- Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rotori Eolici ed Eliche Versione: 1.04.00 Ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2015 A cura di: Prof. F. Martelli, S. Salvadori, A.Mattana Testi di Riferimento Fox, “Introduction to Fluid Mechanics", Wiley, ISBN: 0-470-54755-3 Hau, “Windturbines”, Springer Verlag, ISBN: 3-540-24240-6 Pag. 1 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rotori Eolici ed Eliche Introduzione Caratteristiche generali dei rotori Eolici e delle Eliche Modellistica Momentum Theory 1 Applicazione al rotore eolico Aerodinamica 2D del profilo Caratteristiche rotori eolici VAWTs Progettazione e modellazione HAWT Momentum Theory 2 Applicazione Pag. 2 all’ elica Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Caratteristiche generali delle macchine Eoliche Un rotore eolico è una sistema a flusso assiale capace di assorbire energia da una corrente fluida covertendola in energia meccanica. L‘ energia viene estratta per effetto della spinta che la corrente esercita sulle pale, ovvero per effetto della riduzione della quantità di moto del flusso. – Perchè la macchina operi è necessario che la corrente fluisca perciò, all’ uscita della stessa, il fluido deve possedere ancora sufficiente energia cinetica. – E’ principalemente per questo motivo che, anche in assenza di perdite viscose, il processo non può avere efficienza del 100%. Pag. 3 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Caratteristiche generali delle eliche Un’elica è un sistema propulsivo a flusso assiale. Come altri dispositivi utilizzati per la propulsione, un’elica fornisce una spinta aumentando la quantità di moto di un fluido. – Nel processo che genera la spinta, non solo il flusso possiede ancora una componente di velcoità assiale, ma acquista anche un momento angolare. Per questo motivo, pur in assenza di perdite viscose, il processo non può avere efficienza del 100%. – In alcuni casi, a valle dell’elica si utilizzano palettature statoriche, per ridurre la componente tangenziale di velocità in uscita, in modo da recuperare parte dell’energia cinetica associata. Pag. 4 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Modellistica Per questa tipologia di dispositivi si sono sviluppati vari modelli di analisi e progetto, tra i quali troviamo i seguenti: Momentum Theory Blade Element Theory (BET) Blade Element Momentum Theory (BEM) CFD (Computational fluid Dynamics) – I vari approcci sono riportati in ordine di complessità, i primi tre consentendo lo sviluppo di un sistema analitico di metodi ed espressioni per il calcolo ed il progetto di eliche e rotori eolici Pag. 5 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Brevemente - Momentum Theory In tale modello, sviluappto da Rankine e R.E. Froude, il rotore viene modellato mediante un disco attivo o disco attuatore capace di modificare la quantità di moto del fluido che lo attraversa impartendogli una corrispondente variazione di pressione. Pag. 6 Il modello non richiede di specificare le caratteristiche aerodinamiche del rotore, e le equazioni che vengono derivate sono concettualmente semplici, nondimeno consentono di comprendere il funzionamento e la fisica generale del processo Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Brevemente - Blade Element Theory Tale teoria consente di legare la geometria delle sezioni di pala del rotore alle forze aerodinamiche generate dalla loro interazione con il flusso incidente. – Pag. 7 Il rotore è considerato nella sua configurazione effettiva, costituito da un certo numero di pale, che poi vengono suddivise in elementi differenziali di segmenti di corona circolare di spessore dr, ognuno situato a distanza r dall’asse. Le prestazioni del rotore vengono trovate integrando le azioni di LIFT e DRAG dell’ elemento considerato lungo il raggio basandosi sulle velocità del flusso e la geometria delle pale Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Brevemente - Blade Element MomentumTheory Quando la corrente fluida attraversa il rotore le pale vengono investite da un flusso relativo che dipende dal moto del rotore e quello della corrente, ma anche dalla variazione di pressione che genera delle velocità indotte. e – Pag. 8 L‘ approccio BEM nasce quando tali velocità indotte vengono calcolate nel BET risolvendo localmente la conservazione della quantità di moto in direzione