mio Paese».
**
You can’t say that Marat lives an exciting life: he’s single, lives alone
and works as a night watchman. His days and, above all, his nights
are all the same, predictable and boring. Then, something unexpected
suddenly happens: a girl he has never seen before, standing on the
side of the road in front of the building where he works. Who is she?
Why is she there? Is she only passing by or will she return? The next
day, this mysterious person reappears. Her name is Mariyam and,
when her path crosses Marat’s, his nights will discover a new,
heretofore unknown element: adventure.
“Dostoyevsky is a very modern writer; his style is suitable for all times
and all cities. And Almaty is the biggest city in Kazakhstan, like
Saint-Petersburg in Russia, the place of White Nights. And when you
write about love, there’s no border. Dostoyevsky spent five years in
Kazakhstan. He was married in Kazakhstan. So there is a very close
connection between Dostoyevsky and Kazakhstan.”
163
SOMMARIO
ONDE
Nariman Turebayev (Kazakhstan,
1970) studied at the Kazakh National
Academy of Arts, where he directed his
first shorts. He worked as screenwriter
and director’s assistant on 1977 by
Ardak Amirkulov and The Road by
Darezhan Omirbayev. He has directed
the shorts Romantika (2000) and,
above all, Antiromantika (2001),
presented at Cannes, and the featurelength Little Man (2004) and Sunny
Days (2011), both of which competed
for the Golden Leopard at the Locarno
Film Festival.
filmografia/filmography
Romantika (cm, 2000), Antiromantika
(cm, 2001), Melenkie lyudi (Little
Man, 2004), Solnechnye dni (Sunny
Days, 2011), Priklyuchenie (Adventure,
2014).
ONDE
clément cogitore
SANS TITRE
Francia/France, 2014, HD, 25’, col.
UNTITLED
regia, produttore/
director, producer
Clément Cogitore
fotografia/cinematography
Sylvain Verdet
suono/sound
Aline Huber
**
contatti/contacts
Clément Cogitore
[email protected]
www.clementcogitore.com
Nei boschi del Lazio, fra grotte e rovine barocche, torri di
controllo e catacombe romane, un gruppo di scienziati filma
e registra il comportamento di un animale. La natura prosegue
il suo cammino, l’uomo impone la sua tecnica, in uno scambio
reciproco che supera il tempo e lo spazio.
«Da qualche parte tra fantasia e rito iniziatico, il film fonde
affreschi paleocristiani e tablet, schermi digitali e il canto delle
sibille greche. Mettendo a confronto il mondo sotterraneo con il
regno dell’aria, dell’aviazione, l’arcaico con le nuove tecnologie,
Sans titre si interroga sull’immutabilità del significato delle
immagini e della storia, alla luce dell’evoluzione del sapere».
**
In the woods of the Lazio region, through caves and baroque ruins,
among watchtowers and Roman catacombs, a group of scientists
is studying and filming the behavior of an animal. Nature continues
along its way, man leaves its mark with its techniques, and so on
in a mutual exchange that goes on beyond time and space.
“Somewhere between fantasy and initiatory ritual, this video blends
paleo-Christian frescoes with tablet computers, and control screens
with the song of the Greek Sibyls. By confronting the underworld with
the realm of aviation, the archaic with new technologies, Sans titre
questions the immutability of the meaning of story and image in light
of the evolution of beliefs.”
Clément Cogitore (Colmar, Francia,
1983) vive e lavora tra Parigi e Roma,
dove nel 2012 ha vinto una residenza
di un anno all’Accademia di Francia
a Villa Medici. È rappresentato dalla
galleria parigina Whiteprojects.
Dopo aver studiato a l’École
supérieure des arts décoratifs
di Strasburgo e a Le Fresnoy, ha
cominciato a lavorare come regista
e videoartista. I suoi film sono stati
presentati alla Quinzaine des
réalisateurs di Cannes, a Locarno,
Lisbona, Montreal, ottenendo diversi
riconoscimenti. Il suo lavoro è stato
proiettato in vari centri espositivi
e musei, come il Palais di Tokyo, il
Centre Pompidou di Parigi, il Museo
di belle arti di Boston e il Mamcs
di Strasburgo.
Clément Cogitore (Colmar, France,
1983) lives and works between Paris
and Rome where he’s a resident of the
French Academy in Rome - Villa Medici
for the year 2012. He is represented
by Gallery Whiteprojects, Paris. After
studying at the École supérieure des
arts décoratifs of Strasbourg, and at
the Fresnoy-National Studio of
Contemporary Arts, he developed
an artistic practice halfway between
cinema and contemporary art.
His films have been selected for
numerous international festivals
(Cannes Director’s Fortnight, Locarno,
Lisbon, Montreal) and won several
awards. His work has also been
screened or presented in various art
centres and museums (Palais de Tokyo
Paris, Centre Georges Pompidou Paris,
Museum of fine arts of Boston and
MAMCS in Strasbourg.
filmografia/filmography
Chroniques (cm, 2006), Visités
(cm, 2007), Parmi nous (mm, 2010),
Bielutine - Dans le jardin du temps
(doc., 2011), Sans titre (cm, 2014),
Elegies (cm, 2014).
164
SOMMARIO
ONDE
ONDE
eugène green
LA SAPIENZA
Francia-Italia/France-Italy, 2014, HD, 104’, col.
LA SAPIENZA
regia, soggetto,
sceneggiatura/director,
story, screenplay
Eugène Green
fotografia/cinematography
Raphael O’Byrne
montaggio/film editing
Valérie Loiseleux
scenografia/
production design
Giorgio Barullo
costumi/costume design
Agnès Noden
suono/sound
Mirko Guerra, Sonia
Portoghese
interpreti e personaggi/
cast and characters
Fabrizio Rongione
(Alexandre), Christelle Prot
Landman (Aliénor),
Ludovico Succio (Goffredo),
Arianna Nastro (Lavinia),
Eugène Green
produttori/producers
Martine De
Clermont-Tonnerre,
Alessandro Borrelli
produzione/production
Mact Productions,
La Sarraz Pictures
**
contatti/contacts
La Sarraz Pictures
Alessandro Borrelli
Tel: +39 011 55 34 260
[email protected]
www.lasarraz.com
All’apice della sua carriera d’architetto, Alexandre parte per l’Italia
per completare la stesura di un libro sul Borromini, progetto
abbandonato anni prima. Insieme a lui c’è la moglie Aliénor, che
durante il viaggio prende sempre più coscienza di come il loro
rapporto si sia raffreddato, così come la passione del marito per
il proprio lavoro. Sarà l’incontro con due giovani fratelli e con
il paesaggio e l’architettura italiani a svelare alla coppia vuoti
esistenziali fino a quel momento inespressi.
«Due sono state le mie fonti d’ispirazione: il desiderio di
illustrare con un film la vita e l’opera dell’architetto barocco
Borromini e l’interesse per l’architettura e l’urbanistica
contemporanee. La prima ispirazione suggeriva che optassi
per una biografia, mentre entrambe si prestavano bene a uno
stile narrativo documentaristico. Non credo però che si possa
ricostruire una vita in un film e, nonostante tutto il mio rispetto
per il documentario come forma di espressione, ho sempre avuto
l’istintiva convinzione – marginale oggi in Europa – che nella
finzione risieda la verità più grande».
**
At the height of his architect career, Alexandre leaves everything and
goes to Italy to write a book on Borromini, a project that he had
abandoned years ago. His wife Aliénor travels with him, but along
the way, she starts realizing how much their relationship has cooled
off, just like her husband’s passion for his job. The unexpressed
existential void felt by the couple is finally revealed when they meet
a couple of young brothers, immersing themselves in the landscape,
surrounded by Italian architecture.
“This film has two sources of inspiration. On the one hand the desire
to illustrate through film the works and life of the Baroque architect
Borromini. On the other the interest for contemporary architecture and
urban planning. The first inspiration would suggest a biography, while
both would be very suited to a documentary style narrative. I don’t
however believe that one may reconstruct a life through film, despite
having all due respect for the documentary as a form of expression,
I have always had the instinctive belief – that tends to be sidelined
in today’s Europe – that the greater truth can be found in fiction.”
165
SOMMARIO
ONDE
Eugène Green (New York, Usa, 1947)
si è trasferito nel 1969 a Parigi, dove
nel 1977 ha fondato il Théâtre de la
Sapience, con cui ha messo in scena
diverse pièce barocche e moderne,
e nel 1995 ha creato il festival Le mai
baroque. Ha esordito come regista
con Toutes les nuits grazie a cui ha
ottenuto il Prix Delluc per la miglior
opera prima nel 2001. Ha quindi
diretto Le nom du feu, presentato a
Locarno nel 2002 e distribuito in sala
insieme a Le monde vivant, che ha
partecipato nello stesso anno alla
Quinzaine des réalisateurs. Con
Correspondances si è aggiudicato
nel 2007, insieme a Harun Farocki
e Pedro Costa, il premio speciale
della giuria a Locarno, dove è tornato
in concorso due anni dopo con
A Religiosa Portuguesa e quest’anno
con La sapienza. Nel 2011 il Torino
Film Festival gli ha dedicato una
retrospettiva completa.
Eugène Green (New York, NY, USA,
1947) moved to Paris in 1969, where
he founded in 1977 the Théâtre de la
Sapience, which has staged numerous
Baroque and modern plays. In 1995,
he created Le mai baroque festival.
He debuted as a filmmaker with
Toutes les nuits, which received the
2001 Prix Delluc for best first film.
He next made Le nom du feu, a short
film which was presented at Locarno
in 2002 and was released along with Le monde vivant, which participated
that same year at the Quinzaine des
réalisateurs. For Correspondances
he shared the special jury prize with
Harun Farocki and Pedro Costa at the
2007 Locarno Film Festival, where he
returned two years later with his feature
film A Religiosa Portuguesa and this
year with La sapienza. In 2011 the
Torino Film Festival dedicate a
complete retrospective to his works.
filmografia/filmography
Toutes les nuits (2001), Le nom du feu
(cm, 2002), Le monde vivant (2003),
Le pont des arts (2004), Les signes
(mm, 2006), Digital Sam in Sam
Saek 2007: Memories (ep.
Corrispondences, mm, 2007),
A Religiosa Portuguesa (2009),
La sapienza (2014).
ONDE
giacomo abbruzzese
THIS IS THE WAY
Francia/France, 2014, HD, 27’, col.
THIS IS
THE WAY
regia, sceneggiatura,
fotografia, suono/
director, screenplay,
cinematography, sound
Giacomo Abbruzzese
montaggio/film editing
Marco Rizzo
musica/music
Vitalic,
Hapsburg Braganza,
Francesco Giannico
interpreti/cast
Floor Oskam, Coen Van
Den Bogaard, Mo Tiel,
Frederieke Ubels, Rosa Vrij,
Annabel Meulenveld, Sanne
Jonkers, Timo Ayo Délé
Busit Bakrin, Hanna «Bibi»
Koppenaal, Sophie
«Joy» Tiel
produttore/producer
Sébastien Hussenot
produzione/production
La Luna Productions
**
contatti/contacts
La Luna Productions
Florencia Gil
[email protected]
www.lunaproductions.com
Nijmegen, Olanda, 2013. Joy ha due madri lesbiche e due padri
gay. Ha un ragazzo, Timo, di origini nigeriane, e una ragazza,
Bibi, di origini portoghesi. È nata diciotto anni fa da
un’inseminazione passata per un barattolo di burro di arachidi.
«Mentre si dibatte sulla questione del matrimonio omosessuale,
del diritto dei gay all’adozione o alla procreazione, Joy, con la sua
carica di desiderio e di vita, è già qui tra noi. La ragazza che viene
dal futuro vive nel presente. Nella ricerca del migliore approccio
cinematografico e con il desiderio di fare un film senza le
sfiancanti attese legate ai finanziamenti, ho deciso di partire da
solo, con un telefono cellulare, uno smartphone. Girare con un
oggetto che potesse fare parte di lei, che potesse appartenerle,
con il quale lei stessa girerebbe un film sui suoi diciott’anni.
Anche This Is the Way è un film che viene dal futuro».
**
Nijmegen, Holland, 2013. Joy has two lesbian mothers and two
gay fathers. She has a boyfriend of Nigerian origins, Timo, and
a Portuguese girlfriend, Bibi. She is eighteen and she was born
through an insemination passed in a jar of peanut butter.
“While contemporary societies are caught in discussions about
same-sex marriage, adoption and procreation rights, Joy is already
there, fluttering about. The young girl from the future lives in the
present. Looking for the best cinema approach, with the desire to
film without the long-lasting financing phases, I chose to go on my
own, carrying only a smart phone. A device that could be part of Joy
and her world, which could belong to her. Something she might use
herself to shoot a film about her eighteen years. This Is the Way, too,
is coming from the future.”
166
SOMMARIO
ONDE
Giacomo Abbruzzese (Grottaglie,
Taranto, 1983), dopo essersi laureato
in scienze della comunicazione
presso l’Università di Siena, nel
2008 si è specializzato in cinema,
televisione e produzione
multimediale al Dams di Bologna
e ha poi frequentato Le Fresnoy
- Studio national des arts
contemporains, dove si è diplomato
nel 2011. I suoi lavori sono stati
selezionati in numerosi festival
internazionali tra cui quelli di
Oberhausen, Montreal, Belo
Horizonte e Torino, dove nel 2010
con Archipel ha vinto il premio
come miglior cortometraggio.
Nel 2012 è stato artista residente
presso la Cité internationale des arts
di Parigi e l’anno successivo è stato
selezionato dalla Cinéfondation di
Cannes per sviluppare il progetto
del suo primo lungometraggio.
Giacomo Abbruzzese (Grottaglie,
Taranto, Italy, 1983), after graduating
in communications from the University
of Siena, in 2008 specialized in film,
television and multimedia production
at the DAMS in Bologna and then he
was one of the young artists produced
by Le Fresnoy - Studio national des arts
contemporains for the two-year period
2010-2011. His short films have been
selected for numerous international
festivals, including Oberhausen,
Montreal, Belo Horizonte and the
Torino Film Festival, where Archipel
won best short film in 2010.
In 2012 he was artist in residence at
the Cité internationale des arts in Paris.
In 2013 he has been selected by the
Cannes Film Festival at the the
Cinéfondation Residence for his
project of first feature film.
filmografia/filmography
Romeo sotto Giulietta (cm, 2003),
Esprit maternel (cm, 2004), Women,
Fire and Other Dangerous Things
(cm, 2005), Droga Party (cm, 2006),
Passing (cm, 2007), Archipel (cm,
2010), Fireworks (cm, 2011), This
Is the Way (cm, 2014), Stella Maris
(cm, 2014).
ONDE
eduardo williams
TÔI QUÊN RÔI!
Francia/France, 2014, HD, 26’, col.
I FORGOT !
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Eduardo Williams
montaggio/film editing
Florence Bresson
suono/sound
Arnaud Soulier, Arthur Beja,
Hoang Tung
interpreti/cast
Pham Viet Trung, Cao Bá
Canh, Anh Phong Le,
Nguyen Duc Anh, Nguyen
Thanh Quang, Tuan Minsk
produttore/producer
Amaury Ovise
produzione/production
Kazak Productions
**
contatti/contacts
Kazak Productions
Lucie Sauvagnat
[email protected]
Un gruppo di ragazzi vietnamiti passa le sue giornate a saltare da
un palazzo all’altro, lanciandosi nel vuoto tra gli edifici. I pericoli
non li preoccupano. Sotto di loro i tetti, sopra di loro il cielo.
«Questo film è nato come un’opportunità per me di collocarmi
nel luogo ipotetico che preferisco quando dirigo o guardo un film,
ovvero lontano da ogni certezza. Cerco sempre di perdermi
dentro queste esperienze, così da generare il vuoto che mi dà
la possibilità di superare i miei limiti. Il confine incerto tra ciò
che viene dal gruppo e ciò che viene dal singolo è molto
importante in questo film. La personalità viene rappresentata
come la somma di tutti gli elementi delle immagini e non come
qualcosa di strettamente legato a un individuo. In questo modo,
la continuità tra esseri umani e spazio è resa possibile dalle
immagini. Ogni volta che rifletto con calma su qualcosa, di
qualsiasi cosa si tratti, mi accorgo che tutto nasce allo stesso
modo, da concetti apparentemente opposti, al contempo uniti
e separati dalle differenze».
**
A group of Vietnamese kids spends its days jumping from one
building to another, vaulting over the void between the houses.
Danger doesn’t scare them. There are only rooftops below them
and the sky above.
“This film was generated as an opportunity to situate myself where
I like to be when I make or watch films, far from any certainties.
I try to lose myself through these experiences and thereby generate
a vacuum that provides an opportunity to go beyond my limits. The blurring between what comes from the group and what comes
from the individual is very important in this film. Personality is
represented as the sum of all the elements of the image and not
as something peculiar to one person. In this way I find that an idea
of continuity between people and spaces is established by the image.
Whenever I think calmly about something, whatever it might be,
I find that everything is made up in the same way, of seemingly
opposing concepts which are both united and separated by their
own tension.” 167
SOMMARIO
ONDE
Eduardo Williams (Buenos Aires,
Argentina, 1987) ha studiato presso
la Universidad del cine di Buenos
Aires. Durante il corso di studi ha
diretto il suo primo corto,
Arrepentirse (2006), per poi
proseguire il percorso accademico
presso Le Fresnoy, a Parigi. Il suo
corto Tan atentos (2010) è stato
premiato al Bafici e gli altri suoi
cortometraggi lo hanno imposto
come uno dei giovani autori più
promettenti del panorama
internazionale: Pude ver un puma
(2011) è stato presentato alla
Cinéfondation di Cannes e al Torino
Film Festival, El ruido de las estrellas
me aturde (2012) al Roma Film
Festival, Que je tombe tout le temps?
(2013) alla Quinzaine des
réalisateurs, sempre a Cannes,
mentre I Forgot! ha partecipato
in concorso al Fid Marseille.
Eduardo Williams (Buenos Aires,
Argentina, 1987) studied at the
Universidad del cine in Buenos Aires,
where he directed his first short film,
Arrepentirse (2006). He then
continued his studies at Le Fresnoy,
in Paris. His short film Tan Atentos
(2010) received an award at the Buenos
Aires International Independent Film
Festival (BAFICI); his other shorts
launched him as one of the most
promising young filmmakers in the
international circuit: Pude ver un
puma (2011) was presented at the
Cinéfondation in Cannes and at the
Torino Film Festival; El ruido de las
estrellas me aturde (2012) participated
at the Rome Film Festival; Que je
tombe tout le temps? (2013) was at
Cannes’ Quinzaine des réalisateurs;
and I Forgot! was in competition at
FID Marseille.
filmografia/filmography
Arrepentirse (cm, 2006), Alguien los
vio (cm, 2010), Tan Atentos (cm,
2010), Pude ver un puma (cm, 2011),
El ruido de las estrellas me aturde
(cm, 2012), Que je tombe tout le
temps? (2013), Tôi quên rôi! (I Forgot!,
cm, 2014).
ONDE
konstantina kotzamani
WASHINGTONIA
Grecia/Greece, 2014, HD, 24’, col.
Kostantina Kotzamani (Komotini,
Grecia, 1983) ha studiato prima
farmacia e poi cinema presso
l’Università Aristotele di Salonicco,
nel dipartimento di belle arti.
Ha partecipato ai talent campus
della Berlinale e del Festival di
Sarajevo e in seguito ha cominciato
a realizzare cortometraggi, presentati
con successo nei festival di tutto il
mondo.
WASHINGTONIA
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Konstantina Kotzamani
fotografia/cinematography
Giorgos Karvelas,
Giannis Kanakis
montaggio/film editing
Leonidas Papafotiou
scenografia/
production design
Nefeli Livieratou
costumi/costume design
Kika Karampela
musica/music
Drog_A_Tek, Panou
suono/sound
Persefoni Miliou
interpreti/cast
Mamadou Diallo, Eutychia
Stefanidou, Katerina Iliadi,
Nikos Christofidis, Iraklis
Nousas, Spyros Spyrou,
Sally «black out»
produttori/producers
Artemis Pattakou,
Giorgos Zois
produzione/production
Squared Square
coproduzione/coproduction
Greek Film Center
**
contatti/contacts
Konstantina Kotzamani
Tel: +30 69 76 430 983
[email protected]
www.washingtoniafilm.com
La giraffa è l’animale con il cuore più grande, il cui battito è in
grado di dominare il mondo circostante. Ma in estate, quando
il caldo è più forte, gli altri animali non riescono più a percepirlo
e allora si diffonde il caos. E la ricerca di questo suono
fondamentale apre la porta all’inusuale, all’insolito, anche tra
gli uomini, creature solitarie che si muovono nella giungla urbana
di Atene, dando vita a incontri inattesi.
«Ho voluto dare ad Atene un nome nuovo e strano: Washingtonia
è un non luogo, una città tropicale in cui le persone vivono in
mezzo agli animali. Una volta iniziate le ricerche delle location,
mi è capitato di fare un sogno impressionante. Ho sognato una
giraffa che cercava di entrare dalle finestre di casa mia con il suo
lungo collo. Il giorno dopo sono andata allo zoo di Atene […].
Lì ho letto che la giraffa è l’animale con il cuore più grande.
Allora ho capito che il mio film parlava proprio di quello, di cuori
più grandi e cuori più piccoli. Perché è un film sull’amore».
**
The giraffe is the animal with the biggest heart; its heartbeat is able
to dominate the surrounding world. But in the summertime, when
the temperature is at its hottest, the other animals are no longer able
to hear it, and chaos ensues. The search for this fundamental sound
opens the door to the unusual, the unfamiliar. Even for humans,
solitary creatures moving in the urban jungle of Athens, and this
sparks unexpected encounters.
“I gave this strange new name to Athens. I called Athens
Washingtonia as a no-land tropical city where people are mixed with
animals. Once we started searching for the locations I had a very
strong dream. I dreamt of a giraffe trying to enter my house windows
with her long neck. The next day I went to the zoo of Athens […].
There I read that the giraffe is the animal with the biggest heart.
Then I realized that my film is actually about that. About the big
and the small hearts. It is actually about love.”
168
SOMMARIO
ONDE
Kostantina Kotzamani (Komotini,
Greece, 1983) first studied pharmacy
and later film at the Fine Arts faculty
of the Aristotle University of
Thessaloniki. She participated at the
talent campuses of the Berlinale and
the Sarajevo Film Festival, and later
began making shorts, which have been
presented with success at festivals
throughout the world.
filmografia/filmography
Pigs (cm, 2011), Zodiac (cm, 2012),
Arundel (cm, 2012), Morning Prayers
(cm, 2013), Washingtonia (cm, 2014).
ONDE
abhijit mazumdar
YETI
India, 2014, HD, 62’, col.
YETI
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Abhijit Mazumdar
fotografia/cinematography
Dipankar Sikder
montaggio/film editing
Krishnendu Sarkar
musica/music
Kanishka Sarkar
suono/sound
Amala Popuri
interpreti/cast
Manoj Sharma, Anurag
Mishra, Atmaja Pandey,
Pratik Rathod,
Yashashvi Mishra
produzione/production
Film & Television Institute
of India, Rough Work Films
**
contatti/contacts
Rough Work Films
Amala Popuri
[email protected]
Frammenti di vita sul set di un film che si sta girando a Mumbai.
Per i membri della troupe, la relazione fra la finzione della storia
e la realtà del set si fa sempre più incerta e inquietante.
«Yeti è nato come progetto per l’Istituto di cinema e televisione
di Pune, in India. Ogni anno i registi, quasi tutti allievi, sono
invitati a lavorare con il gruppo di laureandi in recitazione per
realizzare film che mettano alla prova la loro abilità. Io stesso
sono stato invitato a lavorare con un gruppo di cinque attori
studenti e i nostri lunghi workshop e il tempo passato insieme
hanno dato forma a un film, che è una sorta di discorso sul
mezzo in sé. Yeti segue i percorsi frammentari di un gruppo
di giovani a Mumbai e intende rispecchiare i temi della violenza
e dell’alienazione tra le vite di questi ragazzi e il mondo di
finzione cinematografica in cui stanno lavorando».
**
Fragments of life on the set of a film that is being shot in Mumbai.
The line between fiction and reality becomes increasingly blurry
and disturbing for the people working on the set.
“Yeti was made as a project film for Film & Television Institute
of India, Pune. Every year the Institute invites film directors, mostly
alumni, to work with the graduating batch of acting students and
make films showcasing their talent. I was invited to work with a
group of five acting students. Our long interactive workshops and
sessions shaped up into a film, which is a kind of discourse about the
medium itself. Yeti follows fragmented journeys of a group of young
people in the city of Mumbai. It aims to mirror-image the themes
of violence and alienation between the personal lives of these young
people and the fiction world of a film they are working on.”
169
SOMMARIO
ONDE
Abhijit Mazumdar (India) ha diretto
cortometraggi, documentari e spot
pubblicitari. Il suo cortometraggio
Chlorophyll ha concorso al The Way
We Live Film Festival, al Karlovy Vary
Fresh Film Fest e al Probelauf XI.
The Art of Living (2008) ha vinto il
premio di miglior film nella sezione
Personal Story allo Uicc International
Film Festival di Ginevra.
Recentemente il suo cortometraggio
Vanishing Point è stato selezionato in
diversi festival internazionali, tra cui
il Glasgow Short Film Festival. La sua
sceneggiatura di Delirium è stata
selezionata nel 2013 per il Mumbai
Mantra-Sundance Screenwriting Lab.
Abhijit Mazumdar (India) has
directed short films, documentaries
and commercials. His short,
Chlorophyll, was a part of competition
section of The Way We Live Film
Festival, of the Karlovy Vary Fresh Film
Fest and was in the official selection
of Probelauf XI. The Art of Living won
the best film in Personal Story Section
in UICC International Film Festival,
Geneva 2008. A recent short,
Vanishing Point, was an official
selection in Glasgow Short Film
Festival. His feature script Delirium
was selected for Mumbai MantraSundance Screenwriting Lab, 2013.
filmografia/filmography
Chlorophyll (cm, 2005), The Art of
Living (mm, 2008), Vanishing Point
(cm, 2012), Yeti (2014).
ONDE
andrew t. betzer
YOUNG BODIES HEAL QUICKLY
Usa, 2014, 16mm, 102’, col.
YOUNG
BODIES HEAL
QUICKLY
regia, sceneggiatura,
montaggio/director,
screenplay, film editing
Andrew T. Betzer
fotografia/cinematography
Sean Price Williams
suono/sound
Sarah Spencer
interpreti e personaggi/
cast and characters
Hale Lytle (Younger),
Gabriel Croft (Older),
Julie Sokolowski
(la cameriera/maid),
Sandy Hale
(la madre/mom),
Alexandre Marouani
(il cuoco/chef),
Daniel P. Jones
(il padre/dad),
Kate Lyn Sheil
(la sorella/sister),
Josephine Decker
(la ragazza vietnamita/
Vietnamese girl)
produttori/producers
Andrew T. Betzer,
Eric Nyari
**
contatti/contacts
Andrew T. Betzer
[email protected]
I due fratelli Older and Younger causano accidentalmente la
morte di una ragazza. Anziché consegnarli alla polizia per chiarire
i fatti, la madre li aiuta a fuggire e così i due si mettono in viaggio
senza una meta precisa. Lungo la strada fanno una serie di
incontri bizzarri per arrivare infine all’abitazione del padre, un
appassionato di militaria che li costringe a partecipare a un
raduno in una foresta, dove si inscena la guerra del Vietnam.
«Concepito come un road movie dalla sensibilità picaresca,
il film ha preso le mosse dall’idea di due fratelli con una certa
differenza di età ma livelli di maturità ribaltati. Il maggiore, infatti,
si comporta come un preadolescente, mentre il più piccolo si
carica di oneri propri di una persona adulta. Tutti i personaggi
del film sono stati ispirati da persone che ho conosciuto o
incontrato nella mia vita, in particolar modo i due fratelli. […]
Nel loro viaggio, i due protagonisti e le persone che incontrano
si nutrono a vicenda delle rispettive patologie, sprofondando
sempre di più in un luogo dal quale non saranno in grado
di riemergere».
**
Two brothers, Older and Younger, accidentally cause the death
of a young woman. Instead of turning themselves in to the police,
their mother helps them escape and the two brothers hit the road
without a specific destination in mind. They run into a series of
bizarre encounters along the way, until they reach their estranged
father, a military enthusiast who forces them to participate to a
Vietnam War reenactment in the woods.
“Envisioned as a road movie with a picaresque sensibility, the movie
started with the idea of two brothers with a considerable age
difference and a flip-flopped level of maturity. The older brother acts
more like a pre-teen while the younger brother carries the onus of
a person far beyond his age. All the characters in the film were
sketched from people that I have known or met throughout my life,
especially the brothers. […] Throughout their journey, the brothers
and the people they encounter feed off of each other’s pathologies
and keep getting themselves deeper and deeper into a place they
may never be able to emerge from.”
