Seminario di Filosofia e Scienza del Mondo Antico: Analisi

Seminario di Filosofia e Scienza del Mondo Antico:
Analisi di PA, II, 6
Martina Botti
14 maggio 2015
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Struttura del Passo
1. Formulazione di una prima definizione del midollo [651b20 − 28]
2. Differenze qualitative del midollo nei diversi animali [651b29−32; 651b37−
652a2]
3. Il midollo spinale: caratteristiche e giustificazione delle caratteristiche
[651b32 − 36]
4. Funzione del midollo [652a1 − 13]
5. Il midollo negli animali dotati di lisca [652a14 − 19]
6. Riepilogo [652a20 − 23]
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Testi collegati
1. “[...] Per quanto riguarda invece le ossa, le carni e tutto quanto ha una
simile natura, ecco cosa avvenne. Tutte queste parti ebbero origine nel
midollo: fissati infatti nel midollo, i vincoli della vita, per cui l’anima
è avvinta al corpo, costituivano la radice del genere mortale; ma il
midollo di per sé fu generato a partire da altri elementi. Giacché il Dio
fabbricò il midollo a partire da quelli, fra i triangoli originari, che erano
regolari e lisci e potevano produrre, con la maggior precisione possibile,
fuoco, acqua, aria e terra, scegliendo proprio questi da ciascun elemento
e mescolandoli tra loro nelle dovute proporzioni, producendo così un
seme comune a tutto il genere mortale; in seguito, dopo aver piantato
nel midollo le specie dell’anima, ve le incatenò e, fin dalla distribuzione
iniziale, divise il mondo in tante e tali figure corrispondenti a tutte
quelle che, in quantità e qualità, ogni specie di anima avrebbe dovuto
avere. E quella parte del midollo che, come un campo arato, avrebbe
dovuto ricevere in sé il seme divino, la plasmò tutta in una forma sferica
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e le attribuì il nome del cervello [...] mentre ciò che avrebbe dovuto
ricevere la parte restante dell’anima, quella mortale, lo divise in figure
assieme rotonde e allungate e le chiamò, nel loro complesso, “midollo”,
e gettando da queste, come da ancore, le catene dell’intera anima,
completò la fabbricazione di tutto il nostro corpo intorno al midollo,
dopo averlo ricoperto interamente dallo scudo osseo.” [Timaeus, 73a −
d]
2. “[...] This is clear in the case of animal also. Some of them are very
white in colour at birth, those, namely, which at first have an abundance of nutriment, the moisture in which has not been prematurely dired
up: but as they grow older they turn yellow, because less nutriment
afterwards flows into it. Other are yellow at first and are whitest at
their prime. Similarly birds change colour when the nutriment in them
fails. [. . . ]” [De coloribus, 6]
3. “The next subject is marrow. There is another of the fluid parts, which
occurs in certain blood animals. All natural fluids in the body are carried in receptacles; thus, blood is carried in blood-vessels, and marrow
in bones. In young animals the marrow is quite bloodlike; when they
are older, in the fatty animals it becomes fatty, and in the suety ones
suety. Not all the bones contain marrows, but only the hollow ones,
and some of these have none. Thus, in the lion some bones have no
marrow at all, some only little; which explains why, as stated already,
some writers assert that lions have no marrows.” [HA, III, 20, 521b]
4. “Secondo la sensazione, è chiaro che tutte le altre parti sono in vista
di questa parte, intendo dire, ad esempio, le ossa e la pelle, i nervi
e le vene, e ancora i capelli e il genere delle unghie, e qualche altra
cosa siffatta, se c’è. La natura delle ossa, infatti, è stata escogitata in
vista della salvaguardia (sotherìa) della parte molle, poiché è dura per
natura negli animali che hanno ossa; in quelli che non le hanno si trova
l’analogo: ad esempio, nel caso dei pesci, in alcuni si trova la lisca, in
altri la cartilagine.” [PA, II, 8, 653b31 − 37]
5. “In quanto, però, accadrà di parlare spesso della stessa affezione perché
appartiene a molti in comune, per questo è abbastanza assurdo e lungo parlare separatamente di ciascun animale. Forse dunque è corretto
dire le cose in comune secondo i generi: tutte le definizioni usali che
sono enunciate correttamente hanno una unica natura comune e specie
molto distanti nello stesso genere, come uccello e pesce, e anche qualche altro privo di nome, se c’è, per genere comprende ugualmente tutte
le specie che vi si trovano; tutte quelle che invece non sono siffatte, è
corretto esplicarle singolarmente [. . . ]. I generi vengono determinati
all’incirca per la conformazione delle parti e del corpo intero, se hanno
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somiglianze; ad esempio il genere degli uccelli è affetto in relazione a
queste parti, e così quello dei pesci, i molluschi e anche le ostriche. Le
loro parti, infatti, differiscono non per la somiglianza, in modo analogo, come nell’uomo e nel pesce l’osso sta in relazione alla spina, ma
per affezioni fisiche [. . . ] e, in generale, per il più e il meno.” [PA,
I, 4, 644a34 − 644b15]
6. “Some animals, however, have parts which are not specifically identical,
nor differing merely by excess and defect: these parts correspond only
"by analogy": of which an example is the correspondence between bone
and fishspine, nail and hoof, hand and claw, feather and scale: in a
fish, the scale is the corresponding thing to a feather in a bird.” [HA,
I, 1, 486b9]
7. “Per avere i problemi bisogna fare le scelte sulle partizioni e sulle divisioni, ma nel modo seguente: assumendo il genere comune a tutti i
bisogna scegliere, per esempio, nel caso in cui le cose indagate siano
animali, quali cose convengano ad ogni animale e, una volta assunte
queste cose, di nuovo quali cose seguano ad ogni semplificazione del
primo dei termini rimanenti; per esempio se esso è un uccello, bisogna
scegliere quali cose seguano ad ogni uccello, e così sempre ciò che segue
al termine più vicino. È chiaro che potremo già dire perché le cose
che seguono a quelle che sono sotto il termine comune convengano ad
esse, come per esempio perché convengano all’uomo o al cavallo. Sia
animale ciò che è indicato da A; B le cose che seguono ad ogni animale;
animali particolari le cose indicate da C, D, E. È chiaro allora perché
B conviene a D: conviene in virtù di A. Analogamente negli altri casi;
lo stesso discordo vale sempre anche per i termini che stanno sotto.