assiale tangenziale. Tra i modelli di tipo analitico il BEM è quello più evoluto. Costituisce il modello base su cui vengono implementati ulteriori sub-modelli per tenere in conto altri effetti determinanti (tip-losses, non uniformità del flusso, flusso non allineato, scia…) Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Brevemente - CFD L’ utilizzo di strumenti numerici avanzati consente di conoscere completamente tutte le caratteristiche del dominio fluido, e quindi di caratterizzare il rotore nelle sue performance globali e puntuali. Il dominio fluido viene discretizzato in un numero sufficiente di elementi rispetto ai quali le equazioni dNS vengono trasformate in forma algebrica e risolte con l’ utilizzo di computers. Pag. 9 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory Tutto il modello si basa su diverse ipotesi semplificative: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Flusso stazionario Incomprimibile Non viscoso Flusso monodimensionale Flusso uniforme ad ogni sezione Tutto il CV è sottoposto alla stessa pressione (quella del flusso indisturbato) Il rotore intercetta il fluido in modo che ogni effetto d’ interazione si “spalmi” uniformemente su tutto il disco, che è completamente permeabile al flusso Pag. 10 Nonostante le semplificazioni di cui sopra, dalle equazioni che deriveranno, si potranno individuare considerazioni fondamentali molto importanti, il tutto sempre a prescindere dalla specifica geometria del rotore Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Wind Rotor Applichiamo il modello del disco attuatore al rotore di una turbina eolica: Si consideri il tubo di flusso corrispondente al disco (CV) – a causa del rallentamento della corrente il tubo di flusso diverge (continuità) – calcoliamo il flusso di potenza attraverso il tubo: 1 U 2 dm dE 1 1 2 P = m = = U 2= ρU 3 A dt dt 2 2 1 1 1 3 3 3 3 A V − = ρ AV ρ ρ ( AV 1 1 3 3 1 1 − A3V3 ) 2 2 2 m ρ= AV = ρ A3V3 1 1 P1 = − P3 = ∆P Pag. 11 1 m (V12 − V32 ) 2 Potenza assorbita 1 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Wind Rotor La potenza assorbita può essere calcolata anche applicando la conservazione della quantità di moto in senso assiale: = Rx m (V1 − V3 ) SPINTA o THRUST sul rotore Il contributo di pressione è nullo perchè questa ha lo stesso valore su tutto il bordo del CV. Le azioni di taglio al contorno sono nulle per l’ ipotesi sull’ idealità del flusso. Questa stessa forza è quella che il disco esercita sul fluido attraverso l’ azione di pressione a cavallo del disco. Su questo ogni grandezza è distribuita in modo uniforme. Se quindi si calcola l’ integrale della pressione sul disco e lo si moltiplica per la velocità del flusso sul disco stesso si ottiene un‘ altra espressione per la potenza = P V2 ∫ pdA = V2 ∫ A2 Pag. 12 A2 Rx 2 (V1 − V3 ) = dA V= mV 2 Rx A2 Potenza assorbita 2 Uguagliando le due espressioni della potenza si può trovare il valore della velocità al disco. Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Wind Rotor La velocità al disco è la media aritmetica delle velocità all’ ingresso ed all’ uscita del CV: 1 1 2 2 (V1 − V3 ) m (V12 − V3= m (V1 − V3 )(V1 + V= mV ) 3) 2 2 (V + V ) V2 = 1 3 2 Si introduce ora il parametro “a” detto axial induction factor Al numeratore compare la velocità V1 − V2 V2 a= = 1− indotta che realizza la compressione V1 V1 del flusso a monte Si trovano quindi le seguenti espressioni per le varie grandezze: V2 = V1 (1 − a ) Pag. 13 V3 = V1 (1 − 2a ) Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Rx = ρ A2V12 2a (1 − a ) 2 P= ρ A2V13 2a (1 − a ) - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Wind Rotor Adimensionalizzando potenza e spinta rispetto alle stesse grandezze che si avrebbero in corrispondenza di una sezione pari a quella del disco si ha: P0 1 1 = ρ A2V13 e Rx 0 ρ A2V12 2 2 Ct>0 forza equiv. col flusso indisturbato Cp>0 potenza in uscita dal rotore Si definscono quindi i seguenti coefficienti adimensionali = Ct Rx = 4a (1 − a ) Rx 0 Coeff. di spinta C= p P 2 = 4a (1 − a ) P0 Coeff. di potenza Ct _ MAX 1= per a 0.5 = C p _ MAX = Pag. 14 16 1 a = 0.593 per = 27 3 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Limite di Betz - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Wind Rotor Osservazioni: quando l’ induction factor tende a 0.5 la velocità allo sbocco del CV tende a zero: = V3 V1 (1 − 2a ) questo