170
SOMMARIO
ONDE
Andrew T. Betzer (Washington, DC,
Usa, 1974), dopo aver realizzato nel
1999 il suo primo cortometraggio,
Diet Pink Lemonade, si è laureato nel
2000 presso la University of
Maryland. Ha girato poi nel 2004
Ivan Runs Some Errands, Runs Amok,
presentato al Festival di Belfort, e
due anni dopo Sans supervision,
selezionato a Rotterdam. Nel 2008
ha scritto e diretto Small Apartment,
che ha vinto il gran premio della
giuria per il miglior cortometraggio
di finzione al South by Southwest,
mentre nello stesso anno John Wayne
Hated Horses è stato selezionato alla
Quinzaine des réalisateurs di Cannes
e poi presentato al Torino Film
Festival. Recentemente l’Anthology
Film Archives di New York gli ha
dedicato una retrospettiva. Young
Bodies Heal Quickly è il suo primo
lungometraggio.
Andrew T. Betzer (Washington, DC,
USA, 1974) graduated from the
University of Maryland in 2000.
In 1999 he realized his first short film,
Diet Pink Lemonade, followed by
Ivan Runs Some Errands, Runs
Amok in 2004 (screened at the Belfort
International Film Festival) and,
two years later, by Sans supervision,
which premiered at the Rotterdam
Film Festival. In 2008, he wrote and
directed Small Apartment, winning the
grand jury award for best narrative
short at the South by Southwest Film
Festival. In the same year John Wayne
Hated Horses was selected in the
2009 Cannes Directors’ Fortnight
and presented at the Torino Film
Festival. Recently, a retrospective
of his short films was shown at
New York’s Anthology Film Archives.
Young Bodies Heal Quickly is his
first feature film.
filmografia/filmography
Diet Pink Lemonade (cm, 1999), Ivan
Runs Some Errands, Runs Amok (cm,
2004), Sans supervision (cm, 2006),
Small Apartment (cm, 2008), John
Wayne Hated Horses (cm, 2008),
Young Bodies Heal Quickly (2014).
ONDE
ivan salatić
ZAKLONI
Montenegro, 2014, HD, 24’, col.
Ivan Salatić (Dubrovnik, Croazia,
1982) è cresciuto a Herceg Novi,
in Montenegro. Regista, videoartista
e fotografo, ha studiato belle arti
e arti applicate a Belgrado e arti
drammatiche a Cetinje, dove si è
laureato. Fino a ora, oltre a Shelters,
ha diretto i cortometraggi Intro
(2013) e Daljine (2014).
SHELTERS
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Ivan Salatić
fotografia/cinematography
Ivan Marković
montaggio/film editing
Jelena Maksimović
suono/sound
Jakov Munižaba
interpreti/cast
Luka Petrone, Jana Radan,
Branka Knezevic, Jelena
Dokic, Milos Kascelan,
Petar Pejakovic
**
contatti/contacts
Ivan Salatić
[email protected]
Luka si è appena trasferito in una piccola città costiera per vivere
con la zia in attesa che si compia il divorzio tra i suoi genitori.
Attorno a lui si muove un mondo sonnolento e quieto, ravvivato
però dalla presenza di Jana, ragazza che ama stare stesa al sole
per ore. La fine dell’estate si sta avvicinando e Luka, insieme
con i ragazzi del posto, passa le giornate tra tuffi e immersioni.
Forse non lo sa, ma anche la fine dell’infanzia è vicina.
«Le immagini e i suoni della mia infanzia, impresse a fondo
nella memoria, sono il materiale di base della sceneggiatura.
Sono andato nei luoghi dei miei ricordi e lì ho incontrato alcuni
ragazzini. Tra loro c’era Luka, che è poi diventato il modello per
il film: Shelters è così un miscuglio di ricordi miei e di vita reale
sua, combinati in modo da creare un tessuto narrativo fittizio,
ma accurato come un documentario».
**
Luka has moved to a small town on the coast to live with his aunt
while his parents’ divorce comes through. All around him is a sleepy,
quiet life, enlivened by the presence of Jana, a girl who loves to lie out
in the sun for hours on end. The summer is drawing to a close and
Luka, along with the local kids, spends his days diving and snorkeling.
He might not be aware of it, but his childhood will soon be ending.
“Images and sounds from my childhood, that were deeply imprinted
in my memory, became material for the screenplay. I went to the
actual locations where I found today’s kids. Among them, there was
fourteen-year-old Luka who became the model for this film. Shelters
is a mixture of my memories and real life of Luka, combined in a way
that it makes a tissue for the film that is fictional but documentary
truthful.”
171
SOMMARIO
ONDE
Ivan Salatić (Dubrovnik, Croatia,
1982) grew up in Herceg Novi, in
Montenegro. A director, video artist
and photographer, he studied fine arts
and applied arts in Belgrade, and
drama in Cetinje, where he graduated.
To date, besides Shelters, he has
directed the shorts Intro (2013)
and Daljine (2014).
filmografia/filmography
Intro (cm, 2013), Zakloni (Shelters,
cm, 2014), Daljine (cm, 2014).
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
Josephine Decker - Pulsione e relazione
DI MASSIMO CAUSO
Thou Wast Mild & Lovely (2014)
C’è una vitalità irrefrenabile nel cinema di
Josephine Decker, qualcosa che si traduce in
un lavoro sul rapporto tra la persona in sé
e la realtà nel suo insieme. Una questione che
è via via di individuo e di coppia, di persone
e di gruppi, di collettività e di società. Ma ancor
prima una questione di istinto e relazione, di
sensi e sensualità, di passione e sesso, di
pensiero e azione, in un gioco di scavalcamenti
tra la parte pulsionale (arcaica) e la parte
razionale (sociale) dei rapporti, privati o
pubblici che essi siano.
È qualcosa che, del resto, si radica in generale
nell’intera attività artistica di Josephine Decker:
quella che è stata indicata come una delle
registe da tenere d’occhio della scena
indipendente americana, è in realtà una figura
artisticamente sfaccettata, che per certi versi
fa pensare alla prima Kathryn Bigelow, a iniziare
dalla rivendicata origine «provinciale».
Londinese di nascita, texana di crescita e
newyorchese d’elezione, a soli trentatré anni
Josephine Decker si è imposta come artista,
performer, musicista, videomaker, attrice.
172
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
L’innocenza è il modo in cui mira a scuotere
dalle fondamenta il rapporto di soggiacenza
dell’individuo all’habitus in cui si muove per
cultura e predisposizione acquisita.
Non è certo un caso che il corpo, in tutta la sua
complessità pulsionale e relazionale, abbia una
collocazione centrale nella sua attività artistica:
come performer invade il ponte di Brooklyn
con la diaspora in slow motion di una famiglia
di pesci in fuga dai cambiamenti climatici
(Evacuation); come artista privata sente la
necessità di mettersi letteralmente a nudo
davanti a Marina Abramović, rompendo la
frontalità della sua performance e facendosi
cacciare dal MoMA; come persona è
fermamente impegnata nel sociale, in
particolare sui temi dell’ambiente e del
capitalismo finanziario. Sodale di Joe
Swanberg (nei cui mumblecores appare come
attrice e che a sua volta sarà il corpo del
desiderio in Thou Wast Mild & Lovely),
Josephine Decker elabora sempre una
femminilità giocata sino in fondo come
questione di corpo fisico e sociale.
Il suo stile è pregno di una ingenuità
che lascia emergere sempre la parte
pulsionale della relazione tra set, attori,
drammaturgia, macchina da presa.
Un film come Butter on the Latch è una specie
di performance, in cui tutti gli elementi filmici
si liberano in una sorta di sabba: prima prova
di un processo magico e istintivo del mettere
in scena e filmare, che troverà in Thou Wast
Mild & Lovely la sua piena realizzazione.
Due film «di genere», questi, non solo
perché fanno riferimento a tracce
cinematografiche ben precise (la femminilità
del Romero della Stagione della strega
per il primo e del Polanski sino a Tess per
il secondo), ma anche perché sul genere
(sessuale) riflettono acutamente, collocandosi
sul crinale tra maschio e femmina, laddove
il desiderio diviene relazione e dunque
funzione sociale più o meno accettata.
Ma oltre questi twin films, ci sono dei
cortometraggi in bilico tra la fiaba d’infanzia
(Me the Terrible), il videoclip (Where Are You
Going, Elena?, Going Wild), il documentario
(Balkan Camp, Walter and Kayla), il
mockumentary (Naked Princeton) e il
mumblecore estremizzato (Madonna Mia
Violenta). Tutte opere in transito sulla norma
del vivere sociale, tra pulsioni e relazioni.
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
Josephine Decker - Compulsion and relationship
BY MASSIMO CAUSO
Butter on the Latch (2013)
There is an irrepressible vitality in the cinema
of Josephine Decker, and it translates into movies
about the relationship between an individual
per se and reality as a whole.
A question that can involve a person and a
couple, people and groups, collectivity and
society. But before all this, it is a question
of instinct and relations, of senses and sensuality,
of passion and sex, of thought and action, in
a game of leapfrog between the (archaic)
compulsive part and the (social) rational part
of relationships, be they private or public.
In fact, this is rooted in Josephine Decker’s
entire artistic activity: even though she has
been designated as one of America’s
independent filmmakers to keep an eye on,
she is actually a multifaceted artist, who to
a certain extent recalls the early Kathryn
Bigelow, starting with her declared “provincial”
origins… A Londoner by birth, a Texan by
upbringing, a New Yorker by choice. At only
thirty-three years of age, Josephine Decker has
made a name for herself as an artist, performer,
musician, video maker and actress.
173
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
Innocence is her method for profoundly
shaking the relationship of submission of
individuals to the habitus they move in,
through culture and acquired predisposition.
It is no coincidence that the body, in all its
compulsive and relational complexity, has
a central position in her artistic activity.
As a performer, she invades the Brooklyn
bridge with the slow-motion diaspora of
a family of fish fleeing climate change
(Evacuation). As a private artist, she feels
the need to literally bare herself in front
of Marina Abramović, breaking the frontality
of her performance and getting herself evicted
from MoMA. As a person, she is firmly
involved in social issues, in particular
regarding the environment and financial
capitalism. A companion of Joe Swanberg
(in whose mumblecore she appears as an
actress and who, in turn, is the body of
desire in Thou Wast Mild & Lovely),
Josephine Decker always elaborates a
femininity that is exhaustively played like
a question of physical and social bodies.
Her style is full of a naiveté that constantly
brings out the compulsive part of the
relationship between set, actors, dramaturgy
and movie camera. A movie like Butter on
the Latch is a type of performance in which
all the film elements free themselves in a sort
of witches’ Sabbath: the first step in a magical
and instinctive process of staging and filming,
which comes to full fruition in Thou Wast Mild
& Lovely.
These are two “genre” movies, not only
because they have very precise cinematographic
references (the femininity of Romero in Hungry
Wives in the first case, and of Polanski all the
way to Tess in the second), but also because
they perceptively reflect on the (sexual) genre,
straddling the ridge between male and female,
where desire becomes relationship and, thus,
more or less accepted social function.
But besides these twin films, there are also
shorts that veer between childhood fairytale
(Me the Terrible), video clip (Where Are You
Going, Elena?, Going Wild), documentary
(Balkan Camp, Walter and Kayla),
mockumentary (Naked Princeton), and
mumblecore carried to the extreme
(Madonna Mia Violenta). All works transiting
on the norms of social interaction, between
compulsions and relationships.
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
Josephine Decker (Londra, Regno Unito, 1981),
dopo essersi laureata all’Università di Princeton,
ha proseguito i suoi studi a Buenos Aires,
in Argentina. Dal 2003 ha cominciato a dirigere
cortometraggi e a lavorare come artista.
Nominata dal «Filmmaker Magazine» tra
i venticinque cineasti più promettenti del
cinema indipendente, celebrata dalla rivista
«New Yorker», ha fatto il suo ingresso nel
circuito festivaliero internazionale al Forum
della Berlinale 2014, presentando il dittico
formato da Butter on the Latch e Thou Wast
Mild & Lovely, entrambi rivelatori di un universo
creativo che mescola horror, mélo, thriller,
erotismo e femminismo. Regista, sceneggiatrice
e montatrice di tutti i suoi lavori, Josephine
Decker ha realizzato documentari come
Bi the Way, codiretto con Brittany Blockman
e presentato al Sxsw e al Silverdocs, e diversi
cortometraggi e videoclip proiettati al MoMA,
ai festival del Maryland, di Austin e al Sxsw.
Ha inoltre collaborato con la performer Sarah
Small e recitato in diversi film indipendenti,
fra cui Uncle Kent (2011) e Art History (2011)
di Joe Swanberg, celebre regista indie nonché
protagonista maschile di Thou Wast Mild
& Lovely. Josephine Decker ha inoltre al suo
attivo diverse performance, fra cui l’installazione
Evacuation (2011), riflessione sull’inquinamento
globale premiata dallo Human Impacts
Institute’s Climate Challenge. Al momento sta
lavorando a due lungometraggi: uno nato dalla
collaborazione con la Pig Iron Theatre Company
e l’artista Isolde Chae-Lawrence, l’altro dedicato
all’orchestra di sole donne Main Squeeze
Accordion Orchestra, della quale la stessa
Decker fa parte.
174
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
Josephine Decker (London, UK, 1981), after
graduating at Princeton University, continued her
studies in Buenos Aires, Argentina. In 2003 she
started making short films and working as an artist.
She was nominated by “Filmmaker Magazine” as
one of the twenty-five most promising independent
filmmakers, and was celebrated in the prestigious
magazine “New Yorker.” She made her entrance
in the international film festival scene at the 2014
Berlinale in the Forum Section, presenting her two
feature films Butter on the Latch and Thou Wast
Mild & Lovely: both pieces of this diptych open
a creative universe that combines horror, drama,
thriller, eroticism, and feminism. Josephine Decker
writes, directs, and edits all her projects. She made
several documentaries, such as Bi the Way
(codirected with Brittany Blockman and presented
at SXSW and at Silverdocs), and numerous short
films and video clips screened at the MoMA and
at film festivals in Maryland, Austin, and at SXSW.
She has also collaborated with the performer Sarah
Small, and has acted in many independent films,
including Uncle Kent (2011) and Art History (2011)
by Joe Swanberg, famous indie director and male
lead in Thou Wast Mild & Lovely. Josephine
Decker is also known for her installations, just
like Evacuation (2011): a reflection on pollution
worldwide which received an award from The
Human Impacts Institute’s Climate Change
Challenge. She is currently working on two feature
films: the first one springs from her collaboration
with the Pig Iron Theatre Company and the artist
Isolde Chae-Lawrence, while the second one is
dedicated to the all-female Main Squeeze
Accordion Orchestra, in which she also plays.
filmografia/filmography
Naked Princeton (coregia/codirector Brittany
Blockman, cm 2005), Bi the Way (coregia/
codirector, Brittany Blockman, cm, 2008), Naked
Woods (cm, 2009), Astrograss (videoclip, cm,
2009), Jerry and Gail (web series, 2009), Where
Are You Going, Elena? (videoclip, cm, 2009),
My Eyes, Your Eyes (videoclip, cm, 2010), Balkan
Camp (cm, doc., 2010), Fakelore (perf. 2010),
Walter and Kayla (cm, 2010), The Library of
Audrey (cm, 2011), Evacuation (inst., cm, 2011),
Madonna Mia Violenta (coregia/codirector Zefrey
Throwell, cm 2011), Me the Terrible (cm, 2012),
Front Lines of Occupy Wall Street (2012), Butter
on the Latch (2013), Thou Wast Mild & Lovely
(2014), Gone Wild (videoclip, cm, 2014), Zhenish
Me Mamo (videoclip, cm, 2014).
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker
BUTTER ON THE LATCH
Usa, 2013, HD, 72’, col.
BUTTER ON
THE LATCH
regia, sceneggiatura,
montaggio/director,
screenplay, film editing
Josephine Decker
fotografia/cinematography
Ashley Connor
suono/sound
Michael Parker Kozak,
Mike Frank
interpreti e personaggi/
cast and characters
Sarah Small (Sarah),
Isolde Chae-Lawrence
(Isolde), Charlie
Hewson (Steph)
produttori/producers
Josephine Decker,
Laura Heberton
produzione/production
Third Room Productions
**
contatti/contacts
Josephine Decker
www.josephinedecker.squarespace.com
Nella foresta di Mendocino, nel Nord della California, si sta svolgendo un festival folk balcanico.
Tra le partecipanti Isolde e Sarah, che prendono parte con grande trasporto alle attività della
manifestazione, lasciandosi trascinare dall’atmosfera fuori dal tempo che vi regna. L’incontro
di Sarah con un ragazzo, dal quale si sente attratta e che decide di sedurre, romperà gli equilibri,
facendole scoprire sentimenti nuovi e sconosciuti, che la precipiteranno in una realtà onirica.
«M’interessava creare quest’opera insieme a Sarah Small, una persona molto radicata nella
comunità e appassionata al folklore di cui avrebbe parlato il film, e che è inoltre un’artista con
cui condivido l’interesse per l’improvvisazione, l’umano più profondo, ciò che è folle e sgradevole,
il trascendente. Da un punto di vista cinematografico, Ashley Connor ha proposto uno stile visivo
senza precedenti, che ha permesso al film di toccare un’ampia gamma di emozioni, in senso
narrativo ma anche sensoriale. La sua arte ha reso possibile l’aura particolare del film e, per
questo, le sono molto debitrice».
**
A Balkan folk festival is taking place in the woods of Mendocino, in Northern California. Isolde and Sarah
enthusiastically take part in the festivities, getting carried away by its timeless atmosphere. When Sarah
meets a guy she finds attractive, she decides to seduce him, breaking the equilibrium. She will discover
new, unknown feelings that will plunge her into a dreamlike reality.
“I wanted to create this work with Sarah Small, a person deeply ingrained in the community and the
folklore the movie would be about as well as an artist with a likeminded interest in improvisation, the
deeply human, the unhinged and the unpleasant, the transcendent. Cinematically, Ashley Connor came
in with an unprecedented visual style – which allowed the film to range through many emotions not
simply narratively but through all of the senses. Her art made the strange aura of the film possible,
and to her, I am deeply in debt.”
175
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker
THOU WAST MILD & LOVELY
Usa, 2014, HD, 79’, col.
THOU WAST
MILD &
LOVELY
regia/director
Josephine Decker
soggetto/story
dal romanzo La valle
dell’Eden/from the novel East
of Heaven di/by
John Steinbeck
sceneggiatura/screenplay
Josephine Decker,
David Barker
fotografia/cinematography
Ashley Connor
montaggio/film editing
Josephine Decker, David
Barker, Steven Schadt
scenografia/
production design
Sarah O’Brien,
Maegan Billman
costumi/costume design
Wilberth Gonzalez
musica/music
Molly Herron
suono/sound
Martín Hernández
interpreti e personaggi/
cast and characters
Joe Swanberg (Akin),
Sophie Traub (Sarah),
Robert Longstreet
(Jeremiah), Kristin
Slaysman (Drew), Geoff
Marslett (Richard)
produttori/producers
Laura Klein, Laura
Heberton, Russell Sheaffer
produzione/production
Third Room Productions
**
contatti/contacts
New Europe Film Sales
Tel: +48 886 449 365
[email protected]
In una delle fattorie che punteggiano gli sconfinati campi del Kentucky giunge Akin: ha lasciato a
casa moglie e figlio, si è tolto la fede dal dito ed è alla ricerca di un lavoro per l’estate. Lo accolgono
Jeremiah, pater familias dal temperamento dominante, e la figlia Sarah, ragazza sensuale e perversa.
Tra i tre s’instaura un meccanismo di reciproco studio, di osservazione, fatto di sguardi furtivi e
domande a cui spesso non viene data risposta. Quando esplode l’attrazione tra Akin e Sarah un
inspiegabile senso di minaccia si abbatte sui due amanti. L’arrivo della moglie dell’uomo trasformerà
un gioco fino a quel momento innocente in un incubo dai contorni inattesi.
«Con questo film ho cercato di avvicinarmi a tentoni a una verità, ovvero il fatto che si possa essere
buoni, cattivi o entrambe le cose contemporaneamente. E basandomi su questo aspetto ho cercato
di costruire un’esperienza cinematografica dai toni altamente erotici e dolcemente gioiosi in grado
di mescolare fantasia e realtà».
**
Akin shows up at one of the farms that dot the endless fields of Kentucky. Leaving behind his wife and son,
he has taken off his wedding ring and is in search of a summer job. He is taken in by Jeremiah, a pater
familias with a domineering temperament, and his daughter Sarah, a sensual and perverse woman.
A mechanism of reciprocal observation develops between the three, made of furtive glances and questions
that often aren’t answered. When the attraction between Akin and Sarah ignites, the two lovers are struck
by an inexplicable feeling of menace. The man’s wife shows up, transforming what until then had been
an innocent game into a nightmare with unexpected contours.
“With this film, I have been groping at a truth – about how we can be bad, or we can be good, or we
can both at the exact same time. And with that truth, I tried to build a cinematic experience that melded
fantasy and reality in an erotically-charged, meekly joyous experience.”
www.neweuropefilmsales.com
176
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
brittany blockman, josephine decker
NAKED PRINCETON
Usa, 2005, HD, 28’, col.
regia, montaggio,
produttori/directors,
film editing, producers
Brittany Blockman,
Josephine Decker
fotografia/cinematography
Frankie Ng
interpreti e personaggi/
cast and characters
Charlie Hewson (Melvin),
Yan Zhang (Mike Yhang),
Will Macnamara (Pat), Sam
Hall (Witt), Charlie Halden
(Henry Grendimeer), Kadi
Hughes (Veronica
Popovich), Emma Worth
(Aurora-Skye Hart), Hollis
Witherspoon (Kimberly
Sparkle)
produzione/production
Gnome Productions
When two bigoted students at
prestigious Princeton University
reveal that a group of fellow students
has founded a nudist colony, university
opinion is divided: some support the
organization and others would like to
eliminate it, considering it scandalous
and unacceptable. Kimberly Sparkle,
in particular, finds herself in a difficult
position: which should she choose, her
passion for nudism or the possibility of
being elected student body president?
NAKED PRINCETON
Quando due studenti bigotti della prestigiosa Università di
Princeton rivelano l’esistenza di un gruppo nudista composto da
loro compagni di studi, la popolazione universitaria si divide: c’è
chi sostiene l’organizzazione e chi, invece, la vorrebbe eliminare,
considerandola scandalosa e inammissibile. Kimberly Sparkle, in
particolare, si trova in una posizione scomoda: cosa scegliere tra
la passione per il nudismo e la possibilità di farsi eleggere come
presidentessa del corpo studentesco?
josephine decker
WHERE ARE YOU GOING, ELENA?
SOMMARIO
Usa, 2010, HD, 5’, col.
regia/director
Josephine Decker
fotografia/cinematography
Lindsay Mann
costumi/costume design
Heather Sehrt
musica/music
Charlie Hewson
interpreti e personaggi/
cast and characters
Elena (Gita Reddy), Charlie
Hewson (l’uomo che
canta/man singing), Isabel
Fagalde (il piatto/plate),
Chris Joslin (la saliera/salt
shaker), Luke Matheny
(la spatola/spatula),
Matthew Fricke
(il chitarrista/lead guitarist),
Jose Lara (il cuoco/chef),
Maggie Marion
(la cuoca/chef), Dale Smith
(il cuoco/chef)
produzione/production
Third Room
177
Elena, who is no longer young, works
as a waitress at a Park Slope restaurant
in Brooklyn. As she moves around
the tables wearing her yellow uniform,
a client notices her and dedicates
a song to her. The situation takes
a surreal turn when the woman, who
is fed up with her job, decides to run
away from the restaurant. And it really
is an escape, because a plate, a spatula
and a salt shaker start chasing after
her. A video clip of the singer Charlie
Hewson.
WHERE ARE YOU GOING, ELENA?
Elena è una cameriera non più giovane di un ristorante di Park
Slope, a Brooklyn. Mentre si muove tra i tavoli con la divisa gialla
d’ordinanza, viene notata da un cliente che, colpito, pensa bene
di dedicarle una canzone. La situazione prende una piega
surreale quando la donna, stanca del suo lavoro, decide di
scappare dal locale: e si tratterà di una vera e propria fuga, dato
che si metteranno al suo inseguimento un piatto, una spatola
e una saliera. Videoclip del cantante Charlie Hewson.
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker
BALKAN CAMP
Usa, 2011, HD, 15’, col.
The annual Balkan music and folklore
festival which is held in the forest
around Mendocino, northern
California. A heterogeneous group
of people spends a few days together,
with concerts, singing, evening dancing,
morning gatherings, readings, and
lunches and dinners inspired by Balkan
culture. Around them, pristine nature,
with pine trees and sequoias blocking
the sky. This camp experience led to
the feature-length Butter on the Latch,
named after a disquieting eastern
European ballad.
regia/director
Josephine Decker
BALKAN CAMP
L’annuale festival di musica e folklore balcanico che si tiene
nella foresta di Mendocino, nella California settentrionale.
Un eterogeneo gruppo di persone che decide di passare alcuni
giorni insieme, tra concerti, canti, balli serali, raduni mattutini,
letture, pranzi e cene ispirati alla cultura dei Balcani. Intorno
a loro una natura incontaminata, fatta di pini e sequoie che
oscurano il cielo. Dall’esperienza nel campo nascerà il
lungometraggio Butter on the Latch, il cui titolo deriva da
un’inquietante ballata dell’Europa orientale.
josephine decker
WALTER AND KAYLA
Usa, 2010, HD, 12’, col.
Walter Kühr is a German accordion
player who lives in New York, where
he directs an orchestra composed of
women who play his same instrument.
Here we see him at lunch, having
a discussion with Kayla Fuhst, who
shares his passion for the accordion.
Later, in his office with a girl he
recently met, he is attacked by
a mysterious fish-headed woman.
A strange documentary which slowly
turns into a surreal and hyperbolic
work.
regia, fotografia,
montaggio/director,
cinematography,
film editing
Josephine Decker
interpreti/cast
Walter Kühr, Kayla Fuhst,
Melissa Elledge, The Main
Squeeze Orchestra
WALTER AND KAYLA
Walter Kühr è un fisarmonicista tedesco che vive a New York,
dove dirige un’orchestra di sole donne che suonano il suo stesso
strumento. Qui lo vediamo a pranzo, impegnato in una
discussione con Kayla Fuhst, con cui condivide la passione per
la fisarmonica. Successivamente, mentre è nel suo studio con
una ragazzina da poco conosciuta, viene aggredito da una
misteriosa donna con la testa di pesce. Strano documentario che
si trasforma un poco alla volta in un’opera surreale e iperbolica.
178
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker
THE LIBRARY OF AUDREY
Usa, 2011, HD, 5’, col.
Fixed images of the relationship
between a grandfather and his
teenage granddaughter Audrey.
The girl, interviewed by a relative’s
voice, is grieving for the loss of her
grandpa, who was also her best friend
and her point of reference. Through
this small portrait of domestic intimacy,
emotional and minimal, Josephine
Decker proves she can portray a
woman’s soul with extraordinary
sensitivity, without the irony and
grimaces that characterize her
feature films.
regia, montaggio,
interprete/director,
film editing, cast
Josephine Decker
THE LIBRARY OF AUDREY
Immagini fisse del rapporto d’affetto fra un nonno e la nipote
adolescente, Audrey. Intervistata dalla voce di un parente, la
ragazza piange la recente scomparsa dell’uomo, il suo migliore
amico, la sua figura di riferimento. Un piccolo ritratto d’intimità
domestica, toccante e minimale, nel quale Josephine Decker
dimostra di saper ritrarre l’animo femminile con straordinaria
sensibilità, senza ancora l’ironia e il gusto dello sberleffo dei suoi
lungometraggi.
josephine decker
EVACUATION
Usa, 2011, HD, 3’, col.
A performance that took place on the
Brooklyn bridge on September 22
and October 16 , 2011 under Decker’s
direction: a group of people in
1940s-style clothing, wearing fish masks
and makeup, moves slowly through the
crowds, suitcase in hand. Like refugees
from WWII. They are accompanied by
nostalgic Irish music. The message is
simple but effective: the seas are
becoming an inhospitable place for fish
populations due to increasing pollution.
regia/director
Josephine Decker
ND
TH
EVACUATION
Una performance svoltasi sul ponte di Brooklyn il 22 settembre
e il 16 ottobre 2011 sotto la guida di Josephine Decker: un gruppo
di persone in abiti anni Quaranta, con maschere e trucco da
pesce, si muove lentamente tra la folla, valigie in mano. Come
profughi della Seconda guerra mondiale. Ad accompagnarli, una
nostalgica musica irlandese. Il messaggio è semplice ma efficace:
i mari stanno diventando un luogo inospitale per la popolazione
ittica a causa dell’inquinamento crescente.