[. . . ] Un altro modo è quello di fare scelte sulla base dell’analogia. Infatti non è possibile prendere una unica e medesima cosa che bisogna
chiamare osso di seppia, lisca di pesce, e osso; tuttavia vi saranno cose
che seguono a queste come se vi fosse un’unica natura di questo tipo.”
[An. Post., II, 14]
8. “[...] Del modo in cui le parti assumono da esso l’accrescimento, e
ancora riguardo al nutrimento in generale è possibile trattare in modo
più appropriato negli scritti Sulla Genereazione e in altri. Per ora
tanto sia detto (tanto è infatti giovevole), cioè che il sangue è in vista
del nutrimento e il nutrimento delle parti.” [PA, II, 3, 650b8 − 13]
9. “Poiché è necessario che tutto ciò che si accresce assuma nutrimento,
e per tutti gli animali il nutrimento proviene dal liquido e dal solido,
e la concozione e il mutamento di queste cose avviene a causa della
potenza del calore, per questa causa - se non per un’altra - è necessario
che tutti gli animali e le piante posseggano un principio naturale di
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calore e che questo sia in vista del nutrimento, giacché le elaborazioni
di nutrimento sono proprie di più parti. ”[ivi, 650a3 − 7]
10. In all cases the semen contains within itself that which causes it to be
fertile - what is known as “hot” substance, which is not fire nor any
similar substance, but the pneuma which id enclosed within the semen
or foam-like stuff, and the natural substance which is the the pneuma;
and this substance which is analogous to the element which belongs to
the stars. That is why fire does not generate any animals, and we find
no animal taking shape under the influence of fire; whereas, the heat
of the sun does effect generation, and so does the heat of animals, and
not only the heat of animals which operate trough the semen, but also
any other natural residue which there may be has within it a principle
of life. Considerations of this sort show us that the heat which is in
animals is not fire and does not get its origin or principle from fire.”
[De Gen. An, II, 3, 736b33 − 737a8]
11. “Ripening is a sort of concoction; for we call it ripening when there
is a concoction of the nutriment in fruit. And since concoction is a
sort of perfecting, the process of ripening is perfect when the seeds in
fruit are able to reproduce the fruit in which they are found; for in
all other cases as well this is what we mean by perfect. This is what
ripening means where the word is applied to fruit. However, many
other things that have undergone concoction are said to be ripe, the
general character of the process being the same, though the word is
applied by an extension of meaning. The reason for this extension, as
we explained before, is that the various modes in which natural heat
and cold perfect the matter they determine have not special names
appropriated to them. ”[Met, IV, 3]
12. “Since definition means an account of what a thing is, obviously (1) one
kind of definition will be an explanation of the meaning of the name,
or of an equivalent denomination ; e.g., it will explain the meaning of
“triangularity.” If we are aware that such a thing exists, we inquire
why it exists ; but it is difficult to apprehend in this way the definition
of things which we do not know to exist. We have explained above the
cause of this difficulty, viz., that we do not really know, except in an
accidental sense, whether the thing exists or not. (An account may be
a unity in two ways : either by connexion, like the Iliad, or because it
exhibits one term as predicated of one other term in a non-accidental
relation.) The above is one definition of definition ; but (2) in another
sense definition is a form of words which explains why a thing exists.
Thus type (1) conveys a meaning but does not prove, whereas type
(2) will obviously be a quasi-demonstration of the essence, differing
from demonstration in the arrangement of its terms. To explain why it
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thunders is not the same as to explain what thunder is. In the former
case we shall say “because the fire is being extinguished in the clouds ” ;
but the answer to the question “What is thunder ?” is “Noise due to the
extinguishing of fire in the clouds.” Thus the same account is expressed
in a different way ; in one form it is a continuous demonstration, in
the other a definition. Further, whereas thunder can be defined as
a noise in the clouds, which is the conclusion of the syllogism that
demonstrates the essence, (3) the definition of immediate terms consists
in an indemonstrable assumption of their essence. Thus in one sense
definition is an indemonstrable account of the essence ; in another it
is a logical inference of the essence, differing from demonstration in
grammatical form; and in a third it is the conclusion of the syllogism
which demonstrates the essence.” [An. Post., II, 10]
Riferimenti bibliografici
Aristotele (1971). «Le parti degli animali». In: Opere Biologiche. A cura di
M. Vegetti e D. Lanza. Laterza.
— (2007). Analitici Secondi. A cura di M. Mingucci e Barnes J. Laterza.
Aristotle (1942). Generation of Animals. A cura di A.L. Peck. Loeb Classical
Library: Harvard University Press.
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Library: Harvard University Press.
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Harvard University Press.
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di J. Barnes, Loveday T. e E. S. Forster. Princeton University Press.
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cura di J. Barnes e W. Ogle. Princeton University Press.
— (2001). Parts of Animals. A cura di Lennox. Oxford: Clarendon Press.
Platone (2003). Timeo. A cura di F. Fronterotta. BUR.
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