significa che il modello, pur con le dovute ipotesi, non è in grado di rappresentare la fisica del problema al di fuori di suddetto range – – nella pratica si riscontra che il range di validità è ancora più stretto. Quando l’ induction factor si approssima al valore 0.4 sperimentalmente si dimostra che il rotore inizia a produrre una scia di vortici a valle che rende ancor più apprezzabile la discrepanza dal modello dalla realtà – quando l’ axial induction factor cambia segno, lo fa anche la spinta ed il modello consente di analizzare correttamente anche il comportamento delle eliche Pag. 15 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Regione di Validità Regione di validità del modello Pag. 16 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Aerodinamica 2D del profilo Si definiscono due coefficienti Lift Coeff. CL: CL = L / [ 0.5 ρ V∞2 c] Drag Coeff.CD: CD = D / [ 0.5 ρ V∞2 c] c è la corda del profilo, ρ la densità. In un profilo per uso aeronautico, L/D deve essere massimizzato. L è la forza che si oppone alla gravità (maggiore L, maggiore il carico (payload) trasportabile) D è bilanciato dalla spinta del propulsore E’ inoltre definito un terzo coefficiente Moment Coeff. CM: Pag. 17 CM = M / [ 0.5 ρ V∞2 c] M agisce circa ad ¼ della corda dal leading edge Il momento è positivo se il profilo ruota in senso orario (nose up) Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Aerodinamica 2D del profilo Spiegazione del Lift: La forma del profilo forza il flusso a curvare attorno alla geometria Un gradiente di pressione è necessario per curvare le linee di flusso 1 ∂ p V2 = ρ ∂r r nella parte superiore del profilo si ha una p < patm, mentre in quella inferiore p > patm . Profilo allineato al flusso SL non separato. La resistenza è principalmente causata dall’attrito con l’aria. In generale, CL, CD e CM = f(α, Re, Ma) α = ang.di attacco (tra corda e V∞) Re = c V∞ /ν (Re basato su corda e V∞) Ma = V∞ / a (a=vel.del suono) Per turbine eoliche, CL, CD e CM = f(α, Re) Pag. 18 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Aerodinamica 2D del profilo CL aumenta linearmente con α, fino ad un max, dove il profilo “stalla” e CL diminuisce rapidamente. Per piccoli angoli di attacco, CD è circa costante, ma poi aumenta rapidamente. Dipendenza da Re: diventa sempre meno significativa oltre un certo valore Questa dipendenza è correlata al punto in cui avviene la transizione SL laminare–SL turbolento Il comportamento allo stallo dipende dalla geometria. Profili molto fini, con leading edge molto stretto, tendono ad andare in stallo in modo più improvviso di quelli con grosso spessore Pag. 19 Questo dipende da come lo SL si separa sul lato superiore del profilo: se la separazione avviene in modo morbido dal trailing edge all’aumentare dell’angolo di attacco soft stall Se la separazione avviene sul leading edge, l’intero SL può separarsi istantaneamente perdita immediata di portanza Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Perdite Aerodinamica 2D del profilo Free tip vortices induced drag Blade tip losses Dalla diff.di pressione al tip tra le due facce Hub losses (scia dietro all’Hub) Si usano modelli (complex vortex model) Power coefficient: CP = P / [0.5 ρ vw3 A] Torque coefficient: CQ = M / [0.5 ρ vw2 A R] CP = λ CQ (A = Area del rotore) Blade tip-speed ratio: λ = u /vw = R ω / vw dove u = vel.tangenziale della pala al tip vw = velocità del vento La dipendenza di CP da λ è una caratteristica del rotore La Teoria di Betz fornisce un CP costante ed ideale (0.593), indipendente da λ Quando si considerano i vortici nella scia CP = f(λ). Solo quando λ è infinitamente elevato si ha che CP approssima il valore ideale indicato da Betz. CP ha un ottimo per un dato valore di λ per ogni rotore caratterizzato da un numero “n” di pale, esiste un λ tale da massimizzare CP . Pag. 20 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Caratteristiche rotori Eolici I mulini a vento raggiungevano CP ≈ 0.3 Erano basati essenzialmente sul concetto di Drag I moderni generatori raggiungono CP ≈ 0.5 Superiorità del concetto di Lift rispetto a quello di Drag Relativamente a CP, i rotori a più alto tip-speed ratio sono preferibili Rispetto a CQ, i rotori lenti multi-pala hanno la coppia più alta Possibili problemi di avvio per rotori mono e bi-pala Rotore tripala = il miglior compromesso Power