179
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker, zefrey throwell
MADONNA MIA VIOLENTA
Usa, 2011, HD, 13’, col.
An inside look at the shared life of
the video artists Zefrey Throwell and
Josephine Decker, from their most
intimate moments to the most
mundane actions: sex, taking part in
environmentalist marches and sit-ins
in Washington, a taxi ride and a trip
on the metro. What is private becomes
public, within everyone’s reach. That
which is shared with others assumes
a dimension that is twice as subjective.
regia, interpreti/
directors, cast
Josephine Decker,
Zefrey Throwell
fotografia/cinematography
Ashley Connor
montaggio/film editing
Zefrey Throwell
musica/music
Joey Haege
suono/sound
Young Fruit
MADONNA MIA VIOLENTA
Uno sguardo interno alla vita di coppia dei videoartisti Zefrey
Throwell e Josephine Decker, dai momenti più intimi ai gesti
più quotidiani: il sesso, la partecipazione a cortei e sit-in
ambientalisti a Washington, un giro in taxi e uno in
metropolitana. Ciò che è privato diviene pubblico, alla portata
di tutti. Ciò che è stato condiviso con altri assume una
dimensione doppiamente soggettiva.
josephine decker
ME THE TERRIBLE
SOMMARIO
Usa, 2012, HD, 11’, col.
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Josephine Decker
fotografia/cinematography
Ashley Connor
montaggio/film editing
Josephine Decker,
Ray Tintori
scenografia/
production design
Danielle Brustman,
Abby Walsh
costumi/costume design
Rebekah Allen, Felix Ciprian
suono/sound
Ray Tintori, Nathan Leigh,
Josephine Decker,
Matt Lewkowicz
interprete e personaggio/
cast and character
Lisa Diaz (la bambina/
the little girl)
produttori/producers
Katrina Lencek-Inagaki,
Stefanie Walmsley,
Josephine Decker
produzione/production
Third Room
180
ME THE TERRIBLE
Avventura piratesca di una bimba che sbarca a New York con il suo
orsetto di peluche e conquista Wall Street e l’Empire State Building.
Impossessatasi anche di Central Park, viene assalita da una banda
di teppistelli in bici che le portano via l’orsetto. Lei si lancia
all’inseguimento, ma inutilmente. Finisce in lacrime sui resti della
sua barca, disposti in forma di orsetto. La Grande Mela, vista dagli
occhi di una bambina: un set colorato, fatto di cartone e carta
stagnola, in cui gli adulti appaiono minacciosi e distanti.
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
The pirate adventure of a girl who
disembarks in New York with her teddy
bear and first conquers Wall Street
and then the Empire State Building.
After taking over Central Park,
she is attacked by a band of
bicycle-riding hoodlums who take away
her stuffed animal. She runs after
them, but in vain. She ends up in tears,
sitting on the remains of her boat,
which have been laid out in the shape
of a bear. The Big Apple, as seen
through the eyes of a girl: a colorful set,
made of cardboard and tinfoil, in which
adults seem threatening and distant.
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
josephine decker
GONE WILD
Usa, 2014, HD, 3’, col.
A woman is distractedly doing
housework. Her companion leaves
to go to work and says goodbye
listlessly. She seems lost in what
should be a very familiar place to her.
Suddenly, a group of naked girls
appears in the forest in front of her
house: amazed, she decides to follow
them. Seeing them dance, abandoned
to themselves, makes her realize that
maybe what she wants out of life is
very different from what she actually
has… A video clip of the band HIPS.
regia, interprete/
director, cast
Josephine Decker
fotografia/cinematography
Charlotte Hornsby
musica/music
HIPS
produttore/producer
Drew Denny
GONE WILD
Una donna è impegnata nelle faccende di casa, che svolge in
modo distratto. Il suo compagno è uscito per andare a lavorare
e l’ha salutata svogliatamente. Lei sembra smarrita in quello che
dovrebbe essere un luogo a lei ben noto. Improvvisamente un
gruppo di ragazze nude fa la sua comparsa nel bosco di fronte
alla sua casa: stupita, decide di seguirle. Vederle ballare,
abbandonate a loro stesse, le fa capire che forse quello che vuole
dalla vita è ben altro rispetto a quello che ha già… Videoclip della
band HIPS.
181
SOMMARIO
ONDE
-
JOSEPHINE DECKER
SPAZIO TORINO
TOMMASO DONATI IL FIUME DELL’ORCO
DU CINÉMA
| GUILLAUME LAFOND, GIANLUCA MATARRESE MON BAISER
| CARLO CAGNASSO LA NOTTE IN SOGNO | GIUSEPPE SANSONNA ULTIMO GIRO
EVENTO SPECIALE
FRANCESCO GABRIELLI, GIULIANO GIRELLI, MARZIA MIGLIORA UN MILIONE DI ALBERI SACRI
E NESSUN DIO
SOMMARIO
SPAZIO TORINO
tommaso donati
IL FIUME DELL’ORCO
Italia/Italy, 2014, HD, 9’, col.
regia, montaggio,
produttore/director, film
editing, producer
Tommaso Donati
fotografia/cinematography
Valentina Provini
suono/sound
Andrea Viali
coproduzione/coproduction
Associazione Immagina
OGRE RIVER
Orco (which means “ogre” in Italian)
is a stream in Piedmont that pours
into the Po river. On its path, it crosses
towns and cities, industrial areas and
pristine nature. But a mystery seems
to be hiding in its waters.
**
contatti/contacts
Associazione Immagina
Giuseppe Selva
[email protected]
www.immagina.net
L’Orco è un torrente del Piemonte, affluente del Po, che attraversa
villaggi e città, aree industriali e luoghi incontaminati. Un mistero
sembra nascondersi nelle sue acque.
Tommaso Donati (Lugano, Svizzera, 1988) vive a Parigi.
Nel 2013 si è diplomato alla Scuola internazionale di cinema
Eicar. Dopo aver realizzato cortometraggi di finzione, si
è specializzato nel documentario di creazione. Un suo tema
ricorrente è la relazione tra uomo, animali e ambiente.
Tommaso Donati (Lugano,
Switzerland, 1988) lives in Paris.
He graduated from EICAR, the
International Film & Television School
in Paris in 2013. After making a few
fictional shorts, he specialized in
creative docs. His recurring theme
is the relationship between mankind,
animals, and the environment.
filmografia/filmography
Près de l’eau (cm, 2013), Casa di legna
(cm, doc., 2013), Bestie di famiglia
(cm, doc., 2014), Os santos de
Madeira (cm, doc., 2014), Il fiume
dell’orco (cm, doc., 2014).
guillaume lafond, gianluca matarrese
MON BAISER DE CINÉMA
SOMMARIO
Francia/France, 2014, HD, 16’, col.
regia, sceneggiatura/
directors, screenplay
Guillaume Lafond,
Gianluca Matarrese
fotografia/cinematography
Kevin Brunet
montaggio/film editing
Olivier Batailler
interpreti e personaggi/
cast and characters
Angelo Cont (Angelo),
Raffaella Gardon (Raffaella),
Constance Rabaud
(Constance), Nicolas Kuszla
(Nicolas), Otaro Ishida
(Otaro), Mina Lécuyer
(Mina), Alice Tardy (Alice),
Pénélope Darchin
(Penelope), Clara Chelzen
(Clara), Ibtissem Methenni
(Ibtissem)
produzione/production
Onirim
**
Gianluca Matarrese,
Guillaume Lafond [email protected]
183
MON BAISER DE CINÉMA
Angelo is a thirteen-year-old film
enthusiast. His greatest dream is to
have one day a breathtaking kiss like
the ones on the silver screen. His friends
Otaro and Nicolas come to his rescue:
why not organize a party?
Angelo ha tredici anni ed è un cinefilo provetto. Il suo più grande
sogno è quello di abbandonarsi a un bacio mozzafiato, da grande
schermo. In suo soccorso vengono Otaro e Nicolas: perché non
organizzare una festa?
Guillaume Lafond (Francia, 1972) si occupa di regia, produzione
cinematografica, sceneggiatura e fotografia.
Gianluca Matarrese ha studiato all’Università di Torino e a Paris 8
e teatro all’École internationale de théâtre Jacques Lecoq di Parigi.
SPAZIO TORINO
Guillaume Lafond (France, 1972)
works as a director, film producer,
screenwriter and photographer.
Gianluca Matarrese studied film at
the University of Turin and at Paris 8,
and he studied theatre at the Jacques
Lecoq International Theatre School in
Paris.
filmografia/filmography
Guillaume Lafond,
Gianluca Matarrese:
Dé-cision (cm, 2014), Mon baiser
de cinéma (cm, 2014).
SPAZIO TORINO
carlo cagnasso
LA NOTTE IN SOGNO
Italia/Italy, 2014, HD, 15’, bn/bw
THE NIGHT IN DREAMS
regia, montaggio/
director, film editing
Carlo Cagnasso
fotografia/cinematography
Danilo Monte
musica/music
Rob Easychord
interpreti/cast
Federico Biasin,
Alice Conti, Giorgio Cugno,
Luigi Valentini
A man and a woman cross the city and
find themselves in a dark room with the
walls covered with old mountain views
and faded wallpaper.
Carlo Cagnasso graduated in film
history. He is one of the founding
members of Il Piccolo Cinema, a
mutual aid society for film, along with
Gianluca and Massimiliano De Serio
and Beppe Leonetti.
**
contatti/contacts
Carlo Cagnasso
[email protected]
Un uomo e una donna attraversano la città per ritrovarsi in una
camera buia, tappezzata da vecchie vedute di montagna e da una
carta da parati stinta.
Carlo Cagnasso è laureato in storia del cinema. Ha fondato a Torino,
insieme a Gianluca e Massimiliano De Serio e Beppe Leonetti,
Il Piccolo Cinema, società di mutuo soccorso cinematografico. filmografia/filmography
Madamina, il catalogo è questo
(cm, 2001), Idro (cm, 2002),
Manifesto (cm, 2002), Linee (cm,
2003), Magritte (cm, 2003), Alone
(cm, 2004), Dark Tango (cm, 2004),
Untitled #6 (cm, 2004), Fratres (cm,
2005), Maria, detta Vigia (cm, 2005),
Cantus (cm, 2005), Ritratto di famiglia
(cm, 2006), Il mare di Beppe (cm,
2012), La notte in sogno (cm, 2014).
giuseppe sansonna
ULTIMO GIRO
SOMMARIO
Italia/Italy, 2014, HD, 20’, bn/bw
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Giuseppe Sansonna
fotografia/cinematography
Gughi Fassino
montaggio/film editing
Enrico Falcone,
Piero Persello
interpreti/cast
Giorgio Colangeli, Toni
Mazzara, Marco Aimone,
Lorena Tuveri
produttori/producers
Daniele Segre,
Daniele De Cicco
produzione/production
Redibis Film
distribuzione/distribution
IFilmGood
**
contatti/contacts
Redibis Film
Daniele Segre,
Daniele De Cicco [email protected] www.redibisfilm.it
184
LAST ROUND
Bruno is a master of the three cards
trick. In the 1970s he would make
a ball disappear from one of his three
brass bells on the table, and then
make it reappear from another one.
Then he changed role: now he is
a fake bystander who lures victims
and convinces them to bet more
money on the game. In doing so, he
makes enough of a living for himself
and for his group of companions.
Maestro nel gioco delle tre carte, negli anni Settanta Bruno faceva
sparire e riapparire la sua pallina sotto tre campanelle d’ottone.
Ora invece è il finto passante che convince la vittima di turno
a tirar fuori altri soldi, garantendo così la sopravvivenza di una
compagnia di giro che comprende varie comparse.
Giuseppe Sansonna (Asti, 1977), autore e regista per la Rai,
ha realizzato cortometraggi e documentari, fra cui il celebre
Zemanlandia (2009).
SPAZIO TORINO
Giuseppe Sansonna (Asti, Italy, 1977)
is a writer and director for RAI.
He has made many short films
and documentaries, including the
famous Zemanlandia (2009).
filmografia essenziale/
essential filmography
Zemanlandia (doc., 2009), Lo sceicco
di Castellaneta (doc., 2010), Ultimo
giro (cm, 2014).
SPAZIO TORINO
-
EVENTO SPECIALE
francesco gabrielli, giuliano girelli, marzia migliora
UN MILIONE DI ALBERI SACRI E NESSUN DIO
Italia/Italy, 2014, HD, 11’, col.
regia/directors
Francesco Gabrielli,
Giuliano Girelli,
Marzia Migliora
sceneggiatura/screenplay
Francesco Gabrielli,
Marzia Migliora
fotografia,
montaggio, suono/
cinematography,
film editing, sound
Giuliano Girelli
produzione/production
Stupinigi fertile
**
contatti/contacts
Eco e Narciso,
Rebecca De Marchi
A MILLION OF HOLY TREES
AND NO GODS
“A million trees” is the contemporary
version of farmers’ culture, the
connection between humans, the earth,
and nature’s uncontrollable essence.
Una rilettura in chiave contemporanea della cultura contadina,
del legame tra l’uomo, la terra e l’ingovernabilità della natura.
[email protected]
Francesco Gabrielli (Perugia, 1972) è attore, ballerino e regista
teatrale.
Giuliano Girelli (Torino, 1967) realizza documentari dal 2001.
È il fondatore del progetto di distribuzione Documè.
Marzia Migliora (Alessandria, 1972) si occupa di fotografia, video,
suono, performance, installazioni e disegno.
185
SOMMARIO
SPAZIO TORINO
-
EVENTO SPECIALE
Francesco Gabrielli (Perugia, Italy,
1972) is an actor, a dancer, and
a stage director.
Giuliano Girelli (Turin, Italy, 1967)
has been making documentaries
since 2001. He is the founder
of the distribution project Documè.
Marzia Migliora (Alessandria, Italy,
1972) works with photography, video,
sound, performance, installations,
and drawings.
filmografia/filmography
Francesco Gabrielli, Giuliano Girelli,
Marzia Migliora:
Un milione di alberi sacri e nessun
dio (cm, 2014).
TORINOFILMLAB
| SIMON JAQUEMET CHRIEG | BENJAMÍN NAISHTAT HISTORIA DEL MIEDO |
| MARCO VAN GEFFEN IN JOUW NAAM - IN YOUR NAME | AKSELI
TUOMIVAARA KORSO | LIEW SENG TAT LELAKI HARAPAN DUNIA - MEN WHO SAVE THE WORLD |
ÁLVARO BRECHNER MR KAPLAN | SAVINA DELLICOUR TOUS LES CHATS SONT GRIS
DUANE HOPKINS BYPASS
OSCAR RUIZ NAVIA LOS HONGOS
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
duane hopkins
BYPASS
Regno Unito/UK, 2014, HD, 103’, col.
BYPASS
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Duane Hopkins
fotografia/cinematography
David Procter
montaggio/film editing
Chris Barwell
scenografia/
production design
Stéphane Collonge
musica/music
Saunder Jurriaans, Danny
Bensi, Christoffer Berg
suono/sound
Joakim Sundström
interpreti e personaggi/
cast and characters
George MacKay (Tim),
Charlotte Spencer (Lilly),
Benjamin Dilloway (Greg),
Donald Sumpter
(il nonno/grandfather), Matt
Cross (Lester), Lara Peake
(Helen), Arabella Arnott
(la madre/mother)
produttore/producer
Samm Haillay
coproduttori/coproducers
Erik Hemmendorff, Kate
Crowther, Jessica Ask,
Andrew McVicar
**
contatti/contacts
The Match Factory
Sergi Steegmann
Tel: +49 221 539 709-0
[email protected]
www.the-match-factory.com
Tim è un giovane ricettatore che si prende cura dei suoi cari dopo
la morte della madre: la sorella minore Helen, che di nascosto
da lui salta la scuola, il nonno, ospite di una casa di riposo, e il
fratello maggiore Greg che, uscito di prigione, lavora come uomo
delle pulizie ma non resiste alle proposte di Lester, il boss locale.
Intorno a lui povertà e disperazione, al suo fianco Lilly, amore
e rifugio della sua vita. Quando il suo fornitore di merce rubata
viene brutalmente aggredito, Tim si trova a fronteggiare la
minaccia di criminali pericolosi e spietati. Anche la salute sembra
vacillare. Come fare a sopravvivere?
«Abbiamo dovuto rimanere aderenti alla vita reale e tenere i piedi
ben piantati per terra, ma Bypass mette in scena una realtà
profondamente drammatica. Queste persone dispongono di
pochissimo denaro. E la povertà nel ventunesimo secolo è
diversa rispetto a cinquant’anni fa; oggi è anche una povertà
di ambizioni, di potenzialità, quello che i sociologi chiamano
“l’orizzonte di possibilità” di un individuo, il modo in cui
qualcuno in difficoltà vede se stesso».
**
Tim is a young fence for stolen goods who takes care of his family
after their mother dies: his younger sister Helen, who skips school
on the sly; his grandfather, who lives in a rest home; and his older
brother Greg who, after being released from prison, works as a janitor
but can’t resist the temptations of Lester, the local boss. He is
surrounded by poverty and desperation, but on his side he has Lilly,
the love and refuge of his life. When the man who supplies him with
the stolen goods is brutally attacked, Tim must deal with the threat
of dangerous and merciless criminals. Even his health seems to be
weakening. How will he manage to survive?
“It was necessary to stay close to life, to be rooted, but Bypass shows
a dramatic reality. These people have very little money. But poverty
in the 21 century looks different now to the poverty of fifty years ago.
Now it is also the poverty of ambition, of potential, what social
theorists refer to as an individual’s ‘horizon of possibility,’ how they
view themselves.”
ST
187
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Duane Hopkins (Cheltenham,
Regno Unito, 1973) ha esordito
nel lungometraggio nel 2008
con Better Things, presentato alla
Semaine de la critique di Cannes.
In precedenza aveva diretto
i cortometraggi Field (2001), Love Me
or Leave Me Alone (2003) e Cigarette
at Night (2011). Videoartista oltre che
regista cinematografico, con la serie
di installazioni multimediali Sunday
ha partecipato a mostre ed
esposizioni presso importanti
musei e gallerie quali il MoCA
di Toronto e il Bank Art Studio
di Yokohama. Bypass è stato
presentato nella sezione Orizzonti
all’ultima Mostra di Venezia.
Duane Hopkins (Cheltenham, UK,
1973) debuted in feature films in 2008
with Better Things, presented at the
Semaine de la critique in Cannes.
He had previously directed the shorts
Field (2001), Love Me or Leave Me
Alone (2003) and Cigarette at Night
(2011). A video artist as well as a
filmmaker, his series of multimedia
installations Sunday has participated
in personal exhibits, at important
museums and galleries including
Toronto’s MoCA and the Bank Art
Studio in Yokohama. Bypass was
presented in the Orizzonti section
at the last Venice Film Festival.
filmografia/filmography
Field (cm, 2001), Love Me or Leave
Me Alone (cm, 2003), Better Things
(2008), Cigarette at Night (cm, 2011),
Bypass (2014).
TORINOFILMLAB
simon jaquemet
CHRIEG
Svizzera/Switzerland, 2014, HD, 100, col.
Simon Jaquemet (Zurigo, Svizzera,
1978) ha studiato regia
cinematografica all’Accademia di
belle arti di Zurigo. Per i suoi
cortometraggi e video musicali ha
ottenuto diversi riconoscimenti,
tra cui il primo premio alla maratona
Talent Screen Movie di Zurigo nel
2006. Chrieg segna il suo esordio
nel lungometraggio ed è stato
presentato in anteprima mondiale
al Festival di San Sebastián.
WAR
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Simon Jaquemet
fotografia/cinematography
Lorenz Merz
montaggio/film editing
Christof Schertenleib
interpreti/cast
Benjamin Lutzke, «Ste»,
Ella Rumpf, Sascha Gisler,
John Leuppi,
Livia S. Reinhard
produttori/producers
Christian Davi, Christof
Neracher, Thomas
Thümena
produzione/production
Hugofilm
**
contatti/contacts
Picture Tree International
Tel: +49 030 420 82 48
[email protected]
www.picturetree-international.com
Come molti adolescenti, Matteo si sente solo contro il mondo,
rifiutato e maltrattato. Dopo l’ennesimo scontro con il padre,
viene mandato a lavorare in una fattoria sperduta tra le
montagne. Al suo arrivo scopre una comunità violenta e brutale,
dove i ragazzi hanno preso il controllo sotto il comando dei tre
leader, Anton, Dion e Aline. Rinchiuso in un capanno, Matteo
deve dimostrare di essere all’altezza della ferocia del gruppo e
condividerne la battaglia nel nome dell’odio verso tutto e tutti.
«Da ragazzino, per quanto fossi molto timido, avevo improvvisi
attacchi d’ira che mi portavano ad aggredire con una furia cieca
persino gli amici. Da adulto, ho provato la stessa cosa solo una
volta, quando sono finito in mezzo a una rissa. Nessuno è stato
ferito seriamente, ma mi ha colpito la naturalezza e il piacere di
trovarsi in una battaglia. Volevo esplorare e visualizzare la
seduzione della violenza, il brivido che crea dipendenza, l’agire
fuori dai limiti; volevo investigare le dinamiche di gruppo e le
ricadute sul protagonista, risucchiato in questo mondo».
**
Like many adolescents, Matteo feels like it’s him against the world,
rejected and mistreated. After yet another clash with his father, he is
sent to work in an isolated factory up in the mountains. When he
arrives, he discovers a violent and brutal community, in which the
young people have taken control under the command of three
leaders, Anton, Dion and Aline. Matteo is locked up in a shack and
has to prove he can measure up to the ferocity of the group and share
their battle in the name of their hate of everything and everyone.
“When I was a kid although being very shy I sometimes had sudden
anger attacks which led me to attacking even friends in blind rage.
I experienced this only once in my adult life when I got into a fight.
Nobody got seriously injured but I was struck on how natural it felt,
how seductive it is to be in fighting-mode. I want to explore and
visualize the seduction of violence. The addictive thrill of operating
outside of all limits. Investigate the dynamics inside the group doing
it and the consequences upon my main character who is sucked into
this world.”
188
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Simon Jaquemet (Zurich, Switzerland,
1978) studied film directing at the
Zurich Academy of arts. He has won
several young director’s awards for his
short films and music videos, including
first prize for the Zurich Talent Screen
Movie Marathon in 2006. War is his
debut feature film, and had its world
premier in San Sebastián.
filmografia/filmography
Die burg (cm, 2005), Block (cm,
2007), Lauras Party (cm, 2010),
Chrieg (War, 2014).
TORINOFILMLAB
benjamín naishtat
HISTORIA DEL MIEDO
Argentina-Francia-Germania-Uruguay/
Argentina-France-Germany-Uruguay, 2014, HD, 79’, col.
Benjamín Naishtat (Buenos Aires,
Argentina, 1986) ha studiato presso
la Universidad del cine di Buenos
Aires e ha poi terminato gli studi a
Le Fresnoy. Ha diretto cortometraggi
narrativi come il video El Juego,
presentato a Cannes, e lavori più
sperimentali come Historia del mal,
proiettato a Rotterdam e in diverse
mostre internazionali. Historia del
miedo, presentato in competizione
all’ultima Berlinale, è il suo primo
lungometraggio.
HISTORY
OF FEAR
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Benjamín Naishtat
fotografia/cinematography
Soledad Rodríguez
montaggio/film editing
Andrés Quaranta,
Fernando Epstein
scenografia/
production design
Marina Raggio
suono/sound
Fernando Ribero
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jonathan Da Rosa (Pola),
Tatiana Giménez (Tati),
Mirella Pascual (Teresa),
Claudia Cantero (Edith),
Francisco Lumerman
(Camilo)
produttori/producers
Benjamin Domenech,
Santiago Gallelli
produzione/production
Rei Cine Srl
coproduttori/coproducers
Fernando Epstein, Agustina
Chiarino, Emmanuel
Chaumet, Leif Magne
Tangen, Sarah Mirjam
Schipschack
**
contatti/contacts
Visit Films
Aida LiPera
Tel: +1 71 831 282 10
[email protected]
www.visitfilms.com
189
SOMMARIO
Quando un’improvvisa quanto impalcabile ondata di calore
colpisce la ricca periferia di una città, i continui black-out e le
oscure nuvole di polveri sottili rendono l’aria irrespirabile e in
breve conducono al collasso dell’ordine sociale. Di fronte allo
sgretolamento di ogni struttura comunitaria, quello che rimane
è l’uomo come individuo solo, costretto ad affrontare le proprie
fragilità e paure e a trovare in sé le motivazioni per sopravvivere.
«Historia del miedo è un film sulle persone spaventate.
Sullo sfondo di un’estate caotica, in periferia, l’ordine sociale
si dimostra fragile e sul punto di cedere. Tutti i personaggi
sembrano avere un motivo per lasciarsi condurre dall’istinto.
Il pubblico li deve accompagnare nel loro andare alla deriva,
deve camminare insieme a loro nell’oscurità e prevedere quello
che c’è all’essenza stessa della paura».
**
A sudden and relentless heat wave strikes the wealthy suburbs of
a city. The ensuing constant blackouts, the dark clouds of particulates
that make the air unbreathable, and soon social order is on the
brink of collapsing. As every community structure crumbles, all that
is left is man: an individual alone, forced to face its frailty and fears,
who must find the motivation to survive within himself.
“Historia del miedo is a film about scared people. In the context
of the chaotic summer in the suburbs, the social order reveals itself
to be fragile and about to give in. All the characters appear to have
a motive that lets instinct drive their decisions. The audience must
join the characters in their uncertain drift, walk into the dark with
them, and project that which lies in the core of fear itself.”
TORINOFILMLAB
Benjamín Naishtat (Buenos Aires,
Argentina, 1986) studied at the
Universidad del cine in Buenos
Aires and completed his studies
at Le Fresnoy. He has directed works
of fiction such as his short film
El Juego, which premiered at Cannes,
as well as more experimental work
such as his video Historia del mal,
which premiered in Rotterdam and
was shown in several exhibitions
abroad. Historia del miedo, selected
in competition at the last Berlin Film
Festival, is his first feature film.
filmografia/filmography
El Juego (cm, 2010), Historia
del mal (cm, video, 2011), Historia
del miedo (2014).
TORINOFILMLAB
oscar ruiz navia
LOS HONGOS
Colombia-Francia-Germania/
Colombia-France-Germany, 2014, HD, 103’, col.
LOS HONGOS
regia/director
Oscar Ruiz Navia
sceneggiatura/screenplay
Oscar Ruiz Navia, César
Augusto Acevedo
fotografia/cinematography
Sofia Oggioni Hatty
montaggio/film editing
Felipe Guerrero
scenografia/
production design
Daniela Shneider,
Alejandro Franco
musica/music
La Llegada del Dios Rata,
Zalama Crew, Sebastián
Escofet
suono/sound
Leandro de Loredo, César
Salazar, Frédéric Thery
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jovan Alexis Marquinez
Angulo (Ras), Calvin
Buenaventura Tascón
(Calvin), Gustavo Ruiz
Montoya (Gustavo), Atala
Estrada (la ñaña), María
Elvira Solís (María),
Dominique Tonnelier
(Dominique), Ángela
García (Angelito)
produttori/producers
Diana Bustamente, Gerylee
Polanco Uribe,
Oscar Ruiz Navia
produzione/production
Contravia Films,
Burning Blue
coproduttori/coproducers
Guillaume de Seille, Nicolás
Avruj, Titus Kreyenberg
coproduzione/coproduction
Arizona Productions,
Campo Cine, Unafilm
**
contatti/contacts
FiGa Films
Sandro Fiorin
Tel: +1 323 258 52 41
[email protected]
www.figafilms.com
190
SOMMARIO
Artista di strada la notte, di giorno Ras è un operaio di Cali, in
Colombia, che con il suo lavoro aiuta la madre María, emigrata
dalla giungla del Pacifico. Quando viene licenziato per aver
rubato alcune latte di vernice, non volendo tornare a casa,
vagabonda per le strade in cerca di Calvin, un altro writer che
sta vivendo un momento difficile per via del divorzio dei genitori
e la malattia della nonna. I due si muovono per la città senza
meta, con una libertà che contamina tutto ciò che incontrano.
«Questo film ha a che fare con la mia vita a Cali, una città del
Sud-Ovest colombiano dove sono nato e cresciuto, ho studiato
e mi sono innamorato del cinema. Per un certo periodo ho
vissuto lontano, ma dopo la morte di mia nonna sono tornato.
Volevo fare un film che mescolasse i ricordi e le mie nuove
esperienze, i luoghi familiari e quelli sconosciuti, le persone che
mi hanno sempre accompagnato e quelle conosciute grazie a
questa esperienza. Trovo che sia affascinante lavorare nel limbo
tra qualcosa che posso controllare e qualcos’altro che esula dal
mio controllo, seppur con le difficoltà che implica».
