persia ed ebraismo attraverso il cibo DOMENICA 12 APRILE Ore 16,30 Sala Carmi IL GUSTO E LA CULTURA 1° appuntamento Persia ed ebraismo attraverso il cibo Farian Sabahi legge alcuni passaggi, dedicati al cibo persiano, alla regina Ester e alla minoranza ebraica dell’Iran, tratti dal suo reading Noi donne di Teheran. Con lei, Iris Levy Tehranian propone assaggi della cucina persiana. Comunità Ebraica Attività culturali realizzate grazie ai contributi di: di Casale Monferrato Vicolo Salomone Olper, 44 Regione Piemonte www.casalebraica.org Unione delle Comunità Ebraiche Comune di Casale Monferrato Sponsor tecnico persia ed ebraismo attraverso il cibo Domenica 12 aprile Farian Sabahi Scrittrice, giornalista e docente universitaria specializzata sul Medio Oriente, ha conseguito il PhD in Storia dell’Iran presso la School of Oriental and African Studies di Londra. Cultrice della materia Storia dei Paesi islamici all’Università di Torino, ha insegnato a Ginevra e in Bocconi. Ripresi i negoziati sul controverso programma nucleare iraniano e in vista di un alleggerimento delle sanzioni, sta attualmente tenendo corsi su come fare business in Iran, frequentati dai manager di grandi aziende italiane. Per la SACE ha recentemente scritto l’Opinione sulle opportunità di business in Medio Oriente. Giornalista professionista, dal 1994 si occupa di questioni islamiche per le pagine culturali del Sole 24 Ore. Editorialista di Medio Oriente per Il Corriere della Sera, scrive per il supplemento Io Donna e collabora con Radio Rai e Radio Popolare. Nel 2010 è stata insignita del Premio Amalfi sezione Mediterraneo, e nel 2011 ha ricevuto il Premio Torino Libera, intitolato a Valdo Fusi. È autrice di diversi volumi tra cui Storia dell’Iran, Un’estate a Teheran, Islam. L’identità inquieta dell’Europa e Storia dello Yemen. Noi donne di Teheran e il libro-intervista Il mio esilio con l’avvocatessa iraniana Shirin Ebadi insignita del Nobel per la pace nel 2003, sono pubblicati da Jouvence (2014) e disponibili in digitale rispettivamente nei Corsivi del Corriere della Sera e negli Zoom di Feltrinelli. Farian ha viaggiato in tutto il Nord Africa e Medio Oriente, come giornalista e contributor di guide turistiche, mettendo l’accento sulle minoranze religiose. In particolare sulla minoranza ebraica ma anche sui cristiani (nelle loro diverse denominazioni, in Iran, Iraq e Armenia), sugli Yazidi di Mosul, sugli Alawiti di Siria, sugli Alevi di Turchia. La nonna Mariam, originaria di Baku (Azerbaigian) le ha insegnato tante diverse ricette della cucina persiana e caucasica. Ricette che Farian propone in famiglia e agli amici in occasione del Nowruz (capodanno persiano) e in altre feste. IRIS LEVY TEHRANIAN è una quarantenne mamma d’Israele, affascinante, ironica, disponibile e generosa. Da quando il marito Moris, commerciante di pietre preziose e gioielli ha spostato la sua attività da Israele a Anversa prima e a Valenza poi, ha costruito tra le mura domestiche piccole e armoniose “tende di Abramo”, come ama definire le sue case, conservando e continuando le tradizioni ebraiche sefardite della famiglia. Con kavanà, intenzione, trasmette ai quattro figli emozioni intense e genuine, cucina per gli amici, tutte le settimane, il pane del Sabato, per le feste torte al miele, bomboloni, frittelle e bonbon al cioccolato. “La vita qui - dice serena - è molto diversa da quella che conducevo a Haifa e Tel Aviv: lì l’ebraismo permea tutta la vita: ogni angolo, ogni gesto, ogni cibo. In Italia ho capito l’importanza di preservare e alimentare la nostra identità. A Casale mi legano momenti bellissimi: Moris e io abbiamo scoperto la Sinagoga, siamo rimasti affascinati, abbiamo deciso di sposarci lì. Gli ebrei casalesi ci hanno accolti con grande affetto appena arrivati, sono la nostra famiglia.” A Kippur