coefficient: CP = P / [0.5 ρ vw3 A] Torque coefficient: CQ = M / [0.5 ρ vw2 A R] Pag. 21 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Vertical Axis Wind Turbines (VAWTs) Sono turbine ad asse verticale: tra queste distinguiamo le Lift-type dalle Drag-type ̶ le Lift-type sono macchine il cui funzionamento deriva dallo sviluppo di portanza ai profili. Esse non intercettano il fluido per ostacolarne il flusso, possono quindi raggiungere valori di λ superiori all’ unità ̶ i dispositivi drag-type intercettano invece il flusso ostacolandolo, perciò senza l’ ausilio di un’ azione di lift non possono superare al tip di pala la velocità del vento (λ<1) Pag. 22 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 VAWTs classiche - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Funzionamento Drag-Type Generatori Drag-type Valutiamo la massima potenza estraibile: P = D vr dove vr = (vw – v). Dalla definizione del coeff.CD si ha: D = CD (ρ/2) (vw – v)2 A, da cui risulta una Potenza pari a: P = CD (ρ/2) (vw – v)2 A vr Esprimendo il tutto in termini del coefficiente di potenza si ha: CP = P / P0 = [CD (ρ/2) (vw – v)2 A vr] / [(ρ/2) vw3 A ] In modo analogo a quanto fatto in precedenza, si trova CPmax per v/vw = 1/3 CPmax = (4/27) CD Dato che CD difficilmente supera il valore di 1.3, si ha CPmax ≈ 0.2 Pag. 23 Quindi, si raggiunge circa solo un terzo del valore 0.593. Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Vantaggi Rotori Savonius Macchina auto-avviante Struttura robusta e facile da costruire (bassa manutenzione) Esistono molteplici soluzioni per migliorarne le performance Svantaggi Coefficiente di potenza massimo basso (circa 0.2) Campo di velocità estremamente complesso (non è possibile farne uno studio analitico) Studio a mezzo di tecniche CFD (alto costo computazionale) Pag. 24 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rotori Savonius Sulla macchina monostadio si verificano settori angolari a coppia negativa (pb autoavviamento). Sfalsando mezzo stadio di 90° il momento è sempre positivo e la coppia oscilla meno. Il caso limite si ha per rotore elicoidale Pag. 25 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Tipologie - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Vantaggi Rotori Darrieus Elevato valore del coefficiente di potenza (circa 0.4) E’ possibile sviluppare approcci analitici basati sul BEM estremamente efficienti Sono silenziose Svantaggi La macchina opera presenta problemi di natura strutturale collegati agli sforzi centrifughi La macchina con profili simmetrici presenta problematiche di auto-avviamento importanti (avvio-assistito) I profili in rotazione presentano problemi aerodinamici collegati al fenomeno dello stallo dinamico Pag. 26 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Torque Coefficient - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rotori Darrieus Osservazioni: il singolo profilo opera con triangoli di velocità variabili in funzione dell’ angolo azimutale i metodi BEM si basano sull’ utilizzo dei valori di lift statici ̶ nelle reali condizioni di moto in cui l’ angolo di attacco varia continuamente, le azioni di lift si discostano molto dal caso statico ̶ Stallo Dinamico per valori di λ<4 si verifica il fenomeno dello stallo dinamico: l’ azione di lift presenta isteresi e si ha il rilascio di scie interferisce con le pale a valle generando vibrazioni aero-elastiche, rumore e sollecitazioni a fatica Stallo Dinamico Pag. 27 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rotori Darrieus Helicoidal Rotor Rope Shaped Rotor Pag. 28 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Progettazione e modellazione HAWT Parco Eolico Griglia di Calcolo ← Blade design: → Blade study: • Teoria di Betz • NACA profile • Profilo NACA • Boundary conditions • Velocità del Vento • Velocità di Rotazione • Potenza Pag. 29 Modello Solido Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Simulazione CFD - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Valutazione della corda ottimale per il profilo selezionato Profilo NACA-63-006 copt 2πr 8vwd = z 9cl λvr Corda locale : copt Velocità del vento (des) : v wd Pag. 30 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Rapporto λ locale: λ Lift Coefficient locale : cl Raggio : r Numero di pale : z λ= utip vwd - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Esempio di progetto