**
A street artist by night, during the day Ras is a worker in Cali,
Colombia, who helps support his mother María, who emigrated from
the Pacific jungle. When he is fired for having stolen a few cans of
paint, he doesn’t want to return home and instead roams the streets
in search of Calvin, another writer who is going through a rough period
because of his parents’ divorce and his grandmother’s illness. The two
wander aimlessly through the city, with a freedom that contaminates
everything around them.
“Los hongos is linked to my life in Cali, the city in southwestern
Colombia where I was born, grew up, studied and fell in love with film.
I spent some time away, but following the death of my grandmother,
I decided to return. I tried to make a film that mixes my memories
with new experiences, places I’m familiar with and those unknown to
me, people who always have been with me and those I met for the first
time during this experience. Working in that limbo between what I can
control and something I have no control over, with all the difficulty this
implies, all of which I find deeply fascinating.”
TORINOFILMLAB
Oscar Ruiz Navia (Cali, Colombia,
1982), laureatosi in comunicazione
sociale all’Università del Valle, nel
2006 ha fondato la Contravia Films,
piattaforma per sviluppare e produrre
cinema indipendente. Il suo
lungometraggio d’esordio El vuelco
del cangrejo ha ottenuto nel 2010 il
premio Fipresci nella sezione Forum
della Berlinale ed è stato presentato
in oltre settanta festival
internazionali. Nel 2013 ha poi
diretto il cortometraggio Solecito,
selezionato alla Quinzaine des
réalisateurs di Cannes, seguito da
Los hongos, presentato nella sezione
Cineasti del presente al Festival di
Locarno.
Oscar Ruiz Navia (Cali, Colombia,
1982) graduated in social
communications from Universidad
del Valle. In 2006 he founded
Contravia Films, a platform to develop
and produce art house films. With his
debut feature film El vuelco del
cangrejo he won the International
Critics Award FIPRESCI at Berlinale
(Forum) 2010 and was selected in more
than seventy festivals around the world.
In 2013 he directed the short film
Solecito selected in Director’s Fortnight
at Cannes Film Festival. His second
feature film Los hongos was presented
in the Cineasti del presente section at
Locarno Film Festival.
filmografia/filmography
El vuelco del cangrejo (2010), Solecito
(cm, 2013), Los hongos (2014).
TORINOFILMLAB
marco van geffen
IN JOUW NAAM
Olanda-Belgio-Francia/
The Netherlands-Belgium-France, 2014, HD, 90’, col.
IN YOUR
NAME
regia/director
Marco van Geffen
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Jolein Laarman,
Marco van Geffen
fotografia/cinematography
Tom Peters
montaggio/film editing
Peter Alderliesten
scenografia/
production design
Minka Mooren
costumi/costume design
Monica Petit
musica/music
Amatorski
suono/sound
Dirk Bombey,
Michel Schöpping
interpreti e personaggi/
cast and characters
Barry Atsma (Ton),
Lotte Verbeek (Els)
produttori/producers
Leontine Petit, Derk-Jan
Warrink, Joost de Vries
produzione/production
Lemming Film
coproduzione/coproduction
A Private View, KinoElektron
**
contatti/contacts
Lemming Film
Sarieke Hoeksma
Tel: +31 020 661 04 24
[email protected]
www.lemmingfilm.com
Ton e Els sono una coppia che vede nella nascita della loro
bambina il coronamento della felicità. Ma purtroppo non fanno
in tempo a trovarle un nome che questa muore per una malattia
rara. A soffrire maggiormente della perdita è Ton, che, nonostante
il supporto emotivo di Els, non riesce a riprendersi. Inizia anzi a
vedere nella forza della compagna un segno di tradimento. Poi
Els rimane di nuovo incinta, accidentalmente: per lei è l’inizio di
una nuova vita, tanto da negare persino la breve esistenza della
bambina morta. Ton, invece, si sente sempre più solo e
abbandonato.
«In Your Name vuole entrare nella pelle di chi compie un gesto
abominevole e imprevedibile e seguire il suo modo di ragionare.
Posso spingermi fino a capire come un uomo, più o meno come
me, possa uccidere la propria moglie? Capirlo veramente, invece
di dire solo che è colpevole? Senza dubbio Ton è colpevole, ma
voglio prendere il pubblico per mano e mostrargli che Ton è
anche una vittima. In questo modo potremmo capire come
prevenire questi gesti, piuttosto che condannare i colpevoli
e poi passare oltre».
**
Ton and Els are a young couple that sees its dreams come true when
their baby girl is born. Unfortunately they don’t even have the time
to give her a name: she dies suddenly from a rare disease. Ton takes
it particularly hard and, despite Els’s emotional support, he cannot
get over his grief. Instead, he starts perceiving her strength as a sign
of betrayal. When Els accidentally gets pregnant again, she sees it as the
start of a new life. She is so intent on moving on that she even denies
the brief existence of their firstborn. Ton, instead, feels increasingly alone
and abandoned.
“In Your Name intends to get under the skin of someone who commits
an abominal, erratic act, and follow his reasoning. Can I get so far as
to understand how a man, more or less like myself, could kill his wife?
Really understanding him, instead of simply saying he is guilty?
Ton is guilty, of course, but I want to take the audience by the hand, and
show that Ton himself too is a victim. In this way we might find ways to
prevent such acts, rather than merely condemn him and walk away.”
191
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Marco van Geffen (1959) ha studiato
presso la Scuola d’arte di Arnhem,
nei Paesi Bassi, lavorando
inizialmente come sceneggiatore
per il cinema e la televisione.
Nel 2006 ha esordito come regista
con il cortometraggio Dylan, a cui
sono seguiti, sempre lo stesso anno
Holi e My Syster, in concorso per la
Palma d’oro al Festival di Cannes
l’anno successivo. Quindi, è stata la
volta delle serie televisive Moodboard
Schnitzel e Schnitzel - The Series,
realizzate tra il 2007 e il 2008. Nel
2009 ha dato il via alla cosiddetta
Vinex Trilogy, iniziata con il suo
lungometraggio di debutto, Among
Us, presentato nei festival di Locarno
e Toronto, e proseguita con In Your
Name (2013).
Marco van Geffen (1959) went to art
school in Arnhem (The Netherlands)
and started working as a writer for
cinema and television. He made his
debut as a director in 2006 with three
short films, Dylan, Holi and My Sister,
which was nominated for the Golden
Palm at the 2007 Cannes Film Festival.
He then worked on the TV series
Moodboard Schnitzel and Schnitzel The Series from 2007 to 2008. In 2009
he started working on the so-called
Vinex Trilogy: starting with his debut
feature film Among Us (presented at
the Locarno and the Toronto Film
Festival), and continuing with In Your
Name (2013).
filmografia/filmography
Dylan (cm, 2006), Holi (cm, 2006),
Het zusje (My Sister, cm, 2006),
Moodboard Schnitzel (serie tv/tv
series, 2007), Schnitzel - The Series
(serie tv/tv series, 2007-2008), Onder
ons (Among Us, 2011), In Jouw Naam
(In Your Name, 2014).
TORINOFILMLAB
akseli tuomivaara
KORSO
Finlandia/Finland, 2014, HD, 83’, col.
Akseli Tuomivaara (Finlandia, 1979),
regista dei cortometraggi Wakizashi
e Pure Life, ha diretto inoltre video
musicali che hanno ottenuto
numerosi riconoscimenti. Negli
ultimi anni, ha girato soprattutto
video promozionali. Korso è il suo
primo lungometraggio, ed è anche
il suo film di laurea al termine
del corso di cinema, televisione
e scenografia dell’Università di arte
e design di Helsinki.
KORSO
regia/director
Akseli Tuomivaara
sceneggiatura/screenplay
Kirsikka Saari,
Jenni Toivoniemi
fotografia/cinematography
Juice Huhtala
montaggio/film editing
Jussi Rautaniemi
scenografia/
production design
Antti Nikkinen
costumi/costume design
Jouni Mervas
musica/music
Matti Pentikäinen
suono/sound
Karri Niinivaara
interpreti e personaggi/
cast and characters
Mikko Neuvonen (Markus),
Iiro Panula (Hartikainen),
Niko Vakkuri (Vänä),
Richmond Ghansah (Jojo),
Iida Lampela (Heta), Petri
Manninen (Murikka)
produttori/producers
Misha Jaari, Mark Lwoff,
Elli Toivoniemi
produzione/production
Bufo, Tuffi Films
**
contatti/contacts
Tuffi Films
Elli Toivoniemi
[email protected]
www.tuffifilms.com
A vent’anni Markus vorrebbe diventare una stella dello streetball,
ma per il momento le sue ambizioni sembrano fermarsi alle
strade di Korso, la cittadina finlandese dove è nato e passa le
giornate con gli amici. La cosa non sembra preoccuparlo più di
tanto, finché la sorella non gli presenta il nuovo fidanzato, Jojo,
un ragazzo particolarmente sicuro di sé, con cui Markus entra
subito in competizione. L’unico modo per riscattarsi agli occhi
degli altri e di se stesso sarà dimostrare che il suo sogno non
è irrealizzabile.
«Per me il tema centrale del film è l’inseguimento di un sogno
che sembra quasi impossibile. Volevo che il pubblico osservasse
da vicino il percorso di Markus, perché dal suo punto di
vista l’impossibile sembra l’unica scelta sensata. Ma più che
la realizzazione del sogno, la cosa interessante è vedere ciò che
accade a Markus mentre è intento a inseguirlo: a poco a poco
si apre al mondo e si accorge di essere circondato non tanto da
minacce quanto da possibilità. Ma più di tutto, Korso è una storia
sulla sconfitta delle proprie paure».
**
Markus is a twenty-year-old who dreams of becoming a street ball
star. For the time being, his ambitions stop as far as the streets of
Korso: the Finnish town where he was born and where he spends
the days hanging out with his friends. He doesn’t really seem too
concerned about it until, one day, his sister introduces him to her
new boyfriend, Jojo, a particularly self-assured man. Markus
immediately feels in competition with him. The only way to redeem
himself, will be prove to everyone (himself included) that his dream
is not impossible.
“For me, the central theme of this film is the pursuit of a dream that
seems almost impossible. I want to give the audience a close look at
Markus’s journey, since, through his eyes, the impossible seems like
the only sensible choice. What’s even more interesting than achieving
his dream is what happens to Markus as he chases it. Little by little,
he opens up and starts to see that he is surrounded by possibilities
rather than threats. But more than anything, Korso is a story about
conquering one’s fears.”
192
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Akseli Tuomivaara (Finland, 1979)
has directed short films Wakizashi,
Pure Life as well as several awardwinning music videos. During recent
years he has directed promotional films
as his main work. Korso is his first
feature film and also his diploma
work for the School of Motion Picture,
Television and Production Design
at the University of Art and Design
of Helsinki.
filmografia/filmography
Wakizashi (cm, 2002), Pure Life
(cm, 2004), Korso (2014).
TORINOFILMLAB
liew seng tat
LELAKI HARAPAN DUNIA
Malesia-Olanda-Germania-Francia/
Malaysia-The Netherlands-Germany-France, 2014, HD, 93’, col.
MEN WHO
SAVE THE
WORLD
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Liew Seng Tat
fotografia/cinematography
Teoh Gay Hian
montaggio/film editing
Patrick Minks,
Liew Seng Tat
scenografia/
production design
Tunku Tommy Mansur
musica/music
Luka Kuncevic
interpreti e personaggi/
cast and characters
Wan Hanafi Su (Pak
Awang), Soffi Jikan (Wan),
Harun Salim Bachik
(Megat), Jalil Hamid (Tok
Bilal), Azhan Rani (Cina),
Azman Hassan (Khamis),
Roslan Salleh (Penghulu),
Khalid Mboyelwa Hussein
(Solomon)
produttore/producer
Sharon Gan
produzione/production
Everything Films, Volya
Films, Flying Moon
Filmproduktion,
Mandra Films
coproduttori/coproducers
Denis Vaslin, Roshanak
Behesht Nedjad,
Eric Mabillon
**
contatti/contacts
Sharon Gan
[email protected]
Pak Awang vuole regalare una casa abbandonata nella giungla alla
figlia in procinto di sposarsi. Vinta la resistenza degli abitanti del
villaggio, convinti che l’abitazione sia stregata, iniziano i lavori per
spostarla a braccia. Nel frattempo, però, l’immigrato africano
Solomon si è nascosto nella casa per sfuggire ad alcuni malavitosi:
nessuno lo vede tranne lo sballato Wan, che si convince si tratti
del demonio risvegliato dallo spostamento. Nel villaggio si scatena
il panico: ogni banale incidente è ricondotto al maligno e la paura
genera sospetti che a poco a poco convergono su Pak Awang,
l’unico a non credere alla visione di Wan.
«L’impulso che ci costringe a lavorare insieme – il villaggio,
la tribù, la nazione – ci aiuta a fare grandi cose: cantare in armonia,
muovere case, aiutare chi si trova in difficoltà. Ma è anche
all’origine di cose terribili, ci porta a temere chi è diverso da noi,
a odiare ciò che non capiamo, ci permette di trattare i nostri simili
come bestie. Le cose che ci uniscono ci dividono: siamo tutti
bestie, così come siamo tutti uomini. Dipende dalla parte in cui
ti trovi e da quanto conosci te stesso».
**
Pak Awang wants to give an abandoned house in the jungle to his
daughter, who is soon to get married. Overcoming the resistance of the
inhabitants of the village, who are convinced the house is haunted, he
begins work to relocate the house by hand. But in the meantime, the
African immigrant Solomon has hidden in the house to escape some
criminals: nobody sees him except for crazy Wan, who is convinced it’s
the devil, who has been awoken by the relocation. Panic breaks out in
the village: every trifling incident is blamed on devil and fear generates
suspicions which, slowly but surely, converge on Pak Awang, the only
person who doesn’t believe in Wan’s visions.
“The instinct that compels us to work together – the village, the tribe,
the nation – it helps us do great things: sing in harmony, move houses,
help those in need. It is also the root of terrible things: it makes us fear
those who are not like us, hate which we cannot understand; it allows
us to mistake our fellow man for beasts. The thing that unites us
divides us. We are all beasts, and we are all men. It all depends on
which side you are standing, and how well you know yourself.”
193
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Liew Seng Tat (Malesia) si è laureato
presso la Multimedia University della
Malesia, specializzandosi in
animazione 3D. Nel 2007 ha esordito
nel lungometraggio con Flower in the
Pocket, che ha ricevuto
riconoscimenti nei festival di Busan,
Rotterdam, Friburgo, Deauville e
Pesaro. Nel 2008 è stato selezionato
per una residenza presso la
Cinéfondation di Cannes; due anni
più tardi ha partecipato al Torino
Film Lab e nel 2011 al laboratorio
di sceneggiatura del Sundance per
la stesura dello script di Men Who
Save the World, suo secondo
lungometraggio. Nel 2010 ha inoltre
fondato la casa di produzione
Everything Films.
Liew Seng Tat (Malaysia) graduated
from the Multimedia University
Malaysia, where he majored in 3D
animation. His 2007 debut feature
Flower in the Pocket swept multiple
awards and prizes in numerous
international film festivals including
Busan, Rotterdam, Fribourg, Deauville
and Pesaro. In 2008, he was selected to
participate at the Cannes Film Festival
Director’s Residence - Cinéfondation.
He also participated in the 2010 Torino
Film Lab and the 2011 Sundance
Screenwriters Lab with his second
feature film Men Who Save the World.
He founded the production company
Everything Films in 2010.
filmografia/filmography
Strawberry Jam (cm, 2003), Not Cool
(cm, 2004), Flower (cm, 2005), Man
in Love (cm, 2006), Daughters (cm,
2006), Flower in the Pocket (2007),
Chasing Cats and Cars (cm, 2009),
HALAL (cm, 2010), Welcome to
Kampong Radioaktif (cm, 2011),
Lelaki harapan dunia (Men Who
Save the World, 2014).
TORINOFILMLAB
alvaro brechner
MR KAPLAN
Uruguay-Spagna-Germania/
Uruguay-Spain-Germany, 2014, HD, 98’, col.
MR KAPLAN
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Alvaro Brechner
fotografia/cinematography
Alvaro Gutierrez
montaggio/film editing
Nacho Ruiz Capillas
scenografia/
production design
Gustavo Ramirez
costumi/costume design
Alejandra Rosasco
musica/music
Mikel Salas
suono/sound
Fabian Oliver,
Nacho Roho-Vilanova
interpreti e personaggi/
cast and characters
Hector Noguera (Jacob
Kaplan), Nestor Guzzini
(Wilson Contreras), Rolf
Becker (il tedesco/
German man), Nidia Telles
(Rebecca), Nuria Flo
(Lottie), Leonor Syarcas
(Estrellas)
produttori/producers
Alvaro Brechner,
Mariana Secco
produzione/production
Baobab Films, Salado,
Razor Film Produktion
coproduttori/coproducers
Roman Paul,
Gerhard Meixner
distribuzione/distribution
Memento Films
International
**
contatti/contacts
Memento Films
International
Sata Cissokho
[email protected]
194
SOMMARIO
Jacob Kaplan vive in Uruguay, dove si è rifugiato per scappare
dalla Seconda guerra mondiale. Ormai settantaseienne, è sempre
più infastidito e deluso dallo scarso interesse che i suoi familiari
dimostrano per le loro origini ebraiche. Quando incontra un
anziano tedesco, in lui nasce immediatamente un sospetto:
e se si trattasse di un nazista in incognito? Smascherarlo
permetterebbe alla sua famiglia di riguadagnare rispetto agli
occhi della comunità. Non gli rimane che dare il via a improbabili
indagini al fianco dell’ex poliziotto Contreras, cuore enorme ma
modi poco puliti.
«Una delle sfide più grandi di Mr Kaplan è stata quella di
scegliere il tono generale. Per me la vita è un miscuglio di
commedia e dramma, due lati della stessa medaglia. Anche nei
momenti e nelle circostanze più tristi, affidarci allo humour ci
dà la forza per andare avanti e trovare una via di uscita.
Probabilmente è per questo che sono sempre stato attratto da
personaggi caratterizzati da una mentalità donchisciottesca, il
cui desiderio di compiere imprese epiche si scontra duramente
con l’assurdità del reale».
**
Jacob Kaplan lives in Uruguay, a refugee who escaped from WWII.
He is now seventy-six years old and is increasingly bothered and
disappointed by the scarce interest his relatives show in their Jewish
origins. When he meets an elderly German man, a suspicion
immediately takes root: could this man be an incognito Nazi?
To reveal the man’s identity would let his family regain their
community’s respect. He begins an improbable investigation with
the help of the former policeman Contreras, a man with a big heart
but rather murky methods.
“One of the main challenges of Mr Kaplan was its tone. I see life as
a mix of comedy and drama, two sides of the same coin. Even in
the saddest background and circumstances, the use of humour gives
us the strength to persevere and get enlightened. Maybe that’s why
I’ve always felt attracted toward characters that possess a quixotic
mentality, whose longing for epic adventure strongly opposes the
absurd circumstances of reality.”
TORINOFILMLAB
Alvaro Brechner (Uruguay) ha
studiato documentario presso la
Universidad autónoma de Barcelona
e si è poi trasferito nel 2000 a
Madrid, dove ha diretto numerosi
documentari per emittenti televisive
come History Channel, Odissey e
Tve. Ha esordito nel cinema nel 2003
con il cortometraggio The Nine Mile
Walk, a cui sono seguiti Sofía (2005)
e Segundo aniversario (2007), con i
quali ha vinto diversi premi in festival
di tutto il mondo. Un successo
ripetuto dal suo primo
lungometraggio, Mal día para pescar
(2009), presentato alla Semaine
de la critique di Cannes.
Alvaro Brechner (Uruguay) studied
documentary filmmaking at the
Universidad autónoma de Barcelona
and then moved to Madrid in 2002,
where he directed numerous
documentaries for TV channels such as
the History Channel, Odissey and TVE.
He debuted in film in 2003 with the
short The Nine Mile Walk, which was
followed by Sofía (2005) and Segundo
aniversario (2007), which won awards
at festivals throughout the world. This
success was repeated by his first feature
film, Mal día para pescar (2009),
presented at the Semaine de la critique
in Cannes.
filmografia/filmography
The Nine Mile Walk (cm, 2003), Sofía
(cm, 2005), Segundo aniversario (cm,
2007), Mal día para pescar (2009),
Mr Kaplan (2014).
TORINOFILMLAB
savina dellicour
TOUS LES CHATS SONT GRIS
Belgio/Belgium, 2014, HD, 88’, col.
ALL CATS
ARE GREY
regia/director
Savina Dellicour
sceneggiatura/screenplay
Savina Dellicour, Matthieu
de Braconier
fotografia/cinematography
Thomas Buelens
montaggio/film editing
Ewin Ryckaert
scenografia/
production design
Paul Rouschop
costumi/costume design
Sabine Zappitelli
suono/sound
Olivier Struye
interpreti e personaggi/
cast and characters
Bouli Lanners (Paul), Anne
Coesens (Christine), Manon
Capelle (Dorothy), Aisleen
Mc Lafferty (Claire), Benoît
Verhaert (Ralph), Vincent
Lecuyer (Jan), Astrid
Whettnall (Eléonore), Serge
Demoulin (Bernard)
produttori/producers
Joseph Rouschop, Valérie
Bournonville
produzione/production
Tarantula
**
contatti/contacts
Be For Films
Pamela Leu
Tel: + 33 6 143 437 55
[email protected]
www.beforfilms.com
Paul ha una quarantina d’anni, fa il detective e vive per scelta ai
margini della borghesia benpensante di Bruxelles, dove invece è
cresciuta sua figlia Dorothy con la nuova famiglia. Paul non ha
mai incontrato la figlia, fatta eccezione per i momenti in cui la
osserva da lontano, senza mai osare avvicinarsi. Lei non sa nulla
di lui e la cosa potrebbe andare avanti per sempre: ma un giorno
Dorothy decide di scoprire chi è il suo vero padre e per condurre
le ricerche si rivolge proprio a Paul.
«Sono cresciuta nel sobborgo residenziale di Bruxelles dove ho
ambientato il film, Uccle. Quando mi capita di passarci, provo
ancora emozioni contrastanti, un misto di ricordi confortanti e un
senso di ansia crescente. Nel mondo ristretto dell’alta borghesia
in cui sono nata, di certe cose semplicemente non si parlava. [...]
Spesso le persone pensano che per allontanare qualcosa basti
seppellirlo nel silenzio, ma non si aiuta chi si ama proteggendolo
dalle domande di cui ha paura».
**
Paul is in his forties; he is a detective and by choice lives on the
margins of Brussels’ conformist bourgeoisie, where instead his
daughter Dorothy has been brought up by her new family. Paul has
never met his daughter, except for the moments when he watches her
from a distance, without ever daring to approach her. She doesn’t
know anything about him and this state of affairs could go on forever.
But one day Dorothy decides to discover who her real father is, and
she turns to Paul to conduct the investigation.
“I grew up in Uccle, the residential neighborhood in Brussels where
the film takes place. When I happen to pass through there, I still have
contradictory feelings about it… Comforting memories mixed with a
sense of rising anxiety. In the small upper middle class world I grew
up in, some things were simply not talked about. [...] It’s often as if
people believe that by burying something in silence they will make it
go away. We don’t help our loved ones by protecting them from the
questions they fear.”
195
SOMMARIO
TORINOFILMLAB
Savina Dellicour (Bruxelles, Belgio),
dopo aver studiato cinema in Belgio
e lavorato in televisione come
assistente alla regia, si è trasferita in
Inghilterra per conseguire il master
in regia della Scuola nazionale di
cinema e televisione diretta da
Stephen Frears. Il suo film di
diploma, Ready, è stato nominato per
gli Oscar studenteschi a Los Angeles.
Dopo aver diretto dieci episodi della
serie di Channel4 Hollyoaks, è tornata
al cinema con Strange Little Girls,
che ha partecipato a oltre trenta
festival internazionali, ricevendo
numerosi premi. Ha fatto poi ritorno
in Belgio per lavorare a Tous les chats
sont gris, suo primo lungometraggio,
la cui sceneggiatura è stata
sviluppata durante vari workshop,
tra cui l’Angers Premiers Plans Film
Festival workshop condotto da
Jeanne Moreau.
Savina Dellicour (Brussels, Belgium)
studied cinema in Belgium. After
working as an assistant director in
television, she went to England where
she earned a master’s degree in
directing from the National Film and
Television School mentored by Stephen
Frears. Her graduation film, Ready,
was nominated for a student Oscar
in Los Angeles. Then she directed ten
episodes of Hollyoaks, a television
series broadcast on prime time on
Channel4. She returned to films with
Strange Little Girls, that was selected
for over thirty international festivals
and won prizes. She returned to
Belgium for her first feature film
project, All Cats Are Grey.
The screenplay was developed through
various development workshops,
among them the Angers Premiers
Plans Film Festival workshop run by
Jeanne Moreau. filmografia/filmography
Ready (cm, 2002), Hollyoaks (ep., tv,
2008), Strange Little Girls (cm, 2004),
Tous les chats sont gris (2014).
N E W H O L LY W O O D
| ABRAHAM POLONSKY TELL THEM WILLIE BOY IS HERE |
| ARTHUR PENN LITTLE BIG MAN | STUART
ROSENBERG WUSA | MIKE NICHOLS CARNAL KNOWLEDGE | STEVEN SPIELBERG DUEL | ALAN J.
PAKULA KLUTE | JERRY SCHATZBERG THE PANIC IN NEEDLE PARK | MILOŠ FORMAN TAKING OFF |
MIKE NICHOLS THE GRADUATE
SAM PECKINPAH THE BALLAD OF CABLE HOGUE
ULU GROSBARD WHO IS HARRY KELLERMAN AND WHY IS HE SAYING THOSE TERRIBLE THINGS
| DICK RICHARDS THE CULPEPPER CATTLE CO. | JOHN FLYNN THE OUTFIT | JOHN
| FRANCIS FORD COPPOLA THE CONVERSATION | PAUL MAZURSKY
HARRY AND TONTO | BRIAN DE PALMA PHANTOM OF THE PARADISE | SAUL BASS PHASE IV |
STEVEN SPIELBERG THE SUGARLAND EXPRESS | JAWS | SYDNEY POLLACK THREE DAYS OF THE
CONDOR | ALAN RUDOLPH WELCOME TO L.A. | ROBERT BENTON THE LATE SHOW | JOHN FLYNN
ROLLING THUNDER | JEREMY PAUL KAGAN THE BIG FIX | TED POST GO TELL THE SPARTANS |
MARTIN SCORSESE THE LAST WALTZ | KAREL REISZ WHO’LL STOP THE RAIN | MICHAEL MANN
THE JERICHO MILE | JOHN SAYLES RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN | JONATHAN DEMME MELVIN
AND HOWARD | DAVID CARRADINE AMERICANA | LAWRENCE KASDAN THE BIG CHILL
ABOUT ME?
G. AVILDSEN SAVE THE TIGER
SOMMARIO
N E W H O L LY W O O D
Suicide Is Painless: il nuovo cinema
americano 1967-1976 - Seconda parte
DI EMANUELA MARTINI
Jaws (1975)
Si conclude la retrospettiva che il Torino Film
Festival ha dedicato per due anni alla New
Hollywood, cioè al grande ribaltamento che
investì il cinema americano nel suo complesso
dalla seconda metà degli anni Sessanta
all’inizio degli anni Ottanta, prolungando
i propri influssi sullo stile, i temi, lo Star
System, le innovazioni della produzione
hollywoodiana successiva.
Conseguenza della profonda crisi che aveva
colpito dalla metà degli anni Cinquanta
l’industria cinematografica americana,
generata dalla concorrenza della televisione
e dall’incapacità degli Studios di tenere il passo
con il terremoto culturale che stava scuotendo
gli Stati Uniti, quella che fu poi definita «New
Hollywood» fu la risposta spontanea di una
generazione di nuovi cineasti alle richieste,
le tensioni, le sollecitazioni di un pubblico
che era radicalmente cambiato.
Dalla fine degli anni Quaranta, la
scolarizzazione di massa e l’innalzarsi
dell’età scolare creano una vasta fascia
di «consumatori» (e perciò di pubblico
197
SOMMARIO
N E W H O L LY W O O D
cinematografico) con gusti, stili di vita
e desideri diversi da quelli dei loro genitori.
In pratica, inventano i «giovani», una vera
e propria «classe intermedia», fatta di persone
in età compresa tra i quindici e i venticinque
anni, che studiano, vivono nei campus
universitari, hanno la loro musica, i loro libri,
il loro slang, il loro abbigliamento, le loro idee
sul mondo e sulla politica. Un fenomeno che
si manifesta prima negli Stati Uniti (con
fenomeni musicali come il rock’n’roll, o letterari
come i romanzi di Salinger e di Kerouac) e poi
dilaga in tutto il mondo occidentale, e che
assume una precisa valenza filosofica e politica
all’inizio degli anni Sessanta, con il movimento
hippie, le manifestazioni degli studenti
all’Università di Berkeley, la partecipazione
dei giovani bianchi alle dimostrazioni per
i diritti civili dei neri negli stati del Sud.