ricorda il nonno materno Abu Hazira, discendente del grande Rabbino marocchino Yisral Abuhatzeira, noto come Baba Sali, di come arrivava al Tempio per la solenne preghiera di Kol Nidre alla testa di una moltitudine di fratelli, zii e cugini, tutti vestiti di bianco, con tallit e siddur in mano. Coinvolge le giovani famiglie israeliane che abitano in Monferrato, fa sentire loro “il calore del nostro popolo lontano dalla nostra Terra.” Per la maggiorità religiosa della primogenita Daniela ha organizzato una cerimonia intima e semplice: grandi coppe colme di confetti multicolori e due candele accese su una tovaglia bianca ricamata hanno fatto da cornice alla recitazione della benedizione di Shehecheyanu che in italiano significa: “Benedetto sii Tu Signore che ci hai concesso la vita, ci hai sostenuto e ci hai permesso di raggiungere questa occasione.” Inoltre si classificano gli ingredienti in caldo e freddo (intesa non come temperatura ma come positivo e negativo o yin&yang) ma come contenuto calorico questi interagiscono con il grado di PH presente nel sangue umano cioè grado di acidità e basico. Tutta la cucina è abbinata in questo senso cioè si cerca di abbinare un ingrediente caldo con uno freddo. Questo per mantenere l equilibrio perciò se si mangia solo caldo si avranno i brufoli, insonnia, nervosismo ed aumento della pressione, oppure se si mangia troppi ingredienti freddi senza abbinarci qualcosa di caldo(esempio yogurt e foglie di menta o te con i datteri) si avra mal di pancia, sonnolenza, pallore e debolezza generale. Sono abbinamenti e regole non scritte ma conosciute da ogni persiano. Naturalmente derivano dalla medicina tradizionale iraniana e studi dei scienziati. Quando si parla di cucina ebraica ci si riferisce ad un insieme di piatti tipici che derivano dalla tradizione ebraica. Gli ebrei, dall’epoca delle persecuzioni romane e della diaspora (135 d.C.) fino al ritorno in Israele dopo la Seconda Guerra Mondiale (1948), non hanno avuto una loro “sede”, bensì si sono diffusi in tutto il mondo portando con sé le loro tradizioni, compresa la cultura gastronomica. La cucina ebraica prende origine dalla cucina persiana, ha molto in comune, quindi, con la cucina araba, con quella indiana e con quella dei Paesi mediterranei. Più che per un insieme di piatti tipici, la cucina ebraica si differenzia da tutte le altre soprattutto per la componente rituale e religiosa ad essa associata, molto sentita dal popolo ebraico. Esistono un insieme di regole e di norme, riunite in una legge chiamata Kasherut, molto dettagliate che riguardano tutta la filiera produttiva del cibo a partire da quali alimenti sono permessi e quali vietati fino ad arrivare alla modalità di preparazione della ricetta (per esempio il pesce viene servito rigorosamente senza spine). cucina persiana e cucina ebraica La cucina iraniana è una perfetta simbiosi tra tradizione e cultura. Come in molti altri paesi dell’area il cibo in Iran è una forma tradizionale di ospitalità tanto che, tradizionalmente, le donne calcolano nella preparazione qualche porzione aggiuntiva per eventuali ospiti. Un pasto iraniano inizia con un abbondante Mazè composto da una serie di salse a base di verdure e/o yogurt che accompagnano il pane tradizionale (naan). L’ingrediente principale della cucina persiana è il riso (Celò e Polò) la qualità di riso utilizzato è quello tipo basmati che viene cotto al vapore dopo averlo tenuto una notte a bagno in acqua salata. Il riso così ottenuto viene condito (Polò) oppure viene accompagnato da salse (Khorèsht) molto elaborate. Si tratta di stufati di carne conditi con verdura, frutta secca, spezie ed erbe aromatiche. L’uso delle spezie nella cucina persiana è molto sapiente e raffinato ed i profumi non coprono mai il sapore degli ingredienti principali.
© Copyright 2024