di una turbina eolica Design parameters Tip Speed Ratio = 7 Power Coefficient Cp=0.45 Actual Cp = 0.38 Blade Number = 3 Diameter D = 70m Wind Velocity v = 10.5m/s Rotational Velocity Ω = 20RPM Rated Power ≈ 1MW Design Cl = 1.2 Design section = 70% Span-wise Pag. 31 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Swirled and linear wind turbines – Campi di pressione Cylindrical Swirled Swirled Pressure Side Suction Side Suction Side Cylindrical Pressure Side Pag. 32 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Risultati numerici ottenuti su pale lineari Pag. 33 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Caratteristiche generali delle eliche Un’elica è un sistema propulsivo a flusso assiale. Come altri dispositivi utilizzati per la propulsione, un’elica fornisce una spinta aumentando la quantità di moto di un fluido. Nel processo che genera la spinta, si cede al fluido anche momento angolare non utile per la spinta. Per questo motivo, anche in assenza di perdite viscose, il processo non può avere efficienza del 100%. In alcuni casi, a valle dell’elica si utilizzano palettature statoriche, per ridurre la componente tangenziale di velocità in uscita, in modo da recuperare parte dell’energia cinetica associata. Pag. 34 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Climb Momentum Theory – Eliche Slow descent Wind Rotor state Le regioni in cui il Cp è negativo sono quelle in cui la potenza non è estratta dal fluido ma conferita allo stesso: Propeller State Pag. 35 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Vortex ring Wind Rotor state - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Eliche Propeller state Pag. 36 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Eliche Valutiamo ora la potenza richiesta per esprimere il salto cinetico (minima): ∆V= V3 − V1 ⇒ V3= V1 + ∆V Riferimento solidale l’ elica 1 1 m (V12 −= V32 ) m (V3 − V1 )(V3 + V1 ) 2 2 ∆V 1 ⇒ Pmin = ∆ m ∆V ( 2V1 + ∆V= mV V ) 1 + 1 V 2 2 1 = ∆P a ben vedere il fattore tra parentesi è la potenza associata all’ avanzamento: Putile = V1m ∆V = V1 FT ⇒ηp= Pag. 37 Putile 1 = Pmin ∆V 1 + 2V1 Potenza Utile Rendimento di Propulsione Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 FT (V1 è la velocità di avanzamento dell’ elica) - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Eliche Il rendimento di propulsione η può essere aumentato in due modi diversi: 1. riducendo la variazione di velocità ∆V prodotta dall’elica; A parità di spinta FT, ∆V può essere ridotto aumentando la quantità di fluido accelerato dall’elica FT = m ∆V e m = V1 ⋅ ρ ⋅ AFrontale Ciò richiede un aumento del diametro D dell’elica. Limitazioni alle dimensioni dell’elica sono poste dalla velocità periferica raggiunta all’apice della pala. 2. Aumentando la velocità relativa del flusso V1. Nel caso di flussi incomprimibili (eliche navali), un limite all’aumento di V1 è posto dall’insorgenza di cavitazione in prossimità delle pale. Nel caso di flussi comprimibili (propulsori aeronautici), la velocità V1 è limitata dagli effetti di comprimibilità all’apice della pala (flussi transonici). Pag. 38 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Rendimento di propulsione -3Oltre al rendimento di propulsione η si può definire il Rendimento Globale come rapporto fra l’Energia del Combustibile e La Potenza Utile come prima definita: Se supponiamo che l’Energia ceduta al Fluido (per unità di Tempo) Pt provenga da un ciclo termodinamico , si può dire: Pt = m f ⋅H i ⋅ηterm = PComb ⋅ηterm ; PComb = m f ⋅H Putile Putile Pmin Pt ηGlob = = ⋅ ⋅ PComb Pmin Pt PComb Pt Pmin Putile = ηt ⋅η p ⋅ ηGlob = ⋅ PComb Pt Pmin Pag. 39 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Eliche Le curve caratteristiche di prestazione di un elica, sia navale che aeronautica, sono generalmente espresse in termini di alcuni coefficienti aerodinamici: V1 J= nD CF = FT ρn 2 D 4 Coefficiente di Spinta T CT = 2 5 ρn D Coefficiente di Coppia P CP = 3 5 ρn D Coefficiente di Potenza η= Pag. 40 Coefficiente di Avanzamento ([n] = giri/s) FT C Tω Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015 Rendimento - Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze - Momentum Theory – Eliche Curve caratteristiche Propulsore aeronautico Elica navale Pag. 41 Corso di Fluidodinamica e Macchine, AA 2014-2015
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