Assassinii politici come quelli dei Kennedy,
di Malcolm X e di Martin Luther King e la
guerra del Vietnam fanno il resto: l’American
dream e il proverbiale American way of life,
l’idea del Paese che concede a tutti le
N E W H O L LY W O O D
The Panic in Needle Park (1971)
medesime opportunità sono messi in
discussione fin dalle radici. I vecchi miti
hollywoodiani non hanno più alcun fascino;
e la Mecca del cinema scopre gli antidoti alla
crisi tra le frange del cinema marginale
indipendente. Fin dall’inizio del decennio
emergono nuovi modelli narrativi espressi
da compagnie indipendenti come la Corman
Factory, nuove interpretazioni della realtà
e della Storia, nuovi volti e comportamenti
che parlano al pubblico giovane.
Nel 1967, due film di studio, Gangster Story
di Arthur Penn e Il laureato di Mike Nichols,
ribaltano rispettivamente il gangster film e
la commedia romantica. Nel 1969, esce Easy
Rider, realizzato a basso costo da Dennis
Hopper e Peter Fonda, che fa esplodere sullo
schermo nuovi ritmi, temi, antieroi e, con il suo
enorme successo (nel 1972 aveva incassato
più di sessanta milioni di dollari), indica la
nuova strada che Hollywood percorrerà, dando
lavoro ai giovani registi, sceneggiatori, attori,
produttori, e ad autori più maturi, come Altman
e Peckinpah, che fino a quel momento erano
stati tenuti ai margini perché troppo
anticonvenzionali. Storia, stile, facce, tutto
cambia nella narrazione di sé che l’America
traccia attraverso il cinema; scompaiono
ottimismo, perfezione, eroismo, sostituiti
da dubbio, voglia di fuga, disadattamento
e, con il procedere degli anni Settanta,
angoscia, paura, sconfitta.
198
SOMMARIO
N E W H O L LY W O O D
In questa edizione, oltre ad alcuni esemplari
di revisione dei generi, come per l’appunto
Il laureato, i western La ballata di Cable Hogue
(1970) di Sam Peckinpah, Ucciderò Willie Kid
(1969) di Abraham Polonsky, Piccolo grande
uomo (1970) di Arthur Penn, Fango sudore e
polvere da sparo (1972) di Dick Richards, i noir
del misconosciuto John Flynn, Organizzazione
crimini (1973) e Rolling Thunder (1977), il war
movie a basso costo Vittorie perdute (1978)
di Ted Post, il musical horror Il fantasma del
palcoscenico (1974) di Brian De Palma o il
fantascientifico Fase IV: distruzione Terra (1974)
di Saul Bass, l’accento è puntato soprattutto
sugli anni Settanta, quando l’interminabile
prolungarsi della guerra del Vietnam e lo
scandalo Watergate gettano il Paese e il suo
cinema in un clima di paranoia e insicurezza
crescenti: tutti spiano tutti, come in Una squillo
per l’ispettore Klute (1971) di Alan J. Pakula,
Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me?
(1971) di Ulu Grosbard, La conversazione (1974)
di Francis Ford Coppola, I tre giorni del Condor
di Sydney Pollack (1975); i giovani sono inariditi,
come in Conoscenza carnale (1971) di Mike
Nichols, disastrati, come in Panico a Needle
Park (1971) di Jerry Schatzberg, sradicati,
come in Welcome to L.A. (1976) di Alan
Rudolph, arrabbiati, come in La corsa di Jericho
(1979) di Michael Mann; i loro genitori fuori
di testa, come nella commedia Taking Off (1971)
di Miloš Forman; gli anziani a pezzi, come
Jack Lemmon in Salvate la tigre (1973) di John
G. Avildsen, o imprevedibili come Art Carney
in Harry e Tonto (1974) di Paul Mazursky
e in L’occhio privato (1977) di Robert Benton,
o pazzi eccentrici, come Jason Robards in
Una volta ho incontrato un miliardario (1980)
di Jonathan Demme. Tra reduci di Berkeley
(Richard Dreyfuss in Moses Wine Detective,
1978, di Jeremy Paul Kagan) o di altre università
(come i sette amici di Return of the Secaucus
Seven, 1979, di John Sayles, o del Grande freddo,
1983, di Lawrence Kasdan) e reduci della
«sporca guerra» (come Nick Nolte in Guerrieri
dell’inferno, 1978, di Karel Reisz, e David
Carradine nel suo film Americana, 1981),
l’incubo cresce e matura nei primi film di Steven
Spielberg (Duel, 1971, Sugarland Express, 1974,
Lo squalo, 1975). E Martin Scorsese sigla
malinconicamente la fine di un’era con L’ultimo
valzer (1978), l’ultimo concerto di The Band,
cui parteciparono tutte le rock star dell’epoca.
N E W H O L LY W O O D
Suicide Is Painless: new American cinema
1967-1976 - Part two
BY EMANUELA MARTINI
Carnal Knowledge (1971)
This is the conclusion of the two-year
retrospective the Torino Film Festival is
dedicating to the New Hollywood, the great
upheaval that struck American cinema in its
entirety and, from the second half of the 1970s
to the early 1980s, extended its influence on the
style, topics, Star System, and innovations of
the subsequent Hollywood productions.
A consequence of the deep crisis which had hit
the American film industry starting in the
1950s, generated by competition from TV and
the Studios’ inability to keep pace with the
cultural earthquake shaking the United States,
the “New Hollywood,” as it was later dubbed,
was the spontaneous response of a generation
of new filmmakers to the demands, tensions,
and solicitations of a radically changed public.
Starting in the late 1940s, mass education and
the increase in the mandatory school age
created a vast category of “consumers” (and
thus, of movie-goers) whose tastes, lifestyles
and desires were different from those of their
parents. Basically, they invented “young
people,” a true “intermediate class,” made of
people between fifteen and twenty-five years of
age, who studied, lived on university campuses,
199
SOMMARIO
N E W H O L LY W O O D
and had their own music, their own books,
their own slang, their own way of dressing, and
their own ideas about the world and politics. It
manifested itself first in the United States (with
musical phenomena like rock’n’roll, and literary
phenomena like the novels by Salinger and
Kerouac) and then spread throughout the
western world. It took on a precise
philosophical and political value in the early
1970s, with the hippie movement, the student
protests at Berkley, and the participation of
young white people at demonstrations for the
civil rights of blacks in the South. Political
assassinations like those of the Kennedy
brothers, Malcolm X and Martin Luther King,
and the Vietnam war did the rest: the proverbial
American way of life – the idea of a country in
which everybody has the same opportunities –
was challenged to its depth. The old Hollywood
legends no longer had any appeal; and the
Mecca of cinema discovered the antidotes to
the crisis among the fringes of marginal
independent cinema. Right from the beginning
of the decade, new narrative models emerged,
expressed by independent companies like the
Corman Factory, new interpretations of reality
N E W H O L LY W O O D
The Big Chill (1983)
and history, new faces and behavior that
addressed the young public. In 1967, two Studio
movies, Bonnie & Clyde by Arthur Penn and The
Graduate by Mike Nichols, overturned gangster
movies and romantic comedies, respectively.
In 1969, Easy Rider was released; a low-budget
movie by Dennis Hopper and Peter Fonda,
it brought new rhythms, topics and anti-heroes
to the screen and, thanks to its enormous
success (it took in over sixty million dollars in
box office receipts in 1972), it showed the new
path Hollywood was to follow, giving work to
young directors, screenwriters, actors,
producers, and to more mature filmmakers
like Altman and Peckinpah, who until that
moment had been marginalized because they
were considered too unconventional. Stories,
styles, faces, everything changed in America’s
way of narrating itself in film: optimism,
perfection and heroism disappeared and were
substituted by doubt, a desire to flee,
maladjustment and, as the 1970s progressed,
anxiety, fear and defeat.
This year, besides a number of examples
of the revamping of genres, like The Graduate;
westerns like The Ballad of Cable Hogue (1970)
by Sam Peckinpah, Tell Them Willie Boy Is Here
(1969) by Abraham Polonsky, Little Big Man
(1970) by Arthur Penn, and The Culpepper Cattle
Co. (1972) by Dick Richards; the films noirs by
200
SOMMARIO
N E W H O L LY W O O D
the misunderstood John Flynn, The Outfit
(1973) and Rolling Thunder (1977); the low-cost
war movie Go Tell the Spartans (1978) by
Ted Post; the horror musical Phantom of the
Paradise (1974) by Brian De Palma; and the
sci-fi Phase IV (1974) by Saul Bass, the accent
is above all on the 1970s, when the Vietnam
war seemed like it would never end and the
Watergate scandal was enveloping the country
and its cinema in a climate of paranoia and
growing insecurity. Everybody is spying on
everybody else, like in Klute (1971) by Alan J.
Pakula; Who Is Harry Kellerman and Why Is
He Saying Those Terrible Things About Me?
(1971) by Ulu Grosbard; The Conversation (1974)
by Francis Ford Coppola; Three Days of the
Condor (1975) by Sydney Pollack. Young people
are arid, like in Carnal Knowledge (1971) by Mike
Nichols; devastated, like in The Panic in Needle
Park (1971) by Jerry Schatzberg; uprooted, like
in Welcome to L.A. (1976) by Alan Rudolph;
angry, like in The Jericho Mile (1979) by Michael
Mann. Their parents are off their rocker, like in
the comedy Taking Off (1971) by Miloš Forman;
old people are shattered, like Jack Lemmon
in Save the Tiger (1973) by John G. Avildsen;
or unpredictable, like Art Carney in Harry
and Tonto (1974) by Paul Mazursky, and in
The Late Show (1977) by Robert Benton;
or crazy eccentrics, like Jason Robards in
Melvin and Howard (1980) by Jonathan
Demme. Amid veterans of Berkeley (Richard
Dreyfuss in The Big Fix, 1978, by Jeremy Paul
Kagan) or of other universities (like the seven
friends in Return of the Secaucus Seven, 1979,
by John Sayles, or of The Big Chill, 1983, by
Lawrence Kasdan), and veterans of the “dirty
war” (like Nick Nolte in Who’ll Stop the Rain,
1978, by Karel Reisz, and David Carradine in
his film Americana, 1981), the nightmare grows
and matures in Steven Spielberg’s early movies
(Duel, 1971; The Sugarland Express, 1974; Jaws,
1975). And Martin Scorsese gloomily marks the
end of an era with The Last Waltz (1978), the
final concert of The Band, with the participation
of all the rock stars of the time.
N E W H O L LY W O O D
mike nichols
THE GRADUATE
SOMMARIO
Usa, 1967, 35mm, 106’, col.
regia/director
Mike Nichols
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Charles Webb
sceneggiatura/screenplay
Calder Williams,
Buck Henry
fotografia/cinematography
Robert Surtees
montaggio/film editing
Sam O’Steen
scenografia/
production design
Richard Sylbert
musica/music
Dave Grusin
(canzoni di/songs by
Simon & Garfunkel)
interpreti e personaggi/
cast and characters
Anne Bancroft (Mrs
Robinson), Dustin Hoffman
(Ben Braddock), Katharine
Ross (Elaine Robinson),
William Daniels (Mr
Braddock), Elizabeth Wilson
(Mrs Braddock)
produzione/production
Lawrence Turman
IL LAUREATO
Benjamin si è laureato, Benjiamin è disorientato, Benjamin non sa
che fare del suo futuro: esordio fulminante di Dustin Hoffman,
perplesso e nervoso nella parte del piccolo antieroe middle-class che
detesta la vita lustra dei suoi genitori, viene sedotto dalla matura Mrs
Robinson e s’innamora della figlia di lei. Regia tutta ellissi, salti e
attrazioni di Mike Nichols. Musica «narrante» di Simon & Garfunkel,
con le leggendarie The Sound of Silence e Mrs Robinson.
Benjamin has graduated from college,
Benjamin is confused, Benjamin doesn’t
know what to do with his future.
The spectacular debut of Dustin
Hoffman, bewildered and nervous as the
small, middle-class anti-hero who hates
his parents’ ostentatious life, is seduced
by Mrs Robinson and falls in love with
her daughter. Mike Nichols’s direction
is all ellipses, leaps and attractions.
A “narrative” soundtrack by Simon
& Garfunkel, with the timeless The
Sound of Silence and Mrs Robinson.
filmografia essenziale/
essential filmography
Who’s Afraid of Virginia Woolf ? (Chi ha
paura di Virginia Woolf ?, 1966), Catch-22
(Comma 22, 1970), The Day of the
Dolphin (Il giorno del delfino, 1973),
The Fortune (Due uomini e una dote,
1975), Silkwood (id., 1983), Heartburn
(Heartburn - Affari di cuore, 1986), Biloxi
Blues (Frenesie militari, 1988), Working
Girl (Una donna in carriera, 1989),
Postcards from the Edge (Cartoline
dall’inferno, 1990), Regarding Henry
(A proposito di Henry, 1991), Wolf
(Wolf - La belva è fuori, 1994), Angels
in America (Angeli in America, tv, 2003),
Closer (id., 2004), Charlie Wilson’s War
(La guerra di Charlie Wilson, 2007).
abraham polonsky
TELL THEM WILLIE BOY IS HERE
Usa, 1969, 35mm, 98’, col.
regia/director
Abraham Polonsky
sceneggiatura/screenplay
Abraham Polonsky, dal
libro/from the book Willie
Boy: A Desert Manhunt di/by
Harry W. Lawton
fotografia/cinematography
Conrad L. Hall
montaggio/film editing
Melvin Shapiro
scenografia/
production design
Henry Bumstead,
Alexander Golitzen
costumi/costume design
Edith Head
musica/music
Dave Grusin
interpreti e personaggi/
cast and characters
Robert Redford
(il vicesceriffo/deputy sheriff
Christopher «Coop»
Cooper), Katharine Ross
(Lola), Robert Blake (Willie
Boy), Barry Sullivan (Ray
Calvert), John Vernon
(George Hacker)
produzione/production
Universal Pictures
201
Willie Boy, a young “Americanized”
Indian, returns to his Paiute tribe to
marry Lola. Forced to kill the girl’s father
in legitimate defense, he escapes with
her into the mountains. The recalcitrant
vice-sheriff Cooper, Robert Redford, the
face of liberal America, sets off to bring
him back. This is the beginning of a
manhunt which indirectly calls to mind
the McCarthy witch hunts. It is no
coincidence that the director is Abraham
Polonsky, in his return to film after
twenty-one years of political exile.
UCCIDERÒ WILLIE KID
Willie Boy, giovane pellerossa «americanizzato», torna tra i Paiute
per sposare Lola. Costretto per legittima difesa a uccidere il padre
della ragazza, fugge con lei sulle montagne. Il recalcitrante
vicesceriffo Cooper, Robert Redford, la faccia dell’America liberal,
parte per riacciuffarlo. Inizia una caccia che, tra le righe, rimanda alla
caccia alle streghe maccartista: non a caso, dirige Abraham Polonsky,
tornato al cinema dopo ventun anni di esilio politico.
N E W H O L LY W O O D
filmografia/filmography
Force of Evil (Le forze del male, 1948),
Oedipus Rex (id., 1957), Seaway
(Seaway: acque difficili, 1965), Tell Them
Willie Boy Is Here (Ucciderò Willie Kid,
1969), Romansa konjokradice (Il
romanzo di un ladro di cavalli, 1971).
N E W H O L LY W O O D
sam peckinpah
THE BALLAD OF CABLE HOGUE
SOMMARIO
regia, produttore/
director, producer
Sam Peckinpah
sceneggiatura/screenplay
John Crawford, Edmund
Penney, Gordon T. Dawson
[non accr./uncr.]
fotografia/cinematography
Lucien Ballard
montaggio/film editing
Lou Lombardo,
Frank Santillo
scenografia/
production design
Leroy Coleman
musica/music
Jerry Goldsmith
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jason Robards (Cable
Hogue), Stella Stevens
(Hildy), David Warner
(Joshua), Strother Martin
(Bowen), Slim Pickens (Ben
Fairchild), L.Q.
Jones (Taggart)
produzione/production
Warner Bros.
Usa, 1970, 35mm, 121’, col.
Cable Hogue is a tough man and when his
companions abandon him in the desert
without any water, ha manages to survive:
he finds a water spring and builds a way
station. He makes lots of money and falls
in love with the prostitute Hildy, but he
never forgets his revenge. After the success
of The Wild Bunch, Peckinpah weaves
melancholy and humor together in an ode
to the pioneer spirit, which was tamed by
the advent of industrialization. The love
story is very tender.
LA BALLATA DI CABLE HOGUE
filmografia/filmography
The Deadly Companions (La morte
cavalca a Rio Bravo, 1961), Ride the High
Country (Sfida nell’alta Sierra, 1962),
Major Dundee (Sierra Charriba, 1965),
The Wild Bunch (Il mucchio selvaggio,
1969), The Ballad of Cable Hogue (La
ballata di Cable Hogue, 1970), Straw
Dogs (Cane di paglia, 1971), Junior Bonner
(L’ultimo buscadero, 1972), The Getaway
(Getaway!, 1972), Pat Garrett & Billy the
Kid (Pat Garrett e Billy the Kid, 1973),
Bring Me the Head of Alfredo Garcia
(Voglio la testa di Garcia, 1974), The Killer
Elite (Killer Elite, 1975), Gross of Iron
(La croce di ferro, 1977), Convoy (Convoy Trincea d’asfalto, 1978), The Osterman
Weekend (Osterman Weekend, 1983).
Cable Hogue ha la pelle dura e, quando viene abbandonato dai suoi
compari senz’acqua nel deserto, riesce a sopravvivere: trova una
sorgente e intorno a questa costruisce una stazione di posta. Fa affari
d’oro, s’innamora della prostituta Hildy, non dimentica la vendetta.
Dopo il furore del Mucchio selvaggio, Peckinpah tesse con malinconia
e humor un’ode all’autentico spirito del pioniere, domato dall’arrivo
dell’industrializzazione. Tenerissima la storia d’amore.
arthur penn
LITTLE BIG MAN
Usa, 1970, 35mm, 139’, col.
regia/director
Arthur Penn
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Thomas Berger
sceneggiatura/screenplay
Calder Willingham
fotografia/cinematography
Harry Stradling Jr.
montaggio/film editing
Dede Allen
musica/music
John Paul Hammond
interpreti e personaggi/
cast and characters
Dustin Hoffman (Jack
Crabb), Faye Dunaway (Mrs
Pendrake), Chief Dan
George (Old Lodge Skins),
Martin Balsam (Mr
Merriweather), Richard
Mulligan (gen. George
Armstrong Custer), Jeff
Corey (Wild Bill Hickcok)
produzione/production
Cinema Center Films,
Stockbridge-Hiller
Productions
202
PICCOLO GRANDE UOMO
Jack Crabb ha compiuto cent’anni. Ha attraversato tutta l’epopea del
West e racconta a un giornalista la sua storia, da quando fu adottato
bambino dal capo di una tribù Comanche a quando ritornò tra i
bianchi, si arruolò nell’esercito, servì sotto il sanguinario generale
Custer e fu testimone della battaglia di Little Big Horn. Trascinante
saga dai molti toni e colori (dalla commedia al dramma epico),
diretta da Penn con foga e sdegno e dominata da Dustin Hoffman.
N E W H O L LY W O O D
Jack Crabb has turned one hundred.
He has witnessed the entire epic of the
West and he tells a journalist the story of
his life, from his adoption by the chief of
a Comanche tribe to his return among his
own people, when he enlisted in the army,
served under bloodthirsty General Custer
and was present at the battle of Little
Big Horn. An enthralling saga with many
moods and colors (from comedy to epic
drama), directed by Penn with passion
and indignation, and dominated by
Dustin Hoffman.
filmografia essenziale/
essential filmography
Billy the Kid (Furia selvaggia, 1958),
The Miracle Worker (Anna dei miracoli,
1962), Mickey One (id., 1965), The
Chase (La caccia, 1966), Bonnie
& Clyde (Gangster Story, 1967), Alice’s
Restaurant (id., 1969), Little Big Man
(Piccolo grande uomo, 1970), Visions
of Eight (Ciò che l’occhio non vede, ep.,
doc., 1973), Night Moves (Bersaglio di
notte, 1975), The Missouri Breaks
(Missouri, 1976), Four Friends (Gli amici
di Georgia, 1981), Target (Target - Scuola
omicidi, 1985), Dead of Winter (Omicidio
allo specchio, 1987), Penn & Teller Get
Killed (Con la morte non si scherza,
1989), Lumière et compagnie (ep., 1995).
N E W H O L LY W O O D
stuart rosenberg
WUSA
SOMMARIO
Usa, 1970, 35mm, 115’, col.
regia/director
Stuart Rosenberg
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Robert Stone, dal suo
romanzo/from his novel
A Hall of Mirrors
fotografia/cinematography
Richard Moore
montaggio/film editing
Bob Wyman
scenografia/
production design
Philip M. Jefferies
musica/music
Lalo Schifrin
interpreti e personaggi/
cast and characters
Paul Newman (Rheinhardt),
Joanne Woodward
(Geraldine), Anthony
Perkins (Rainey), Laurence
Harvey (Farley), Pat Hingle
(Bingamon), Cloris
Leachman (Philomene)
produttori/producers
John Foreman,
Paul Newman
produzione/production
Paramount Pictures
UN UOMO OGGI
Un anchorman cinico e disilluso arriva a New Orleans, trova lavoro
in una radio ultraconservatrice, la W.U.S.A., e si presta alla politica
reazionaria del suo sponsor. Poi, insieme alla prostituta con la quale
vive e a un vicino attivista progressista, si rende conto del marcio che
collega istituzioni e media. Anticipo di paranoia nell’onesto dramma
politico di Rosenberg, fortemente voluto da Paul Newman (interprete
e produttore), che lo considerava uno dei suoi film migliori.
mike nichols
CARNAL KNOWLEDGE
regia, produttore/
director, producer
Mike Nichols
sceneggiatura/screenplay
Jules Feiffer
fotografia/cinematography
Giuseppe Rotunno
montaggio/film editing
Sam O’Steen
scenografia/
production design
Richard Sylbert
costumi/costume design
Anthea Sylbert
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jack Nicholson (Jonathan),
Ann-Margret (Bobbie),
Art Garfunkel (Sandy),
Candice Bergen (Susan),
Rita Moreno (Louise),
Cynthia O’Neal (Cindy),
Carol Kane (Jennifer)
produzione/production
AVCO Embassy Pictures
203
A hard-boiled anchorman arrives in
New Orleans, finds work in an ultraconservative radio station, W.U.S.A.,
and goes along with the reactionary
politics of his sponsor. Then, along with
the prostitute he is living with and a
progressive activist next-door neighbor,
he becomes aware of the corruption that
the institutions and the media share.
A preview of paranoia in Rosenberg’s
honest political drama, with the strong
support of Paul Newman (also producer),
who considered it one of his best movies.
filmografia essenziale/
essential filmography
Cool Hand Luke (Nick Mano Fredda,
1967), The April Fools (Sento che mi sta
succedendo qualcosa, 1969), Move (Dai...
muoviti, 1970), WUSA (Un uomo oggi,
1970), Pocket Money (Per una manciata
di soldi, 1972), The Laughing Policeman
(L’ispettore Martin ha teso la trappola,
1973), The Drowning Pool (Detective
Harper: acqua alla gola, 1975), Voyage
of the Damned (La nave dei dannati,
1976), The Amityville Horror (Amityville
Horror, 1979), Love and Bullets (Tiro
incrociato, 1979), Brubaker (id., 1980),
Let’s Get Harry (Eroi per un amico,
1986), My Heroes Have Always Been
Cowboys (1991).
Usa, 1971, 35mm, 98’, col.
Jonathan and Sandy share everything:
a dorm room, future projects, their first
awkward sentimental overtures, even girls.
As adults, they continue to exchange
stories and confidences, in a depressing
existential vacuum. The sentimental and
sexual education of the American male,
narrated by Feiffer with poisonous humor
and directed with icy brutality by Nichols.
A disturbing movie (which anticipates
Closer, by Nichols), with a chilling finale
and a lost beauty spinning on her skates.
CONOSCENZA CARNALE
filmografia essenziale/
essential filmography
Who’s Afraid of Virginia Woolf ? (Chi ha
paura di Virginia Woolf ?, 1966), Catch-22
(Comma 22, 1970), The Day of the
Dolphin (Il giorno del delfino, 1973),
The Fortune (Due uomini e una dote,
1975), Silkwood (id., 1983), Heartburn
(Heartburn - Affari di cuore, 1986), Biloxi
Blues (Frenesie militari, 1988), Working
Girl (Una donna in carriera, 1989),
Postcards from the Edge (Cartoline
dall’inferno, 1990), Regarding Henry
(A proposito di Henry, 1991), Wolf
(Wolf - La belva è fuori, 1994), Angels
in America (Angeli in America, tv, 2003),
Closer (id., 2004), Charlie Wilson’s War
(La guerra di Charlie Wilson, 2007).
Jonathan e Sandy dividono tutto: la stanza all’università, i progetti
futuri, i primi, imbarazzati approcci sentimentali, persino le ragazze.
Crescendo, continuano a scambiarsi storie e confidenze, in uno
sconsolante vuoto esistenziale. L’educazione sentimentale e sessuale
del maschio americano, narrata da Jules Feiffer con humor velenoso
e messa in scena con gelida ferocia da Mike Nichols. Un film
sconvolgente (che anticipa Closer, sempre di Nichols), con finale da
brivido e un’immagine di bellezza perduta che volteggia sui pattini.
N E W H O L LY W O O D
N E W H O L LY W O O D
steven spielberg
DUEL
SOMMARIO
Usa, 1971, 35mm, 90’ (tv: 74’), col.
regia/director
Steven Spielberg
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Richard Matheson
fotografia/cinematography
Jack A. Marta
montaggio/film editing
Frank Morris
scenografia/
production design
Robert S. Smith
musica/music
Billy Goldenberg
interpreti e personaggi/
cast and characters
Dennis Weaver (David
Mann), Jacqueline Scott
(Mrs Mann), Eddie
Firestone (il proprietario del
caffè/café owner), Lou
Frizzell (l’autista
d’autobus/bus driver),
Shawn Steinman
(la ragazzina sullo
scuolabus/
girl on school bus)
produttore/producer
George Eckstein
produzione/production
Universal TV
DUEL
David Mann, un rappresentante, una mattina esce di casa e parte
sulla sua Plymouth Valiant per andare a incontrare un cliente.
Ma la strada americana può nascondere minacce e quando David
supera un’autocisterna comincia il suo incubo. Girato in tredici giorni
a basso costo per la tv (solo più tardi uscì al cinema), l’esordio del
venticinquenne Steven Spielberg: un mostro meccanico (dell’autista
non vediamo mai la faccia) a caccia di un uomo qualunque. Scritto
da Richard Matheson, genio della SF distopica.
alan j. pakula
KLUTE
regia, produttore/
director, producer
Alan J. Pakula
sceneggiatura/screenplay
Andy Lewis,
David E. Lewis
fotografia/cinematography
Gordon Willis
montaggio/film editing
Carl Lerner
scenografia/
production design
George Jenkins
musica/music
Michael Small
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jane Fonda (Bree Daniels),
Donald Sutherland
(John Klute), Charles Cioffi
(Peter Cable), Roy Scheider
(Frank Ligourin), Dorothy
Tristan (Arlyn Page)
produzione/production
Gus Productions/
Warner Bros.
204
One morning David Mann, a salesman,
leaves his home and drives off in his
Plymouth Valiant to meet a client.
But American roads can hide threats and
when David passes a tanker, his nightmare
begins. A made-for-TV movie shot on a low
budget in thirteen days (only later was it
distributed in cinemas), it marks the debut
of twentyfive-year-old Steven Spielberg:
a mechanical monster (we never see
the truck driver’s face) hunting down
a regular guy. Written by Richard
Matheson, a genius of dystopian SF.
filmografia essenziale/
essential filmography
Close Encounters of the Third Kind
(Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977),
1941 (1941 - Allarme a Hollywood, 1979),
Raiders of the Lost Ark (I predatori dell’arca
perduta, 1981), E.T. the Extra-Terrestrial
(E.T. - L’extra-terrestre, 1982), Empire of
the Sun (L’impero del sole, 1987), Indiana
Jones and the Last Crusade (Indiana Jones
e l’ultima crociata, 1989), Always
(Always - Per sempre, 1989), Jurassic Park
(id., 1993), Schindler’s List (id., 1993),
Saving Private Ryan (Salvate il soldato
Ryan, 1998), Minority Report (id., 2002),
Catch Me If You Can (Prova a prendermi,
2002), The Terminal (id., 2004), War
Horse (id., 2011), Lincoln (id., 2012).
Usa, 1971, 35mm, 114’, col.
Klute, a small-town detective, is
investigating the disappearance of a
Pennsylvania businessman. A letter leads
him to Bree, a beautiful New York
prostitute who is stubbornly trying to keep
control over her own life. A masterpiece of
1970s-style paranoia, in which a disoriented
and idealistic Donald Sutherland and a
tough-as-nails Jane Fonda (who won an
Oscar) wander through the hostile night
and among the cold city lights. And are
trailed by a serial killer.
UNA SQUILLO PER L’ISPETTORE KLUTE
filmografia essenziale/
essential filmography
The Sterile Cuckoo (Pookie, 1969), Love
and Pain and the Whole Damn Thing
(Amore e dolore e tutto quel dannato
pasticcio, 1973), The Parallax View (Perché
un assassinio, 1974), All the President’s
Men (Tutti gli uomini del presidente, 1976),
Comes a Horseman (Arriva un cavaliere
libero e selvaggio, 1978), Starting Over
(E ora punto e a capo, 1979), Rollover
(Il volto dei potenti, 1981), Sophie’s Choice
(La scelta di Sophie, 1982), Dream Lover
(id., 1986), Orphans (Un ostaggio di
riguardo, 1987), Presumed Innocent
(Presunto innocente, 1990), The Pelican
Brief (Il rapporto Pelican, 1993), The
Devil’s Own (L’ombra del diavolo, 1997).
Klute, un detective di provincia, indaga sulla scomparsa di un
dirigente della Pennsylvania. Una lettera lo porta a Bree, bellissima
prostituta di New York, che cerca con determinazione di mantenere
il controllo della propria vita. Capolavoro della deriva paranoica anni
Settanta, dove un Donald Sutherland disorientato e idealista e una
Jane Fonda durissima (premio Oscar) si aggirano nella notte ostile
e tra le luci fredde della città. Sulle loro tracce, un serial killer.
N E W H O L LY W O O D
N E W H O L LY W O O D
jerry schatzberg
THE PANIC IN NEEDLE PARK
SOMMARIO
regia/director
Jerry Schatzberg
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by James Mills
sceneggiatura/screenplay
Joan Didion,
John Gregory Dunne
fotografia/cinematography
Adam Holender
montaggio/film editing
Evan A. Lottman
scenografia/
production design
Murray P. Stern
interpreti e personaggi/
cast and characters
Al Pacino (Bobby), Kitty
Winn (Helen), Alan Vint
(Hotch), Paul Sorvino
(Samuels)
produttore/producer
Dominick Dunne
produzione/production
Gadd Productions Corp.,
Didion-Dunne
Usa, 1971, 35mm, 110’, col.
Needle Park is the New York refuge of
the most desperate drug addicts; it is the
hopeless and futureless world of Bobby,
a drug user and small-time dealer, his
brother, who is a thief, and their friends.
It also becomes the world of Helen, who
arrives from the boondocks, falls in love
with Bobby and begins to prostitute
herself for him. A desolate portrait of a
marginalized world, depicted with lucid
passion by Schatzberg and marking the
film debut of Al Pacino.
PANICO A NEEDLE PARK
filmografia/filmography
Puzzle of a Downfall Child
(Mannequin - Frammenti di una donna,
1970), The Panic in Needle Park (Panico
a Needle Park, 1971), Scarecrow (Lo
spaventapasseri, 1973), Sweet Revenge
(1976), The Seduction of Joe Tynan
(La seduzione del potere, 1979),
Honeysuckle Rose (Accordi sul
palcoscenico, 1980), Misunderstood
(Incompreso - L’ultimo sole d’estate,
1984), No Small Affair (Una cotta
importante, 1984), Street Smart (Street
Smart - Per le strade di New York, 1987),
Clinton and Nadine (La contropartita, tv,
1988), Reunion (L’amico ritrovato, 1989),
Lumière et compagnie (ep., 1995), The
Day the Ponies Come Back (2000).
Needle Park è il parco degli aghi, rifugio newyorkese dei tossici più
disperati, il mondo senza scampo e senza domani di Bobby, drogato
e piccolo spacciatore, di suo fratello, ladro, dei loro amici. E diventa il
mondo di Helen, che arriva dalla provincia, s’innamora di Bobby e
per lui comincia a prostituirsi. Ritratto desolato di un mondo di
diseredati, tracciato con lucida passione da Schatzberg e interpretato
dall’esordiente Al Pacino.
miloš forman
TAKING OFF
Usa, 1971, 35mm, 93’, col.
regia/director
Miloš Forman
sceneggiatura/screenplay
Miloš Forman, John Guare,
Jean-Claude Carrière,
John Klein
fotografia/cinematography
Miroslav Ondricek
montaggio/film editing
John Carter
scenografia/
production design
Robert Wightman
musica/music
Mike Heron
interpreti e personaggi/
cast and characters
Lynn Carlin (Lynn Tyne),
Buck Henry (Larry Tyne),
Georgia Engel (Margot),
Tony Harvey (Tony), Vincent
Schiavelli (Mr Schiavelli),
Ike e/and Tina Turner (loro
stessi/themselves), Linnea
Heacock (Jeannie Tyne),
Allen Garfield (Norman)
produzione/production
Crown-Hausman/
Forman Production
205
TAKING OFF
Lynn e Larry Tyne, una coppia middle-class, si preoccupano per
l’assenza della figlia Jeannie, che scompare di casa per giorni,
chiedono aiuto alla Società genitori figli in fuga. Consiglio: usare la
marijuana per capire meglio gli adolescenti. E i Tyne decidono di dare
una festicciola con un gruppo di amici. Prima regia americana di uno
dei campioni del nuovo cinema cecoslovacco, emigrato in Usa dopo
la repressione della primavera di Praga, una commedia ilare sulle
trappole della modernità e sui rapporti tra generazioni.
N E W H O L LY W O O D
Lynn and Larry Tyne, a middle-class
couple, are worried about the frequent
disappearances of their daughter Jeannie,
and ask help from the Society of Parents
of Fleeing Children. The advice they are
given: smoke marijuana to understand
adolescents better. The Tynes obey and
throw a small party with some friends.
The first American movie by one of the
champions of Czechoslovakian New
Wave, who emigrated to the U.S. after
the Prague spring was repressed.
A cheerful comedy about modernity traps
and inter-generational relationships.
filmografia essenziale/
essential filmography
Laterna magika II (doc., 1960), Konkurs
(doc., 1963), Cerny Petr (L’asso di picche,
1964), Lásky jedné plavovlásky (Gli amori
di una bionda, 1965), Dobre placená
procházka (tv, 1966), Horí, má panenko
(Al fuoco, pompieri!, 1967), I Miss Sonia
Henie (cm, 1971), Visions of Eight (Ciò che
l’occhio non vede, ep., doc., 1973), One
Flew Over the Cuckoo’s Nest (Qualcuno
volò sul nido del cuculo, 1975), Hair (id.,
1979), Ragtime (id., 1981), Amadeus (id.,
1984), Valmont (id., 1989), The People vs
Larry Flynt (Larry Flynt - Oltre lo scandalo,
1996), Man on the Moon (id., 1999),
Goya’s Ghosts (L’ultimo inquisitore, 2006).
N E W H O L LY W O O D
ulu grosbard
WHO IS HARRY KELLERMAN AND WHY IS HE SAYING
THOSE TERRIBLE THINGS ABOUT ME?
SOMMARIO
Usa, 1971, 35mm, 108’, col.
regia/director
Ulu Grosbard
soggetto, sceneggiatura/
story, screenplay
Herb Gardner, dal suo
racconto omonimo/from his
short story of the same title
fotografia/cinematography
Victor J. Kemper
montaggio/film editing
Barry Malkin
scenografia/
production design
Harry Horner
musica/music
Shel Silverstein
interpreti e personaggi/
cast and characters
Dustin Hoffman (Georgie
Soloway), Barbara Harris
(Allison Densmore), Jack
Warden (Dr Solomon
F. Moses), Dom DeLuise
(Irwin Marcy)
produttori/producers
Herb Gardner,
Ulu Grosbard
produzione/production
Cinema Center Films
Harry Kellerman is a voice on the
telephone, a gossipy and threatening voice
that torments the rock composer Georgie
Soloway, telling his past and present
girlfriends unpleasant things about him.
Georgie is rich and famous, but he has
become insomniac and has suicidal
thoughts. A neurotic thriller that alternates
dreams and fantasies with reality until it
becomes elusive. Starring Dustin Hoffman
(in a remarkable role) and an equally
freaked-out Barbara Harris (who played
Albuquerque in Nashville).
CHI È HARRY KELLERMAN E PERCHÉ PARLA MALE DI ME?
Harry Kellerman è una voce al telefono, una voce pettegola e
minacciosa che tormenta il compositore rock Georgie Soloway,
raccontando alle sue donne passate e presenti delle cose sgradevoli
sul suo conto. Georgie è ricco e affermato, ma ormai non dorme più
e ha fantasie suicide. Thriller nevrotico, che alterna sogni e fantasie
alla realtà fino a farla diventare inafferrabile, e regala a Dustin
Hoffman una grande parte. Al suo fianco, altrettanto schizzata,
Barbara Harris (la Albuquerque di Nashville).
dick richards
THE CULPEPPER CATTLE CO.
Usa, 1972, 35mm, 92’, col.
regia, soggetto/
director, story
Dick Richards
sceneggiatura/screenplay
Gregory Prentiss,
Eric Bercovici
fotografia/cinematography
Ralph Woolsey, Lawrence
Edward Williams
montaggio/film editing
John F. Burnett,
Desmond Marquette
scenografia/
production design
Carl Anderson,
Jack Martin Smith
musica/music
Tom Scott, Jerry Goldsmith
interpreti e personaggi/
cast and characters
Gary Grimes (Ben
Mockridge), Billy Green
Bush (Frank Culpepper),
Luke Askew (Luke),
Bo Hopkins (Dixie Brick),
Geoffrey Lewis (Russ)
produttore/producer
Paul A. Helmick
produzione/production
20 Century Fox Film
Corporation
TH
206
FANGO SUDORE E POLVERE DA SPARO
Ben ha sedici anni e vuole diventare un cowboy. Si compra una
pistola e parte come aiuto-cuoco con Frank Culpepper e i suoi
mandriani, che devono portare il bestiame a Fort Lewis. Durante
il viaggio, il West rivela la sua faccia più feroce e sanguinosa, in
un susseguirsi di agguati, prepotenze, massacri. Sulle tracce di
Peckinpah, esordio di Dick Richards che lavora sull’anti-mito, sulla
fatica quotidiana e la spietata violenza. Superbo impianto visivo,
che rimanda ai quadri di Remington.
N E W H O L LY W O O D
filmografia/filmography
The Subject Was Roses (La signora
amava le rose, 1964), Who Is Harry
Kellerman and Why Is He Saying Those
Terrible Things About Me? (Chi è Harry
Kellerman e perché parla male di me?,
1971), Straight Time (Vigilato speciale,
1978), True Confessions (L’assoluzione,
1981), Falling in Love (Innamorarsi,
1984), Georgia (id., 1985), The Deep End
of the Ocean (In fondo al cuore, 1999).
Sixteen-year-old Ben wants to become a
cowboy. He buys a pistol and sets off as
assistant cook with Frank Culpepper and
his cowhands herding cattle to Fort Lewis.
As the journey progresses, the West reveals
its most ferocious and bloodthirsty face,
in a succession of ambushes, arrogance
and massacres. Following in the footsteps
of Peckinpah, Dick Richards’ debut film
concentrates on the anti-hero, daily
struggle and merciless violence. Superb
visuals that call to mind paintings by
Remington.
filmografia/filmography
The Culpepper Cattle Co. (Fango sudore
e polvere da sparo, 1972), Rafferty and
the Gold Dust Twins (1975), Farewell,
My Lovely (Marlowe, il poliziotto privato,
1975), March or Die (La bandera Marcia o muori, 1977), Death Valley
(Death Valley - Una vacanza nell’estremo
terrore, 1982), Man, Woman and Child
(Un uomo, una donna e un bambino,
1983), Black Jack (1986).
N E W H O L LY W O O D
john flynn
THE OUTFIT
SOMMARIO
Usa, 1973, 35mm, 103’, col.
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
John Flynn
soggetto/story
dal romanzo Liquidate quel
Parker! di/from the novel of
the same title by Richard
Stark [Donald E. Westlake]
fotografia/cinematography
Bruce Surtees
montaggio/film editing
Ralph E. Waters
scenografia/
production design
Tambi Larsen
musica/music
Jerry Fielding
interpreti e personaggi/
cast and characters
Robert Duvall (Earl
Macklin), Karen Black (Bett
Harrow), Joe Don Baker
(Jack Cody), Robert Ryan
(Mailer), Timothy Carey
(Jake Menner)
produttore/producer
Carter DeHaven
produzione/production
Metro-Goldwyn-Mayer
ORGANIZZAZIONE CRIMINE
Earl Macklin, piccolo malvivente «battitore libero», esce di prigione
e scopre che suo fratello è stato assassinato dalla Outfit,
l’organizzazione criminale di Chicago, e la sua ragazza, Bett,
torturata. Earl decide di vendicarsi derubando la Outfit. Da un
romanzo di Westlake, un noir cattivo e disincantato diretto da John
Flynn, che era stato aiuto di Robert Wise. Con Robert Duvall e Karen
Black, un raffinato cast di attori che rimandano alla storia del genere.
john g. avildsen
SAVE THE TIGER
regia/director
John G. Avildsen
sceneggiatura/screenplay
Steve Shagan
fotografia/cinematography
James Crabe
montaggio/film editing
David Bretherton
scenografia/
production design
Jack T. Collis
musica/music
Marvin Hamlisch
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jack Lemmon (Harry
Stoner), Jack Gilford (Phil
Greene), Laurie Heineman
(Myra), Norman Burton
(Fred Mirrell), Patricia
Smith (Janet Stoner)
produttori/producers
Martin Ransohoff,
Steve Shagan
produzione/production
Filmways Pictures,
Cirandinha Productions,
Jalem Productions
207
Earl Macklin, a small-time “free agent,”
gets out of prison and discovers that his
brother has been murdered by the Outfit,
a Chicago criminal organization, and that
his girlfriend Bett has been tortured. Earl
decides to get revenge by stealing from
the Outfit. Based on a novel by Westlake,
a mean and disenchanted noir directed
by John Flynn, a former assistant of
Robert Wise. Along with Robert Duvall
and Karen Black, a sophisticated cast
of actors who fit in with the genre.
filmografia/filmography
The Sergeant (Il sergente, 1968),
The Jerusalem File (1972), The Outfit
(Organizzazione crimine, 1973), Rolling
Thunder (id., 1977), Defiance (I violenti
di Borrow Street, 1980), Marilyn: The
Untold Story (Marilyn - Una vita, una
storia, tv, 1980), Lone Star (tv, 1980),
Touched (1983), Best Seller (Bestseller,
1987), Lock Up (Sorvegliato speciale,
1989), Out for Justice (Giustizia a tutti
i costi, 1991), Nails (Nails: un poliziotto
scomodo, tv, 1992), Scam (Trappola
per due, 1993), Brainscan (Brainscan Il gioco della morte, 1994), Absence of
the Good (tv, 1999), Protection (2001).
Usa, 1973, 35mm, 100’, col.
Harry Stoner is a good guy, but his
apparently successful women’s wear
company has serious financial problems
and he is tormented by memories of the
past. So, the good Mr Average American
decides to do what everyone else is doing
and rip off an insurance company. Full
of nostalgia and regret, the painful and
scathing portrait of a widespread crisis
of ideals, in which the Dream shatters
on the normal face of a phenomenal
Jack Lemmon (who won an Oscar).
SALVATE LA TIGRE
filmografia essenziale/
essential filmography
Joe (La guerra privata del cittadino Joe,
1970), Guess What We Learned in School
Today? (Ore 10 lezione di sesso, 1971),
Cry Uncle! (Il PornOcchio, 1971), W.W.
and the Dixie Dancekings (Un uomo da
buttare, 1975), Rocky (id., 1976), Slow
Dancing in the Big City (Ballando lo slow
nella grande città, 1978), The Formula
(La formula, 1980), Neighbors (I vicini
di casa, 1981), A Night in Heaven (Nudi
in paradiso, 1983), The Karate Kid (Per
vincere domani - The Karate Kid, 1984),
The Karate Kid, Part II (Karate Kid II La storia continua..., 1986), Lean on Me
(Conta su di me, 1989), The Karate Kid,
Part III (Karate Kid III - La sfida finale,
1989), Rocky V (id., 1990).
Harry Stoner è una brava persona, ma la sua ditta di confezioni
femminili, che pare florida, ha seri problemi finanziari e il ricordo del
passato lo tormenta. Così, il bravo americano medio decide di fare
come tutti gli altri e truffare le assicurazioni. Impregnato di nostalgia
e rimpianto, il ritratto dolente e graffiante di una crisi ideale ormai
diffusa, dove il Sogno va in frantumi sulla faccia normale di un
gigantesco Jack Lemmon (premio Oscar).
N E W H O L LY W O O D
N E W H O L LY W O O D
francis ford coppola
THE CONVERSATION
SOMMARIO
regia, sceneggiatura,
produttore/director,
screenplay, producer
Francis Ford Coppola
fotografia/cinematography
Bill Butler, Haskell Wexler
montaggio/film editing
Richard Chew
scenografia/
production design
Dean Tavoularis
musica/music
David Shire
interpreti e personaggi/
cast and characters
Gene Hackman (Harry
Caul), John Cazale (Stan),
Allen Garfield (Bernie
Moran), Frederic Forrest
(Mark), Cindy Williams
(Ann), Teri Garr (Amy),
Harrison Ford (Martin
Stett), Robert Duvall
(il direttore/director)
produzione/production
The Coppola Company,
American Zoetrope,
Paramount Pictures
Usa, 1974, 35mm, 113’, col.
Harry Caul is the best surveillance expert on
the West Coast; he’s not interested in what
he records, he only wants the recording to
be clear. Until one day he hears something
that involves him. It has become legendary:
Gene Hackman in his clear plastic
raincoat, playing the sax in his depressing
apartment. An image of disorientation,
of spies being spied upon, of the insecurity
that grips everyone. After The Godfather,
Coppola returns to rarefied atmospheres
and makes a perfect, gloomy film.
LA CONVERSAZIONE
filmografia essenziale/
essential filmography
Dementia 13 (Terrore alla tredicesima
ora, 1963), You’re a Big Boy Now (Buttati
Bernardo!, 1966), The Rain People
(Non torno a casa stasera, 1969),
The Godfather (Il Padrino, 1972),
The Godfather - Part II (Il Padrino - Parte
II, 1974), Apocalypse Now (id., 1979),
Rumble Fish (Rusty il selvaggio, 1983),
The Cotton Club (Cotton Club, 1984),
Gardens of Stone (Giardini di pietra, 1987),
The Godfather - Part III (Il padrino - Parte
III, 1990), Bram Stoker’s Dracula (Dracula
di Bram Stoker, 1992), The Rainmaker
(L’uomo della pioggia, 1997), Youth
Without Youth (Un’altra giovinezza,
2007), Tetro (Segreti di famiglia, 2009),
Twixt (2011).
Harry Caul è il miglior intercettatore della costa occidentale, non gli
interessa quello che registra, ma solo che la registrazione sia chiara.
Finché un giorno ascolta qualcosa che lo coinvolge. È entrato nella
leggenda: Gene Hackman con l’impermeabile di plastica trasparente,
mentre suona il sax sepolto nel suo appartamento desolato.
L’immagine del disorientamento totale, delle spie spiate,
dell’insicurezza che attanaglia tutti. Dopo il successo del Padrino,
Coppola torna ad atmosfere rarefatte e firma un film nero e perfetto.
paul mazursky
HARRY AND TONTO
Usa, 1974, 35mm, 115’, col.
regia, produttore/
director, producer
Paul Mazursky
sceneggiatura/screenplay
Paul Mazursky,
Josh Greenfeld
fotografia/cinematography
Michael C. Butler
montaggio/film editing
Richard Halsey
scenografia/
production design
Ted Haworth
musica/music
Bill Conti
interpreti e personaggi/
cast and characters
Art Carney (Harry
Coombes), Ellen Burstyn
(Shirley Mallard), Geraldine
Fitzgerald (Jessie Stone),
Larry Hagman (Eddie
Coombes), Chief Dan
George (Sam Two
Feathers), Tonto (Tonto)
produzione/production
20 Century Fox Film
Corporation
TH
208
HARRY E TONTO
Sfrattato dal suo appartamento dell’Upper West Side di New York,
Harry, un settantenne vedovo, invece di andare a vivere nei sobborghi
con il figlio, compra un’auto usata e parte per un viaggio coast to
coast in compagnia di Tonto, il suo gatto rosso. Incontri, bizzarrie
e paradossi di un on the road anomalo, venato di malinconia
e riscaldato dall’ostinato sense of humor di Mazursky (forse nella
sua regia migliore) e di Art Carney, attore teatrale e televisivo che
nei Settanta ottenne fama cinematografica (e un Oscar).
N E W H O L LY W O O D
After being kicked out of his Upper West
Side apartment in New York, Harry, a
seventy-year-old widower, doesn’t go live in
the suburbs at his son’s house; instead, he
buys a used car and heads off on a coast to
coast journey with Tonto, his red cat.
Encounters, eccentricities and paradoxes in
an unusual on-the-road movie, veined with
melancholy and warmed by the stubborn
sense of humor of Mazursky (perhaps the
best film he directed) and of Art Carney, a
stage and tv actor who gained silver screen
fame (and an Oscar) in the 1970s.
filmografia essenziale/
essential filmography
Bob & Carol & Ted & Alice (id., 1969), Alex
in Wonderland (Il mondo di Alex, 1970),
Blume in Love (Una pazza storia d’amore,
1973), Next Stop: Greenwich Village (Stop
a Greenwich Village, 1976), An Unmarried
Woman (Una donna tutta sola, 1977),
Willie and Phil (Io, Willy e Phil, 1980),
Tempest (Tempesta, 1982), Moscow on the
Hudson (Mosca a New York, 1984), Down
and Out in Beverly Hills (Su e giù per
Beverly Hills, 1986), Moon over Parador
(Il dittatore del Parador in arte Jack, 1988),
Enemies, a Love Story (Nemici - Una storia
d’amore, 1989), Scenes from a Mall (Storie
di amori e infedeltà, 1991), The Pickle
(Buona fortuna Mr Stone, 1993).
N E W H O L LY W O O D
brian de palma
PHANTOM OF THE PARADISE
SOMMARIO
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Brian De Palma
soggetto/story
Brian De Palma, dal
romanzo Il fantasma
dell’Opera di/from the novel
The Phantom of the Opera
by Gaston Leroux
fotografia/cinematography
Larry Pizer
montaggio/film editing
Paul Hirsch
scenografia/
production design
Jack Fisk
costumi/costume design
Rosanna Norton
musica/music
Paul Williams
interpreti e personaggi/
cast and characters
William Finley (Winslow,
il Fantasma/the Phantom),
Paul Williams (Swan),
Jessica Harper (Phoenix),
Rod Serling
(il narratore/narrator)
produttore/producer
Edward R. Pressman
produzione/production
Harbor Productions
Usa, 1974, 35mm, 92’, col.
A powerful and diabolical record company
owner, a shy and creative musician,
a beautiful singer. The setting is the
Paradise, a magnificent theatre that hides
the disfigured Phantom in its depths.
Twelve years before Webber’s musical, De
Palma sets his horror-musical in the world
of rock, crossing The Phantom of the
Opera by Leroux, Faust by Goethe and
The Portrait of Dorian Gray by Wilde.
Baroque, ironic, visionary, with songs
by Paul Williams (the bad guy, Swan).
IL FANTASMA DEL PALCOSCENICO
filmografia essenziale/
essential filmography
Hi, Mom! (id., 1970), Get to Know Your
Rabbit (Conosci il tuo coniglio, 1972),
Sisters (Le due sorelle, 1973), Obsession
(Complesso di colpa, 1976), Carrie
(Carrie, lo sguardo di Satana, 1977),
The Fury (Fury, 1978), Home Movies
(Home Movies - Vizietti familiari, 1979),
Dressed to Kill (Vestito per uccidere,
1980), Blow Out (id., 1981), Scarface
(id., 1983), Body Double (Omicidio
a luci rosse, 1984), Wise Guys (Cadaveri
e compari, 1986), The Untouchables
(Gli intoccabili, 1987), Raising Cain
(Doppia personalità, 1992), Carlito’s
Way (id., 1993), Mission Impossible (id.,
1996), Snake Eyes (Omicidio in diretta,
1998), Femme Fatale (id., 2002).
Un impresario discografico potente e diabolico, un musicista schivo
e geniale, una bella cantante. Intorno a loro il Paradise, magnifico
teatro che nasconde nei suoi anfratti lo sfigurato Phantom. Dodici
anni prima del musical di Webber, De Palma ambienta nel mondo
del rock il suo horror-musical, che incrocia Il fantasma dell’Opera di
Leroux, Faust di Goethe e Il ritratto di Dorian Gray di Wilde. Barocco,
ironico, visionario, con canzoni di Paul Williams (il cattivo Swan).
saul bass
PHASE IV
Usa, 1974, 35mm, 84’, col.
regia/director
Saul Bass
soggetto/story
da un romanzo di/from a
novel by Barry N. Malzberg
sceneggiatura/screenplay
Mayo Simon
fotografia/cinematography
Dick Bush
montaggio/film editing
Willy Kemplen
scenografia/
production design
John Barry
musica/music
Brian Gascoigne
interpreti e personaggi/
cast and characters
Michael Murphy (James R.
Lesko), Nigel Davenport
(Dr Ernest D. Hubbs),
Lynne Frederick (Kendra
Eldridge), Alan Gifford
(Mr Eldridge), Helen
Horton (Mildred Eldridge)
produttore/producer
Paul B. Radin
produzione/production
Alced Productions,
Paramount Pictures
209
Something strange is going on in Arizona:
ants of different species no longer fight
each other but rather seem to have
become allies to invade and destroy.
A remarkable example of paranoidhumanistic science fiction, set in the
desert and a scientific laboratory, it is
the only feature-film directed by Saul
Bass, who designed many opening
credits for Hitchcock and Preminger.
No gigantism, played in a “low” key and
increasing the tension with a masterly
use of documentary shots by the wildlife
photographer Ken Middleton.
FASE IV: DISTRUZIONE TERRA
In Arizona sta succedendo qualcosa di strano: le formiche di specie
diverse non combattono più tra loro, ma paiono essersi alleate per
invadere e distruggere. Notevole esemplare di science fiction
paranoico-umanistica, ambientato tra il deserto e una stazione
scientifica, è l’unico lungo diretto da Saul Bass, autore di tanti titoli di
testa per Hitchcock e Preminger. Senza gigantismi, gioca su una chiave
spettacolare «bassa» e fa crescere la tensione con un abile uso delle
riprese documentarie del wildlife photographer Ken Middleton.
N E W H O L LY W O O D
filmografia/filmography
The Searching Eye (cm, 1964), From
Here to There (cm, 1964), Why Man
Creates (cm, doc., 1968), Phase IV (Fase
IV: distruzione Terra, 1974), Notes on the
Popular Arts (cm, 1978), The Solar Film
(cm, 1980), Quest (cm, 1984).
N E W H O L LY W O O D
steven spielberg
THE SUGARLAND EXPRESS
SOMMARIO
regia/director
Steven Spielberg
soggetto/story
Steven Spielberg,
Hal Barwood,
Matthew Robbins
sceneggiatura/screenplay
Hal Barwood,
Matthew Robbins
fotografia/cinematography
Vilmos Zsigmond
montaggio/film editing
Edward M. Abroms,
Verna Fields
musica/music
John Williams
interpreti e personaggi/
cast and characters
Goldie Hawn (Lou Jean
Poplin), Ben Johnson
(cap./capt. Harlin Tanner),
Michael Sacks (Maxwell
Slide), William Atherton
(Clovis Michael Poplin),
Louise Latham (Mrs Looby)
produttori/producers
Richard D. Zanuck,
David Brown
produzione/production
Zanuck-Brown Productions,
Universal Pictures
Usa, 1974, 35mm, 110’, col.
Lou Jean is a strange girl, but she loves
her son: too bad he has been taken away
from her and entrusted to a couple in
Sugarland, on the Mexico border. Lou
Jean convinces her husband to steal a
police car, take the driver hostage and
cross Texas to go get her child back.
Spielberg’s second film, with a wild
Goldie Hawn, one hundred police cars
and the road lined with crowds cheering
her on. A bitter comedy, a forerunner
of the wacky Blues Brothers.
SUGARLAND EXPRESS
filmografia essenziale/
essential filmography
Close Encounters of the Third Kind
(Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977),
1941 (1941 - Allarme a Hollywood, 1979),
Raiders of the Lost Ark (I predatori dell’arca
perduta, 1981), E.T. the Extra-Terrestrial
(E.T. - L’extra-terrestre, 1982), Empire of
the Sun (L’impero del sole, 1987), Indiana
Jones and the Last Crusade (Indiana Jones
e l’ultima crociata, 1989), Always
(Always - Per sempre, 1989), Jurassic Park
(id., 1993), Schindler’s List (id., 1993),
Saving Private Ryan (Salvate il soldato
Ryan, 1998), Minority Report (id., 2002),
Catch Me If You Can (Prova a prendermi,
2002), The Terminal (id., 2004), War
Horse (id., 2011), Lincoln (id., 2012).
Lou Jean è una ragazza stramba, ma vuole molto bene al suo
bambino: peccato che gliel’abbiano tolto, per affidarlo a una coppia
di Sugarland, al confine con il Messico. Così Lou Jean convince il
marito a rubare un’auto della polizia, prendere in ostaggio il
conducente e attraversare il Texas per andare a riprenderselo.
Secondo film di Spielberg, on the road con la scatenata Goldie Hawn,
un centinaio di auto della polizia al seguito e ali di folla a fare il tifo
per lei lungo la strada. Commedia amara, anticipa i demenziali Blues
Brothers.
steven spielberg
JAWS
Usa, 1975, 35mm, 124’, col.
regia/director
Steven Spielberg
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Peter Benchley
sceneggiatura/screenplay
Peter Benchley,
Carlo Gottlieb
fotografia/cinematography
Bill Butler
montaggio/film editing
Verna Fields
musica/music
John Williams
interpreti e personaggi/
cast and characters
Roy Scheider
(lo sceriffo/sheriff Martin
Brody), Robert Shaw
(Quint), Richard Dreyfuss
(Matt Hooper), Lorraine
Gary (Ellen Brody), Steven
Spielberg (l’impiegato
dell’Amity Point
Lifestation/Amity Point
Lifestation worker)
produzione/production
Zanuck-Brown Productions,
Universal Pictures
210
The 4 of July at Amity, a lovely East
Coast beach which makes money hand
over fist in that period. But a great white
shark is lurking in ambush. The
catastrophic masterpiece by Spielberg,
who combines Melville’s theme (Moby
Dick and the battle against an
implacable entity) with the spreading
anguish and lack of confidence in the
honesty of politicians and the institutions.
Roy Scheider is endearing, Richard
Dreyfuss is petulant, and Robert Shaw
is blasphemous as the three hunt down
the monster. Highly strung tension,
with the inspired two-note motif by
John Williams.
TH
LO SQUALO
Tempo di festa del 4 luglio ad Amity, bella spiaggia della costa Est,
dove in quei giorni si fanno affari d’oro. Ma il grande squalo bianco
è in agguato. Capolavoro catastrofico di Spielberg, che fonde il tema
melvilliano (Moby Dick e la lotta contro un’entità implacabile) con
l’angoscia dilagante e la sfiducia nell’onestà di politici e istituzioni.
Roy Scheider disarmante, Richard Dreyfuss petulante e Robert Shaw
blasfemo danno la caccia al mostro. Tensione a fior di pelle e a pelo
d’acqua, con le due note geniali di John Williams.
N E W H O L LY W O O D
N E W H O L LY W O O D
sydney pollack
THREE DAYS OF THE CONDOR
SOMMARIO
Usa, 1975, 35mm, 117’, col.
regia/director
Sydney Pollack
soggetto/story
dal romanzo I sei giorni del
Condor di/from the novel
Six Days of the Condor
by James Grady
sceneggiatura/screenplay
Lorenzo Semple Jr.,
David Rayfield
fotografia/cinematography
Owen Roizman
montaggio/film editing
Don Giudice
musica/music
Dave Grusin
interpreti e personaggi/
cast and characters
Robert Redford (Joseph
Turner), Faye Dunaway
(Kathy Jale), Cliff Robertson
(Higgins), Max von Sydow
(Joubert), John Houseman
(Mr Wabash)
produttori/producers
Sydney Pollack,
Stanley Schneider
produzione/production
Paramount Pictures
I TRE GIORNI DEL CONDOR
Joe, nome in codice «Condor», lavora in un ufficio distaccato della
Cia, dove si leggono libri e giornali di tutto il mondo per individuare
codici e operazioni segrete. Un giorno esce a comprare la colazione
e, quando torna, trova tutti gli amici e colleghi assassinati.
Condor chiede aiuto, ma ha risposte vaghe, e capisce che può solo
nascondersi. Thriller crepuscolare e angosciante, segnato dalla
malinconia degli incontri spezzati (l’abbozzo di storia d’amore tra
Robert Redford e Faye Dunaway), uno dei più bei film di Pollack.
alan rudolph
WELCOME TO L.A.
regia, sceneggiatura/
director, screenplay
Alan Rudolph
fotografia/cinematography
David Myers
montaggio/film editing
William A. Sawyer,
Tom Walls
scenografia/
production design
Dennis J. Parrisht
musica/music
Richard Baskin
interpreti e personaggi/
cast and characters
Keith Carradine (Carroll
Barber), Sally Kellerman
(Ann Goode), Geraldine
Chaplin (Karen Hood),
Harvey Keitel (Ken Hood),
Lauren Hutton (Nona
Bruce), Viveca Lindfors
(Susan Moore), Sissy
Spacek (Linda Murray),
Denver Pyle (Carl Barber),
John Considine
(Jack Goode)
produttore/producer
Robert Altman
produzione/production
Lion’s Gate Films
211
Joe, code name “Condor,” works in a CIA
field office, where books and newspapers
from all over the world are read to identify
codes and secret operations. One day,
he goes out to buy lunch and, when he
returns, he discovers that all his friends
and colleagues have been assassinated.
Condor asks for help, gets vague replies,
and realizes that he has to hide.
A crepuscular and distressing thriller,
marked by the melancholy of interrupted
encounters (the beginning of a love story
between Robert Redford and Faye
Dunaway), one of Pollack’s best movies.
filmografia essenziale/
essential filmography
This Property Is Condemned (Questa
ragazza è di tutti, 1966), The Scalphunters
(Joe Bass l’implacabile, 1967), They Shoot
Horses, Don’t They? (Non si uccidono
così anche i cavalli?, 1969), Jeremiah
Johnson (Corvo Rosso non avrai il mio
scalpo, 1972), The Way We Were (Come
eravamo, 1973), The Yakuza (Yakuza,
1975), The Electric Horseman (Il cavaliere
elettrico, 1979), Tootsie (id., 1982), Out
of Africa (La mia Africa, 1985), Havana
(id., 1990), The Firm (Il socio, 1993), The
Interpreter (id., 2005), Sketches of Frank
Gehry (Frank Gehry - Creatore di sogni,
doc., 2005).
Usa, 1976, 35mm, 106’, col.
Carroll Barber, a singer-songwriter who
moved to England after fighting with his
wealthy father, returns to Los Angeles to
record an LP. Carroll is also a die-hard
seducer and, at loose ends, he gets into
old and new relationships. A mosaic
movie, which owes a lot to Altman
(Rudolph was his assistant director),
imbued with solitude and starring Keith
Carradine, it paints a desolate portrait
of L.A., a city lacking a center and any
possibility for relationships and roots.
WELCOME TO LOS ANGELES
filmografia essenziale/
essential filmography
Premonition (1972), Nightmare Circus
(1974), Remember My Name (Ricorda
il mio nome, 1978), Roadie (Roadie La via del rock, 1980), Endangered Species
(L’esperimento, 1982), Return Engagement
(1983), Songwriter (Songwriter - Successo
alle stelle, 1984), Choose Me (Choose Me
- Prendimi, 1984), Trouble in Mind (Stati
di alterazione progressiva, 1985), The
Moderns (Moderns, 1988), Mortal
Thoughts (L’ombra del testimone, 1991),
Equinox (id., 1992), Mrs Parker and the
Vicious Circle (Mrs Parker e il circolo
vizioso, 1994), Afterglow (id., 1997),
Breakfast of Champions (La colazione
dei campioni, 1999), Trixie (2000),
The Secret Lives of Dentists (2002).
Carroll Barber, un cantautore che si è trasferito in Inghilterra per
disaccordi con il ricco padre, torna a Los Angeles per la registrazione
di un disco. Carroll è anche un seduttore inguaribile e, annoiato,
aggancia vecchie e nuove relazioni. Film mosaico che deve molto ad
Altman (Rudolph è stato suo aiuto regista), impregnato di solitudine
incolmabile, interpretato da Keith Carradine, traccia un ritratto
desolato di L.A., una città senza centro e senza possibilità di legami
e radici.
N E W H O L LY W O O D
N E W H O L LY W O O D
robert benton
THE LATE SHOW
SOMMARIO
Usa, 1977, 35mm, 93’, col.
regia, soggetto,
sceneggiatura/director,
story, screenplay
Robert Benton
fotografia/cinematography
Chuck Roscher
montaggio/film editing
Lou Lombardo,
Peter Appleton
scenografia/
production design
Robert Gould, Dennis
J. Parrish [non accr./uncr.]
musica/music
Ken Wannberg
interpreti e personaggi/
cast and characters
Art Carney (Ira Wells), Lily
Tomlin (Margo), Bill Macy
(Charlie Hatter), Eugene
Roche (Ron Birdwell),
Joanna Cassidy (Laura
Birdwell), Howard Duff
(Harry Regan)
produttore/producer
Robert Altman
produzione/production
Lion’s Gate Films,
Warner Bros.
L’OCCHIO PRIVATO
Un anziano, malconcio detective privato di Los Angeles indaga
sull’assassinio del suo socio e, contemporaneamente, accetta da
un’eccentrica cliente «alternativa» l’incarico di ritrovare il suo gatto.
In piena revisione dei generi, la strana coppia Art Carney e Lily
Tomlin al centro di un noir con spunti di commedia prodotto da
Altman e scritto e diretto dallo sceneggiatore di Gangster Story
e Ma papà ti manda sola?, che nel 1979 farà un en plein di Oscar
con Kramer contro Kramer.
john flynn
ROLLING THUNDER
Usa, 1977, 35mm, 95’, col.
regia/director
John Flynn
soggetto/story
Paul Schrader
sceneggiatura/screenplay
Heywood Gould,
Paul Schrader
fotografia/cinematography
Jordan Cronenweth
montaggio/film editing
Frank P. Keller
scenografia/
production design
Stephen Myles Berger
musica/music
Barry De Vorzon
interpreti e personaggi/
cast and characters
William Devane
(magg./maj. Charles Rane),
Tommy Lee Jones (Johnny
Vohden), Linda Haynes
(Linda Forchet), Dabney
Coleman (Maxwell), Lisa
Blake Richards (Janet)
produttore/producer
Norman T. Herman
produzione/production
American International
Pictures
212
ROLLING THUNDER
Il maggiore Rane torna a San Antonio, con l’amico caporale Johnny,
dopo anni trascorsi in Vietnam. In famiglia le cose non vanno bene,
ma la città celebra l’eroe e gli regala 2.555 dollari d’argento, che
fanno gola a un gruppo di criminali assassini. Quattro anni dopo
The Outfit, un altro revenge movie di Flynn, violento e lucido, scritto
da Paul Schrader. Perfetto, il gelido protagonista William Devane,
affiancato da Tommy Lee Jones. Cult di Quentin Tarantino, che
chiamò Rolling Thunder la sua casa di distribuzione.
N E W H O L LY W O O D
An elderly Los Angeles private eye who
is down on his luck investigates the
murder of his partner and, at the same
time, accepts the job offered him by an
eccentric “alternative” client to find her
cat. At the zenith of the revision of genres,
the odd couple Art Carney and Lily
Tomlin star in a noir with touches of
comedy, produced by Altman and
directed by the screenwriter of Bonnie
& Clyde and What’s Up, Doc?, who
won a bundle of Oscars in 1979 with
Kramer vs Kramer.
filmografia/filmography
Bad Company (Cattive compagnie,
1972), The Late Show (L’occhio privato,
1977), Kramer vs Kramer (Kramer contro
Kramer, 1979), Still of the Night (Una
lama nel buio, 1982), Places in the Heart
(Le stagioni del cuore, 1984), Nadine
(Nadine, un amore a prova di proiettile,
1987), Billy Bathgate (Billy Bathgate - A
scuola di gangster, 1991), Nobody’s Fool
(La vita a modo mio, 1994), Twilight (id.,
1998), The Human Stain (La macchia
umana, 2003), Feast of Love (2007).
After years in Vietnam, Major Rane
returns to San Antonio with his friend,
Corporal Johnny. Things aren’t going too
well at home, but the city celebrates its
hero and gives him 2,555 silver dollars,
which tempt a group of murderous
criminals. Four years after The Outfit,
another revenge movie by Flynn, violent
and lucid, written by Paul Schrader.
An icy performance by the protagonist
William Devane, backed up by Tommy
Lee Jones. A cult movie of Tarantino, who
named his distributing company Rolling
Thunder Pictures.
filmografia/filmography
The Sergeant (Il sergente, 1968),
The Jerusalem File (1972), The Outfit
(Organizzazione crimine, 1973), Rolling
Thunder (id., 1977), Defiance (I violenti
di Borrow Street, 1980), Marilyn: The
Untold Story (Marilyn - Una vita, una
storia, tv, 1980), Lone Star (tv, 1980),
Touched (1983), Best Seller (Bestseller,
1987), Lock Up (Sorvegliato speciale,
1989), Out for Justice (Giustizia a tutti
i costi, 1991), Nails (Nails: un poliziotto
scomodo, tv, 1992), Scam (Trappola
per due, 1993), Brainscan (Brainscan Il gioco della morte, 1994), Absence of
the Good (tv, 1999), Protection (2001).
N E W H O L LY W O O D
jeremy paul kagan
THE BIG FIX
SOMMARIO
Usa, 1978, 35mm, 108’, col.
regia/director
Jeremy Paul Kagan
soggetto/story
dall’omonimo romanzo
di/from the novel of the same
title by Roger L. Simon
sceneggiatura/screenplay
Roger L. Simon
fotografia/cinematography
Frank Stanley
montaggio/film editing
Patrick Kennedy
musica/music
Bill Conti
interpreti e personaggi/
cast and characters
Richard Dreyfuss (Moses
Wine), Susan Anspach
(Lila), Bonnie Bedelia
(Suzanne), John Lithgow
(Sam Sebastian), Ofelia
Medina (Alora),
Fritz Weaver (Oscar
Procary), F. Murray
Abraham (Eppis)
produttori/producers
Carl Borack,
Richard Dreyfuss
produzione/production
Universal Pictures
MOSES WINE DETECTIVE
Contestatore negli anni di Berkeley, Moses Wine, per campare e per
pagare gli alimenti alla ex moglie, fa il detective privato. Ingaggiato
per un’indagine da una vecchia fiamma che lavora per un politico
californiano, si trova a confrontarsi con fantasmi del passato.
Richard Dreyfuss si aggira spaesato in un thriller che inizia
come una commedia nostalgica e prosegue come un incubo.
Un rendiconto maturo della «grande sbornia» appena passata,
con un finale da groppo in gola.
ted post
GO TELL THE SPARTANS
Usa, 1978, 35mm, 114’, col.
regia/director
Ted Post
soggetto/story
dal romanzo/from the novel
Incident at Muc Wa
di/by Daniel Ford
sceneggiatura/screenplay
Wendell Mayes
fotografia/cinematography
Harry Stradling Jr.
montaggio/film editing
Millie Moore
musica/music
Dick Halligan
interpreti e personaggi/
cast and characters
Burt Lancaster (magg./maj.
Asa Barker), Craig Wasson
(cm./cpl. Stephen Courcey),
Jonathan Goldsmith
(serg./sgt. Oleonowski),
Marc Singer (cap./capt.
Alfred Olivetti), Joe Unger
(ten./lt. Raymond
Hamilton), Evan C. Kim
(Cowboy)
produzione/production
Spartan Productions,
Mar Vista Productions
213
VITTORIE PERDUTE
In Vietnam, nel 1964, il maggiore Barker manda un reparto composto
di militari americani e sudvietnamiti a occupare una vecchia base.
Al primo attacco, la tattica dei Vietcong trova tutti impreparati.
Girato a basso costo in California (anche il protagonista Burt
Lancaster investì 150.000 dollari per completarlo), uno dei primi,
lucidi esemplari che trattano della «sporca guerra», compromessa
fin dall’inizio. Magnifico il titolo originale, che rimanda ai trecento
Spartani delle Termopili.
N E W H O L LY W O O D
A protester during his Berkeley years,
Moses Wine works as a private eye to
make ends meet and pay alimony to his
ex-wife. When an old girlfriend who works
for a California politician hires him to
conduct an investigation, he find himself
confronted with the ghosts of his past.
A bewildered Richard Dreyfuss, in a
thriller that begins like a nostalgic
comedy and turns into a nightmare.
A mature account of the “big binge” that
had just ended, with an affecting finale.
filmografia essenziale/
essential filmography
The Love Song of Charles Farberman
(1972), Katherine (tv, 1975), Heroes
(Gli eroi, 1977), Scott Joplin (tv, 1977),
The Chosen (Gli eletti, 1981), The Sting
II (La stangata 2, 1983), The Journey
of Natty Gann (Il viaggio di Natty Gann,
1985), Courage (Madre coraggio, tv,
1986), Big Man on Campus (Ragazze,
il mostro è innamorato, 1989),
Descending Angel (Discesa pericolosa,
tv, 1990), By the Sword (1991), Heart
of Saturday Night (1995), Ally McBeal
(id., ep. Forbidden Fruits, tv, 1998).
Vietnam, 1964. Major Barker sends
a unit composed of American and South
Vietnamese soldiers to occupy an old
military base. During the initial attack,
the Vietcong tactics find everyone
unprepared. Shot on a low budget
in California (the protagonist, Burt
Lancaster, invested 150,000 dollars
to complete it), it is one of the first,
lucid films that deal with the “dirty war,”
compromised right from the start.
The English title is magnificent, calling
to mind the three hundred Spartans at
Thermopile.
filmografia essenziale/
essential filmography
Hang ’Em High (Impiccalo più in alto,
1968), Beneath the Planet of the Apes
(L’altra faccia del pianeta delle scimmie,
1970), The Bravos (tv, 1972), Sandcastles
(tv, 1972), Baby (1973), The Harrad
Experiment (1973), Magnum Force
(Una 44 magnum per l’ispettore
Callaghan, 1973), Whiffs (Whiffs La guerra esilarante del soldato Frapper,
1975), The Girls in the Office (tv, 1979),
Diary of a Teenage Hitchhiker (tv, 1979),
Nightkill (1980), Stagecoach (tv, 1986),
The Human Shield (Lo scudo umano,
1991), 4 Faces (1999).
N E W H O L LY W O O D
martin scorsese
THE LAST WALTZ
SOMMARIO
Usa, 1978, 35mm, 117’, col.
regia/director
Martin Scorsese
sceneggiatura/screenplay
Mardik Martin
fotografia/cinematography
Michael Chapman
montaggio/film editing
Jan Roblee, Yeu-Bun Yee
scenografia/
production design
Boris Leven
interpreti/cast
The Band (Rick Danko,
Robbie Robertson, Richard
Manuel, Levon Helm, Garth
Hudson), Eric Clapton, Neil
Diamond, Bob Dylan, Joni
Mitchell, Neil Young,
Emmylou Harris, Ringo
Starr, Paul Butterfield,
Dr John, Van Morrison,
Ronnie Hawkins, The Staple
Singers, Muddy Waters,
Ron Wood, Lawrence
Ferlinghetti, Jim Gordon,
Martin Scorsese
produzione/production
Last Waltz Inc.,
FM Productions
L’ULTIMO VALZER
Il 25 novembre del 1976, The Band dà il suo concerto di addio a San
Francisco. A filmarlo è Martin Scorsese, con sette cineprese a 35mm,
dietro le quali stanno campioni della fotografia quali Michael
Chapman, Vilmos Zsigmond e László Kovács. Inframmezzate a
interviste nei camerini che ricostruiscono la storia del gruppo,
sul palco salgono tutte le rock star con cui The Band ha suonato.
Mitica apparizione di Dylan con cappello bianco, malinconia
dilagante, forse il più bel film concerto di tutti i tempi, l’addio
a un’epoca.
karel reisz
WHO’LL STOP THE RAIN
Usa, 1978, 35mm, 126’, col.
regia/director
Karel Reisz
soggetto/story
dal romanzo I guerrieri
dell’inferno di/
from the novel Dog Soldiers
by Robert Stone
sceneggiatura/screenplay
Judith Rascoe, Robert Stone
fotografia/cinematography
Richard H. Kline
montaggio/film editing
John Bloom
scenografia/
production design
Dale Hennessy
musica/music
Laurence Rosenthal
interpreti e personaggi/
cast and characters
Nick Nolte (Ray Hicks),
Tuesday Weld (Marge
Converse), Michael Moriarty
(John Converse), Anthony
Zerbe (Antheil)
produttori/producers
Gabriel Katzka, Herb Jaffe
produzione/production
Katzka-Jaffe
214
GUERRIERI DELL’INFERNO
Mentre è a Saigon, il reporter di guerra Ray Hicks accetta di rubare
e riportare a San Francisco un carico di eroina. Ma in America scopre
di essere stato intrappolato in un gioco pericoloso. E la sua fuga
comincia. La guerra del Vietnam sullo sfondo getta una pesante
ombra di disillusione su un thriller crepuscolare, fatto di anime
perse e sogni spezzati. Grande chimica tra Nick Nolte e Tuesday
Weld, regia secca e meditata di Karel Reisz, esule del Free Cinema.
Titolo originale: dalla canzone dei Creedence Clearwater Revival.
N E W H O L LY W O O D
On November 25 , 1976, The Band held
its farewell concert in San Francisco.
Martin Scorsese filmed it with seven
35mm movie cameras manned by icons
of photography such as Michael
Chapman, Vilmos Zsigmond and László
Kovács. Interspersed with interviews that
reconstruct the history of the band, all the
rock stars The Band played with get up
onstage. A legendary appearance by
Dylan wearing a white hat, this might
be the best concert movie ever made,
an adieu to an era.
TH
filmografia essenziale/
essential filmography
Who’s That Knocking at My Door?
(Chi sta bussando alla mia porta?, 1967),
Mean Streets (Mean Streets - Domenica
in chiesa, lunedì all’inferno, 1973), Alice
Doesn’t Live Here Anymore (Alice non
abita più qui, 1974), Taxi Driver (id., 1976),
New York, New York (id., 1977), Raging
Bull (Toro scatenato, 1980), After Hours
(Fuori orario, 1985), The Last Temptation
of Christ (L’ultima tentazione di Cristo,
1988), Goodfellas (Quei bravi ragazzi,
1990), Cape Fear (Cape Fear - Il
promontorio della paura, 1991), The Age
of Innocence (L’età dell’innocenza, 1993),
Casino (Casinò, 1995), Gangs of New York
(id., 2002), Wolf of Wall Street (id., 2013).
In Saigon, a war reporter agrees to steal
a cache of heroin and take it back to San
Francisco. But once he gets to the States,
he discovers he has become ensnared in
a dangerous game. And he begins to run.
The Vietnam war in the background
throws a heavy shadow of disillusion onto
a thriller made of lost souls and shattered
dreams. Great chemistry between Nick
Nolte and Tuesday Weld, and
straightforward directing by Karel Reisz,
an exile from Free Cinema. The original
title is taken from a Creedence Clearwater
Revival song.
filmografia essenziale/
essential filmography
We Are the Lambeth Boys (Siamo
i ragazzi di Lambeth, doc., 1958),
March to Aldermaston (cm, doc., 1959),
Saturday Night and Sunday Morning
(Sabato sera, domenica mattina, 1960),
Night Must Fall (La doppia vita di Dan
Craig, 1964), Morgan! (Morgan matto
da legare, 1966), Isadora (id., 1968),
The Gambler (40.000 dollari per non
morire, 1974), Who’ll Stop the Rain
(Guerrieri dell’inferno, 1978), The French
Lieutenant’s Woman (La donna del
tenente francese, 1981), Sweet Dreams
(id., 1985), Everybody Wins (Alla ricerca
dell’assassino, 1990).
N E W H O L LY W O O D
michael mann
THE JERICHO MILE
SOMMARIO
Usa, 1979, 35mm, 97’, col.
regia/director
Michael Mann
soggetto/story
Patrick J. Nolan
sceneggiatura/screenplay
Patrick J. Nolan,
Michael Mann
fotografia/cinematography
Rexford Metz
montaggio/film editing
Arthur Schmidt
scenografia/
production design
Stephen Myles Berger
musica/music
Jimmie Haskell
interpreti e personaggi/
cast and characters
Peter Strauss (Larry «Rain»
Murphy), Richard Lawson
(R.C. Stiles), Roger
E. Mosley (Cotton Crown),
Brian Dennehy (Dr «D»),
Geoffrey Lewis (Dr Bill
Janowski)
produttore/producer
Tim Zinnemann
produzione/production
ABC Circle Films
LA CORSA DI JERICHO
Nel penitenziario di Folsom, in California, un giovane ergastolano
parricida si esercita nella corsa. I dirigenti si accorgono che è veloce,
molto veloce, e che potrebbe piazzarsi per le selezioni olimpiche
della gara dei 1500 metri. L’allenamento comincia, tra scontri tra
gang, violenze, prevaricazioni. Girato tra i veri detenuti di Folsom,
il film per la tv (vincitore di tre Emmy, compresa la migliore
interpretazione per Peter Strauss) con cui esordisce un grande dei
decenni successivi: Michael Mann. Una botta di adrenalina disperata.
john sayles
RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN
Usa, 1979, 35mm, 104’, col.
regia, sceneggiatura,
montaggio/director,
screenplay, film editing
John Sayles
fotografia/cinematography
Austin De Besche
musica/music
Mason Daring, Timothy
Jackson, Bill Staines,
Guy Van Duser
interpreti e personaggi/
cast and characters
Bruce MacDonald (Mike
Donnelly), Maggie Renzi
(Katie Sipriano), Adam
LeFevre (J.T.), Maggie
Cousineau (Frances
Carlson), Gordon Clapp
(Chip Hollister), Karen Trott
(Maura Tolliver),
Jean Passanante
(Irene Rosenblue)
produttori/producers
William Aydelott,
Jeffrey Nelson
produzione/production
Salsipuedes Productions
215
RETURN OF THE SECAUCUS SEVEN
Sette amici che sono stati insieme al college negli anni della
contestazione si ritrovano per un week-end nel New Hampshire.
Chiacchiere, rimpianti, crisi di coppia, vecchie ruggini, in un ritratto
a tutto tondo della disillusione dei baby boomers. Esordio di John
Sayles, uno dei maggiori indipendenti degli anni Ottanta e Novanta.
Un piccolo film seminale, girato in pochi giorni, tra amici, con
30.000 dollari che Sayles aveva guadagnato scrivendo sceneggiature
horror per Corman.
N E W H O L LY W O O D
In Folsom prison, in California, a young
man serving a life sentence for having
killed his father is running sprints. The
prison directors notice that he is very fast
and think he might have a chance at the
tryouts for the Olympic team in the 1,500
meter race. Training begins, with clashes
between gangs, violence, prevarications.
Shot at Folsom prison with real inmates,
the TV movie (three Emmy awards,
including Peter Strauss for best actor)
marked the debut of one of the great
directors of the following decades: Michael
Mann. A shot of desperate adrenaline.
filmografia essenziale/
essential filmography
The Jericho Mile (La corsa di Jericho,
tv, 1979), Thief (Strade violente, 1981),
The Keep (La fortezza, 1983), Manhunter
(Manhunter - Frammenti di un omicidio,
1986), Crime Story (ep. Top of the World,
tv, 1987), L.A. Takedown (Sei solo, agente
Vincent, tv, 1989), The Last of the
Mohicans (L’ultimo dei Mohicani, 1992),
Heat (Heat - La sfida, 1995), The Insider
(Insider - Dietro la verità, 1999), Ali
(id., 2001), Collateral (id., 2004), Miami
Vice (id., 2006), Public Enemies (Nemico
pubblico - Public Enemies, 2009), Luck
(ep. #1.1, tv, 2011), Blackhat (2015).
Seven friends who went to college
together during the protest years meet
up for a weekend reunion in New
Hampshire. Talk, regrets, couples in crisis,
old sore points, in an all-around portrait
of the disillusion of the baby boomers.
The debut movie by John Sayles, one
of the great independent filmmakers of
the 1980s and 1990s. A small, seminal
movie, shot in just a few days, among
friends, using 30,000 dollars which Sayles
had earned by writing horror movie scripts
for Corman.
filmografia/filmography
Return of the Secaucus Seven (1979),
Lianna (Lianna - Un amore diverso,
1982), Baby It’s You (Promesse promesse,
1983), The Brother from Another Planet
(Fratello da un altro pianeta, 1984),
Matewan (id., 1986), Eight Men Out
(Otto uomini fuori, 1987), City of Hope
(La città della speranza, 1990), Passion
Fish (Amori e amicizie, 1992), The
Secret of Roan Inish (Il segreto dell’isola
di Roan, 1993), Lone Star (Lone Star Stella solitaria, 1996), Men with Guns
(Angeli armati, 1997), Limbo (id., 1999),
Sunshine State (La costa del sole, 2002),
Casa de los babys (2003), Silver City (id.,
2004), Honeydripper (2007), Amigo
(2010), Go for Sisters (2013).
N E W H O L LY W O O D
jonathan demme
MELVIN AND HOWARD
SOMMARIO
Usa, 1980, 35mm, 95’, col.
regia/director
Jonathan Demme
sceneggiatura/screenplay
Bo Goldman
fotografia/cinematography
Tak Fujimoto
montaggio/film editing
Craig McKay
musica/music
Bruce Langhorne
interpreti e personaggi/
cast and characters
Jason Robards (Howard
Hughes), Paul Le Mat
(Melvin Dummar),
Mary Steenburger (Lynda
Dummar), Pamela Reed
(Bonnie Dummar), Gloria
Grahame (Mrs Sisk),
Charles Napier (Ventura),
Charlene Holt (Mrs Worth),
Melvin E. Dummar
(l’impiegato del deposito
dei bus/bus depot
counterman)
produttori/producers
Art Linson, Don Phillips
produzione/production
Universal Pictures
UNA VOLTA HO INCONTRATO UN MILIARDARIO
Un vecchio con i capelli al vento ha un incidente in moto nel deserto
del Nevada. Soccorso da Melvin, rifiuta di andare all’ospedale e vuole
essere portato al Desert Inn di Las Vegas, dove scende, dicendo di
essere il miliardario Howard Hughes. La vita di Melvin prosegue tra
sogni e delusioni. Dopo la gavetta con Corman, Jonathan Demme
firma la sua sesta regia, una piccola ode al proletariato americano.
Commedia amara e tenera, dominata dal folle Jason Robards e dalla
svagata Mary Steenburger (premio Oscar, come alla sceneggiatura).
An old man with flowing hair has a
motorcycle accident in the Nevada desert.
Picked up by Melvin, he refuses to go the
hospital and instead wants to be taken to
the Desert Inn in Las Vegas, where he gets
out saying he is the billionaire Howard
Hughes. Melvin’s life goes on, between
dreams and disappointments. After cutting
his teeth with Corman, Demme shot his
sixth movie, a small ode to the American
proletarian. A bitter and tender comedy,
dominated by crazy Jason Robards and
absent-minded Mary Steenburger, who
won an Oscar (the other one was for best
screenplay).
filmografia essenziale/
essential filmography
Caged Heat (Femmine in gabbia, 1974),
Handle with Care (1977), Last Embrace
(Il segno degli Hannah, 1979), Stop
Making Sense (id., doc., 1984), Something
Wild (Qualcosa di travolgente, 1986),
Married to the Mob (Una vedova allegra…
ma non troppo, 1988), The Silence of the
Lambs (Il silenzio degli innocenti, 1991),
Philadelphia (id., 1993), Beloved (Beloved
- L’ombra del passato, 1998), The
Agronomist (id., doc., 2003), The
Manchurian Candidate (id., 2004), Rachel Getting Married (Rachel sta per
sposarsi, 2008), A Master Builder (2013).
david carradine
AMERICANA
Usa, 1981, 35mm, 91’, col.
regia/director
David Carradine
soggetto/story
dal romanzo/from the novel
The Perfect Round di/by
Henry Morton Robinson
sceneggiatura/screenplay
Richard Carr
fotografia/cinematography
Robert E. Collins,
R. Michael Stringer
montaggio/film editing
David Carradine, David Kern
musica/music
Craig Huntley [Craig Huxley]
interpreti e personaggi/
cast and characters
David Carradine (il soldato
americano/American
soldier), Barbara Hershey
(la figlia di Jess/Jess’s
daughter), Michael Greene
(Mike), John Blyth
Barrymore (John/Jack)
produttori/producers
David Carradine,
Skip Sherwood
216
A captain who is a Vietnam veteran
settles down in a small town in Kansas
and begins to restore an old abandoned
merry-go-round. A few locals help him,
others get in his way. A wild girl watches
him from afar. Based on a story a friend
had told him, the first and most
important movie directed by David
Carradine, who produced the movie
with the money he made from the Kung
Fu series, uses relatives and friends and
stars him and his companion Barbara
Hershey. An allegorical ballad of
emptiness and melancholy.
AMERICANA
Un capitano reduce dal Vietnam si stabilisce in una cittadina del
Kansas e comincia a restaurare una vecchia giostra abbandonata.
Alcuni degli abitanti lo aiutano, altri lo ostacolano. Una ragazza
selvatica lo guarda da lontano. Nata da una storia raccontata da un
amico, la prima e maggiore regia di David Carradine, che produsse
il film con i guadagni della serie Kung Fu, scritturò parenti e amici
e lo interpretò, con la sua compagna Barbara Hershey. Una ballata
allegorica fatta di spazi e di malinconia.
N E W H O L LY W O O D
filmografia/filmography
Kung Fu (ep. The Demon God; Besieged:
Cannon at the Gates; Besieged: Death
on Cold Mountain, tv, 1974), You and
Me (1975), Americana (1981), Lizzie
McGuire (tv, 2001).
N E W H O L LY W O O D
lawrence kasdan
THE BIG CHILL
Usa, 1983, 35mm, 105’, col.
regia/director
Lawrence Kasdan
sceneggiatura/screenplay
Lawrence Kasdan,
Barbara Benedek
fotografia/cinematography
John Bailey
montaggio/film editing
Carol Littleton
scenografia/
production design
Ida Random
interpreti e personaggi/
cast and characters
Tom Berenger (Sam Weber),
Glenn Close (Sarah
Cooper), Jeff Goldblum
(Michael Gold), William
Hurt (Nick Carlton), Kevin
Kline (Harold Cooper), Mary
Kay Place (Meg Jones),
Meg Tilly (Chloe), JoBeth
Williams (Karen Bowens),
Don Galloway (Richard
Bowens), Kevin Costner
(Alex)
produttore/producer
Michael Shamberg
produzione/production
Carson Productions
217
SOMMARIO
IL GRANDE FREDDO
Un gruppo di ex compagni di college degli anni Sessanta si ritrova
in una casa del South Carolina per il funerale di un amico che si
è suicidato. Durante il week-end, s’intrecciano ricordi, illusioni,
delusioni, ritorni di fiamma. Secondo film di Lawrence Kasdan,
la versione glamour dei Secaucus Seven di Sayles (che Kasdan non
conosceva), afferra l’aria del tempo, fatta di rimpianti e di allegria
amara. Cast di star (Close, Kline, Goldblum, Hurt), compreso l’amico
morto (tagliato in montaggio) Kevin Costner, e colonna sonora da
sballo.
N E W H O L LY W O O D
A group of friends who had gone to
college together in the 1960s gets together
in South Carolina for the funeral of a
friend who committed suicide. During the
weekend, they share memories, hopes and
disappointments, and old flames rekindle.
The second movie by Kasdan, a glam
version of Sayles’ Secaucus Seven
(which Kasdan was unacquainted with),
takes the pulse of the time, the regrets,
the bitter cheerfulness. A stellar cast
(Close, Kline, Goldblum, Hurt), including
the dead friend (who was cut in the
editing) Kevin Costner, and a knockout
soundtrack.
filmografia/filmography
Body Heat (Brivido caldo, 1981),
The Big Chill (Il grande freddo, 1983),
Silverado (id., 1985), The Accidental
Tourist (Turista per caso, 1988), I Love
You to Death (Ti amerò... fino ad
ammazzarti, 1990), Grand Canyon (id.,
1991), Wyatt Earp (id., 1994), French
Kiss (id., 1995), Mumford (id., 1999),
Dreamcatcher (L’acchiappasogni, 2003),
Darling Companion (2012).
INDICI/INDICES
SOMMARIO
Indice dei film/
Index to films
219
Indice dei registi/
Index to directors
222
Indice dei film per nazione/
Index to films by countries
225
Indice dei film/
Index to films
20,000 Days on Earth, 58
24 heures sur place, 120
’71, 26
A
Abacuc, 153
Actress, 110
Allegro non troppo, 67
Al-Rakib Al-Khaled - The Immortal
Sergeant, 111
Americana, 216
Angriff auf die Demokratie - Eine
Intervention, 129
Anuncian sismos, 2
Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112
Approaching the Elephant, 130
Arcana, 105
As You Were, 3
B
Baal, 64
The Babadook, 4
Balkan Camp, 178
The Ballad of Cable Hogue, 202
Le beau danger, 113
The Better Angels, 27
The Big Chill, 217
The Big Fix, 213
Big Significant Things, 5
Branco Sai Preto Fica, 114
Butter on the Latch, 175
By Giulio Questi, 106
Bypass, 187
C
Das Cabinet des Dr Caligari, 65
The Canal, 82
Carnal Knowledge, 203
CasaOz, 139
La chambre bleue, 28
En chance til - A Second Chance, 29
Chrieg, 188
Coda, 141
Cold in July, 98
The Conversation, 208
Corpo familiare, 142
Le cose da lontano, 143
La creazione di significato, 121
The Culpepper Cattle Co., 206
219
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
D
Deposizione in due atti, 144
Diaries: 1971-1976, 138
Diplomatie, 66
The Disappearance
of Eleanor Rigby: Her, 30
The Disappearance
of Eleanor Rigby: Him, 31
The Drop, 32
The Duke of Burgundy, 6
Duel, 204
E
Eau argentée, Syrie autoportrait, 134
Eau Zoo, 33
The Editor, 83
L’enlèvement de Michel Houellebecq, 84
Europa&Italia, 69
Evacuation, 179
F
Félix et Meira, 7
The Filth and the Fury, 20
Il fiume dell’orco, 183
Frastuono, 8
Fumo, 145
G
Gemma Bovery, 34
Gentlemen, 9
Go Tell the Spartans, 213
Gone Wild, 181
Gone with the Wind, 35
The Graduate, 201
The Guest, 85
H
Habitat - Note personali, 122
Hacked Circuit, 154
Harry and Tonto, 208
Historia del miedo, 189
Hit 2 Pass, 115
The Homesman, 36
Los Hongos, 190
La huella en la niebla, 155
I
Infinitely Polar Bear, 37
In guerra, 86
In jouw naam - In Your Name, 191
Inupiluk, 38
Iranien, 131
The Iron Ministry, 116
It Follows, 87
J
Jack Strong, 39
Jauja, 40
Jaws, 210
The Jericho Mile, 215
Jour et nuit - Delle donne
e degli uomini perduti, 156
K
Kami no tsuki - Pale Moon, 41
Klute, 204
Korso, 192
L
The Last Waltz, 214
The Late Show, 212
Lelaki Harapan Dunia - Men
Who Save the World, 193
Let’s Go, 74
The Library of Audrey, 179
Life After Beth, 88
Life May Be, 117
Little Big Man, 202
Luoghi comuni, 123
M
Madonna Mia Violenta, 180
Magic in the Moonlight, 42
Mange tes morts, 10
Il mare, 146
Mat Troi Den - Black Sun, 157
The Measures, 158
Mecanica nostalgică a întîmplărilor - The
Nostalgic Mechanics of Randomness, 43
Melvin and Howard, 216
Memorie - In viaggio
verso Auschwitz, 124
The Mend, 44
Mercuriales, 11
Me the Terrible, 180
Mga Anak Ng Unos, Unang Aklat - Storm
Children, Book 1, 135
Un milione di alberi sacri
e nessun dio, 185
A Million Miles Away, 159
Mirafiori Lunapark, 45
Mister Tao, 68
220
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
Mon baiser du cinéma, 183
La morte ha fatto l’uovo, 104
Motu Maeva, 160
M.O.Zh. - The Man
in the Orange Jacket, 89
Mr Kaplan, 194
Mulberry St., 95
N
Naked Princeton, 177
N-capace, 12
Nessuno siamo perfetti, 59
Una nobile rivoluzione, 125
La notte in sogno, 184
Nova Dubai, 161
O
Ogni maledetto Natale, 46
Okean - Ocean, 162
One Cut, One Life, 137
The Outfit, 207
P
The Panic in Needle Park, 205
Panorama, 147
Il passo, 102
Per tutta la vita, 75
Phantom of the Paradise, 209
Phase IV, 209
Poder e impotencia,
un drama en 3 actos, 126
Priklyuchenie - Adventure, 163
Prima di andar via, 48
Profondo rosso, 49
P’tit Quinquin, 47
Q
Qualcosa di noi, 76
Qui, 132
R
Rada, 127
Rapsodeus, 69
Return of the Secaucus Seven, 215
Rolling Thunder, 212
The Rover, 50
S
Sans titre, 164
La sapienza, 165
Save the Tiger, 207
La scuola d’estate, 60
Il segreto del serpente, 148
Senza Lucio, 61
Se sei vivo spara, 103
Sinai - Un altro passo sulla terra, 149
Snakeskin, 118
So Long at the Fair, 70
Srok - The Term, 133
Stake Land, 96
Stella cadente, 90
Stray Dog, 51
The Sugarland Express, 210
T
Taking Off, 205
Tell Them Willie Boy Is Here, 201
The Theory of Everything, 52
This Is the Way, 166
Thou Wast Mild & Lovely, 176
Three Days of the Condor, 211
Togliatti(Grad), 53
Tôi Quên Rôi! - I Forgot!, 167
Tokyo Tribe, 91
Tous les chats sont gris, 195
Triangle, 77
Turist - Force majeure, 54
U
Ultimo giro, 184
V
Van valami furcsa és
megmagyarázhatatlan - For Some
Inexplicable Reason, 13
Il viaggio di Carlo, 62
Il viaggio di Marco Cavallo, 78
Violet, 14
Una vita in scatola, 68
W
Waiting for August, 119
Walking with Red Rhino - A spasso
con Alberto Signetto, 63
Walter and Kayla, 178
Washingtonia, 168
We Are What We Are, 97
Welcome to L.A., 211
What We Do in the Shadows, 15
Where Are You Going, Elena?, 177
Whiplash, 55
Who Is Harry Kellerman
and Why Is He Saying Those Terrible
Things About Me?, 206
221
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
Who’ll Stop the Rain, 214
Wild, 56
Wir waren Könige, 16
WUSA, 203
Y
Yeti, 169
Young Bodies Heal Quickly, 170
Z
Zakloni - Shelters, 171
Indice dei registi/
Index to directors
A
Alessandro Abba Legnazzi, 127
Gianluca Abbate, 147
Giacomo Abbruzzese, 166
Mania Akbari, 117
Woody Allen, 42
Lisandro Alonso, 40
Mathieu Amalric, 28
Dario Argento, 49
Alessandro Avataneo, 139
John G. Avildsen, 207
Jonathan Demme, 216
Bas Devos, 14
Gabriele Di Munzio, 142
Stefano Di Polito, 45
Lav Diaz, 135
Tommaso Donati, 152
Tamara Drakulić, 162
Bruno Dumont, 47
B
Jeff Baena, 88
Saul Bass, 209
Wiam Simav Bedirxan, 139
Ila Bêka, 120
Ned Benson, 30-31
Robert Benton, 213
Sébastien Betbeder, 38
Andrew T. Betzer, 170
Susanne Bier, 29
Bruno Bozzetto, 67-69
Álvaro Brechner, 194
Brittany Blockman, 177
Adam Brooks, 83
F
Maureen Fazendeiro, 160
Luca Ferri, 153
Terence Fisher, 70
Victor Fleming, 35
John Flynn, 207, 212
Anne Fontaine, 34
Maya Forbes, 37
Miloš Forman, 205
Iain Forsyth, 58
René Frölke, 113
Luis Fulvio, 141
C
Carlo Cagnasso, 184
Rocío Caliri, 2
Simone Cangelosi, 125
David Carradine, 216
Damien Chazelle, 55
Truong Que Chi, 157
Giacomo Ciarrapico, 46
Jemaine Clement, 15
Clément Cogitore, 164
Francis Ford Coppola, 208
Mark Cousins, 117
D
Eleonora Danco, 12
Emiliano Dante, 122
Antony Darnborough, 70
Tonino De Bernardi, 156
Antonietta De Lillo, 74
Brian De Palma, 209
Josephine Decker, 175-181
Savina Dellicour, 195
Yann Demange, 26
222
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
E
A.J. Edwards, 27
G
Francesco Gabrielli, 185
Daniele Gaglianone, 132
Alberto Gemmi, 141
Giuliano Girelli, 185
Maxime Giroux, 7
Mario Gomes, 123
Jacqueline Goss, 158
Debra Granik, 51
Eugène Green, 165
Robert Greene, 110
Emiliano Grieco, 155
Ulu Grosbard, 206
H
Duane Hopkins, 187
Jean-Charles Hue, 10
Daniel Hui, 118
J
Simon Jaquemet, 188
K
Jeremy Paul Kagan, 213
Ziad Kalthoum, 111
Aik Karapetian, 89
Romuald Karmakar, 129
Lawrence Kasdan, 217
Ivan Kavanagh, 82
Matthew Kennedy, 83
Jennifer Kent, 4
Harutyun Khachatryan, 112
Pavel Kostomarov, 133
Konstantina Kotzamani, 168
L
Wilma Labate, 76
Guillaume Lafond, 183
Tommy Lee Jones, 36
Philipp Leinemann, 16
Louise Lemoine, 120
Jiekai Liao, 3
M
John Magary, 44
Davide Maldi, 8
Michael Mann, 215
Mikael Marcimain, 9
Melina Marcow, 2
James Marsh, 52
Enrico Masi, 149
Gianluca Matarrese, 183
Abhijit Mazumdar, 169
Paul Mazursky, 208
David Michôd, 50
Jim Mickle, 95-98
Marzia Migliora, 185
Teodora Ana Mihai, 119
Lluis Miñarro, 90
Anna Recalde Miranda, 126
David Robert Mitchell, 87
Orso Miyakawa, 145
Ossama Mohammed, 134
Danilo Monte, 124
Marilena Moretti, 63
Benjamín Naishtat, 189
N
Susanna Nicchiarelli, 175
Mike Nichols, 201, 203
Guillaume Nicloux, 84
Guido Nicolás Zingari, 146
O
Ruben Östlund, 54
223
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
P
Alan J. Pakula, 204
Gian Piero Palombini, 53
Wladyslaw Pasikowski, 39
Sam Peckinpah, 202
Arthur Penn, 202
Jenny Perlin, 158
Ed Pincus, 137-138
Aleksei Pivovarov, 133
Michele Placido, 48
Sydney Pollack, 211
Jane Pollard, 58
Abraham Polonsky, 201
Constantin Popescu, 43
Ted Post, 213
Q
Jacopo Quadri, 60
Costanza Quatriglio, 77
Adirley Queirós, 114
Giulio Questi, 102-106
R
Simone Rapisarda Casanova, 121
Aleksandr Rastorguev, 133
Jennifer Reeder, 159
Bryan Reisberg, 5
Gábor Reisz, 13
Karel Reisz, 214
Dick Richards, 206
Stuart Rosenberg, 203
Michaël R. Roskam, 32
Erika Rossi, 62
Alan Rudolph, 211
Oscar Ruiz Navia, 190
S
Ivan Salatić, 171
Giuseppe Sansonna, 184
John Sayles, 215
Jerry Schatzberg, 205
Federico Schiavi, 53
Carlo Michele Schirinzi, 144
Volker Schlöndorff, 64, 66
Martin Scorsese, 214
Daniele Segre, 62
Liew Seng Tat, 193
Mario Sesti, 61
Davide Sibaldi, 86
Lucia Small, 137
J.P. Sniadecki, 116
Giancarlo Soldi, 59
Sion Sono, 91
Steven Spielberg, 204, 210
Deborah Stratman, 154
Peter Strickland, 6
T
Mehran Tamadon, 131
Giuseppe Tedeschi, 78
Julien Temple, 20
Zefrey Throwell, 180
Mattia Torre, 46
Akseli Tuomivaara, 192
Nariman Turebaev, 163
U
Marco Ugolini, 123
V
Jean-Marc Vallée, 56
Marco van Geffen, 191
Luca Vendruscolo, 46
Emilie Verhamme, 33
Virgil Vernier, 11
Lucia Veronesi, 143
Gustavo Vinagre, 161
Mathieu Volpe, 148
W
Taika Waititi, 15
Kurt Walker, 115
Robert Wiene, 65
Amanda Rose Wilder, 130
Eduardo Williams, 167
Adam Wingard, 83
Y
Daihachi Yoshida, 41
224
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
Indice dei film per nazione/
Index to films by countries
Argentina
Anuncian sismos, 2
Jauja, 40
La huella en la niebla, 155
Historia del miedo, 189
Armenia
Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112
Australia
The Babadook, 4
The Rover, 50
Belgio/Belgium
Eau Zoo, 33
In jouw naam - In Your Name, 191
Il segreto del serpente, 148
Tous les chats sont gris, 195
Violet, 14
Waiting for August, 119
Brasile/Brazil
Branco Sai Preto Fica, 114
Nova Dubai, 161
Canada
La creazione di significato, 121
The Editor, 83
Félix et Meira, 7
Hit 2 Pass, 115
Cina/China
The Iron Ministry, 116
Colombia
Los Hongos, 190
Croazia/Croatia
Sinai - Un altro passo sulla terra, 149
225
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
Danimarca/Denmark
En chance til - A Second Chance, 29
Jauja, 40
Turist - Force majeure, 54
Estonia
M.O.Zh. - The Man
in the Orange Jacket, 89
Filippine/Philippines
Mga Anak Ng Unos, Unang
Aklat - Storm Children, Book 1, 135
Finlandia/Finland
Korso, 192
Francia/France
24 heures sur place, 120
La chambre bleue, 28
Corpo familiare, 142
Diplomatie, 66
Eau argentée, Syrie autoportrait, 134
L’enlèvement de Michel
Houellebecq, 84
Gemma Bovery, 34
Historia del miedo, 189
The Homesman, 36
Los Hongos, 190
In jouw naam - In Your Name, 191
Inupiluk, 38
Iranien, 131
Jauja, 40
Lelaki Harapan Dunia - Men Who Save
the World, 193
Mange tes morts, 10
The Measures, 158
Mercuriales, 11
Mon baiser du cinéma, 183
Motu Maeva, 160
P’tit Quinquin, 47
Poder e impotencia, un drama
en 3 actos, 126
Sans titre, 164
La sapienza, 165
This Is the Way, 166
Tôi Quên Rôi! - I Forgot!, 167
Turist - Force majeure, 54
Germania/Germany
Angriff auf die Demokratie - Eine
Intervention, 129
Le beau danger, 113
Das Cabinet des Dr Caligari, 65
Diplomatie, 66
Historia del miedo, 189
Los Hongos, 190
Lelaki Harapan Dunia - Men Who
Save the World, 193
Luoghi comuni, 123
Wir waren Könige, 16
Giappone/Japan
Kami no tsuki - Pale Moon, 41
Tokyo Tribe, 91
Kazakistan/Kazakhstan
Priklyuchenie - Adventure, 163
Grecia/Greece
Washingtonia, 168
Lettonia/Latvia
M.O.Zh. - The Man
in the Orange Jacket, 89
India
Yeti, 169
Iran
Life May Be, 117
Italia/Italy
Abacuc, 153
Coda, 141
Deposizione in due atti, 144
Europa&Italia, 69
Il fiume dell’orco, 183
Frastuono, 8
Fumo, 145
Habitat - Note personali, 122
Jour et nuit - Delle donne e degli
uomini perduti, 156
Il mare, 146
La notte in sogno, 184
La sapienza, 165
La scuola d’estate, 60
Luoghi comuni, 123
Memorie - In viaggio
verso Auschwitz, 124
Un milione di alberi sacri
e nessun dio, 185
226
SOMMARIO
Mirafiori Lunapark, 45
Mister Tao, 68
N-capace, 12
Nessuno siamo perfetti, 59
Una nobile rivoluzione, 125
Ogni maledetto Natale, 46
Poder e impotencia, un drama
en 3 actos, 126
Profondo rosso, 49
Qui, 132
Rada, 127
Rapsodeus, 69
Senza Lucio, 61
Sinai - Un altro passo
sulla terra, 149
Ultimo giro, 184
Il viaggio di Carlo, 62
Il viaggio di Marco Cavallo, 78
Una vita in scatola, 68
Walking with Red Rhino - A spasso
con Alberto Signetto, 63
INDICI/
INDICES
Malesia/Malaysia
Lelaki Harapan Dunia - Men
Who Save the World, 193
Messico/Mexico
Jauja, 40
Montenegro
Zakloni - Shelters, 171
Norvegia/Norway
Turist - Force majeure, 54
Nuova Zelanda/New Zealand
What We Do
in the Shadows, 15
Olanda/The Netherlands
Anverj Pakhust, Haverzh
Veradardz - Endless Escape,
Eternal Return, 112
In jouw naam - In Your Name, 191
Lelaki Harapan Dunia - Men Who
Save the World, 193
Violet, 14
Paraguay
Poder e impotencia, un drama
en 3 actos, 126
Polonia/Poland
Jack Strong, 39
Portogallo/Portugal
Snakeskin, 118
Regno Unito/UK
20,000 Days on Earth, 58
’71, 26
Bypass, 187
The Canal, 82
The Duke of Burgundy, 6
The Filth and the Fury, 20
Life May Be, 117
So Long at the Fair, 70
The Theory of Everything, 52
Romania
Mecanica nostalgică a întîmplărilor - The
Nostalgic Mechanics of Randomness, 43
Waiting for August, 119
Russia
Srok - The Term, 133
Serbia
Okean - Ocean, 162
Singapore
As You Were, 3
Snakeskin, 118
Siria/Syria
Al-Rakib Al-Khaled - The Immortal
Sergeant, 111
Eau argentée, Syrie autoportrait, 134
Spagna/Spain
Se sei vivo spara, 103
Stella cadente, 90
Svezia/Sweden
Gentlemen, 9
Turist - Force majeure, 54
Svizzera/Switzerland
Anverj Pakhust, Haverzh Veradardz Endless Escape, Eternal Return, 112
Chrieg, 188
Iranien, 131
227
SOMMARIO
INDICI/
INDICES
Ungheria/Hungary
Van valami furcsa és
megmagyarázhatatlan - For Some
Inexplicable Reason, 13
Uruguay
Mr Kaplan, 194
Historia del miedo, 189
Usa
Actress, 110
Americana, 216
Approaching the Elephant, 130
Balkan Camp, 178
The Ballad of Cable Hogue, 202
The Better Angels, 27
The Big Chill, 217
The Big Fix, 213
Butter on the Latch, 175
Carnal Knowledge, 203
Cold in July, 98
The Conversation, 208
The Culpepper Cattle Co., 206
Diaries: 1971-1976, 138
The Disappearance
of Eleanor Rigby: Her, 30
The Disappearance
of Eleanor Rigby: Him, 31
The Drop, 32
Duel, 204
Evacuation, 179
The Filth and the Fury, 20
Go Tell the Spartans, 213
Gone Wild, 181
Gone with the Wind, 35
The Graduate, 201
The Guest, 85
Infinitely Polar Bear, 37
The Iron Ministry, 116
Hacked Circuit, 154
Harry and Tonto, 208
The Homesman, 36
Jauja, 40
Jaws, 210
The Jericho Mile, 215
Klute, 204
The Last Waltz, 214
The Late Show, 212
The Library of Audrey, 179
Little Big Man, 202
Madonna Mia Violenta, 180
Magic in the Moonlight, 42
The Measures, 158
Melvin and Howard, 216
SOMMARIO
The Mend, 44
A Million Miles Away, 159
Mulberry St., 95
Naked Princeton, 177
One Cut, One Life, 137
The Outfit, 207
The Panic in Needle Park, 205
Phantom of the Paradise, 209
Phase IV, 209
Return of the Secaucus Seven, 215
Rolling Thunder, 212
The Rover, 50
Save the Tiger, 207
Stake Land, 96
Stray Dog, 51
The Sugarland Express, 210
Taking Off, 205
Tell Them Willie Boy Is Here, 201
The Theory of Everything, 52
Thou Wast Mild & Lovely, 176
Three Days of the Condor, 211
Walter and Kayla, 178
We Are What We Are, 97
Welcome to L.A., 211
Where Are You Going, Elena?, 177
Whiplash, 55
Who Is Harry Kellerman
and Why Is He Saying Those Terrible
Things About Me?, 206
Who’ll Stop the Rain, 214
Wild, 56
WUSA, 203
Young Bodies Heal Quickly, 170
Vietnam
Mat Troi Den - Black Sun, 157
228
INDICI/
INDICES